Telve Valsugana “Biglietto da visita” ® Falegnameria Agostini Pio di Roberto e Ivan s.a.s. • PORTE MASSICCE IN LEGNO • SERRAMENTI A BASSO CONSUMO ENERGETICO CERTIFICATI CE • ARCHI SU MISURA ... dal 1973 Zona Artigianale, 4 - 38050 Telve (TN) Tel. 0461 766293 - Fax 0461 777263 www.agostinipiosas.it • [email protected] Telve Valsugana La Giunta Comunale Sindaco: dott. Fabrizio Trentin Riceve il martedì dalle 19.00 alle 20.00 su appuntamento Venerdì dalle 08.30 alle 12.00 Sabato dalle 08.30 alle 12.30 su appuntamento [email protected] Assessore: dott. Walter Bailoni Incarichi: ambiente e politiche sociali Riceve il martedì dalle 11.00 alle 12.00 su appuntamento [email protected] Vicesindaco: sig. Paolo Stroppa Incarichi: Lavori pubblici e attività economiche Assessore: dott.ssa Lorenza Trentinaglia Incarichi: Cultura e istruzione Riceve tutti i giorni su appuntamento [email protected] Riceve il lunedì dalle 17.00 alle 18.00 su appuntamento [email protected] Assessore: ing. Patrizio Ferrai Incarichi: foreste, edilizia privata e sport Riceve il martedì dalle 18.30 alle 19.30 su appuntamento [email protected] “La Collana di guide dei Paesi del Trentino”. “Biglietto da visita ®” è edita e stampata da Grafiche Dalpiaz s.r.l. - 38123 Ravina di Trento (TN) - Via Stella 11/b - Tel. 0461 913545 - www.grafichedalpiaz.com Telve Valsugana Numeri ed indirizzi utili Uffici comunali: 0461 766054 Biblioteca comunale: 0461 766714 Ufficio postale: 0461 766002 Farmacia: 0461 766084 Ambulatorio pediatrico: 0461 766304 Ambulatorio comunale: 0461 766025 Ambulatorio infermieristico: dal lunedì al sabato 9.00-9.30 giovedì 8.30-9.00 tel. 0461 777319 Guardia Medica: 0461 753125 0461 753016 Canonoica: 0461 766065 begin Cassa Rurale Centro Valsugana: 0461 782577 Scuola materna: 0461 766315 Scuola elementare: 0461 766062 Scuola media “don L. Milani”: 0461 766072 La scheda Abitanti: 2020 Superficie: 64,85 km2 Altitudine: 550 m s.l.m. Polizia Municipale: 0461 758770 Referenti per il Comune di Telve: 335 5964227 Pattuglia Reperibile: 329 2107691 - 329 2107692 Comprensorio C3 Centralino: 0461 755555 Servizio tariffa RSU: 0461 755541 N. verde per problemi inerenti lo smaltimento rifiuti: 800 703328 Ufficio tecnico: 0461 754196 Distretto sanitario n. 2: 0461 762572 Consultorio familiare: 0461 754638 Assistente sociale (giovedì ore 9.00-11.00): 0461 766736 Trasporto pubblico Trentino Trasporti: 800 498504 Soccorso alpino: 0461 233166 VVF di Telve: 0461 766965 Cap: 38050 Festa del Patrono: S. Maria Assunta (15 agosto) Frazioni: Caverna, Dami, Martinelli, Parise Distanza da Trento: 49 km. Mercato settimanale: venerdì mattina Altitudine: 550 m s.l.m. Sito Web: www.comune.telve.tn.it E-mail: [email protected] Telve Valsugana Posizione geografica Il comune di Telve si trova a 538 m. di quota in Valsugana, sulla riva sinistra del fiume Brenta che, attraversando da ovest ad est il Trentino sud-orientale, collega il capoluogo Trento (distante 38 Km dal paese) con il Veneto. Il territorio di Telve si estende su 6.485 ettari, dislocati sulla sinistra idrografica del fiume lungo le pendici meridionali del monte Salubio, nella catena del Lagorai ed è indicativamente compreso tra il corso dei torrenti Ceggio, ad ovest e il torrente Maso, ad est. Gli abitanti sono circa 2000 concentrati principalmente nel Paese ma l’abitato si estende in piccoli masi quali Parise, Pozza, Martinelli e Dami tra i 393 metri del fondovalle ai 2574 m. slm di Cima delle Buse, al confine con i comuni di Castello di Fiemme e Pieve Tesino. Confina ad est con i comuni di Pieve Tesino, Scurelle e Carzano, a sud con Castelnuovo e Borgo Valsugana, ad ovest con Telve di Sopra e Palù del Fersina, a nord-ovest con Pinè, a nord con Valfloriana e Castello di Fiemme e le isole amministrative Cauriol (comune di Pieve Tesino) e Fregasoga-Spruggio (comune di Baselga di Pinè). È a 3 km dalla statale n. 47 della Valsugana, che a ovest si dirige verso Trento e in direzione opposta scende attraversando il Veneto fino a Padova. Il casello autostradale di Trento Centro, a 39 km, dà accesso alla A22 Brennero-Modena. La più vicina stazione ferroviaria dista 3 km e appartiene alla linea TrentoVenezia. Gli aeroporti internazionali di riferimento sono Venezia e Verona, entrambi a 140 km circa, mentre quello di Milano/Linate e quello di Milano/ Malpensa per i voli di linea intercontinentali distano rispettivamente 261 km e 300 km. Fa riferimento al sistema portuale del capoluogo regionale Veneto. Telve Valsugana Il territorio Le origini La superficie del territorio comunale è prevalentemente occupata da boschi, pascoli e zone agricole. Il pascolo, in parte abbandonato, è localizzato al di sopra dei 1000 m e con gli alpeggi di alta quota ricopre il 25% del territorio. I boschi (62% del territorio) costituiti prevalentemente da conifere sono dislocati al di sopra degli 800 m. e costituiscono la principale risorsa per il Paese mentre la superficie agricola si estende prevalentemente sul conoide del torrente Ceggio, a valle dell’abitato. Il rinvenimento sulle alture di Borgo e Castel Pietro di reperti archeologici risalenti all’epoca preistorica dimostrerebbe la presenza di stanziamenti umani anche nel territorio di Telve sin dall’età del bronzo. I vari popoli che percorsero la valle nella successiva età del ferro, indicati come Reti, furono caratterizzati da un’unità etnico culturale estesa al Trentino, alle Prealpi venete, al Tirolo e alla Bassa Engadina. Tale origine comune si evidenzia nelle numerose concordanze tra nomi di località valsuganotte e altre, regionali ed extraregionali. Per quanto riguarda il nome Telve, troviamo corrispondenti in Alto Adige con “Telves”, in provincia di Como con la “Val d’Intelvi”. In Tirolo con “Tetfs” e nel feltrino con “Telva”. Telve Valsugana L’abitato Sul conoide alluvionale del torrente Ceggio, in posizione solatìa, è adagiato l’abitato di Telve (548 msm). Oltre al centro principale, il comune di Telve è costituito da altre località abitate chiamate “masi”: si tratta di piccoli ed isolati nuclei abitati, che “sono la derivazione storica della schematizzazione del territorio montano operata nella zona di Telve dai due castelli feudali di Castel Alto e di Arnana (Gorfer)”. A parte Parise, situato a nord-ovest del paese, la toponomastica evidenzia come questi nuclei siano individuati dal soprannome del nucleo familiare più numeroso che in passato vi ha abitato o che tutt’ora lì vive: Dori, Dami, Batistori, Micheloni, Martinei, sono alcuni esempi. Il centro storico dell’abitato di Telve presenta una particolare struttura urbanistica, essendo organizzato prevalentemente in rioni chiamati “cormèi”. Essi sono costituiti da edifici addossati che contornano uno spazio aperto, generalmente un cortile alternato (almeno nel passato) da orti e fienili (Verone, Crestani) o più raramente una piazzetta o un vicolo (Sotocesa, Steneghi). Gorfer (1990) riporta che “in passato ogni cormèlo componeva un’entità chiusa anche fisicamente. Delle chiusure con porte esterne rimangono i resti nel cormèlo de le Veròne.” Tranne che per i cormèi più antichi, anche in questo caso, come per i Masi, i toponimi corrispondono al cognome o al soprannome della famiglia più numerosa o più antica INSTALLAZIONE DI IMPIANTI IDRAULICO-SANITARI Installazione di impianti idraulici Riscaldamento a gas metano, gpl, legna o gasolio sia tradizionali che a pavimento Impianti di aspirazione Pannelli solari Manutenzione degli stessi Via Daman, 4 • 38050 Telve (TN) Tel. 0461 777064 • cell. 347 9661257 Telve Valsugana che lì risiede (Ghèbri, Crestani, Mosèri, ecc.). L’origine di questi toponimi risale prevalentemente al primo dopoguerra, quando, in seguito alla ricostruzione del paese interamente distrutto dal conflitto mondiale, i diversi gruppi familiari vi si sono insediati stabilmente. L’abitato si articola in viuzze sulle quali si affacciano portici e mura che nascondono preziosi cortili. Di tanto in tanto il dedalo di stradine si apre in una piazzetta per poi proseguire e confluire nelle due piazze principali: piazza Maggiore e piazza Vecchia. Per quel che riguarda la conformazione edilizia e strutturale, Telve è andato formandosi progressivamente senza scosse e sobbalzi, attraverso vicende secolari e secolari progressioni che si riflettono nello stato generale del paese. Ogni variazione, ogni avanzamento è legato allo stato economico della famiglia costruttrice ed ancora il prestigio, interno ed esterno del casato, è visto attraverso la lente concreta del possesso e della solidità della casa. Ancor oggi i vari palazzi di Telve, e ce ne sono diversi, sono lì a ricordarci un cognome autorevole, un titolo nobiliare, un periodo di fortuna e di attività. STUDIO ASSOCIATO di ARCHITETTURA arch. Leopoldo Fogarotto arch. Bruno Battisti Via Don Rizzoli, 29 Tel. 0461 767084 TELVE VALSUGANA Telve Valsugana Le piazze PIAZZA VECCHIA Già “Piazza Napoleone” è situata nel cuore del paese ed è sempre stata il punto più vissuto dalla comunità, ospitando numerosi servizi e attività commerciali. È delimitata su tre lati da edifici tra i quali “casa Avancini” a nord, casa Fedele-Spagolla a est e palazzo De Bellat a sud, che da più di trent’anni ospita il municipio. Ad ovest è costeggiata dall’alto muro di cinta interrotto dall’antica portale che permette l’accesso al parco di palazzo Buffa. Nella parte alta la piazza è caratterizzata da una fontana ottagonale in granito. PIAZZA MAGGIORE Percorrendo piazza Maggiore vediamo sulla destra il complesso di edifici settecenteschi che fu della famiglia Paterno, ora Micheletti. Casa Micheletti, nonostante i vari rimaneggiamenti e adattamenti, conserva sulla facciata che guarda la piazza un pregevole portale lapideo, stilisticamente già neoclassico, con conci a bugne alternate e capitelli tuscanici. La chiave di volta a specchio trapezioidale del portale reca in alto il monogramma di Cristo e sotto la data 1796 seguita dalle iniziali “G. B. P.” Giovanni Battista Paterno e dai tre chiodi dell’ordine francescano. Esso immette in un ampio androne a volta ribassata dal quale si sale ai piani superiori attraverso una scala in pietra coperta da una volta a botte che diventa a crociera con unghie cordonate nei pianerottoli. L’orto di Casa Micheletti, al quale si accede attraverso un cancello affiancato da monumentali pilastri bugnati, è recintato da un alto muro coronato da qualche merlo ornamentale settecentesco. Nell’angolo nord-ovest della piazza si trova un complesso di costruzioni risalenti al XVII secolo che, senza soluzione di continuità, si sviluppa lungo tutto il vicolo Verone. Si tratta di alcune case padronali, affiancate da antiche strutture produttive, oggi trasformate in case di abitazione, un tempo adibite a filanda. Tutto il complesso di edifici, fino a via Lavandaie, nel 1859 apparteneva al possidente Carlo Stenico. È uno degli angoli più suggestivi e caratteristici di Telve con sottoportici e androni e una serie di arcate oggi tamponate, posto al limitare occidentale del paese con ampia vista sul torrente Ceggio, come starebbe a indicare il toponimo “il Verone”, trasformato dai residenti in “le Verone”. Chiude la piazza il Palazzo Sartorelli, casa natale di vari esponenti di questa famiglia tra i quali Giuseppe Antonio, notaio e cancelliere a Castel Telvana fra gli anni 17541756, morto a Telve nel 1797; il pittore Carlo Sartorelli (1751-1832); il botanico e farmacista Casimiro (1774-1852); lo studioso e Telve Valsugana farmacista Lino (1894-1971?), ecc. L’edificio, ampliato e rimaneggiato nel Settecento, conserva parte della originaria struttura cinquecentesca come l’interessante monofora con conci a specchio e il portalino in marmo con sopralume lunettato, entrambi aperti sul lato che dà su via Fontane. Sul lato opposto della piazza, quello vicino alla chiesa, si affaccia l’elegante palazzo della Fondazione Sartorelli, una costruzione settecentesca di impianto cinquecentesco, elevata per tre piani su una pianta ad “L” che, nonostante la recente ristrutturazione. Ha mantenuto l’originario assetto architettonico e buona parte delle membrature e rifiniture in pietra come gli stipiti modanati di porte e finestre, le coperture a volta dei locali al pianterreno e il portale ad arco con semplice smusso del muro di cinta, riferibile al XVI sec. I palazzi del centro storico PALAZZO DE BELLAT L’attuale sede del municipio, biblioteca e ambulatori era nel secolo scorso la casa padronale della famiglia De Bellat. I fabbricanti formavano un unico complesso ad “U” e l’attuale piazzale Depero costituiva l’orto. Il fronte nord dell’edificio comprendeva numerosi avvolti nei seminterrati e gli appartamenti ai piani superiori. Sul lato est stavano un porticato adibito a deposito agricolo e un fienile, oltre ad una fontana in pietra; al piano superiore un grande salone con una stufa ad “olle” di pregiata fattura. Queste due parti dell’edificio ospitano oggi gli uffici comunali. Il fabbricato a sera, unito al corpo centrale tramite una piccola stanza sopra l’attuale portico, comprendeva le stalle al piano terra, i fienili e l’abitazione dei dipendenti al primo piano, il granaio all’ultimo. Oggi qui troviamo la biblioteca, gli ambulatori comunali e il “Museo degli usi e costumi e delle tradizioni telvane”. Telve Valsugana IL PALAZZO BUFFA L’attuale Palazzo dei baroni Buffa di Castellalto che sorge nel cuore del centro abitato di Telve, circondato da un vasto parco recintato da un alto muro, è il risultato di numerosi interventi succedutisi nel corso di oltre cinque secoli. Il nucleo originale del palazzo, risalente alla fine del XV secolo, ricavato probabilmente da una più antica abitazione fortificata, costruita in paese dai signori da Thelvo, è formata dal basamento sud del palazzo, quello che dà in via Grazie. Chiamato in passato anche Misericordienburg (primo ospedale del paese), il palazzo è di proprietà della famiglia Buffa alla quale nel 1674 l’imperatore Leopoldo conferì il titolo di nobili e baroni di Montegiglio, Castellalto e Haiden. Di pianta quadrangolare il palazzo ha su via Grazie un bel portale bugnato con un caratteristico portico interno in acciottolato. Qui sono murate alcune lastre che richiamano la storia della famiglia. Il portico è separato dall’ampio parco, delimitato da alte mura, da un arco settecentesco a lato del quale svettano due maestosi tassi di oltre trecento anni di età. Nel giardino ci sono verso nord le antiche stalle e a est, verso la piazza Vecchia, la “palazzina” con avvolti del Cinquecento un tempo casa della servitù. Il palazzo verso sud è ornato da bifora e da monofore con inferriate seicentesche. Dal 2004 portico e parco sono aperti al pubblico in occasione della sagra di San Michele. IL PALAZZO TRENTINAGLIA Salendo per via Grazie, s’incontra sulla destra un complesso di edifici contrassegnati da un vivace intonaco rosso sul quale risaltano i bianchi stipiti marmorei di porte e finestre. Si tratta dell’antico Palazzo Trentinaglia, dal 1985 trasformato in alloggi ITEA. Quello che fu il Palazzo Trentinaglia, era un complesso di edifici costituiti dalla casa padronale, posta a sud, dalle stalle, i rustici e i locali per la servitù, posti a est e a nord e tutti disposti ad U attorno a un cortile chiuso sul lato a sera da un alto muro. A mezzogiorno del magnifico palazzo padronale, innalzato per quattro piani su una pianta ad “L”, si apre un ampio giardino terrazzato, chiuso anch’esso da un alto muro di cinta. Al centro della facciata prospiciente il giardino, caratterizzata da regolarità e simmetria, si apre al piano da una bifora rettangolare. Esso immette in un profondo androne voltato a botte con arco ribassato, appartenente al XVII secolo. L’accesso al palazzo lungo l’attuale Telve Valsugana via Grazie avviene attraverso dei portali lapidei arcuati con voluta in chiave di volta e arco poggiante su piedritti impreziositi da un’elegante cordonatura. Il nucleo del palazzo potrebbe risalire tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo. Nella sua veste attuale rivela un ampliamento e un rimaneggiamento ascrivibili stilisticamente alla prima metà del XVIII secolo. VILLA D’ANNA Si trova ad est dell’abitato ed è anch’essa circondata da una vasta zona verde dove spiccano due pioppi piramidali, un cedro del Libano ed un maestoso cipresso. È di proprietà degli eredi della famiglia d’Anna che, oriundi di Aosta, pare siano stati a servizio dei signore de Telvo fin dal XIII secolo. Dalla nobile famiglia furono scelti, dal 1727 al 1831, i capitani di Castel Telvana. Il palazzo ha una forma molto movimentata, con il tetto disposto su vari livelli ed un grande terrazzo che si affaccia a sud. In paese sono ancora da ricordare nella parte alta dell’abitato la casa cinquecentesca “del Capitano”, con monofore, bifora, trifora e un portale che immette in un vasto atrio. Alimentari e Agricoltura TELVE VALSUGANA Tel. e fax 0461 766076 Telve Valsugana La chiesa di “Santa Maria Assunta” L’edificio, lungo 35 metri e largo 18, presenta un’altezza della navata di 19 metri. In stile tardobarocco, è caratterizzato da un particolare gioco di volumi e di movimento del tetto, disposto su più livelli. Il campanile cinquecentesco ospita sei campane risalenti all’inizio del secolo scorso. Sulla facciata a sud si trovano tre pietre tombali, una delle quali appartiene a Margherita di Fuchsberg, prima moglie di Franceso il Castellano. Costruita probabilmente nel XII secolo la chiesa, più piccola dell’attuale, era inizialmente dedicata a San Michele Arcangelo. Due secoli dopo le venne affiancata un’altra piccola chiesa (cappella di Santa Maria), utilizzata da una cospicua colonia di tedeschi. Nel 1474 ottenne un proprio battistero e fu intitolata a Santa Maria Assunta. Venne riedificata nel 1733 e nel 1741 - come attesta la scritta sull’arco del presbiterio - assumendo la struttura attuale. Nel 1840 un fulmine provocò l’incendio di una parte della copertura e nel corso della Grande Guerra, il 17 maggio 1917, una granata squarciò la base del cupolone, rovinando l’altare maggiore. Fino al 1862 era circondata dal cimitero, dove però già da oltre trent’anni non si seppelliva più nessuno, essendo stato creato il nuovo cam- di Rattin Cassiano 38050 Telve (TN) Via Daman, 6 tel. 0461 766028 fax 0461 767907 [email protected] posanto sul colle di Santa Giustina. L’architettura interna è frutto del progetto dei fratelli maestri muratori comaschi Antonio e Pietro Bianchi. Presenta un’unica navata con quattro cappelle laterali con gli altari del Sacro Cuore, del Crocefisso, della Madonna del Rosario e di Santa Teresa Telve Valsugana del Bambin Gesù; sul lato sinistro della pala di quest’ultimo è rappresentato il paese di Telve. I due altari ai lati dell’arco santo sono dedicati a San Giuseppe e alla Madonna Addolorata. Gli altari e le altre opere marmoreee sono di Antonio Giuseppe Sartori. L’altare maggiore, in stile barocco, è dedicato a Santa Maria Assunta, con una pala del 1923 opera di Umberto Martina. Davanti a questa spicca il tabernacolo, circondato da sei maestose colonne marmoree con capitelli corinzi. Sull’arco un affresco del 1946 di Francesco Chiletto rappresenta la liberazione di San Pietro dal carcere e la conversione di San Paolo. Accanto all’altare di sinistra troviamo una pietra tombale a parete, in marmo rosso, fatta costruire per sè da Francesco IV, ultimo erede di Castellalto, che morì a Trento nel 1554; la sua salma venne trasportata a Telve e sepolta in chiesa, dietro al monumen- to che si era appunto fatto costruire. Nessuno però si preoccupò di completare con la data della sua morte l’iscrizione in tedesco. Il pulpito, sul lato sinistro della chiesa, è in legno dipinto in finta marmo - come pure la balaustra che ospita l’organo - ha struttura esagonale e sulle pareti sono rappresentate le tavole della legge. La chiesa di “Santa Giustina” La scoperta nel 1982 degli affreschi - successivamente restaurati - risalenti all’inizio del Trecento ha consentito di datare al XIII secolo l’epoca di edificazione della chiesa, sorta forse sul sito di un tempio dedicato a qualche dio pagano. Inizialmente aveva la porta a mezzodì e una piccola finestra a sera. La riedificazione del 1664 portò ad un primo ampliamento, allo spostamento della porta sul lato a sera e al collocamento della pala di Santa Giustina, opera del pittore fiemmese Antonio Zeni (1665) e copia di quel- Telve Valsugana la, che si trova nella chiesa di Santa Giustina a Padova, dipinta da Paolo Veronese. Dal 1780 lo spazio circostante ospita il cimitero, ampliato la prima volta nel 1796, come ricorda la scritta sullo zoccolo di pietra che sorregge la colonna con la croce di Nel cuore del LAGORAI, da sempre punto di ristoro di viandanti, cacciatori, boscaioli, malghesi, e semplici uomini di MONTAGNA. OSTERIA BAR LA CASINA di D’Aquilio Francesco Loc. Acqua Calda - S.P. 31 Passo Manghen - Telve Valsugana tel. 346 8553608 - [email protected] GIORNO DI CHIUSURA MARTEDÌ ferro, posta nel piazzale sul lato sud della chiesa. Nel 1982, in occasione dei lavori di ristrutturazione della cappella, vennero scoperti sulle pareti a nord e a sud affreschi tardo-gotici e post-giotteschi e iscrizioni in italiano, tedesco e latino. Gli affreschi risultano rovinati dalle martellature eseguite forse nel XVII secolo per farvi aderire un nuovo intonaco. Sulla parete a nord sono raffigurati sedici santi e sante, con ampi mantelli; in mano hanno le corone dorate, libri, bastoncini e palme. CARTOLERIA SCUOLA - UFFICIO - ARTICOLI REGALO Via Ortigara, 8 - Tel. 0461 754640 BORGO VALSUGANA (TN) e-mail: [email protected] I NOSTRI SERVIZI: fotocopie, laser color, timbri, targhe, fax, plastificazioni, rilegature, tesi di laurea, stampa da file, cartellonistica, stampa su stoffa, stampa digitale, partecipazioni nozze, agende, calendari Telve Valsugana La chiesa di San Giovanni Nepomuceno La piccola chiesa fu eretta nella seconda metà del Settecento; le cronache attestano infatti che “il giorno 1 giugno 1767 il vescovo di Feltre, Andrea Minucci, compì la visita pastorale alle diverse chiese della Pieve e in più a quella nuova cappella intitolata a San Giovanni Nepomuceno, di proprietà di casa D’Anna de Celò, costruita qualche anno prima”. Sorge sulla suggestiva piazzetta di San Giovanni nella parte alta del paese, a ridosso delle abitazioni, anche se un basso muro di cinta le riserva uno spazio tutto suo. L’ingresso principale, rivolto a sud, è sormontato dalla statua del santo e da un piccolo rosone a forma di quadrifoglio. La pala dell’altare rappresenta San Giovanni Nepomuceno, un sacerdote vissuto a Praga nel Trecento presso la corte di Venceslao IV e ucciso per ordine del re in modo crudele: gli fu tagliata la lin- gua, venne rinchiuso in un sacco e gettato nel fiume Moldava dal ponte San Carlo. Secondo la tradizione quando il sacco toccò l’acqua apparvero cinque stelle o fiammelle che, insieme alla palma e al crocefisso, sono il simbolo del santo. Fino agli anni Settanta sulla piazzetta, a sinistra dell’entrata della chiesa, esisteva una bella fontana in pietra. Ancora oggi è ben visibile il basamento della vasca. L’ultimo restauro della cappella è del 2000. BASSA VALSUGANA Società Cooperativa SEDE: Via XX settembre, 35 38050 OSPEDALETTO (TN) Tel. 0461 768114 • Fax 0461 770200 e-mail: [email protected] FILIALI: Castelnuovo • Carzano • Tezze Vals. Grigno • Telve di Sopra • Olle Telve Valsugana L’economia Da sempre comune ad elevata vocazione agricola, Telve riserva ancor oggi una notevole parte del proprio territorio al settore primario. Il conoide - formato dal torrente Ceggio a valle dell’abitato - ma anche numerosi altri appezzamenti a nord e ad est del paese sono occupati da coltivazioni pregiate che producono mele, uve per spumante o vino da tavola e i piccoli frutti (fragole, lamponi e mirtilli), diventati negli ultimi anni tra i più apprezzati prodotti della zona. La fascia a monte di Telve, fino alla quo- ta di circa 1000 metri, è occupata dal castagno, pianta che caratterizza tutto il versante sinistro della Valsugana, da Roncegno fino a Spera. I marroni, di ottima qualità, sono molto ricercati e vengono consumati dai proprietari o venduti direttamente in zona. Alle quote più alte della val Calamento sono ancora attive numerose malghe, elementi tipici dell’economia agricola della zona, per lo più di proprietà del comune di Telve: a Valtrighetta, Casabolenga, Cagnon di Sotto e di Sopra, Val Solero di Sotto e di Sopra, Ziolera e Valpiana vengono ogni anno monticate decine di capi bovini ed il formaggio, il burro e la ricotta qui prodotti sono da tutti considerati di grande bontà. Ricordiamo inoltre altri prodotti, sicuramente più di nicchia ma sempre di grande qualità, come il miele che molti producono per autoconsumo ma che è possibile anche trovare in vendita assieme ad altri preziosi derivati dell’apicoltu- ra (pappa reale, propoli, polline, cera). Saporitissimi e molto rinomati sono anche i salumi della locale cooperativa agricola. Non possiamo dimenticare infine il bosco, un elemento naturale di notevole importanza sia per l’economia del comune di Telve che per la salvaguardia e la bellezza del suo territorio. Pecoraro Elisabetta TABACCHI GIORNALI CARTOLERIA Via Paradiso, 9 tel. 0461 766902 Telve Valsugana L’agricoltura L’Agricoltura nell’intera Valsugana orientale ha rivestito sempre un ruolo importante; le pendici esposte a sud hanno favorito la coltivazione della vite, del melo, del frumento, del tabacco e del gelso per i bachi da seta. Il castagno ha rappresentato un’importante fonte di reddito per le famiglie e ancora oggi questa coltura risulta essere interessante sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo. L’allevamento dei bovini e la pastorizia sono sempre state fondamentali per i prodotti lattiero-caseari: per questo erano destinati a prato-pascolo molti terreni fino alle quote più alte con campivoli (piccoli pascoli) e malghe per l’alpeggio estivo del bestiame. Ancor oggi le attività legate all’allevamento e all’agricoltura, anche se notevolmente trasformate e meno praticate, rappresentano un importante presidio di salvaguardia del nostro territorio. In viticoltura si è passati dalle vecchie varietà come la Pavana e il Grinto alla coltivazione razionale di vitigni di uva bianca come il Müller Thurgau o lo Chardonnay: in particolare quest’ultimo viene utilizzato quasi esclusivamente per la produzione di “uve base spumante”, cioè destinate alla produzione di vino dalle mille bollicine. La frutticoltura si è sviluppata recentemente con varietà meno vigorose ma più produttive che hanno sostituito le grandi piante di melo, denominate “franchi”. Le notevoli escursioni termiche tra notte e giorno favoriscono la colorazione delle mele ed i terreni fertili permettono di ottenere produzioni saporite. Recentemente si è diffusa la coltivazione dei “piccoli frutti” come fragole, mirtilli, ribes, lamponi e more: specie che crescono bene su terreni acidi e possono essere coltivati anche su limitate superfici. Nei terreni di fondovalle trova posto il granoturco destinato all’alimentazione animale; inoltre è stata reintrodotta da poco, grazie ad uno specifico programma europeo, una vecchia varietà di mais, detta Spin, nome derivante dalla particolare conformazione del chicco, che permette la produzione di una farina da polenta particolarmente saporita. Via G. Fedele, 2 - Tel. 0461 766159 38050 Telve Valsugana (TN) vitfa [email protected] - 333 26 52770 Telve Valsugana La storia I romani, comprendendo l’importanza della Valsugana che metteva in comunicazione Aquileia con la Rezia, intrapresero la costruzione di una importante via ricalcata sul tracciato di una precedente pista preistorica, che da Altinio risaliva a Feltre per poi penetrare in Valsugana attraverso il Tesino e congiungersi a Trento con la Claudia Augusta padana. Questa via, denominata Claudia Augusta Altinate, nel suo tratto valsuganotto probabilmente saliva da castel Nerva di Scurelle verso Telve per ridiscendere verso l’antico castrum Ausugum (castel Telvana) dopo aver superato Castel S. Pietro. In seguito alla caduta dell’Impero la valle fu sicuramente attraversata da orde di barbari finchè nel VI secolo vi giunsero i Longobardi che aggregarono la Valsugana al Ducato di Trento. Successivamente vi si stanziarono i Franchi. La prima fonte certa che attesta la presenza di un insediamento stabile a Telve risale ad un documento redatto 12 maggio del 1160 ove viene menzionato tal Wala dominus de Telvo, capostipite della famiglia. Sul finire del XIII secolo Telve era un centro vitale dotati di chiesa e di castello e nel 1296 possedeva una Carta di Regola. È anche di questo periodo o poco oltre, l’inizio detta costruzione della chiesetta di Santa Giustina, eretta sull’omonimo colle ad est del paese. Dopo un periodo di relativa pace la valle venne stravolta dalla guerra tra la Casa d’Austria e la Repubblica di Venezia. Ne subirono penosamente le conseguenze gli abitanti di Telve che nel 1487 assistettero impotenti all’arrivo delle truppe veneziane che, dopo aver tentato inutilmente di espugnare il castello di Castellalto, si riversarono nel villaggio depredando e incendiando le abitazioni. Il susseguirsi di scontri, devastazioni, stragi e soprattutto la tirannia dei castellani nei confronti della popolazione locale, avevano portato quest’ultima ai limiti e il dissenso si trasformò in rivolta. La Guerra Rustica fece molte vittime anche in Valsugana. Dal XVI al XVIII secolo la comunità di Telve è caratterizzata da una vivace attività economico-sociale con la presenza di numerosi artigiani e mercanti, di fucine e mulini, e molteplici manifestazioni collettive sia religiose che profane con lo sviluppo urbanistico-architettonico ed il moltiplicarsi accanto a dimore tipicamente rurali, di residenze signorili dislocate soprattutto attorno alla piazza principale: Casa Sartorelli, con elementi del primo Cinquecento l’edificio cinqueseicentesco alle Veronè e il palazzo Buffa. Distintiva delle residenze signorili era la costruzione di cappelle private come la Telve Valsugana Chiesetta barocca di S. Giovanni Nepomuceno. In cima al portale campeggia la statua del santo, opera dello scultore Antonio Giuseppe Sartori. L’importanza storica del paese in questo periodo è indicata dalla presenza dell’Ospedale o “Cà di Dio”, attivo sicuramente già dal 1530. Il periodo di prosperità e di pace fu interrotto dalla penetrazione irruenta dell’esercito francese in Valsugana del 1796, guidato dal generale Bonaparte che occupò la valle nel tentativo di conquistare Trento. Nel 1810, dopo cinque anni sotto la dominazione bavarese, la Valsugana venne annessa al Regno d’Italia e incorporata al dipartimento dell’Alto Adige. La giurisdizione di Castellalto fu quindi completamente abolita e sottoposta alla giudicatura di pace di Borgo. Con il ritorno della Casa d’Austria il giudizio patrimoniale di Castellalto venne ripristinato, finchè i baroni Buffa, nel 1825, rinunciarono alla giurisdizione e nel 1830 venne istituito il giudizio distrettuale di Borgo. Durante la guerra d’indipendenza, Telve fu di nuovo teatro di duri combattimenti. Nel 1866 ebbero luogo sul colle di San Pietro gli scontri tra le truppe austriache e quelle italiane guidate dal generale Medici, che da Bassano era salito lungo la Valsugana per tentare di ricongiungersi a Trento con Garibaldi. Pochi anni prima un’altra grave sciagura si era abbattuta sul villaggio: un furioso incendio aveva infatti devastato la parte sud orientale dell’abitato investendo 13 case abitate da 20 famiglie di contadini per un totale di circa 130 persone. Ma l’evento epocale, che portò prima alla totale evacuazione e poi alla distruzione del paese, fu il primo conflitto mondiale. I numerosi resti di trincee e di baraccamenti militari ancora visibili sulle montagne di Telve e le toponomastica locale testimoniano gli avvenimenti che interessarono la zona nei tragici mesi tra il 1915 e il 1917. Telve e la Valsugana rimasero infatti a lungo sulla linea del fronte. Già nel 1914 il paese era stato privato di buona parte della popolazione maschile con il graduale richiamo di numerose classi di leva sempre più giovani, mandate a morire sui campi di battaglia del fronte austro-russo. Dopo la dichiarazione di guerra all’impero austroungarico il 23 maggio 1915, le truppe italiane (alcuni battaglioni alpini e di guardie di finanza e due brigate di fanteria) avanzarono molto lentamente lungo il corso del Brenta nonostante la totale assenza di opposizione da parte avversaria. Le scarse forze austriache avevano infatti scelto la tattica di temporeggiare mentre si ritiravano su una linea arretrata che dalla conca dei laghi di Levico e Caldonazzo correva lungo il crinale principale della catena del Lagorai, dalla Panarotta fino a passo Rolle. Nel territorio di Telve le postazioni austriache passavano lungo le creste dal monte Croce l passo del Manghen e da qui verso Ziolera e cima Valpiana ed oltre, verso il gruppo del Montalon. Le pattuglie mobili Telve Valsugana di Standschùtzen e gendarmeria avevano il compito di sorvegliare i movimenti del nemico, simulando se possibile la presenza di forze consistenti nell’area. Le pattuglie italiane erano già entrate a Telve nel giugno 1915, ma solo il 24 agosto il paese venne stabilmente occupato: fino ad allora austroungarici ed italiani si avvicendavano notte e giorno per le vie dell’abitato ponendo non pochi problemi all’imbarazzata popolazione, costretta ad inneggiare alternativamente all’imperatore ed a Vittorio Emanuele III. I civili, come in molti altri centri della bassa Valsugana, non erano infatti stati forzatamente evacuati dalle autorità e la mag- gior parte di loro aveva scelto di rimanere, nella convinzione di poter meglio tutelare i propri poveri averi in un conflitto che si riteneva di breve durata. La presenza di forze italiane espose tuttavia il paese ad occasionali bombardamenti da parte delle artiglierie sulla Panarotta e non mancarono le vittime innocenti. Il patrimonio bovino, suino ed ovino, già depauperato dalle truppe austroungariche scese in più riprese a requisire dai monti retrostanti, disparve gradualmente con le successive requisizioni e le consegne forzate ai reparti della sussistenza italiana impegnati nel difficile compito di garantire il sostentamento alle truppe operanti. In quei mesi il genio militare italiano realizzò un’importante opera stradale: la carrozzabile che, partendo dalla rotabile di Calamento, arrivava sotto forma di ampia mulattiera nei pressi della vetta del monte Salubio ove erano appostate artiglierie di medio e piccolo calibro. L’ultimo sussulto della guerra fu nella notte del 18 settembre 1917 quando, con l’appoggio di alcuni ufficiali e sottoufficiali traditori, le regie truppe tentarono di aprire un varco nella prima linea austriaca presso Carzano. Una colonna di arditi della brigata Trapani raggiunse effettivamente le Acconciature di Alice Marastoni Orario Lunedì 13.00 - 20.00 - 19.00 Martedì 8.00 - 12.00 / 14.00 Mercoledì 13.00 - 20.00 - 19.00 14.00 / 12.00 8.00 dì Giove continuato Venerdì 8.00 - 19.00 orario uato contin orario 18.00 Sabato 8.00 P.zza S. Giovanni, 2 • Telve Valsugana (TN) tel. 0461 1723835 • 349 3806609 Telve Valsugana prime case di Telve, ma l’auspicato sfondamento fallì nella confusione, causa l’inadeguatezza e la sfiducia di chi aveva responsabilità di comando. Le modeste forze austriache riuscirono a circoscrivere ed eliminare l’infiltrazione, infliggendo al nemico gravissime perdite. La disfatta di Caporetto, nell’autunno 1917, costrinse gli italiani ad abbandonare anche la Valsugana nel novembre dello stesso anno. Il fronte si spostò nel Canale di Brenta e sul monte Grappa, mentre Telve divenne piena retrovia, luogo di riposo e ristoro per gli esausti reparti asburgici. Torme di militari dispersi vagavano tra le case sventrate in cerca di qualunque cosa potesse loro tornare utile completando cosi la distruzione e il saccheggio. Il 3 novembre 1918, dopo il crollo dello schieramento austriaco sul monte Grappa, gli italiani occuparono di nuovo il paese, ma i profughi rientrarono in paese solo in dicembre e poi durante l’anno successivo. Chi rientrò trovò un mare di rovine: delle 255 case che costituivano il paese nel 1914 solo 5 potevano considerarsi abitabili all’inizio del 1919. Il lavoro di ricostruzione dell’abitato fu impegnativo e venne completato in pochi anni mentre la popolazione si adattava provvisoriamente a sopravvivere in malsane baracche prefabbricate, erette in tutta fretta dal genio militare italiano. Dopo l’annessione all’Italia, nel 1928, con il Regio decreto n. 839 del 29 marzo, Telve (come pure Carzano, Castelnuo- 38050 Telve Valsugana (TN) via Salubio, 1 0461 766090 vo, Ronchi, Telve di Sopra e Torcegno) venne aggregato al comune di Borgo finchè nel 1946, con il decreto Legislativo n. 535 del 11 novembre, furono ripristinate le vecchie amministrazioni comunali già soppresse dal fascismo e Telve riacquistò la sua autonomia. Telve Valsugana Castellalto I de Telvo sono un’illustre famiglia i cui componenti, benchè ministeriali del vescovo-conte di Feltre, intrattengono rapporti diplomatici con la sfera politica trentina. Il prestigio e l’autorità dei signori de Telvo sono dimostrati anche dai numerosi possedimenti che essi vantano in Tesino, a Civezzano, a Fornace, a Pinè e a Vigolo Vattaro. Col passare degli anni la famiglia de Telvo si moltiplica e si divide in tre rami feudali, ognuno dei quali occupa un proprio castello: Arnana, S. Pietro e Castellalto. Ciascun castello possiede il diritto di giurisdizione civile sulla villa di Telve alternativamente per un anno. La linea di castel Arnana si estingue verso il 1310, mentre quella di castel S. Pietro una ventina d’anni dopo. La dinastia dei de telvo facente capo a Castellalto continua; i suoi componenti si stabiliscono nel castello di Castellalto e cambiano il loro nome originario con quello dei domini de Castro Alto. Diventato nel 1671 di proprietà dei Baroni Buffa il castello fu abitato di certo, almeno parzialmente, fino alla metà del 1700 per essere poi abbandonato a causa della posizione isolata e difficilmente raggiungibile. Fino al 1793, come dimostra una tela opera di Carlo Sartorelli, era ancora completamente integro, ma poi subì l’asportazione del tetto e ripetuti “saccheggi” che ne hanno decretato la progressiva riduzione allo stato attuale, aggravata da danni subiti nel corso della Grande Guerra. Rimangono comunque ancora visibili dei resti imponenti con una pianta a forma di grande quadrilatero su una superficie totale di circa 1.700 mq e alte mura perimetrali in granito rinforzate da barbacani angolari. I ruderi del castello si ergono a nord dell’abitato, sulle pendici del monte Salubio, in una radura circondata da abeti e castagni sul dosso delimitato da due profonde vallette laterali, la valle di Nana e la Val San Nicolò. 38100 Ravina (Trento) • Via Stella, 11/b z.i. Tel. 0461 913545 • Fax 0461 913186 www.grafichedalpiaz.com 38100 Ravina (Trento) • Via Stella, 11/b z.i. Tel. 0461 913545 • Fax 0461 913186 www.grafichedalpiaz.com 38123 TRENTO Loc. Ravina, Via Stella 11/b Tel. 0461 913545 Fax 0461 913186 [email protected] www.grafichedalpiaz.com Telve Valsugana Telve e la sua montagna L’area montana del comune di Telve comprende l’altopiano di Musiera e la val Calamento. Musiera è adagiata tra i 1300 e i 1500 metri sulle pendici sud-orientali del monte Salubio (1886 m). La sua posizione prossima alla Valsugana e la sua favorevole esposizione conferiscono alla zona un clima relativamente mite e meno continentale. I suoi estesi e ondulati prati sono stati utilizzati per secoli per il pascolo e per produrre foraggio. Nei prati di Musiera sorgono molte caratteristiche baite costruite in pietra e legno e alcune vecchie ville padronali. Sono inoltre presenti due strutture turistico ricettive (albergo La Ruscoletta e ristorante al Laghetto). Calamento è una lunga valle di origine glaciale che si sviluppa, disegnando un ampio arco, da sud-est a ovest. È percorsa dallo splendido torrente Maso di Calamento, sempre ricco d’acqua in ogni stagione I fianchi della valle sono ammantati da foreste di conifere (abete rosso, abete bianco, larice e pino cembro) mentre il fondovalle è caratterizzato dalla presenza di prati e di vecchie costruzioni tradizionali. Attraverso la Val Calamento si sviluppa la strada del passo Manghen che collega la Valsugana con la val di Fiemme. Lungo il suo percorso sono presenti alcune strutture turistico-ricettive (ristorante Baessa, rifugio Malga Valtrighetta e rifugio passo Manghen). Musiera Imboccata a nord del paese la strada che conduce al passo Manghen, dopo aver superato i masi, il bar Casina e le località Acqua Calda e Castrozza, a circa 6 km da Telve - in corrispondenza della località Molèti - si lascia la provinciale per pren- Albergo - Ristorante tipico Loc. Musiera Telve Valsugana (TN) tel. e fax 0461 766474 Telve Valsugana dere a sinistra la strada comunale che, dopo cinque km e dodici tornanti immersi nel bosco di abeti, conduce a Musiera. A 1.300 m di quota si arriva ai Prai de soto di Musiera; qui il bosco si apre, lasciando il posto a prati, pascoli e baite un tempo utilizzate quasi esclusivamente per monticare il bestiame e a servizio delle attività agro-forestali, oggi per lo più recuperate alla funzione di alloggio estivo di residenti e non. L’albergo ristorante “Ruscoletta” offre la possibilità di una sosta. Proseguendo lungo la strada principale, immersi nuovamente nel bosco, dopo circa un chilometro si arriva ai Prai de sòra: anche qui boschi e spazi aperti si alternano. Da Musiera svariate sono le possibilità di escursioni: dalla breve passeggiata alle più impegnative traversate, toccando magari località che nel corso della Prima Guerra Mondiale sono state teatro di significativi eventi bellici, come forcella Lavoschio, monte Salubio o monte Ciste. Calamento Se anzichè deviare per Musiera proseguiamo lungo la strada provinciale del passo Manghen costeggiando il corso del torrente Maso, a 10 km da Telve dopo aver lasciato sulla destra la località di Pontarso arriviamo in Calamento, a 1.200 metri di quota. Anche qui le casère di un tempo hanno lasciato il posto a case utilizzate per le vacanze. La località è adagiata sulla sinistra del torrente Maso, uno dei corsi d’acqua montani più belli e naturali del Trentino, ed è circondata da boschi di conifere ricchi di funghi. Subito dopo una strada forestale conduce alle malghe Cere e Valpiana, in una zona di estrema bellezza e fascino. Da qui, come pure dall’abitato, da Pupille e da numerosi altri punti della valle, partono svariati sentieri per escursioni all’interno di un ambiente pressochè incontaminato e ricco anche in questo caso di testimonianze del passato. La particolare rilevanza ambientale della zona è testimoniata dalla presenza di Valtrigona, l’unica oasi WWF che si trovi in zona alpina, la più alta d’Europa. Da Valtrighetta la strada provinciale prosegue toccando malga Valsolero, per giungere - 7 km più avanti e 600 m più in alto - al passo Manghen e alla “Manghen Hütte”. Da qui la strada scende in Val di Fiemme e tanti sentieri portano su tutte le cime di questa magnifica zona del Lagorai. 21 km e 1.500 m di dislivello da Telve al passo Manghen, una bella soddisfazione anche per i ciclisti che arrivano in vetta! Telve Valsugana Le antiche strade montane Si parte dalla frazione Parise, situata tra Telve e Torcegno, salendo dolcemente verso ovest lungo una vecchia strada selciata delimitata da muretti a secco, in un paesaggio rurale dal sapore antico. Nei prati circostanti vegetano castagni secolari, fra cui l’esemplare più grande della provincia di Trento. Giunti ai margini della frazione Campestrini si inverte la direzione prendendo la strada coincidente con il sentiero CAI-SAT n. 381 (Sentiero della Pace) che porta in direzione nord-est a Musiera. L’antico percorso, in parte ancora selciato, sale per lunghi tratti infossato nel terreno attraversando gli ultimi prati coltivati per poi entrare e tagliare in un ripido bosco di conifere e latifoglie. Poco prima di giungere sull’Altopia- no di Musiera, lungo la mulattiera, s’incontrano prima una lapide datata 1836 e poco dopo, sulla destra, un grosso masso di granito che porta incisi una croce (delimitante un confine) e una data: 1788. Abbiamo ormai raggiunto quasi i 1400 metri di quota: qui confluisce sulla destra l’antica strada di Resténa, che percorreremo in discesa. Ancora pochi passi e salendo lungo la strada forestale di sinistra (CAI-SAT n. 381) si giunge finalmente a Musiera di sopra presso il ristorante “Al Laghetto”, dove possiamo ammirare i dolci rilievi prativi, le baite e le vecchie ville padronali di Musiera. La discesa avviene come detto per la strada di Resténa, l’antica e più importante via per raggiungere Musiera direttamente da Telve. Da questa strada in tempi passati veniva fatto scendere il fieno raccolto sui prati dell’altopiano fino alle stalle del paese. La strada, profondamente infossata, conserva ancora, soprattutto nella parte alta, tratti dell’antico e rustico selciato in granito. Il bosco a queste quote è ancora ricco di faggi: un tempo tutto il versante era coperto di latifoglie mentre ora prevalgono le conifere messe a dimora dall’uomo in tempi più recenti. Il percorso è arricchito da diversi capitelli, uno dei quali sorge nei pressi di un masso granitico inclinato che presenta una rientranza utilizzata dai passanti per sedersi comodamente: il luogo viene chiamato popolarmente Pria dei Magiòi. La vecchia strada di Resténa è interrotta da una strada forestale che si segue per scendere fino a quota 780 metri circa, dove sulla destra si prende il sentiero storico di Castellalto, le cui rovine s’intravedono nel bosco. Il sentiero aggira l’antica costruzione e scende verso la frazione Parise da dove siamo partiti. Ovviamente il circuito si può percorrere anche in senso inverso. Telve Valsugana Le malghe Il gruppo montuoso del Lagorai è una delle zone del Trentino in cui l’ambiente naturale è ancora in gran parte integro; la presenza dell’uomo ha dato forma a una sorta di “simbiosi” tra le attività umane e la natura che trova espressione nelle numerose malghe che punteggiano in modo particolare il versante valsuganotto del Lagorai, a monte dei paesi dell’Ecomuseo. Situate generalmente oltre i 1400 metri di quota, le malghe sono costituite da un pascolo più o meno ampio e da alcuni edifici, perfettamente funzionali alle pratiche dell’alpeggio estivo. Il loro pregio è legato alla quantità e alla qualità dell’erba prodotta dall’alpe, accompagnate ad un adeguato carico di bestiame, il quale da tradizione rimane in montagna da giugno a settembre, per un totale di circa 100 giorni. La malga è da sempre montagna, pascolo, cultura, prodotti di qualità, tramandati molto spesso di padre in figlio. Alcune fonti comprovano che già in epoca medievale (XIV secolo) sulle montagne del Lagorai esistevano delle casàre per la lavorazione dei prodotti; gli animali trovavano riparo sotto sporgenze rocciose o sotto le fronde di qualche grande albero chiamato maresana. Furono le leggi igieniste del XIX secolo ad introdurre i grandi stalloni, detti barchi, sia per proteggere il bestiame dalle intemperie, sia per favorire una corrette concimazione del pascolo. Solo negli ultimi cinquant’anni anche il malghese ha una residenza “dignitosa“, mentre prima doveva arrangiarsi alla meglio, nella casàra o nel barco (stallone). Il formaggio e soprattutto il burro sono prodotti d’eccellenza delle malghe del Lagorai: entrambi hanno un colore giallognolo dovuto all’elevato contenuto di caroteni, presenti in quantità particolarmente elevata nei pascoli di alta quota. I caratteristici profumi e sapori sono determinati dalla composizione botanica dei pascoli e della flora microbica locale. di Pecoraro Lidio & Ferrai Enrico cell. 335 5497538 - 335 277132 Zona Artigianale e Commerciale, 1 38050 Telve Valsugana (TN) tel. e fax 0461 766317 [email protected] www.ruscarpenteria.it Telve Valsugana Cose da vedere nei dintorni di Telve Le campagne attorno a Telve conservano ancora in parte il fascino del tempo in cui agricoltura e allevamento erano alla base dell’economia di queste zone. Vecchi masi, terrazze sostenute da muri a secco in granito, castagni secolari e stradine selciate e infossate nella campagna segnano ancora qua e là il paesaggio, a ricordo delle fatiche di chi ha modellato e lavorato queste terre del passato. I CAPITELLI I capitelli, simbolo della tradizione religiosa della gente locale, esprimono la devozione e la venerazione a santi quali modelli di carità, speranza e virtù, come la Vergine Maria, San Giuseppe, Sant’Antonio. Sono realizzati in muratura o legno per opera spontanea di persone e rappresentano l’immagine del culto e l’onore alla memoria “per raccontare la fede” nel segno della preghiera dei fedeli e per invocare la protezione sull’esperienza umana del quotidiano. LE ROSE RISTORANTE Via 18 Settembre, 35 38050 Carzano Valsugana e Tesino tel. +39 0461 766177 +39 339 5476035 fax +39 0461 767942 E-mail B&B: [email protected] E-mail ristorante: [email protected] Il ristorante è aperto tutti i giorni a pranzo e a cena. Il giorno di chiusura è lunedì (esclusi i lunedì festivi e prefestivi). Propone menu per ogni occasione: pranzo di lavoro, matrimoni, ricorrenze, feste di laurea. Telve Valsugana Museo degli usi e delle tradizioni Telvate Preziosa raccolta di oggetti facenti parte della realtà contadina e rurale del paese che racconta attraverso i suoi spazi espositivi come e di cosa viveva la gente telvata fino a non molto tempo fa. Il museo, situato presso l’edificio che ospita la Biblioteca Comunale, si divide in due sezioni: a pianterreno troviamo la ricostruzione di una cantina e di una stalla; si tratta dei medesimi ambienti di un tempo, nei quali sono stati riportati oggetti e materiali che vi si trovavano fino a quando l’edificio ospitava una tipica casa contadina. A fianco dei due locali troviamo inoltre la ricostruzione di un’officina per la lavorazione dei metalli e del legno , a ricordo di come le lavorazioni di questi materiali siano state attività caratteristiche del paese, che restano importanti anche oggi. La seconda sezione del Museo è situata al terzo piano: qui si trova una zona centrale con una ricca esposizione di utensili di vita quotidiana, una piccola sezione dedicata alle scuole elementari del paese. Troviamo inoltre delle ricostruzioni di ambiente: la cucina e la camera da letto che illustrano al visitatore la semplicità e la quotidiani- tà della vita domestica. È stato ricostruito infine l’interno di un tipico ambiente di malga, in cui avveniva la lavorazione del latte per ricavarne prodotti caseari. Una caratteristica che contraddistingue questo piccolo museo sta nel fatto che tutti gli oggetti presenti, dai più preziosi ai più umili, siano stati donati dalla gente telvata all’associazione che lo cura, a testimonianza dell’importanza di esso come memoria visiva di una realtà contadina non più corrente e della volontà di tenere vivo il ricordo di costumi di vita passati fortemente identitari e non ancora dimenticati. APERTURA: ogni primo sabato del mese 9.00 - 12.00 Per visite guidate a gruppi o scolaresche contattare il num. 0461766326 Telve Valsugana La Sagra di S. Michele ‘Ncontramarzo Nella domenica più vicina al giorno dedicato al santo si tiene a Telve da alcuni anni la sagra dedicata a San Michele, antico patrono della chiesa arcipretale, raffigurato anche negli affreschi tardo gotici della chiesetta di santa Giustina, con la lancia (simbolo della difesa contro il male) e la bilancia (per “pesare” le anime dopo la morte). La sagra ricorda anche il tempo in cui (dal 1200 al 1800) nel giorno di San Michele i sudditi dovevano salire al castello per portare le decime - parte del raccolto e animali da cortile - ai signori della Giurisdizione di Castellalto. Coordinate dall’Oratorio don Bosco, fin dal 2004, tutte le associazioni di volontariato di Telve animano il centro storico - portici e angoli caratteristici - con allestimenti culturali legati alla storia del paese, con musica e degustazione di piatti e prodotti tipici. La sagra è anche l’occasione per l’apertura al pubblico dello storico parco del portico di palazzo Buffa. È la rappresentazione storico-folcloristica che le associazioni di Telve, sotto la regia della Pro Loco, portano in scena ogni due anni, a partire dal 1987, nella prima domenica di marzo. La sfilata parte in cima al paese con personaggi in costume che vanno dai signori di Castellalto, alle lavandaie con il “bigòlo” in spalla, dai bambini con i campanacci (che tra l’altro ogni anno gli ultimi giorni di febbraio girano per il paese a “risvegliare” la primavera) al bèo addobbato e inghirlandato, ai gruppi folcloristici e alla banda, per concludersi con la rappresentazione nella piazza maggiore. Qui viene data voce alla “singolar tenzone” tra il moroso e la morosa, tra gli amici di lui e le amiche di lei, tra i canti delle lavandare e i passi ritmati della paris, danza locale da ballare rigorosamente con vesti lunghe e le zocolète ai piedi per lei e pantaloni alla zuava e zòcoli per lui, fino alla dichiarazione finale tra i due innamorati. Telve Valsugana L’Ecomuseo del Lagorai CHI SIAMO L’“Ecomuseo del Lagorai - nell’antica giurisdizione di Castellalto” copre i territori dei comuni di Carzano, Telve, Telve di Sopra e Torcegno situati nella Bassa Valsugana sulla sinistra idrografica del fiume Brenta, tra il conoide del torrente Ceggio e la sponda destra del torrente Maso per poi estendersi sino a duemila metri di quota delle montagne meridionali della catena del Lagorai. L’idea di riunire i territori dei quattro comuni per dare vita all’Ecomuseo deriva dalla volontà di aiutare lo sviluppo sostenibile del territorio superando i confini amministrativi e valorizzando gli aspetti ambientali, storici, culturali e antropici dell’area. Gli stessi quattro paesi hanno infatti un passato in comune, essendosi trovati riuniti già in epoca medioevale sotto la giurisdizione dei signori di Castellalto, da cui il sottotitolo dato all’Eco- museo. Le tradizioni comuni scaturiscono dal rapporto molto stretto che le quattro comunità hanno sempre avuto con le montagne del Lagorai, i suoi pascoli e i suoi boschi hanno da sempre costituito la base per l’economia e la vita delle persone che abitano questo territorio. I TEMI La storia della giurisdizione di Castellalto Castelli e Leggende La Grande Guerra – Il fatto di Carzano I segni del sacro L’acqua Le malghe del Lagorai I castagneti Il bosco e le aree naturalistiche protette COSA FACCIAMO Ricerca Attività di recupero e divulgazione su tematiche storiche, ambientali, economiche, antropologiche legate all’ambiente e alla gente della giurisdizione di Castellalto. Didattica Rivolta alle scuole primarie, si propongo- no laboratori tematici: il bosco e il legno, la magia del formaggio, Castellalto e la sua giurisdizione, le antiche culture di una volta. Ci si rivolge alle scuole anche in maniera indiretta attraverso la sponsorizzazione di attività che pongono l’attenzione alla valorizzazione e alla conoscenza del territorio (laboratori teatrali, giornate ecologiche, visite guidate a mostre). Formazione Si promuovono corsi rivolti alla popolazione del posto su tematiche sviluppate dall’Ecomuseo. Accompagnamenti guidati Legati alle tematiche ecomuseali gli accompagnamenti che promuoviamo hanno carattere escursionistico, didattico, sportivo e coprono l’intero territorio dell’antica giurisdizione di Castellalto, i sentieri e le strutture recuperate e gestite dall’ecomuseo. Eventi o manifestazioni Si organizzano eventi e manifestazioni con lo scopo di valorizzare il territorio, la gente Telve Valsugana che lo abita e di promuovere la collaborazione tra le varie associazioni dei quattro comuni. L’Ecomuseo organizza anche corsi di antichi mestieri per salvaguardare le arti che ci hanno caratterizzato in passato. Editoria Si curano pubblicazioni con lo scopo di valorizzare e accentuare la conoscenza della storia e della specificità locale. Valorizzazione ambientale L’Ecomuseo promuove e gestisce le attività sui sentieri, sulle strutture e sul territorio dell’ecomuseo in collaborazione con le realtà comunali e la comunità di valle, gli accompagnatori di territorio e l’Apt. Nella realizzazione di attività si preferisce il coinvolgimento attivo della popolazione del territorio. COSA C’È Colle di San Pietro a Torcegno Interesse naturalistico legato alla presenza di caducifoglie mesofite e d’importanti relitti glaciali, interesse storico per la presenza d’insediamenti ancora in epoca preistorica, i resti di un castello duecentesco e delle antiche trincee della Grande Guerra. Catena del Lagorai Interesse naturalistico per la presenza di foreste di abete bianco, di abete rosso e di pino cembro, habitat in regressione su tutta la catena alpina. Presenza dell’oasi del WWF di Valtrigona, nell’alta val Calamento, nel territorio di Telve, unica oasi naturalistica del WWF italiano in territorio alpino. Interesse storico etnografico per la presenza di numerose malghe ancora attive che producono lavorati in cui rivive il sapore genuino del passato. Le cime più alte del Lagorai ospitano ancora i segni del primo conflitto mondiale. I castagneti Fascia di vegetazione di castagno che interessa tutto il territorio dell’Ecomuseo, molto caratteristica con piante secolari di notevole valore paesaggistico. Maniero di Castellalto Collocato sulle pendici del monte Mu- siera, edificato nel XIII secolo, è stato il luogo del potere politico dell’omonima giurisdizione sino al 1802. Caduto in rovina a seguito dello spostamento della famiglia Buffa nel signorile palazzo fatto costruire nel corso del Settecento in centro all’abitato di Telve. Centro di documentazione Baessa Si tratta di un ex Malga situata in Val Calamento, nel Comune di Telve, di recente ristrutturazione che è adibita a centro espositivo e documentativo. Centro Lagorai Natura Collocato nel centro dell’abitato di Torcegno, è la sede espositiva dell’Ecomuseo del Lagorai. Museo dedicato a Tarcisio Trentin Allestito a Telve di Sopra ospita una raccolta di materiale legati alla vita del passato nel nostro territorio realizzata dal nostro concittadino Tarcisio Trentin. Centrale idroelettrica dell’ENEL Collocata a Carzano, rappresenta Telve Valsugana struttura ormai storica, legata alle attività economiche del territorio. Lavatoi Interesse storico ambientale sono testimonianza delle attività femminili del passato. I segni del Sacro D’interesse artistico, storico ed etnografico sono i numerosi capitelli, edicole, cappelle e chiese che testimoniano la forte religiosità e devozione che caratterizzava la nostre realtà. Percorsi / Itinerari escursionistici Sentiero dei castagni I campi di battaglia di Musiera, Salubio e Ciste Sulle tracce di Robert Musil Il percorso del fatto di Carzano La Via Claudia Augusta Altinate Il Percorso del Sacro Sentiero natura dell’Oasi di Valtrigona Il sentiero dei castelli Sentiero naturalistico dedicato a Franco Furlan Sentiero ciclo-pedonabile 3TBIKE L’oasi di Valtrigona L’Oasi di Valtrigona, compresa tra la Val Calamento a nord e la Val di Fregio a sud, è posta sul versante nord della cresta spartiacque. Valtrigona è la prima Oasi WWF con caratteristiche alpine ed è di notevole im- SALONE SHAKERED COLOUR di Elena Sartori Via Paradiso, 7 - Tel. 0461 766655 TELVE VALSUGANA (TN) portanza nel sistema di aree protette gestite dall’Associazione in Italia. L’oasi, inaugurata il 13 luglio 1997, intende promuovere la tutela dell’ambiente, la ricerca scientifica e l’attività didattica. Il sentiero natura dell’oasi WWF di Valtrigona attraversa il piano montano, subalpino ed alpino di una vallata del Lagorai, una delle aree di maggiore naturalità delle Alpi italiane ed è un piccolo viaggio di percezione ed interpretazione delle biodiversità. L’itinerario permette di entrare in contatto con i vari habitat e con la geomorfologia dell’Oasi. Il sentiero natura è un percorso classificabile come escursionistico (E), che permette di raggiungere l’oasi WWF di Valtrigona, il centro visitatori e le Malghe e di entrare in contatto con i diversi habitat e paesaggi dell’oasi, salendo fino a Forcella Valtrigona. Da qui si può proseguire fino alla splendida cornice pastorale di Malga d’Ezze. il percorso è l’unico autorizzato all’interno dell’oasi, per limitare il disturbo a flora e fauna. Telve Valsugana LA VITA NEL TORRENTE ALPINO Il torrente Maso è un tipico corso d’acqua permanente, che scorre su un letto di rocce porfiriche, con una successione di zone a scorrimento veloce e piccole cascate, acque spumeggianti ricche di ossigeno, profonde pozze e piccole forre, alternate a zone dove le acque rallentano la loro corsa su un letto di maggiore larghezza. Sono queste le zone alluvionali ove il corso del torrente può divagare nel caso di piena depositando parte dei materiali trasportati e perdendo energia. È quindi assai importante il loro mantenimento, evitando di imbrigliare il corso d’acqua. Il torrente rappresenta l’habitat ideale per i Salmonidi quali la trota fario, che La fauna dell’oasi CITY Artisti nella Qualità Maestri nella Convenienza Via Paradiso Telve Valsugana vive in acque fresche, pulite ed ossigenate, e per i numerosi macroinvertebrati acquatici che si nascondono tra i sassi o si raccolgono in piccole anse riparate dalla corrente. Queste forme di vita hanno un importante ruolo nei meccanismi di autodepurazione dell’acqua e costituiscono la fonte nutritiva principale per le trote. Nell’oasi del WWF vive la tipica fauna alpina. Fra gli ungulati sono presenti il cervo, in continua espansione, il camoscio e il capriolo. Comuni sono poi la volpe, la lepre bianca, lo scoiattolo e l’ermellino e non mancano la martora e la marmotta recentemente insediatasi nell’oasi. Fra gli uccelli, nei cieli di Valtrigona, non è difficile osservare l’aquila, il gheppio e il corvo imperiale, mentre nei boschi s’incontrano la nocciolaia, il rampichino, varie specie di cince, il picchio nero, il picchio rosso maggiore e il più raro picchio tridattilo. Ma la caratteristica più importante dell’oasi è la presenza contemporanea dei quattro tetraonidi alpini: il gallo cedrone, il francolino del monte, il gallo forcello e la pernice bianca, quest’ultima in grave pericolo di estinzione su tutte le Alpi. • Impianti civili e industriali • Impianti fotovoltaici • Aspirazione centralizzata • Domotica ed automazione domestica • Centralini telefonici • Impianti tv terrestre e satellite Loc. Viadaman, 3 • 38050 Telve (TN) tel. 0461 766675 - fax 0461 1860875 [email protected] Spaghetteria e pizzeria Loc. Nale, 3 • 38050 Telve VALSUGANA (TN) Tel. e fax 0461 766940