Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale SISTEMI DI INTEGRAZIONE ELETTRONICA I sensori Docente: Luigi Ferrigno [email protected] Sensori e Trasduttori Il sensore è il primo elemento della catena di misura. Ha il compito di convertire la grandezza fisica da misurare (misurando) in un’altra più facilmente trattabile. Il trasduttore è un dispositivo sensibile che fornisce un segnale elettrico misurabile in risposta ad uno specifico misurando. Un trasduttore è un sensore ma un sensore non è necessariamente un trasduttore 2 Sensori e Trasduttori Se il sensore non è un trasduttore può essere chiamato corpo di prova e richiedere in cascata un trasduttore misurando Sensore misurando primario (corpo di prova) secondario Trasduttore segnale elettrico 3 Trasduttori attivi e passivi Un trasduttore può essere attivo o passivo: • Attivo se l’effetto fisico su cui è basato assicura la trasformazione in energia elettrica dell’energia propria del misurando (termica, meccanica, d’irraggiamento, …). Esempi: Termoelettrico (termocoppia), Piroelettrico (cristalli la cui polarizzazione dipende dalla temperatura), … • Passivo se l’effetto del misurando si traduce in una variazione d’impedenza dell’elemento sensibile. Esempi: estensimetri, magnetici, … 4 Classificazione dei trasduttori • Attivi / passivi • In base alla grandezza misurata: sensori di temperatura, umidità, illuminamento, velocità, … • In base alla grandezza che forniscono in uscita: trasduttori resistivi, induttivi, capacitivi, in tensione, in corrente, … • Analogici / digitali 5 Circuiti di condizionamento Un trasduttore è condizionamento. completato dal circuito di Trasduttore passivo: il circuito di condizionamento è indispensabile per la generazione del segnale elettrico (montaggio). Trasduttore attivo: il circuito di condizionamento ha il compito di adattare i parametri dell’energia elettrica, generata dal trasduttore, alle caratteristiche d’ingresso del sistema di misura (condizionamento del segnale). 6 Varietà dei sensori Physical principle Resistive The variation if the sensing element electric resistance depends on the measurand. Typical application Measurand Output Thermistor or resistance thermometer Potentiometer Hot-wire anemometer Resistive hygrometer Chemioresistor Temperature Displacement, force, pressure Flow Humidity Presence of gas Parallel-plate capacitor sensor Rotary-plate capacitor sensor Differential capacitor Capacitance manometer Humidity sensor Capacitive diaphragm Displacement, force, liquid level, pressure Displacement, force, angular position, torque Small displacement Very low pressure Moisture Pressure Inductive The sensing element inductance depends on the measurand. Linear variable differential transformer Self inductance sensor Eddy current sensor Displacement, torque Displacement, torque, liquid level Position, conductivity, thickness, cracks in materials Inductance or change in inductance Reluctive The variation in the reluctance path between two or more coil depends on the measurand. Linear variable differential transformer Rotary variable differential transformer Microsyn Resolver Syncro Reluctive diaphragm Linear displacement Angular rotation Angular displacement Position Position, torque Pressure Voltage Voltage Voltage Voltage Voltage Change in reluctance Electromagnetic In any circuit capturing a magnetic flux, whenever the flux changes an electromotive force is inducted. (Faraday law) Linear velocity sensor Flowmeter Tachometer generator Torque sensor Linear velocity Flow Angular speed Torque Piezoresistive effect Resistance of the sensing element depends on the strain. Strain gauge Stress, strain, Fluid pressure, displacement, force Change in resistance Hall effect If the sensing element, carrying current, is put in a magnetic field a differential in electric potential among its sides is generated. Gaussmeter Wattmeter Magnetic field, displacement Power Voltage Capacitive The sensing element capacitance depends on the measurand. Change in resistance Capacitance or change in capacitance Voltage 7 Varietà dei sensori Magnetoresistive effect Resistance of the sensing element depends on the strain. Change in resistance Magnetoresistor Magnetic field, linear and angular displacement, proximity, position Piezoelectric effect Subjecting the sensing element to stress there is a generation of electric charge. Vibration cables Active and passive force sensor Piezoelectric microphone Piezoelectric temperature sensor Vibration Force Ultrasonic waves Temperature Voltage or charge Pyroelectric effect The sensing element generates an electric charge in response to a heat flow. Heat flowmeter Pyroelectric sensor Change in the temperature Voltage Thermoelectric effect When there is a difference in temperature between two junctions of different metals, a difference of electric potential is generated. Thermocouples, thermopiles, infrared pyrometer Difference of temperature Voltage Ionization effect The sensing element when exposed to the measurand becomes ionized. Electrolytic sensor Vacuum gages Chemical ionizer Electrical conductivity, pH Pressure Atomic radiation Current Photoresistive The electric resistance of the sensing element is caused by the incidence of optical radiation. Photoresistor, photodiode, phototransistor, photofet Light, position, motion, sound flow, force Change in resistance Photovoltaic effect When the sensing element is subject to a radiation it generates an electric potential Flame photometer Light detector Pyrometers Light intensity Light, position, motion, sound flow, force Temperature Voltage Acoustooptic effect The interaction of an optical wave with an acoustic wave produces a new optical wave Acoustic optic deflection, Bragg cell Physical vibration Phase modulated voltage signal Doppler effect The apparent frequency of a wave train changes in dependence of the relative motion between the source of the train and the observer. Remote sensor of linear velocity, Doppler radar, laser Doppler velocimeter Relative velocity Thermal radiation An object emanes thermal radiation, which intensity is related to its temperature Pyrometer Temperature Frequency Voltage 8 Sensori Resistivi • La variazione della grandezza in ingresso è legata alla variazione della resistenza esibita dal sensore ai suoi capi. • Molto comuni, perché sono numerose le grandezze fisiche in grado di alterare la resistenza elettrica di un materiale. Sensori per la misura di temperature si usano anche per compensare facilmente sistemi che misurano altre grandezze. 9 Sensori Resistivi • Sensori a grande variazione di resistenza: – Potenziometri • Sensori a piccola variazione di resistenza: – estensimetri (piezoresistenze) – Termoresistenze (RTD) e termistori 10 Potenziometro per misure di posizione (displacement) R L x A L x R Il più semplice sensore di posizione e il potenziometro: esso converte una variazione di distanza (lineare od angolare) in una variazione di resistenza. Tale variazione non è di per se direttamente misurabile, ma impone l’uso di un circuito di condizionamento. I dispositivi potenziometrici soffrono di problemi legati all’attrito meccanico, limitata risoluzione, e grande rumore termico. 11 Estensimetri • Presentano una variazione di resistenza legata alla deformazione meccanica cui sono sottoposti. • La grandezza dl l rappresenta la variazione percentuale della deformazione ed è detta strain (deformazione). • Sebbene sia adimensionale spesso si estprime in με (“microstrain”, μm/m). 12 Estensimetri Vantaggi: Svantaggi: • Dimensioni ridotte • Ancoraggio meccanico: la forza deve essere trasmessa tutta all’estensimetro. • Elevata linearità • Bassa impedenza • Dipendenza dalla temperatura (~50 με /〬C). Si risolve con montaggi differenziali. • Forza termoelettrica che appare ai capi di giunzioni bimetalliche. Si risolve con una doppia misura a polarità invertita. 13 Resistive Temperature Detector (RTD) • Se sono realizzati in platino sono chiamati anche PRT, Platinum Resistence Thermometer. • Nei metalli, un aumento di temperatura fa diminuire la velocità media degli elettroni, ed aumenta R. => Coefficiente di temperatura positivo. • Relazione generale: R R0 1 1T 2T 2 ... N T N • A seconda del metallo, esiste un range di linearità, in cui: R R0 1 T 14 Resistive Temperature Detector (RTD) Tipicamente si usano: • Platino (-200°C, +850 ° C) • Rame (-200 °C,+260 °C) • Nichel (-80 °C,+320 °C) Disponibili con diversi output range (100 Ω – 2000 Ω). Grazie a valori di resistenza elevati: Minore influenza delle resistenze dei collegamenti Cavi più lunghi. 15 Resistive Temperature Detector (RTD) Vantaggi: • Elevata sensibilità (10 volte maggiore rispetto alle termocoppie) • Elevate prestazioni in termini di incertezza • Ripetitività • Basso costo (Rame e Nichel) Svantaggi: • Autoriscaldamento Altre applicazioni: • Misura della velocità di fluidi (hot wire anemometer) 16 Termistori (Thermally Sensistive Resistor) Realizzati con semiconduttori. • NTC: coefficiente di temperatura negativo. • PTC : coefficiente di temperatura positivo. -t° Principio di funzionamento: • Aumento del numero di portatori con T (coeff. negativo); • Con opportuni droganti si ottiene un coefficiente positivo. 17 Condizionamento di trasduttori passivi (in particolare resistivi) • Il metodo voltamperometrico è inadeguato per piccole resistenze • Il metodo della caduta di potenziale richiede 2 misurazioni ed un resistore campione: difficilmente applicabile a sensori. Si impiegano: Metodi potenziometrici. Metodi di ponte. Oscillatori. 18 Sensori induttivi e capacitivi • Rispetto ai sensori resistivi, spesso introducono minori effetti di consumo • Intrinsecamente differenziali non lineari, richiedono montaggi • Richiedono alimentazione ac • Limite in frequenza (fmisurando < falimentazione ) • Diffusi come sensori di posizione, spostamento, prossimità, livello, … 19 Sensori di livello Misura della variazione di impedenza tra due elettrodi immersi in un liquido. Misura del livello di liquidi elettroconduttivi attraverso una variazione di induttanza. 20 La capacità come sensore A C 0 d Variazione di induttanza A L 0 n 2 21 Sensori capacitivi di spostamento lineare A C d Principio fisico: variazione di C rispetto ad una delle tre grandezze ε, A, d. 22 Induzione elettromagnetica (Faraday 1791-1867) - E’ possibile risalire a spostamenti, deformazioni, forze, pressioni, velocità (v) e nBv e MN B v eMN proporzionale a vm eu k v Condotta non metallica Fluido conduttore e AB k 23 Condizionamento per sensori induttivi e capacitivi Montaggi potenziometrici. Montaggi galvanometrici. Metodi di ponte. Oscillatori. 24 Sensori attivi • Effetto termoelettrico Una f.e.m. funzione della temperatura appare ai capi di giunzioni tra metalli diversi. • Effetto piezoelettrico Una polarizzazione elettrica proporzionale ad una sollecitazione meccanica appare in particolari materiali. • Effetto piroelettrico Una polarizzazione elettrica proporzionale alla temperatura appare in particolari materiali. • Effetto fotovoltaico Insorgere di una tensione proporzionale alla radiazione e.m. incidente • … 25 Effetti termoelettrici (Seebeck 1826, Peltier 1834) • Un conduttore, con una estremità posta ad una temperatura T1 e con l’ altra ad una temperatura T2, diventa sede di un passaggio di energia dalla parte calda alla parte fredda • il gradiente termico genera un campo elettrico che si manifesta con un incremento di tensione dVa a dT 26 Usando due materiali differenti A e B si ha AB = A - B dVAB= AB dT Per ottenere la migliore sensibilità si scelgono materiali con coefficienti di segno opposto • Effetto Peltier: Consiste nel manifestarsi di una certa quantità di calore, assorbita o ceduta da una termocoppia quando questa è attraversata da corrente elettrica • esempio: frigoriferi termoelettrici di piccole dimensioni e limitato assorbimento di potenza 27 Termocoppie Tipo Materiale bimetallo Campo T°C Vu [mV] Caratteristiche J Ferro-Costantana -200…780 30 con T=500°C Economica T Rame-Costantana -200…400 15 con T=320°C Sens.:45V/°C Piccole dimensioni E Cromel-Costantana -200…1250 >70 con T=1000°C Elevata f.e.m. S Pt-Pt90%, Rd10% 0…1760 10 con T=1000°C Robusta, affidabile, costosa, poco sensibile C TungstenoTungsteno,Iridio 0…2400 Dipende dalla % della lega Alta temperatura 28 Termocoppie: l’effetto Seebeck Ai capi di una giunzione tra due metalli diversi A e B appare una f.e.m. che dipende dalla natura dei metalli e dalla temperatura TX V B Tx A 29 Termocoppie: effetto Peltier ed effetto Thomson Si può dimostrare che l’effetto Seebeck è una conseguenza dei seguenti: • Effetto Peltier: una giunzione di due metalli diversi si riscalda o raffredda se è attraversata da una corrente. • Effetto Thomson: un conduttore di composizione omogenea, ma con temperatura non omogenea, cede o assorbe calore se attraversato da corrente. 30 Tipi di termocoppie Codice ANSI Composizione Range ºC mV @ full range B Pt / Rhodium 38 – 1800 3.6 C W / rhenium 0 – 2300 37.0 E Chromel / Constantan 0 – 982 75.0 J Iron / Constantan 0 – 760 43.0 K Chromel / Alumel -184 – 1260 56.0 N Nicrosil (Ni/Cr/Si) / Nisil (Ni/Si/Mg) -270 – 1300 51.8 R Pt / Rhodium 0 – 1593 18.7 S Pt / Rhodium 0 – 1538 16.0 T Cu / Constantan -184 – 400 26.0 31 Sistema di acquisizione dati per termocoppie • Un termistore, più canali T/C • La CPU opera la linearizzazione OHMs Conv. Isolators HI uP LO Integrating A/D Floating Circuitry uP I/O (HP-IB, RS-232) ROM Lookup To Computer Grounded Circuitry 32 Effetto piezoelettrico (Curie, 1880) • Esiste in cristalli naturali (quarzo) e in ceramiche e polimeri artificiali opportunamente polarizzati (anisotropia del quarzo) • Consiste nella generazione di carica elettrica da parte di un materiale cristallino sottoposto ad una sollecitazione meccanica • E’ un effetto reversibile: energia meccanica energia elettrica e u kF e u f .e.m. ai morsetti A e B F Forza applicata 33 Effetto piroelettrico • Tra i cristalli piezoelettrici ve ne sono alcuni (in 10 delle 32 classi cristalline) che presentano un’unica direzione privilegiata per l’orientamento dei momenti elettrici. • Consiste nella generazione di carica elettrica per effetto di un flusso di calore (cariche indotte termicamente). • Il materiale non necessita di eccitazione esterna • contrariamente ai termoelettrici (es. termocoppie), le cariche vengono generate in risposta ad una variazione di temperatura 34 Effetto piezoresistivo (Strain-gauge, Strain-gage) E’ l’effetto di variazione della resistività di un opportuno materiale quando è soggetto ad una deformazione dovuta ad uno sforzo ad esso applicato (ridotto nei materiali metallici, più consistente nei semiconduttori). F d E a • Sforzo: • • • dove E = modulo di Young del materiale F = forza applicata a = sezione interessata d È chiamato tensione (deformazione normalizzata) 35 Effetto piezoresistivo (2) • Il conduttore cilindrico che subisce una elongazione d (supponendo che il volume V rimanga costante) possiede una resistenza pari a: 2 R V da cui si ricava la sensibilità: dR 2 d V che è tanto migliore quanto più lungo e stretto è il cilindro e quanto maggiore è la resistività del materiale. Si puo’ esprimere come: dR Se R Se = Sensibilità (gauge factor) [2-6 per metalli, 40200 per semiconduttori] • applicazioni: accelerometri, microfoni. 36 Effetto piezoresistivo (3) • E’ formato da un resistore saldato su un substrato portante elastico, che viene fissato sull’ oggetto che si deforma • il resistore è in tal modo isolato elettricamente dall’ oggetto • il coefficiente di espansione termica del substrato deve essere coincidente con quello del materiale di cui è fatto il resistore • la resistenza varia in genere da 100 a migliaia di ohm. • Per avere una buona sensibilità il sensore deve avere lunghi segmenti longitudinali e corti segmenti trasversali, così la sensibilità trasversale è solo di pochi percento di quella longitudinale 37 Effetto Hall (E.Hall 1879) • In un materiale conduttore sottoposto ad un campo di induzione magnetica Bz normale al flusso di una corrente elettrica di intensità Ix, si manifesta una d.d.p. Vy in direzione perpendicolare alle direzioni sia di Bz sia di Ix. • Il fenomeno è dovuto al fatto che le cariche elettriche, in movimento per la presenza della corrente, si accumulano su di una faccia del materiale per effetto del campo magnetico, finchè non si determina un campo elettrico agente sugli elettroni tale da opporsi e compensare la forza dovuta al campo magnetico. • Sensori Hall sono usati per rilevare campi magnetici, posizione e spostamento di oggetti 38 • • • • La tensione di Hall può essere prelevata con opportuni elettrodi. (Bassa nei conduttori e negli isolanti, buona nei semiconduttori) non sono molto lineari rispetto all’ intensità del campo B e quindi richiedono una calibrazione per misure di precisione per misure di posizione e di spostamento devono essere forniti con una sorgente di campo magnetico ed una interfaccia elettronica Un dispositivo commerciale che utilizza arseniuro di indio ha una corrente di controllo di 0.1 A e presenta una tensione di Hall pari a 0.15 V per un campo di induzione magnetica di 1 Wb/m2 (T) 39 Effetto fotoconduttivo (Sensori passivi) • Determina un passaggio di corrente elettrica in materiali investiti da radiazioni di varia lunghezza d’onda. • Dovuto alla variazione della conduttività di materiali isolanti e semiconduttori. • La radiazione incidente consente il passaggio di elettroni da uno stato di legame ad uno libero, questi non hanno energia sufficiente per uscire dal materiale (fotoemissione) ma contibuiscono alla conduzione facendo diminuire la resistività. • E’ necessario collegare il sensore ad un generatore di tensione per avere un flusso di corrente elettrica variabile con la radiazione incidente. 40 Effetto fotovoltaico (Sensori attivi) • Conseguente alla conversione dell’energia radiante in energia elettrica che consente la realizzazione di celle solari. • Si presenta nelle giunzioni p-n dei semiconduttori, sottoposte a radiazioni che danno luogo alla comparsa di una f.e.m. • Illuminando la giunzione si producono coppie elettroni-buche. • Materiali tipici sono selenio-ferro e rame-(ossido di rame) • Fotodiodi o fototransitor sono elementi fotovoltaici usati come interruttori nei quali piccole quantità di luce sono in grado di produrre la commutazione del circuito dalla condizione di minima corrente a quella di corrente elevata 41 Sistemi ad ultrasuoni (Effetto Doppler, 1842) • Consiste nella variazione di frequenza delle onde acustiche, ottiche , radio dovuta al moto relativo tra sorgente e ricevitore delle onde. f1 f 2 k v f1 = Frequenza dell’onda incidente f2 = Frequenza dell’onda riflessa v = Velocità media del fluido 42 Sistemi ad ultrasuoni (tempo di volo) • Misura della velocità di un fluido all’interno di un condotto • Controlli non distruttivi: misura delle inclusioni in pezzi metallici • Trasmettitore e ricevitore sono sensori piezoelettrici che funzionano ad impulso o ad onda continua. d t ; cv 2fd cv 43 Sensori digitali: gli encoder incrementali • Misure di posizione lineare ed angolare. • Il rilevamento dei settori può essere magnetico, elettrico oppure ottico. • La misura è incrementale (problemi). 44 Encoder assoluti 10011111 Le regioni sono univocamente contraddistinte da una proprietà: ad es. un codice binario. 45 ENCODER INCREMENTALI • L'elemento fotosensibile ( un fotodiodo o un fototransistor) genera un treno di impulsi ed il loro numero è pari al numero delle zone trasparenti, alternate alle scure, intercettate dal blocco emettitore-ricevitore . • Il conteggio di questi impulsi consente di individuare la rotazione compiuta dal disco • Un encoder in cui sia presente solo una serie di feritoie non consente di individuare il verso in cui il disco ruota. Viene ricavata una seconda serie di feritoie, sfalsata rispetto alla prima di un quarto di passo, essendo il passo la distanza tra due zone trasparenti successive. E' ovviamente necessaria la presenza di una seconda sorgente luminosa e di un secondo sensore. Encoder assoluti In questi encoder non si ha una semplice successione di zone chiare e di zone scure, ma le zone chiare e quelle scure, rappresentano, lette su una linea perpendicolare alle piste o su un raggio una parola in un certo codice binario. 0 7 6 5 4 3 • Un codice binario puro non è tuttavia adatto ad essere utilizzato in un encoder. Si ha che in alcune posizioni, passando da un numero binario al successivo, varia più di una cifra. Ad esempio passando dal n. 3 (011) al n. 4 (100) si ha una variazione contemporanea di tutte e tre le cifre. Co d ice G ray ENCODER INCREMENTALI ED ENCODER ASSOLUTI ENCODER ASSOLUTO: INCREMENTALE: contando gli impulsi permette di valutare lo spostamento rispetto ad una posizione iniziale fornisce la posizione assoluta fotorivelatori LED fotorivelatore tracce ogni livello ha una risoluzione doppia rispetto a quello inferiore; con 10 tracce vengo ad avere una risoluzione di 210=1024 impulsi per giro (nota: i segnali provenienti dai fotorivelatori possono essere interpretati direttamente come una codifica binaria della posizione) SENSORI DI VELOCITA’ • Un’altra grandezza fisica di notevole importanza nelle applicazioni e negli automatismi è la velocità. Per realizzare trasduttori di velocità lineare o angolare possono essere utilizzati dispositivi elettromeccanici come la dinamo tachimetrica oppure dei tachimetri elettronici. • • I tachimetri elettronici basano il loro funzionamento su un encoder che fornisce una sequenza di impulsi grazie a una coppia led-fotodiodo in genere integrati nell’encoder. I tachimetri digitali possiedono un generatore di clock il cui compito è di fornire una finestra temporale di durata costante che abilita il conteggio di un contatore. • Accanto alla versione digitale che consente comunque un immediato interfacciamento con microcontrollori è possibile realizzare un analogo circuito analogico. • Gli impulsi provenienti dall’encoder sono squadrati da un circuito a trigger di Smidth, poi, tramite un convertitore frequenza tensione, gli impulsi sono trasformati in una tensione proporzionale alla frequenza e quindi alla velocità dell’encoder. La dinamo tachimetrica • La dinamo tachimetrica è un piccolo generatore di corrente continua. Nello statore è presente un magnete permanente. Il rotore racchiude l’avvolgimento indotto. Rispetto le tradizionali dinamo si pone molta cura nella costruzione per evitare attriti e eccentricità che falserebbero la lettura. • E’ importante nell’utilizzo di far lavorare la dinamo tachimetrica a vuoto per evitare che la misura sia falsata dalle cadute di tensione sulla resistenza degli avvolgimenti del rotore. N + + + + + + + + S + • Si ricorda che una spira conduttrice interessata da un flusso variabile nel tempo produce ai suoi capi una f.e.m. • l’andamento di tale forza elettromotrice è sinusoidale. • Ora ciascun avvolgimento contribuisce alla tensione complessivo con una propria tensione ed ogni f.e.m. sarà sfasata rispetto la precedente • La somma di queste sinusoidi sfasate fornisce una tensione pressoché continua ma che presenta una certa ondulazione, la tensione, pertanto, deve essere filtrata per evitare problemi nei sistemi di controllo • La tensione continua in uscita è legata alla velocità di rotazione dalla relazione • dove KD è la costante della dinamo mentre è la velocità angolare in giri /min. • Per le dinamo tachimetriche commerciali la KD vale 6090 V per 1000 giri/min TACHIMETRI A CORRENTE CONTINUA strutturalmente sono dei piccoli generatori in corrente continua eccitati con magneti permanenti (AlNiCo: stabilità termica) V kΦn n: n° di giri/min scostamenti dalla proporzionalità: • dissimmetrie costruttive (squilibrio del rotore, irregolarità del traferro, ecc.) • caduta di tensione alle spazzole (la corrente assorbita deve essere piccola per evitare l’effetto della reazione di indotto): si usano quindi spazzole con basse cadute (contenenti polvere di Ag) errore di linearità =V/ VM : massimo scostamento V dalla retta ideale, riferito al valore di fondo scala VM scostamenti tra la caratteristica reale e ideale di un tachimetro in c.c. • Ci sono diversi metodi per misurare gli sforzi, molti dei quali sono basati su misure di spostamento. • Gli strain gauge di tipo elettrico realizzano una misura di tipo mono o bidimensionale,. • Sensori piezoelettrici • si basano sulla misura della carica elettrica che compare sulla superficie di cristalli speciali (quarzi, topazi, sale di Rochelle) quando sono sottoposti a stress meccanici. Sensori ottici • I principali sensori ottici sono il fotodiodo, i fototransistor e le fotoresistenze. • simbolo del fotodiodo e del fototransistor. • I fotodiodi basano il loro funzionamento sul fatto che in polarizzazione inversa la corrente inversa aumenta se si illumina la giunzione. • Infatti, i portatori minoritari, elettroni nella zona p e lacune in n, si liberano dal legame chimico passando dalla banda di valenza a quella di conduzione in misura maggiore se colpiti da un quanto energetico sufficiente a fargli compiere il balzo. • Normalmente i diodi sono contenuti in contenitori oscuri per cui l’unico contributo per tale passaggio di banda è legato al calore, se la giunzione è resa trasparente o meglio si concentra la luce tramite una lente sulla giunzione si aumenta l’intensità di tali portatori all’aumentare dell’illuminamento. • La relazione che esprime la corrente I I L I 0 (e qV kT 1) + + + ++++++++++ n -- - - -- - -- - fotodiodo p - La misura di distanza con sensori ottivci Verranno trattati due metodologie differenti per effettuare misure di distanza utilizzando un laser: • Misura basata sulla triangolazione • Misura basata sul tempo di volo Queste sono per certi versi duali e presentano, quindi, campi applicativi molto differenti. Diodo laser In entrambi i casi, l’elemento alla base di questi sensori è il diodo laser. Il diodo converte un segnale elettrico in un segnale luminoso. Riflessione nei diversi materiali Riflessione diffusa in accordo con la legge di Lambert. Riflessione totale Riflessione catottrica Sensori basati sulla triangolazione Il principio di funzionamento è il seguente: 1. Un raggio laser colpisce il bersaglio e viene riflesso (in modo diffuso). 2. Il punto colpito viene messo a fuoco da lenti su un vettore CCD. 3. In base alla posizione del punto sul vettore si può determinare la distanza del bersaglio. D1 è la distanza di riferimento (lo zero). D2 è il range delle misure. Determinazione della distanza Dobbiamo calcolare d conoscendo h: a b tg tg a d tg d b tg h r tg ( ) Nel caso si utilizzasse il sensore con un PC sarebbe sufficiente mandare attraverso l’RS232 i valori di h e lasciare che si occupi calcolatore di ricavare il valore della misura. il Dati tecnici Sensori di questo tipo presentano le seguenti caratteristiche: • Misura senza contatto • Lunghezza d’onda del laser di 670nm (rosso) • Ampie distanze fra sensore e target (50-250mm) (D1) • Range di misura da ±2 a ±100mm (D2) • Precisione: 0,005% f.s. • Data-rate circa di 10KHz • Linearità dello 0.03% f.s. • Piccolo punto di misura (100m) • Temperatura di funzionamento da 0° a 40°C Cose da ricordare per l’impiego • L'area della trasmissione e riflessione del raggio deve essere pulita • Il sensore ha dimensioni relativamente grandi (120x120x30mm) • Il laser deve essere orientato in modo da evitare che gli spigoli non oscurino il laser (shadowing effect) • La misura è affetta da errori dovuti ad un “disallineamento” Possibili applicazioni Con questo sensore, nei processi industriali, è possibili misurare: 1. vibrazioni, gioco,… 2. distanza, posizione,… 3. flessione, deformazione,… 4. dimensioni, rispetto di tolleranze,… 5. deformazioni,… 6. controllo di qualità,… Esempio: misura del livello idrostatico Vogliamo utilizzare un sensore basato sul laser per misurare l’altezza di un liquido (acqua) contenuto in un recipiente. Il sensore è tale per cui il riferimento è a distanza b=40mm con un angolo 28°. Possiamo calcolare la distanza: a = b tg Se nel recipiente mettiamo un liquido il laser viene rifratto. A seconda del livello del liquido il laser compie una traiettoria più o meno lunga ed in questo modo si riesce a misurare il livello del liquido senza che vari la distanza fra il sensore ed il fondo che è la superficie di riflessione. Per prima cosa dobbiamo tarare il sensore ovvero trovare un livello del liquido di riferimento. Sappiamo che il laser ha una lunghezza d’onda l=670nm per cui n=1,33. Calcoliamo : sin = n sin , = 20,67° Quindi: f tg d tg f b d T d tg tg tg T d 1 b tg T 0,29 d 40mm È stato scelto d =15mm e T=44.4mm. Il sensore restituisce 1V per mm in aria ed in questo caso 0.3V per mm. Un esempio di misura fatto con questo sensore. Supponiamo di avere due serbatoi a due livelli differenti. Supponiamo di aprire il rubinetto fra questi serbatoi in un certo istante. Queste sono le misure che otterremmo: Sensori basati sul tempo di volo Un diodo laser trasforma un treno d’impulsi in un segnale luminoso. Parte dell’eco del segnale colpisce un foto diodo che lo trasforma in un segnale elettrico. L’intervallo di tempo fra l’impulso trasmesso e quello ricevuto viene “contato” da un clock la cui frequenza stabilisce la precisione minima apprezzabile dallo strumento. In genere questi sensori danno una misura non solo della distanza ma anche dell’intensità con cui è “tornato” il laser. Principio di funzionamento In generale quella che viene misurata è la distanza del sensore dall’ultimo bersaglio incontrato dal laser. Consideriamo i seguenti diagrammi temporali: Specifiche tecniche Sensori di questo tipo sono caratterizzati da: • Numero massimo di bersagli illimitato • Minima distanza fra due bersagli dipende dell’ampiezza dell’eco (2-5m) • Distanza massima dai 100 m a circa 1Km • Distanza minima di circa 2m • Precisione di ±2,5cm, nel caso dell’ultimo bersaglio di 10cm In particolare notiamo che dalla distanza massima e dalla precisione possiamo avere un’idea del periodo del segnale che pilota il diodo laser del clock: 8 c 3 10 fl 1MHz 2 300m 3 10 c 3 108 f ck 10GHz 2 3cm 3 10 Esempio di misura Consideriamo un bersaglio posto a circa 35m. Facciamo delle misure in caso neve fra il sensore e il bersaglio. Quello che otteniamo con sensori di questo tipo è: Questi sensori restituiscono anche la distanza dell’ultimo bersaglio dal precedente. Variazioni di distanza massima misurabile La portata del sensore è funzione sia del materiale del bersaglio (del suo coefficiente di riflessione ) che delle condizioni atmosferiche: