TRIESTE PRIMA 2012 Incontri internazionali con la musica contemporanea 24 ottobre – 19 novembre musica òfluida 26ma edizione programma Mercoledì 24 ottobre Castello di Miramare, ore 17.00 EX NOVO ENSEMBLE Prolusione di Renzo Cresti sulla figura di G. Coral Giampaolo Coral (1944-2011) Raps XII (2001) per violino, violoncello e pianoforte Gérard Grisey (1946-1998) Talea (1984) per flauto, clarinetto, pianoforte, violino, violoncello Hanns Eisler (1898-1962) Vierzehn Arten, den Regen zu beschreiben op.70 (1940) per flauto, clarinetto, pianoforte, violino (viola) e violoncello Arnold Schönberg (1874-1951) Kammersymphonie op.9 in der Bearbeitung von A. Webern (1921) per flauto, clarinetto, pianoforte, violino e violoncello Programma 2012 Sabato 27 ottobre Castello di Miramare, ore 17.00 QUARTETTO PROMETEO Ivan Fedele (1953) Palimpsest – Quarto quartetto per archi (2006/2007) Claude Debussy (1862-1918) Quatuor op. 10 (1893) Lunedì 29 ottobre Auditorium Revoltella, ore 20.30 FONTANAMIXENSEMBLE Sofia Gubajdulina (1931) Dancer on a tightrope (1993) per violino e pianoforte Wolfgang Rihm (1952) Fremde Szene III (1983/1984) per violino, violoncello e pianoforte José Manuel López López (1956) In Memoriam Joaquín Homs (2005) per pianoforte Salvatore Sciarrino (1947) Melencolia I (1980/1982) per violoncello e pianoforte Maurice Ravel (1875-1937) Trio in la minore (1914) Lunedì 5 novembre Auditorium Revoltella, ore 20.30 GMCL – GRUPO DE MUSICA CONTEMPORANEA DE LISBOA Adriano Martinolli D’Arcy direttore Clotilde Rosa (1930) O Caminho de Orfeu Jorge Peixinho (1940-1995) O canto da Sibila João Madureira (1971) Ce funeste language Carlos Caires (1968) Crossfade Jorge Peixinho (1940-1995) Llanto por Mariana 4 Venerdì 9 novembre Auditorium Revoltella, ore 20.30 Letizia Michielon pianoforte Toru Takemitsu (1930-1996) Romance (1949) Sofia Gubajdulina (1931) Musical Toys (1969), Toccata-Troncata (1971) Invention (1974),Chaconne (1963) Olivier Messiaen (1908-1992) dai Préludes (1928/1929): n°1 La colombe, n°3 Le nombre léger Letizia Michielon (1969) Klanglicht, Studio n°7, Hommage à S. Gubajdulina (2012, prima esecuzione) Sofia Gubajdulina (1931) Sonata (1965) Venerdì 16 novembre Auditorium Revoltella, ore 20.30 NEW MADE ENSEMBLE Alessandro Calcagnile direttore Sonia Bo (1960) Intermezzo per violoncello solo Rocco Abate (1950) ele-GG-ia (in memoria di G. Coral e G. Luzzi) per clarinetto e trio d’archi (2012, prima esecuzione) John Cage (1912-1992) Ophelia per pianoforte solo Giuseppe Colardo (1953) Cenere per pianoforte solo Alessandra Ravera (1977) Sansens per violino e ensemble (2012, prima esecuzione) John Cage (1912-1992) In a landscape per pianoforte solo Marco Bertona (1967) L’eco del tempo per clarinetto solo Fabrizio Festa (1960) Cinque capricci per violino John Cage (1912-1992) Dream per pianoforte solo Umberto Bombardelli (1954) Gran duo per clarinetto e pianoforte Rossella Spinosa (1971) Schlicht per ensemble Lunedì 19 novembre Auditorium Revoltella, ore 20.30 MD7 ENSEMBLE ˇ ˇ direttore Simon Krecic Katja Krajnik viola Franci Krevh percussioni Fabián Pérez Tedesco (1963) Synapsis IX per ensemble Nenad Firšt (1964) Violab per viola ed ensemble ˇ ˇ (1934)Timber-line per ensemble Pavel Mihelcic Doina Rotaru (1951) Centrifuga per ensemble Tadeja Vulc (1978) Tlesk vode per percussioni ed ensemble Mihael Paš (1970) Nutcase per ensemble Julia Gomelskaja (1964) Three Ascents to the Identity per ensemble 5 XXVI Festival “Trieste Prima” Musica fluida Introduzione L’eterna clessidra dell’esistenza viene sempre di nuovo capovolta. Friedrich Nietzsche, La gaia scienza Dopo venticinque anni il Festival “Trieste Prima” capovolge la sua clessidra. Gesto inevitabile, nel vuoto dell’assenza del suo ideatore Giampaolo Coral, scomparso nel 2011. Gesto che ci vede concentrati sulla responsabilità delle nostre scelte. Scelte che, come nel passato, devono imporre il festival quale lucida testimonianza del pensiero musicale contemporaneo. Siamo sicuri che, nell’impegno del definire la presente stagione, oggi come nel 1987, anno della prima edizione, si è riusciti ad offrire alla città quella preziosa cultura dell’ascolto tanto cara a Giampaolo Coral. “L’ascolto di una musica che si arrischia nel suono”1. Music”, con la quale è in atto una proficua collaborazione. Grazie alla personalità di Fedra Florit, direttore artistico dell’Associazione “Chamber Music”, che ha preso a cuore l’iniziativa ed è riuscita nella creazione del “Premio di composizione Giampaolo Coral”, Trieste quest’anno inaugura il suo nuovo concorso compositivo. Esso coincide con la stagione Trieste Prima, e i primi due concerti di quest’ultima si situano nella splendida cornice del Castello di Miramare, dove avrà luogo il concorso stesso. E’ doveroso iniziare il festival con un brano di Giampaolo Coral. Il suo Raps XII (2001), apre il festival di quest’anno e sarà proposto dall’Ensemble Ex Novo di Venezia il 24 ottobre. La cornice al concerto sarà completata dalla Kammersymphonie di Schönberg, nella celebre trascrizione di Webern (1921), brano che rivela come la musica possa fluidamente riecheggiare se stessa nella sensibilità di autori diversi e lontani nel tempo – ricordo l’ammirazione di Coral per lo Schönberg espressionista, Un gesto da interpretare con slancio, e rilanciare, assieme alla stagione, anche la questione del concorso di composizione che Trieste aveva avuto e che ha perso, con grande rammarico di Giampaolo. Ridare alla città un concorso di composizione che la proietti nel fulcro del pensiero musicale contemporaneo è stata una prerogativa che l’associazione “Chromas” è riuscita a perseguire grazie all’associazione “Chamber Massimo Cacciari, Verso Prometeo, tragedia dell’ascolto, in AAVV, Verso Prometeo, La Biennale-Ricordi, Venezia 1984. 1. 6 e in quel Schönberg ritrovo una delle matrici del suo pensiero, presente anche in Raps XII. Tra i due brani altri due tesori della musica contemporanea, Talea di Grisey (1984), che rappresenta un mondo diverso in cui la narratività musicale si trasferisce all’interno del suono: è la poetica della musica spettrale. Il terzo brano del programma si riavvicina a Schönberg e Coral con la singolare, fluida reinterpretazione della dodecafonia schönberghiana di Hans Eisler – il suo Vierzehn Arten den Regen zu beschreiben (1940), che riecheggia però, curiosamente, titoli cari agli spettralisti, quali 13 couleurs du soleil couchant, di Tristan Murail. in quanto vi s’intravvedono quei procedimenti compositivi di cui lo stesso Debussy dirà: “Rassicuratevi, l’opera è proprio costruita; ma cercherete invano le colonne”. Curiosamente, anzi, fluidamente, anche la poetica compositiva di Grisey rivela delle assonanze con alcune istanze debussiane, quando nel suo saggio Per una genesi del suono, dice: “Il materiale… (…) …è sublimato attraverso il puro divenire del suono”3. Infatti, “dagli storici troppo a lungo l’importanza dell’Impressionismo è stata accantonata”, avverte Mario Bortolotto4: il punto di partenza del suono francese? Aprendo una parentesi, il secondo concerto saluta la splendida Sala del Trono del Castello di Miramare e, con il terzo concerto, Trieste Prima si sposta nel suggestivo Auditorium del Museo Revoltella, che ospiterà il resto della stagione. La fluidità di cui scorre Trieste Prima 2012 rivela il Novecento quale “secolo lunghissimo”2: nel concerto di chiusura dei lavori della giuria abbiamo l’opportunità di continuare a seguire lo sviluppo del pensiero spettralista, poiché i materiali che Ivan Fedele introduce nel suo Quarto quartetto per archi (2006/2007) traggono linfa proprio dalla corrente francese sviluppatasi dalle ricerche di Grisey (e altri) citata poc’anzi. Il Quartetto Prometeo, protagonista della serata, lo accosta al Quatuor op. 10 (1893) di Debussy, un’opera giovanile del grande maestro francese, ma che già sbigottisce all’epoca gli amatori del genere quartettistico per la libertà formale, Il suono francese ci accompagnerà anche il 29 ottobre nel terzo concerto della stagione: l’ensemble Fontanamix di Bologna eseguirà infatti il Trio in la minore di Maurice Ravel. In quest’opera della maturità (1915) il maestro francese ricerca un nuovo rapporto con le forme della tradizione: prima, infatti, “v’era… (…) … in Ravel, sottaciuta o palese, un’idea extramusicale, letteraria talvolta, il più sovente pittorica, o semplicemente Opere Documenti Orientamenti del Novecento Musicale, note di copertina a Béatrice Ramaut-Chevassus, Musica e Postmodernità, Ricordi, Milano 2003. 3. I Quaderni della Civica Scuola di Musica, Milano, n° 27, Giugno 2000, p.25. 4. Fase seconda, Adelphi, Milano 2008, p.19. 2. 7 visiva”5, idee probabilmente evocate dalla predilezione di autori quali Borodin, Mussorgskij, e RimskijKorsakov. Un altro gesto e la clessidra è nuovamente capovolta. Negli altri brani in programma il 29 ottobre infatti la sabbia del tempo fluisce rifluendo altrettanto inesorabilmente. Se l’ambiente musicale russo della seconda metà dell’Ottocento caro a Ravel era ricco di spunti extramusicali, spesso fiabeschi, non è forse un caso se, un secolo dopo, la compositrice russa Sofia Gubajdulina concepirà un proprio mondo poetico anch’esso ricco di istanze espressive legate ad altri ambiti. Spetta a lei capovolgere la clessidra, e scrivere Dancer on a Tightrope: brano che evade la realtà, all’inseguimento di una leggerezza altra, di un mondo diverso. La stessa premessa vale per José Manuel López López: nei quattro minuti di In memoriam Joaquìn Homs (2005) cerca la stessa, eterea propositività. Sebbene il milieu musicale da cui nasce Fremde Szene III (1983-84) di Wolfgang Rihm sia del tutto diverso da quello di Sofia Gubajdulina, il brano del compositore tedesco condivide con Dancer on a Tightrope la stessa urgenza espressiva. In Melencolia I (1980) Salvatore Sciarrino percorre “lontananze spirituali” simili a quelle di Rihm, giungendo però a esiti opposti, costringendo le proprie immagini sonore in una sorta di “spoliazione” ai limiti del silenzio, ben diversa dai parossismi sonori del compositore di Karlsruhe. Se nel 5. 6. lacerante neo-espressionismo di Rihm la lontananza di un mondo perduto trova un riferimento in Schumann, in Sciarrino il suo caratteristico “mortificarsi” nasce dall’enigmatica incisione di Albrecht Dürer ricordata nel titolo stesso dell’opera. “Le rovine della città romana di Miróbriga” sono “l’ultimo luogo dove l’immaginazione può far passeggiare i Romani in toga, chiacchierando dei raccolti e della Roma lontana”6. Capovolgere la clessidra, quindi, crediamo significhi anche far riemergere l’esplorazione di mondi compositivi poco frequentati, tenacemente perseguiti da Giampaolo Coral: il 5 novembre sarà il Grupo de Musica Contemporanea de Lisboa a presentarci il meglio della produzione musicale portoghese, dove le opere di Clotilde Rosa (1930), Jorge Peixinho (1940-1995), João Madureira (1971) e Carlos Caires (1968) rappresentano il percorso dal Secondo Novecento ad oggi dal punto di vista di una delle più particolari periferie d’Europa. Pure suggestioni letterarie? A quattro giorni di distanza soltanto, la periferia d’Europa che percorriamo è quella opposta al Portogallo: l’estremo lembo orientale, la Russia. Il 9 novembre viene proposto un recital pianistico, con in programma l’integrale dell’opera pianistica di Sofia Gubajdulina, la compositrice già sfiorata dal Fontanamix in precedenza. Protagonista della Mario Bortolotto, Fase seconda, Adelphi, Milano 2008, p.38. José Saramago, Viaggio in Portogallo, Einaudi, Torino 1999, p.504. 8 serata, la pianista Letizia Michielon, che descrive l’operato di Sofia Gubajdulina nella “vocazione bifrontale” del rielaborare “in modo personale la tradizione occidentale e quella orientale”. L’opera pianistica di Sofia Gubajdulina verrà esaltata nella propria ambivalenza dalla presenza in programma dell’ “orientale” Toru Takemitsu e dell’ “occidentale” Olivier Messiaen, autori di polarità diverse, ma di comuni intenti spirituali. La commissione di una prima esecuzione, costante nelle varie edizioni del festival succedutesi negli anni, fluisce quest’anno su Klanglicht, della stessa Letizia Michielon. a comprendere, almeno in parte, la situazione italiana. E ancora: la presenza di John Cage, doverosa nell’anniversario di quest’anno, può aiutarci a capire? Può essere messa in relazione con il problema e, cageanamente, “insegnarci ad evitarlo”? L’eterno fluire dei granelli di sabbia nell’ampolla ci riporta a quell’apertura verso l’Est europeo che orientò il festival nell’operato di Coral e sulle cui tracce ci incamminiamo riproponendo l’ensemble MD7 di Lubiana, più volte proposto dallo stesso Coral nelle passate edizioni. Il programma presentato, che concluderà la stagione di quest’anno il 19 novembre, spazia da Violab di Nenad Firšt a Timber-line di Pavel Mihelcic, ˇ ˇ sino a Tlesk vode (Lo scroscio dell’acqua) di Tadeja Vulc e Nutcase di Mihael Paš, riunendo in quattro pezzi tre generazioni di compositori sloveni, e tracciando i fluenti contorni evolutivi del pensiero musicale contemporaneo d’oltreconfine; accanto ad essi, qualche passo più in là, la Romania, con Centrifuga di Doina Rotaru, e l’Ucraina, con Three Ascents to the Identity di Julia Gomelskaja. Corrado Rojac Anche il concerto seguente propone delle prime esecuzioni, commissionate a Rocco Abate e Alessandra Ravera: la musica contemporanea italiana ha infatti sempre occupato un posto importante nella programmazione del festival. Il 16 novembre il New Made Ensemble di Milano ne presenta alcuni recenti protagonisti, tra cui il già citato Rocco Abate, Sonia Bo, Giuseppe Colardo. La fluidità a cui s’accennava all’inizio può essere letta anche sincronicamente, entro la musica stessa: la domanda posta dalla postmodernità – ‘perché non far coesistere mondi musicali eterogenei’ – ha ancora senso? In due parole, un autore, oggi, deve continuare a scegliere – per citare Jean-Jacques Nattiez – tra musica poieticocentrica e musica estesico-centrica o si dà quest’ultima per acquisita? Le risposte che ci giungeranno dal presente concerto ci aiuteranno 9 con cer t i Mercoledì 24 ottobre Castello di Miramare, ore 17.00 EX NOVO ENSEMBLE Ex Novo Esemble Daniele Ruggieri flauto Davide Teodoro clarinetto Roberto Giaccaglia fagotto Carlo Lazari violino e viola Carlo Teodoro violoncello Aldo Orvieto pianoforte Giampaolo Coral (1944-2011) Raps XII (2001), per violino, violoncello e pianoforte Gérard Grisey (1946-1998) Talea (1984) per flauto, clarinetto, pianoforte, violino, violoncello Hanns Eisler (1898-1962) Vierzehn Arten, den Regen zu beschreiben op.70 (1940) per flauto, clarinetto, pianoforte, violino (viola) e violoncello Arnold Schönberg (1874-1951) Kammersymphonie op.9 in der Bearbeitung von A. Webern (1921) per flauto, clarinetto, pianoforte, violino e violoncello Ex Novo Ensemble Nato nel 1979 a Venezia dalla collaborazione tra un gruppo di musicisti ed il compositore Claudio Ambrosini, l’Ex Novo Ensemble rappresenta ormai una realtà di riferimento nel panorama internazionale della musica nuova. La continuità del lavoro comune, la coerenza artistica e professionale hanno consentito al gruppo di acquisire un carattere, un “suono” che gli sono riconosciuti dal pubblico e dalla critica dei principali festival e rassegne europei. L’impegno portato nell’approfondimento del linguaggio musicale contemporaneo è in seguito divenuto punto di partenza per la rilettura del repertorio classico e particolarmente d’alcune pagine affascinanti, destinate ad organici rari e tuttora poco note. Da mettere in rilievo le molte prime esecuzioni assolute di lavori dedicati all’Ex Novo Ensemble, presentati al pubblico anche attraverso la registrazione di produzioni e concerti per le maggiori radio europee. Significativo infine il contributo alla diffusione della musica da camera del Novecento storico italiano testimoniato dalla prolungata collaborazione con importanti case discografiche. Giampaolo Coral (1944-2011) Diplomatosi in pianoforte al Conservatorio di Venezia, ha collaborato con il Teatro “Giuseppe Verdi” di Trieste e con i Teatri Stabili del Friuli Venezia Giulia e del Veneto, ha insegnato al Conservatorio di Trieste ed è stato direttore artistico del Concorso internazionale di composizione “Premio Musicale Città di Trieste”. Nel 1987 ha fondato l’associazione per la promozione della musica contemporanea “Chromas” e ha creato il festival “Trieste Prima – Incontri Internazionali 12 con la Musica Contemporanea” che quest’anno giunge alla propria 26ma edizione. Il suo percorso compositivo, essenzialmente da autodidatta, è stato costellato da importanti affermazioni, quali i premi internazionali al Concorso Internazionale “Premio Musicale Città di Trieste”, il “Prix de Composition Musicale Prince Pierre de Monaco”, il “Concours Européen de Composition de Leuven” (Belgio), l’ “International Edvard Grieg Memorial Competition for Composers”, e molti altri. Tra le sue opere sinfoniche, ricordiamo il Requiem per Jan Palach e altri (1969) per orchestra, Tout à coup e comme par jeu (1983) per flauto e orchestra; Amras per violino ed orchestra (1992), nel repertorio lirico, Favola (1977), Mr. Hyde (1980) e Demoni e fantasmi notturni della città di Perla (1997). Vasta la produzione di musica corale, di musiche di scena, e nell’ambito della musica da camera; quest’ultima vive di una luce particolare soprattutto nelle opere vocali, ispirate da Goethe, Trakl, Hölderlin, e altri. La sua musica è stata eseguita in numerosi festival internazionali da interpreti ed ensembles famosi (Ensemble Intercontemporain, Klangforum Wien, Wiener Collage, ecc.). Gérard Grisey (1946-1998) Compositore francese tra i più importanti del Secondo Novecento, studiò al Conservatorio di Trossingen, in Germania, all’École Normale de Musique di Parigi con H. Dutilleux, e al Conservatorio di Parigi con O. Messiaen. Perfezionatosi all’Accademia Chigiana e a Darmstadt con K. Stockhausen, G. Ligeti e I. Xenakis, si dedicò allo studio dell’acustica e dell’elettroacustica, studio che fu la base per le sue ricerche compositive, sfociate in ciò che oggi definiamo spettralismo. La definizione ufficiale è del 1979, quando Hugues Dufourt indica con essa un “lavoro di composizione musicale” che si esercita direttamente sulle “dimensioni interne della sonorità”, ossia sul timbro o spettro del suono. Tra le sue opere citiamo il ciclo Les espaces acoustiques (1974-1985) per vari organici strumentali, Tempus ex machina (1979) per 6 percussioni, Anubis et Nout (1990) per sassofono, Vortex temporum (1994/1995) per ensemble, e Quatre Chants pour franchir le Seuil (1996/1998) per soprano e 15 strumentisti. Hanns Eisler (1898-1962) Compositore tedesco, studiò a Vienna con A. Schönberg (1919-1923); centrale nella sua produzione fu il trasferimento a Berlino (1924) e l’adesione agli ideali marxisti, da cui l’impegno per una concezione sociale della musica, in conflitto con l’utilizzo della dodecafonia comunque spesso presente nella sua tecnica compositiva (emblematica l’aspirazione a “uno stile che al più alto livello artistico riesca a raggiungere le masse”, come disse egli stesso). Emigrato negli Stati Uniti (1936-1948), compose molta musica per film (collaborò con Charlie Chaplin), tra cui il brano in programma, scritto per un documentario; nel dopoguerra si stabilì a Berlino Est, dove insegnò alla Deutsche Hochschule für Musik. Collaborò con Bertolt Brecht, scrivendo molte musiche di scena e opere teatrali (Die Mutter, 1932); vasta la produzione di canzoni politiche, Lieder (Vier Wiegenlieder für Arbeitermütter, 1932/1933), musica da camera (Streichquartett op.75, 1938), ancor oggi purtroppo di rara esecuzione. 13 Arnold Schönberg (1874-1951) Una delle più importanti personalità tra i musicisti del Primo Novecento, il compositore austriaco Arnold Schönberg studiò principalmente da autodidatta; gli inizi d’impronta postromantica (Verklärte Nacht, 1899, Gurrelieder, 1901) sono già spinti verso quell’espressionismo che s’imporrà nelle opere successive (Kammersymphonie op.9, 1906, Tre pezzi per pianoforte op.11, 1908/1909, Pierrot lunaire op.21, 1912), fondamentali nella storia della musica per la “dissoluzione” della tonalità e il nuovo rapporto con la parola, rivelato nel Pierrot, “nell’ebbrezza della sonorità iniziale delle prime parole”, come disse egli stesso. La collaborazione con Vasilij Kandinskij lo porta a concepire un teatro dove suono, parola e colore si muovono sullo stesso piano (Die glückliche Hand, 1909). Ma viene a porsi l’esigenza di una riorganizzazione della costruzione musicale, che sfocia nella dodecafonia, “metodo per comporre mediante 12 suoni che non stanno in relazione che fra loro”, realizzata nella Suite op.25 per pianoforte (1925). Sono gli anni in cui, con gli allievi Alban Berg ed Anton Webern, prende forma quella “Seconda scuola di Vienna” che alcuni importanti compositori del Secondo Novecento considereranno quale punto di partenza per gli sviluppi futuri dell’arte musicale; sono gli anni in cui, a Berlino, Wilhelm Furtwängler dirige l’opera dodecafonica schönberghiana più complessa, le Variazioni per orchestra op.31 (1926/1928). Dopo l’avvento di Hitler al potere fu costretto ad emigrare negli Stati Uniti (1933), dove rimase fino alla morte; qui continuò a lavorare al gigantesco Moses und Aron, opera-sintesi della sua arte, che riuscì a completare nel testo ma non nella musica. Tra le ultime opere, citiamo A Survivor from Warshaw per recitante e orchestra (1947), ove il pensiero musicale schönberghiano sembra indicare percorsi meno ermetici. 14 Ex Novo Ensemble 15 Sabato 27 ottobre Castello di Miramare, ore 17.00 QUARTETTO PROMETEO Quartetto Prometeo Giulio Rovighi e Aldo Campagnari violini Massimo Piva viola Francesco Dillon violoncello Ivan Fedele (1953) Palimpsest – Quarto quartetto per archi (2006/2007) Claude Debussy (1862-1918) Quatuor op. 10 (1893) Quartetto Prometeo Numerosi i riconoscimenti destinati al Quartetto Prometeo sin dagli esordi, tra i quali la borsa di studio e il Diploma d’Onore conferiti dall’Accademia Chigiana (1995); seguono il primo premio alla “Prague Spring International Music competition” (1998), la nomina a gruppo in residence della Britten Pears Academy di Aldeburgh (1998), e ben due “Premi Speciali Bärenreiter” (1998 e 2000). L’attività concertistica tocca le istituzioni internazionali più prestigiose, quali Concertgebouw (Amsterdam), Musikverein (Vienna), Wigmore Hall (Londra), e molte altre. Ospite delle stagioni concertistiche italiane più importanti (Settimana Musicale Senese, GOG di Genova, IUC Roma), ha presentato in prima esecuzione numerose opere, quali gli Esercizi di tre stili di Salvatore Sciarrino all’Accademia di Santa Cecilia di Roma, o Târ di Ivan Fedele alla Società del Quartetto di Milano. Di prossima uscita per la casa discografica Limen alcuni dei quartetti di J.Brahms, L. van Beethoven e G. Verdi. Il Quartetto Prometeo ha registrato inoltre per importanti emittenti, tra le quali la ARD, il Bayerische Rundfunk, la BBC, Radio France, l’ORF, e RAI Radio3. Recentemente il Quartetto Prometeo è stato insignito del “Leone d’argento” alla Biennale di Venezia. Ivan Fedele (1953) Dopo gli studi pianistici con B. Canino e V. Vitale, e quelli di composizione con R. Dionisi, A. Corghi e F. Donatoni, intraprende un proprio percorso compositivo che deve molto alla passione per la matematica, trasmessagli dal padre. L’approfondimento di concetti quali “spazializzazione” (presente in Ali di cantor, per esempio), o la realizzazione di un prototipo di “sintetizzatore granulare” (usato in Richiamo, 1993, per esempio) sarebbero stati impensabili senza una simile influenza intellettiva. L’attività compositiva di Ivan Fedele è prolifica; tra le opere per il teatro, citiamo Antigone, 2007, vincitrice del “Premio Abbiati” dell’Associazione Critici Italiani; la produzione sinfonico-vocale vede, tra i lavori più recenti, En archè, e 33 noms, commissionata dal Teatro La Scala di Milano. La sua musica è stata diretta da nomi prestigiosi, quali P. Boulez, E. P. Salonen, R. Muti, ed eseguita da orchestre ed ensembles quali BBC Orchestra, Orchestra Sinfonica di Chicago, SWR di Stoccarda, National de France, OSN della RAI, Ensemble Intercontemporain, KlangforumWien, 16 e molti altri. Numerose le incisioni importanti, tra cui Animus Anima (Stradivarius), che ha ricevuto da “Le Monde de la Musique” lo “Choc de la Musique 2003”. Svolge intensa attività didattica presso istituzioni quali l’Università di Harvard (Boston), la Sorbona (Parigi), l’Accademia Sibelius (Helsinki), il Conservatorio di Milano; è docente di composizione ai Corsi di Perfezionamento in Studi Musicali all’Accademia di Santa Cecilia di Roma. Claude Debussy(1862-1918) Uno dei più importanti musicisti attivi tra Ottocento e Novecento, Claude Debussy, studiò al Conservatorio di Parigi pianoforte e composizione, rispettivamente con A.-F. Marmontel ed E. Giraud. Interessato a Wagner (fu più volte a Bayreuth) e Mussorgskij, frequentò gli ambienti parigini legati al simbolismo ed all’impressionismo; il Prélude a l’après-midi d’un faune (1894), fu la sua prima opera che riscosse grande successo. Altri capolavori, quali il dramma musicale Pelléas et Melisande, all’epoca non furono compresi (1902). Nelle altre opere che potremmo citare, quali Iberia, per orchestra (1908), o le Études, per pianoforte (1915), ma anche la tarda Sonata per violino e pianoforte (1917), le istanze debussiane sono costanti e tracciano un percorso significativo: il discorso musicale segue una sua propria libertà, che Debussy deve a Wagner, ma riesce a sottrarre alla narratività del compositore tedesco; la libertà è infatti strettamente correlata all’assaporare il momento, e Debussy vi riesce neutralizzando i nessi sintattici propri della musica tonale; da ciò anche la particolare attenzione al timbro e alle sonorità nuove. Debussy sviluppa quindi una nuova percezione del tempo, nelle sue opere, che influirà profondamente sullo sviluppo del Novecento musicale, come dimostrano alcune tendenze recenti, tra cui il già citato spettralismo. 17 Quartetto Prometeo 18 19 Lunedì 29 ottobre Auditorium Revoltella, ore 20.30 FONTANAMIXENSEMBLE FontanaMIXensemble Valentino Corvino violino Eva Zahn violoncello Franco Venturini pianoforte Sofia Gubajdulina (1931) Dancer on a tightrope (1993) per violino e pianoforte Wolfgang Rihm (1952) FremdeSzene III (1983/1984) per violino, violoncello e pianoforte José Manuel López López (1956) In Memoriam Joaquín Homs (2005) per pianoforte Salvatore Sciarrino (1947) Melencolia I (1980/1982) per violoncello e pianoforte Maurice Ravel (1875-1937) Trio in la minore (1914) FontanaMIXensemble Il FontanaMIXensemble nasce nel 2002, debuttando al Bologna Festival; dal 2004 al 2009 è il gruppo in residence del Dipartimento di Musica e Spettacolo dell’Università di Bologna e inizia una brillante attività concertistica che tocca istituzioni musicali di prestigio, quali il teatro Comunale di Bologna, Milano Musica, Nuova Consonanza (Roma), Biennale di Venezia, collaborando con i compositori più in vista del panorama internazionale (Kaija Saariaho, Fausto Romitelli, Tristan Murail, Sylvano Bussotti, e altri). L’ensemble, di organico variabile, diretto dalla fondazione da Francesco La Licata, collabora anche con importanti musicisti, quali il basso Nicholas Isherwood, il violoncellista Frances-Marie Uitti, il contrabbassista Stefano Scodanibbio, e altri. Dal 2004 promuove EXITIME, una rassegna di concerti, seminari e incontri dedicata alla musica contemporanea, realizzando ritratti di compositori importanti quali Wolfgang Rihm, Georg Crumb, Ivan Fedele, ma favorendo anche la crescita artistica di giovani compositori, commissionando loro prime esecuzioni, e coinvolgendo in questo spazio aperto anche il pubblico interessato al nuovo. Sofia Gubajdulina (1931) La compositrice russa di origini tartare Sofia Gubajdulina si forma al Conservatorio di Kazan, dove studia con A. Leman (1949-1954) e al Conservatorio di Mosca, dove frequenta le lezioni di composizione di N. Peiko e V. Šebalin (1954-1963). Dal 1992 vive ad Amburgo, in Germania. Sviluppa ben presto un proprio mondo poetico legato a istanze mistico-religiose; riesce ad acquisire notorietà nell’Europa Occidentale negli anni Ottanta grazie all’esecuzione del suo concerto per violino Offertorium, tenacemente perseguita dal violinista Gidon Kremer. Da 20 allora miete numerosi successi, vincendo il “Prix de Monaco” (1987), il premio “Sonning” in Danimarca (1999), e altri. La sua prolifica attività compositiva conta numerosi brani sinfonici e da camera, nonché vari pezzi solistici per strumenti poco consueti, tra cui la fisarmonica, a cui Gubajdulina apre le porte, grazie al suo De profundis (1978), delle più importanti sale da concerto. Tra i successi più recenti, la prima esecuzione del Quarto quartetto per archi (New York, 1994), da parte del Kronos quartet, la prima esecuzione del Concerto per viola (1997), da parte di Jurij Bašmet e dell’Orchestra Sinfonica di Chicago condotta da Kent Nagano, e il monumentale ciclo della Passione e Resurrezione di Cristo secondo San Giovanni (2002), commissionato dalla Bachakademie di Stoccarda e dal NDR di Amburgo. Incisioni di sue musiche le sono valse ben due premi “Koussevitzky”. Wolfgang Rihm (1952) Il compositore tedesco, fresco di studi (teoria della musica con Hans H. Eggebrecht, composizione con K. Stockhausen), coglie il suo primo successo già nel 1974 con Morphonie al festival di Donaueschingen, opera in cui convivono echi mahleriani e schönberghiani, e che si pone in antitesi con le istanze compositive contemporanee di matrice bouleziana o stockhauseniana. Da ciò l’accostamento del suo nome al termine “nuova semplicità”; l’evoluzione successiva però lo vede su posizioni vicine a L. Nono, H. Lachenmann, e, tra gli altri, M.Feldman. Spesso le sue opere sono riutilizzate in altre, così Ins Offene… per orchestra (1990) diventa la base per il concerto pianistico Sphäre (1994) e per il brano per pianoforte solo Nachstudie, dello stesso anno, che a sua volta viene rielaborato in Sphäre nach Studie, per ensemble. Wolfgang Rihm è compositore prolifico, citiamo i 12 quartetti per archi, o l’opera Die Hamletmaschine (1983/1986), nonché l’oratorio Deus Passus (1999/2000), commissionato dalla Bachakademie di Stoccarda. Considerato tra i compositori più importanti degli ultimi anni, nel marzo 2010 l’orchestra della BBC gli dedica uno dei suoi “Barbican Centre Week-end”, che sarà poi ripreso dal programma “Hear and Now” della stessa BBC. José Manuel López López (1956) Madrileno, si forma al conservatorio della sua città, studiando pianoforte, composizione e direzione d’orchestra. Si perfeziona con L. De Pablo, O. Messiaen, L. Nono, P. Boulez e F. Donatoni; attualmente dirige l’Atelier de composition dell’Università di Parigi (VIII). Ha ricevuto commissioni da prestigiose istituzioni e realtà musicali, quali il Ministero della cultura spagnolo, il Ministero della cultura francese, il Quartetto Arditti, e altri. Nel 2000 vince il “Premio Nacional de Musica” spagnolo. Nel 2011 è compositore in residence all’Internationale Sommerakademie del Mozarteum di Salisburgo. Tra le sue opere, citiamo Chronos (1986) per orchestra, e, tra i numerosi brani da camera, Hybris (2002), dedicato a Iannis Xenakis; menzioniamo, infine, l’opera multimediale La noche y la palabra (2004), e le installazioni sonore Insolación (2009) e Infierno doméstico (2011). Salvatore Sciarrino (1947) Il compositore palermitano Salvatore Sciarrino si forma da autodidatta; nella sua poetica, l’induzione ad un ascolto diverso, per la presa di coscienza, da parte dell’ascoltatore, di una realtà 21 nuova. Trasferitosi a Roma nel 1969, è a Milano nel 1977. Insegna al Conservatorio di Milano dal 1974 al 1983; attualmente risiede in Umbria, a Città di Castello. E’ stato direttore artistico del Teatro Comunale di Bologna dal 1978 al 1980. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, fra cui il “Premio Prince Pierre di Monaco” (2003) e il “Premio Internazionale Feltrinelli” (2003). Il suo vasto catalogo è rappresentato anche dall’imponente e pluripremiata discografia. Tra le sue composizioni, citiamo la nuova opera Da gelo a gelo, rappresentata nel 2006 e coprodotta dall’Opéra National de Paris, Grand Théatre de Genève e Schwetzinger Festspiele; citiamo inoltre i 4 adagi, eseguiti nel 2008 dalla Filarmonica della Scala, e i 12 madrigali, eseguiti nello stesso anno al Festival di Salisburgo. Maurice Ravel (1875-1937) Maurice Ravel si forma al Conservatorio di Parigi con G. Fauré e A. Gédalge, terminando gli studi nel 1905. Già da studente rivela un raffinato gusto armonico e la tendenza alla costruzione simmetrica vicina ai modelli classici dei clavicembalisti francesi del Seicento e Settecento: titoli quali Menuet antique (1895) e Pavane (1899) sono di per sé eloquenti. Il Ravel sinfonico ammira piuttosto autori quali Borodin e Mussorgskij, e una parte delle sue composizioni trae ispirazione da istanze narrative e descrittive, vedi Gaspard de la nuit per pianoforte (1908). Tra esse, i Trois poèmes de Mallarmé (1913), per voce ed ensemble, sono stati scritti dopo l’ascolto del Pierrot lunaire di Schönberg, ma nulla hanno in comune con quest’ultimo se non qualche riecheggiamento formale. L’unica opera teatrale di Ravel, L’enfant et les sortilèges, ha una gestazione piuttosto lunga e verrà rappresentata a Montecarlo nel 1925. Negli anni Venti Ravel è all’apice della celebrità; tra le sue ultime opere, i due concerti per pianoforte e orchestra Concerto pour la main gauche e Concerto in sol, entrambi scritti nel 1931. 22 Salvatore Sciarrino - foto di Luca carrà © Rai Trade 23 Lunedì 5 novembre Auditorium Revoltella, ore 20.30 GMCL – Grupo de Musica Contemporanea de Lisboa GMCL – GRUPO DE MUSICA CONTEMPORANEA DE LISBOA Adriano Martinolli D’Arcy direttore José Sá Machado violino Ana Castanhito arpa Fátima Juvandes percussioni Francisco Monteiro pianoforte João Pereira Coutinho flauto Jorge Sá Machado violoncello Luìs Gomes clarinetto Ricardo Mateus viola Suzana Teixeira mezzosoprano Clotilde Rosa (1930) O Caminho de Orfeu Jorge Peixinho (1940-1995) O canto da Sibila João Madureira (1971) Ce funeste language Carlos Caires (1968) Crossfade Jorge Peixinho (1940-1995) Llanto por Mariana GMCL – Grupo de Musica Contemporanea de Lisboa In più di quarant’anni di attività, l’ensemble ha svolto un’importante diffusione della musica contemporanea portoghese, spesso commissionata dall’ensemble stesso. Tra gli obiettivi del gruppo anche l’incisione e la pubblicazione delle opere eseguite, nonché l’organizzazione di masterclasses, seminari e conferenze relativi all’interpretazione della musica contemporanea. Tra i fondatori del gruppo, vi fu il suo animatore principale, Jorge Peixinho, prematuramente scomparso; l’ensemble gli ha dedicato una parte cospicua della propria discografia. Tra le collaborazioni più importanti, citiamo quella con gli Encontros Gulbenkian de Música Contemporanea; tra i premi vinti, il riconoscimento più ambito è forse la “Medalha de Mérito Cultural”, attribuita dalla Secretaria de Estado da Cultura. L’ensemble svolge un’intensa attività concertistica internazionale; ha suonato in importanti festivals, stagioni e rassegne musicali, toccando città quali Amsterdam, Bamberg, Bruxelles, Londra, Siena, Torino, Varsavia e Zagabria. Adriano Martinolli D’Arcy Dopo gli studi in direzione di coro e composizione ai conservatori di Trieste e Milano, completa la propria formazione alla Musikhochschule di Vienna nel 1991.Alla guida di diverse formazioni tra le quali l’Orchestra Sinfonica della RAI di Milano, la Philharmonia Orchestra di Londra, la Niederösterreichisches Tonkünstler Orchester di Vienna, l’Orchestra Metropolitana di Lisbona, l’Orchestra dei Pomeriggi Musicali di Milano, e l’Orchestra del Teatro lirico G. Verdi 24 di Trieste, tiene concerti in Italia ed all’estero per importanti Istituzioni ed in sedi prestigiose, dirigendo oltre al repertorio tradizionale numerose prime esecuzioni assolute. Direttore stabile del Chromas Ensemble, ha tenuto concerti per alcuni tra i maggiori Festival internazionali di musica contemporanea in Europa quali Aspekte Salzburg, Biennale Musica di Zagabria, Praga Europa Festival, The New Music Week di Bucarest; con lo stesso gruppo ha effettuato numerose registrazioni per la RAI e per altre emittenti europee. Clotilde Rosa (1930) Clotilde Rosa ha studiato pianoforte ed arpa al Conservatorio Nazionale di Lisbona, perfezionandosi ad Amsterdam con Phia Berghout e a Parigi con Jaqueline Borot. Scopre la musica contemporanea collaborando con Jorge Peixinho all’esecuzione di un suo pezzo per due arpe nel 1962, da cui i soggiorni ai Ferienkurse di Darmstadt e le lezioni con P. Boulez, M. Kagel, K. Stockhausen, e la fondazione, nel 1970, del Grupo de Musica Contemporanea de Lisboa. Clotilde Rosa vince numerosi premi, tra cui il Premio Nazionale di Composizione “Oficina Musical do Porto”. Tra le sue opere ama citare Espiral, eseguito nel 2012, che descrive alcuni stati alterati della psiche umana. La compositrice portoghese si definisce postserialista, ma sente una profonda appartenenza, anche musicale, alla sua terra; negli anni, le sue composizioni (Sonhava de um marinheiro, 1980) hanno visto emergere con sempre maggior insistenza una particolare linearità melodica. Jorge Peixinho (1940-1995) Personalità poliedrica, Jorge Peixinho fu compositore, insegnante, pianista, critico, presidente di diverse associazioni, organizzatore di concerti, e direttore del Grupo de Musica Contemporanea de Lisboa. Il suo impegno nella divulgazione della musica contemporanea portoghese fu di vitale importanza. Studiò composizione e pianoforte al Conservatorio Nazionale di Lisbona, perfezionandosi poi all’Accademia di S. Cecilia a Roma con Goffredo Petrassi e Boris Porena (1961). Tra il 1960 e il 1970 fu ad ulteriori corsi di perfezionamento con L. Nono, P. Boulez e K. Stockhausen. Nel 1974 fu insignito del Premio per la composizione della Calouste Gulbenkian Foundation. Tra le sue composizioni, citiamo le Sucessöes Simétricas (1960), O jardin de Belisa (1984) e il Concerto per arpa (1995). João Madureira (1971) Ha studiato composizione alla Escola Superior de Música di Lisbona, perfezionandosi poi con Franco Donatoni all’Accademia Chigiana di Siena (1995), con York Höller alla Musikhochschule di Colonia (1997/2000) e con Ivan Fedele al Conservatoire National de Région Strasbourg (2000/2003). Nel 1998 vince il premio “ACARTE/Maria Madalena Azeredo Perdigão” della fondazione Gulbenkian. La musica di João Madureira è stata eseguita in Germania, Inghilterra, Francia, Italia, Spagna, Croazia e Portogallo. Citiamo, tra le sue opere, Par (1995) per ensemble, Diptico (2002) per pianoforte e recitante, e Fulgor (2004) per orchestra d’archi. Carlos Caires (1968) Ha studiato composizione alla Escola Superior de Música di Lisbona, perfezionandosi poi 25 all’Università di Parigi VIII con Horacio Vaggione. La sua musica è eseguita in importanti festivals, quali l’inglese Atlantic Waves Festival (2004), i Berliner Festspiele (2005), e il cinese Shanghai International Electroacoustic Week (2009). Tra le sue composizioni, Al niente gli è valsa il “Premio di Composizione Joly Braga Santos” nel 1995, e Wordpainting, nel 1996, il “Premio Claudio Carneyro”. Nel campo delle scienze e tecnologie applicate alla musica, Carlos Caires sta sviluppando il software di micromontaggio IRIN, progetto iniziato all’Università di Parigi e che sta ultimando presso il centro di ricerca CITAR, a Porto. 26 João Madureira 27 Venerdì 9 novembre Auditorium Revoltella, ore 20.30 Letizia Michielon pianoforte Letizia Michielon Toru Takemitsu (1930-1996) Romance (1949) Sofia Gubajdulina (1931) Musical Toys (1969), Toccata-Troncata (1971), Invention (1974), Chaconne (1963) Olivier Messiaen (1908-1992) dai Préludes (1928/1929): n°1 La colombe, n°3 Le nombre léger Letizia Michielon (1969) Klanglicht, Studio n°7, Hommage à S. Gubajdulina (2012, prima esecuzione) Sofia Gubajdulina (1931) Sonata (1965) Letizia Michielon (1969) Veneziana, ha curato la propria formazione artistica con il M° E. Bagnoli, sotto la cui guida si è diplomata nel 1986 presso il Conservatorio di Venezia. Si è successivamente perfezionata con M. Tipo, K. Bogino, A. Jasinski, P. Masi e M. Mika. Nel 1984 ha esordito con un recital alla Wiener Saal del Mozarteum di Salisburgo, intraprendendo giovanissima la carriera concertistica. Vincitrice di numerosi concorsi internazionali (tra cui “C. Zecchi” di Roma), ha suonato in sale prestigiose, tra cui Mozarteum di Salisburgo, Centro Schönberg di Vienna, Liszt Saal dell’Università della Musica di Vienna, Sala Mozart di Bologna. Ha inciso per Aliamusica (2004, 2007) e Ars Publica (2008). E’ docente di Pianoforte principale presso il Conservatorio di Trieste. Parallelamente all’attività pianistica ha coltivato la formazione compositiva con Massimo Priori, Daniele Zanettovich e Riccardo Vaglini, sotto la cui guida si è diplomata nel 2008 presso il Conservatorio di Venezia. Alcuni dei suoi lavori, editi da Ars Publica, sono stati eseguiti dal Quartetto Ex Novo e dall’Ensemble L’Arsenale nell’ambito di prestigiosi festival di musica contemporanea (tra cui Biennale Musica di Venezia 2009 e 2010). Laureata in Filosofia a Ca’ Foscari, ha conseguito il Dottorato di Ricerca presso l’Università di Padova. Ha pubblicato per la casa editrice Il Poligrafo. Collabora come critico musicale per Il Giornale della Musica, Il Gazzettino e la rivista Venezia Musica. Toru Takemitsu (1930-1996) Compositore giapponese, ha studiato composizione con Yasuyi Kiyose. Nel 1959 ha insegnato all’Institute of XXth. Century Music di Tokyo. Nel 1965 ha vinto il premio internazionale “Gesellschaft für Neue Musik”. I suoi primissimi lavori risentono dell’influenza dell’espressionismo viennese e della musica francese, da Debussy a Messiaen. Ha poi sperimentato l’improvvisazione, la notazione grafica, la musica concreta e, dagli anni Sessanta, gli strumenti della tradizione giapponese. Tra le sue opere citiamo Concerto da camera (1955), Orizzonte dorico per 17 archi (1966), Distance per sho e oboe (1972), e I hear the Water dreaming per flauto e orchestra (1987). 28 Sofia Gubajdulina (1931) La compositrice di origini tartare Sofia Gubajdulina si forma al Conservatorio di Kazan, dove studia con A. Leman (1949-1954) e al Conservatorio di Mosca, dove frequenta le lezioni di composizione di N. Peiko e V. Šebalin (1954-1963). Dal 1992 vive ad Amburgo, in Germania. Sviluppa ben presto un proprio mondo poetico legato a istanze mistico-religiose, che riesce a penetrare nell’Europa Occidentale negli anni Ottanta grazie all’esecuzione del suo concerto per violino Offertorium, tenacemente perseguita dal violinista Gidon Kremer. Da allora miete numerosi successi, vincendo il “Prix de Monaco” (1987), il premio “Sonning” in Danimarca (1999), e altri. La sua prolifica attività compositiva conta numerosi brani sinfonici e da camera, nonché vari pezzi solistici per strumenti poco consueti, tra cui la fisarmonica, a cui Gubajdulina apre le porte, grazie al suo De profundis (1978), delle più importanti sale da concerto. Tra i successi più recenti, la prima esecuzione del Quarto quartetto per archi (New York, 1994), da parte del Kronos quartet, la prima esecuzione del Concerto per viola (1997), da parte di Jurij Bašmet e dell’Orchestra Sinfonica di Chicago condotta da Kent Nagano, e il monumentale ciclo della Passione e Resurrezione di Cristo secondo San Giovanni (2002), commissionato dalla Bachakademie di Stoccarda e dal NDR di Amburgo. Incisioni di sue musiche le sono valse ben due premi “Koussevitzky”. Olivier Messiaen (1908-1992) Studiò al Conservatorio di Parigi con M. Dupré e P. Dukas. Dal 1931 fu organista alla chiesa della Trinità di Parigi, dal 1942 insegnò al Conservatorio della stessa città. Nella sua vasta produzione il compositore francese si caratterizza per l’impiego di una modalità libera, attinta da varie scale, anche orientali, e fusa in un linguaggio molto personale. L’altro aspetto caratteristico è il ritmo, anch’esso elaborato da diversi moduli ritmici, anche extraeuropei. Tra le composizioni di questo periodo Les offrandes oubliées per orchestra (1930), La Nativité du Seigneur per organo (1935), e il Quatuor pour la fin du temps per ensemble (1941). La ricerca lo porta a sperimentare la “serializzazione integrale” in Mode de valeurs et d’intensités, secondo studio delle Quatre études de rythme (1949/1950) per pianoforte, aspetto compositivo che rimarrà emblematico nella storia del Secondo Novecento musicale e che rivelerà Messiaen quale anello di congiunzione tra le avanguardie storiche e la “nuova musica”. Nella sua produzione ha inciso anche la passione per l’ornitologia: emblema dei suoi interessi in questa direzione sono Le merle noir per flauto e pianoforte (1950) e Catalogue d’oiseaux per pianoforte (1956/1958). 29 Letizia Michielon 30 31 Venerdì 16 novembre Auditorium Revoltella, ore 20.30 NEW MADE ENSEMBLE Alessandro Calcagnile direttore New Made Ensemble Rossella Spinosa pianoforte Gaetano Nenna clarinetto Raffaello Negri violino Raffaella Stirpe viola Luca Colardo violoncello Sonia Bo (1960) Intermezzo per violoncello solo Rocco Abate (1950) ele-GG-ia (in memoria di G. Coral e G. Luzzi) per clarinetto e trio d’archi (2012, prima es.) John Cage (1912-1992) Ophelia per pianoforte solo Giuseppe Colardo (1953) Cenere per pianoforte solo Alessandra Ravera (1977)Sansens per violino e ensemble (2012, prima esecuzione) John Cage (1912-1992) In a landscape per pianoforte solo Marco Bertona (1967) L’eco del tempo per clarinetto solo Fabrizio Festa (1960) Cinque capricci per violino John Cage (1912-1992) Dream per pianoforte solo Umberto Bombardelli (1954) Gran duo per clarinetto e pianoforte Rossella Spinosa (1971) Schlicht per ensemble New Made Ensemble Il New Made Ensemble è una formazione specializzata nell’allestimento di spettacoli contemporanei, sia di natura strumentale sia di teatro musicale. Nato nel 2009, si è esibito in varie città italiane, quali Milano, Roma, Torino e Venezia; i concerti dell’ensemble propongono spesso composizioni in prima esecuzione. Il gruppo ha collaborato con autori importanti, quali Luis Bacalov, Giuseppe Giuliano, Riccardo Panfili, e Riccardo Piacentini, e con importanti artisti di teatro, tra cui Ottavia Piccolo. E’ ensemble in residence presso il Centro Musica Contemporanea di Milano. Alessandro Calcagnile Pianista e direttore d’orchestra, si esibisce presso importanti teatri italiani (Sala S. Cecilia del Parco della Musica, Roma; Teatro Arcimboldi, Milano; Teatro Ponchielli, Cremona). Ha lavorato molto nel campo della musica contemporanea, sia da solista che dirigendo il New Made Ensemble, con numerosi compositori italiani, dirigendo varie prime esecuzioni. Come solista e direttore ha collaborato con artisti quali Moni Ovadia e Paolo Rossi, e con orchestre quali 32 l’Orchestra de I Pomeriggi Musicali di Milano, l’Orchestra da Camera di Lugano, e l’Orchestra Accademica di Stato di San Pietroburgo. Ha inciso per Rai Trade; è tra i fondatori del Centro Musica Contemporanea di Milano e direttore artistico del Festival cinque giornate di Milano. John Cage (1912-1992) John Cage inizia a studiare composizione con Henry Cowell nel 1931. Dal 1933 segue anche le lezioni di Adolf Weiss, il primo allievo americano di Schönberg, e dal 1935, per due anni, studia con Schönberg stesso. Dal 1939 lavora a New York con la Martha Graham Dance Company. Nel suo primo periodo si dedica a ricerche timbriche e ritmiche, da cui l’invenzione del pianoforte preparato, e di brani dalle soluzioni strumentali stupefacenti, quali First Construction (in Metal), del 1939, zeppo di percussioni improprie (tazzine, latte di benzina, e altro). La scoperta dello “zen” rivoluziona il suo concetto di musica, che ridiscute nell’ottica di aspetti nuovi, tra cui non intenzionalità e silenzio: nascono brani emblematici, quali Music of Changes (1951), 4’33” (1952), e Winter Music (1957). E’ anche il periodo in cui Cage tiene numerose conferenze in Europa, e le avanguardie del tempo avvertono in lui “una presenza inquietante e destabilizzante, ma anche una fonte di ispirazione, di stimoli e riflessione” (G. Coral). Negli anni successivi riconsidera lo spazio esecutivo quale dimensione teatrale, e nascono le sue composizioni audio-visual (Musicircus, 1967). In ogni caso, il desiderio di libertà è sempre in primo piano, e riaprire discorsi che sembravano chiusi per lui è sempre possibile, vedi il ritorno agli strumenti della tradizione (Freeman Etudes per violino, 1978). Sonia Bo (1960) Sonia Bo si è diplomata in pianoforte (1981) e musica corale e direzione di coro (1983). Studia anche composizione, con Renato Dionisi e Azio Corghi, diplomandosi al Conservatorio di Milano nel 1985. Si è perfezionata all’Accademia di Santa Cecilia, a Roma, con Franco Donatoni, diplomandosi nel 1988. Vincitrice di numerosi premi, sue musiche sono state eseguite in importanti istituzioni musicali, quali La Biennale di Venezia, l’Europhonia di Zagabria, il Maggio Musicale Fiorentino. Dal 1997 insegna al Conservatorio di Milano. Pubblica per Ricordi, Curci, Edipan. Tra le sue composizioni, citiamo Tre canti da Saffo per violino (1994), Un guardo ed una voce per orchestra (1997), e Villaggio dei mulini per ensemble (2001). Rocco Abate (1950) Si forma al Conservatorio di Milano con D. Ciliberti e B. Martinotti, e con A. Turriani, A. Soresina e B. Bettinelli, diplomandosi in flauto nel 1972, in strumentazione per banda nel 1974 e in composizione nel 1979. Si perfeziona all’Accademia Chigiana di Siena con F. Donatoni nel 1982. Segue corsi e seminari con S. Sciarrino, B. Ferneyhough, E. Carter, H. Dufourt, H. Henze, G. Grisey, T. Murail e K. Stockhausen. Nelle vesti di flautista lavora con numerose orchestre, tra cui l’Orchestra del teatro alla Scala di Milano, ma anche in importanti ensembles, quali I dieci fiati italiani e il Gruppo musica insieme di Cremona. Tra le sue composizioni, citiamo le Sei bagatelle, commissione di Musica nel nostro 33 tempo, eseguite dal Quartetto Arditti; citiamo inoltre Progetto Sincretico, e Danze per Veronica, organizzate nell’ambito di Musica presente del Teatro alla Scala, ed eseguite dal Divertimento ensemble di Sandro Gorli e dal Tactus ensemble di Renato Rivolta. Pubblica per Ricordi, Rugginenti ed Edipan. Giuseppe Colardo (1953) Ha studiato al Conservatorio di Milano diplomandosi in pianoforte con P. Rattalino nel 1975 e in composizione con R. Dionisi e A. Corghi nel 1980. Nel 1982 si perfeziona all’Accademia Chigiana con F. Donatoni. Vince numerosi premi di composizione, tra cui l’ “Okanagan Music Festival for Composers” (Canada, 1983) e “ALEA III” (Boston, 1985). La sua musica è stata eseguita in importanti stagioni, rassegne e festivals, quali il Gaudeamus Music Week (Amsterdam), Milano Classica, Nuova Consonanza (Roma), Antidogma (Torino). Tra le sue composizioni, citiamo FogWaves per ensemble (1978), Musica da scena per piccola orchestra (1990), e Mi cinge un vel (da Giuseppe Verdi, 2001) per voce ed ensemble. Alessandra Ravera (1977) Si diploma in composizione al Conservatorio di Roma con F. Telli; si perfeziona all’Accademia di S. Cecilia con A. Corghi e I. Fedele. Partecipa a masterclasses con P. Dusapin e S. Sciarrino. Vince numerosi premi, tra cui il “Valentino Bucchi”.La sua musica è stata eseguita in importanti istituzioni musicali, festival e stagioni concertistiche, quali il Teatro Dal Verme (Milano), i Brinkhall Summer Concerts Turku (Finlandia), e l’Auditorium Parco della Musica (Roma). Ha collaborato con importanti musicisti, quali l’Orchestra de I Piccoli Pomeriggi Musicali (Milano), l’Ensemble Musica d’Oggi, e i solisti Margit Kern e Ciro Longobardi. Pubblica per Sconfinarte e Rugginenti. Tra le sue composizioni, citiamo Jinni per 6 percussionisti (2003), La scatola del tempo per clarinetto basso (2006), e Folle-mente per orchestra (2011). Marco Bertona (1967) Si forma al Conservatorio di Milano con L. Ferrero, A. Belisario e A. Solbiati. Segue anche il Laboratorio di Ricerca Musicale della Scuola Civica di Milano con M. Bonifacio. Si perfeziona in composizione all’Accademia Chigiana di Siena con A. Corghi e, presso la stessa istituzione, in musica da film con L. Bacalov. E’ stato premiato in numerosi concorsi di composizione, tra i quali il “Città di Udine” (2002) e l’“Icoms” (Torino, 2004). Sue musiche sono state eseguite da importanti orchestre ed ensembles, tra cui l’Orchestra de I Pomeriggi Musicali di Milano, l’ensemble Antidogma (Torino) e il Dedalo ensemble di Brescia. Tra le sue opere citiamo L’eco del tempo per clarinetto (2001), Angelus per tromba, trombone e orchestra (2005), e GRYB per quartetto d’archi (2006). Fabrizio Festa (1960) Inizia i suoi studi dedicandosi al pianoforte ed al jazz (con E. Pierannunzi e F. D’Andrea). E’ in ambito jazzistico che comincia ad interessarsi alla composizione ed all’arrangiamento. Frequenta così i corsi di composizione e di musica d’uso e riprodotta (nei quali studia orchestrazione) presso il Conservatorio di Bologna (con Ettore Ballotta), e si specializza poi con Mal Waldron in 34 arrangiamento per orchestra jazz. Tra i più recenti impegni jazzistici segnaliamo la partecipazione alla realizzazione dell’ultimo CD del chitarrista e compositore americano Al Di Meola (The Grande Passion), edito nel 2000 dalla Telarc. L’attività di compositore lo ha visto impegnato in diversi settori: da quello classico al jazz ed alla musica leggera, dalle colonne sonore per il teatro, il cinema e la televisione, alle produzioni radiofoniche. Nel 1995, su commissione del Teatro dell’Opera di Roma, ha composto Ad immagine e somiglianza, lavoro per soprano, coro e orchestra (su testo proprio), che ha debuttato sotto la direzione di Franco Mannino. Nel 1996, oltre al debutto di alcuni suoi lavori cameristici, RAI Radio3 ha messo in onda cinque radiodrammi (due su testo proprio, tre su testo di Marcello Fois) dedicati al mondo della favola. Nel Gennaio del 2000 ha debuttato il Ricercare della luce e delle tenebre a Palermo, brano per archi commissionato dall’Orchestra di Musica Contemporanea. E’ direttore artistico del Concorso Internazionale di Composizione “2 Agosto”, che ha sede a Bologna. E’ docente di arrangiamento e orchestrazione presso il Conservatorio “G. B. Martini” di Bologna nell’ambito del dipartimento di Musica ad indirizzo multimediale. Umberto Bombardelli (1954) Si è diplomato in Organo e Composizione organistica presso il Conservatorio di Milano con L. Benedetti. Ha studiato Composizione con Pippo Molino e Niccolò Castiglioni. Premiato in numerosi concorsi nazionali ed internazionali, le sue composizioni sono state eseguite in importanti istituzioni, festival e rassegne in Italia e all’estero, e trasmesse da importanti emittenti, tra le quali la RAI. Tra le sue composizioni, citiamo le musiche per il cortometraggio Compianto, di Gianluca Camerino, e i suoi 7 studi per chitarra, a cui ha dedicato uno studio analitico Luciano Chillemi. Alcune composizioni da camera sono state raccolte nel cd monografico Seven colours (2011). Pubblica per Rugginenti, Ricordi, Edipan, Carisch, Sconfinarte. Rossella Spinosa (1971) Si diploma giovanissima in pianoforte, clavicembalo e composizione; si perfeziona in pianoforte con B. Petrushansky e P. N. Masi all’Accademia di Imola. Segue corsi di perfezionamento in composizione con A. Corghi, G. Manzoni e L. Bacalov. Vince numerosi concorsi pianistici; si esibisce in istituzioni prestigiose, quali la Sala S. Cecilia del Parco della Musica (Roma), Teatro Arcimboldi (Milano), Cohen Studio Theater dell’Università di Cincinnati. Collabora con numerosi compositori, quali L. De Pablo, I. Fedele, G. Manzoni, presentando varie prime esecuzioni. Suona da solista con orchestre di spicco, quali l’Orchestra de I pomeriggi Musicali (Milano), l’Orchestra di Lugano, e l’Orchestra Accademica di Stato di S. Pietroburgo. Sue musiche sono state commissionate da importanti gruppi strumentali, quali l’Orchestra da Camera Fiorentina, il Dedalo Ensemble, e l’ensemble Risognanze. Suoi lavori sono stati editi da Sconfinarte e ArsPublica, e trasmessi da RAI Radio3. 35 John Cage 36 37 Lunedì 19 novembre Auditorium Revoltella, ore 20.30 MD7 ENSEMBLE ˇ ˇ direttore Simon Krecic MD7 Ensemble Matej Zupan flauti Jože Kotar clarinetti Mihael Šuler trombone Franci Krevh percussioni Luca Ferrini pianoforte Katja Krajnik viola ˇ violoncello Igor Mitrovic Fabián Pérez Tedesco (1963) Synapsis IX per ensemble Nenad Firšt (1964) Violab per viola ed ensemble ˇ ˇ (1934) Timber-line per ensemble Pavel Mihelcic Doina Rotaru (1951) Centrifuga per ensemble Tadeja Vulc (1978) Tlesk vode per percussioni ed ensemble Mihael Paš (1970) Nutcase per ensemble Julia Gomelskaja (1964) Three Ascents to the Identity per ensemble Ensemble MD7 L’ensemble sloveno MD7 dedica la propria attività esclusivamente alla musica contemporanea e alla divulgazione di brani scritti appositamente per esso. Le prime esecuzioni sono numerosissime, sia di compositori sloveni che di altre nazionalità, e vedono il gruppo ospite di importanti realtà musicali di tutto il mondo (Meridian Festival Bucarest, Dimension Festival Seoul, e Trieste Prima, per citarne alcune). Il primo cd dell’ensemble, Musica del nostro tempo, esce nel 2006, e molte altre incisioni seguono questa prima esperienza, dedicate sia al panorama musicale contemporaneo sloveno che a quello internazionale. Il gruppo vanta collaborazioni con importanti compositori, quali Zygmunt Krauze, Giampaolo Coral, Lojze Lebič, Harue Kunieda, Jean Luc Darbelley, e molti altri. Il direttore artistico dell’ensemble è Pavel Mihelčič, personalità di spicco dell’ambiente musicale contemporaneo sloveno; già presidente della sezione slovena della ISMC, attualmente è direttore artistico del festival di musica contemporanea Unicum di Lubiana. ˇˇ Simon Krecic Si è diplomato in pianoforte nel 2002 all’Accademia di Lubiana con Aci Bertoncelj; si perfeziona alla Musikhochschule di Berna con Aleksandar Madžar, diplomandosi nel 2005, dove inizia anche gli studi e l’attività di direttore d’orchestra. Nelle vesti pianistiche suona da solista con l’Orchestra della Radiotelevisione Slovena, ed è attivo anche in formazioni cameristiche, collaborando con 38 i musicisti sloveni più importanti. Nelle vesti di direttore debutta con l’Orchestra filarmonica Slovena nel 2009 al festival Giornate della musica slovena. Fabián Pérez Tedesco (1963) Di origini argentine, vive a Trieste dal 1987. Personalità poliedrica (percussionista, docente, direttore d’orchestra), coltiva la composizione da autodidatta sin dalla tenera età. Definisce la sua poetica compositiva quale “sintesi di elementi di origine sudamericana e della tradizione europea”. Ha vinto numerosi premi di composizione, tra cui il premio Fundación Proscenio (Buenos Aires 1997). Pubblica per Pizzicato, Rugginenti, Taukay; ha inciso per EMI e Rugginenti. Sue musiche sono state eseguite in importanti festivals e rassegne musicali, quali Encuentros internacionales de Música Contemporánea (Buenos Aires), Milano Classica, Trieste Prima, Mittelfest di Cividale, Teatro Regio di Torino, e altri. Nel 2005 ha eseguito il proprio Concerto per marimba e orchestra a Buenos Aires con l’Orchestra Sinfonica Nazionale Argentina diretta da Bernhard Wulff. Nenad Firšt (1964) Nato a Zagabria, si è diplomato in composizione all’Accademia di Lubiana con Dane Škerl. Perfezionatosi in Francia e Ungheria, ha vinto diversi premi, tra cui il “Prešeren” dell’Accademia di Lubiana (Quartetto III). Ha studiato anche violino con Rok Klopčič, ed è stato membro del quartetto di Zagabria Sebastian, con il quale ha intrapreso una vasta attività dal 1982 al 1992. Autore di una cospicua produzione per orchestra (Lovci sanj, 1999), da camera (il suo Ateh per flauto e contrabbasso, del 1993, è stato eseguito a Trieste Prima nel 2000), e solistica (Včasih… per corno, 2007), ha al suo attivo numerose incisioni, tra cui il cd monografico Nenad Firšt, pubblicato nel 1997 dalle Edizioni dei Compositori Sloveni. Presidente della Gioventù musicale slovena dal 1993 al 1998, attualmente è direttore artistico dell’Orchestra d’archi di Celje. ˇ ˇ (1937) Pavel Mihelcic Personalità poliedrica e infaticabile, Pavel Mihelčič è compositore, critico musicale, docente, e organizzatore di diverse manifestazioni culturali e musicali. Ha studiato composizione all’Accademia di Lubiana, diplomandosi nel 1963 con Marjan Kozina e perfezionandosi poi con Matija Bravničar, concludendo gli studi nel 1967. Presidente della sezione slovena dell’ISCM, è anche direttore artistico del festival di musica contemporanea Unicum di Lubiana nonché dell’ensemble MD7, e attivo in numerose altre realtà musicali slovene. Ha vinto numerosi premi, tra i quali il “Prešeren” nel 1979; nel 1984 gli è stato conferito il premio “Župančič” per il brano Slike, ki izginjajo per orchestra, scritto nel 1982; nel 2007 ha vinto il premio “Kozina” per il ciclo sinfonico su Bela Krajina. Nei suoi brani vi sono spesso elementi del folklore sloveno e intenti programmatici. Sue musiche sono state eseguite da importanti orchestre, quali l’Orchestra Filarmonica di Kiev, l’Orchestra Filarmonica di Dresda e l’Orchestra della Radio di Berlino, e da ensembles di prestigio, quali il Quintetto di fiati del Teatro Boljšoj. Tra i suoi brani cameristici citiamo Strunam, eseguito a Trieste Prima nel 2006, e, della produzione solistica, Limita per pianoforte (1971). Nel 1997 le Edizioni del Compositori Sloveni pubblicano il cd monografico Pavel Mihelčič, a lui dedicato. 39 Doina Rotaru (1951) Ha studiato all’Università nazionale della Musica di Bucarest (1970/1975); tra i suoi docenti ama ricordare Tiberiu Olah. Dal 1996 insegna presso lo stesso ateneo. Nel 1991 si è perfezionata ad Amsterdam con Theo Loevendie. La sua vasta produzione comprende brani orchestrali, corali, da camera, solistici, commissionati da importanti realtà musicali, quali Radio France, Suntory Hall Tokyo, e altre. La sua Seconda sinfonia è premiata al “Gedok-Mannheim International Competition” 1994. E’ invitata al Gaudeamus International Composers Workshop nel 1990 e 1992, ai Ferienkurse di Darmstadt nel 1992 e 1994, e, quale membro di giuria, a numerosi premi di composizione. Nel 1998 è direttore artistico del festival Contemporary Music Week Bucarest. Pubblica per Editura Muzicala Bucarest e per Leduc & H. Lemoine Parigi. Tra i suoi brani, citiamo Dor, per flauto (1989), e Métabole, per clarinetto e orchestra (2001). Tadeja Vulc (1978) Ha studiato all’Accademia di Lubiana con Uroš Rojko; si è perfezionata alla Musikhochschule di Vienna con Michael Jarrell (2005/2007); vincitrice di numerosi premi, nel 2003, con il Requiem, è premiata dal Ministero della Cultura della Slovenia. Sue musiche sono state eseguite da importanti gruppi internazionali, quali il Quartetto Arditti (Puls, 2007, Kasseler Musiktage, Germania); nel 2011 l’Orchestra della Radiotelevisione Slovena le commissiona Pisani svet orkestra, opera sinfonica didattica per l’infanzia. Interessante anche la sua produzione corale: recentemente è stata eseguita, al festival Giornate della musica slovena, la sua cantata Stara Ljubljana, poi replicata a Wroclaw (Wratislawia Cantan – progetto Music Masters on Air). Mihael Paš (1970) Ha studiato all’Accademia di Lubiana, diplomandosi nel 1999 con Uroš Rojko. Appassionato di musica elettronica, si occupa di progetti inerenti le nuove tecnologie. Al festival Mednarodna skladateljska tribuna presenta Dies irae per ensemble, live electronics, computer tape e battito cardiaco (2001); nel 2006 è la volta di S, per computer tape e lampada. Il coro Tone Tomšič gli comissiona Missa brevis, per coro femminile e live electronics (2007). E’ comunque attivo anche nel campo della tradizione: recentemente il festival Koncertni atelje ha visto la prima esecuzione dei suoi Tre pezzi per violoncello e pianoforte. Julia Gomelskaja (1964) Compositrice ucraina, si è diplomata in pianoforte al Simpheropol Tchaikovsky Music College (1983) e in composizione alla A. V. Nezhdanova Music Academy di Odessa (1990), dove oggi insegna. Si è perfezionata all’International composers’ workshop della fondazione Gaudeamus nel 1994, e alla Guildhall School di Londra con R. Saxton nel 1995. E’ stata premiata a numerosi concorsi, tra i quali il concorso nazionale per compositori ucraini “S. Prokof’ev” del 1993 e il premio “Lutoslavski” (Chester Music Publishers) nel 1995. La sua produzione è molto vasta (citiamo l’opera da camera The Divine Sarah, 2002, incisa per la BBC; il balletto Jane Eyre, 1997, commissionato dal London Children’s Ballet, in prima esecuzione al Wimbledon Theatre di Londra nel maggio dello stesso anno, e il brano da camera Zig-Net-Zag, eseguito a Berna e Zurigo dall’ensemble Klangheimlich). 40 Ensemble MD7 41 42 13° Concorso Internazionale “PREMIO TRIO di TRIESTE” dedicato alla COMPOSIZIONE cameristica “Giampaolo Coral Award” In concomitanza con la 26° edizione di “Trieste Prima” prende avvio il Premio di Composizione “Giampaolo Coral Award”, inserito all’interno del Concorso Internazionale “Premio Trio di Trieste” e fortemente voluto dall’Associazione CHROMAS e dall’Associazione CHAMBER MUSIC per celebrare degnamente la memoria del compositore Giampaolo Coral, prematuramente scomparso lo scorso anno. E’ la prima volta che il “Premio Trio di Trieste” si rivolge alla composizione, tornando così alla cadenza annuale, per mantenere vivo lo spirito, le scelte etiche e l’attività già rivolta per anni da Giampaolo Coral ai giovani compositori, con commissioni ed esecuzioni di gran pregio, oltreché con la direzione artistica del “Premio Musicale Città di Trieste”. La Giuria di altissimo profilo artistico, presieduta dal M° Ivan Fedele, sarà composta da sette membri dei quali tre italiani e quattro provenienti da Francia, Germania, Polonia e Croazia: Ivan Fedele (Italia) Presidente Rocco Abate (Italia) Alberto Colla (Italia) Zygmunt Krauze (Polonia) Luca Pfaff (Francia) Charlotte Seither (Germania) Berislav Šipuš (Croazia) Tra il 25 ed il 27 ottobre presso il Castello di Miramare, gentilmente messo a disposizione dalla Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici del Friuli Venezia Giulia, si riunirà la Giuria internazionale per valutare gli elaborati giunti e proclamare i vincitori, uno per categoria. I Premi previsti dal bando consistono in € 5.000,00 quale primo premio per ciascuna delle due categorie (Trio con pianoforte e Quartetto con pianoforte), cui si aggiungono una serie di esecuzioni già definite in Italia e all’estero e la pubblicazione delle partiture da parte dell’editore Rugginenti di Milano; al secondo classificato di ciascuna categoria verranno corrisposti € 1.000,00. L’importante particolarità del Concorso è data dal fatto che le composizioni che si aggiudicheranno il primo premio diverranno i brani d’obbligo del 14° Concorso Internazionale “PREMIO TRIO di TRIESTE” che si svolgerà nel 2013, dando così un grande risalto alle nuove composizioni ed innescando un processo virtuoso tendente a collegare la creazione con l’esecuzione. Per questa iniziativa 2012 l’Associazione Chamber Music ha ottenuto l’Adesione e la Medaglia di Rappresentanza del Presidente della Repubblica. Apre i lavori della giuria il concerto dell’Ex-Novo ensemble con un brano di Giampaolo Coral (24 ottobre), mentre la chiusura è affidata al concerto del Quartetto Prometeo (27 ottobre). Entrambi i concerti che si terranno nella bella cornice della sala del trono del Castello di Miramare sono realizzati grazie alla stretta collaborazione fra le due associazioni. Fedra Florit, Direttore Artistico Associazione Chamber Music Adriano Martinolli, Presidente Associazione Chromas 43 Organizzato da Chromas – Associazione musica contemporanea Trieste Info www.chromas.it Con il contributo di Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Assessorato alla Cultura Provincia di Trieste Ambasciata del Portogallo di Roma Istituto Camoes Credito Cooperativo del Carso – Zadružna Kraška Banka In collaborazione con Associazione Chamber Music Trieste Comune di Trieste Museo Revoltella Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici del Friuli Venezia Giulia Museo storico del Castello di Miramare