D) Protesi parziale scheletrata
estetica
vedi anche a Terapie: Protesi fissa:
Protesi combinata fisso / removibile.
E’ una Protesi costituita da una o più selle in resina rosa, simulanti la gengiva,
inglobanti i denti da sostituire, rinforzata da una armatura in oro o in acciaio
chirurgico, che trova la ritenzione nei denti residui mediante attacchi di precisione
non visibili (estetici).
Questi attacchi sono costituiti da un componente femmina, inglobato nelle Protesi
removibile talora integrato da un braccio ritentivo controforza linguale/palatale, che
fa ritenzione sulla componente maschio incorporata nella Protesi fissa, cementata sui
denti residui previamente Protesizzati. Nell’attacco è incorporato, invisibile il rest.
Il complesso delle due suddette Protesi viene a costituire la Protesi combinata
fisso / removibile (vedi anche a Terapie: Protesi fissa).
La Protesi scheletrata (scheletrato) comprende oltre ai sopradescritti attacchi di
precisione e alle selle in resina rosa che inglobano i denti Protesici:
‐
se superiore, una barra metallica palatale che collega le eventuali due selle
di destra e sinistra, conferendo un ottimo appoggio supplementare sulla zona
centrale del palato costituita da tessuto osseo duro (la barra dovrà essere più
posteriorizzata possibile, grosso modo collegare i denti 1.6 e 2.6).
‐
se inferiore, una barra sublinguale dietro ai denti incisivi, che serve
semplicemente a collegare le due selle.
Le selle dovranno estendersi nella Protesi superiore fino al tuber (la zona occupata di
solito dal dente del giudizio), e nella Protesi inferiore fino al trigono retro molare (la
zona posteriore alla sede del dente del giudizio), tutto come nella confezione di una
Protesi totale.
Questa estensione, spesso rifiutata dai pazienti per un senso di eccessivo ingombro,
facilmente superabile, consente alla Protesi una durata nel tempo molto superiore, in
quanto si ottiene un appoggio della sella esteso in una zona di buona opposizione al
carico masticatorio.
Caratteristica di questo tipo di Protesi removibile:
‐ alta estetica (data dagli attacchi di precisione estetici, vedi oltre)
‐ alta ritenzione (data dalla precisione della frizione di questi attacchi)
Come in tutte le Protesi, la Protesi scheletrata estetica richiede, che i denti che
vengono lasciati in bocca e i denti fungenti da ancoraggio in particolare siano non
solo esenti da carie, ma essenzialmente che siano “parodontalmente sani”, e cioè
che abbiano un tessuto di sostegno valido e assenza di malattia parodontale, e se
possibile che siano vitali, cioè più robusti dato il forte sforzo cui verranno sottoposti.
Questo tipo di Protesi può durare tantissimi anni, eventualmente per aspettare il
momento in cui il paziente potrà permettersi una Protesi fissa su impianti, a patto di
praticare una corretta Igiene Orale Meccanica Quotidiana, e che la dentatura
residua venga sottoposta alle cadenze stabilite alle sedute do Igiene Orale
Meccanica Professionale.
I presupposti di durata nel tempo sono superiori a quelli della Protesi scheletrata
semplice.
Infatti tutti i denti naturali residui in bocca sono generalmente solidarizzati nella
Protesi fissa, motivo per cui il dente che ingloba la componente maschio
dell’attacco, divide lo sforzo trasmesso dallo scheletrato con gli altri denti ai
quali è collegato da robuste saldature.
Come tutte le Protesi removibili, anche la Protesi scheletrata estetica necessita di
ribasature periodiche (l’intervallo di tempo necessario variando da individuo a
individuo) per compensare il riassorbimento del tessuto osseo e gengivale.
Caso 1.
Maschio 77 anni. Dopo il trattamento iniziale consistente
nella estrazione dei denti non recuperabili, detartrasi e
chirurgia per ripristinare condizioni parodontali sane dei
denti recuperabili, il paziente ha mantenuto tre denti nella
arcata inferiore (3.8, 3.3, 4.3), e 5 denti nella arcata
superiore (denti 1.3, 1.2, 1.1, 2.1, Impianto 2.2, dente 2.3,
Impianto 2.4).
Ha ricevuto pertanto:
nella arcata superiore, una Protesi fissa in metallo/ceramica di 7 elementi (5 denti e
due Impianti), sugli elementi Protesici 1.3, 1.2, 1.1, 2.1, 2.2, 2.3, 2.4 e una Protesi
scheletrata removibile per i denti premolari e molari, ancorata ai denti 1.3 e 2.4
mentre
nella arcata inferiore, una Protesi fissa da 3.3 a 4.3 in metallo/ceramica, che
sostituisce i 4 incisivi che rimarranno nella parte fissa, una corona sul dente 3.8 e una
Protesi scheletrata removibile che sostituisce i denti posteriori premolari e molari,
ancorata ai denti 3.3 e 4.3 oltre che 3.8.
Foto 1. Sorriso che conferisce estetica e simula la presenza di tutti i denti del
paziente.
Foto 2. Divaricando le labbra, in un sorriso esagerato, non si ha traccia del passaggio
da una zona fissa (denti in ceramica anteriori) a una zona removibile (denti in resina
posteriori), sia per le corrette proporzioni e colorazioni dei denti (adatte alla età del
paziente, e tendenti a mascherare la grande lunghezza dei denti), sia per la esteticità
degli attacchi.
Foto 3, sopra a sinistra. La componente fissa della arcata superiore.
Foto 4, sopra a destra. La componente fissa e la componente removibile scheletrata,
alloggiata negli attacchi (invisibili), della arcata superiore.
Foto 5, sopra a sinistra. La componente fissa della arcata inferiore, cioè i 6 denti
anteriori fissati sui due canini 3.3.e 4.3 che alloggiano la componente maschio degli
attacchi estetici.
Foto 6, sopra a destra. La componente fissa e la componente removibile, scheletrata,
alloggiata negli attacchi (invisibili), della arcata inferiore.
Foto 7. Le due Protesi removibili con gli attacchi femmina, nascosti sotto il primo
dente della Protesi scheletrata e il braccio ritentivo controforza.
Foto 8, sopra a sinistra. Dettaglio del versante gengivale di un attacco femmina, con
la guaina verde, intercambiabile periodicamente quando usurata, e il braccio ritentivo
controforza. Si alloggeranno il primo nel maschio dell’ultimo dente della Protesi fissa
e il secondo nella fresatura/culisse palatale dello stesso dente.
Foto 9, sopra a destra. Dettaglio della componente maschio integrato nella Protesi
fissa, e della fresatura dal lato palatale.
Foto 10, sopra a sinistra. Dettaglio dell’attacco di sinistra al momento della
inserzione, la barra palatale non è ancora ben accostata al palato.
Foto 11, sopra a destra. Dettaglio dell’attacco di sinistra inserito: l’attacco è
perfettamente mascherato e nessuno potrà intuire che la metà dei denti del paziente
non sono fissi, ma invece removibili. La barra palatale è accostata bene al palato.
Foto 13. Dopo.
Caso 2.
Anno 2003, essendole stata consigliata la applicazione di
una dentiera dopo la estrazione dei 4 incisivi mobili, la
paziente anni 64, si presenta allo studio per una opinione.
Foto 1. Condizioni della paziente alla prima visita. La paziente rifiuta la terapia
implantare nonostante avesse un tessuto osseo favorevolissimo! La terapia era stata
proposta per integrare i suoi denti valutati da non estrarre.
Si decide, data la salute parodontale (lesioni ossee, facilmente riducibili
chirurgicamente), che la mobilità dei denti non doveva essere considerata di cattiva
prognosi e che sarebbe migliorata, una volta solidarizzati i denti tra di loro e spostata
la mastucazione sulla protesi removibile posteriore.
Foto 2/3. I denti, sono stati reputati eccessivamente mobili dal collega, ma abbiamo
valutato che la causa risiedesse nel carico eccessivo, ma sondando parodontalmente
in modo non eccesivo, i denti sono stati considerati sanabili mediante semplici
interventi di chirurgia parodontale (vedi Prevenzione, e Terapie: Parodontologia).
Pertanto è stato deciso d’accordo con la paziente di conservarli, di collegarli
Protesicamente e di applicare una Protesi removibile con attacchi estetici per ottenere
una Protesi combinata fisso removibile.
Foto 4. I 4 denti della paziente solidarizzati in una Protesi fissa in metallo/ceramica.
Foto 5, sopra a sinistra. I denti della paziente solidarizzati in una Protesi fissa in
metallo/ceramica, visione occlusale, senza la Protesi scheletrata estetica.
Foto 6, sopra a destra. Sempre visione occlusale con la Protesi scheletrata estetica,
inserita in bocca.
Foto 7. Prima.
Foto 8. Dopo. La paziente sorride soddisfatta della estetica ottenuta, e della funzione
più che accettabile, (deve naturalmente masticare con un minimo di accortezza,
peraltro accettabilissima, per avere cura della Protesi consegnata).
Foto 9. I dento solidarizzati e gli attacchi maschi in estensione, alla RX panoramica,
al comntrollo dopo 3 anni.
Caso 3.
Questo caso, risale al 1978! La paziente, oggi circa 69
enne, è stata molto precisa nel seguire le istruzioni
consegnatele, che sono quelle che si possono leggere più
avanti.
Trattasi di Protesi combinata Fissa/Removibile
costituita da un Bloccaggio ceramo metallico dei denti
anteriori 1.3, 1.2, 1.1, 2.1, 2.2 e 2.3 (con due canini,
dalle radici particolarmente robuste), parodontalmente
risanati con piccoli interventi di chirurgia parodontale, che
conferiscono ritenzione a una Protesi scheletrata complessa,
con attacchi estetici per la sostituzione dei denti premolari e
molari.
Foto 1. Il sorriso è estetico e le ceramiche in ottime condizioni, oggi nel 2008 a 30
anni di distanza!
Foto 2, sopra a sinistra. Il rapporto tra il dente ceramo / metallico e la gengiva è stato
perfetto. Non sempre è così dopo tanti anni, avendosi spesso in questi casi a questa
distanza di tempo quantomeno una inestetica evidenziazione dei bordi metallici neri
delle corone protesiche, se non la carie secondaria o lesioni parodontali dei denti
incapsulati: trattasi indubbiamente di caso fortunato!
Il passaggio tra i denti in ceramica della componente anteriore fissa e quelli in resina
della parte posteriore, non è apprezzabile.
Foto 3, sopra a destra. Il collegamento tra la Protesi scheletrata estetica e la
componente fissa ceramo - metallica (i denti 1.3,1.2,1.1,2.1,2.2,2.3) era allora
opposto, essendo collocate le femmine nella parte fissa, e i maschi nella parte
removibile (attacchi fresati), non c’erano allora le guaine di teflon sostituibili, ma in
questo caso la usura dei metalli è stata minimale, tale da aversi ancora una ritenzione
accettabile. La perfetta esecuzione da parte dell’odontotecnico della corretta
prescrizione dell’allora giovane dottor Pagni! ha fatto si che la parte removibile
avesse una barra palatale ben collocata posteriormente, che le selle si appoggiassero
estesamente sui tuber distalmente, che le fusioni fossero perfette, di modo che dopo
3o anni i denti protesizzati non sono cariati, non essendosi sciolto il cemento che
collegava la dentatura naturale alla componente fissa della Protesi.
Raccomandazioni.
La gestione igienica di questi apparecchi è identica a quella descritta
precedentemente per la Protesi totale, mentre quella della Protesi fissa è quella
normale della Protesi fissa (vedi a Prevenzione: A1o Igiene Orale Meccanica
Quotidiana).
Vanno gestite ambedue sempre separatamente e mai reinserire la Protesi scheletrata
sulla componente fissa non perfettamente pulita!
Mai mangiare senza la Protesi scheletrata in bocca. Il rischio che il cibo vada a
ingombrare le componenti dell’attacco, renderebbe impossibile il reinserimento della
Protesi.
La Protesi va portata sempre, giorno e notte se possibile. Altrimenti se si vuole
tenerla fuori bocca di notte, reinserirla subito al mattino.
La inserzione ha una sua precisa “via di inserzione”, e deve essere sempre precisa e
mai forzata, con il rischio altrimenti di danneggiare irreversibilmente l’apparecchio,
di deformarlo, di spezzare gli attacchi etc.
Pertanto una volta che i due attacchi collimano pressare con le dita per farli ben
inserire, e solo a questo punto, accostare i denti per un leggerissimo aggiustamento
finale.
Disinserzione della Protesi Parziale Scheletrata. Applicare le dita sul primo dente
delle Protesi Parziale Scheletrata per fare uscire l’attacco più assialmente possibile
(più sarà lontano il punto di applicazione della forza, delle dita cioè, più l’attacco si
metterà di traverso e più difficile sarà il disinserimento.)
Ricordiamo che la forza di trazione della disinserzione della Protesi scheletrata agirà
sul primo dente della Protesi fissa, che ingloba la controparte dell’attacco, e tenderà a
decementarlo dal moncone cui è stato cementato, con grossi rischi di carie secondaria
del dente sottostante, non più protetto dal cemento.
Pertanto un vecchio accorgimento sempre valido consiste nel mordere delicatamente
con la Protesi fissa un pezzo di legno dolce (un tappo di sughero è ideale) che
applicherà in tal modo una controforza che tratterrà l’elemento di Protesi fissa al
moncone, aiutando il cemento in questo tentativo di “decementazione”.
Altrimenti spingere con il pollice contro la Protesi fissa, mentre con l’indice si fa
trazione sulla Protesi removibile.
Mai modificare gli attacchi, per ottenere una maggiore ritenzione.
Praticare i richiami di Igiene Orale Meccanica Professionale a cadenza semestrale, e
curare con la massima attenzione la Igiene Orale Meccanica Quotidiana! I denti sono
importantissimi e hanno un carico molto superiore al dovuto, dovendo sobbarcarsi
anche un po’ del carico della Protesi scheletrata removibile, per cui averne massima
cura.
Qualora col passare degli anni si avesse la sensazione che masticando la Protesi
scheletrata si pieghi, si infossi verso la gengiva, comunicarlo allo studio. Sarà infatti
probabile la esigenza di una ribasatura dell’apparecchio, pena il rischio di frattura
degli attacchi (unici a resistere al carico masticatorio), in quanto non più collaborati
da un corretto appoggio delle selle sulla base ossea.