[Un castello nel cuore. Teresa d’Avila – Presentazione del progetto]V V Centenario della nascita di S. Teresa “Un castello nel cuore. Teresa d’Avila” Evento speciale 2015 1 [Un castello nel cuore. Teresa d’Avila – Presentazione del progetto]V V Centenario della nascita di S. Teresa Un viaggio verso la bellezza e la grazia tra parole musica luci e immagini Pamela Villoresi scrittura Michele Di Martino consulenza fonti Antonio M. Sicari - Fabio Silvestri musiche originali Luciano Vavolo voce e canto Fabrizio Checcacci - Alessia Spinelli - Maurizio Panici impianto scenico Carlo Bernardini costumi Lucia Mariani disegni Laura Riccioli elaborazioni grafiche visuali Andrea Giansanti luci Luca Barbati regia Maurizio Panici Un allestimento fortemente innovativo e pieno di suggestioni per questo spettacolo che ci vuol condurre alla scoperta di una delle figure femminili più significative della storia della Chiesa, Teresa d’Avila, nell’anno del quinto centenario della sua nascita: in scena una sorta di grande diamante di fibre ottiche –di cinque metri-ideato da Carlo Bernardini, parole e canti dal vivo, i disegni di Laura Riccioli che scorrono con l’elaborazione grafica visuale di Andrea Giansanti. Quello di Teresa è un viaggio affascinante anche per l’uomo contemporaneo, alla ricerca del “sacro” e dell’incontro con Dio nel quotidiano che lo circonda, spesso oscuro, ed illuminato solo da piccole epifanie fulminanti e rari momenti di grazia. Una ricerca ancora più sentita e attuale in un tempo “liquido” come il nostro, che sembra negare continuamente una visione di futuro, costringendoci ad un eterno presente, spesso svuotato, superficiale ed opprimente. Uno spettacolo che parla della bellezza e della Grazia, ma anche del lavoro e delle fatiche che portano alla consapevolezza di come il cuore umano sia abitato dal mistero stesso di Dio. 2 [Un castello nel cuore. Teresa d’Avila – Presentazione del progetto]V V Centenario della nascita di S. Teresa Il progetto e il suo interesse artistico e culturale Il progetto teatrale “Un castello nel cuore. Teresa d’Avila” nasce dalla collaborazione tra tre soggetti – Argot Produzioni, il Movimento Ecclesiale Carmelitano, la Provincia Veneta dell’Ordine Carmelitano – e si sviluppa nella particolare occasione del V Centenario della nascita della mistica spagnola (28 marzo 1515 - 28 marzo 2015). Vissuta nella Spagna del “siglo de oro”, Teresa de Haumada, poi nota con il nome religioso di Teresa di Gesù, è tra le più grandi sante di tutti i tempi: beatificata già nel 1614 e canonizzata nel 1622, nel 1970 fu proclamata Dottore della Chiesa da Paolo VI, prima donna in assoluto ad essere insignita con questo titolo. Un riconoscimento dovuto al suo percorso spirituale, costellato da numerosi fenomeni mistici, provato da varie sofferenze e segnato da concretissima intraprendenza per la Riforma del Carmelo, con la fondazione di 13 nuovi monasteri e la riforma del ramo maschile poi affidata a Giovanni della Croce. Ma perché scegliere Teresa d’Avila come soggetto di un progetto teatrale, che si rivolge anche ad un pubblico laico, e perché oggi? In realtà, la scoperta che questo lavoro consente è che la sua vicenda spirituale dimostra una sorprendente attualità. Non solo perché si tratta dell’avventura di una donna eccezionale - in tempi difficili per le donne che ha saputo segnare con la marcata femminilità ogni attività in cui si è spesa. Ma perché da sempre il fascino e la forza della sua vita hanno suscitato un importante interesse nel pensiero e nella letteratura moderni. Così negli scritti di Cervantes e di Lope de Vega, di Balzac e di Hugo, di Rilke, Garcia Lorca e Fogazzaro; nelle opere integrali a lei dedicate, come quelle dello Schneider, di West, Olaizola e Dobraczynnsky; nelle originali riletture di Baroja e Kristeva (quest’ultima, tra gli autori contemporanei più conosciuti, se pur con un taglio discutibile le ha dedicato un poderoso volume intitolato “Teresa, mon amour”). Nè potrebbero essere dimenticati gli echi, nella letteratura e nel pensiero moderni, dell’uso della simbolica del castello: intuizione ripresa da molti per la descrizione del mondo interiore, proprio o altrui, spesso per dirne il dramma di un difficile, se non impossibile, accesso all’“io”. Così accade, ad esempio, nel breve poema di Pablo Neruda, intitolato El castillo maldito; ma così anche nella clinica dei Sette piani di Dino Buzzati (speculari alle sette dimore di Teresa), un racconto che si presta ad analisi antropologiche e spirituali simili a quelle de Il castello di Kafka e del brano intitolato La stanza segreta che P. Valéry ha lasciato nei suoi Diari. Ma Teresa d’Avila ha interessato in profondità anche il mondo dell’arte, come nell’opera di artisti del calibro di G. Bernini (con la sua celeberrima “Estasi”), P.P. Rubens, B. Guidobono, M. Unterberger, F. Torelli, Salvador Dalì e M. De Unamuno, il quale, 3 [Un castello nel cuore. Teresa d’Avila – Presentazione del progetto]V V Centenario della nascita di S. Teresa con fierezza tutta spagnola, non ha avuto timore di affermare: «Altri popoli ci hanno lasciato soprattutto istituzioni, libri: noi abbiamo lasciato anime. Santa Teresa vale per qualsiasi istituzione, per qualsiasi “Critica della ragion pura”»1. L’aspetto più affascinante della figura di Teresa e del suo carisma resta tuttavia legato alla possibilità di raccontarne l’esperienza come storia di un grande amore. Più precisamente, la storia del percorso necessario ad ogni uomo per conoscersi davvero e scoprirsi capace d’amare. Il castello interiore, nel quale è necessario entrare e restare, è infatti il cuore dell’uomo universale che, lungi dall’essere vuoto, si scopre abitato dal Dio vivente: ciò che io sono nel mio centro più intimo e profondo è, quindi, una relazione. Una provocazione decisiva per l’uomo di sempre, ma in modo particolare per l’uomo contemporaneo che - sedotto da “nuovi” orizzonti antropologici ed economici - sembra aver smarrito il suo vero centro: sino a ridurre il cuore alla misura individualistica e chiusa delle proprie paure, come quelle del castello incomunicabile e inaccessibile dell’ “io” moderno, magistralmente descritto da F. Kafka. Sono queste, dunque, le ragioni d’interesse del progetto proposto da Argot Produzioni, dal Movimento Ecclesiale Carmelitano e dalla Provincia Veneta dell’Ordine Carmelitano: con “Un castello nel cuore. Teresa d’Avila” sarà infatti offerto il racconto tratto dalla Vita della Santa di Avila e sviluppato all’interno delle sette stanze o dimore di cui parla il suo capolavoro, il Castello interiore. Un progetto di portata nazionale che, già solo da marzo a luglio del 2015 sarà rappresentato in numerose città d’Italia (Brescia, Verona, Treviso, Trento, Palermo, Siracusa, etc.) e che esordirà a Roma, ai primi di aprile, con una serie di repliche nella suggestiva Sala Riaria o Aula Magna del Palazzo della Cancelleria, e come spettacolo inserito nel cartellone del Teatro Stabile. Il testo dello spettacolo, che sarà pubblicato dalle edizioni OCD, è di Michele di Martino, che si è avvalso della consulenza sulle fonti dei carmelitani scalzi Antonio M. Sicari e Fabio Silvestri. La regia è di Maurizio Panici, l’organizzazione di Ornella Vannetti, le musiche originali di Luciano Vavolo e, soprattutto, la prestigiosa interpretazione è di Pamela Villoresi. Attrice di livello internazionale nel campo teatrale e cinematografico, la Villoresi che nella sua carriera annovera un lungo sodalizio con Giorgio Strehler e lavori condivisi con Nino Manfredi e Vittorio Gassman - dirige da anni il Festival Internazionale della Spiritualità Divinamente Roma, poi esportato anche a New York (con patrocinio del Ministero degli Affari Esteri e dell’Unesco); nel campo cinematografico, dopo aver lavorato per la regia di M. Bellocchio, di E. Scola, dei fratelli Taviani e di G. Ferrara, ha di recente interpretato un ruolo nel film di P. Sorrentino La grande bellezza, vincitore dell’Oscar nel 2014. 1 M. DE UNAMUNO, Del sentimento trágico de la vida, in Obras Complétas, Escelier, Madrid 1968, vol. VII, 298. 4 [Un castello nel cuore. Teresa d’Avila – Presentazione del progetto]V V Centenario della nascita di S. Teresa La tournée in Italia - 2015 Foto della “prima” di Roma (Palazzo della Cancelleria) del 31 marzo 2015, alla quale era presente anche il Presidente del Senato Piero Grasso A) DATE, CITTÀ E LUOGHI DEGLI SPETTACOLI GIÀ PROPOSTI - Roma (28 marzo): S. Maria della Vittoria, serata d’apertura gratuita e su invito. - Roma (31 marzo-12 aprile) 9 repliche presso la Sala Riaria del Palazzo della Cancelleria (S. Sede), nel cartellone del Teatro Stabile Argentina di Roma. - Adro (BS) (17 aprile) due repliche, auditorium della Scuola Cattolica “Madonna della Neve”: - Brescia (18 aprile): serata unica in Duomo Vecchio (18 aprile) - Breno (BS) (19 aprile): serata unica presso il Teatro delle Ali - Orvieto (PG) (9 maggio): serata unica presso il Teatro Mancinelli - Verona (21 maggio): serata unica nella Basilica di S. Teresa di Gesù Bambino. - Trento (23 maggio): serata unica nel Teatro del Seminario Arcivescovile (nel programma del Festival Biblico) - Treviso (24 maggio): serata unica presso il Teatro Eden. B) DATE, CITTÀ E LUOGHI PER SPETTACOLI GIÀ CONFERMATI O IN VIA DI DEFINIZIONE - Almenno S. Salvatore (BG) (25 giugno), presso la Chiesa di San Giorgio - Firenze (1 luglio) presso il Duomo di S. Miniato - Palermo (?): serata unica con luogo e data da definire (?) - Enna (15 luglio): serata unica con luogo da definire - Castellammare del Golfo (17 luglio): serata unica ai piedi del Castello - Anagni (FR) (19 luglio): serata unica - Siracusa (25 luglio): serata unica con luogo da definire - Castrovillari (CS) (13 agosto): serata unica - Arenzano (GE) (6 settembre): sagrato del Santuario di Gesù Bambino - Roma (3-6 dicembre / 10-13 dicembre): presso il Teatro Ambra alla Garbatella (?) 5 [Un castello nel cuore. Teresa d’Avila – Presentazione del progetto]V Rassegna stampa V Centenario della nascita di S. Teresa Per la rassegna stampa completa: www.mec-carmel.org Promo Realizzato dalla Luiss di Roma (04/04/2015) Tg2 Insieme (06/03/2015) dal min. 11 ca Rai News 24 (05/04/2015) TG3 Chi è di scena (05/04/2015) dal min. 12:37 Rai Premium Fiction Magazine (05/04/2015) dal min. 35:30 Applausi (06/04/2015) dal min. 1:04:15 6 [Un castello nel cuore. Teresa d’Avila – Presentazione del progetto]V Radio Vaticana (24/03/2015) Radio Vaticana (26/03/2015) RADIO UNO ZAPPING (06/04/2015) dal min. 01:03:00 V Centenario della nascita di S. Teresa Corriere della Sera (16/04/2015) Giornale di Brescia (16/04/2015) La Voce del Popolo (16/04/2015) Avvenire (27/03/2015) Corriere della Sera (28/01/2015) Io Donna (14/03/2015) Corriere della Sera, 16 aprile 2015 www.vitatrentina.it (20/05/2015) www.famigliacristiana.it (01/04/2015) www.ansa.it (29/03/2015) scarica l’articolo integrale www.avvenire.it (27/03/2015) www.romasette.it (27/03/2015) www.cameralook.it (23/03/2015) www.sanfrancescopatronoditalia.it (20/03/2015) www.teatrocultnews.blogspot.it (17/03/2015) www.spettacolinews.it (09/03/2015) www.unfoldingroma.it (07/03/2015) www.teatrodiroma.it (marzo 2015) www.temperamente.it (13/04/2015) www.reporternuovo.it (13/04/2015) www.vocidiroma.it (08/04/2015) www.cittanuova.it (08/04/2015) www.zenit.org (07/04/2015) www.onlinenews.it (01/04/2015) di M.Giammusso www.lafolla.it (06/05/2015) www.orvietosi.it (07/05/2015) www.eventi.controluce.it (06/05/2015) www.umbriatouring.it (07/05/2015) www.tgverona.it (20/05/2015) 7 [Un castello nel cuore. Teresa d’Avila – Presentazione del progetto]V V Centenario della nascita di S. Teresa Recensioni mercoledì, aprile 1st, 2015 TEATRO/ Pamela Villoresi, Teresa d’Avila tra storia e fede di Maurizio Gianmusso Un castello nel cuore. Teresa D’Avilà è uno spettacolo alla scoperta di una delle figure femminili più significative della storia della Chiesa, nell’anno del quinto centenario della sua nascita. Ma segna anche una riuscita scommessa teatrale, che coniuga un’intensa interpretazione di un personaggio storico e il mistero eterno della ricerca della fede: una scommessa che Pamela Villoresi ha vinto con l’energia e l’intelligenza delle sue prove migliori. Il testo basato sull’autobiografia e sui molti libri pubblicati da Teresa, è firmato da Michele De Martino; in scena ci sono anche due eccellenti attori-cantanti, Fabrizio Checcacci e Alessia Spinelli; la regia è di Maurizio Panici. Lo spettacolo è andato in scena a Roma nel salone monumentale del Palazzo della Cancelleria, un lembo di sovranità del Vaticano fuori le mura, applaudito da un pubblico di religiosi e di laici, fra i quali il presidente del Senato Pietro Grasso. Su una semplice pedana percorsa da fasci di luce, la Villoresi si cala nel personaggio e offre – al di là della pur efficace aneddotica – l’insieme di qualità pratiche, di impegno religioso e di continua ricerca dell’ascesi. In settanta minuti di spettacolo – che coincidono con le ultime ore di vita di Teresa – si racconta come, attraverso gravi e frequenti malattie, numerose prove spirituali e la generosa risposta alle sollecitazioni dell’Amore divino, giunse a quel grado di perfezione in cui l’anima è pronta a un particolare servizio. S. Teresa di Gesù, la santa di Avila, la Riformatrice del Carmelo, la Madre dei Carmelitani Scalzi, nacque ad Avila (Spagna) il 28 marzo 1515 da nobile e religiosa famiglia. A 21 anni divenne Carmelitana del Monastero dell’Incarnazione di Avila. La Riforma Protestante, intanto, feriva il cuore della Chiesa, ed ella volle creare qualcosa che si opponesse a quella riforma. Condusse così a termine, attraverso infinite peripezie, contrasti e sofferenze, quella Riforma del proprio Ordine che da lei prese il nome di Carmelitane Scalze. Il 24 agosto 1562 fondava in Avila il suo primo monastero, dedicato a San Giuseppe, ove le monache cominciarono a vivere, in spirito di amore e di abnegazione, una vita il più possibile vicina a quella degli antichi monaci del Monte Carmelo. Le creazioni di monasteri delle Carmelitane Scalze si susseguirono numerose fino al 1582; nel 1568 la Riforma Teresiana si estendeva ai Padri e si fondava il primo convento di Carmelitani Scalzi. L’intensità della vita spirituale, la grande opera realizzata, la gravità delle malattie e delle sofferenze d’ogni genere, non impedirono a Santa Teresa di scrivere opere stupende, che consegnano a credenti e a laici la sua esperienza mistica e la sua dottrina. Morì nel fulgore di un’estasi, ad Alba de Tormes, il 4 ottobre 1582. Una data che chiude anche lo spettacolo di Pamela Villoresi. Roma, 07 Aprile 015 -ZENIT.org – di Massimo Nardi Ricorre quest’anno il quinto centenario di Santa Teresa d’Avila (1515-1582), la religiosa spagnola famosa in tutto il mondo per la riforma dell’Ordine Carmelitano. Una vita straordinariamente intensa, divisa fra la visionarietà mistica e l’incessante impegno per dare vita ad una serie di monasteri fondati sulla preghiera contemplativa. Un ideale che Teresa perseguì attraverso un proprio personale Cammino di perfezione (titolo emblematico di un suo libro), spesso entrando in rotta di collisione con le gerarchie ecclesiastiche. Teresa d’Avila è considerata, tra l’altro, patrona degli scrittori. Perché scrittrice lei stessa e perché la sua esperienza biografica, basata sull’amicizia fra il Signore e la sua creatura, ha un’indubbia caratura di tipo letterario. Una valenza, appunto, che in occasione del quinto centenario della nascita, ha ispirato una bellissima trasposizione teatrale a cura di Michele Di Martino e Pamela Villoresi, rispettivamente autore ed interprete di Un castello nel cuore, dramma in versi che ricalca il titolo de Il castello interiore(1577), un’opera di indirizzo didattico che costituisce la “summa” dell’itinerario spirituale della grande santa. Un castello nel cuore. Teresa d’Avila è stato proposto congiuntamente da Argot Produzioni, dal Movimento Ecclesiale Carmelitano e dalla Provincia Veneta dell’Ordine Carmelitano. La regia è di Maurizio Panici, con il contributo e il canto di Fabrizio Checcacci, Alessia Spinelli e dello stesso Panici. Le musiche originali sono del maestro Luciano Vavolo, l’impianto scenico di Carlo Bernardini, i disegni di Laura Riccioli, l’elaborazione grafica di Andrea Giansanti, i costumi di Lucia Mariani. L’opera teatrale ha debuttato, con grande partecipazione e successo di pubblico, il 31 marzo 2015, presso il Palazzo della Cancelleria, sede romana della Sacra Rota, dove sarà replicata fino al 12 aprile. La tournee proseguirà poi in tutta Italia, con successive repliche che si terranno a Brescia (18 aprile), Orvieto (9 maggio), Verona (21 maggio), Trento (23 maggio) e Treviso (24 e 25 maggio). 8 [Un castello nel cuore. Teresa d’Avila – Presentazione del progetto]V La rappresentazione prende le mosse dalla grave malattia di Teresa (1538), che la condusse quasi in fin di vita. Non appena si spengono le luci in sala, lo spettatore è proiettato in un’atmosfera mistica che l’assorbe completamente e che non l’abbandonerà più per tutta la durata del dramma. Gli ingredienti scenici sono essenziali, quasi scarni, con una scenografia basata sugli effetti di luce e una colonna sonora che sottolinea l’atmosfera sacrale. Un impianto drammaturgico che costituisce lo sfondo ideale per l’esuberante personalità di Pamela Villoresi, grande signora del teatro italiano, attrice preferita di Strehler e interprete di film “cult”, come il premio Oscar La grande bellezza. “Dal profondo e impenetrabile buio della scena iniziano gradualmente ad apparire dei raggi di luci diverse e confuse che arrivano da varie direzioni e poi si incrociano e si condensano nella parte centrale del palcoscenico”, recita il libretto di scena. “Si disegna e si sagoma la struttura di un diamante, come sorretto dalle stesse luci. Dentro questa forma figurata da un pallido chiarore, si trova Teresa. È coperta da un sudario che la vela, la avvolge interamente…”. Segue un intenso dialogo di Teresa con l’amato padre, don Alonso De Cepeda, che costituisce lo spunto per intessere un ritratto biografico della santa e delle contraddizioni esistenziali che preludono alla sua “seconda conversione”: quella in cui darà vita al suo audace progetto riformatore. L’abile interpolazione di parole in lingua spagnola contribuisce alla musicalità della struttura in versi: “L’anima è un castello dentro al cuore, / un castello, un limpido cristallo, / hay muchas moradas como en el cielo, / che ha molte dimore come il cielo, / un diamante tersissimo, splendente, / con lati illimitati, sfolgoranti. / Solo l’orazione può salvarmi, / solo l’orazione è la mia chiave / per entrare, rientrare dentro me, / nel castello interiore del mio cuore”. Con queste parole Teresa sfugge alla morte e lo spettatore diviene consapevole della sua missione. Si conclude così il primo quadro. Seguono altri sei quadri di affabulante bellezza che raccontano l’ascesi della santa: Teresa che rinuncia agli ornamenti per accogliere la povertà dell’Ordine carmelitano; Teresa che conversa con Francisco De Salcedo, suo intimo confidente, che la riterrà vittima di possessioni diaboliche inducendo in lei una grave sofferenza; Teresa che scrive alla nobildonna Guiomar de Ulloa, con la quale aveva stretto un’intensa amicizia; Teresa che si congeda con Girolamo Graciàn, un padre carmelitano divenuto suo direttore spirituale; Teresa che incontra Giovanni della Croce, fondatore dei Carmelitani Scalzi; Teresa “felicissima e in preghiera” che si congeda dalla vita terrena con queste parole: “O Signor mio, mio Sposo, ya es tiempo, / Senor y Dios mio, que nos juntemos, / è giunto il tempo che noi ci uniamo…”. Parole, quest’ultime, tradotte sulla scena con una figurazione d’estasi di rara potenza, che conclude magistralmente la performance della Villoresi. V Centenario della nascita di S. Teresa I sette quadri sono l’occasione per rappresentare l’intero percorso mistico della santa, attraverso l’alternarsi di brani descrittivi e di soluzioni metaforiche affidate al linguaggio della poesia. “Dal giorno in cui, per la prima volta, capitai ad Avila, nel 1980, con una tournee delPiccolo Teatro, capii che era avvenuto un incontro, che da lì iniziava, per me, un cammino”, ha dichiarato Pamela Villoresi. “L’opera di questa donna piena di fede, amore, forza, umiltà e coraggio, mi metteva davanti alla mia inadeguatezza. Mi sentivo (come lei stessa descrive) ancora fuori dal castello interiore, dal diamante; ne intravedevo solo la luce e la complessità…”. Per molti anni, la Villoresi ha inseguito il sogno di portare in scena la figura di Teresa d’Avila, proponendo la stesura del testo ad autori di chiara fama, che si ritrassero di fronte alla problematicità dell’impegno (“Davanti a Teresa mi casca la penna di mano!”, affermò il poeta Mario Luzi). Il connubio artistico è infine riuscito con Michele Di Martino, docente di lettere presso il Liceo Classico “Luciano Manara” di Roma, autore molto stimato dalla Villoresi e avvalorato da precedenti esperienze collaborative con la grande interprete. La prima reazione del pubblico è stata entusiasmante ed ha premiato i lunghi anni di ricerca e di attesa. Ora questa compagnia teatrale intende dare continuità ad uno spettacolo che, prima ancora d’essere una rappresentazione, è un atto d’amore e di empatica identificazione con la figura della santa: confidando in una ulteriore estensione della programmazione nel corso dei molteplici eventi che costelleranno il prossimo Giubileo. Avvenire, 27 marzo 2015 PARLA PAMELA VILLORESI 9 [Un castello nel cuore. Teresa d’Avila – Presentazione del progetto]V V Centenario della nascita di S. Teresa Pamela Villoresi Pamela Villoresi, 57 anni, ha iniziato il suo percorso artistico a 15 anni al Teatro Studio del Metastasio di Prato e, già all’età di 18 anni, è approdata al Piccolo Teatro di Milano, iniziando il lungo sodalizio artistico con Giorgio Strehler; con lui ha lavorato per 20 anni, con Jack Lang, all’Unione dei Teatri Europei. È sempre stata attratta dalle culture di tutta Europa e, grazie anche alle sue origini mittleuropee (madre tedesca, nonna austriaca, bisnonna ungherese), recita in 5 lingue. Ha vinto numerosissimi premi tra cui: 2 Maschere IDI, 1 biglietto d’oro AGIS, 1 Grolla d’oro, 2 UBU, un premio alla carriera, ed uno per la Pace (con Rogova e il Patriarca di Gerusalemme) per l’impegno con i giovani. È stata inoltre tra le cento personalità invitate da Benedetto XVI, da tutto il mondo, per la giornata con gli artisti. Protagonista di quasi cento spettacoli teatrali, dodici produzioni televisive, 11 film, ha lavorato con colleghi come Tino Carraro, Nino Manfredi, Omero Antonutti, Vittorio Gassman, Moni Ovadia, Bruno Ganz, Massimo Wertmuller, David Sebasti, Elena Zareschi, Elisabetta Pozzi, Piera Degli Esposti, Laura Betti, Didi Perego, etc, ed è stata diretta da grandi registi come Bellocchio, i fratelli Taviani, Mario Ferrero, Ettore Scola, Giancarlo Cobelli, Maurizio Panici, Mario Missiroli, Paolo Sorrentino, ma soprattutto dal suo padre artistico e maestro: Giorgio Strehler. Per molte volte regista, ha anche presentato programmi televisivi (Mille e una donna) e vari Festival di musica classica e contemporanea. Appassionata di poesia, ha realizzato 20 recital e melologhi (che rappresenta in tutta Italia e nel mondo) e ha lavorato, come voce recitante, con le più grandi orchestre europee (Orchestra Filarmonica di Vienna, l’Orchestra Regionale Toscana, etc.). Ha prestate sovente la sua opera per il mondo del lavoro e per le battaglie sui diritti civili. Da sempre ha promosso nuovi talenti: ha commissionato, messo in scena e fatto pubblicare almeno 15 testi di autori italiani contemporanei e ha creato vari corsi per allievi attori e musicisti. A Prato ha ideato e realizzato PROGEAS, un nuovo Corso di Laurea di 1° livello sui mestieri promozionali e organizzativi dello spettacolo. Ha collaborato con la Commissione Ministeriale per il TEATROFESTIVALITALIA e con l’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico. È stata direttrice artistica di vari Festival e dirige da vari anni il Festival Internazionale della Spiritualità Divinamente Roma, da lei ideato e realizzato in collaborazione col MIBAC, l’Assessorato alla Cultura del Comune di Roma e l’ETI, e in base al cui successo è derivata la volontà di esportarlo in altre capitali del mondo per promuovere gli artisti italiani. Così è nato anche Divinamente New York (con la collaborazione del Ministero degli Affari Esteri e il patrocinio dell’Unesco). Michele Di Martino Nato a Caltanissetta, laureatosi in Lettere a Palermo, è stato membro dell’Associazione Culturale “Comitato di Salute Pubblica del Centro Sicilia”, fondatore e redattore del giornale “La Marianne”, periodico di politica, cultura e società. Ha fondato l’associazione culturale “Segni dell’anima” ed è stato docente nei laboratori teatrali promossi dall’omonima associazione a Prato (1998-2001). E’ stato consulente scientifico del Festival della cultura latina “Drama” (collaborazione con il Ministero dei Beni Culturali e la Soprintendenza ai Beni Archeologici dell’Emilia Romagna). Presso l’Università di Firenze, per il corso di Laurea in PRO.GE.A.S., svolge dal 2004 attività seminariali per il modulo di Storia del Teatro e dello Spettacolo. Numerosi i suoi testi per il teatro (tra gli altri: Il caso Fedra, Atreus et Iliona, Atridi, Didone, L’Arca di Noé, L’ora di Otranto, Il Cantico dei Cantici, Odi et amo, Il salotto parigino di Rossini) che sono stati messi in scena in Italia ed all’estero per la regia di Beppe Arena, Maurizio Panici, Pamela Villoresi (tra gli altri) e l’interpretazione di Maddalena Crippa, Alessandro Haber, Amanda Sandrelli, Pamela Villoresi, Edoardo Siravo, Vanessa Gravina. Ha tradotto ed adattato più di venti opere di autori greci e latini (Eschilo, Aristofane, Plauto, Virgilio, Ovidio, Petronio, Seneca) e moderni (Grillparzer, Checov). Ha curato la drammaturgia di numerosi spettacoli (tra gli altri: Sicilitudine, La morte si sconta vivendo, Il buon governo, Dio maternamente, Memoriae temporum, Non è stata mia vita altro che affanno, Il leone maremmano). È docente ordinario di materie letterarie e latino presso il Liceo Classico Statale “Luciano Manara” di Roma. 10 [Un castello nel cuore. Teresa d’Avila – Presentazione del progetto]V V Centenario della nascita di S. Teresa Maurizio Panici Dopo le prime esperienze sul palcoscenico come attore, ha creato nel 1984 l’Argot studio, teatro in cui è iniziata la carriera di molti autori e attori che si sono poi imposti sulla scena teatrale e cinematografica. Come regista e produttore ha rivolto grande attenzione alla drammaturgia contemporanea di autori italiani e stranieri e ha affrontato i testi classici offrendone una lettura moderna (gli shakespeariani Romeo e Giulietta, 1995, e Troilo e Cressida, 1999; Antigone, 1996, 2011, di J. Anouilh, e la riscrittura di Orestea-Atridi, 1998, 2011). Dopo il pirandelliano I giganti della montagna (2001), ha proseguito il suo percorso artistico dirigendo una versione musicale di Lisistrata (2003), ha affrontato il mondo poetico e rarefatto di A.P. Čechov con Tre sorelle (2004), si è dedicato agli adattamenti dei film Sinfonia d’autunno (2007) da I. Bergman e Eva contro Eva (2012) da J.L. Mankiewicz; contemporaneamente ha approfondito tematiche attuali con i testi drammatici La Maria Zanella premio Ubu 2005, Secondo Qoèlet (2006), e con le commedie L’appartamento è occupato! (2007) di J.-M. Chevret e Appuntamento a Londra (2009) di M. Vargas Llosa. Nel 2010 ha diretto il docu-film Mediterraneo e dal 2011 è Direttore del Teatro stabile di innovazione di Orvieto. Ha collaborato con il Festival “Teatro dello Spirito “ di S. Miniato per diversi anni, realizzando nel 2004 “Il dilemma del Prigioniero” di David Edgard, nel 2005 “Il Custode dell’acqua” di Franco Scaglia ispirato alla figura di padre Michele Piccirillo e nel 2010 “Processo a Gesù “ di Diego Fabbri in occasione del centenario dalla nascita. Per il Festival “ Divinamente Roma ” mette in scena nel 2010 “Francesca , la santa degli emigranti” di Enrico Groppali con Vanessa Gravina. Nel 2013, in occasione del Giubileo Eucaristico straordinario indetto da Papa Benedetto XVI per il Miracolo di Bolsena e l’istituzione della festività del Corpus Domini, mette in scena sul sagrato del Duomo di Orvieto “Il Miracolo del Sacro Corporale” di Giuseppe Baiocco, una riscrittura di un dramma sacro del 1300. 11