DIOCESI DI CREMONA – FORMAZIONE ACCOMPAGNATORI IC MODULO C – LEZIONE 2 GESÙ CRISTO OPERA NEI SACRAMENTI DELLA CHIESA MEDIANTE IL SUO SPIRITO SANTO don Floriano Scolari 1) GESÙ E I SACRAMENTI La domanda che viene spontanea, parlando dei Sacramenti, penso che sia per tutti la seguente: “Questi gesti che la Chiesa compie sono stati espressamente voluti e comandati da Gesù Cristo? E proprio con quel significato che la Chiesa attribuisce a loro?” È la questione fondamentale e fondativa, da affrontare come “prima” questione, perché senza le fondamenta nessuna casa può stare in piedi. Ora, è vero che non troviamo nei vangeli le parole esplicite con le quali Gesù istituisce e dà origine a tutte e sette le celebrazioni sacramentali della Chiesa, però vediamo che Gesù, durante la sua vita pubblica e dopo la sua resurrezione, è vicino a tante situazione umane e religiose (il peccato, il convivio, la malattia….) che vengono santificate ed elevate dall’incontro con Lui. Insomma Gesù si inserisce in realtà, profane o religiose, già esistenti ed anteriori a Lui, e le carica con la sua presenza di un senso assolutamente nuovo ed inaspettato. Tante realtà, segni, gesti, riti religiosi che già avevano un valore per l'antico ebreo (e per l’umanità tutta in genere) vengono illuminate dalla presenza di Cristo e collegate ora alla sua persona. Divengono nuove per la sua presenza. Così la Chiesa non farà che ricordare la presenza di Cristo in quei contesti e fare di quei contesti il luogo per fare il memoriale (che è molto più che la memoria psicologica) di Lui. Così Gesù non inventa il battesimo, cioè l’immersione nell’acqua con significato penitenziale. Gesù dà a quel gesto (presente in tanti popoli e più ancora nel mondo ebraico – vedi Giovanni Battista-) il senso assolutamente nuovo dell’incontro con Lui e dell’immersione nella sua vita divina. Così Gesù non inventa l’atto del perdono, che è già presente fortunatamente nel cuore umano e ritualizzato nel mondo ebraico: Gesù offre agli uomini ed alle donne, attraverso la Sua Persona, il perdono di Dio ed il ritorno alla piena comunione con Lui, assicurando che il peccato, che allontana l’uomo da Dio, è pienamente tolto di mezzo. Più ancora: un senso di condivisione tra gli eletti del popolo ebraico ed un senso di predilezione da parte dell’unico Dio dell’alleanza era presente e vissuto intensamente soprattutto durante la cena pasquale ebraica, dove venivano condivisi pane e vino. Gesù ne fa l’occasione per annunciare la nuova alleanza tra Dio e l’umanità nel suo corpo e nel suo sangue È in questo senso che Gesù “fonda” e istituisce i sacramenti “Cristo è sacramento fondamentale della salvezza in quanto dà compimento a quelli che erano già 'sacramenti' annunciatori della salvezza, nella storia umana e nella vicenda d’Israele. I segni dell'acqua, del convito, della purificazione dalle colpe, dell'unzione, dell'unione coniugale o del ministero erano già presenti nella ricerca di Dio da parte dell'uomo ed erano vivi in modo particolare nella tradizione ebraica di cui Gesù si proclama erede e realizzatore. Egli non 'abolisce', né 'inventa' dei segni estraniandosi dal contesto di quanto lo precede ed entro cui si inserisce; al contrario, egli si presenta come colui che dà 'compimento' e 'realtà' a segni che erano a lui anteriori, e lo fa con tutta la sua esistenza (e non semplicemente con qualche detto o gesto) e soprattutto con l'evento decisivo della sua pasqua […]. Cristo è autore dei sacramenti in quanto fa passare i 'sacramenti' a lui anteriori dalla 'figura' alla realtà/realizzazione, collegandoli alla sua persona” (C. ROCCHETTA). La Chiesa fin dalle origini ha colto, in questa presenza e vicinanza di Cristo ad alcune situazioni particolari dell'uomo, la volontà del suo maestro di santificare l'uomo proprio in quelle situazioni particolari della vita; di offrire all'uomo la comunione al suo mistero pasquale; di elevare l'uomo alla vera figliolanza di Dio proprio in quei momenti importanti e decisivi della vita (già evidenziati in ogni forma di convivenza umana ed elevati a riti religiosi nella fede del popolo ebraico). Se Gesù ha fatto attenzione particolare ad alcune situazioni della vita umana e ne ha fatto l'occasione di una sua particolare vicinanza all'uomo, la Chiesa, memore di Cristo, ha continuato a vedere quelle situazioni della vita dell'uomo come momenti privilegiati di incontro con il Signore Risorto ed ha sentito come proprio dovere proseguire l'opera inaugurata e, diciamolo pure, “istituita” da Cristo stesso. La novità, rispetto ad ogni altro segno religioso umano, pur bello e grande (e assolutamente da rispettare) è assoluta. Mentre tutti i segni religiosi umani (culto, riti, celebrazioni…) sono segno ed esprimono il desiderio insito nel cuore umano di elevarsi a Dio – per questo vanno visti positivamente, come segno di qualcosa di vero, di bello e di grande che Dio ha posto nella nostra natura umana -, i sacramenti cristiani sono il dono di Dio all’uomo. Gesù morto sulla croce e risorto è segno che Dio si è abbassato sino all’uomo e l’ha elevato alla Comunione con Sé. 2) IL “MISTERO” ED I “MISTERI” DI DIO NELLA VITA DELLA CHIESA Se poi ci chiediamo poi da dove prenda origine il termine “sacramento”, e se nei Vangeli possiamo trovarlo, oppure trovare un termine analogo, dobbiamo rispondere che questo termine non esiste nei testi del Nuovo Testamento, e che ha un’origine molto tardiva, indicando il patto di legame e di lealtà che vincolava i soldati al loro generale. Nei testi del Nuovo Testamento, soprattutto nelle lettere di S. Paolo, troviamo un termine che nella Parola di Dio o nella riflessione della prima comunità cristiana ha assunto poi un particolare significato riguardo alla realtà sacramentale della Chiesa: è il termine “mistero” (in greco µυστηριον [mysterion] con tutti i suoi derivati). Il termine indica nel Nuovo Testamento il disegno, il progetto d’amore e di salvezza per l’uomo pensato e voluto da Dio da tutta l’eternità; disegno e progetto che prima era segreto e nascosto (appunto: misterioso), ma che ora si è fatto presente in un evento storico ben preciso: Gesù di Nazaret. Vediamo qualche esempio dai testi paolini: Col 2,3: “…e giungano ad entrare nella perfetta conoscenza del mistero di Dio, cioè Cristo, nel quale sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della scienza”. Rom 16,25-26: “…secondo la rivelazione del mistero taciuto per i secoli eterni, ma rivelato ora e annunziato mediante le scritture profetiche…”. Ef 1,9-10: “…poiché Egli ci ha fatto conoscere il mistero della sua volontà…, il disegno di ricapitolare in Cristo tutte le cose…” S. Paolo insiste continuamente su questa verità manifestata e rivelata all’uomo: Dio da sempre ha amato l’umanità peccatrice, da sempre ha pensato alla sua salvezza. Ma questo suo disegno d’amore prima era nascosto e segreto, sconosciuto all’uomo. Era, appunto, misterioso. Ora invece nella Persona di Gesù Cristo si è attuato e reso visibile e conosciuto. L’uomo in Gesù morto e risorto ha potuto conoscere e sperimentare il grande disegno d’amore divino, ed ha potuto entrare in esso. La Chiesa, conseguentemente, continuerà a vedere in alcune azioni cultuali e liturgiche (espressamente comandate da Gesù e/o già attestate nei testi del Nuovo Testamento) l’incessante proseguimento del mistero di Gesù Cristo, o meglio del mistero che è sempre e solo Gesù Cristo Risorto che continua ad operare mediante il suo Santo Spirito nella comunità da Lui raccolta ed amata come la sua Sposa (Ef 5,25 ss. : “E voi, mariti, amate le vostre mogli come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei…. Questo mistero è grande: lo dico in riferimento a Cristo e alla sua Chiesa”). Questi momenti celebrativi e cultuali, fonte e culmine della vita della comunità cristiana che continua a pregare il Padre ed ad accogliere il dono della salvezza di Gesù Cristo, sono visti dalla Chiesa come il proseguimento e l’attualizzazione, hic et nunc, dell’unico grande “mistero” che è Gesù Cristo, Signore e Salvatore. Non è certo questo il contesto per approfondire alcune questioni (il numero settenario, i ministri dei sacramenti, la grazia dei sacramenti, la condizione spirituale necessaria per ricevere questo dono ecc.). Ci bastino le poche idee proposte, per uscire da una mentalità cosistica che rischia di far pensare ai Sacramenti come a delle “cose” che magicamente producono una “cosa”. Partiamo sempre da Gesù Risorto che dona ed effonde il suo Santo Spirito, il quale nei gesti e nei segni umani voluti da Gesù e testimoniati dalla Chiesa primitiva, continua ad operare per santificare l’uomo ed a condurlo alla perfetta figliolanza di Dio Padre. Volendo usare le figure tanto care all’evangelista Giovanni, dopo che Gesù ebbe effuso lo Spirito sulla piccola comunità raccolta ai piedi della croce (la madre ed il discepolo) dal suo costato sgorgarono sangue ed acqua (Gv 19), nei quali i Padri della Chiesa hanno sempre visto la prefigurazione dei sacramenti. QUESTIONARIO 1. I sacramenti sono stati istituiti da Gesù nel senso che: nel Vangelo sono indicati i setti sacramenti così come noi oggi li celebriamo Gesù carica gesti e situazioni di vita di significati nuovi e inaspettati Gesù ha inventato la celebrazione dei sacramenti 2. Una definizione classica di sacramento lo definisce come _________________________ ____________________________________________________________________________ 3. La Chiesa, quando celebra i sacramenti, ricorda: gli antichi gesti e celebrazioni in vigore presso il popolo di Israele che grazie ai sacerdoti i defeli possono ricevere la grazia i gesti di Gesù e la sua presenza in determinate situazioni 4. In che senso Gesù è il sacramento fondamentale della salvezza? Gesù porta a piena realizzazione i gesti anche a lui precedenti offrendo la salvezza con il dono del suo corpo e del suo sangue la salvezza di Gesù è la somma di tutti i sacramenti: bisogna riceverne il maggior numero! se si crede in lui, non servono i sacramenti 5. Quali di queste espressioni ti sembrano più adatte a descrivere la volontà di Gesù che istituisce i sacramenti (anche più di una scelta) santificare l'uomo in situazioni particolari della vita; offrire all'uomo la comunione al suo mistero pasquale elevare l'uomo alla vera figliolanza di Dio in momenti decisivi della vita 6. Se i sacramenti cristiani hanno come contesto situazioni di vita già significative prima di Cristo, qual è la loro novità? nessuna, infatti Gesù si rifà a riti del suo popolo esprimono la volontà salvifica gratuita di Dio che ha raggiunto l’uomo, e non solo un desiderio umano di avvicinarsi al divino è una novità solo parziale, perché sono celebrati nello spirito del Vangelo 7. Il termine “sacramento” compare nella Bibbia? Sì No 8. Cosa significa il termine mysterion nel Nuovo Testamento? un fatto inspiegabile e coperto da segretezza il disegno salvifico di Dio, diventato manifesto in Gesù la volontà di Dio di tenerci nascoste alcune cose di Sè