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28 febbraio 2014 h.18.30
Dal cinema a Carosello
Artisti, illustratori, pubblicità e impresa
Salvador Dalí in TV
(2’), Francia - Usa, AA.VV.
Pubblicità surrealista alla fine degli anni Sessanta
Il Circo
(3’) Italia, 1953, di Paul Bianchi
Osvaldo Piccardo
(20’), Italia, 2001, di Paola Scremin
(estratto da I Fratelli Piccardo, gentile concessione Andrea Piccardo)
Tarantella di Pulcinella
(2’), Italia, 1959, di Giulio Gianini e Lele Luzzati
(gentile concessione Archivio Storico Barilla - Parma)
Cartoonists
(23’), Italia, 2007, di Guia Croce,
(estratto da Carosello, gentile concessione di Video Erre)
Novità al Salone internazionale dell’auto di Torino
(5’), Italia, 1951, di Nino e Toni Pagot, Pagot Film,
(gentile concessione Fondazione Pirelli)
Lezioni di animazione
(9’), Italia, 2008, di Guia Croce (estratto da Tutto il meglio
di Carosello, gentile concessione di Video Erre)
Vecchia Romagna etichetta Nera
(2’), Italia, 1963, di Gino e Roberto Gavioli, Gamma Film
Armando Testa una firma inconfondibile
(11’), Italia, 2007, di Guia Croce
(estratto da Carosello, gentile concessione di Video Erre)
Operazione qualità. La qualità del prodotto
(4’), Italia, 1966, Italsider, di Virgilio Tosi, animazione
Giulio Gianini e Emanuele Luzzati
(gentile concessione Fondazione Ansaldo)
Super Emmer
(25’) Italia, 2007, di Guia Croce,
(estratto da Carosello, gentile concessione di Video Erre)
Un pittore alla settimana. Giuseppe Capogrossi
(2’ 15”), Italia, 1957, G. Fabbri, Bologna, di Luciano Emmer
(gentile concessione Fabbri 1905)
Una canzone. Mina canta Sacumdì Sacumdà
(2’09”), Italia, 1970 di Valerio Zurlini, con opera di Mario
Ceroli (gentile concessione Archivio Storico Barilla - Parma)
Con la nascita del cinema, la ricerca degli artisti su l'immagine in movimento diventa
particolarmente interessante per la nascente industria pubblicitaria. Il cartoon americano,
che si sviluppa nel secondo decennio del '900, è poi codificato nello stile hollywoodiano da
Disney. Diverso il caso del film d'animazione europeo, nato in un terreno di sperimentazioni
più ricche e fantasiose, grazie a nuove figure di artisti-illustratori che traggono spunti da
forme e modelli dell'avanguardia. Mentre il nonsense, il paradosso surrealista di Salvador
Dalì (1904-1889), entra nelle sue performance pubblicitarie (Cioccolata Lanvin, Alka
Seltzer, Birra Veterano Eso, 1968), alterando la riproduzione meccanica della realtà, il
cartone animato pur contemplando la macchina da presa, rimane per sua essenza un
oggetto squisitamente tecnico, ispirato alla creazione di automi o dispositivi artistici mobili
di origine Bauhaus. Il movimento, nel cartoon è solo un'illusione ottica, il susseguirsi di
disegni o oggetti statici, nati dalla fantasia del creativo (Lezione di animazione, 2007, I
persuasori animati, Rai, 1970). La sequenza di film pubblicitari proposti, contempla una
serie di animazioni scelte, fra gli anni Cinquanta e Settanta, da prima cinematografiche, poi
televisive. Concepito del geniale cartoonist italo-russo Paul Bianchi, Il circo (1953; Gran
Premio, Cinema di Venezia), è un capolavoro che colloca l'artista fra i primi maestri in Italia
di pupazzi e oggetti animati con la tecnica stop motion, la stessa usata dal tedesco Oskar
Fischinger per la pubblicità delle Muratti (1935), ma qui, la sinfonia visiva fa danzare gli
spazzolini da denti. Assenza di parlato e utilizzo di celebri colonne sonore, eseguite ad hoc,
sono parametri richiesti da un mercato cinematografico pubblicitario, ancora internazionale.
Bianchi, lavora fra il 1949 e il '58, anno della prematura scomparsa; nello stesso periodo,
Osvaldo
Piccardo (1912-2003), noto per il Carosello, Ulisse e l'ombra (1959), lavora
sull'espressività del segno. Autore di pubblicità ricercate, Piccardo vuole superare lo stile
classico di Disney (Un aroma intorno al mondo, 1951), per arrivare a qualcosa di più
sintetico ed astratto; pare sia sua l'idea della Linea di Cavandoli, quest'ultimo, suo giovane
assistente a Milano, nello Studio P3, con la moglie Elena Pellegrini. Piccardo opera in team
con grandi artisti, come Bruno Munari (Diavolo di un Diavolo, 1952; Complessi, 1956) e
Dario Fo (Il processo, 1954). Fratello di Marcello Piccardo (Como, 1962-1972), regista con
Munari a Monte Olimpino (www.monteolimpino.it) del pionieristico cinema sperimentale
italiano, fatto in una comune ante litteram, Osvaldo si contraddistingue per l'ironia,
espressa in una visione filosofica dell'esistenza, che troviamo in film pacifisti, contro i
missili americani (L'onesto Giovanni, 1961). Lo stesso impegno sociale e la stessa forte
autorialità spinta all'immediatezza
naïf,
appare
in Emanuele
Luzzati (1921-2007),
scenografo, illustratore e autore, negli anni Sessanta, di un film promozionale per Ansaldo.
In La qualità del prodotto (Virgilio Tosi, 1966), è evidente la vicinanza con l'ironia di
Piccardo, nel comparare la spietata concorrenza industriale alla guerra, lotta barbara
espressa con segni arcaici che rimandano alla grafia di Giuseppe Capogrossi. La poetica
principale di Luzzati, è quella della favola di ispirazione classica e teatrale, a cui dedica
Tarantella di Pulcinella (1959), suo esordio al cinema pubblicitario, già a fianco
dell'amico Giulio Gianini; il soggetto, diventerà uno dei suoi cartoni animati più compiuti e
originali (Pulcinella, 1973), di figurine brutalmente ritagliate e sagomate come nel Teatro
dei Pupi.
Mentre Roma, gestisce maestranze e studi di ripresa, il cuore della pubblicità è Milano che
dal dopoguerra, prima dell'avvento della tivù, è patria delle più importanti imprese
pubblicitarie. Il primo studio di animazione milanese, nato nel 1946, è la Pagot Film dei
fratelli Tony (1921-2001) e Nino (1908-1972), attivi dagli anni Trenta (Cartoonists, 2007,
I persuasori animati, 1970) e divenuti famosi per I fratelli Dinamite (1949), primo cartoon
italiano. Tecnicamente preparatissimi, tanto da gestire anche il Technicolor, dopo la
produzione pubblicitaria per i cinema (Novità al Salone internazionale dell'auto di
Torino, 1951, I° premio Pubblicità Cinematografica), a fine anni Cinquanta, portano i loro
personaggi su Carosello. La simpatia di disegni come Draghetto Grisù (1967), contempla
un ingrediente essenziale dell'avanguardia, la sintesi grafica e di contenuti, che accelera la
forza del messaggio incidendo nella memoria. In tivù il cartoon, rimaneva una tecnica lenta
e artigianale e ciò, per economia di tempi, costringe gli illustratori a una maggior serialità e
standardizzazione. È il caso del grande successo Pagot, Calimero (1963-1975), Pulcino
nero, che entra nel lessico collettivo assieme ad alcune frasi celebri dette dalla voce di
Ignazio Colnaghi. Per 209 storie, anche a colori, Calimero è stato doppiato in giapponese.
La Paul Film, di Paul Campani (1923-1991; illustratore) e Massimino Garnier (1924-1985;
sceneggiatore), produce in sette anni, dal 1958, oltre 650 Caroselli (Cartoonists, 2007),
primo fra tanti, l'Omino coi baffi, a cui presta la voce Raffaele Pisu; geniale l'invenzione
delle lettere che escono dalla bocca, sincronizzate perfettamente con l’audio. Dal 1953,
opera a Milano un'altra importante impresa pubblicitaria: la Gamma Film di Roberto (19262007; imprenditore e regista) e Gino (1923; grafico) Gavioli, esorditi con un corto musicale
di successo, commissionato dal cinema americano. Cartoonists (I persuasori animati,
1970), da voce ai due fratelli che dal 1951, realizzarono pubblicità per grandi marche
(Ferrero, Salmoiraghi, Zoppas, Alemagna), ma anche per loro, l'opportunità arriva con
Carosello; trionfano i personaggi comici (Caio Gregorio, 1963; El Gringo, 1966), come la
famiglia di cavernicoli che si esprime in versi, Mammut, Babbut e Figliut (voci del Quartetto
Radar), in ben 54 Caroselli (1962-1965, Pirelli). Con la fine degli anni Sessanta, Roberto
inaugura una nuova tecnica che mischia realtà e animazione, guardando ai fumetti e
all'America Pop. Ma il vero pop, prima che in Italia arrivassero gli americani, è stato
Armando Testa (1917-1992), Una firma inconfondibile (2007, I persuasori animati,
1970), come titola il documentario. Testa apre lo studio a Milano nel 1956 (ancora attivo),
lavorando prevalentemente a Carosello con personaggi e pupazzi, degni della tradizione
modernista (Paulista; Papalla, ecc …). Fin da subito, abile nel plasmare l'arte al servizio
dell'impresa, asseconda il suo sogno di pittore e rielabora in maniera inedita, arte, moda,
cinema e design. Testa, che fonde con naturalezza, messaggi spiccatamente intellettuali,
con la cultura popolare, è capace di proporre citazioni Fluxus, come quella per lo spot di
Urrà Saiwa. Luciano Emmer (1918-2009; Super Emmer, 2007), autore e regista dei
primissimi Caroselli, è stato anche l'inventore dei siparietti, la nota sigla che,
come
racconta, fu realizzata "in una sola notte e con mezzi di fortuna". Emmer è stato capace di
portare sul piccolo schermo, personaggi del teatro e del mondo dello spettacolo, come
Peppino de Filippo, Totò, Dario Fo, Walter Chiari, nonché l'"incontentabile" Giampiero
Albertini. Per lui, già affermato regista di cinema, fare Carosello "era come girare dei film".
Pioniere di film sull'arte nei primissimi anni Quaranta, Emmer inventa sette Caroselli,
dedicati ad artisti quali, Guttuso, Gentilini, Salvatori, Levi, Bartoli, Cagli e Capogrossi. Unica
nel suo genere, la serie Un pittore alla settimana (Giuseppe Capogrossi, 1957),
propone l'artista nell'atelier, durante il work in progress di un'opera. Per Capogrossi,
Emmer sostituisce la tela con un vetro e l'opera diventa schermo in una singolare mise-enscène, già divulgata da affermati registi di film d'arte. Anche per Emmer, "Carosello era
uno sguardo aperto alla cultura", colta, popolare e curiosa come mostra un inedito
spezzone su Erminio Spalla, pugile, attore e scultore dilettante, che qui manipola creta fino
a dar forma al volto della figlia. Carosello a fine anni Sessanta è già palestra per altri
giovani registi, fra cui Ermanno Olmi e Valerio Zurlini, pronti a cogliere le diverse atmosfere
artistiche del momento. Accattivante, pungente e provocatoria, è, ad esempio, la proposta
di Zurlini che mette una folgorante Mina canora, di fronte a un bosco di legno che va a
fuoco, istallato del giovane Mario Ceroli (Una canzone: Mina canta Sacumdì Sacumdà,
1969).
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