“Pasci i miei agnelli. Pastura le mie pecore, pasci le mie pecore

“Pasci i miei agnelli. Pastura le mie pecore, pasci le mie pecore”.
Essere Pastori della creazione Divina: Una Riflessione dopo Pasqua
Il Parco Balzac si trova proprio vicino alla nostra Casa Madre di Angers. Coloro che vivono ad
Angers e coloro che hanno visitato la Casa Madre, hanno avuto la possibilità di camminare in
questa splendida area naturale di 46 ettari, che ospita da 20 anni una variegata fauna e flora in un
ambiente protetto. Ogni parte del parco è chiaramente indicata da cartelli. Uno dei cartelli informa i
visitatori che l'erba alta non è il risultato di negligenza, ma piuttosto un tentativo deliberato di
sviluppare un ambiente sano e adatto alla flora e alla fauna del parco. In questa parte del mondo,
abbiamo le risorse necessarie per prenderci cura della creazione di Dio, grazie all’abbondanza
dell’acqua e a un’alimentazione varia.
Tutte le aree del nostro pianeta non sono tuttavia così fertili come la Valle della Loira e dei suoi
dintorni. Alcuni di noi vivono in zone dove l'acqua è scarsa e sappiamo molto bene che la siccità e
il cambiamento climatico colpisce molte specie viventi sulla Terra, inclusi gli esseri umani.
L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura, ha stimato che nel 2010,
925 milioni di persone, ovvero il 13,6% della popolazione mondiale stimata, era denutrita, e la
maggior parte di loro vive in paesi in via di sviluppo1. Essere pastore della creazione Divina,
significa aiutare le persone che soffrono la fame e la malnutrizione sul nostro pianeta, in modo che
“Tutti abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza”. Andiamo a leggere una storia del Vangelo che ci
permetterà di approfondire il nostro impegno per la conversione ecologica, al fine di portare la vita
a tutti.
La storia del Vangelo (Gv 21, 15-17)
Quand'ebbero fatto colazione, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni, mi ami più
di questi?» Egli rispose: «Sì, Signore, tu sai che ti voglio bene». Gesù gli disse: «Pasci i
miei agnelli». Gli disse di nuovo, una seconda volta: «Simone di Giovanni, mi ami?» Egli
rispose: «Sì, Signore; tu sai che ti voglio bene». Gesù gli disse: «Pastura le mie pecore».
Gli disse la terza volta: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?» Pietro fu rattristato che egli
avesse detto la terza volta: «Mi vuoi bene?» E gli rispose: «Signore, tu sai ogni cosa; tu
conosci che ti voglio bene». Gesù gli disse: «Pasci le mie pecore».
1
Vedere il collegamento in inglese
http://www.worldhunger.org/articles/Learn/world%20hunger%20facts%202002.htm. del 08/11/12.
E' interessante osservare il contesto di questa storia. L'ultimo capitolo del Vangelo di Giovanni
inizia con una storia legata all’alimentazione. Gesù è risorto dai morti. Lui appare ai suoi discepoli
sulle rive del lago e condivide con loro un pasto a base di pesce e pane con i suoi discepoli. Egli
prende il pane e glielo offre. Poi fa la stessa cosa con il pesce. Le sue azioni ci ricordano quelle di
Giovanni, al capitolo 6, dove Gesù prende il pane, lo benedice e lo distribuisce alla folla seduta, e
lo stesso fa con il pesce. Gli elementi terrestri, del pane e del pesce, si trovano nei due racconti. La
materialità del pane, frutto della terra e del lavoro dell'uomo, e quella del pesce che viene dalle
acque e che alimenta tante vite, sono i segni di ciò che i Cristiani chiameranno Eucaristia2.
Nel Vangelo di Giovanni, capitolo 21, la natura materiale del pane e del pesce rivelano la
risurrezione di Gesù ai suoi discepoli. E' in questo contesto che Gesù domanda tre volte a Pietro
“mi ami?”. In questa fase, è interessante rileggere il passo, prestando attenzione a ogni parola.
Prestate attenzione al cambiamento del verbo “pascere” a “pasturare” e ancora a “pascere”, e
all'alternanza di “pecore” e “agnelli”. Il termine “essere pastore” o “prendersi cura”, si traduce in
inglese come “to tend”, che è un verbo di origine greca, ed è molto vicino alla parola pecora che in
inglese si dice “sheep”. Così può essere facilmente tradotto in italiano come “pascere” o
“pasturare” (prendersi cura). Qui si tratta più di essere un pastore e di badare e prendersi cura
delle pecore. Mettetevi nei panni di ogni personaggio di questa storia, includendo le pecore e gli
agnelli. Identificatevi con ciascuno di loro.
Questa storia ha diversi significati. Da un lato ci mostra un invito a Pietro a fare marcia indietro sul
suo precedente rifiuto a Gesù, espresso tre volte. Dall’altro lato possiamo anche ricordare che tutte
le creature si nutrono dei frutti della Terra, che devono essere trattati con rispetto: la storia di
Giovanni, al capitolo 6, ci ricorda le istruzioni che dà Gesù ai suoi discepoli, di raccogliere i pezzi di
pane rimasti, affinché nulla vada perduto. Da un altro punto di vista, questa storia offre un modello
di leadership agli uomini, che tiene in considerazione l’alimentazione e il fatto di prendersi cura
degli altri, un modello che include tutti, i giovani e gli anziani (le pecore come gli agnelli). Anche se
il Gesù di San Giovanni, concentra la sua attenzione ai suoi discepoli, la nostra coscienza
ecologica emergente ci permette di riconoscere l'origine del simbolismo e di estenderlo oltre
l'umano, a tutta la comunità della Terra.
Il commento di Santa Maria Eufrasia.
Santa Maria Eufrasia ha qualcosa da comunicarci sul significato di questo testo. Torniamo al suo
commento breve ma molto significativo: Gesù Cristo non disse a Pietro: “Governa, sii il maestro”,
2
Ricordate le parole di Thomas Gleb: « Un elemento materiale rivela un segno e un segno porta a nuove rivelazioni,
continuamente », citato nella Riflessione precedente (n°2) sulla Conversione Ecologica.
ma si servì del vocabolo “Pasci!”, che significa “Prepara la pastura, dà il nutrimento ai tuoi agnelli,
alle tue pecore”3 .
Pietro è stato riconosciuto come una guida tra i discepoli di Gesù. Santa Maria Eufrasia sottolinea
che questo non gli dà il permesso di dominare gli altri, di sottometterli o di guardarli dall’alto in
basso. Ancora una volta, le sue parole ci conducono alla natura materiale dell'esperienza: essere
cresciuto in un ambiente vicino alla natura, dove le pecore, gli agnelli e i pastori, hanno fatto parte
della sua vita quotidiana. La sua interpretazione delle parole di Gesù a Pietro, nel capitolo 21 di
Giovanni, potrebbe essere la base del nostro approccio alla comunità della Terra nel suo
complesso. Noi siamo chiamate a nutrire le altre e a prenderci cura di loro, e non a sottometterle o
a dominarle. Gran parte dei danni provocati al nostro pianeta e la distribuzione ineguale delle
risorse, derivano dal dominio di alcune persone su molte altre e dal dominio degli esseri umani sul
resto della creazione.
La Conversione ecologica ci invita all’unione con il resto della
creazione.
Verso una Conversione Ecologica
•
Condividiamo delle storie che raccontano del prendersi cura e del nutrire la Comunità della
Terra (storie nostre oppure storie che abbiamo sentito).
•
Condividiamo i passi che stiamo facendo verso la Conversione Ecologica.
•
Alla luce del riferimento all'Eucaristia, nel capitolo 21 di Giovanni, come possiamo includere
la Comunità della Terra “al di là dell'uomo” alle nostre celebrazioni Eucaristiche e alle
nostre vite centrate sull'Eucaristia?
3
Trattenimenti e Istruzioni, Capitolo 5.