Azienda Sanitaria Locale n°12 Polo Oncologico di Biella Via Caraccio, 5 – 13900 Biella Tel.015.350.3705 / Fax 015.350.3785 [email protected] – www.poloncologico.org “PROGETTO CRONICI” NEL PAZIENTE ONCOLOGICO (dati riferiti al periodo 2002-2005) “la malattia è un fenomeno che non tocca solo la fisicità: i cambiamenti avvengono sui tessuti, sugli organi ma anche e soprattutto sulla persona nel suo complesso. La malattia cambia la struttura della relazione tra uomo e contesto di vita condizionando profondamente il modo con cui una persona vive con sé stessa e si relaziona con gli altri”. (G.Ferrandes, E.Longo, P.Tempia Valenta; 2004) Nel gennaio del 2002 il Dipartimento di Salute Mentale, il Polo Oncologico e il Servizio di Psiconcologia hanno dato vita ad un progetto di ricerca relativo al paziente oncologico inserito in un più vasto progetto sulla cronicità messo a punto dal D.S.M.stesso. La letteratura scientifica internazionale, infatti, da molti anni ci indica come le persone affette da malattie croniche, essendo sottoposte a forti stress e tensioni, sono più esposte ad incorrere in problemi di ansia e/o depressione 1 , e che tale psicopatologia può incidere sugli esiti, sul “consumo di sanità” ed infine sul tasso di sopravvivenza. Per fare un unico esempio, collocabile all’imbocco del lungo tunnel della malattia cronica, la comunicazione della diagnosi coincide solo marginalmente con la reale acquisizione della consapevolezza di malattia, che comporta un processo di “adattamento” individuale di durata variabile da Ansia Stress persona a persona. prolung. Depres. Occuparsi della prevenzione dei disturbi psichiatrici in popolazioni a rischio di depressione quali sono i pazienti con importanti malattie somatiche croniche (quindi gravi) e, conseguentemente, pensare Malattia all’integrazione, favorendo l’accessibilità alle cure, Modello di oncologica degli interventi prestati a questi pazienti da più presa in carico Servizi, il Servizio Specialistico competente della integrata malattia fisica grave, la psiconcologia, il DSM ma anche il MMG (che comunque è il medico di quel paziente) ecc.è stato ritenuto da noi l’idea cardine che ha forgiato il modello organizzativo della “presa in carico”. Gli interventi sono complessi e articolati, perché svolti da più servizi, nel corso di tempio lunghi, a volte senza una fine prevedibile o per tutta la vita del paziente. Il modello dell’attuale Servizio Sanitario Nazionale, basato sulle acuzie, mostra infatti nel caso delle malattie croniche, difetti importanti: 1. la non integrazione (a volte la dis-integrazione) delle cure; 1 In oncologia l'ansia e la depressione sono tra i disturbi più frequenti.Secondo alcuni studi, la loro prevalenza è compresa tra il 6% e il 30% dei casi, a seconda dello stadio della malattia e del contesto psicosociale in cui vive il paziente.La diagnosi, però, è spesso complicata; nei pazienti oncologici, infatti, non possono essere presi in considerazione alcuni sintomi tipici della depressione (come la perdita di peso, l'astenia e la mancanza di appetito) poiché tipici anche della neoplasia.Per evitare "falsi positivi", quindi, è necessario basarsi su criteri affettivo-cognitivi, come: la demoralizzazione, l'impotenza, il senso di inutilità, la disperazione, il senso di colpa e i pensieri sul suicidio (Brigo, 1998). 2. un’efficacia ancora più bassa di quanto non avrebbero le stesse cure di cui oggi disponiamo, se opportunamente integrate; 3. importanti livelli di insoddisfazione (angoscia) dei pazienti e dei loro famigliari; 4. costi altissimi (e “inutili”!): cioè sprechi. Obiettivi della ricerca: 1. rilevare l’incidenza di disturbi psicopatologici: ansia e depressione tra pazienti oncologici in cura a Biella. 2. Raccogliere i bisogni e i disagi più avvertiti dai pazienti per poter offrire loro un trattamento specialistico psicologico 2 e/o psichiatrico 3 . 3. Riferire all’equipe dell’Oncologia i dati raccolti, organizzando una restituzione alla fine di ogni periodo di ricerca. 4. Pianificare studi prospettici per testare ulteriori ipotesi di intervento. 5. Migliorare l’organizzazione dei Servizi offerti dall’Oncologia, sulla base dell’analisi dei bisogni dei pazienti. Sono stati contattati tutti i pazienti afferenti al Day Hospital (DH) di Oncologia nei seguenti periodi: PERIODO 1° 2° 3° 4° N° SOGGETTI Gennaio / febbraio 2002 Novembre/dicembre 2002 Marzo/aprile 2004 Marzo/aprile 2005 Cronici 1 Cronici 2 Cronici 3 Cronici 4 104 102 144 150 Tot. 500 Tutta l’equipe, medici, infermieri e psicologi, partecipa attivamente alla ricerca nelle sue varie fasi: campionamento, rilevazione dati, testing, organizzazione e input dei dati, restituzione. Metodologia • • • la predisposizione quotidiana di una lista di pazienti (escludendo gli ambulatoriali) per il giorno successivo. Il luogo di somministrazione che è stato preferibilmente lo studio medico in DH. La presentazione delle psicologhe e l’informazione del Progetto ai pazienti, effettuata dal personale infermieristico. Le implicazioni psicologiche del paziente oncologico sono notevoli e riguardano tutto il ciclo della malattia, dalla comparsa dei primi sintomi, alla diagnosi, alle cure mediche.La patologia tumorale, infatti, per il suo carattere di gravità e di cronicità può avere un effetto sconvolgente sulla vita del paziente e sulla sua famiglia.La sofferenza psicologica con cui si reagisce alla scoperta della patologia ed ai trattamenti terapeutici si può configurare come una psicopatologia e produrre conseguenze, spesso a lungo termine, che richiedono trattamenti riabilitativi specifici sul piano psicoterapeutico (Cassileth et al., 1986). 3 Uno degli obiettivi fondamentali del trattamento in oncologia è il miglioramento della Qualità di Vita agendo sul disagio attuale con interventi specialistici, anche al fine di limitare il rischio di conseguenze psicopatologiche a distanza (Grassi, 1999). 2 Progetto Cronici 2 • • • • La somministrazione dei test operata da psicologhe e tirocinanti in psicologia.Tale gruppo è cambiato degli anni a causa dell’avvicendamento dei tirocini professionali. I test sono stati eseguiti del lunedì al venerdì, orario di apertura del DH, per 30 giorni. La scheda medica è stata compilata dagli oncologi. Tutti i dati del testing sono stati caricati dalle psicologhe su database creato su Access. (Il materiale cartaceo è catalogato e archiviato a disposizione presso i locali archivio del Polo Oncologico). Strumenti 1. MODULO DI CONSENSO DEL PAZIENTE A PARTECIPARE ALLA RICERCA E AL TRATTAMENTO DEI DATI ( utilizzata in forma anonima e aggregata al solo scopo di ricerca ). 2. SCHEDA ANAGRAFICA (per tutti i testing). 3. SCHEDA MEDICA (per tutti i testing). 4. SCALA DI AUTOVALUTAZIONE DELL’ANSIA (Cronici 1 e 2: ZUNG 4 Cronici 3 e 4: HADS 5 ). 5. SCALA DI AUTOVALUTAZIONE DEPRESSIONE (Cronici 1 e 2: ZUNG, Cronici 3 e 4: HADS). 6. QUESTIONARIO SULLA VALUTAZIONE DEI BISOGNI (NEQ 6 per tutti i testing). 7. QUESTIONARIO SULLA VALUTAZIONE DELLA QUALITA’DI VITA PER PAZIENTI ONCOLOGICI (EORTC QLQ-C30 7 Cronici 2, 3 e 4) La scala di Autovalutazione dell'ansia e della depressione (titolo originale Zung Self-rating Anxiety/Depression Scale) è stata formulata da William W.K.Zung nel 1971.Nella compilazione il paziente è invitato a valutare, attraverso le definizioni "raramente", "qualche volta", "spesso", "quasi sempre" (corrispondenti ai valori 1 2 3 4), la frequenza di comparsa dei sintomi descritti in ogni item (20 in tutto).Progettata per l'individuazione dei sintomi in fase diagnostica, la Scala di Zung, è risultata efficace anche come strumento di misurazione dei progressi di un paziente durante il trattamento terapeutico. 5 HADS (Hospital Anxiety and Depression Scale, Zigmond & Snaith, 1983): è una scala formato Likert composta da due sub-scale - ansia e depressione - di 7 item ciascuna; è specifica per pazienti con patologie organiche in quanto esclude sintomi somatici di disagio psicologico (cefalea, calo di peso, insonnia, ecc.) che potrebbero essere confusi con la malattia o con i sintomi correlati ai trattamenti.I punteggi totali vanno da 0 (distress assente) a 42 (massimo distress). 6 NEQ (Needs Evaluation Questionnaire, Tamburini, 2000): è un questionario composto da 23 item, a risposta dicotomica (Si/No), relativi a bisogni specifici del paziente oncologico ospedalizzato.Indaga le seguenti aree: Informazione, Comunicazione, Assistenza, Cura e Relazione. 7 EORTC Qlq-c30 è un questionario sviluppato per valutare la qualità di vita dei pazienti con cancro.È stato tradotto e validato in 63 lingue ed è stato utilizzato in più di 3.000 studi universalmente.La versione 3,0 è la più recente e utilizzata per tutti i nuovi studi. 4 Progetto Cronici 3 Tabella n°1 - caratteristiche generali del campione (N° = 500) Sesso Età Età (media) Stato Civile Scolarità Trattamenti Diagnosi oncologica F M ≤ 63 anni ≥ 63 anni 61,4 anni Celibe/nubile Coniugato/convivente Separato/divorziato Vedovo/a Senza titolo Elementari Medie inf. Medie sup./ laurea Adiuvante 1° linea Altre Linee Difosfonati Follow up Tumore mammario Tumori intestinali Tumori urologici Tumori ginecologici Tumori gastrici/pancreatici Tumori polmonari Altri tumori N° % 334 166 237 263 67 33 47,4 52,6 38 340 27 95 25 261 123 91 128 143 183 44 2 220 113 40 22 40 18 48 7,6 68 5,4 19 5 52,2 24,6 18,2 25,6 28,6 36,6 8,8 0,4 44 22,6 8 4,4 7,8 3,6 9,6 Sono stati testati 500 pazienti, afferenti in DH per trattamento: 166 maschi (33%) e 334 femmine (67%). La maggiore percentuale di donne è dovuta: 1. all’esclusione (tranne in alcuni/rari casi) dei tumori al polmone (la cui incidenza è prevalentemente maschile); questi pazienti vengono infatti curati in un altro reparto dell’ospedale (Pneumologia). 2. Dall’altissima incidenza dei tumori mammari, quasi esclusivamente femminili. Per quanto riguarda l’età, il range è 29-87: è quindi comprensibile che lo stato civile prevalente sia coniugato/convivente o vedovo/a. Progetto Cronici 4 Le Tabelle 2a e 2b mostrano i valori relativi ai vari livelli di Ansia e Depressione (suddivisi per sesso) ricavati dal campione testato attraverso l’utilizzo di apposite scale 8 . Tabella 2a - ANSIA 35% Il 19,2% dei pz.è soprasoglia: 14% Donne 5,2% Uomini 30,6% 30% 25% 22,2% 18,4% 20% Donne 15% Uomini 9,6% 8,8% 10% 3,8% 5% 4% 1% 1,2% 0,4% 0% assente sottosoglia sopr.Lieve sopr. Mod. sopr. Grave Tabella 2b - DEPRESSIONE 25% 23,4% Il 43,4% dei pz.è soprasoglia: 29,8% Donne 13,6% Uomini 20,2% 20% 15% 12,6% 13,6% 10,6% 10% 7% Donne Uomini 6,6% 5% 2,2% 3% 0,8% 0% assente sottosoglia sopr.Lieve sopr. Mod. sopr. Grave 8 Scala di auto-valutazione dell’ansia (Cronici 1 e 2: ZUNG; Cronici 3 e 4: HADS). Scala di auto-valutazione della depressione (Cronici 1 e 2: ZUNG, Cronici 3 e 4: HADS). Progetto Cronici 5 Ansia e fasce d’età Tab.n°3 12 <<39 11 39anni anni N= N=33 33 30,3% 10 D.Sopras.= 9 24,2% D.Sopras.=27,3% 27,3% 8 7 18,2% 6 15,2% Donne 5 Uomini 4 3 6,1% 2 3% 3% 1 0 assente sottosoglia sopr. Lieve 50 27% 24% 40 30 18% sopr. sopr. Grave Moderata 70 38% 50 40 21,5% 30 11,7% 20 10 40 35 7% 10 8% 3% sottosoglia 21% 21% 30 Donne Uomini 15% sopr. Lieve sopr. Moderata sopr. Grave >>70 70anni anni N= N=151 151 D.Sopras.= D.Sopras.=18% 18% 20 9% 15 7% 1,2% 25% 25 20 8,6% 10,4% 5,5% 1,8% 1,2% 0 assente 60-69 60-69anni anni N= N=153 153 D.Sopras.= D.Sopras.=24% 24% 4059anni anni N= N=163 163 40-59 D.S opras.=20% 20% D.Sopras.= 60 10 3% 2% 1% 3% 5 4% 1% 1% 0 assente sottosoglia sopr. Lieve sopr. Moderata sopr. Grave 0 assente sottosoglia sopr. Lieve sopr. Moderata sopr. Grave Nella tabella n° 3 sono stati suddivisi i pazienti in quattro gruppi, corrispondenti a quattro differenti fasce d’età, le percentuali di ogni grafico si riferiscono ad ogni gruppo considerato come un insieme a se stante.Dai risultati ottenuti l’aspetto più rilevante è la maggiore incidenza del disturbo (oltre ai valori soglia) delle donne. La differenza di genere rappresenta perciò (come conferma la letteratura sull’argomento) una variabile di fondamentale importanza che non può essere trascurata, nonostante la distribuzione numerica del campione all’interno dei vari gruppi non sia omogenea. Progetto Cronici 6 Depressione e fasce d’età Tab.n°3a <<39 39anni anni N= N=33 33 D.Sopras.= D.Sopras.=30,2% 30,2% 20 18 16 14 50 45 39,4% 30 24,2% 10 Donne Uomini 8 4 21,5% 35 12 6 26,4% 40 14,7% 25 20 11% 8,6% 15 12,1%12,1% 6,1% 3% 3% 4,9% 5,5% 10 2 0 assente sottosoglia sopr. Lieve assente sopr. sopr. Grave Moderata sottosoglia sopr. Lieve 40 30 25 5,5% 1,8% 5 0 35 40-59 40-59anni anni N=163 N=163 D.Sopras.= D.Sopras.=42,3% 42,3% 19,6% 17,6% 15,7% 14,4% 60-69 60-69anni anni N= N=153 153 D.Sopras.= D.Sopras.=42,4% 42,4% 40 35 30 21,2% sopr. Moderata sopr. Grave >>70 70anni anni N= N=151 151 D.Sopras.= D.Sopras.=49,1% 49,1% 19,2% 16,6% 25 20 Donne Uomini 8,5% 8,5% 15 7,8% 20 12,6%11,3% 7,9% 15 10 3,3% 2,6% 2% 5 7,3% 10 2% 1,3% 0,7% 5 0 assente sottosoglia sopr. Lieve sopr. Moderata sopr. Grave 0 assente sottosoglia sopr. Lieve sopr. Moderata sopr. Grave Anche in questo grafico 3a (come nel precedente) i pazienti sono stati suddivisi nelle quattro corrispondenti fasce d’età, che rappresentano quattro sottoinsiemi separati.Abbiamo rilevato un ulteriore elemento (oltre alla maggior incidenza del disturbo per quanto riguarda le donne): si può infatti ipotizzare una sensibile tendenza all’incremento della depressione in relazione all’aumentare dell’età (nonostante anche qui la distribuzione numerica del campione all’interno dei vari gruppi non sia omogenea). Progetto Cronici 7 Tab.n°4 Ansia sul tot. degli uomini e sul tot. delle donne UOMINI N= 166 3,0% 11,4% 55,5% DONNE N = 334 6,0% 1,2% 33,2% 45,8% 28,9% 13,2% 1,8% Ansia lieve Ansia moderata Ansia grave Ansia sottosoglia Ansia assente In questo grafico abbiamo voluto approfondire quanto rilevato nei due grafici precedenti (3 e 3a), ovvero: l’incidenza del disturbo in base alla differenza di genere. Abbiamo così suddiviso il campione in due sottoinsiemi separati. In questo modo risultano essere ancora più evidenti i superiori livelli di ansia soprasoglia (moderata e grave) appartenenti al sottoinsieme delle donne. Questi valori risultano comunque essere in linea con la letteratura presente sull’argomento; infatti ci mostrano come le donne siano più soggette ad incorrere in disturbi come l’ansia e la depressione (tab.n°4a) rispetto gli uomini (indipendentemente dalla malattia oncologica). Progetto Cronici 8 Tab.n°4a Depressione sul tot. degli uomini e sul tot. delle donne TOT. UOMINI N= 166 TOTALE DONNE N= 334 35% 31,9% 38,0% 20,4% 21,1% 30,2% 9,9% 6,6% 2,4% 4,5% Depressione lieve Depressione moderata Depressione grave Depressione sottosoglia Depressione assente Nella tabella 4a abbiamo analizzato i livelli di depressione soprasoglia, evidenziando l’incidenza del disturbo nel campione suddiviso per differenza di genere. Anche in questo caso due livelli soprasoglia (moderata e grave) risultano essere superiori nelle gruppo delle donne rispetto a quello degli uomini. Progetto Cronici 9 Tab.n°5 Ansia nei pazienti che vivono soli oppure no SOLI (N= 89) 7,9% 61,8% NON SOLI (N= 411) 3,4% 2,2% 13,6% 1,5% 46,2% 24,7% 5,4% 33,3% Ansia lieve Ansia moderata Ansia grave Ansia sottosoglia Ansia assente Nella tabella n° 5 abbiamo considerato i differenti livelli di ansia in pazienti che vivono da soli oppure no. In questo caso si può notare come i soggetti soli abbiano livelli soprasoglia (lieve e moderata) nettamente inferiori rispetto a coloro che non lo sono. Si può quindi ipotizzare che questi pazienti possano essere investiti dalle preoccupazioni di chi vive giorno per giorno insieme a loro; infatti molto spesso le frequenti cure e attenzioni che vengono offerte alla persona malata possono condurre ad un’enfatizzazione dello stress e della tensione emotiva che già la malattia porta con sé. Progetto Cronici 10 Tab.n°5a Depressione nei pazienti che vivono soli oppure no SOLI (N= 89) NON SOLI (N= 411) 28,1% 19,1% 31,6% 33,6% 44,9% 6,7% 21,2% 9,2% 1,1% Depressione lieve 4,4% Depressione moderata Depressione grave Depressione sottosoglia Depressione assente Nella tabella n° 5a abbiamo invece considerato i vari livelli di depressione in relazione ai pazienti che vivono da soli e no. Anche in questo caso si può notare come i soggetti non soli abbiano livelli soprasoglia (lieve, moderata e grave) nettamente superiori rispetto a coloro che lo sono. Si può quindi pensare che la stessa malattia (o le forti terapie a cui vengono sottoposti) possano portare il paziente a non sentirsi più utile come prima nella gestione delle problematiche di vita quotidiana che spesso la convivenza impone. Senza dimenticare che l’isolamento emotivo rappresenta per molti pazienti l’unica via di fuga dalla triste realtà della malattia. Nelle ultime due tabelle n°5 e n°5a abbiamo ottenuto dei risultati inaspettati, infatti vivere insieme a qualcuno dovrebbe essere un elemento di forza e protezione per soggetti con disturbi di ansia e/o depressivi. Abbiamo perciò formulato delle ipotesi a partire da quanto è stato rilevato durante la somministrazione dei test dagli stessi pazienti, in particolare: •Coloro che sono affetti da una patologia neoplastica e hanno una famiglia, vivono con maggior dolore l’eventualità di dover lasciare le persone care (come non poter vedere crescere i propri nipoti o dover abbandonare coniuge e figli,ecc… ). •Il non riuscire ad essere più utili ai propri familiari, anche nelle piccole faccende domestiche, o il sentirsi un “peso” per figli e parenti che spesso li devono accompagnare a fare esami, visite e terapie. •L’essere commiserati dalle persone con cui vivono. •Il non riuscire a trovare momenti di solitudine/tranquillità per le continue e a volte pressanti attenzioni della famiglia. Progetto Cronici 11 Da questo ne potrebbe derivare che spesso preoccupazioni e tensioni dei familiari possono riversarsi sul paziente influendo negativamente sul suo stato psico-emotivo. Tab.n°6 Ansia e stato civile Celibi/Nubili N= 38 7,9% Coniugati/Conv iventi N= 340 5,9%1,5% 12,1% 28,9% 63,2% 32,9% 47,6% ASSE NTE SOTTOSOGLIA LIEV E Separati/Divorziati N= 27 14,8% 22,2% 18,5% 44,4% MODERATA GRAVE Vedovi N=95 1,1% 3,2% 13,7% 49,5% 32,6% Tutto questo ci ha portato ad approfondire l’argomento, mettendo in relazione i due disturbi allo stato civile. Abbiamo così suddiviso il nostro campione in quattro sottoinsiemi a se stanti (celibi/nubili – coniugati/conviventi – separati/divorziati – vedovi) rilevando le percentuali dei vari livelli di ansia per ciascun gruppo. Anche in questo caso i risultati ottenuti sono in linea con quanto detto in precedenza. Si possono infatti notare livelli di ansia più elevati nel gruppo dei coniugati rispetto a quello dei celibi/nubili (tutto questo è in opposizione con quanto afferma la letteratura e cioè che la famiglia risulta essere un “contenitore” inteso come fattore di protezione per problemi d’ansia e depressione). Progetto Cronici 12 Tab.n°6a Depressione e stato civile Celibi/Nubili N= 38 Coniugati/Conviventi N= 340 9,4% 4,7% 2,6% 23,7% 44,7% 34,1% 31,8% 28,9% 20% ASSENTE SOTTOSOGLIA LIEVE Separati/Divorziati N= 27 MODERATA GRAVE Vedovi N=95 3,2% 6,3% 14,8% 33,3% 40,7% 11,1% 28,4% 37,9% 24,2% Anche in questa tabella abbiamo suddiviso il nostro campione in quattro sottoinsiemi a se stanti (celibi/nubili – coniugati/conviventi – separati/divorziati – vedovi) rilevando le % dei vari livelli di depressione per ciascun gruppo. possono infatti notare livelli di depressione più elevati nel gruppo coniugati rispetto a quello dei celibi/nubili.(Tutto questo è in opposizione con quanto afferma la letteratura e cioè che la famiglia risulta essere un “contenitore”inteso come fattore di protezione anche per la depressione ). Progetto Cronici 13 Tab.n°7 Neq 1 HO BISOGNO DI AVERE MAGGIORI INFORMAZIONI SULLA MIA DIAGNOSI 15 2 HO BISOGNO DI AVERE MAGGIORI INFORMAZIONI SULLA MIACONDIZIONE FUTURA 30 3 HO BISOGNO DI AVERE MAGGIORI INFORMAZIONI SUGLI ESAMI CHE MI STANNO FACENDO 13 4 HO BISOGNO DI AVERE MAGGIORI SPIEGAZIONI SUI TRATTAMENTI 11 5 HO BISOGNO DI ESSERE PIU’ COINVOLTO/ANELLE SCELTE TERAPEUTICHE 8 6 HO BISOGNO CHE I MEDICI E GLI INFERMIERI MI DIANO INFORMAZIONI PIU’ COMPRENSIBILI 10 7 HO BISOGNO CHE I MEDICI SIANO PIU’ SINCERI CON ME 6 8 HO BISOGNO DI AVERE UN DIALOGO MAGGIORE CON I MEDICI 13 9 HO BISOGNO CHE ALCUNI MIEI DISTURBI (DOLORE, NAUSEA, ECC.) SIANOMIGLIORI 28 10 HO BISOGNO DI MAGGIORE AIUTO PER MANGIARE, VESTIRMI ED ANDARE INBAGNO 3 11 HO BISOGNO DI MAGGIOR RISPETTO PER LA MIA INTIMITA’ 2 12 HO BISOGNO DI MAGGIORE ATTENZIONE DA PARTE DEL PERSONALE INFERMIERISTICO 1 13 HO BISOGNO DI ESSERE PIU’ RASSICURATO DAI MEDICI 14 14 HO BISOGNO CHE I SERVIZI OFFERTI DALL’ OSPEDALE (BAGNI, PASTI, PULIZIA) SIANO MIGLIORI 4 15 HO BISOGNO DI AVERE MAGGIORI INFORMAZIONI ECONOMICO-ASSICURATIVE LEGATE ALLAMIA MALATTIA(TICKET, INVALIDITA’, ECC.) 15 16 HO BISOGNO DI UN AIUTO ECONOMICO 9 17 HO BISOGNO DI PARLARE CON UNO PSICOLOGO 8 18 HO BISOGNO DI PARLARE CON UN ASSISTENTE SPIRITUALE 5 19 HO BISOGNO DI PARLARE CON PERSONE CHE HANNO AVUTO LA MIASTESSA ESPERIENZA 24 20 HO BISOGNO DI ESSERE MAGGIORMENTE RASSICURATO DAI MIEI FAMILIARI 9 21 HO BISOGNO DI SENTIRMI MAGGIORMENTE UTILE ALLA MIA FAMIGLIA 31 22 HO BISOGNO DI SENTIRMI MENO ABBANDONATO AME STESSO 12 23 HO BISOGNO DI ESSERE MENO COMMISERATO DAGLI ALTRI 18 Nella Tabella N°7, relativa alle frequenze dei bisogni nel campione totale, si evidenziano i bisogni avvertiti come fondamentali per i pazienti testati. Abbiamo considerato le percentuali di risposte sì per ognuno dei 23 item del nostro campione di 500 pazienti. In particolare la presenza di alcuni specifici bisogni è comprensibile in ragione del fatto che l'aver ricevuto una diagnosi di cancro induce la necessità di acquisire informazioni per mantenere un centro controllo sulla situazione e cercare di instaurare un nuovo equilibrio. I pazienti chiedono infatti di avere maggiori informazioni riguardo alla loro condizione futura (30%) oltre che sulla diagnosi, esami e trattamenti (15%, 13%, 11%). Questo non sempre significa che l'informazione non sia stata data, ma che i pazienti si trovano molto spesso nelle condizioni di non recepire tutto quello che viene detto loro, questo rende difficile la comprensione, infatti “le cattive notizie possono creare un black-out nell'ascolto rendendo difficile la comprensione, non può essere perciò trascurata l'indicazione a dire le cose semplicemente e più volte” (Brigo, 1998). Progetto Cronici 14 Di qui emerge il bisogno legato alla relazione con il medico, come il maggior dialogo (13%) e la maggiore rassicurazione (14%). Il NEQ non permette di definire in modo preciso a cosa quest'ultima sia riferita, se alla guarigione o ad aspetti più contingenti della malattia e dei trattamenti, ma al di là del personale significato attribuito al termine dal paziente e al di là delle specifiche informazioni sulle quali egli desideri essere "rassicurato", si ritiene che essa debba basarsi su una relazione umana, empatica e partecipativa. "La rassicurazione facilita l'adattamento a lungo termine riducendo ansia e depressione" (Fallowfield,1988). Essa potrebbe rappresentare infatti il bisogno di una relazione di contenimento emotivo all'interno della quale metabolizzare l'esperienza della malattia (soprattutto per quanto riguarda il bisogno di “essere rassicurato dai propri familiari” - 9%). Uno dei bisogni più sentiti da parte dei pazienti è sicuramente quello che riguarda "Il controllo dei disturbi"(item 9 - 28%) come dolore, nausea e vomito: può esistere infatti un'influenza reciproca tra aspetti emozionali e percezione del dolore, per cui una risposta al disagio potrebbe alleviare le sensazioni dolorose. Altri bisogni ad altissima frequenza sono: “il bisogno di parlare con persone che hanno vissuto la mia stessa esperienza”(24%) che esprime la necessità di condividere insieme ad altri la storia della propria malattia in un clima di comprensione e solidarietà. Anche “Sentirsi più utile alla propria famiglia” rappresenta uno dei bisogni più avvertiti (31%): il paziente vive un’esperienza nella quale, molto spesso, si manifesta una reale difficoltà nel riuscire a fare tutte quelle cose che si facevano prima della malattia, sperimentando così un forte senso di impotenza che in alcuni casi può condurre alla depressione. A volte il paziente può inoltre pensare che sia difficile stare vicino a chi si ammala di cancro e per questo “sentirsi abbandonato a se stesso”(12%); oppure questo può portare il paziente alla ricerca di un isolamento con la conseguente perdita di alcune relazioni, per questo motivo molto spesso il “parlare con uno psicologo”(item 17- 8%) può rappresentare una risposta adeguata alla propria sofferenza emotiva. Un elemento interessante è la bassa incidenza relativa all'esigenza di sincerità (6%) (che in molti casi potrebbe indicare uno "spontaneo" atteggiamento di sospetto legato alla cultura diffusa che tende a nascondere al malato la completezza delle sue condizioni cliniche) come anche la bassa percentuale per quanto riguarda l’item sul “rispetto della propria intimità” (2%) (legata non solo all'esposizione del corpo e all'estraneità dell'ambiente ospedaliero, ma anche e soprattutto all'esposizione della propria sofferenza psicologica). In ultimo ma non per questo meno importante, il "bisogno di parlare con un assistente spirituale“ (5%) che corrisponde, al di là della fede, alla necessità di aggrapparsi a tutte le risorse disponibili. Progetto Cronici 15 Le scale del Neq di cui si può calcolare il punteggio sono: 1. 2. 3. 4. Informazione diagnosi prognosi (items 1 e 2) (tab.n°8) Informazione esami / trattamenti (items 3 e 4) (tab.n°9) Comunicazione ( items 5 – 6 – 7 – 8 - ) (tab.n°10) Scala relazionale (items 20 – 21 – 22 ) (tab.n°11) I rimanenti 12 items non si raggruppano in scale e costituiscono scale a se stanti. Per calcolare il punteggio di ogni scala abbiamo sommato il numero di Sì ottenuto per ognuno degli items della scala, ottenendo il Punteggio Grezzo e abbiamo diviso quest’ultimo per il n° degli items della scala, moltiplicando il risultato per 100. Nella tabella 8 e 9 sono state evidenziate le percentuali delle possibili risposte agli items delle scale significative. Tab.n° 8 In fo rm a zio n e d ia g no si e p ro gn o si ( item 1 e 2 ) ““ H HO O B B IS ISO OG GN NO O D D II A AV VE ER RE EM MA AG GG G IO IO R R II IN IN F FO O RM RM A AZ Z IO IO N N II S SU UL LL LA AM M IA IA D D IA IA G GN NO OS SII”” ““ H HO O B B IS ISO OG GN NO O D D II A AV VE ER RE EM MA AG GG G IO IO R R II IN IN FF O O RM RM A A ZZ IO IO N N II S SU U LL LL A AM M IA IA C CO ON ND D IZ IZ IO IO N NE E FF U U TT U UR RA A ”” 350 6 8% 300 250 Risposta no ad entrambi gli item della scala 1 200 Risposta sì ad uno dei due item della scala 1 150 1 9 ,4% 100 1 2 ,6% 50 0 Puntegg io 0 Punteg gio 50 Risposta sì ad entrambi i due item della scala 1 Puntegg io 100 N E Q -S C A L A 1 Progetto Cronici 16 Tab.n° 9 Informazione esami / trattamenti ( item 3 e 4 ) “ BISOGNO DI AVERE M AGGIORI INFORMAZIONI INFORM AZIONI SUGLI ESAM ESAMII CHE MI M I STANNO F ACENDO ” “ HO BISOGNO DI AVERE M AGGIORI SPIEG AZIONI SUI TR ATTAMENTI” TRATTAM ENTI” 420 385 350 315 280 245 210 175 140 105 70 35 0 83,6% Risposta no ad entrambi gli item della scala 2 Risposta sì ad uno dei due item della scala 2 8,8% P untegg io 0 Punteggio 50 7,6% Risposta sì ad entrambi i due item della scala 2 Punteggio 100 NEQ- SCALA 2 Nelle tabelle 10 e 11 sono state evidenziate le percentuali delle possibili risposte agli item delle ultime due scale significative, quella della Comunicazione e della Relazione, anche se all'analisi dei questionari si evidenzia come alcuni bisogni che non appartengono alle 4 scale principali risultino comunque essere fondamentali per il campione testato; un ulteriore elemento che non può essere trascurato è la continua e incessante richiesta da parte dei pazienti testati di poter essere seguiti da uno stesso oncologo, questa problematica per molti pazienti rappresenta un disagio che potrebbe ostacolare la comunicazione tra medico e paziente e indebolire l’instaurarsi di una relazione efficace. Progetto Cronici 17 Comunicazione ( item 5, 6, 7 e 8 ) Tab.n°10 “HO BISOGNO DI ESSERE PIU’ COINVOLTO/A NELLE SCELTE TERAPEUTICHE” “HO BISOGNO CHE I MEDICI E GLI INFERMIERI MI DIANO INFORMAZIONI PIU’ COMPRENSIBILI” “HO BISOGNO CHE I MEDICI SIANO PIU’ SINCERI CON ME” “HO BISOGNO DI AVERE UN DIALOGO MAGGIORE CON I MEDICI” 350 77,8% Risposta no a tutti gli item della scala 3 300 250 Risposta sì ad 1 degli item della scala 3 200 Risposta sì a 2 degli tem della scala 3 150 Risposta sì a 3 degli item della scala 3 100 13% 50 4,8% 0 Punteggio 0 Punteggio 25 Punteggio 50 3,6% Punteggio 75 Risposta sì a tutti gli item della scala 3 0,8% Punteggio 100 NEQ- SCALA 3 Tab.n°11 R e la zio n e ( it e m 2 0 , 2 1 e 2 2 ) “ H O B ISO G N O D I E S S E R E M AG G IO RM E N T E RA S S IC U R A TO D A I M IE I F AM IL IA R I” “ H O B ISO G N O D I S E N T IRM I M AG G IO RM E NT E U T IL E A LL A M IA FAM IG L IA ” “ H O B ISO G N O D I S E N T IRM I M E NO A B BA N DO N A TO A M E S T E S S O ” 6 5 ,8% 31 5 R is pos ta no a tu tt i gli ite m de lla s ca la 3 28 0 24 5 R is pos ta sì ad un o de gli ite m d e lla sc ala 3 21 0 17 5 14 0 2 5 ,8% R is pos ta sì a due de i 3 it e m de lla s c ala 10 5 70 R is pos ta sì a tut ti e tre g li it e m de lla s c ala 6 ,8% 35 2 ,6% 0 P unt e g g i o 0 P un te g g i o 3 3,3 P un te g g i o P u nt e g g io 6 6,6 1 00 N EQ - SC AL A 4 Progetto Cronici 18 L’IMPORTANZA DELLA COMUNICAZIONE La modalità con cui si riesce a stabilire un rapporto empatico con il paziente è parte integrante della modalità di cura, di importanza certamente non inferiore all’adeguata scelta del protocollo chemioterapico e alla qualità delle terapie di supporto e dell’organizzazione logistico-assistenziale. In oncologia il forte carico di angoscia che le malattie tumorali evocano, il protrarsi delle cure che comportano importanti effetti collaterali e l’aumento della sopravvivenza, impongono alla relazione medico-paziente la necessità di una continuità di comunicazione. Perciò più che di informazione da medico a paziente occorre parlare di capacità di comunicazione e di relazione perdurante nel tempo, sarebbe utile instaurare una modalità di relazione in grado di caratterizzare e di permeare il rapporto per tutta la sua durata, attraverso una continua e modulata azione esplicativa, capace di sostenere il paziente in tutte le fasi della malattia, motivando le scelte terapeutiche, tanto più sofferte quanto più onerose in termini di tossicità, effetti collaterali, compromissione della qualità di vita. Il supporto psicologico ai pazienti, alle loro famiglie ed all’equipe curante rappresenta quindi non tanto un “lusso” offerto da direttori e amministratori sensibili, ma piuttosto un modello assistenziale integrato che permette di prendersi cura delle persone, curati e curanti, per evitare–alleviare sofferenze concomitanti, e per evitare sprechi sanitari con richieste di visite, esami, ricoveri ospedalieri motivati da disturbi dell’adattamento, ansia e depressione. La tutela del personale sanitario, risorsa umana preziosa, è inoltre un obiettivo primario in un contesto professionale complesso e invaso da vissuti di impotenza e di morte. Che dire dunque del lavoro psicologico con i pazienti, i familiari e l’equipe? Di fronte a tanto dolore, angoscia e paura di morte, cos’è il nostro ascolto, il nostro parlar con loro? Un grande cardiochirurgo, malato di tumore nella fase terminale della sua malattia ha scritto: “…Tutti evitano di parlare con noi della morte, la filosofia comune è <<non ci pensare>> o << non pensiamoci>>, così anche noi finiamo con il sentirci costretti a tacere. Ma la nostra mente, con i suoi pensieri, e la nostra anima, con le sue emozioni non tace, anzi, continua a parlarci, in solitudine; ma se parliamo, ci accorgiamo che poi, non è della morte ma della nostra vita che finiamo di parlare. I ricordi, affiorando e diventando racconto, riportandoci tutte le emozioni del passato, possono farci ritrovare l’allegria o la bellezza o il dolore o la felicità dei momenti vissuti. Ricordando e raccontando, ci consentiamo di rivivere e di rendere il nostro passato vivo e attuale, grazie a quell’immersione delle mostre emozioni, non più passate, me attuali, di sentirci di nuovo vivi e vitali, e possiamo così di nuovo ridere o piangere fino alle lacrime. Non facciamocelo portare via …”. Progetto Cronici 19 BIBLIOGRAFIA 1. Brigo B., “Ansia e depressione il benessere interiore con la medicina naturale”,Tecniche nuove, 1998. 2. Cassileth BR, Lusk EJ, Walsh WP.Anxiety levels in patients with malignant disease.The Hospice Journal 1986, 2:57-69. 3. Chiozza L.A., “Psicoanalisi e cancro”, Borla 1981 4. De Luca AM.“Atteggiamento dei curanti nella comunicazione con il paziente oncologico e consenso informato: un’indagine esplorativa”.Gior Ital Psico-oncol 1999; 1(2): 46-51. 5. Fallowfield, L.J., “Counselling for patients whit cancer”, British Medical Journal 1988; 297: 727-728.Grassi et all., “Modalità di controllo emozionale in pazienti affetti da patologia neoplastica e coronaria”, Rivista di Med.Psicosom.31: 371- 381,1986 6. G.Ferrandes, E.Longo, P.Tempia Valenta “Le emozioni dei malati e dei curanti” Centro Scientifico Editore, Torino, 2004 7. Grassi L, Morasso G.“Psico-oncologia, lusso o necessità?” Giornale Italiano di PsicoOncologia 1999; 8. 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