Il risveglio della cultura nel Basso Medioevo Il risveglio economico e la formazione dei comuni determinò la nascita delle scuole laiche. Nell’Alto Medioevo infatti la Chiesa aveva avuto il monopolio della gestione delle scuole, frequentate solo dai figli dei nobili. Con la rinascita delle città e l’ascesa della borghesia si estese la scolarizzazione: nacquero così le scuole artigianali (XII secolo) e le scuole comunali (XIV secolo). Esse erano scuole aperte soprattutto per i borghesi e dovevano venivano insegnante materie pratiche. Nello stesso periodo il matematico e mercante Leonardo Fibonacci scrisse importanti trattati di geometria e algebra. In Italia le prime scuole laiche furono organizzate dai comuni della Toscana: qui si imparava a leggere e a scrivere. Di fronte all’esigenza di avere funzionari efficienti nacquero le università: associazioni di studenti e di insegnanti dove si insegnavano le arti liberali, la medicina, la teologia e il diritto. La prima università fu quella di Bologna, fondata nel 1088 e divenuta celebre per l’insegnamento del diritto. Importante era poi la sede di Salerno in Italia. Il latino era la lingua dei dotti e in alcuni casi veniva utilizzato nei documenti ufficiali. Il linguaggio quotidiano della gente era invece costituito dal cosiddetto volgare, nato dalla mescolanza tra il latino parlato e le lingue delle vecchie genti barbare. In Europa erano parecchie le lingue volgari derivate dal latine, dette neolatine o romanze: l’italiano, la lingua d’oc, la lingua d’oїl , il portoghese, il catalano, il castigliano, il ladino e il rumeno. Il Medioevo è un’epoca fortemente impregnata di religiosità, la quale trova un manifestazione tangibile nella produzione artistica: le chiese, gli affreschi, le sculture e le vetrate. Due stili architettonici si affermarono nel Basso Medioevo: il Romanico e il Gotico. Anche la musica in questo periodo al servizio della fede e viene utilizzata per musicare le laudi, poesie di argomento religioso, e temi tratti dalla Bibbia. Si diffuse il canto gregoriano, che deve il nome a papa Gregorio Magno (fine VI secolo): erano composizioni senza accompagnamento musicale, utilizzate nelle cerimonie religiose.