Buena Vista Social Club: sin clave no hay Salsa!

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Buena Vista Social Club: sin
clave no hay Salsa!
testo di Erika Sambuco – foto di Serena De Angelis e Roberto
Panucci
Esiste, non so bene per quale “magia”, questa cosa che si
chiama ritmo e, se si ha la fortuna di “sentirne il richiamo”,
si viene travolti in un vortice di movimento, passione,
qualcosa di incontrollabile… Esistono poi quei gruppi musicali
che di questo ritmo ne hanno fatto e continuano a farne la
storia e, senza alcun dubbio, la storica Orquestra del Buena
Vista Social Club è uno di questi e, tra i concerti più attesi
dell’edizione 2012 di “Luglio Suona Bene” sicuramente, il loro
occupava un posto di grande rilievo. Data conclusiva del tour
italiano quella di ieri sera all’Auditorium Parco della Musica
di Roma eppure, ho ancora dubbi sul fatto che ci trovassimo
nella Cavea… Sembrava piuttosto di essere in quell’omonimo
vecchio club dell’Avana, riservato ai neri durante gli anni
della dittatura di Batista, dove il gruppo di veterani
musicisti cubani iniziarono le loro carriere in sordina col
Son de Cuba. Musica nato dalla fusione di ritmi europei e neri
africani ma che poi ha dato origine a balli come la salsa, di
cui Cuba ne è la patria. Quello dei Buena Vista Social Club è
un sound da sentire, danzare, una filosofia di vita,
espressione dell’intimo modo di essere della loro gente, dove
anche i bambini apprendono i primi rirmi, i primi passi ancor
prima di imparare a camminare.
E lungo per loro è stato il cammino fino a che, nel nel 1996,
Ry Cooder decide di registrare e produrre un album di son
cubano con musicisti locali: l’unico album realizzato
dall’Orquestra in studio nel 1997. Il disco riscosse
immediatamente un enorme e meritato successo di pubblico e
critica; all’album, che vide la partecipazione di un
suggestivo ensemble di veterani musicisti cubani, fece seguito
l’uscita del celeberrimo e fortunatissimo film di Wim Wenders
(che incassò in tutto il mondo 23.002.182 dollari):
diventarono una leggenda di livello mondiale!! Ieri sera, dopo
migliaia di performances, eccoli ancora sul palco con suoni
dal grande sabor. Da allora e nel frattempo se ne sono andati,
tra gli altri, Compay Segundo, Ruben Gonzalez e Ibrahim
Ferrer, ma le caratteristiche e le sonorità dell’Orquestra
sono rimaste intatte. L’attuale formazione, che continua a
muoversi
con
grazia
e
continuità nel solco della
tradizione, è un complesso
nel quale il singolo è al
servizio della canzone e del
gruppo, ma nello stesso tempo
in
ogni
brano
viene
ritagliato
uno
spazio
specifico nel quale ogni
componente può mettersi in evidenza e mostrare il proprio
talento, come si conviene alle big band di jazz latino. Tra
vecchie leggende e nuove generazioni, quattordici i musicisti
sul palco: il trombettista Guarjiro Mirabal (classe 1933), il
virtuoso del laud cubano (uno strumento simile al liuto)
Barbarito Torres e il direttore dell’Orquestra che suona il
trombone Jesus “Aguaje” Ramos, “superstiti” della vecchia
formazione (presenti anche nel film di Wenders). Con loro, il
chitarrista Eliades Ochoa (noto invece per aver partecipato
all’incisione del disco Buena Vista Social Club del ’97)
vincitore del Grammy Award. Gustosi quanto arditi pout pourri
musicali, che mescoleranno elementi di jazz, musica classica e
sonorità caraibiche, evidenzieranno il talento di Rolandito
Luna (pianoforte) e Angel Terry (congas). La giovane
generazione è rappresentata invece da talenti vocali del
calibro di Carlos Calunga, una delle voci cubane più amate
oggi, nonché dalla sinuosa e conturbante Idania Valdés che ha
interpretato con intensità e sex appeal l’inebriante “La Rosa
Oriental” e mescolando la sua voce a quella di Calunga per la
divertentissima “El Bodeguero (toma chocolate)”. Dopo quasi
un’ora di spettacolo, ecco salire sul palco “las mas bonita,
la mas sexy! Omara del Muuundo, Omara Portuondo!”, voce calda
e straordinaria, nonostante la sua veneranda età (ottantadue
anni appena compiuti), non perde l’entusiasmo e la carica
della gioventù. Sulle scene da quando aveva solo dieci anni,
Omara Portuondo è un vero animale da palco: canta, balla e
coinvolge il pubblico senza sosta ringraziando in un perfetto
italiano. Ciascuno di questi artisti ha un approccio molto
personale all’ampio range di stili di musica cubana, ed ha
apportato il proprio estro individuale al Son montunos, al
danzon, al cha cha cha, al bolero ed al jazz cubano ed in
tutti questi anni questi straordinari artisti hanno acquisito
sempre maggiore consapevolezza delle loro capacità, mantenendo
la passione per la musica immutata e continuando ad esprimersi
con un’esuberanza ed una vitalità più accesa che mai. “Quizas
Quizas”, “El cuarto de Tula”, “De Camino a la Vereda”, “El
Carrettero”, “Tres Palabras” :questi solo alcuni dei pezzi
eseguiti dalla Orquestra! Immancabile la famosissima “Chan
Chan” interpretata da Eliades Ochoa e il suono inconfondibile
della sua chitarra,una chitarra modificata a otto corde con la
quale riesce a ottenere una straordinaria sonorità tresera,
eseguita in maniera impeccabile (nonostante la mancanza della
voce di Compay Segundo) che ha smosso corpo e cuore degli
spettatori. Due ore di grande spettacolo, musica e ritmi
caraibici: tutti a battere le mani in piedi, tanti a cantare e
qualcuno anche a bailar seguendo el rirmo de la clave perchè
sin clave no hay Salsa, sotto il palco, sopra le scalinate,
completamente immersi nell’alma cubana che L’Orquestra ci ha
fatto vivere… Per il Bis, le magiche “Dos Gardenias” e
“Candela”! L’Orquesta Buena Vista Social Club ed il caldo
estivo ci hanno fatto viaggiare con la fantasia fino a quella
terra lontana, ci hanno fatto sentire il Sabor che è l’anima
pulsante… L’espressione di istinti profondi che si liberano in
suoni e movimenti armonici seguendo il ritmo, questa energia
che si diffonde e fa vibrare tutti gli atomi del nostro corpo
per propagarsi al di là dei confini dello stesso: la bellezza
di avere nel sangue l’allegria, il gioioso ritmo, sensualità e
vita.
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