raffaele de marinis FOTO PANORAMICHE PIANIFICAZIONE, PRODUZIONE, POSTPRODUZIONE E PRESENTAZIONE Seconda parte la: PRODUZIONE Nel precedente articolo abbiamo pianificato la panoramica, scegliendo luogo e momento dello scatto, confidando in condizioni meteo adatte. Siamo dunque alla fase di acquisizione dei fotogrammi, la Produzione, che richiede una sequenza di operazioni da ricordare e rispettare con attenzione. Considerate che durante una ripresa fotografica in alta montagna, in periodo invernale, lontano dalle facilities, al buio, con freddo e vento, tutto il processo decisionale viene rallentato. Diventa complicato ricordare cosa fare, anche perché questo genere di fotografia si realizza solo poche volte l’anno. Suggerisco quindi di arrivare preparati conoscendo bene la sequenza delle operazioni. Dopo aver posizionato il treppiede e la testa panoramica ed avere verificato la loro orizzontalità con la messa in bolla, posizionare la fotocamera in verticale sulla testa panoramica settata sul punto nodale dell’ottica utilizzata (vedi i link presenti nell’articolo Pianificazione). Definiamo le estremità della panoramica e la posizione degli elementi variabili della composizione, quali la posizione del sole al tramonto, la presenza della luna e prevediamo per ogni fase tramontonotturno quali saranno, per ogni strisciata, i valori di esposizioni ed il rapporto luci/ombre in modo da visualizzare l’immagine finale. Dovremo cercare nel mirino gli elementi del paesaggio che costituiranno i punti di sovrapposizione dei vari scatti, un disco orizzontale suddiviso in gradi potrebbe aiutare la rotazione della fotocamera per ogni singolo scatto. Definito questa rotazione per le immagini diurne applicheremo questo valore a quelle notturne, specie quando con la luna nuova non avremo riferimenti visibili. Una adeguata sovrapposizione va dal 40 al 50% , valori inferiori possono creare problemi in fase di montaggio in particolare con l’utilizzo di grandangoli. Dovremo ragionare come se la nostra panoramica fosse per ogni strisciata un singolo scatto: con la stessa focale, con la stessa prospettiva, con la stessa messa a fuoco e con la stessa illuminazione, quindi rapidità nel concludere la strisciata per contenere le variazioni di luminosità. Modalità di Scatto Ricordarsi di togliere polarizzatore ed eventuali altri filtri davanti all’obiettivo, riducono la luminosità e peggiorano la qualità dell’immagine. Ricordarsi, negli scatti notturni, di coprire l’oculare della fotocamera con l’apposito coperchietto per evitare l’ingresso indesiderato di luce posteriore, ad esempio quella della lampada frontale che durante lo scatto deve orientare il fascio luminoso verso l’alto. RAW: Settare la fotocamera sul formato RAW in modo tale da poter gestire in Adobe Camera Raw sia il bilanciamento del Bianco (se necessario) sia gli interventi sulla luminosità di tutti gli scatti della strisciata per contenere ad esempio le aree bruciate. www.raffaeledemarinis.com Auto Focus e Messa a Fuoco Manuale: Se il nostro scopo è quello di ottenere delle panoramiche che spazino dal tramonto al notturno ci troveremo a lavorare in condizioni di luminosità molto differenti. Il sistema autofocus funziona senza problemi dal tramonto al crepuscolo, ma quando la luce diminuisce l’autofocus non funziona più e dovremo settare la fotocamera con la messa fuoco manuale. Negli scatti notturni dovremo fare delle prove di messa a fuoco su una stella e controllare il risultato sullo schermo liveview, al massimo ingrandimento. Se abbiamo ottenuto una stella puntiforme, bloccare la ghiera di messa a fuoco o quanto meno non toccarla più. Ricordarsi che non è sufficiente posizione la messa a fuoco sul simbolo Infinito perché spesso si ottiene, specie alle massime aperture, uno scadente risultato. Diaframma: negli scatti diurni la fotocamera viene settata in modalità priorità apertura, provvedendo ad attivare il blocco dell’esposizione in modo da avere una esposizione costante durante tutti gli scatti della strisciata. Come per la fotografia di paesaggio il diaframma sarà sempre abbastanza chiuso per avere una buona profondità di campo, ma se vogliamo ottenere un sole con numerosi raggi ben definiti, allora dovremo provvedere a chiudere ulteriormente, ad esempio a f16, ed utilizzare un obiettivo dotato di numerose lamelle di chiusura del diaframma. Un sole con soli sei raggi non regge il confronto con un sole a 18 raggi. Negli scatti notturni il diaframma è in genere settato alla massima apertura per ridurre il tempo di scatto. Tempo di Scatto: in priorità di apertura negli scatti diurni la velocità dell’otturatore viene decisa dalla fotocamera, ma negli scatti notturni dovremo, se vogliamo ottenere delle stelle puntiformi, decidere una adeguata velocità dell’otturatore per evitare il movimento apparente delle stelle durante una lunga esposizione. Per ottenere delle stelle ferme e puntiformi, ipotizzando di usare una fotocamera APS/C ed una focale di 14mm, dobbiamo applicare una di queste formule: Tempo Scatto Max = 3000/crop del sensore (1,6 canon aps-c)/focale mm/radice quadrata megapixel Nel caso di un 10mm > 3000/1,6/10/4,5 = 41,6 secondi…circa! In alternativa la Regola del 600 dove: T = 600 / F , dove F è la focale equivalente utilizzata. Con uno scatto con una focale di 10mm con fotocamera Canon con sensore APS-C (fattore moltiplicativo 1,6) l’equazione diventa 600/10x1,6 con un tempo di scatto pari a 37,5 secondi…circa! Si tratta di formule che danno un valore approssimativo perché diversi sono i fattori che influenzano la velocità delle stelle, quali la distanza dalla terra e la distanza dalla stella polare (nord). Nella figure seguenti entrambe le immagini sono state ottenute con gli stessi valori di apertura del diaframma, di velocità dell’otturatore , ISO ed una ottica di 24mm. Il primo fotogramma è orientato ad est e le stelle sono mosse, nel secondo orientato a nord le stelle sono ferme! Quindi c’è una regola generale che dice che più siamo orientati verso sud più incide il movimento apparente delle stelle. www.raffaeledemarinis.com ISO: Per fermare le stelle dovremo alzare gli ISO, con fotocamere moderne non vi sono problemi di rumore almeno fino a 3200 ISO, mentre nelle strisciate dal tramonto al crepuscolo si potranno tenere gli ISO bassi per migliorare la qualità dello scatto. Nelle riprese notturne se vogliamo vedere bene le stelle e non avere le luci delle attività umane bruciate dovremo realizzare una strisciata in bracketing: sovraesporre per le stelle e sottoesporre per le luci umane. Lo Scatto di Prova: Il controllo dello scatto di prova va effettuato prima di iniziare ogni strisciata, diretto verso le parti più critiche della panoramica, prestando attenzione all’istogramma ed alle alte luci. Attenzione anche all’entità dei flare , sperando di eliminarli in Post Produzione. Il Controllo della Strisciata Tutte le strisciate vanno controllate ma in particolare su quelle del tramonto e notturno. Nella strisciata del tramonto è facile andare incontro a forti sottoesposizioni e sovraesposizioni, non più recuperabili in ACR. Potrebbe essere opportuno realizzare la strisciata con la tecnica del bracketing dell’esposizione, quindi con tre valori di esposizione che andremo a fondere in Post Produzione come HDR in Photoshop. Nella strisciata notturna il rischio è ancora la sottoesposizione: visionare lo scatto in live view e verificare che la curva istogramma sia spostata verso il centro del diagramma, quanto meno non sia troppo adiacente al bordo sinistro. E’ facile cadere in errore se osserviamo l’immagine ottenuta solo sullo schermo LCD perché si percepisce una luminosità maggiore del reale. Si tratta ora di verificare se fra i vari fotogrammi che comporranno la panoramica vi sia una buona sovrapposizione. Una generosa sovrapposizione è sempre una buona soluzione perché in fase di giunzione ci eviterà complessi e problematici interventi. Un paio di esempi di Tripletta A forza di sbagliare facciamo esperienza e verrà comodo arrivare in location già con le idee chiare su quali valori della Tripletta (apertura, velocità otturatore ed ISO) impostare nella fotografia notturna dove la luminosità è determinata, in caso di cielo sgombro di nubi; dalla fase lunare. www.raffaeledemarinis.com Ecco come variano i valori della Tripletta in condizioni diverse di fase lunare e di luminosità, ma scattate nella stessa stagione (gennaio vs febbraio 2014) e nello stesso orario (circa le 22): Pale di San Martino viste dal Passo Rolle in condizioni di quasi luna piena Apertura f5, velocità 10 sec, ISO 1000, con 24 mm e questo è l’istogramma di uno scatto della strisciata Per recuperare le luci di San Martino di Castrozza è stato scattato un fotogramma meno esposto. Pale di San Martino viste dal Passo Valles in condizione di quarto di luna con parziale velatura Composizione di due strisciate 1. Strisciata per le stelle apertura 2,8, velocità 20 sec, ISO 4000, con 50mm www.raffaeledemarinis.com 2. Strisciata per i monti apertura 5,6, velocità 48 sec, ISO 1000, con 50mm N.B. il grosso punto luminoso non è la luna www.raffaeledemarinis.com