Telve
Valsugana
“Biglietto da visita” ®
Falegnameria
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di Roberto e Ivan
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Telve Valsugana
La Giunta Comunale
Sindaco: dott. Fabrizio Trentin
Riceve il martedì dalle 19.00 alle 20.00 su appuntamento
Venerdì dalle 08.30 alle 12.00
Sabato dalle 08.30 alle 12.30 su appuntamento
[email protected]
Assessore: dott. Walter Bailoni
Incarichi: ambiente e politiche sociali
Riceve il martedì dalle 11.00
alle 12.00 su appuntamento
[email protected]
Vicesindaco: sig. Paolo Stroppa
Incarichi: Lavori pubblici e attività economiche
Assessore: dott.ssa Lorenza Trentinaglia
Incarichi: Cultura e istruzione
Riceve tutti i giorni su appuntamento
[email protected]
Riceve il lunedì dalle 17.00 alle 18.00 su appuntamento
[email protected]
Assessore: ing. Patrizio Ferrai
Incarichi: foreste, edilizia privata e sport
Riceve il martedì dalle 18.30 alle 19.30 su appuntamento
[email protected]
“La Collana di guide dei Paesi del Trentino”. “Biglietto da visita ®” è edita e stampata da
Grafiche Dalpiaz s.r.l. - 38123 Ravina di Trento (TN) - Via Stella 11/b - Tel. 0461 913545 - www.grafichedalpiaz.com
Telve Valsugana
Numeri ed indirizzi utili
Uffici comunali: 0461 766054
Biblioteca comunale: 0461 766714
Ufficio postale: 0461 766002
Farmacia: 0461 766084
Ambulatorio pediatrico: 0461 766304
Ambulatorio comunale: 0461 766025
Ambulatorio infermieristico: dal lunedì al sabato 9.00-9.30
giovedì 8.30-9.00 tel. 0461 777319
Guardia Medica: 0461 753125 0461 753016
Canonoica: 0461 766065 begin
Cassa Rurale Centro Valsugana: 0461 782577
Scuola materna: 0461 766315
Scuola elementare: 0461 766062
Scuola media “don L. Milani”: 0461 766072
La scheda
Abitanti: 2020
Superficie: 64,85 km2
Altitudine: 550 m s.l.m.
Polizia Municipale: 0461 758770
Referenti per il Comune di Telve: 335 5964227
Pattuglia Reperibile: 329 2107691 - 329 2107692
Comprensorio C3
Centralino: 0461 755555
Servizio tariffa RSU: 0461 755541
N. verde per problemi inerenti lo smaltimento rifiuti: 800 703328
Ufficio tecnico: 0461 754196
Distretto sanitario n. 2: 0461 762572
Consultorio familiare: 0461 754638
Assistente sociale (giovedì ore 9.00-11.00): 0461 766736
Trasporto pubblico Trentino Trasporti: 800 498504
Soccorso alpino: 0461 233166
VVF di Telve: 0461 766965
Cap: 38050
Festa del Patrono: S. Maria Assunta
(15 agosto)
Frazioni: Caverna, Dami, Martinelli, Parise
Distanza da Trento: 49 km.
Mercato settimanale: venerdì mattina
Altitudine: 550 m s.l.m.
Sito Web: www.comune.telve.tn.it
E-mail: [email protected]
Telve Valsugana
Posizione geografica
Il comune di Telve si trova a 538 m. di
quota in Valsugana, sulla riva sinistra
del fiume Brenta che, attraversando
da ovest ad est il Trentino sud-orientale, collega il capoluogo Trento (distante 38 Km dal paese) con il Veneto.
Il territorio di Telve si estende su 6.485
ettari, dislocati sulla sinistra idrografica del fiume lungo le pendici meridionali del monte Salubio, nella catena
del Lagorai ed è indicativamente compreso tra il corso dei torrenti Ceggio,
ad ovest e il torrente Maso, ad est. Gli
abitanti sono circa 2000 concentrati
principalmente nel Paese ma l’abitato
si estende in piccoli masi quali Parise,
Pozza, Martinelli e Dami tra i 393 metri
del fondovalle ai 2574 m. slm di Cima
delle Buse, al confine con i comuni di
Castello di Fiemme e Pieve Tesino.
Confina ad est con i comuni di Pieve
Tesino, Scurelle e Carzano, a sud con
Castelnuovo e Borgo Valsugana, ad
ovest con Telve di Sopra e Palù del Fersina, a nord-ovest con Pinè, a nord con
Valfloriana e Castello di Fiemme e le
isole amministrative Cauriol (comune
di Pieve Tesino) e Fregasoga-Spruggio
(comune di Baselga di Pinè). È a 3 km
dalla statale n. 47 della Valsugana, che
a ovest si dirige verso Trento e in direzione opposta scende attraversando il
Veneto fino a Padova. Il casello autostradale di Trento Centro, a 39 km, dà
accesso alla A22 Brennero-Modena.
La più vicina stazione ferroviaria dista
3 km e appartiene alla linea TrentoVenezia. Gli aeroporti internazionali
di riferimento sono Venezia e Verona,
entrambi a 140 km circa, mentre quello di Milano/Linate e quello di Milano/
Malpensa per i voli di linea intercontinentali distano rispettivamente 261
km e 300 km.
Fa riferimento al sistema portuale del
capoluogo regionale Veneto.
Telve Valsugana
Il territorio
Le origini
La superficie del territorio comunale è
prevalentemente occupata da boschi,
pascoli e zone agricole.
Il pascolo, in parte abbandonato, è
localizzato al di sopra dei 1000 m e
con gli alpeggi di alta quota ricopre il
25% del territorio. I boschi (62% del
territorio) costituiti prevalentemente
da conifere sono dislocati al di sopra
degli 800 m. e costituiscono la principale risorsa per il Paese mentre la
superficie agricola si estende prevalentemente sul conoide del torrente
Ceggio, a valle dell’abitato.
Il rinvenimento sulle alture di Borgo
e Castel Pietro di reperti archeologici risalenti all’epoca preistorica
dimostrerebbe la presenza di stanziamenti umani anche nel territorio
di Telve sin dall’età del bronzo.
I vari popoli che percorsero la valle
nella successiva età del ferro, indicati come Reti, furono caratterizzati
da un’unità etnico culturale estesa
al Trentino, alle Prealpi venete, al
Tirolo e alla Bassa Engadina. Tale
origine comune si evidenzia nelle
numerose concordanze tra nomi di
località valsuganotte e altre, regionali ed extraregionali. Per quanto
riguarda il nome Telve, troviamo
corrispondenti in Alto Adige con
“Telves”, in provincia di Como con la
“Val d’Intelvi”. In Tirolo con “Tetfs” e
nel feltrino con “Telva”.
Telve Valsugana
L’abitato
Sul conoide alluvionale del torrente
Ceggio, in posizione solatìa, è adagiato
l’abitato di Telve (548 msm).
Oltre al centro principale, il comune di
Telve è costituito da altre località abitate chiamate “masi”: si tratta di piccoli
ed isolati nuclei abitati, che “sono la derivazione storica della schematizzazione del territorio montano operata nella
zona di Telve dai due castelli feudali di
Castel Alto e di Arnana (Gorfer)”. A parte
Parise, situato a nord-ovest del paese,
la toponomastica evidenzia come questi
nuclei siano individuati dal soprannome
del nucleo familiare più numeroso che
in passato vi ha abitato o che tutt’ora
lì vive: Dori, Dami, Batistori, Micheloni,
Martinei, sono alcuni esempi.
Il centro storico dell’abitato di Telve presenta una particolare struttura urbanistica, essendo organizzato prevalentemente in rioni chiamati “cormèi”. Essi sono
costituiti da edifici addossati che contornano uno spazio aperto, generalmente
un cortile alternato (almeno nel passato)
da orti e fienili (Verone, Crestani) o più
raramente una piazzetta o un vicolo (Sotocesa, Steneghi). Gorfer (1990) riporta
che “in passato ogni cormèlo componeva
un’entità chiusa anche fisicamente. Delle
chiusure con porte esterne rimangono i
resti nel cormèlo de le Veròne.” Tranne
che per i cormèi più antichi, anche in questo caso, come per i Masi, i toponimi corrispondono al cognome o al soprannome
della famiglia più numerosa o più antica
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Telve Valsugana
che lì risiede (Ghèbri, Crestani, Mosèri,
ecc.). L’origine di questi toponimi risale
prevalentemente al primo dopoguerra,
quando, in seguito alla ricostruzione del
paese interamente distrutto dal conflitto
mondiale, i diversi gruppi familiari vi si
sono insediati stabilmente.
L’abitato si articola in viuzze sulle
quali si affacciano portici e mura che
nascondono preziosi cortili. Di tanto
in tanto il dedalo di stradine si apre
in una piazzetta per poi proseguire e
confluire nelle due piazze principali:
piazza Maggiore e piazza Vecchia.
Per quel che riguarda la conformazione edilizia e strutturale, Telve è andato
formandosi progressivamente senza
scosse e sobbalzi, attraverso vicende
secolari e secolari progressioni che si
riflettono nello stato generale del paese. Ogni variazione, ogni avanzamento è
legato allo stato economico della famiglia costruttrice ed ancora il prestigio,
interno ed esterno del casato, è visto
attraverso la lente concreta del possesso e della solidità della casa. Ancor
oggi i vari palazzi di Telve, e ce ne sono
diversi, sono lì a ricordarci un cognome autorevole, un titolo nobiliare, un
periodo di fortuna e di attività.
STUDIO ASSOCIATO
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arch. Leopoldo Fogarotto
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TELVE VALSUGANA
Telve Valsugana
Le piazze
PIAZZA VECCHIA
Già “Piazza Napoleone” è situata nel cuore del paese ed è sempre stata il punto
più vissuto dalla comunità, ospitando
numerosi servizi e attività commerciali.
È delimitata su tre lati da edifici tra i quali
“casa Avancini” a nord, casa Fedele-Spagolla a est e palazzo De Bellat a sud, che
da più di trent’anni ospita il municipio.
Ad ovest è costeggiata dall’alto muro di
cinta interrotto dall’antica portale che permette l’accesso al parco di palazzo Buffa.
Nella parte alta la piazza è caratterizzata
da una fontana ottagonale in granito.
PIAZZA MAGGIORE
Percorrendo piazza Maggiore vediamo
sulla destra il complesso di edifici settecenteschi che fu della famiglia Paterno,
ora Micheletti. Casa Micheletti, nonostante i vari rimaneggiamenti e adattamenti,
conserva sulla facciata che guarda la
piazza un pregevole portale lapideo, stilisticamente già neoclassico, con conci a
bugne alternate e capitelli tuscanici. La
chiave di volta a specchio trapezioidale
del portale reca in alto il monogramma di
Cristo e sotto la data 1796 seguita dalle
iniziali “G. B. P.” Giovanni Battista Paterno
e dai tre chiodi dell’ordine francescano.
Esso immette in un ampio androne a
volta ribassata dal quale si sale ai piani
superiori attraverso una scala in pietra
coperta da una volta a botte che diventa a
crociera con unghie cordonate nei pianerottoli. L’orto di Casa Micheletti, al quale si
accede attraverso un cancello affiancato
da monumentali pilastri bugnati, è recintato da un alto muro coronato da qualche
merlo ornamentale settecentesco.
Nell’angolo nord-ovest della piazza si
trova un complesso di costruzioni risalenti al XVII secolo che, senza soluzione
di continuità, si sviluppa lungo tutto il
vicolo Verone. Si tratta di alcune case
padronali, affiancate da antiche strutture produttive, oggi trasformate in case
di abitazione, un tempo adibite a filanda.
Tutto il complesso di edifici, fino a via
Lavandaie, nel 1859 apparteneva al possidente Carlo Stenico. È uno degli angoli
più suggestivi e caratteristici di Telve
con sottoportici e androni e una serie di
arcate oggi tamponate, posto al limitare
occidentale del paese con ampia vista
sul torrente Ceggio, come starebbe a
indicare il toponimo “il Verone”, trasformato dai residenti in “le Verone”.
Chiude la piazza il Palazzo Sartorelli, casa
natale di vari esponenti di questa famiglia
tra i quali Giuseppe Antonio, notaio e cancelliere a Castel Telvana fra gli anni 17541756, morto a Telve nel 1797; il pittore Carlo
Sartorelli (1751-1832); il botanico e farmacista Casimiro (1774-1852); lo studioso e
Telve Valsugana
farmacista Lino (1894-1971?), ecc. L’edificio,
ampliato e rimaneggiato nel Settecento,
conserva parte della originaria struttura
cinquecentesca come l’interessante monofora con conci a specchio e il portalino in
marmo con sopralume lunettato, entrambi
aperti sul lato che dà su via Fontane.
Sul lato opposto della piazza, quello vicino
alla chiesa, si affaccia l’elegante palazzo
della Fondazione Sartorelli, una costruzione settecentesca di impianto cinquecentesco, elevata per tre piani su una pianta
ad “L” che, nonostante la recente ristrutturazione. Ha mantenuto l’originario assetto architettonico e buona parte delle
membrature e rifiniture in pietra come
gli stipiti modanati di porte e finestre, le
coperture a volta dei locali al pianterreno
e il portale
ad arco con
semplice
smusso del
muro di cinta, riferibile
al XVI sec.
I palazzi
del centro storico
PALAZZO DE BELLAT
L’attuale sede del municipio, biblioteca
e ambulatori era nel secolo scorso la
casa padronale della famiglia De Bellat.
I fabbricanti formavano un unico complesso ad “U” e l’attuale piazzale Depero
costituiva l’orto. Il fronte nord dell’edificio comprendeva numerosi avvolti nei
seminterrati e gli appartamenti ai piani
superiori. Sul lato est stavano un porticato adibito a deposito agricolo e un
fienile, oltre ad una fontana in pietra; al
piano superiore un grande salone con
una stufa ad “olle” di pregiata fattura.
Queste due parti dell’edificio ospitano
oggi gli uffici comunali.
Il fabbricato a sera, unito al corpo centrale tramite una piccola stanza sopra
l’attuale portico, comprendeva le stalle al
piano terra, i fienili e l’abitazione dei dipendenti al primo piano, il granaio all’ultimo. Oggi qui troviamo la biblioteca, gli
ambulatori comunali e il “Museo degli usi
e costumi e delle tradizioni telvane”.
Telve Valsugana
IL PALAZZO BUFFA
L’attuale Palazzo dei baroni Buffa di
Castellalto che sorge nel cuore del
centro abitato di Telve, circondato da
un vasto parco recintato da un alto
muro, è il risultato di numerosi interventi succedutisi nel corso di oltre
cinque secoli. Il nucleo originale del
palazzo, risalente alla fine del XV secolo, ricavato probabilmente da una più
antica abitazione fortificata, costruita
in paese dai signori da Thelvo, è formata dal basamento sud del palazzo,
quello che dà in via Grazie.
Chiamato in passato anche Misericordienburg (primo ospedale del paese),
il palazzo è di proprietà della famiglia
Buffa alla quale nel 1674 l’imperatore
Leopoldo conferì il titolo di nobili e baroni di Montegiglio, Castellalto e Haiden.
Di pianta quadrangolare il palazzo ha su
via Grazie un bel portale bugnato con un
caratteristico portico interno in acciottolato. Qui sono murate alcune lastre
che richiamano la storia della famiglia.
Il portico è separato dall’ampio parco,
delimitato da alte mura, da un arco
settecentesco a lato del quale svettano
due maestosi tassi di oltre trecento anni
di età. Nel giardino ci sono verso nord
le antiche stalle e a est, verso la piazza
Vecchia, la “palazzina” con avvolti del Cinquecento un tempo casa della servitù. Il
palazzo verso sud è ornato da bifora e da
monofore con inferriate seicentesche.
Dal 2004 portico e parco sono aperti
al pubblico in occasione della sagra di
San Michele.
IL PALAZZO TRENTINAGLIA
Salendo per via Grazie, s’incontra sulla
destra un complesso di edifici contrassegnati da un vivace intonaco rosso sul
quale risaltano i bianchi stipiti marmorei di porte e finestre. Si tratta dell’antico
Palazzo Trentinaglia, dal 1985 trasformato in alloggi ITEA. Quello che fu il Palazzo
Trentinaglia, era un complesso di edifici
costituiti dalla casa padronale, posta a
sud, dalle stalle, i rustici e i locali per la
servitù, posti a est e a nord e tutti disposti ad U attorno a un cortile chiuso sul
lato a sera da un alto muro. A mezzogiorno del magnifico palazzo padronale,
innalzato per quattro piani su una pianta
ad “L”, si apre un ampio giardino terrazzato, chiuso anch’esso da un alto muro
di cinta. Al centro della facciata prospiciente il giardino, caratterizzata da regolarità e simmetria, si apre al piano da
una bifora rettangolare. Esso immette in
un profondo androne voltato a botte con
arco ribassato, appartenente al XVII secolo. L’accesso al palazzo lungo l’attuale
Telve Valsugana
via Grazie avviene attraverso dei portali
lapidei arcuati con voluta in chiave di volta e arco poggiante su piedritti impreziositi da un’elegante cordonatura. Il nucleo
del palazzo potrebbe risalire tra la fine
del XVI e l’inizio del XVII secolo. Nella sua
veste attuale rivela un ampliamento e un
rimaneggiamento ascrivibili stilisticamente alla prima metà del XVIII secolo.
VILLA D’ANNA
Si trova ad est dell’abitato ed è anch’essa
circondata da una vasta zona verde dove
spiccano due pioppi piramidali, un cedro
del Libano ed un maestoso cipresso. È di
proprietà degli eredi della famiglia d’Anna che, oriundi di Aosta, pare siano stati
a servizio dei signore de Telvo fin dal XIII
secolo. Dalla nobile famiglia furono scelti, dal 1727 al 1831, i capitani di Castel
Telvana. Il palazzo ha una forma molto
movimentata, con il tetto disposto su
vari livelli ed un grande terrazzo che si
affaccia a sud. In paese sono ancora da
ricordare nella parte alta dell’abitato la
casa cinquecentesca “del Capitano”, con
monofore, bifora, trifora e un portale
che immette in un vasto atrio.
Alimentari e Agricoltura
TELVE VALSUGANA
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Telve Valsugana
La chiesa di
“Santa Maria Assunta”
L’edificio, lungo 35 metri e largo 18,
presenta un’altezza della navata di
19 metri. In stile tardobarocco, è caratterizzato da un particolare gioco
di volumi e di movimento del tetto,
disposto su più livelli. Il campanile
cinquecentesco ospita sei campane
risalenti all’inizio del secolo scorso.
Sulla facciata a sud si trovano tre pietre tombali, una delle quali appartiene
a Margherita di Fuchsberg, prima moglie di Franceso il Castellano.
Costruita probabilmente nel XII secolo
la chiesa, più piccola dell’attuale, era
inizialmente dedicata a San Michele
Arcangelo. Due secoli dopo le venne affiancata un’altra piccola chiesa
(cappella di Santa Maria), utilizzata
da una cospicua colonia di tedeschi.
Nel 1474 ottenne un proprio battistero
e fu intitolata a Santa Maria Assunta.
Venne riedificata nel 1733 e nel 1741
- come attesta la scritta sull’arco del
presbiterio - assumendo la struttura
attuale. Nel 1840 un fulmine provocò
l’incendio di una parte della copertura
e nel corso della Grande Guerra, il 17
maggio 1917, una granata squarciò la
base del cupolone, rovinando l’altare
maggiore. Fino al 1862 era circondata dal cimitero, dove però già da oltre
trent’anni non si seppelliva più nessuno, essendo stato creato il nuovo cam-
di Rattin Cassiano
38050 Telve (TN)
Via Daman, 6
tel. 0461 766028
fax 0461 767907
[email protected]
posanto sul colle di Santa Giustina.
L’architettura interna è frutto del
progetto dei fratelli maestri muratori comaschi Antonio e Pietro Bianchi.
Presenta un’unica navata con quattro
cappelle laterali con gli altari del Sacro Cuore, del Crocefisso, della Madonna del Rosario e di Santa Teresa
Telve Valsugana
del Bambin Gesù; sul lato sinistro della pala di quest’ultimo è rappresentato il paese di Telve. I due altari ai lati
dell’arco santo sono dedicati a San
Giuseppe e alla Madonna Addolorata.
Gli altari e le altre opere marmoreee
sono di Antonio Giuseppe Sartori.
L’altare maggiore, in stile barocco, è
dedicato a Santa Maria Assunta, con
una pala del 1923 opera di Umberto
Martina. Davanti a questa spicca il
tabernacolo, circondato da sei maestose colonne marmoree con capitelli
corinzi.
Sull’arco un affresco del 1946 di Francesco Chiletto rappresenta la liberazione di San Pietro dal carcere e la
conversione di San Paolo.
Accanto all’altare di sinistra troviamo
una pietra tombale a parete, in marmo rosso, fatta costruire per sè da
Francesco IV, ultimo erede di Castellalto, che morì a Trento nel 1554; la
sua salma venne trasportata a Telve e
sepolta in chiesa, dietro al monumen-
to che si era appunto fatto costruire.
Nessuno però si preoccupò di completare con la data della sua morte
l’iscrizione in tedesco.
Il pulpito, sul lato sinistro della chiesa, è in legno dipinto in finta marmo
- come pure la balaustra che ospita
l’organo - ha struttura esagonale e
sulle pareti sono rappresentate le tavole della legge.
La chiesa di
“Santa Giustina”
La scoperta nel 1982 degli affreschi
- successivamente restaurati - risalenti all’inizio del Trecento ha consentito di datare al XIII secolo l’epoca di edificazione della chiesa, sorta
forse sul sito di un tempio dedicato
a qualche dio pagano. Inizialmente
aveva la porta a mezzodì e una piccola finestra a sera. La riedificazione
del 1664 portò ad un primo ampliamento, allo spostamento della porta sul lato a sera e al collocamento
della pala di
Santa Giustina, opera
del pittore
fiemmese
Antonio Zeni
(1665) e copia di quel-
Telve Valsugana
la, che si trova nella chiesa di Santa
Giustina a Padova, dipinta da Paolo
Veronese. Dal 1780 lo spazio circostante ospita il cimitero, ampliato la
prima volta nel 1796, come ricorda
la scritta sullo zoccolo di pietra che
sorregge la colonna con la croce di
Nel cuore del LAGORAI,
da sempre punto di ristoro di
viandanti, cacciatori, boscaioli, malghesi,
e semplici uomini di MONTAGNA.
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ferro, posta
nel piazzale sul lato
sud della
chiesa. Nel
1982, in occasione dei
lavori
di
ristrutturazione della
cappella,
vennero
scoperti sulle pareti a nord e a sud
affreschi tardo-gotici e post-giotteschi e iscrizioni in italiano, tedesco e
latino. Gli affreschi risultano rovinati dalle martellature eseguite forse
nel XVII secolo per farvi aderire un
nuovo intonaco.
Sulla parete a nord sono raffigurati
sedici santi e sante, con ampi mantelli; in mano hanno le corone dorate,
libri, bastoncini e palme.
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Telve Valsugana
La chiesa di San
Giovanni Nepomuceno
La piccola chiesa fu eretta nella seconda metà del Settecento; le cronache
attestano infatti che “il giorno 1 giugno
1767 il vescovo di Feltre, Andrea Minucci, compì la visita pastorale alle diverse
chiese della Pieve e in più a quella nuova cappella intitolata a San Giovanni Nepomuceno, di proprietà di casa D’Anna
de Celò, costruita qualche anno prima”.
Sorge sulla suggestiva piazzetta di San Giovanni nella parte alta del paese, a ridosso
delle abitazioni, anche se un basso muro
di cinta le riserva uno spazio tutto suo.
L’ingresso principale, rivolto a sud, è sormontato dalla statua del santo e da un
piccolo rosone a forma di quadrifoglio.
La pala dell’altare rappresenta San Giovanni Nepomuceno, un sacerdote vissuto a Praga nel Trecento presso la corte
di Venceslao IV e ucciso per ordine del
re in modo crudele: gli fu tagliata la lin-
gua, venne rinchiuso in un sacco e gettato nel fiume Moldava dal ponte San Carlo. Secondo la tradizione quando il sacco
toccò l’acqua apparvero cinque stelle o
fiammelle che, insieme alla palma e al
crocefisso, sono il simbolo del santo.
Fino agli anni Settanta sulla piazzetta, a
sinistra dell’entrata della chiesa, esisteva
una bella fontana in pietra. Ancora oggi è
ben visibile il basamento della vasca.
L’ultimo restauro della cappella è del 2000.
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Società Cooperativa
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FILIALI:
Castelnuovo • Carzano • Tezze Vals.
Grigno • Telve di Sopra • Olle
Telve Valsugana
L’economia
Da sempre comune ad elevata vocazione agricola, Telve riserva ancor oggi una
notevole parte del proprio territorio al
settore primario.
Il conoide - formato dal torrente Ceggio a
valle dell’abitato - ma anche numerosi altri appezzamenti a nord e ad est del paese
sono occupati da coltivazioni pregiate che
producono mele, uve per spumante o vino
da tavola e i piccoli frutti (fragole, lamponi
e mirtilli), diventati negli ultimi anni tra i
più apprezzati prodotti della zona.
La fascia a monte di Telve, fino alla quo-
ta di circa 1000 metri, è occupata dal
castagno, pianta che caratterizza tutto
il versante sinistro della Valsugana, da
Roncegno fino a Spera. I marroni, di
ottima qualità, sono molto ricercati e
vengono consumati dai proprietari o
venduti direttamente in zona.
Alle quote più alte della val Calamento
sono ancora attive numerose malghe,
elementi tipici dell’economia agricola
della zona, per lo più di proprietà del
comune di Telve: a Valtrighetta, Casabolenga, Cagnon di Sotto e di Sopra,
Val Solero di Sotto e di Sopra, Ziolera e
Valpiana vengono ogni anno monticate
decine di capi bovini ed il formaggio, il
burro e la ricotta qui prodotti sono da
tutti considerati di grande bontà.
Ricordiamo inoltre altri prodotti, sicuramente più di nicchia ma sempre di
grande qualità, come il miele che molti
producono per autoconsumo ma che è
possibile anche trovare in vendita assieme ad altri preziosi derivati dell’apicoltu-
ra (pappa reale, propoli, polline, cera).
Saporitissimi e molto rinomati sono anche
i salumi della locale cooperativa agricola.
Non possiamo dimenticare infine il bosco, un elemento naturale di notevole
importanza sia per l’economia del comune di Telve che per la salvaguardia e la
bellezza del suo territorio.
Pecoraro
Elisabetta
TABACCHI
GIORNALI
CARTOLERIA
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Telve Valsugana
L’agricoltura
L’Agricoltura nell’intera Valsugana orientale ha rivestito sempre un ruolo importante; le pendici esposte a sud hanno favorito la coltivazione della vite, del melo,
del frumento, del tabacco e del gelso per
i bachi da seta. Il castagno ha rappresentato un’importante fonte di reddito per
le famiglie e ancora oggi questa coltura
risulta essere interessante sia dal punto
di vista qualitativo che quantitativo.
L’allevamento dei bovini e la pastorizia
sono sempre state fondamentali per
i prodotti lattiero-caseari: per questo
erano destinati a prato-pascolo molti terreni fino alle quote più alte con
campivoli (piccoli pascoli) e malghe
per l’alpeggio estivo del bestiame.
Ancor oggi le attività legate all’allevamento e all’agricoltura, anche se notevolmente trasformate e meno praticate,
rappresentano un importante presidio
di salvaguardia del nostro territorio.
In viticoltura si è passati dalle vecchie
varietà come la Pavana e il Grinto alla
coltivazione razionale di vitigni di uva
bianca come il Müller Thurgau o lo
Chardonnay: in particolare quest’ultimo viene utilizzato quasi esclusivamente per la produzione di “uve base
spumante”, cioè destinate alla produzione di vino dalle mille bollicine.
La frutticoltura si è sviluppata recentemente con varietà meno vigorose ma più
produttive che hanno sostituito le grandi piante di melo, denominate “franchi”.
Le notevoli escursioni termiche tra notte e giorno favoriscono la colorazione
delle mele ed i terreni fertili permettono di ottenere produzioni saporite.
Recentemente si è diffusa la coltivazione dei “piccoli frutti” come fragole,
mirtilli, ribes, lamponi e more: specie
che crescono bene su terreni acidi e
possono essere coltivati anche su limitate superfici.
Nei terreni di fondovalle trova posto il
granoturco destinato all’alimentazione
animale; inoltre è stata reintrodotta da
poco, grazie ad uno specifico programma europeo, una vecchia varietà di mais,
detta Spin, nome derivante dalla particolare conformazione del chicco, che
permette la produzione di una farina da
polenta particolarmente saporita.
Via G. Fedele, 2 - Tel. 0461 766159
38050 Telve Valsugana (TN)
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Telve Valsugana
La storia
I romani, comprendendo l’importanza
della Valsugana che metteva in comunicazione Aquileia con la Rezia, intrapresero la costruzione di una importante via
ricalcata sul tracciato di una precedente
pista preistorica, che da Altinio risaliva
a Feltre per poi penetrare in Valsugana
attraverso il Tesino e congiungersi a
Trento con la Claudia Augusta padana.
Questa via, denominata Claudia Augusta
Altinate, nel suo tratto valsuganotto probabilmente saliva da castel Nerva di Scurelle verso Telve per ridiscendere verso
l’antico castrum Ausugum (castel Telvana) dopo aver superato Castel S. Pietro.
In seguito alla caduta dell’Impero la valle
fu sicuramente attraversata da orde di
barbari finchè nel VI secolo vi giunsero i
Longobardi che aggregarono la Valsugana al Ducato di Trento. Successivamente
vi si stanziarono i Franchi.
La prima fonte certa che attesta la presenza di un insediamento stabile a Telve
risale ad un
documento
redatto
12
maggio del
1160 ove viene
menzionato
tal Wala dominus de Telvo,
capostipite
della famiglia.
Sul finire del
XIII secolo Telve era un centro vitale
dotati di chiesa e di castello e nel 1296
possedeva una Carta di Regola. È anche
di questo periodo o poco oltre, l’inizio
detta costruzione della chiesetta di Santa Giustina, eretta sull’omonimo colle ad
est del paese.
Dopo un periodo di relativa pace la valle
venne stravolta dalla guerra tra la Casa
d’Austria e la Repubblica di Venezia. Ne
subirono penosamente le conseguenze
gli abitanti di Telve che nel 1487 assistettero impotenti all’arrivo delle truppe veneziane che, dopo aver tentato
inutilmente di espugnare il castello di
Castellalto, si riversarono nel villaggio
depredando e incendiando le abitazioni.
Il susseguirsi di scontri, devastazioni,
stragi e soprattutto la tirannia dei castellani nei confronti della popolazione
locale, avevano portato quest’ultima ai
limiti e il dissenso si trasformò in rivolta. La Guerra Rustica fece molte vittime
anche in Valsugana.
Dal XVI al XVIII secolo la comunità di Telve è caratterizzata da una vivace attività
economico-sociale con la presenza di
numerosi artigiani e mercanti, di fucine e mulini, e molteplici manifestazioni
collettive sia religiose che profane con
lo sviluppo urbanistico-architettonico
ed il moltiplicarsi accanto a dimore tipicamente rurali, di residenze signorili
dislocate soprattutto attorno alla piazza
principale: Casa Sartorelli, con elementi
del primo Cinquecento l’edificio cinqueseicentesco alle Veronè e il palazzo Buffa.
Distintiva delle residenze signorili era la
costruzione di cappelle private come la
Telve Valsugana
Chiesetta barocca di S. Giovanni Nepomuceno. In cima al portale campeggia
la statua del santo, opera dello scultore
Antonio Giuseppe Sartori. L’importanza
storica del paese in questo periodo è indicata dalla presenza dell’Ospedale o “Cà
di Dio”, attivo sicuramente già dal 1530.
Il periodo di prosperità e di pace fu
interrotto dalla penetrazione irruenta
dell’esercito francese in Valsugana del
1796, guidato dal generale Bonaparte
che occupò la valle nel tentativo di conquistare Trento.
Nel 1810, dopo cinque anni sotto la dominazione bavarese, la Valsugana venne
annessa al Regno d’Italia e incorporata
al dipartimento dell’Alto Adige. La giurisdizione di Castellalto fu quindi completamente abolita e sottoposta alla giudicatura di pace di Borgo. Con il ritorno
della Casa d’Austria il giudizio patrimoniale di Castellalto venne ripristinato,
finchè i baroni Buffa, nel 1825, rinunciarono alla giurisdizione e nel 1830 venne
istituito il giudizio distrettuale di Borgo.
Durante la guerra d’indipendenza, Telve
fu di nuovo teatro di duri combattimenti.
Nel 1866 ebbero luogo sul colle di San
Pietro gli scontri tra le truppe austriache
e quelle italiane guidate dal generale Medici, che da Bassano era salito lungo la
Valsugana per tentare di ricongiungersi
a Trento con Garibaldi.
Pochi anni prima un’altra grave sciagura
si era abbattuta sul villaggio: un furioso
incendio aveva infatti devastato la parte
sud orientale dell’abitato investendo 13
case abitate da 20 famiglie di contadini
per un totale di circa 130 persone.
Ma l’evento epocale, che portò prima
alla totale evacuazione e poi alla distruzione del paese, fu il primo conflitto
mondiale. I numerosi resti di trincee e di
baraccamenti militari ancora visibili sulle montagne di Telve e le toponomastica
locale testimoniano gli avvenimenti che
interessarono la zona nei tragici mesi
tra il 1915 e il 1917. Telve e la Valsugana
rimasero infatti a lungo sulla linea del
fronte. Già nel 1914 il paese era stato
privato di buona parte della popolazione
maschile con il graduale richiamo di numerose classi di leva sempre più giovani,
mandate a morire sui campi di battaglia
del fronte austro-russo.
Dopo la dichiarazione di guerra all’impero austroungarico il 23 maggio 1915,
le truppe italiane (alcuni battaglioni
alpini e di guardie di finanza e due brigate di fanteria) avanzarono molto lentamente lungo il corso del Brenta nonostante la totale assenza di opposizione
da parte avversaria.
Le scarse forze austriache avevano infatti scelto la tattica di temporeggiare
mentre si ritiravano su una linea arretrata che dalla conca dei laghi di Levico
e Caldonazzo correva lungo il crinale
principale della catena del Lagorai, dalla
Panarotta fino a passo Rolle. Nel territorio di Telve le postazioni austriache passavano lungo le creste dal monte Croce
l passo del Manghen e da qui verso Ziolera e cima Valpiana ed oltre, verso il
gruppo del Montalon. Le pattuglie mobili
Telve Valsugana
di Standschùtzen e gendarmeria avevano il compito di sorvegliare i movimenti
del nemico, simulando se possibile la
presenza di forze consistenti nell’area.
Le pattuglie italiane erano già entrate a
Telve nel giugno 1915, ma solo il 24 agosto il paese venne stabilmente occupato:
fino ad allora austroungarici ed italiani
si avvicendavano notte e giorno per le vie
dell’abitato ponendo non pochi problemi
all’imbarazzata popolazione, costretta
ad inneggiare alternativamente all’imperatore ed a Vittorio Emanuele III. I civili, come in molti altri centri della bassa
Valsugana, non erano infatti stati forzatamente evacuati dalle autorità e la mag-
gior parte di loro aveva scelto di rimanere, nella convinzione di poter meglio
tutelare i propri poveri averi in un conflitto che si riteneva di breve durata. La
presenza di forze italiane espose tuttavia
il paese ad occasionali bombardamenti
da parte delle artiglierie sulla Panarotta
e non mancarono le vittime innocenti.
Il patrimonio bovino, suino ed ovino,
già depauperato dalle truppe austroungariche scese in più riprese
a requisire dai monti retrostanti, disparve gradualmente con le successive requisizioni e le consegne forzate
ai reparti della sussistenza italiana
impegnati nel difficile compito di garantire il sostentamento alle truppe
operanti. In quei mesi il genio militare
italiano realizzò un’importante opera
stradale: la carrozzabile che, partendo dalla rotabile di Calamento, arrivava sotto forma di ampia mulattiera
nei pressi della vetta del monte Salubio ove erano appostate artiglierie di
medio e piccolo calibro.
L’ultimo sussulto della guerra fu nella
notte del 18 settembre 1917 quando,
con l’appoggio di alcuni ufficiali e sottoufficiali traditori, le regie truppe tentarono di aprire un varco nella prima
linea austriaca presso Carzano.
Una colonna di arditi della brigata
Trapani raggiunse effettivamente le
Acconciature
di Alice Marastoni
Orario
Lunedì 13.00 - 20.00
- 19.00
Martedì 8.00 - 12.00 / 14.00
Mercoledì 13.00 - 20.00
- 19.00
14.00
/
12.00
8.00
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Giove
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P.zza S. Giovanni, 2 • Telve Valsugana (TN)
tel. 0461 1723835 • 349 3806609
Telve Valsugana
prime case di Telve, ma l’auspicato
sfondamento fallì nella confusione,
causa l’inadeguatezza e la sfiducia di
chi aveva responsabilità di comando.
Le modeste forze austriache riuscirono a circoscrivere ed eliminare l’infiltrazione, infliggendo al nemico gravissime perdite. La disfatta di Caporetto,
nell’autunno 1917, costrinse gli italiani ad abbandonare anche la Valsugana nel novembre dello stesso anno.
Il fronte si spostò nel Canale di Brenta
e sul monte Grappa, mentre Telve divenne piena retrovia, luogo di riposo
e ristoro per gli esausti reparti asburgici. Torme di militari dispersi vagavano tra le case sventrate in cerca di
qualunque cosa potesse loro tornare
utile completando cosi la distruzione
e il saccheggio.
Il 3 novembre 1918, dopo il crollo dello schieramento austriaco sul monte
Grappa, gli italiani occuparono di nuovo il paese, ma i profughi rientrarono
in paese solo in dicembre e poi durante l’anno successivo.
Chi rientrò trovò un mare di rovine:
delle 255 case che costituivano il paese
nel 1914 solo 5 potevano considerarsi
abitabili all’inizio del 1919. Il lavoro di
ricostruzione dell’abitato fu impegnativo e venne completato in pochi anni
mentre la popolazione si adattava provvisoriamente a sopravvivere in malsane baracche prefabbricate, erette in
tutta fretta dal genio militare italiano.
Dopo l’annessione all’Italia, nel 1928,
con il Regio decreto n. 839 del 29 marzo,
Telve (come pure Carzano, Castelnuo-
38050 Telve Valsugana (TN)
via Salubio, 1
0461 766090
vo, Ronchi, Telve di Sopra e Torcegno)
venne aggregato al comune di Borgo
finchè nel 1946, con il decreto Legislativo n. 535 del 11 novembre, furono
ripristinate le vecchie amministrazioni
comunali già soppresse dal fascismo e
Telve riacquistò la sua autonomia.
Telve Valsugana
Castellalto
I de Telvo sono un’illustre famiglia i cui
componenti, benchè ministeriali del
vescovo-conte di Feltre, intrattengono
rapporti diplomatici con la sfera politica
trentina. Il prestigio e l’autorità dei signori de Telvo sono dimostrati anche dai numerosi possedimenti che essi vantano in
Tesino, a Civezzano, a Fornace, a Pinè e a
Vigolo Vattaro. Col passare degli anni la
famiglia de Telvo si moltiplica e si divide
in tre rami feudali, ognuno dei quali occupa un proprio castello: Arnana, S. Pietro
e Castellalto. Ciascun castello possiede
il diritto di giurisdizione civile sulla villa
di Telve alternativamente per un anno. La
linea di castel Arnana si estingue verso
il 1310, mentre quella di castel S. Pietro
una ventina d’anni dopo.
La dinastia dei de telvo
facente capo a Castellalto
continua; i suoi componenti si stabiliscono nel
castello di Castellalto e
cambiano il loro nome originario con
quello dei domini de Castro Alto.
Diventato nel 1671 di proprietà dei Baroni
Buffa il castello fu abitato di certo, almeno
parzialmente, fino alla metà del 1700 per
essere poi abbandonato a causa della posizione isolata e difficilmente raggiungibile. Fino al 1793, come dimostra una tela
opera di Carlo Sartorelli, era ancora completamente integro, ma poi subì l’asportazione del tetto e ripetuti “saccheggi” che
ne hanno decretato la progressiva riduzione allo stato attuale, aggravata da danni subiti nel corso della Grande Guerra.
Rimangono comunque ancora visibili dei
resti imponenti con una pianta a forma di
grande quadrilatero su una superficie totale di circa 1.700 mq e alte mura perimetrali
in granito rinforzate da barbacani angolari.
I ruderi del castello si ergono a nord
dell’abitato, sulle pendici del monte
Salubio, in una radura circondata da
abeti e castagni sul dosso delimitato
da due profonde vallette laterali, la valle di Nana e la Val San Nicolò.
38100 Ravina (Trento) • Via Stella, 11/b z.i.
Tel. 0461 913545 • Fax 0461 913186
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Telve Valsugana
Telve e la sua montagna
L’area montana del comune di Telve
comprende l’altopiano di Musiera e
la val Calamento. Musiera è adagiata
tra i 1300 e i 1500 metri sulle pendici
sud-orientali del monte Salubio (1886
m). La sua posizione prossima alla
Valsugana e la sua favorevole esposizione conferiscono alla zona un clima relativamente mite e meno continentale. I suoi estesi e ondulati prati
sono stati utilizzati per secoli per il
pascolo e per produrre foraggio.
Nei prati di Musiera sorgono molte caratteristiche baite costruite in
pietra e legno e alcune vecchie ville
padronali. Sono inoltre presenti due
strutture turistico ricettive (albergo
La Ruscoletta e ristorante al Laghetto). Calamento è una lunga valle di
origine glaciale che si sviluppa, disegnando un ampio arco, da sud-est
a ovest. È percorsa dallo splendido
torrente Maso di Calamento, sempre
ricco d’acqua in ogni stagione I fianchi della valle sono ammantati da foreste di conifere (abete rosso, abete
bianco, larice e pino cembro) mentre
il fondovalle è caratterizzato dalla
presenza di prati e di vecchie costruzioni tradizionali. Attraverso la Val
Calamento si sviluppa la strada del
passo Manghen che collega la Valsugana con la val di Fiemme. Lungo il
suo percorso sono presenti alcune
strutture turistico-ricettive (ristorante Baessa, rifugio Malga Valtrighetta
e rifugio passo Manghen).
Musiera
Imboccata a nord del paese la strada che
conduce al passo Manghen, dopo aver
superato i masi, il bar Casina e le località Acqua Calda e Castrozza, a circa 6 km
da Telve - in corrispondenza della località
Molèti - si lascia la provinciale per pren-
Albergo - Ristorante tipico
Loc. Musiera
Telve Valsugana (TN)
tel. e fax 0461 766474
Telve Valsugana
dere a sinistra la strada comunale che,
dopo cinque km e dodici tornanti immersi nel bosco di abeti, conduce a Musiera.
A 1.300 m di quota si arriva ai Prai de
soto di Musiera; qui il bosco si apre, lasciando il posto a prati, pascoli e baite
un tempo utilizzate quasi esclusivamente per monticare il bestiame e a servizio delle attività agro-forestali, oggi per
lo più recuperate alla funzione di alloggio estivo di residenti e non. L’albergo
ristorante “Ruscoletta” offre la possibilità di una sosta. Proseguendo lungo la
strada principale, immersi nuovamente
nel bosco, dopo circa un chilometro si
arriva ai Prai de sòra: anche qui boschi
e spazi aperti si alternano.
Da Musiera svariate sono le possibilità di
escursioni: dalla breve passeggiata alle
più impegnative traversate, toccando
magari località che nel corso della Prima Guerra Mondiale sono state teatro di
significativi eventi bellici, come forcella
Lavoschio, monte Salubio o monte Ciste.
Calamento
Se anzichè deviare per Musiera proseguiamo lungo la strada provinciale del
passo Manghen costeggiando il corso
del torrente Maso, a 10 km da Telve dopo
aver lasciato sulla destra la località di
Pontarso arriviamo in Calamento, a 1.200
metri di quota. Anche qui le casère di un
tempo hanno lasciato il posto a case utilizzate per le vacanze. La località è adagiata sulla sinistra del torrente Maso,
uno dei corsi d’acqua montani più belli e
naturali del Trentino, ed è circondata da
boschi di conifere ricchi di funghi. Subito
dopo una strada forestale conduce alle
malghe Cere e Valpiana, in una zona di
estrema bellezza e fascino. Da qui, come
pure dall’abitato, da Pupille e da numerosi altri punti della valle, partono svariati
sentieri per escursioni all’interno di un
ambiente pressochè incontaminato e ricco anche in questo caso di testimonianze del passato. La particolare rilevanza
ambientale della zona è testimoniata
dalla presenza di Valtrigona, l’unica oasi
WWF che si trovi in zona alpina, la più
alta d’Europa. Da Valtrighetta la strada
provinciale prosegue toccando malga
Valsolero, per giungere - 7 km più avanti
e 600 m più in alto - al passo Manghen
e alla “Manghen Hütte”. Da qui la strada
scende in Val di Fiemme e tanti sentieri
portano su tutte le cime di questa magnifica zona del Lagorai.
21 km e 1.500 m di dislivello da Telve al
passo Manghen, una bella soddisfazione
anche per i ciclisti che arrivano in vetta!
Telve Valsugana
Le antiche
strade montane
Si parte dalla frazione Parise, situata
tra Telve e Torcegno, salendo dolcemente verso ovest lungo una vecchia
strada selciata delimitata da muretti
a secco, in un paesaggio rurale dal
sapore antico. Nei prati circostanti
vegetano castagni secolari, fra cui
l’esemplare più grande della provincia di Trento. Giunti ai margini della
frazione Campestrini si inverte la direzione prendendo la strada coincidente
con il sentiero CAI-SAT n. 381 (Sentiero della Pace) che porta in direzione
nord-est a Musiera.
L’antico percorso, in parte ancora selciato, sale per lunghi tratti infossato nel
terreno attraversando gli ultimi prati
coltivati per poi entrare e tagliare in un
ripido bosco di conifere e latifoglie.
Poco prima di giungere sull’Altopia-
no di Musiera, lungo la mulattiera,
s’incontrano prima una lapide datata 1836 e poco dopo, sulla destra, un
grosso masso di granito che porta
incisi una croce (delimitante un confine) e una data: 1788.
Abbiamo ormai raggiunto quasi i 1400
metri di quota: qui confluisce sulla
destra l’antica strada di Resténa, che
percorreremo in discesa. Ancora pochi
passi e salendo lungo la strada forestale di sinistra (CAI-SAT n. 381) si giunge
finalmente a Musiera di sopra presso il
ristorante “Al Laghetto”, dove possiamo
ammirare i dolci rilievi prativi, le baite e
le vecchie ville padronali di Musiera.
La discesa avviene come detto per la
strada di Resténa, l’antica e più importante via per raggiungere Musiera direttamente da Telve. Da questa strada
in tempi passati veniva fatto scendere
il fieno raccolto sui prati dell’altopiano
fino alle stalle del paese. La strada, profondamente infossata, conserva ancora,
soprattutto nella parte alta, tratti dell’antico e rustico selciato in granito. Il bosco
a queste quote è ancora ricco di faggi:
un tempo tutto il versante era coperto di
latifoglie mentre ora prevalgono le conifere messe a dimora dall’uomo in tempi
più recenti. Il percorso è arricchito da
diversi capitelli, uno dei quali sorge nei
pressi di un masso granitico inclinato
che presenta una rientranza utilizzata
dai passanti per sedersi comodamente:
il luogo viene chiamato popolarmente
Pria dei Magiòi.
La vecchia strada di Resténa è interrotta da una strada forestale che si
segue per scendere fino a quota 780
metri circa, dove sulla destra si prende il sentiero storico di Castellalto, le
cui rovine s’intravedono nel bosco. Il
sentiero aggira l’antica costruzione
e scende verso la frazione Parise da
dove siamo partiti. Ovviamente il circuito si può percorrere anche in senso inverso.
Telve Valsugana
Le malghe
Il gruppo montuoso del Lagorai è una delle zone del Trentino in cui l’ambiente naturale è ancora in gran parte integro; la
presenza dell’uomo ha dato forma a una
sorta di “simbiosi” tra le attività umane e
la natura che trova espressione nelle numerose malghe che punteggiano in modo
particolare il versante valsuganotto del
Lagorai, a monte dei paesi dell’Ecomuseo.
Situate generalmente oltre i 1400 metri di quota, le malghe sono costituite
da un pascolo più o meno ampio e da
alcuni edifici, perfettamente funzionali
alle pratiche dell’alpeggio estivo.
Il loro pregio è legato alla quantità e
alla qualità dell’erba prodotta dall’alpe,
accompagnate ad un adeguato carico
di bestiame, il quale da tradizione rimane in montagna da giugno a settembre, per un totale di circa 100 giorni.
La malga è da sempre montagna, pascolo, cultura, prodotti di qualità, tramandati molto spesso di padre in figlio.
Alcune fonti comprovano che già in epoca medievale (XIV secolo) sulle montagne
del Lagorai esistevano delle casàre per la
lavorazione dei prodotti; gli animali trovavano riparo sotto sporgenze rocciose o
sotto le fronde di qualche grande albero
chiamato maresana. Furono le leggi igieniste del XIX secolo ad introdurre i grandi
stalloni, detti barchi, sia per proteggere il
bestiame dalle intemperie, sia per favorire una corrette concimazione del pascolo. Solo negli ultimi cinquant’anni anche
il malghese ha una residenza “dignitosa“,
mentre prima doveva arrangiarsi alla meglio, nella casàra o nel barco (stallone).
Il formaggio e soprattutto il burro sono
prodotti d’eccellenza delle malghe del
Lagorai: entrambi hanno un colore giallognolo dovuto all’elevato contenuto di
caroteni, presenti in quantità particolarmente elevata nei pascoli di alta quota.
I caratteristici profumi e sapori sono determinati dalla composizione botanica
dei pascoli e della flora microbica locale.
di Pecoraro Lidio & Ferrai Enrico
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Telve Valsugana
Cose da vedere
nei dintorni di Telve
Le campagne attorno a Telve conservano ancora in parte il fascino
del tempo in cui agricoltura e allevamento erano alla base dell’economia
di queste zone. Vecchi masi, terrazze
sostenute da muri a secco in granito,
castagni secolari e stradine selciate
e infossate nella campagna segnano
ancora qua e là il paesaggio, a ricordo
delle fatiche di chi ha modellato e lavorato queste terre del passato.
I CAPITELLI
I capitelli, simbolo della tradizione religiosa della gente locale, esprimono
la devozione e la venerazione a santi
quali modelli di carità, speranza e virtù, come la Vergine Maria, San Giuseppe, Sant’Antonio. Sono
realizzati in muratura
o legno per opera
spontanea di persone e rappresentano
l’immagine del culto
e l’onore alla memoria “per raccontare la
fede” nel segno della
preghiera dei fedeli e
per invocare la protezione sull’esperienza
umana del quotidiano.
LE ROSE
RISTORANTE
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Valsugana e Tesino
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Il ristorante è aperto
tutti i giorni a pranzo
e a cena.
Il giorno di chiusura è lunedì
(esclusi i lunedì festivi e prefestivi).
Propone menu per ogni occasione:
pranzo di lavoro, matrimoni,
ricorrenze, feste di laurea.
Telve Valsugana
Museo degli usi e delle
tradizioni Telvate
Preziosa raccolta di oggetti facenti parte della realtà contadina e rurale del
paese che racconta attraverso i suoi
spazi espositivi come e di cosa viveva la
gente telvata fino a non molto tempo fa.
Il museo, situato presso l’edificio che
ospita la Biblioteca Comunale, si divide
in due sezioni: a pianterreno troviamo
la ricostruzione di una cantina e di una
stalla; si tratta dei medesimi ambienti
di un tempo, nei quali sono stati riportati oggetti e materiali
che vi si trovavano
fino a quando l’edificio ospitava una
tipica casa contadina. A fianco dei due
locali troviamo inoltre la ricostruzione
di un’officina per la
lavorazione dei
metalli e del legno , a ricordo
di come le lavorazioni di questi
materiali siano
state attività caratteristiche del paese,
che restano importanti anche oggi.
La seconda sezione del Museo è situata al terzo piano: qui si trova una zona
centrale con una ricca esposizione di
utensili di vita quotidiana, una piccola
sezione dedicata alle scuole elementari del paese. Troviamo inoltre delle
ricostruzioni di ambiente: la cucina
e la camera da letto che illustrano al
visitatore la semplicità e la quotidiani-
tà della vita domestica. È
stato ricostruito infine l’interno di un tipico ambiente
di malga, in cui avveniva la
lavorazione del latte per
ricavarne prodotti caseari.
Una caratteristica che
contraddistingue questo
piccolo museo sta nel fatto che tutti gli oggetti presenti, dai più
preziosi ai più umili, siano stati donati
dalla gente telvata all’associazione che
lo cura, a testimonianza dell’importanza di esso come memoria visiva di
una realtà contadina non più corrente
e della volontà di tenere vivo il ricordo
di costumi di vita passati fortemente
identitari e non ancora dimenticati.
APERTURA: ogni primo sabato del
mese 9.00 - 12.00
Per visite guidate a gruppi o scolaresche contattare il num. 0461766326
Telve Valsugana
La Sagra di S. Michele
‘Ncontramarzo
Nella domenica più vicina al giorno dedicato al santo si tiene a Telve da alcuni anni
la sagra dedicata a San Michele, antico patrono della chiesa arcipretale, raffigurato
anche negli affreschi tardo gotici della chiesetta di santa Giustina, con la lancia (simbolo della difesa contro il male) e la bilancia (per “pesare” le anime dopo la morte).
La sagra ricorda anche il tempo in cui
(dal 1200 al 1800) nel giorno di San
Michele i sudditi dovevano salire al
castello per portare le decime - parte
del raccolto e animali da cortile - ai signori della Giurisdizione di Castellalto.
Coordinate dall’Oratorio don Bosco, fin
dal 2004, tutte le associazioni di volontariato di Telve animano il centro storico
- portici e angoli caratteristici - con allestimenti culturali legati alla storia del paese, con musica e degustazione di piatti e
prodotti tipici. La sagra è anche l’occasione per l’apertura al pubblico dello storico
parco del portico di palazzo Buffa.
È la rappresentazione storico-folcloristica
che le associazioni di Telve, sotto la regia
della Pro Loco, portano in scena ogni due
anni, a partire dal 1987, nella prima domenica di marzo. La sfilata parte in cima al
paese con personaggi in costume che vanno dai signori di Castellalto, alle lavandaie
con il “bigòlo” in spalla, dai bambini con i
campanacci (che tra l’altro ogni anno gli
ultimi giorni di febbraio girano per il paese
a “risvegliare” la primavera) al bèo addobbato e inghirlandato, ai gruppi folcloristici
e alla banda, per concludersi con la rappresentazione nella piazza maggiore. Qui
viene data voce alla “singolar tenzone” tra
il moroso e la morosa, tra gli amici di lui e
le amiche di lei, tra i canti delle lavandare e
i passi ritmati della paris, danza locale da
ballare rigorosamente con vesti lunghe e
le zocolète ai piedi per lei e pantaloni alla
zuava e zòcoli per lui, fino alla dichiarazione finale tra i due innamorati.
Telve Valsugana
L’Ecomuseo
del Lagorai
CHI SIAMO
L’“Ecomuseo del Lagorai - nell’antica giurisdizione di Castellalto” copre i territori dei
comuni di Carzano, Telve, Telve di Sopra e
Torcegno situati nella Bassa Valsugana sulla sinistra idrografica del fiume Brenta, tra
il conoide del torrente Ceggio e la sponda
destra del torrente Maso per poi estendersi sino a duemila metri di quota delle montagne meridionali della catena del Lagorai.
L’idea di riunire i territori dei quattro comuni per dare vita all’Ecomuseo deriva
dalla volontà di aiutare lo sviluppo sostenibile del territorio superando i confini
amministrativi e valorizzando gli aspetti
ambientali, storici, culturali e antropici
dell’area. Gli stessi quattro paesi hanno
infatti un passato in comune, essendosi
trovati riuniti già in epoca medioevale
sotto la giurisdizione dei signori di Castellalto, da cui il sottotitolo dato all’Eco-
museo. Le tradizioni comuni scaturiscono dal rapporto molto stretto che le quattro comunità hanno sempre avuto con le
montagne del Lagorai, i suoi pascoli e i
suoi boschi hanno da sempre costituito
la base per l’economia e la vita delle persone che abitano questo territorio.
I TEMI
La storia della giurisdizione di Castellalto
Castelli e Leggende
La Grande Guerra – Il fatto di Carzano
I segni del sacro
L’acqua
Le malghe del Lagorai
I castagneti
Il bosco e le aree naturalistiche protette
COSA FACCIAMO
Ricerca
Attività di recupero e divulgazione su tematiche storiche, ambientali, economiche,
antropologiche legate all’ambiente e alla
gente della giurisdizione di Castellalto.
Didattica
Rivolta alle scuole primarie, si propongo-
no laboratori tematici: il bosco e il legno,
la magia del formaggio, Castellalto e la
sua giurisdizione, le antiche culture di
una volta. Ci si rivolge alle scuole anche
in maniera indiretta attraverso la sponsorizzazione di attività che pongono l’attenzione alla valorizzazione e alla conoscenza
del territorio (laboratori teatrali, giornate
ecologiche, visite guidate a mostre).
Formazione
Si promuovono corsi rivolti alla popolazione del posto su tematiche sviluppate dall’Ecomuseo.
Accompagnamenti guidati
Legati alle tematiche ecomuseali gli
accompagnamenti che promuoviamo
hanno carattere escursionistico, didattico, sportivo e coprono l’intero territorio dell’antica giurisdizione di Castellalto, i sentieri e le strutture recuperate e
gestite dall’ecomuseo.
Eventi o manifestazioni
Si organizzano eventi e manifestazioni con
lo scopo di valorizzare il territorio, la gente
Telve Valsugana
che lo abita e di promuovere la collaborazione tra le varie associazioni dei quattro
comuni. L’Ecomuseo organizza anche corsi di antichi mestieri per salvaguardare le
arti che ci hanno caratterizzato in passato.
Editoria
Si curano pubblicazioni con lo scopo di
valorizzare e accentuare la conoscenza
della storia e della specificità locale.
Valorizzazione ambientale
L’Ecomuseo promuove e gestisce le attività sui sentieri, sulle strutture e sul
territorio dell’ecomuseo in collaborazione con le realtà comunali e la comunità di valle, gli accompagnatori di
territorio e l’Apt. Nella realizzazione di
attività si preferisce il coinvolgimento
attivo della popolazione del territorio.
COSA C’È
Colle di San Pietro a Torcegno
Interesse naturalistico legato alla
presenza di caducifoglie mesofite e
d’importanti relitti glaciali, interesse
storico per la presenza d’insediamenti
ancora in epoca preistorica, i resti di
un castello duecentesco e delle antiche
trincee della Grande Guerra.
Catena del Lagorai
Interesse naturalistico per la presenza di
foreste di abete bianco, di abete rosso e
di pino cembro, habitat in regressione su
tutta la catena alpina. Presenza dell’oasi
del WWF di Valtrigona, nell’alta val Calamento, nel territorio di Telve, unica oasi
naturalistica del WWF italiano in territorio
alpino. Interesse storico etnografico per
la presenza di numerose malghe ancora
attive che producono lavorati in cui rivive
il sapore genuino del passato. Le cime più
alte del Lagorai ospitano ancora i segni
del primo conflitto mondiale.
I castagneti
Fascia di vegetazione di castagno che
interessa tutto il territorio dell’Ecomuseo, molto caratteristica con piante secolari di notevole valore paesaggistico.
Maniero di Castellalto
Collocato sulle pendici del monte Mu-
siera, edificato nel XIII secolo, è stato il
luogo del potere politico dell’omonima
giurisdizione sino al 1802. Caduto in rovina a seguito dello spostamento della
famiglia Buffa nel signorile palazzo fatto costruire nel corso del Settecento in
centro all’abitato di Telve.
Centro di documentazione Baessa
Si tratta di un ex Malga situata in Val
Calamento, nel Comune di Telve, di recente ristrutturazione che è adibita a
centro espositivo e documentativo.
Centro Lagorai Natura
Collocato nel centro dell’abitato di Torcegno, è la sede espositiva dell’Ecomuseo del Lagorai.
Museo dedicato a Tarcisio Trentin
Allestito a Telve di Sopra ospita una
raccolta di materiale legati alla vita del
passato nel nostro territorio realizzata
dal nostro concittadino Tarcisio Trentin.
Centrale idroelettrica dell’ENEL
Collocata a Carzano, rappresenta
Telve Valsugana
struttura ormai storica, legata alle attività economiche del territorio.
Lavatoi
Interesse storico ambientale sono testimonianza delle attività femminili del passato.
I segni del Sacro
D’interesse artistico, storico ed etnografico sono i numerosi capitelli, edicole, cappelle e chiese che testimoniano la forte religiosità e devozione che
caratterizzava la nostre realtà.
Percorsi / Itinerari escursionistici
Sentiero dei castagni
I campi di battaglia di Musiera, Salubio e Ciste
Sulle tracce di Robert Musil
Il percorso del fatto di Carzano
La Via Claudia Augusta Altinate
Il Percorso del Sacro
Sentiero natura dell’Oasi di Valtrigona
Il sentiero dei castelli
Sentiero naturalistico dedicato a
Franco Furlan
Sentiero ciclo-pedonabile 3TBIKE
L’oasi di Valtrigona
L’Oasi di Valtrigona, compresa tra la
Val Calamento a nord e la Val di Fregio
a sud, è posta sul versante nord della
cresta spartiacque.
Valtrigona è la prima Oasi WWF con caratteristiche alpine ed è di notevole im-
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TELVE VALSUGANA (TN)
portanza nel sistema di aree protette
gestite dall’Associazione in Italia. L’oasi,
inaugurata il 13 luglio 1997, intende
promuovere la tutela dell’ambiente, la
ricerca scientifica e l’attività didattica.
Il sentiero natura dell’oasi WWF di Valtrigona attraversa il piano montano,
subalpino ed alpino di una vallata del
Lagorai, una delle aree di maggiore naturalità delle Alpi italiane ed è un piccolo viaggio di percezione ed interpretazione delle biodiversità. L’itinerario permette di entrare in contatto con i vari
habitat e con la geomorfologia dell’Oasi.
Il sentiero natura è un percorso classificabile come escursionistico (E), che
permette di raggiungere l’oasi WWF di
Valtrigona, il centro visitatori e le Malghe e di entrare in contatto con i diversi habitat e paesaggi dell’oasi, salendo
fino a Forcella Valtrigona. Da qui si può
proseguire fino alla splendida cornice
pastorale di Malga d’Ezze. il percorso è
l’unico autorizzato all’interno dell’oasi,
per limitare il disturbo a flora e fauna.
Telve Valsugana
LA VITA NEL TORRENTE ALPINO
Il torrente Maso è un tipico corso d’acqua permanente, che scorre su un
letto di rocce porfiriche, con una successione di zone a scorrimento veloce
e piccole cascate, acque spumeggianti
ricche di ossigeno, profonde pozze e
piccole forre, alternate a zone dove le
acque rallentano la loro corsa su un
letto di maggiore larghezza. Sono queste le zone alluvionali ove il corso del
torrente può divagare nel caso di piena
depositando parte dei materiali trasportati e perdendo energia. È quindi
assai importante il loro mantenimento,
evitando di imbrigliare il corso d’acqua.
Il torrente rappresenta l’habitat ideale
per i Salmonidi quali la trota fario, che
La fauna dell’oasi
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vive in acque fresche, pulite ed ossigenate, e per i numerosi macroinvertebrati acquatici che si nascondono tra i sassi o si
raccolgono in piccole anse riparate dalla
corrente. Queste forme di vita hanno un
importante ruolo nei meccanismi di autodepurazione dell’acqua e costituiscono la
fonte nutritiva principale per le trote.
Nell’oasi del WWF vive la tipica fauna
alpina. Fra gli ungulati sono presenti
il cervo, in continua espansione, il camoscio e il capriolo. Comuni sono poi
la volpe, la lepre bianca, lo scoiattolo e
l’ermellino e non mancano la martora e
la marmotta recentemente insediatasi
nell’oasi. Fra gli uccelli, nei cieli di Valtrigona, non è difficile osservare l’aquila,
il gheppio e il corvo imperiale, mentre
nei boschi s’incontrano la nocciolaia,
il rampichino, varie specie di cince, il
picchio nero, il picchio rosso maggiore e il più raro picchio tridattilo. Ma la
caratteristica più importante dell’oasi
è la presenza contemporanea dei quattro tetraonidi alpini: il gallo cedrone, il
francolino del monte, il gallo forcello e
la pernice bianca, quest’ultima in grave
pericolo di estinzione su tutte le Alpi.
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