[Un castello nel cuore. Teresa d’Avila – Presentazione del progetto]V
V Centenario della nascita di S. Teresa
“Un castello nel cuore. Teresa d’Avila”
Evento speciale 2015
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[Un castello nel cuore. Teresa d’Avila – Presentazione del progetto]V
V Centenario della nascita di S. Teresa
Un viaggio verso la bellezza e la grazia tra parole musica luci e immagini
Pamela Villoresi
scrittura Michele Di Martino
consulenza fonti Antonio M. Sicari - Fabio Silvestri
musiche originali Luciano Vavolo
voce e canto Fabrizio Checcacci - Alessia Spinelli - Maurizio Panici
impianto scenico Carlo Bernardini
costumi Lucia Mariani
disegni Laura Riccioli
elaborazioni grafiche visuali Andrea Giansanti
luci Luca Barbati
regia Maurizio Panici
Un allestimento fortemente innovativo e pieno di suggestioni per questo spettacolo che ci vuol condurre alla scoperta di
una delle figure femminili più significative della storia della Chiesa, Teresa d’Avila, nell’anno del quinto centenario della
sua nascita: in scena una sorta di grande diamante di fibre ottiche –di cinque metri-ideato da Carlo Bernardini, parole e
canti dal vivo, i disegni di Laura Riccioli che scorrono con l’elaborazione grafica visuale di Andrea Giansanti. Quello di
Teresa è un viaggio affascinante anche per l’uomo contemporaneo, alla ricerca del “sacro” e dell’incontro con Dio nel
quotidiano che lo circonda, spesso oscuro, ed illuminato solo da piccole epifanie fulminanti e rari momenti di grazia. Una
ricerca ancora più sentita e attuale in un tempo “liquido” come il nostro, che sembra negare continuamente una visione
di futuro, costringendoci ad un eterno presente, spesso svuotato, superficiale ed opprimente. Uno spettacolo che parla
della bellezza e della Grazia, ma anche del lavoro e delle fatiche che portano alla consapevolezza di come il cuore
umano sia abitato dal mistero stesso di Dio.
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[Un castello nel cuore. Teresa d’Avila – Presentazione del progetto]V
V Centenario della nascita di S. Teresa
Il progetto e il suo interesse artistico e culturale
Il progetto teatrale “Un castello nel cuore. Teresa d’Avila” nasce dalla collaborazione tra tre soggetti – Argot
Produzioni, il Movimento Ecclesiale Carmelitano, la Provincia Veneta dell’Ordine Carmelitano – e si sviluppa nella
particolare occasione del V Centenario della nascita della mistica spagnola (28 marzo 1515 - 28 marzo 2015).
Vissuta nella Spagna del “siglo de oro”, Teresa de Haumada, poi nota con il nome religioso di Teresa di Gesù, è tra le
più grandi sante di tutti i tempi: beatificata già nel 1614 e canonizzata nel 1622, nel 1970 fu proclamata Dottore della
Chiesa da Paolo VI, prima donna in assoluto ad essere insignita con questo titolo. Un riconoscimento dovuto al suo
percorso spirituale, costellato da numerosi fenomeni mistici, provato da varie sofferenze e segnato da concretissima
intraprendenza per la Riforma del Carmelo, con la fondazione di 13 nuovi monasteri e la riforma del ramo maschile poi
affidata a Giovanni della Croce.
Ma perché scegliere Teresa d’Avila come soggetto di un progetto teatrale, che si rivolge anche ad un pubblico laico, e
perché oggi? In realtà, la scoperta che questo lavoro consente è che la sua vicenda spirituale dimostra una
sorprendente attualità. Non solo perché si tratta dell’avventura di una donna eccezionale - in tempi difficili per le donne che ha saputo segnare con la marcata femminilità ogni attività in cui si è spesa. Ma perché da sempre il fascino e la
forza della sua vita hanno suscitato un importante interesse nel pensiero e nella letteratura moderni. Così negli scritti
di Cervantes e di Lope de Vega, di Balzac e di Hugo, di Rilke, Garcia Lorca e Fogazzaro; nelle opere integrali a lei
dedicate, come quelle dello Schneider, di West, Olaizola e Dobraczynnsky; nelle originali riletture di Baroja e Kristeva
(quest’ultima, tra gli autori contemporanei più conosciuti, se pur con un taglio discutibile le ha dedicato un poderoso
volume intitolato “Teresa, mon amour”). Nè potrebbero essere dimenticati gli echi, nella letteratura e nel pensiero
moderni, dell’uso della simbolica del castello: intuizione ripresa da molti per la descrizione del mondo interiore,
proprio o altrui, spesso per dirne il dramma di un difficile, se non impossibile, accesso all’“io”. Così accade, ad esempio,
nel breve poema di Pablo Neruda, intitolato El castillo maldito; ma così anche nella clinica dei Sette piani di Dino Buzzati
(speculari alle sette dimore di Teresa), un racconto che si presta ad analisi antropologiche e spirituali simili a quelle de Il
castello di Kafka e del brano intitolato La stanza segreta che P. Valéry ha lasciato nei suoi Diari. Ma Teresa d’Avila ha
interessato in profondità anche il mondo dell’arte, come nell’opera di artisti del calibro di G. Bernini (con la sua
celeberrima “Estasi”), P.P. Rubens, B. Guidobono, M. Unterberger, F. Torelli, Salvador Dalì e M. De Unamuno, il quale,
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[Un castello nel cuore. Teresa d’Avila – Presentazione del progetto]V
V Centenario della nascita di S. Teresa
con fierezza tutta spagnola, non ha avuto timore di affermare: «Altri popoli ci hanno lasciato soprattutto istituzioni, libri:
noi abbiamo lasciato anime. Santa Teresa vale per qualsiasi istituzione, per qualsiasi “Critica della ragion pura”»1.
L’aspetto più affascinante della figura di Teresa e del suo carisma resta tuttavia legato alla possibilità di raccontarne
l’esperienza come storia di un grande amore. Più precisamente, la storia del percorso necessario ad ogni uomo per
conoscersi davvero e scoprirsi capace d’amare. Il castello interiore, nel quale è necessario entrare e restare, è infatti il
cuore dell’uomo universale che, lungi dall’essere vuoto, si scopre abitato dal Dio vivente: ciò che io sono nel mio centro
più intimo e profondo è, quindi, una relazione. Una provocazione decisiva per l’uomo di sempre, ma in modo
particolare per l’uomo contemporaneo che - sedotto da “nuovi” orizzonti antropologici ed economici - sembra aver
smarrito il suo vero centro: sino a ridurre il cuore alla misura individualistica e chiusa delle proprie paure, come quelle del
castello incomunicabile e inaccessibile dell’ “io” moderno, magistralmente descritto da F. Kafka.
Sono queste, dunque, le ragioni d’interesse del progetto proposto da Argot Produzioni, dal Movimento Ecclesiale
Carmelitano e dalla Provincia Veneta dell’Ordine Carmelitano: con “Un castello nel cuore. Teresa d’Avila” sarà infatti
offerto il racconto tratto dalla Vita della Santa di Avila e sviluppato all’interno delle sette stanze o dimore di cui
parla il suo capolavoro, il Castello interiore. Un progetto di portata nazionale che, già solo da marzo a luglio del 2015
sarà rappresentato in numerose città d’Italia (Brescia, Verona, Treviso, Trento, Palermo, Siracusa, etc.) e che esordirà
a Roma, ai primi di aprile, con una serie di repliche nella suggestiva Sala Riaria o Aula Magna del Palazzo della
Cancelleria, e come spettacolo inserito nel cartellone del Teatro Stabile.
Il testo dello spettacolo, che sarà pubblicato dalle edizioni OCD, è di Michele di Martino, che si è avvalso della
consulenza sulle fonti dei carmelitani scalzi Antonio M. Sicari e Fabio Silvestri. La regia è di Maurizio Panici,
l’organizzazione di Ornella Vannetti, le musiche originali di Luciano Vavolo e, soprattutto, la prestigiosa
interpretazione è di Pamela Villoresi. Attrice di livello internazionale nel campo teatrale e cinematografico, la Villoresi che nella sua carriera annovera un lungo sodalizio con Giorgio Strehler e lavori condivisi con Nino Manfredi e Vittorio
Gassman - dirige da anni il Festival Internazionale della Spiritualità Divinamente Roma, poi esportato anche a New York
(con patrocinio del Ministero degli Affari Esteri e dell’Unesco); nel campo cinematografico, dopo aver lavorato per la
regia di M. Bellocchio, di E. Scola, dei fratelli Taviani e di G. Ferrara, ha di recente interpretato un ruolo nel film di P.
Sorrentino La grande bellezza, vincitore dell’Oscar nel 2014.
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M. DE UNAMUNO, Del sentimento trágico de la vida, in Obras Complétas, Escelier, Madrid 1968, vol. VII, 298.
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La tournée in Italia - 2015
Foto della “prima” di Roma (Palazzo della Cancelleria) del 31 marzo 2015, alla quale era presente anche il Presidente del Senato Piero Grasso
A) DATE, CITTÀ E LUOGHI DEGLI SPETTACOLI GIÀ PROPOSTI
- Roma (28 marzo): S. Maria della Vittoria, serata d’apertura gratuita e su invito.
- Roma (31 marzo-12 aprile) 9 repliche presso la Sala Riaria del Palazzo della Cancelleria (S. Sede), nel
cartellone del Teatro Stabile Argentina di Roma.
- Adro (BS) (17 aprile) due repliche, auditorium della Scuola Cattolica “Madonna della Neve”:
- Brescia (18 aprile): serata unica in Duomo Vecchio (18 aprile)
- Breno (BS) (19 aprile): serata unica presso il Teatro delle Ali
- Orvieto (PG) (9 maggio): serata unica presso il Teatro Mancinelli
- Verona (21 maggio): serata unica nella Basilica di S. Teresa di Gesù Bambino.
- Trento (23 maggio): serata unica nel Teatro del Seminario Arcivescovile (nel programma del Festival Biblico)
- Treviso (24 maggio): serata unica presso il Teatro Eden.
B) DATE, CITTÀ E LUOGHI PER SPETTACOLI GIÀ CONFERMATI O IN VIA DI DEFINIZIONE
- Almenno S. Salvatore (BG) (25 giugno), presso la Chiesa di San Giorgio
- Firenze (1 luglio) presso il Duomo di S. Miniato
- Palermo (?): serata unica con luogo e data da definire (?)
- Enna (15 luglio): serata unica con luogo da definire
- Castellammare del Golfo (17 luglio): serata unica ai piedi del Castello
- Anagni (FR) (19 luglio): serata unica
- Siracusa (25 luglio): serata unica con luogo da definire
- Castrovillari (CS) (13 agosto): serata unica
- Arenzano (GE) (6 settembre): sagrato del Santuario di Gesù Bambino
- Roma (3-6 dicembre / 10-13 dicembre): presso il Teatro Ambra alla Garbatella (?)
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Rassegna stampa
V Centenario della nascita di S. Teresa
Per la rassegna stampa completa:
www.mec-carmel.org
Promo Realizzato dalla Luiss di Roma
(04/04/2015)
Tg2 Insieme
(06/03/2015) dal min. 11 ca
Rai News 24
(05/04/2015)
TG3 Chi è di scena
(05/04/2015) dal min. 12:37
Rai Premium Fiction Magazine
(05/04/2015) dal min. 35:30
Applausi
(06/04/2015) dal min. 1:04:15
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Radio Vaticana
(24/03/2015)
Radio Vaticana
(26/03/2015)
RADIO UNO ZAPPING
(06/04/2015) dal min. 01:03:00
V Centenario della nascita di S. Teresa
Corriere della Sera (16/04/2015)
Giornale di Brescia (16/04/2015)
La Voce del Popolo (16/04/2015)
Avvenire (27/03/2015)
Corriere della Sera (28/01/2015)
Io Donna (14/03/2015)
Corriere della Sera, 16 aprile 2015
www.vitatrentina.it (20/05/2015)
www.famigliacristiana.it (01/04/2015)
www.ansa.it (29/03/2015) scarica l’articolo integrale
www.avvenire.it (27/03/2015)
www.romasette.it (27/03/2015)
www.cameralook.it (23/03/2015)
www.sanfrancescopatronoditalia.it (20/03/2015)
www.teatrocultnews.blogspot.it (17/03/2015)
www.spettacolinews.it (09/03/2015)
www.unfoldingroma.it (07/03/2015)
www.teatrodiroma.it (marzo 2015)
www.temperamente.it (13/04/2015)
www.reporternuovo.it (13/04/2015)
www.vocidiroma.it (08/04/2015)
www.cittanuova.it (08/04/2015)
www.zenit.org (07/04/2015)
www.onlinenews.it (01/04/2015) di M.Giammusso
www.lafolla.it (06/05/2015)
www.orvietosi.it (07/05/2015)
www.eventi.controluce.it (06/05/2015)
www.umbriatouring.it (07/05/2015)
www.tgverona.it (20/05/2015)
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[Un castello nel cuore. Teresa d’Avila – Presentazione del progetto]V
V Centenario della nascita di S. Teresa
Recensioni
mercoledì, aprile 1st, 2015
TEATRO/ Pamela Villoresi, Teresa
d’Avila tra storia e fede
di Maurizio Gianmusso
Un castello nel cuore. Teresa D’Avilà è uno spettacolo alla
scoperta di una delle figure femminili più significative della
storia della Chiesa, nell’anno del quinto centenario della sua
nascita. Ma segna anche una riuscita scommessa teatrale,
che coniuga un’intensa interpretazione di un personaggio
storico e il mistero eterno della ricerca della fede: una
scommessa che Pamela Villoresi ha vinto con l’energia e
l’intelligenza delle sue prove migliori. Il testo basato
sull’autobiografia e sui molti libri pubblicati da Teresa, è
firmato da Michele De Martino; in scena ci sono anche due
eccellenti attori-cantanti, Fabrizio Checcacci e Alessia
Spinelli; la regia è di Maurizio Panici. Lo spettacolo è andato
in scena a Roma nel salone monumentale del Palazzo della
Cancelleria, un lembo di sovranità del Vaticano fuori le mura,
applaudito da un pubblico di religiosi e di laici, fra i quali il
presidente del Senato Pietro Grasso. Su una semplice
pedana percorsa da fasci di luce, la Villoresi si cala nel
personaggio e offre – al di là della pur efficace aneddotica –
l’insieme di qualità pratiche, di impegno religioso e di
continua ricerca dell’ascesi. In settanta minuti di spettacolo –
che coincidono con le ultime ore di vita di Teresa – si
racconta come, attraverso gravi e frequenti malattie,
numerose prove spirituali e la generosa risposta alle
sollecitazioni dell’Amore divino, giunse a quel grado di
perfezione in cui l’anima è pronta a un particolare servizio. S.
Teresa di Gesù, la santa di Avila, la Riformatrice del
Carmelo, la Madre dei Carmelitani Scalzi, nacque ad Avila
(Spagna) il 28 marzo 1515 da nobile e religiosa famiglia. A
21 anni divenne Carmelitana del Monastero dell’Incarnazione
di Avila. La Riforma Protestante, intanto, feriva il cuore della
Chiesa, ed ella volle creare qualcosa che si opponesse a
quella riforma. Condusse così a termine, attraverso infinite
peripezie, contrasti e sofferenze, quella Riforma del proprio
Ordine che da lei prese il nome di Carmelitane Scalze. Il 24
agosto 1562 fondava in Avila il suo primo monastero,
dedicato a San Giuseppe, ove le monache cominciarono a
vivere, in spirito di amore e di abnegazione, una vita il più
possibile vicina a quella degli antichi monaci del Monte
Carmelo. Le creazioni di monasteri delle Carmelitane Scalze
si susseguirono numerose fino al 1582; nel 1568 la Riforma
Teresiana si estendeva ai Padri e si fondava il primo
convento di Carmelitani Scalzi. L’intensità della vita
spirituale, la grande opera realizzata, la gravità delle malattie
e delle sofferenze d’ogni genere, non impedirono a Santa
Teresa di scrivere opere stupende, che consegnano a
credenti e a laici la sua esperienza mistica e la sua dottrina.
Morì nel fulgore di un’estasi, ad Alba de Tormes, il 4 ottobre
1582. Una data che chiude anche lo spettacolo di Pamela
Villoresi.
Roma, 07 Aprile 015 -ZENIT.org –
di Massimo Nardi
Ricorre quest’anno il quinto centenario di Santa Teresa
d’Avila (1515-1582), la religiosa spagnola famosa in tutto il
mondo per la riforma dell’Ordine Carmelitano. Una vita
straordinariamente intensa, divisa fra la visionarietà mistica e
l’incessante impegno per dare vita ad una serie di monasteri
fondati sulla preghiera contemplativa. Un ideale che Teresa
perseguì attraverso un proprio personale Cammino di
perfezione (titolo emblematico di un suo libro), spesso
entrando in rotta di collisione con le gerarchie ecclesiastiche.
Teresa d’Avila è considerata, tra l’altro, patrona degli scrittori.
Perché scrittrice lei stessa e perché la sua esperienza
biografica, basata sull’amicizia fra il Signore e la sua
creatura, ha un’indubbia caratura di tipo letterario. Una
valenza, appunto, che in occasione del quinto centenario
della nascita, ha ispirato una bellissima trasposizione teatrale
a cura di Michele Di Martino e Pamela Villoresi,
rispettivamente autore ed interprete di Un castello nel cuore,
dramma in versi che ricalca il titolo de Il castello
interiore(1577), un’opera di indirizzo didattico che costituisce
la “summa” dell’itinerario spirituale della grande santa.
Un castello nel cuore. Teresa d’Avila è stato proposto
congiuntamente da Argot Produzioni, dal Movimento
Ecclesiale Carmelitano e dalla Provincia Veneta dell’Ordine
Carmelitano. La regia è di Maurizio Panici, con il contributo e
il canto di Fabrizio Checcacci, Alessia Spinelli e dello stesso
Panici. Le musiche originali sono del maestro Luciano
Vavolo, l’impianto scenico di Carlo Bernardini, i disegni di
Laura Riccioli, l’elaborazione grafica di Andrea Giansanti, i
costumi di Lucia Mariani.
L’opera teatrale ha debuttato, con grande partecipazione e
successo di pubblico, il 31 marzo 2015, presso il Palazzo
della Cancelleria, sede romana della Sacra Rota, dove sarà
replicata fino al 12 aprile. La tournee proseguirà poi in tutta
Italia, con successive repliche che si terranno a Brescia (18
aprile), Orvieto (9 maggio), Verona (21 maggio), Trento (23
maggio) e Treviso (24 e 25 maggio).
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[Un castello nel cuore. Teresa d’Avila – Presentazione del progetto]V
La rappresentazione prende le mosse dalla grave malattia di
Teresa (1538), che la condusse quasi in fin di vita. Non
appena si spengono le luci in sala, lo spettatore è proiettato
in un’atmosfera mistica che l’assorbe completamente e che
non l’abbandonerà più per tutta la durata del dramma. Gli
ingredienti scenici sono essenziali, quasi scarni, con una
scenografia basata sugli effetti di luce e una colonna sonora
che sottolinea l’atmosfera sacrale. Un impianto
drammaturgico che costituisce lo sfondo ideale per
l’esuberante personalità di Pamela Villoresi, grande signora
del teatro italiano, attrice preferita di Strehler e interprete di
film “cult”, come il premio Oscar La grande bellezza.
“Dal profondo e impenetrabile buio della scena iniziano
gradualmente ad apparire dei raggi di luci diverse e confuse
che arrivano da varie direzioni e poi si incrociano e si
condensano nella parte centrale del palcoscenico”, recita il
libretto di scena. “Si disegna e si sagoma la struttura di un
diamante, come sorretto dalle stesse luci. Dentro questa
forma figurata da un pallido chiarore, si trova Teresa. È
coperta da un sudario che la vela, la avvolge interamente…”.
Segue un intenso dialogo di Teresa con l’amato padre, don
Alonso De Cepeda, che costituisce lo spunto per intessere
un ritratto biografico della santa e delle contraddizioni
esistenziali che preludono alla sua “seconda conversione”:
quella in cui darà vita al suo audace progetto riformatore.
L’abile interpolazione di parole in lingua spagnola
contribuisce alla musicalità della struttura in versi: “L’anima è
un castello dentro al cuore, / un castello, un limpido cristallo,
/ hay muchas moradas como en el cielo, / che ha molte
dimore come il cielo, / un diamante tersissimo, splendente, /
con lati illimitati, sfolgoranti. / Solo l’orazione può salvarmi, /
solo l’orazione è la mia chiave / per entrare, rientrare dentro
me, / nel castello interiore del mio cuore”. Con queste parole
Teresa sfugge alla morte e lo spettatore diviene consapevole
della sua missione. Si conclude così il primo quadro.
Seguono altri sei quadri di affabulante bellezza che
raccontano l’ascesi della santa: Teresa che rinuncia agli
ornamenti per accogliere la povertà dell’Ordine carmelitano;
Teresa che conversa con Francisco De Salcedo, suo intimo
confidente, che la riterrà vittima di possessioni diaboliche
inducendo in lei una grave sofferenza; Teresa che scrive alla
nobildonna Guiomar de Ulloa, con la quale aveva stretto
un’intensa amicizia; Teresa che si congeda con Girolamo
Graciàn, un padre carmelitano divenuto suo direttore
spirituale; Teresa che incontra Giovanni della Croce,
fondatore dei Carmelitani Scalzi; Teresa “felicissima e in
preghiera” che si congeda dalla vita terrena con queste
parole: “O Signor mio, mio Sposo, ya es tiempo, / Senor y
Dios mio, que nos juntemos, / è giunto il tempo che noi ci
uniamo…”. Parole, quest’ultime, tradotte sulla scena con una
figurazione d’estasi di rara potenza, che conclude
magistralmente la performance della Villoresi.
V Centenario della nascita di S. Teresa
I sette quadri sono l’occasione per rappresentare l’intero
percorso mistico della santa, attraverso l’alternarsi di brani
descrittivi e di soluzioni metaforiche affidate al linguaggio
della poesia. “Dal giorno in cui, per la prima volta, capitai ad
Avila, nel 1980, con una tournee delPiccolo Teatro, capii che
era avvenuto un incontro, che da lì iniziava, per me, un
cammino”, ha dichiarato Pamela Villoresi. “L’opera di questa
donna piena di fede, amore, forza, umiltà e coraggio, mi
metteva davanti alla mia inadeguatezza. Mi sentivo (come lei
stessa descrive) ancora fuori dal castello interiore, dal
diamante; ne intravedevo solo la luce e la complessità…”.
Per molti anni, la Villoresi ha inseguito il sogno di portare in
scena la figura di Teresa d’Avila, proponendo la stesura del
testo ad autori di chiara fama, che si ritrassero di fronte alla
problematicità dell’impegno (“Davanti a Teresa mi casca la
penna di mano!”, affermò il poeta Mario Luzi). Il connubio
artistico è infine riuscito con Michele Di Martino, docente di
lettere presso il Liceo Classico “Luciano Manara” di Roma,
autore molto stimato dalla Villoresi e avvalorato da
precedenti esperienze collaborative con la grande interprete.
La prima reazione del pubblico è stata entusiasmante ed ha
premiato i lunghi anni di ricerca e di attesa. Ora questa
compagnia teatrale intende dare continuità ad uno spettacolo
che, prima ancora d’essere una rappresentazione, è un atto
d’amore e di empatica identificazione con la figura della
santa: confidando in una ulteriore estensione della
programmazione nel corso dei molteplici eventi che
costelleranno il prossimo Giubileo.
Avvenire, 27 marzo 2015
PARLA PAMELA VILLORESI
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[Un castello nel cuore. Teresa d’Avila – Presentazione del progetto]V
V Centenario della nascita di S. Teresa
Pamela Villoresi
Pamela Villoresi, 57 anni, ha iniziato il suo percorso artistico a 15 anni al Teatro Studio del
Metastasio di Prato e, già all’età di 18 anni, è approdata al Piccolo Teatro di Milano, iniziando il
lungo sodalizio artistico con Giorgio Strehler; con lui ha lavorato per 20 anni, con Jack Lang,
all’Unione dei Teatri Europei. È sempre stata attratta dalle culture di tutta Europa e, grazie anche
alle sue origini mittleuropee (madre tedesca, nonna austriaca, bisnonna ungherese), recita in 5
lingue. Ha vinto numerosissimi premi tra cui: 2 Maschere IDI, 1 biglietto d’oro AGIS, 1 Grolla d’oro, 2
UBU, un premio alla carriera, ed uno per la Pace (con Rogova e il Patriarca di Gerusalemme) per
l’impegno con i giovani. È stata inoltre tra le cento personalità invitate da Benedetto XVI, da tutto il
mondo, per la giornata con gli artisti. Protagonista di quasi cento spettacoli teatrali, dodici produzioni
televisive, 11 film, ha lavorato con colleghi come Tino Carraro, Nino Manfredi, Omero Antonutti,
Vittorio Gassman, Moni Ovadia, Bruno Ganz, Massimo Wertmuller, David Sebasti, Elena Zareschi,
Elisabetta Pozzi, Piera Degli Esposti, Laura Betti, Didi Perego, etc, ed è stata diretta da grandi
registi come Bellocchio, i fratelli Taviani, Mario Ferrero, Ettore Scola, Giancarlo Cobelli, Maurizio Panici, Mario Missiroli, Paolo
Sorrentino, ma soprattutto dal suo padre artistico e maestro: Giorgio Strehler. Per molte volte regista, ha anche presentato
programmi televisivi (Mille e una donna) e vari Festival di musica classica e contemporanea. Appassionata di poesia, ha realizzato
20 recital e melologhi (che rappresenta in tutta Italia e nel mondo) e ha lavorato, come voce recitante, con le più grandi orchestre
europee (Orchestra Filarmonica di Vienna, l’Orchestra Regionale Toscana, etc.). Ha prestate sovente la sua opera per il mondo del
lavoro e per le battaglie sui diritti civili. Da sempre ha promosso nuovi talenti: ha commissionato, messo in scena e fatto pubblicare
almeno 15 testi di autori italiani contemporanei e ha creato vari corsi per allievi attori e musicisti. A Prato ha ideato e realizzato
PROGEAS, un nuovo Corso di Laurea di 1° livello sui mestieri promozionali e organizzativi dello spettacolo. Ha collaborato con la
Commissione Ministeriale per il TEATROFESTIVALITALIA e con l’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico. È stata direttrice
artistica di vari Festival e dirige da vari anni il Festival Internazionale della Spiritualità Divinamente Roma, da lei ideato e realizzato in
collaborazione col MIBAC, l’Assessorato alla Cultura del Comune di Roma e l’ETI, e in base al cui successo è derivata la volontà di
esportarlo in altre capitali del mondo per promuovere gli artisti italiani. Così è nato anche Divinamente New York (con la
collaborazione del Ministero degli Affari Esteri e il patrocinio dell’Unesco).
Michele Di Martino
Nato a Caltanissetta, laureatosi in Lettere a Palermo, è stato membro dell’Associazione
Culturale “Comitato di Salute Pubblica del Centro Sicilia”, fondatore e redattore del giornale “La
Marianne”, periodico di politica, cultura e società. Ha fondato l’associazione culturale “Segni
dell’anima” ed è stato docente nei laboratori teatrali promossi dall’omonima associazione a
Prato (1998-2001). E’ stato consulente scientifico del Festival della cultura latina “Drama”
(collaborazione con il Ministero dei Beni Culturali e la Soprintendenza ai Beni Archeologici
dell’Emilia Romagna). Presso l’Università di Firenze, per il corso di Laurea in PRO.GE.A.S.,
svolge dal 2004 attività seminariali per il modulo di Storia del Teatro e dello Spettacolo.
Numerosi i suoi testi per il teatro (tra gli altri: Il caso Fedra, Atreus et Iliona, Atridi, Didone,
L’Arca di Noé, L’ora di Otranto, Il Cantico dei Cantici, Odi et amo, Il salotto parigino di Rossini) che sono stati messi in scena in
Italia ed all’estero per la regia di Beppe Arena, Maurizio Panici, Pamela Villoresi (tra gli altri) e l’interpretazione di Maddalena Crippa,
Alessandro Haber, Amanda Sandrelli, Pamela Villoresi, Edoardo Siravo, Vanessa Gravina. Ha tradotto ed adattato più di venti opere
di autori greci e latini (Eschilo, Aristofane, Plauto, Virgilio, Ovidio, Petronio, Seneca) e moderni (Grillparzer, Checov). Ha curato la
drammaturgia di numerosi spettacoli (tra gli altri: Sicilitudine, La morte si sconta vivendo, Il buon governo, Dio maternamente,
Memoriae temporum, Non è stata mia vita altro che affanno, Il leone maremmano). È docente ordinario di materie letterarie e latino
presso il Liceo Classico Statale “Luciano Manara” di Roma.
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[Un castello nel cuore. Teresa d’Avila – Presentazione del progetto]V
V Centenario della nascita di S. Teresa
Maurizio Panici
Dopo le prime esperienze sul palcoscenico come attore, ha creato nel 1984
l’Argot studio, teatro in cui è iniziata la carriera di molti autori e attori che si sono
poi imposti sulla scena teatrale e cinematografica. Come regista e produttore ha
rivolto grande attenzione alla drammaturgia contemporanea di autori italiani e
stranieri e ha affrontato i testi classici offrendone una lettura moderna (gli
shakespeariani Romeo e Giulietta, 1995, e Troilo e Cressida, 1999; Antigone,
1996, 2011, di J. Anouilh, e la riscrittura di Orestea-Atridi, 1998, 2011). Dopo il
pirandelliano I giganti della montagna (2001), ha proseguito il suo percorso
artistico dirigendo una versione musicale di Lisistrata (2003), ha affrontato il
mondo poetico e rarefatto di A.P. Čechov con Tre sorelle (2004), si è dedicato
agli adattamenti dei film Sinfonia d’autunno (2007) da I. Bergman e Eva contro
Eva (2012) da J.L. Mankiewicz; contemporaneamente ha approfondito tematiche attuali con i testi drammatici La Maria Zanella
premio Ubu 2005, Secondo Qoèlet (2006), e con le commedie L’appartamento è occupato! (2007) di J.-M. Chevret e Appuntamento
a Londra (2009) di M. Vargas Llosa. Nel 2010 ha diretto il docu-film Mediterraneo e dal 2011 è Direttore del Teatro stabile di
innovazione di Orvieto. Ha collaborato con il Festival “Teatro dello Spirito “ di S. Miniato per diversi anni, realizzando nel 2004 “Il
dilemma del Prigioniero” di David Edgard, nel 2005 “Il Custode dell’acqua” di Franco Scaglia ispirato alla figura di padre Michele
Piccirillo e nel 2010 “Processo a Gesù “ di Diego Fabbri in occasione del centenario dalla nascita. Per il Festival “ Divinamente Roma
” mette in scena nel 2010 “Francesca , la santa degli emigranti” di Enrico Groppali con Vanessa Gravina. Nel 2013, in occasione del
Giubileo Eucaristico straordinario indetto da Papa Benedetto XVI per il Miracolo di Bolsena e l’istituzione della festività del Corpus
Domini, mette in scena sul sagrato del Duomo di Orvieto “Il Miracolo del Sacro Corporale” di Giuseppe Baiocco, una riscrittura di un
dramma sacro del 1300.
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