Inserto ampliato in italiano
“Che cos’è l’architettura?” Aaron Betsky curatore dell’11a Biennale di Architettura di Venezia “Out There: Architecture Beyond Building”, ponendo la questione di che cosa si
­intenda per architettura, cerca di sondare e di spiegare il fenomeno a prescindere dal
costruito. L’architettura è molto di più di una semplice questione di densità urbana e di
distribuzione funzionale in pianta. Betsky anela a quegli spazi ideali che conosciamo dai
film e dal panorama dell’arte, dichiarando in conferenza stampa che “gli edifici non sono
l’architettura”. “Architettura – continua Aaron Betsky- significa offrire alternative critiche
all’ambiente umano. L’architettura rappresenta il desiderio di un mondo migliore”. Se
­però, a partire da una simile teoria, ci si aspetta di essere coinvolti in un’affascinante visione proiettata verso il futuro, visitando l’esposizione di Betsky allestita negli spazi
dell’Arsenale, la delusione non tarda a farsi sentire. Christian Schittich
Rivista di Architettura
11 · Costruire con il Legno
2 L’opinione
Franco Laner
3 Attualità
Biennale di Venezia, il Padiglione italiano, Mostra Roma interrotta
4 Costruire con il legno in Italia
Abitazione a Malles Venosta (BZ), Roberto Bologna
Gridshell ad Ostuni (BR), Sergio Pone e Sofia Colabella
8 Prodotti
Collezioni Ceccotti, Lualdi, Merati, Acerbis, eternoivica,
Griffner, Edilco, Catalano
9
Traduzioni in italiano di testi e legende
Discussione
Documentazione
Tecnologia
Potete trovare un’anteprima con immagine di tutti progetti cliccando su:
http://www.detail.de/Archiv/De/HoleHeft/210/ErgebnisHeft
2
L’opinione
Inserto ampliato in italiano 2008 ¥ 11   ∂
L’opinione di Franco Laner
La cultura del legno, viverla non evocarla
Franco Laner architetto, è professore ordinario di Tecnologia dell’architettura all’Università IUAV di Venezia
dove insegna Tecnologia delle costruzioni di legno.
E’ autore di numerose pubblicazioni e libri, alcuni specificatamente sul legno. Un suo libro “Il legno lamellare, il progetto”, edito nel 1990, è stato reiteratamente
stampato (15.000 copie). Ma buona fortuna hanno
avuto le sue recenti “Guide Peter Cox”, come la 4
“Idee costruttive per solai e tetti di legno” e la 5 “Legno e stati di coazione”. Ha progettato diverse strutture di legno. Ma il suo maggior impegno è rappresentato dalla docenza, alla quale trasferisce esperienze,
sperimentazione e ricerca, ma soprattutto fiducia ed
entusiasmo per questo straordinario materiale!
A
Il crescente interesse per le costruzioni in legno nel nostro Paese pone un interrogativo
di fondo: è solo una moda o ci sono gli elementi per una nuova cultura del costruire?
Io penso che la distanza che separa l’attuale
modo di concepire, realizzare, garantire le
costruzioni in legno dal diventare cultura sia
ancora una distanza siderale.
Con ciò non voglio dire che non ci stiamo
dando da fare. Anzi! Ma le condizioni affinché il legno diventi alternativa affermata sono ancora assai deboli, circoscritte, spesso
meramente commerciali, estemporanee, prive di solide basi scientifiche e normative.
E non basta guardare oltre le Alpi ed importare. La cultura è tale quando non è necessario evocarla!
Andiamo con ordine.
Il rinnovato interesse per il legno nel nostro
Paese – quando parlo di legno intendo sia il
massiccio che i ricomposti, lamellare in primis – con tutte le tipologie di prodotti che
­subiscono processi di trasformazione, pannelli compresi- si può datare agli anni ’70
dello scorso secolo, sia per l’introduzione
del lamellare che per la maggior attenzione
al restauro che ha imposto il mantenimento
delle strutture lignee esistenti o il loro recupero. Detto per inciso: i solai lignei della gotica Cà d’Oro sul Canal Grande di Venezia
sono stati sostituiti negli anni sessanta con
un solaio in latero-cemento, poi rivestito di
travi lignee non portanti. E così la ricostruzione post-bellica del nostro Paese ha fatto
esclusivo impiego di cemento armato, laterizio ed acciaio.
Il legno era completamente assente.
L’entusiasmo di uno sparutissimo numero di
imprenditori, il coraggio di altrettanti pochi
progettisti e la sensibilità di qualche funzionario pubblico hanno riannodato le fila inter-
rotte prima della guerra, riproponendo il legno come materiale alternativo da prendere
in considerazione negli interventi strutturali.
Gli anni ottanta e novanta, fino alla fine del
secolo, sono stati anni di pionierismo, riscoperte, sconfitte. Ma anche di successi!
­Abbiamo creduto ed osato. Abbiamo sperimentato, bussato alle porte delle istituzioni,
dei ministeri, ma soprattutto: abbiamo prodotto, rischiando spesso dal punto di vista
economico e normativo.
Ero intimamente convinto che a questa fase
avrebbero fatto seguito momenti di razionalizzazione, maturità e riprogrammazione degli obiettivi, non più su basi artigianali e
spontaneistiche, ma industriali – di ricerca e
sviluppo. Invece assistiamo soltanto ad una
proliferazione di venditori e commercianti o
imprenditori improvvisati, che poco o nulla
sanno di legno, e che lo trattano come un
qualsiasi materiale da costruzione. Svilito
non solo dei suoi valori culturali, semantici,
espressivi, ma anche economici. Reso competitivo solo sul piano dei prezzi, raramente
su quello della qualità.
Manca la presenza di motivate associazioni
di categoria, è assente l’insegnamento - tra
un migliaio di scuole tecniche superiori ed
universitarie, il legno è insegnato forse in
dieci scuole – e per la ricerca non si stanzia
un solo euro!
Di fatto, una normativa di riferimento certa è
ancora latitante. Non solo per ciò che riguarda progetto, calcolo, esecuzione e collaudo
(il decreto 14 gennaio 2008, che legittima il
legno come materiale da costruzione entrerà, si spera, definitivamente in vigore il prossimo giugno 2009), ma anche la certificazione europea è soggetta a continui slittamenti
e proroghe.
Nell’elencare le mancanze dichiaro implicita-
mente ciò che dovrebbe essere fatto per legittimare il legno, sia sul piano culturale che
scientifico. La ricerca in primis. Per competere e sfruttare le grandi potenzialità del legno servono conoscenza, insegnamento e
sperimentazione. La conoscenza è propedeutica al progetto, all’innovazione e alle
prospettive che il futuro ci riserva.
Senza la ricerca, non mi sento di pensare al
legno come ad un materiale da costruzione
alternativo. Accanto a logori slogan come: il
legno è sostenibile, ecologico, bello, caldo,
vivo e coccolo, è necessario dimostrare che
è durabile: in altre parole che la casa dura
di più del tempo di estinzione del mutuo!
Che le specie legnose sono assai più varie
dell’onnipresente abete e che il disegno di
un dettaglio costruttivo si può concepire
senza le micidiali, invasive e patologiche
protesi metalliche.
Dimostrando che oltre a tutti i requisiti obbligatori delle costruzioni, il legno ne ha qualcuno in più di quelli offerti tradizionalmente.
Mi sembra ovvio che una costruzione debba
resistere ai terremoti, agli incendi, al vento,
che garantisca risparmio energetico sia per
il riscaldamento invernale che per il raffrescamento estivo. Che assicuri comfort, gradevolezza e soddisfacimento delle percezioni multisensoriali. E che incarni,
materialmente e culturalmente, quel particolare genius loci del luogo in cui sorgerà. O
pensiamo ancora allo chalet di montagna –
e similia – nella pianura nebbiosa e padana?
So che il legno è in grado di offrire tutto ciò,
e anche qualcosa di più.
Ma, per ora, non scorgo le luci dell’alba!
A N
odo spaziale di una capriata realizzata con la
tecnologia cnc. (Tesi di Laurea di Roberto
Brazzale,Univ. Iuav, Venezia, relatori Laner-­
Gasparini, a. a. 2001–2002)
∂   2008 ¥ 11 Inserto ampliato in italiano
Attualità
3
Attualità - Biennale di Venezia
A
B
Padiglione italiano
Tese delle Vergini dell’Arsenale, Venezia
14 settembre – 23 novembre 2008
Roma interrotta
Artiglierie dell’Arsenale, Venezia
14 settembre – 23 novembre 2008
A La casa: l’essenza e l’essenziale. Luca Emanueli
Reggio Emila
B Immagini della mostra Roma interrotta
Superata la fase della produzione edilizia
­tesa a dare una risposta quantitativa al
­bisogno di alloggi sociali del periodo postbellico, percorsa velocemente, negli anni
‘90, la fase della qualità dell’abitare, ci troviamo oggi in una fase in cui è necessario
individuare nuovi approcci per soddisfare il
fabbisogno abitativo dando, al contempo,
­risposta alla domanda di forme dell’abitare
diversificate ed a misura della complessa
articolazione di una società eterogenea,
frammentata e multiculturale. “L’Italia cerca
casa” si colloca in questa fase contemporanea del dibattito, Francesco Garofalo assume i dati di contesto e si propone di offrire
suggestioni utili ad innescare nuove modalità di approccio al progetto finalizzate alla
­realizzazione di “Una casa per ciascuno”.
L’attuale emergenza abitativa è narrata da
un video, che riporta dati su canoni d’affitto
e valori degli immobili, ed individua una nuova fascia sociale troppo ricca per accedere
agli alloggi popolari, ma non sufficientemente ricca per accedere all’offerta di mercato.
La risposta possibile a questa nuova domanda abitativa impone la condanna dello
sprawl urbano e la valorizzazione della
­risorsa città che, nei suoi spazi residui ed interstiziali, offre nuove possibilità di alloggio
attraverso azioni di costruzione e ri-costruzione minute, diffuse ed incrementali, e la
sperimentazione di nuove relazioni tra le
persone e tra loro e lo spazio pubblico e da
abitare.
I programmi Ina Casa e Gescal e quelli di
edilizia economica e popolare attuati dagli
anni ’60 alla fine degli anni ’80, ma soprattutto gli esiti e le pubblicazioni della ricerca teorica e applicata sulla “casa d’abitazione” e
sui caratteri distributivi dell’alloggio, trovano
spazio sulle pareti del Padiglione e costitui-
scono il riferimento alto della pratica architettonica del passato mostrando, ancora con
forza, il loro portato creativo.
I progetti e le suggestioni per il futuro affrontano la dimensione sociale, ambientale,
energetica e politica del problema proponendo materiali e spunti di riflessione per
soluzioni possibili alle questioni relative alla
segregazione sociale, alla violenza delle periferie, all’inserimento dei migranti, alla diminuzione del carico ambientale.
Le strategie più convincenti indicano nel recupero della città storica la strada per diminuire il consumo di territorio e di risorse favorendo l’integrazione. Viene suggerita la
riappropriazione del centro per incoraggiare
una necessaria rigenerazione urbana delle
città attraverso la demolizione selettiva di
edifici sottoutilizzati entro cui insediare nuovi
prototipi abitativi ed un mix funzionale che
sia motore della ri–creazione della complessità del quotidiano dei centri storici.
Ancora, come lo scarto industriale così anche lo scarto edilizio può essere reinserito
nella filiera produttiva diventando il manifesto del recupero delle risorse dissipate: la
struttura incompiuta di una stazione ferroviaria viene utilizzata come scheletro su cui aggrappare abitazioni di varia natura realizzate
con un mix di tecniche costruttive materiali
riciclati.
Infine, la lettura delle azioni informali operate
dai migranti nell’insediarsi negli spazi abbandonati dai locali, offrono una rinnovata
capacità di visione delle potenzialità e delle
vocazioni dei luoghi prospettando modificazioni dell’esistente attraverso innesti prefabbricati, elementari e flessibili che ridisegnano spazi pubblici e servizi collettivi secondo
un’idea di social housing multi etnico.
Eliana Cangelli
La città europea come noto, è costituita da
un tessuto urbano compatto, dalla massa
solida dell’edificato nella quale, per sottrazione sono ricavati i luoghi di uso collettivo,
quali piazze, strade, portici, gallerie, che
configurano lo spazio pubblico.
In questo caso il progetto urbano interviene su di un assetto consolidato, inter­
pretandone il genius loci, la memoria storica e quanto altro onde prevedere uno
sviluppo in continuità tra passato, presente
e futuro.
Il progetto di Roma Interrotta si colloca in
questo ambito, azzera un periodo storico
che ha fatto snaturare l’impianto urbanistico
della città, andando a ritrovare nella pianta
del Nolli le infrastrutture funzionali e formali
della forma urbis originaria.
Questo metodo di lavoro secondo il quale il
progetto urbano si sviluppa partendo dalle
radici, è quanto mai attuale, non solo per interventi di completamento, di riqualificazione, di espansione di interi comparti urbani
interni alla città consolidata ma anche come
modello per nuovi insediamenti.
L’attualità del progetto sta, a mio avviso, nel
riaffermare i valori della città europea, quale
modello di assetto con un carattere “autenticamente urbano” capace di superare il dualismo tra città e periferia: quest’ultima intesa
come “non luogo” per l’assoluta mancanza
di riconoscibilità.
Ritorna così la questione del rapporto tra
piano e progetto che, prima nella fase
dell’urbanistica quantitativa, poi nella fase
dell’urbanistica degli standard ed infine
­nella fase dell’urbanistica riformista, ridiventa nodo centrale del dibattito culturale: si
­valuta la città tradizionale, si punta sulla
compattezza del costruito.
Piero Sartogo
4
Costruire con il legno in Italia
Inserto ampliato in italiano 2008 ¥ 11   ∂
Costruire con il legno in Italia
Abitazione a Malles Venosta (BZ)
Progettista: Roberto Bologna
2
8
1
3
Pianta in scala 1:200
1 scala di ingresso
2 cucina
3 pranzo
4 soggiorno
5 camera
6 bagno
7 corridoio
8 balcone
L’essenza della montagna con i suoi colori e
i suoi materiali, primo fra tutti il legno, ha
avuto un ruolo di primo piano nella ristrutturazione di un maso nel centro storico di
­Planol, un minuscolo paese adagiato su un
promontorio appena pianeggiante nell’omonima valle alpina. La costruzione è parte di
un isolato di antiche dimore contadine e fienili; costituita da tre piani fuori terra ed uno
seminterrato, si eleva al di sopra dei tetti circostanti ed affaccia sul fondovalle che termina sul conoide di Malles, il più grande del
Tirolo, all’imboccatura dell’Alta Val Venosta.
Esternamente l’edificio ripropone i caratteri
architettonici e il linguaggio tipici del luogo:
le finestre incorniciate e incavate nella mole
muraria, la costruzione lignea dei balconi e
del tetto. Dall’originario maso sono state ricavate due abitazioni di cui quella qui descritta occupa il primo piano e il piano sottotetto. Il progetto scaturisce dalla volontà di
interpretare con attualità i caratteri abitativi
tradizionali delle dimore di alta montagna,
elaborandone la composizione dello spazio
interno e l’essenza dei materiali. Lo spazio è
concepito come una vera e propria architettura degli interni: invece della consueta suddivisione dell’abitazione in singole stanze
confinate, è stata enfatizzata la percezione
di uno spazio fluido, composto di volumi
scatolari disarticolati all’interno di un contenitore più ampio, da cui tagli di luce naturale
penetrano all’interno esaltando le forme. Ne
deriva la lettura di elementi rigidamente tridimensionali immersi in libere prospettive, la
scansione di volumi in positivo (il camino, il
blocco cucina, gli armadi-contenitori) o in
negativo (le nicchie dei letti) che riconducono alla memoria degli elementi dell’abitare di
una volta (la stube, l’acquaio, l’alcova). Il
­legno di larice è il materiale predominante
nella finitura delle superfici, sia per richiamo
alla tradizione costruttiva locale sia per le
qualità materiche in grado di esprimere. Nella zona giorno, intensamente illuminata fino
al tramonto, la luce riverbera su pavimento,
pareti e soffitto esaltando il colore cangiante,
le venature, i nodi ed anche il profumo della
essenza di larice; nella zona notte, squarci
di bianco intonaco ne interrompono la conti-
4
nuità per rafforzare il gioco dei volumi.
Il legame tra la composizione architettonica
degli interni e il materiale è rappresentato
dall’uso del legno non come semplice finitura superficiale ma come vero e proprio sistema costruttivo che integra gli arredi e le attrezzature. La costruzione della forma è resa
visibile dalla tecnica dell’incastro alternato
negli angoli verticali dove si incontrano le
doghe di larice, lasciando in evidenza la testa della tavola.La sensazione del non finito
e della naturalità è ottenuta utilizzando il materiale allo stato nativo o grezzo, evitando la
patinatura superficiale che provoca un senso di artificialità della materia. Le tavole, lavorate con la tecnica della spazzolatura che
6
7
5
5
mette in risalto la struttura interna e il colore
del legno, hanno altezze differenti e giunti
verticali sfalsati. Seguendo gli stessi criteri
progettuali è stata impiegata in alcune parti
della casa la pietra di Luserna ‘rustica’, dalla
caratteristica struttura cristallina bianco-nera
con ampie striature dorate: come roccia affiorante, spesse lastre a spacco naturale rivestono la scala di accesso; i piani di lavoro
di bagno e cucina sono rivide superfici lavorate a fiamma; così pure le pareti del vano
doccia, a cui si accede da un stretta fenditura come in una piccola grotta. Il consumo
energetico dell’edificio si attesta su livelli
comparabili con le classi più alte di certificazione secondo lo standard di “casa clima”.
∂   2008 ¥ 11 Inserto ampliato in italiano
Costruire con il legno in Italia
2
3
1
Sezione in scala 1:20
1 Parete esterna
intonaco esterno premiscelato 15 mm
rete di armatura in fibra
­sintetica
isolamento termico in lastre
di polistirolo 140 mm
muratura portante in blocchi
di calcestruzzo con argilla
espansa 380 mm
listelli di abete 20≈20 mm
tavole di larice spazzolato
160/ 220/ 20 mm
2 Copertura
tegole di cemento
listelli di abete 40≈40 mm
telo in PVC armato con tessuto di fibra sintetica
tavole di abete 160≈25 mm
isolamento termico in fibra di
legno 200 mm
barriera al vapore
tavole di abete 160≈25 mm
travetti di abete 160≈120 mm
travi di abete 240≈180 mm
3 Solaio d’interpiano
pavimento in tavole di larice
spazzolato 160/ 220/ 30 mm
listelli di abete 60≈60 mm
isolamento acustico in ghiaia
sottile 60 mm
travetti di cemento armato e
blocchi di laterizio 240 mm
listelli di abete 20≈20 mm
tavole di larice spazzolato
160/ 220/ 20 mm
4 Infissi
profili in legno di larice
tre lastre di vetro e doppia
camera 22 mm
4
5
6
Costruire con il legno in Italia
Inserto ampliato in italiano 2008 ¥ 11   ∂
Costruire con il legno in Italia
Gridshell
Progettisti: Sergio Pone, Sofia Colabella,
Bianca Parenti, Roberto Ruggiero, Gianluca
Gallo, Felice Grasso
Collaboratori: Caterina Astarita, Pia
­D’Angelo, Fabio Figlia, Mariella Mosca,
­Alfonso Petta, Maria Pone, David Romano,
Gennaro Santamaria
Amato, Pasquale Smilzo
A
Il pergolato realizzato nella campagna di
Ostuni (Brindisi) nasce dalla volontà di sperimentare gli esiti di una ricerca di dottorato
sulla tipologia strutturale della Gridshell sviluppata presso l’Università Federico II di Napoli nel 2004 da Sofia Colabella. L’obiettivo
era quello di ombreggiare la grande aia di
forma quadrangolare con un pergolato/pensilina costruito senza ricorrere ad appoggi
intermedi in un’inedita unità costruttiva con
la preesistenza: in sostanza, una piccola
struttura di grande luce capace di armonizzarsi con le false cupole del trullo e con le
volte. Nel 2007 il gruppo di progettazione,
con la collaborazione dello strutturista Gianluca Gallo, propone una prima rielaborazio-
ne del modello di Frei Otto per il Mannheim
Lattice Shell (1971, Federal Garden Exhibition), in cui è utilizzato lo stesso materiale, il
legno, con le stesse logiche strutturali; le sezioni sono ridotte rispetto a quelle utilizzate
in Germania (50≈50 mm) e non si fa uso di
diagonali in tiranti d’acciaio. I primi plastici
di studio e le prime simulazioni computerizzate per verificarne la resistenza restituiscono risultati sorprendenti. La copertura proiettata in pianta è un pentagono irregolare di
luce massima pari a circa 12 m e, nel punto
più alto, misura 3,90 m. È realizzata con una
griglia a due layer formata da assicelle di legno di larice di 2,4≈4,6 cm connesse circa
ogni 60 cm con più di 400 bulloni. Ogni ner-
B
C
D
E
vatura è composta da due assicelle che, incrociandosi con l’altra famiglia di elementi,
forma un nodo una risultante dalla sovrapposizione di quattro aste tenute insieme da
un’unica barra filettata passante. La copertura è stata assemblata in piano a circa un
metro dal terreno, gradualmente sollevata
alla massima altezza e deformata in opera
per assumere la forma definitiva. La griglia è
composta da due ordini di 32 assicelle la cui
lunghezza totale è di circa 1 km e il peso
complessivo, comprese le parti metalliche,
sfiora 700 kg. Questo metodo costruttivo,
molto poco diffuso, nasce dall’ibridazione
tra il comportamento del graticcio/reticolo
(grid) e del guscio (shell); l’ibridazione si ri-
∂   2008 ¥ 11 Inserto ampliato in italiano
Costruire con il legno in Italia
A render di studio
B fasi di montaggio: allestimento dell’impalcatura a
torre e collegamento dei quattro moduli centrali
C fasi di montaggio: collegamento di tutti i moduli
esclusi quelli perimetrali
D fasi di montaggio: sollevamento dei moduli a 3 m
E fasi di montaggio: sollevamento dei moduli a
4.50 m e collegamento con i moduli perimetrali
F Gridshell a montaggio concluso
G dettaglio della copertura della Gridshell con
­brise-soleil
G
flette anche sulle due famiglie di forme, apparentemente inconciliabili, cui la Gridshell si
riferisce: quelle rigidamente cartesiane (della struttura non ancora deformata) con quelle morbidamente curvilinee dei gusci (struttura a deformazione avvenuta). La griglia è
prima tessuta a secco, assemblando in opera moduli prefabbricati da circa 3≈3 m composti da una trama e un ordito regolari, poi è
cucita in cantiere nella forma desiderata: la
prima fase, la “tessitura”, è operazione regolare e ripetitiva, quasi da produzione industriale, mentre nella seconda, la “manifattura”, tutto diventa particolare e unico in una
logica costruttiva tipica dell’artigianato. In
questo caso il tessuto strutturale si adatta
F
7
docilmente alle caratteristiche del contesto
e, in particolare, i due bordi che si appoggiano all’edificio ne commentano la geometria assumendo uno la forma lineare della
gronda e l’altro la sagoma sinusoidale disegnata dalle due voltine affiancate.
Questo tipo di struttura risponde principalmente alle logiche delle strutture di legno in
coazione (come nel caso del fasciame in
flessione degli scafi) e soprattutto a quelle in
cui gli elementi lavorano per forma (per
esempio le intelaiature a graticcio orientate
nello spazio tridimensionale). In ciascuno di
questi campi, così come per le Gridshell, appare significativa la relazione tra il piccolo
formato dell’elemento ligneo di partenza e la
grande dimensione dell’oggetto finito. Infine,
inserito nel quadro esigenziale originario e
fortemente perseguito già nella fase euristica del progetto, era il tema del controllo del
ciclo di vita del manufatto e quindi della riciclabilità reale della struttura tanto da bandire
completamente l’uso dei collanti chimici e ricorrere esclusivamente a giunzioni metalliche. Queste hanno permesso un assemblaggio reversibile durante il montaggio,
consentono la completa sostituibilità delle
parti eventualmente danneggiate durante la
vita della costruzione e garantiranno uno
smaltimento semplice e rispettoso dell’ambiente dopo la futura demolizione.
Sergio Pone
8
Inserto ampliato in italiano 2008 ¥ 11   ∂
Prodotti
Drum, Collezioni Ceccotti
wpc woodeck, eternoivica
High drum, mid drum, large drum sono
tavolini di servizio realizzati in massello
di noce americano multistrato impiallacciato disegnati dal designer Massimo
Castagna. Questa moderna reinterpretazione del “servitore muto” fa parte di
“modern sense”, la nuova collezione
presentata da Ceccotti di prodotti contemporanei, forti e personali; prodotti
eterogenei pensati da designers internazionali selezionati per la diversità ma
­accomunati dalla condivisione del progetto.
Il pavimento in legno galleggiante è un
prodotto eco al 100 %, realizzato con
polveri di legno di pino e rovere addittivate di materie termoresistenti e completamente riciclabili per la realizzazione di
una gamma di profili che vanno dalla
scanalatura classica a quella piatta sino
a quella liscia grezza. I listoni con superficie antiscivolo sono galleggianti su
supporti in plastica nera, da 12 mm di
spessore a 550 mm di altezza. I colori
disponibili sono: wengè, t­eak, rovere e
larice
Ceccotti Collezioni
Via Sicilia 4/a, Cascina
wwww.ceccotticollezioni.it
[email protected]
Eterno Ivica srl
Via Austria 25/E, Padova
www.eternoivica.com
[email protected]
Lumière, Lualdi
Das Griffner Haus, Griffner
Lumière nasce dalla volontà di esaltare
la porta come elemento d’arredo scenografico: sporge lievemente dal muro
­creando uno spazio tra i montanti laterali
che accolgono dei corpi illuminanti.
L’effetto ottenuto è la percezione di un
pannello verticale sospeso su una superficie di luce. La porta si addice anche a luoghi come hotel ed uffici per la
possibilità di inserire un numero lateralmente e perché certificato alla resistenza al fuoco (EI30).
L’open space di Griffner Haus è un sistema di costruzione modulare sviluppato per soddisfare la richiesta di elevata
flessibilità e personalizzazione.
Elementi quali la forma e la posizione
della scala nonché le dimensioni ed il
numero dei vani possono essere progettati a piacimento. Tre le tipologie: classic, pult e design oltre a progetti “su misura”. La parete esterna a pannello
unico consente la realizzazione di case
case passive.
Lualdi Porte
Via Piemonte, Mesero
www.lualdiporte.com
[email protected]
Griffner Haus
Via del Cristo 72, Fagagna
www.griffnerhaus.it
[email protected]
Boiserie, Merati
Scale e-16, Edilco
Strati di legno precomposto vengono
­incollati con speciali colle fenoliche e
compressi tra loro ad altissima pressione in modo da formare dei listelli indeformabili che usati di costa e inseriti in
apposite barre di acciaio, formano dei
veri e propri rivestimenti o tappeti destinati a qualsiasi ambiente domestico. I
­listelli di legno finitura Tanganika hanno
lunghezza massima 3,2 mt e creano
­pareti o pavimenti per ambienti umidi
come bagni o docce.
Edilco ha rivoluzionato in maniera globale il modo di pensare e progettare scale:
la particolarità della serie e-16 sta
nell’abbinare due travi reticolari autoportanti derivanti dall’unione di singoli elementi modulari componibili costituiti da
quattro bracci con conformazione sostanzialmente a croce ed assemblati con
viti a testa svasata e gradini in lamellare
di legno. Il contrasto di un elemento tecnico come la trave in acciaio lucido e il
legno del gradino è di grande effetto in
ambienti contemporanei e classici.
Merati S.r.l.
Via Carlo Porta 67, Seregno
www.merati.com
[email protected]
Edilco S.r.l.
Via Verona 12, Sona
www.edilco.it
[email protected]
New concepts, Acerbis
Roma, Catalano
Appositamente studiato per recepire la
profonda trasformazione degli apparecchi elettronici di home entertainment e le
esigenze della loro integrazione nell’ambiente soggiorno, New Concepts si è
­affermato come uno dei più innovativi
progetti di mobili contenitori.
Un’integrazione totale, che si spinge fino
alla realizzazione dedicata di diffusori
acustici, specificamente progettati per
Acerbis da Diapason®, celati in appositi
vani laterali.
Catalano segnala per il 2008 un ampio
portfolio di novità, frutto di nuovi concept, ma anche integrazione e completamento di famiglie e sistemi di sanitari
già in catalogo. Roma rappresenta, ad
esempio, un progetto articolato e sistematico. Un prodotto “universale” che
consente una grande varietà di soluzioni, grazie all’integrazione con mobili e
strutture dedicate. A volumi lineari in
wengè si appoggiano i lavabi in ceramica bianca.
Acerbis International S.p.A.
via Brusaporto 31, Seriate
www.acerbisinternational.com
[email protected]
Ceramica Catalano S.r.l.
S.p. Falerina km 7,200,
Fabrica di Roma (vt)
www.catalano.it
[email protected]
∂   2008 ¥ 11 Inserto ampliato in italiano
Traduzioni in italiano
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Editoriale
“Che cos’è l’architettura?” Aaron Betsky curatore dell’11a Biennale di Architettura di
­Venezia “Out There: Architecture Beyond
Building”, ponendo la questione di che cosa
si intenda per architettura, cerca di sondare
e di spiegare il fenomeno a prescindere dal
costruito. L’architettura è molto di più di una
semplice questione di densità urbana e di
distribuzione funzionale in pianta. Betsky
anela a quegli spazi ideali che conosciamo
dai film e dal panorama dell’arte, dichiarando in conferenza stampa che “gli edifici non
sono l’architettura”. “Architettura – continua
Aaron Betsky- significa offrire alternative critiche all’ambiente umano. L’architettura rappresenta il desiderio di un mondo migliore”.
Se però, a partire da una simile teoria, ci si
aspetta di essere coinvolti in un’affascinante
visione proiettata verso il futuro, visitando
l’esposizione di Betsky allestita negli spazi
dell’Arsenale, la delusione non tarda a farsi
sentire: accanto al circo dei famosi, da
Frank Gehry a Zaha Hadid, alcuni degli architetti invitati affrontano la tematica con
concetti formali e spaziali predeterminati;
molte idee sono prive di contenuto e molte
appartengono al mondo del dejà vu.
Chi non darebbe volentieri ragione al curatore della mostra, quando afferma che la nostra architettura è dominata da norme, leggi
e altre limitazioni al punto da castrarne la libertà formale? L’architettura, al contrario
della scultura, ha un approccio creativo,
tratta tematiche economiche e sociali, parla
dello spazio, della questione della sostenibilità e della funzionalità. Due anni fa, nella
scorsa edizione della Biennale di Architettura di Venezia, Richard Burdett aveva dato
spazio ad una sensazionale sul tema dell’urbanizzazione e delle megacity. Quando accadrà che qualcuno nella medesima posizione di Burdett oserà tematizzare, nella
stessa maniera, le soluzioni propositive per il
futuro dell’architettura?
Christian Schittich
Discussione
Pagina 1242
Legno naturale: la cultura del legno
Misticismo del legno
Grace Quiroga, Kari Jormakka
In un saggio di recente pubblicazione, l’architetto austriaco Volker Giencke osserva
inaspettatamente che “Il legno è un materiale divino caduto dal cielo, che cresce su
questo mondo dall’80° di latitudine Nord, al
60° di latitudine Sud”. Giecke non è il solo a
percepire una presenta mistica nel legno.
Anche Woody Allen si misura con il tema, e
per lui solo Dio è capace di creare un albero: “perché è così difficile riuscire a fissare la
corteccia al tronco”. L’artista italiano Giuseppe Penone è uno dei pochi che si è cimentato nel tentativo di fissare la corteccia e al
tronco. Ma per proteggere gli alberi con cortecce artificiali esistono anche soluzioni
standardizzate: consistono nella sovrapposizione di uno strato di legno coltivato sul tronco di legno naturale. Tecnica che riecheggia
nell’artificio adottato da Alvar Aalto quando
“veste” i pilastri di calcestruzzo con le lesene di ceramica, nel tentativo di trasporre negli interni la qualità spaziale delle foreste finlandesi.
Materiali edili naturali
A complemento delle illusioni visive sperimentate con l’albero, l’architetto si confronta
con il legno in tutte le sue forme, a varie scale e in diverse situazioni. Aalto pone particolare accento sulla naturalità del materiale da
costruzione e su come le sue proprietà materiche possano essere trasposte nelle soluzioni architettoniche tradizionali. In altre parole, per arrivare al progetto della gamba di
una sedia, Aalto si chiede: “Da dove origina
il capitello di una colonna ionica?” Rispondendo: “L’origine è nella forma duttile del legno, nel modo con cui le sue fibre si sovrappongono e flettono se sottoposte a carico.”
L’affermazione può apparire innanzitutto come una variante della teoria che descrive il
tempio dorico come una copia in pietra di
un’originaria struttura lignea, oppure come
l’estensione di quel concetto esposto da
­Vitruvio, per cui il capitello corinzio rappresenti l’immagine di un cesto con le foglie
di acanto. Negli ultimi due esempi menzionati, l’architettura è vista come immagine
di qualcosa di concettuale, mentre nel caso
di Aalto la colonna ionica è immagine
­tettonica del proprio comportamento statico, come una visualizzazione delle proprietà
del materiale da costruzione. In altre parole,
mentre un sostenitore della teoria metabolica, come Gottfried Semper, ne dedurrebbe
che l’architettura in realtà sia una maschera, tutto sommato la migliore maschera che
cela la materialità, Aalto asserisce che in
­origine il capitello ionico, scolpito nel legno,
esprime con sincerità le proprie caratteristiche materiche e che perfino la sua trasposi-
zione in pietra conservi fino ad un certo
­punto i requisiti formali dell’originale. In linea generale, Aalto definiva l’arte – compresa l’architettura- come un processo che
­consente al materiale di esprimersi come
­tale.
La sua posizione è dunque vicina a quella
dell’amico Costantin Brancusi, un’altro maestro del formalismo organico, il quale sostiene che scolpendo la pietra si discoprono lo
spirito del materiale ed il suo carattere. “La
mano dell’artista pensa e segue il pensiero
del materiale”. Per un collega finlandese di
Aalto, P.E.Blomstedt si tratta di “uno dei
maggiori segnali del nuovo realismo: mostrare le cose nella propria pelle, vale a dire
mostrarle come sono nella realtà e nella
prassi. Per Ekki Huttunen, uno dei maggiori
rappresentanti finlandesi del funzionalismo,
le caratteristiche di un materiale devono
conferire alle cose la propria immagine. Per
una migliore comprensione di quella che
viene definita “immagine naturale”, dobbiamo osservare che nella teoria dell’architettura, da Vitruvio fino ai maestri del funzionalismo, l’aspetto della materia, la struttura e la
funzione sono comprese in virtù dell’essenzialismo aristotelico. Aristotele sostiene che
la natura delle cose risiede nella compiutezza delle cose stesse. Di conseguenza, la natura di una ghianda sta nella quercia cresciuta come causa finale, “telos” o anche
che la causa del movimento della quercia è
la quercia stessa. In alcuni suoi scritti, Aalto
sembra accennare al fatto che la relazione
tra un elemento d’arredo e un albero è da
vedersi sotto l’aspetto teleologico al pari della relazione tra albero e seme.
Negli anni ’40, Aalto prende l’architettura
vernacolare della provincia finlandese di Karelien a modello dell’architettura organica
per il fatto che sia gli edifici kareliani che i
mobili si basino sugli alberi. In realtà, nei
luoghi kareliani originari, quasi tutto era costruito in legno non trattato né dipinto, legno
utilizzato allo stato in cui si trova in natura. In
contrapposizione, Alvar Aalto dovette ammettere che non è così semplice progettare
ad esempio un tavolo in legno che visualizzi
la natura o il “telos” dell’albero. Durante la
trasformazione in tavolo, la natura dell’albero
10
Traduzioni in italiano
viene rinnegata: l’albero viene abbattuto, tagliato in tavole che vengono incollate tra loro
ed infine verniciato. Per rimanere alla terminologia aristotelica, il “legno” potrebbe essere concepito come “materia” che deve essere informata tramite un’entità affinché
presenti una qualsiasi caratteristica. Una superficie liscia, ad esempio, appartiene
all’”essere tavolo” come causa formale che
contraddice l’”essere albero” potendo essere indipendente dalla natura del materiale
legno. La probabilità con cui Aalto interpreta
il “legno” come materia in senso aristotelico
viene avvalorata dal suo uso fermo della parola latina “materia” in uno dei saggi sul ruolo del materiale nell’arte. Aalto pone l’accento sul fatto che “il legno non è sostanza
naturale, è materia vivente generata da fibre
in crescita, simile al sistema muscolare umano. Nelle forme in legno che creo seguo
sempre la struttura del legno in crescita”. Il
fatto che le caratteristiche strutturali di un
oggetto in legno siano diverse da quelle di
un oggetto in plastica, consente di realizzare
forme, connessioni e dimensioni diverse rispetto alla plastica. In altri termini, Aalto nella realizzazione del tavolo agisce nel rispetto
delle proprietà strutturali del legno. Sotto
questo punto di vista si comprende perché
Aalto prende in considerazione, non a torto,
il fatto di dipingere gli elementi in legno sebbene un hardliner come Ludwig Hilberseimer possa confermare che il colore deve essere un carattere peculiare della materia e
non un’addizione.
La plastica che sembra legno è sempre stata considerata dai funzionalisti un falso. Dipingere un oggetto in legno non è considerato propriamente un’azione di mimesi della
plastica; il legno già tempo prima della diffusione della plastica era stato lavorato con
queste modalità. Il legno tradizionalmente
esige che venga mantenuta una particolare
immagine, un aspetto che attualmente viene
identificato nella naturalità. In altri termini, la
natura di un materiale non può essere definita sulla base dei suoi requisiti strutturali ma
solo tramite la differenza con gli altri.
Una materiale da costruzione nativo
I critici non celebrano il legno come materiale da costruzione naturale; l’ampia diffusione
di cui gode il legno in Finlandia ha fatto sì
che gli oggetti e le architetture create da
Aalto con il legno siano viste in relazione al
paese nativo, cioè la Finlandia. Questo fa
parte del limbo carico di mistero che cinge
un materiale naturale come il legno: come
gli alberi, in generale anche il legno viene
messo in relazione con la terra. Le architetture lignee di Aalto sono comunque riconducibili a modelli che spesso non si trovano in
suolo finlandese. L’esempio più rappresentativo è sicuramente Villa Mairea a Noormarkku (1938-39). L’elegante connessione tra
pilastro e trave, di complessa articolazione
alla copertura della sauna e della pensilina
tramite l’ingresso, potrebbe aver trovato ispi-
Inserto ampliato in italiano 2008 ¥ 11   ∂
razione nelle architetture dell’estremo oriente
africano e da artefatti che Aalto vide durante
l’Esposizione Mondiale svoltasi a Bruxelles
nel 1935. Nel Padiglione finlandese
dell’Esposizione Mondiale di Parigi (1937)
Aalto aveva applicato particolari costruttivi
simili che sia in quel periodo, che successivamente, sono stati identificati come peculiari dell’architettura finlandese. Nella Villa
Mairea, le citazioni all’architettura giapponese, ad esempio nella realizzazione della parete in bambù accanto alla scala principale
oppure nel giardino d’inverno con i mobili in
bambù e le lampade con paralume in carta
di riso, possono aver trovato ispirazione nella casa da tè Zui Ki Tei ricostruita nel 1935
presso il Museo Etnografico di Stoccolma.
Secondo l’affermazione di Paul Bernouilli,
coloro che hanno collaborato più intensamente alla progettazione di Villa Mairea hanno estrapolato alcuni particolari costruttivi
dal libro “La casa giapponese” di Tetsuro
Yoshidas pubblicato nel 1935. Alcuni critici
hanno confermato un certo orientamento
verso una tendenza all’Orientalismo già prima della costruzione della Villa. Già nel
1935, l’architetto e scrittore finlandese Gustaf Strengell affermava che nella Biblioteca
di Viipuri, dove si usa legno leggero non
trattato, Aalto avesse fatto riferimento ad accenti giapponesi. Gli osservatori stranieri
erano di tutt’altra opinione. Il Padiglione finlandese a Parigi, fu salutato come l’interpretazione nazionalista del Moderno, un tema
caldo per l’epoca. Due anni più tardi, Aalto
costruì il padiglione finlandese per l’Esposizione Mondiale di New York. Il rivestimento
ligneo in questo progetto evoca l’associazione del legno con la naturalità: una possente
parete a forma di onda senza soluzione di
continuità per quella che Aalto definiva
“un’esposizione organica”.
Forme organiche
Nel catalogo della mostra la forma dell’onda
veniva messa in relazione con la luce del
nord, sebbene le immagini inserite da Aalto
nella parete avrebbero dovuto ricordare i
paesaggi lacustri. Ad eccezione del soffitto
della sala di lettura della Biblioteca civica di
Viipuri, le forme organiche di Aalto si riscontrano in architetture che hanno lo scopo di
diffondere presso l’opinione pubblica i prodotti dell’industria del legno finlandese e di
commercializzare il significato ideale del bosco a vantaggio della cultura e dell’economia di quel paese. Questo vale per il padiglione finlandese a Parigi e a New York, per
il padiglione a Lapua e l’atelier di villa Mairea, ma anche per la segheria di Varkaus
del 1944. Negli anni ’60, dall’opera degli architetti Kirmo Mikkola e Juhani Pallasmaaa
emerge la relazione tra materiale da costruzione legno e forme organiche: la natura del
legno è al servizio delle forme ortogonali. In
finlandese la parola “puu” designa sia il legname da costruzione che l’albero. In questa interrelazione linguistica, il linguaggio
finlandese sembra meno preciso nella terminologia rispetto alle lingue indoeuropee che
sottolineano, invece, la differenza basilare
tra la parola “albero” e la parola “legno”, che
indica la sostanza; malgrado il fatto che la
Finlandia sia coperta di boschi e sia un paese in cui il legno per secoli ha ricoperto un
ruolo decisivo dal punto di vista economico.
Quando si pensa che la lingua degli eschimesi possiede centinaia di termini che definiscono diversi tipi di neve, nel vocabolario
finlandese quella carenza è un enigma. Per
comprendere gli argomenti di Mikkola e Pallasmaa bisognerebbe tenere in considerazione che hanno pensato più al legname da
costruzione (lumber) che al legno (wood).
Ciononostante, anche quando dovrebbe fare riferimento al legname da costruzione a
norma (timber), la tesi dei due architetti non
è condivisibile se non nel contesto dell’epoca in cui essi operano. Negli anni ’70, Alvar
Aalto non era noto quanto lo sarebbe stato
successivamente. La lobby nata intorno ad
Aulis Blomstedt e Aarno Ruusuvuori, antagonisti di Aalto, esercita un ascendente
sull’unica rivista di architettura finlandese,
“arkkitehti”, e sull’unica scuola di architettura, il politecnico a Otaniemi. Gli antagonisti
di Aalto gli rimproverano di aver sperimentato troppo nel processo formale individuale,
si impegnano nella standardizzazione, nella
prefabbricazione e nel principio della modularità. Insieme a Kristian Gullichsen (figlio del
proprietario di Villa Mairea), Pallasmaa progetta ville estive in legno che portano formalmente la firma di Mies: architetture modulari costituite da elementi in legno a
struttura leggera. Per difendere il progetto,
Mikkota e Pallasmaa hanno costruito la loro
tesi attraverso la vera forma della costruzione in legno; ma, nelle case tradizionali a
tronchi, in Finlandia e in altre parti del mondo, la tipologia di pianta più spesso utilizzata è rettilinea, anche se è chiaro che la connessione fra le travi non esige
necessariamente un angolo retto. Il kahtamoinen finlandese, la tradizionale chiesa a
doppia croce, ad esempio, si distingue
spesso per le travi a croce che convergono
prospetticamente. Altri metodi di costruzione
∂   2008 ¥ 11 Inserto ampliato in italiano
in legno sono più flessibili anche nelle costruzioni “organiche” o dalle forme scultoree,
come hanno dimostrato Herb Greene e il
suo Makovecz. Non sembra che il legno come materiale da costruzione imponga la forma all’edificio. In modo particolare nel XIX
secolo, il legno come materiale per la nuova
costruzione, a confronto delle nuove tecnologie come le fusioni in ferro, l’acciaio e il
calcestruzzo, perde terreno. In una società
industriale, altri materiali sono ritenuti più
idonei ad assolvere il ruolo un tempo proprio
del legno, soprattutto per quanto concerne
la prevenzione incendi, l’inserimento del fabbricato in un tessuto urbano ad elevata densità e la necessità di ampie luci architettoniche. Solo negli ultimi due decenni, i
progressi tecnologici e il crescente interesse
per la sostenibilità hanno rimesso in gioco
l’alternativa del legno. Non stupisce che il legno venga utilizzato con modalità convenzionali da un lato, per destare i suoi caratteri
di naturalezza e tradizione, e contemporaneamente sia impiegato per edifici sperimentali. Si pensi, ad esempio, che nel 1999 nella
tedesca cittadina di Herne-Sodingen,
Françoise-Hélène Jourdas progetta un involucro microclimatico: un’architettura high
tech con pilastri a vista in abete rosso. Il laboratorio di Edward Cullinan del Museo
all’aperto Weald and Downland a Sussex
(2002) si distingue per una copertura a guscio reticolare leggera composta di listelli in
rovere connessi tra loro diagonalmente. Una
versione più “blob” di una tecnica strutturale
simile è stata applicata dal Finnish Wood
Studio nel piccolo padiglione realizzato
presso lo zoo di Helsinki. La copertura realizzata in occasione dell’Expo mondiale di
Hannover, progettata da Thomas Herzog, è
un altro esempio di costruzione a guscio in
legno. E’ composta di dieci ombrelli alti 20
metri con un possente pilone centrale e un
coronamento di 40x40 metri. Herzog sostiene che l’obbiettivo non era creare una forma
reticolare leggera, ma alla base del concetto
c’era la stabilità di un albero riscontabile nella successione di tronchi massicci portanti,
rami e rametti. Nella stessa Esposizione
Mondiale svoltasi ad Hannover, Peter Zumthor sonda esattamente il potenziale del legno: dal punto di vista costruttivo il Padiglione della Svizzera non è particolarmente
innovativo, ma il muro composto di elementi
a sovrapposizione con 45.000 travi in legno
di fresco taglio crea interni labirintici con
particolari effetti di luce.
Zumthor ama porre l’accento sul fatto che i
suoi progetti architettonici nascano da un
materiale da costruzione. Pone un particolare valore alla natura del legno, come materiale vivo.
Architetture viventi
Il Padiglione svizzero progettato da Peter
Zumthor concretizza la possibilità che il legno crei un’architettura vivente. Diversi sono
gli architetti e gli artisti che associano l’albe-
Traduzioni in italiano
ro ad un ordine architettonico che ricorda
forme gotiche o architetture moresche.
L’esempio più eclatante è rappresentato dal
Weidendom di Rostock. Marcel Kalberer e
Sanfte Strukturen hanno progettato quella
che, con i suoi 15 metri di altezza e 52 di
ampiezza, è attualmente la più grande architettura vivente del mondo. Kalberer non è
l’unico ad essere affascinato da volte e cupole vegetali, un altro esempio famoso è la
cattedrale vegetale di Malga Costa, eretta
nel 2001 da Giuliano Mauri in Val di Sella
presso Trento. La struttura si compone di tre
navate con 80 pilastri in rami intrecciati tra
loro. L’idea che la cattedrale gotica tragga
origine dalle fantasie popolari e dalle foreste
nordiche si diffonde sin dal romanticismo,
come ci ricordano Goethe, August Wilhelm
Schlegel e René de Chateaubriand, solo per
citarne alcuni. Sir James Hall, socio della
Royal Society di Edimburgo fa una prima
sperimentazione premeditata, per fornire la
prova scientifica della naturalezza dell’architettura gotica. Al contrario di quanto riportato
negli scritti da Vitruvio all’Abate Laugier, Hall
desidera mostrare che tutti i concetti dello
stile gotico sino al più minuto particolare sono convalidati da una logica vegetale. Come
prova empirica, coltiva nel suo giardino di
Edimburgo la famosa piccola cattedrale in
verghe di salice. Per impressionare il pubblico femminile, l’australiano Laubenvogel costruisce un “nido” artificiale in rami, muschio
e foglie spesso raffigurato come un tunnel o
un piccolo riparo. All’interno e intorno al nido
dispone penne, ghiaia, gusci di chiocciola,
fiori e altri oggetti. Dal punto di vista formale,
il chiosco potrebbe essere paragonato
all’opera paesaggistica di La Tonelle creata
dall’artista francese Gilles Bruni e Marc Babarit nel 1996. Se il Laubenvogel costruisce
un nido decorato, non è né naturale ma non
è nemmeno architettura. In architettura si
può fare in modo che nessun materiale sia
naturale. Gli alberi nella foresta sono organismi viventi ma il legno naturale non esiste.
11
Pagina 1254
Dallo Spacelab allo Slumlab
Architettura senza architettura?
Frank Kaltenbach
Aaron Betsky, ex direttore del NAI Netherland Architecture Institute e Direttore del
Cincinnati Art Museum è responsabile
dell’allestimento della mega rassegna presentata in occasione della Biennale d’Architettura 2008 che vede sfilare 56 paesi partecipanti. “Gli edifici sono la tomba
dell’architettura”: sulla scorta di una tesi così
provocatoria, Betsky sviluppa il filo conduttore dell’esposizione sotto il motto “Out There-Architecture beyond Building”. Gli architetti visitando l’esposizione dovrebbero per
l’occasione liberarsi dal peso del lavoro
quotidiano per esibirsi come artisti, discutere la nuova essenza dell’architettura e trovare soluzioni per il futuro. All’Arsenale, due
schermi di proiezione curvi accolgono il visitatore in un mondo interstellare. Uno scenario creato con le sequenze sincronizzate di
film, da “Metropolis” di Fritz Lang del 1926
fino a “2001: Odissea nello spazio” di Stanley Kubrick.
Coinvolto dalla visione e dall’utopia del passato, il visitatore si trova confrontato con un
design futuristico. Con “Prototyping the future: three houses for the subconscious” Hani
Rashid e Lise Anne Couture di Asymtote definiscono la propria metamorfosi di corpi
astratti in tre variazioni: oggetti estetici che
indagano la predisposizione formale della
nostra immagine. E lo spazio? In un ambiente interattivo anno ’60 si scivola sotto una
campana di vetro acrilico che sembra il casco di un astronauta galattico. Seguendo
l’indicazione di disporre i propri pugni intorno alla cupola di pilotaggio, si delinea il proprio battito cardiaco su un diplay LED, ma
solo mentre ci si sta per allontanare diventa
chiaro che l’idea di questa capsula spaziale
trae veramente origine dal 1969 ed è una ricostruzione dell’”Astroballon” di Coop
12
Traduzioni in italiano
Himmelb(l)au. Sorge la domanda: quello che
un tempo sognavamo, ora può essere realizzato? L’installazione di arredi “Lotus” di Zaha Adid risolve la questione della scala facendo riferimento ad auto di lusso o ad un
fior di loto dischiuso. Il futuro dell’architettura
è forse un’architettura in movimento? Ben
van Berkel e Caroline Bos lavorano al fenomeno della stanza vivente. In un bianco neutro il nastro della “Changing Room” si attorciglia tra lo storico colonnato come un
modello in carta in scala 1:1. Il pavimento diventa parete, diventa soffitto, diventa pavimento. Il movimento tridimensionale potenziato da videoproiezioni, si sovrappone al
movimento tridimensionale del visitatore. La
temporaneità e l’infinita molteplicità di soluzioni si riscontra nelle installazioni di Frank
Barkow e Regine Leibinger. Tubi tagliati al
laser che potrebbero essere letti come modelli astratti di edifici a sviluppo verticale di
una città: il visitatore può spostarne a piacimento la disposizione. La prefabbricazione
digitale è messa in scena anche nel Padiglione svizzero ai Giardini, dove una parete
costruita da un robot si snoda intorno ai pilastri, icona dell’elevato livello delle scuole di
architettura svizzere, dove l’installazione di
Gramazio Kohler è stata portata a compimento. “S.L.U.M.Labs” è il progetto di una
funicolare negli slums di Caracas che connette due quartieri urbani senza costruire un
nuovo spazio stradale. Peter Ebner e sette
studi di architettura messicani propongono
ipotesi concrete per incrementare la densità
del costruito di Messico City. Spesso il messaggio di alcuni padiglioni è di difficile comprensione e il risultato di altri suscita meno
interesse, è meno seducente ed emozionale. Gehry è stato premiato con il “Leone
d’oro” alla carriera nonostante sia in contrasto con il motto di Betsky dato che crede ancora nella forza dell’architettura. “Non mi interessano bei disegni o modelli. Mi interessa
l’edificio”. E non è solo.
Documentazioni
Pagina 1266
Casa di vacanze a Kumamura
Spesso le case di vacanza in montagna sono associate al legno, inteso come materiale
da costruzione naturale. Tuttavia, raramente
la relazione trova un’espressività così immediata come in questo cubo realizzato nella
Prefettura di Kumamura in Giappone.
Un’area quadrata di 4 metri di lato dove travi
in legno di cedro di sezione eguale si stratificano una sull’altra: gli interni ricordano un
gioco di costruzioni dell’infanzia sottraendosi
alle tradizionali disposizioni costruttive delle
case di legno e approdando ad una magnifica celebrazione di una complessa semplicità. Disposte in undici differenti posizioni, le
travi lignee definiscono pelle ed interni, as-
Inserto ampliato in italiano 2008 ¥ 11   ∂
il mare la postazione di primo soccorso è
connessa al volume con i servizi igienici per
gli ospiti della spiaggia e il locale tecnico.
La facciata in listelli lignei ombreggia durante l’estate senza ostacolare la vista ai soccorritori. Ampie parti della facciata lunga 7
metri sono ribaltabili tramite meccanismo di
sollevamento idraulico.
Planimetria generale tipo 1
scala 1:2000
solvono la funzione di parete, soffitto, tavolo,
panca, scaffale o letto. Il cedro conferisce
calore e senso di protezione, elementi in vetro privi di telaio enfatizzano lo scenario del
bosco circostante.
Piante
scala 1:100
Sezione
scala 1:50
1
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3
4
5
6
7
8
9
Ingresso
Cucina
Bagno / WC
Locale tecnico
Soggiorno 1
Soggiorno 2
Tavolo
Zona notte
Area giorno/notte
1
Nastro di guaina
nastro di tenuta continuo
listello di fissaggio perimetrale
angolare in acciaio inox
compensato di supporto
12,5+12,5 mm
Vetrata monolitica 6 mm
inclinazione 30°
con angolare di metallo perimetrale
fissato con silicone
Pittura idrorepellente
trasparente
Legno di cedro giapponese
350/350 mm
Vetrata monolitica 6 mm
apribile verso l’interno
Spina filettata acciaio Ø 18 mm
Pittura idrorepellente
bianca
Massetto cementizio 220 mm
pavimento in cemento armato
350 mm
2
3
4
5
6
7
8
Pagina 1268
Postazione di primo soccorso a Marsiglia
Marsiglia, città dal carattere industriale e
portuale, da decenni si occupa del water
front nell’area urbana. In sostituzione di un
edificio esistente, si realizzano quattro stazioni di primo soccorso che oltre ad essere
garanti della sicurezza pubblica sulla spiaggia, creano un senso di identità. I padiglioni
si collocano in posizione centrale sul segmento di spiaggia, pur essendo raggiungibili
direttamente dalla strada dai mezzi di soccorso. L’edificio è quasi interamente occupato dalla stazione di primo soccorso e viene utilizzato stagionalmente. Tramite il
percorso coperto da pergolato sul lato verso
Prospetti Sezioni
Piante tipo 2
scala 1:250
1
2
3
4
5
6
7
8
9
Servizi igienici
Locale tecnico
WC accessibile dall’esterno
Passaggio coperto con pergolato
Primo soccorso
Locale osservazione
Cucina
Spogliatoio
Ufficio direzione
1 Lamiera di rame zincata
aggraffata verticalmente
rivestimento in tavole di legno
30/150 mm
trave lignea reticolare prefabbricata
2 Pannello in legno compensato
multistrato12 mm
barriera al vapore
isolamento termico 200 mm
3 Anta a ribalta in
vetro di sicurezza
4 Pannello in legno compensato
multistrato 12 mm
listelli 20/70 mm
barriera al vento
pannello in OSB 12 mm
isolamento termico 120
freno al vapore
listelli 40 mm
cartongesso 12,5+12,5 mm
5 Montante 200/ 200 mm
6 Piastrelle 20 mm
su letto di malta
massetto 70 mm
c.a. 170 mm
7 Doghe in legno 150/ 22 mm
travi in legno 70/ 200 mm
profilo in legno 60/ 90 mm
8 Lamelle in legno
trattate a caldo 150/ 22 mm
9 Traverso in legno
trattato a caldo 100/100 mm
10 Anta di apertura
lamelle 150/10 mm
con meccanismo di apertura idraulico
12 Pilastri in legno 100/100 mm
13 Pannello in legno lamellare 18 mm
listelli 40/ 50 mm
calcestruzzo a poro aperto 200 mm
letto di malta 20 mm
piastrelle
∂   2008 ¥ 11 Inserto ampliato in italiano
Traduzioni in italiano
Pagina 1272
Casa d’abitazione ad Augusta
2
3
4
5
La casa ai margini del nucleo storico di Augusta sostituisce un edificio di cubatura simile preesistente. La difficoltà di computare
l’intervento su una sostanza costruita esistente e la suddivisione degli spazi non funzionale, hanno indotto sia la committente
che i progettisti ad optare per un nuovo volume. La scelta del legno trova motivazioni
nei requisiti, imposti dalla committenza, di
sostenibilità, breve fase di cantiere e piacevole microclima. La struttura in montanti rivestita, in facciata e a tetto, da pannelli di fibrocemento marrone scuro si affaccia con
ampie superfici sul giardino adiacente. Luce, clima e privacy sono controllate
dall’utente tramite persiane impacchettabili
traforate esterne e tendaggi interni. Sulla
facciata lungo il vicolo, le aperture si riducono, le persiane non sono traforate mentre la
finestra del bagno al piano terra rimane nascosta dietro un pannello intagliato. La vetrata arretrata rispetto al filo facciata in corrispondenza del timpano consente l’apertura
di una terrazza-loggia all’interno del volume
dell’edificio.
6
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8
9
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Planimetria generale
scala 1:1500
Piante
Sezioni
scala 1:200
1
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Confine del lotto
Ingresso
Ufficio / appartamento vicino
Bagno
Riscaldamento/lavanderia
Corridoio con libreria
Camera bambini
Camera da letto
Cucina
Pranzo
Soggiorno
Terrazza
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14
15
16
Sezione particolareggiata
scala 1:20
1 Pannello in fibra di cemento
8 mm avvitato
(con viti nel colore della facciata)
ventilazione/listelli 100/120
e 100/60
guaina a poro aperto 5 mm
all’intradosso del pannello
rivestimento in tavole
a taglio sega 24 mm
isolamento in fibre morbide di legno
100+100 mm
17
18
19
20
tra le travi inclinate 100/ 200
freno al vapore
ventilazione/listelli 30/50
pannello in fibra di gesso 15 mm
tinteggiato
Lamiera traforata in alluminio
marrone
Canale di gronda riscaldato
in alluminio marrone
Vetrata isolante in vetro di
sicurezza 8 mm+intercapedine 14 m+
stratificato temperato
di sicurezza 9 mm
Tavole in abete bianco
levigato e oliato 22 mm
su listelli di supporto
con riscaldamento
a pavimento intermedio 25 mm
isolamento fonoassorbente 33/30 mm
solaio massiccio in legno lamellare di
abete rosso 180 mm
intradosso a vista
Zoccolo in abete rosso 22 mm
Antone a libro
in fibra di cemento marrone
8 mm
struttura in telai di alluminio
anodizzati marrone scuro
Imbotte in
pannelli di fibra di cemento
8 mm
Vetrata isolante in vetro di
sicurezza 8 mm+intercapedine 14 m+
stratificato temperato di sicurezza 11 mm
in telaio di legno di abete rosso
esternamente tinteggiato come la facciata
all’interno laccato bianco
Parapetto in vetro
stratificato temperato 13 mm
Lamiera serramento in
alluminio marrone
Pannello in fibra di cemento
avvitato 8 mm
(viti nel colore di facciata)
ventilazione/listelli 120/80/40 mm
pannello in particelle di legno
a poro aperto 20 mm
isolamento in fibre morbide di legno
80+80 mm
tra gli elementi in massello
da costruzione
60/160 o 120/160 mm
pannello in OSB
listellatura con isolante 40/60 mm
pannello in fibra di gesso 15 mm
tinteggiato
Pannello in fibra di cemento
avvitato 8 mm
con fessura verticale
Lamiera di alluminio piegata
anodizzata marrone scuro
Nastro in lastra
di fibra di cemento 8 mm
Tavole in legno in abete bianco 30 mm
tubolare in alluminio | 30 mm
membrana impermeabilizzante 1,5 mm
isolante termico
poliuretanico stabile
a compressione 80 mm
freno al vapore 2 mm
strato di separazione
in feltro sintetico 3 mm
solaio massivo
in legno lamellare
di abete rosso 180 mm
intradosso a vista
Binario tendaggio
in alluminio anodizzato
Tubolare in acciaio
| 60/60/4 mm
Massetto cementizio pigmentato
lucidato 70 mm
Parete a traversi 130 mm
pannello in fibra di gesso 15 mm
13
isolamento in fibra morbida
di legno 60 mm
tra gli elementi in massello
da costruzione
60/160
pannello in fibra di gesso 15 mm
tinteggiato
21 Parete di irrigidimento 155 mm
pannello in fibra di gesso 15 mm
tinteggiato
pannello 12,5 mm
isolamento in fibra morbida
di legno 60 mm
tra gli elementi in massello
da costruzione
60/160
pannello
22 Porta scorrevole in
pannello di particelle
45 mm
23 Canale Ø 100 mm
Pagina 1276
Edificio plurifamiliare a Ebikon
In Svizzera, a Ebokon, un nuovo fabbricato
di forma razionale sostituisce un edificio
­rurale esistente. Il volume cubico si eleva
per quattro livelli sopra un basamento in
­calcestruzzo a vista. Nel fabbricato si collocano un negozio, un appartamento per la
madre del contadino e due unità identiche
disposte su tre livelli per famiglie con bambini. L’accesso alle due unità d’abitazione avviene tramite un passaggio che richiama le
tipologie rurali. Entrambi gli appartamenti
sono disposti in modo da godere di vista in
tutte le direzioni e da integrare nei volumi
elementi come: passaggi coperti, loggia al
piano di copertura, ecc. La struttura in legno
si compone di pareti realizzate in listellare
massello e di solai in listellare con calcestruzzo collaborante. La struttura evita l’impiego dei giunti incollati: un punto a favore
dell’ecologia. La facciata respira e si autopulisce e dovrà essere ritinteggiata soltanto
ogni 10 anni.
Planimetria generale
scala 1:2000
Sezioni
Piante
scala 1:250
1
2
3
4
5
6
Camera
Bagno
Corridoio
Guardaroba
Soggiorno/pranzo
Loggia
14
Traduzioni in italiano
7 Ripostiglio
8 Negozio
9 Cantina
Locale tecnico
11 Deposito
12 Lavanderia
13 Cambio
14 Ingresso
15 Passaggio
Inserto ampliato in italiano 2008 ¥ 11   ∂
Pagina 1280
Museo a Sabres
Sezione orizzontale
Sezione verticale
scala 1:20
1 Copertura:
inverdimento estensivo 80 mm
membrana antiradice
guaina bituminosa a due strati.
isolamento in pendenza
in lana minerale
freno al vapore
solaio in legno listellare masello
187 mm
correnti 25 mm
pannello di cartongesso
intonacato 13 mm
2 Lamiera attico
in acciaio inox
3 Pannello in legno compensato
multistrato
4 Sfioratore di sicurezza
5 Rivestimento in tavole
di abete rosso 20 mm
correnti 109 mm
cartone antivento
6 Parapetto
barra in acciaio zincata 40/8 mm
7 Drenaggio loggia
8 Pavimento loggia
pavimentazione a fuga aperta
in Douglas 27 mm
membrana di protezione
guaina impermeabilizzante
a due strati
isolante in pendenza 60/110 mm
barriera al vapore
solaio in legno listellare masello
207 mm
listelli 25 mm
pannello in cartongesso
intonacato 13 mm
9 Solaio
parquet in rovere 10 mm
massetto cementizio 80 mm
strato di separazione guaina PE
isolante termico 20 mm
isolante fonoassorbente 20 mm
solaio in legno listellare masello
e calcestruzzo 207 mm
listelli 25 mm
cartongesso intonacato 13 mm
10 Veneziana
alluminio anodizzato naturale
11 Vetrata isolante 4+20+4
U=1,1 W/m2K
telaio finestra
legno/alluminio anodizzato naturale
12 Scossalina in lamiera
alluminio anodizzato naturale
13 Facciata
rivestimento in tavole
di abete rosso
trattato con impregnante
a base di farina di segale
correnti 40 mm
cartone antivento
isolante termico
lana minerale 160 mm
parete in legno listellare masello
in legno 87 mm
pannello in cartongesso
intonacato 13 mm
A partire dal 1970, il Museo all’aperto “Ecomusée de la Grande Lande” situato in
un’area ricca di boschi lungo la costa atlantica francese, serve a documentare la vita
nel XIX secolo. Il treno storico accompagna i
visitatori attraverso un viaggio nel tempo:
accanto alla stazione si colloca il nuovo “Pavillon des Landes de Gascogne”. Il rivestimento continuo in legno di pino autoctono
integra il grande volume in un ambiente
prettamente rurale. Dall’ingresso si apre verso sinistra uno spazio ampio completamente
bianco dedicato alle esposizioni temporanee
e caratterizzato da una parete di fondo completamente vetrata che si apre verso la natura. Le travi in legno della struttura portante
filtrano la luce naturale incidente attraverso
gli shed. Nella così detta “Galleria”, dedicata
alle esposizioni permanenti, l’illuminazione è
garantita da un lucernario e da una finestra
scatolare sovradimensionata rivestita in lamelle di legno. L’irregolarità del volume ha
una sua ragione nella semplicità di posa degli elementi lignei prefabbricati in stabilimento. Se negli anni a seguire dovessero cambiare le esigenze degli utenti, la struttura
portante in legno consentirà, in particolare
nel settore dedicato alle esposizioni, un intervento flessibile con pareti divisorie realizzate in tecnologia a montanti lignei, ma anche con aperture di finestre sui perimetrali.
Per garantire una tenuta agli agenti atmosferici, le lamelle in legno che rivestono l’intero
volume sono state trattate a caldo. Le lamelle ombreggiamo anche la superficie di copertura e proteggono dal surriscaldamento
estivo.
Assonometria
costruzione massiva (deposito, laboratorio)
Assonometria costruzione in legno
(esposizione, didattica)
Sezioni
Pianta piano terra
scala 1:500
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
Ingresso
Esposizione temporanee
Esposizioni permanenti
Vetrina
Didattica
Area conferenze
Deposito
Laboratorio
Lucernario
Impianto aerazione
Sezione orizzontale
Sezione verticale
scala 1:20
1 Legno di pino silvestre
trattato a caldo
40/60 (interasse 100 mm)
profilo in acciaio piegato zincato
rivestito nero
listelli 60/ 22 mm
tenuta al vento
pannello OSB 20 mm
montante in lamellare di pino
90/ 220, interasse 1200 mm
isolante termico intermedio
lana di vetro 120 mm
lastra di cartongesso 12,5+12,5 mm
2 Uscita di sicurezza
3 Pannello in legno con velatura
4 Vetrata isolante fissa
5 Legno di pino silvestre
trattato a caldo
40/60 (interasse 100 mm)
profilo in acciaio piegato zincato
rivestito nero
| 35/70 mm
6 Legno di pino silvestre
trattato a caldo
40/60 (interasse 100 mm)
profilo in acciaio piegato zincato
rivestito nero
listelli 60/40 mm
tenuta al vento
isolante termico lana
di vetro 120 mm
pannello OSB 20 mm
parete in laterizio 200 mm
7 Legno di pino silvestre
trattato a caldo
40/60 (interasse 100 mm)
guaina impermeabilizzante
materiale isolante espanso 100 mm
freno al vapore
pannello OSB 20 mm
8 Ancoraggio copertura
tubolare in acciaio Ø 60 mm
9 Elemento d’appoggio regolabile
in plastica
10 Profilo perimetrale in lamiera rivestita
11 Trave in lamellare di pino
90/450 mm(interasse 1200 mm)
12 Canale di aerazione
13 Pannello pavimento in c.a.
superficie con aspersione di quarzo
Sezione particolareggiata
scala 1:20
1 Legno di pino silvestre
trattato a caldo
40/60 (interasse 100 mm)
2 Ancoraggio copertura
tubolare in acciaio Ø 60 mm
3 Elemento d’appoggio regolabile
in plastica
4 Profilo perimetrale in lamiera
rivestito
5 Vetrata isolante
6 Trave portante in lamellare di pino
7 Canale di aerazione
8 Guaina impermeabilizzante
materiale isolante espanso 100 mm
pannello OSB 20 mm
lana di vetro 128 mm
cartongesso
9 Avvolgibile
10 Corpo d’illuminazione
a luce indiretta
11 Pannello in compensato
isolante termico
in lana minerale 220 mm
tra i montanti in lamellare 90/ 220 mm
pannello in compensato
12 Guaina impermeabilizzante
∂   2008 ¥ 11 Inserto ampliato in italiano
materiale isolante espanso 100 mm
pannello OSB 20 mm
lana di vetro 30 mm
cartongesso a doppio strato
lana minerale 30 mm
membrana di rivestimento nera
13 Controsoffitto di pannelli
in lamiera stirata
14 Legno di pino silvestre
trattato a caldo
40/60 (interasse 100 mm)
profilo in acciaio piegato zincato
listelli 60/ 22 mm
impermeabilizzazione al vento
pannello OSB 20 mm
isolamento termico
negli interspazi 120 mm
cartongesso a doppio strato
15 Pannello pavimento in c.a.
superficie con aspersione di quarzo
Pagina 1286
Casa d’abitazione a Londra
Il cubo con pelle lignea si inserisce in un
contesto di case a rivestimento lapideo
nell’East End di Londra dove il committente
mette a disposizione per la costruzione un
raro e costoso lotto di terreno. Sprofondando
il volume nel lotto, l’edificio residenziale
­guadagna un livello rispetto alla bifamiliare
in stile vittoriano con rivestimento in laterizio
cui la nuova architettura si deve conformare
dimensionalmente. Spazi intimi, protetti
­dallo sguardo indiscreto dei passanti; una
cucina e una sala da pranzo che si sviluppa
verso l’esterno. Contrariamente a quanto
previsto dall’organizzazione planimetrica
­solitamente adottata in Gran Bretagna, le
camere sono collocate a livello stradale,
mentre il soggiorno è al primo piano. Le parti portanti dell’edificio sono completamente
realizzate in elementi massivi di legno prefabbricati in Germania. Il montaggio della
struttura p
­ rincipale è avvenuto in soli due
giorni. Il r­ ivestimento in tavole di cedro trattato con olio di lino è stato montato in opera.
Le ante di ventilazione, le porte e le finestre
sono a filo con la facciata per integrare e
sottolineare l’uniformità dell’involucro nero.
Gli interni sono caratterizzati da pareti e pavimenti bianchi. La realizzazione di una
struttura portante in legno massello su tutti i
lati ha consentito la libera disposizione delle
ampie aperture. Il carattere introverso
dell’edificio non impedisce il contatto visivo
con il patrimonio arboreo storico esistente
sul lotto adiacente.
Traduzioni in italiano
Planimetria generale
scala 1:2000
isolamento 40 mm
freno al vapore
pannello in compensato 12 mm
correnti 25/ 25 mm
cartongesso 12,5 mm
Sezione
piante
scala 1:250
1
2
3
4
5
6
7
8
Corte
Cucina
Pranzo
Studio
Camera
Deposito
Ingresso
Soggiorno
15
Pagina 1290
Monastero a Tautra
Sezione verticale
Sezione orizzontale
scala 1:20
1 Vetrata isolante
in telaio di acciaio inox
L 50/50 mm incollato
2 Copertura
rivestimento in tavole di cedro
superficie scanalata
40 mm
struttura non a vista in cedro 50/70 mm
trave in abete rosso 100/120 mm
distanziatore
materassino di protezione puntuale
3 Guaina impermeabilizzante
solaio in legno massiccio in pendenza
rivestimento in tavole 30 mm
isolamento termico 70 mm
pannello compensato
in tavole di abete rosso 160 mm
laccato bianco
4 Solaio
compensato laccato bianco 18 mm
isolamento con riscaldamento
a pavimento 50 mm
strato di separazione
solaio compensato
in tavole di abete rosso 170 mm
rivestimento in tavole 38/38 mm
cartongesso 12,5 mm
5 Parete
rivestimento in legno di cedro
superficie scanalata
con fughe di 5 mm
correnti 25/38 mm
contro listelli 38/38 mm
guaina impermeabilizzante
tamponamento
in pannello compensato
in tavole di abete rosso 160 mm
materiale isolante espanso ignifugo
con freno al vapore integrato 50 mm
cartongesso 12,5 mm
6 Frontale di partenza scala
noce 63 mm
7 Parapetto in compensato 9 mm
superficie impiallacciata noce
8 Pavimento terrazza
tavole in cedro
40 mm
trave in legno di conifera
pretrattato 40/60 mm
materassino di protezione
puntuale
guaina impermeabilizzante
pannello pavimento in c.a. 250 mm
9 Pavimento piano terra
compensato laccato bianco 18 mm
isolamento con riscaldamento
a pavimento 50 mm
strato di separazione
materiale isolante espanso 70 mm
10 Ante di aerazione
rivestimento in tavole
di cedro 20 mm
guaina impermeabilizzante
pannello in compensato 12 mm
“Così vicino al cielo” potrebbe commentare
il visitatore della chiesa di Tautra Maria alla
vista della magnificenza della natura che si
gode dalla parete vetrata di fondo all’altare.
Trasparente anche la pelle di copertura: l’intreccio di travi lignee di cui si compone filtra
la luce naturale mutandola in una giocosa
combinazione di luci ed ombre. Lo spazio di
devozione si colloca in testata a chiusura
del volume del monastero edificato nel 2006
sull’isola Tautra nel fiordo di Trondheim.
­Pochi anni prima dell’intervento, una congregazione di monaci trappisti provenienti dagli
Stati Uniti, attratti dalla solitudine, e in particolare dai resti di una vicina abbazia medievale cistercense, decidono di stabilirsi in
questo luogo. Un semplice rettangolo lungo
82 metri e largo 29 chiude uno spazio interno. Ampie superfici vetrate si aprono verso
l’acqua e il paesaggio del fiordo, mentre il
volume resta chiuso verso il paesaggio
­“terrestre” e l’ambiente rurale. All’interno ci
si imbatte in una successione di differenti
spazi interni ed esterni che consentono riservatezza e concentrazione conferendo
all’impianto monastico, in tutta la sua eterogeneità, il carattere di una concentrazione
rurale in via di sviluppo. Per gestire questa
differenziazione sotto l’aspetto costruttivo
–ogni ambiente ha dimensioni diverse-, gli
architetti hanno scelto lamellare di grande
sezione 215x215 mm, dimensione da cui è
derivato lo spessore della facciata con rivestimento ardesiaco all’esterno e ligneo sulla
facciata del cortile.
Planimetria generale
scala 1:2500
Prospetto sud
Piante
scala 1:500
1
2
3
4
5
6
Chiesa
Cappella
Chiostro
Refettorio
Cucine
Scriptorium
16
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
Traduzioni in italiano
Biblioteca
Noviziato
Sala del capitolo
Ufficio
Sala pranzo ospiti
Camere ospiti
Produzione creme e saponi
Locale tecnico
Cella
Corte interna
Galleria
Sezione longitudinale struttura reticolare chiesa
scala 1:500
Sezione verticale chiesa
scala 1:20
1 Vetrata isolante
stratificato di sicurezza 4+4+
intercapedine 14 mm+
vetro di sicurezza
monolitico 6 mm
in telaio di alluminio
2 Listelli diagonali in lamellare
115/115 mm
3 Listelli orizzontali in lamellare
115/45 mm
4 Trave di colmo in lamellare
270/ 270 mm
5 Travi inclinate in lamellare 215/ 270 mm
6 Travi secondarie mediane/
travi secondarie diagonali/
travi secondarie perimetrali
in lamellare 215/ 225 mm
7 Trave di contorno in lamellare
275/70 mm
8 Lamiera di rame
guaina impermeabilizzante
pannello di compensato 18 mm
isolamento termico 35 mm
barriera al vapore
pannello di compensato
in betulla impiallacciato 18 mm
9 Lastre di ardesia 400/17 mm
larghezza 200/400 mm
listelli a sezione trapezoidale 48 mm
listelli 23/36 mm
cartone antivento
pannello in compensato 18 mm
montanti in legno 148/48 mm
con isolamento termico intermedio
lana minerale 150 mm
barriera al vapore
listelli 48/48 mm
con isolamento termico intermedio
lana minerale 50 mm
pannello in compensato
di betulla impiallacciato
10 Massetto radiante levigato 70 mm
isolamento termico 30 mm
pannello pavimento in c.a. 250 mm
coibentazione perimetrale 100 mm
Inserto ampliato in italiano 2008 ¥ 11   ∂
6
7
temprato in telaio di alluminio
Rivestimento in tavole
di abete rosso 19 mm
listelli 36/48 mm
listelli 23/36 mm
cartone antivento
pannello in compensato 18 mm
profili in legno 148/48 mm
con isolamento termico intermedio
150 mm
barriera al vapore
profili in legno 48/48 mm
con isolamento termico intermedio
lana minerale 50 mm
pannello in compensato
di betulla impiallacciato
Corpo illuminante
Pagina 1296
Edificio residenziale a Berlino
6
7
8
9
Osservando l’edificio esternamente, è impossibile capire che sia stato costruito utilizzando del legno. Dietro la facciata intonacata si potrebbero nascondere pareti in
calcestruzzo. La struttura in legno nasce da
una richiesta della committenza, una cooperativa di costruzione di Berlino. Gli architetti
erano convinti che il legno non dovesse essere a vista in quanto l’edificio è inserito in
un contesto urbano di edifici risalenti alla fine del XIX secolo, con rivestimento lapideo,
e in ottemperanza alla regola di prevenzione
incendi che escludono facciate in materiali
infiammabili. Disporre una scala esterna
aperta in calcestruzzo, per una rapida via di
fuga, è stato decisivo per ottenere l’approvazione del progetto da parte degli enti di
controllo ed ha risolto problematiche come
l’aerazione su tre lati ma soprattutto una migliore disposizione degli spazi interni.
Sezione verticale chiostro
Sezione orizzontale corte interna
scala 1:20
Planimetria generale
scala 1:5000
1
Sezioni
Piante
scala 1:400
2
3
4
5
Lamiera in rame con aggraffatura
verticale impermeabilizzazione
pannello in compensato 18 mm
Impermeabilizzazione a due strati
isolamento termico
in materiale espanso 250 mm
barriera al vapore
pannello in compensato di pino 18 mm
Montanti e traversi
in lamellare 215/ 215 mm
Travi in pino 48/ 215 mm
Vetrata isolante
in stratificato di sicurezza 4+4
+intercapedine 14 mm
+monolitico di sicurezza
3
4
5
1 Appartamento
2 Ufficio
Sezione facciata
scala 1:20
1
2
Trave in acciaio HEM 220
Copertura
substrato 20 mm
strato di livellamento e
strato cuscinetto 70 mm
materassino di protezione
in polipropilene
drenaggio e raccolta dell’acqua 30 mm
materassino di separazione e
di protezione guaina
impermeabilizzante bituminosa
saldata
membrana antiradice
guaina bituminosa rinforzata
con rete di vetro
isolamento termico
in lana minerale 200 mm
solaio calcestruzzo-legno:
c.a. 100 mm+ solaio in listellare massello
in legno 160 mm
Sospensione profili in acciaio fi 80 mm
Traverso in legno 36/ 28 mm
Parquet 18 mm
massetto cementizio 45 mm
pannello in polistirolo 30 mm
per alloggio serpentina
isolamento anticalpestio 20 mm
solaio calcestruzzo-legno:
c.a. 100 mm+ solaio in listellare massello
Intonaco minerale 8 mm
isolamento termico
in lana minerale 100 mm
pannello in fibra di gesso 12,5 mm
parete in legno massiccio 160 mm
pannello in fibra di gesso 18+18 mm
Parapetto in barra d’acciaio zincata
¡ 40/10 mm
Asta piena in barra d’acciaio zincata
¡ 30/10 mm
Pavimento balcone
graticcio di legno
profilo U in acciaio 120 mm
HEA 100 profilo in acciaio U 80+80
Sezione
scala 1:20
1
2
3
4
5
6
7
Passerella scala elementi
prefabbricati in c.a. 250 mm
Parquet 18 mm
massetto cementizio 45 mm
pannello in polistirolo 30 mm
per alloggio serpentina
isolamento anticalpestio 20 mm
solaio calcestruzzo-legno:
c.a. 100 mm+ solaio
pannello in fibra di gesso 12,5 mm
isolamento termico
in lana minerale 200 mm
intonaco minerale
Intonaco minerale 8 mm
isolamento termico in lana minerale 100 mm
pannello in fibra di gesso 12,5 mm
parete in legno massiccio 160 mm
pannello in fibra di gesso 18+18 mm
Finestra in legno con vetrata isolante
U=1,1 W/m2K
Parapetto in barra d’acciaio zincata
¡ 40/10 mm
Elemento in c.a.
prefabbricato 120 mm
Terrazza:
pavimento in Bangkirai 22 mm
struttura non a vista in larice 40/60 mm
impermeabilizzazione
pannello in materiale estruso
PUR 65 mm
guaina in PE
solaio calcestruzzo-legno:
c.a. 100 mm+
solaio in listellare massello
160 mm
isolamento termico
lana minerale 150 mm
pannello in fibra di gesso 18 mm
∂   2008 ¥ 11 Inserto ampliato in italiano
Traduzioni in italiano
17
Tecnologia
Pagina 1304
Costruzione in legno di sette piani
Un esperimento che sfida i regolamenti
edilizi
Tom Kaden
L’edificio residenziale realizzato a Berlino è,
dal punto di vista tecnico costruttivo un’innovazione assoluta. Si tratta del primo edificio
costruito in Europa con struttura in legno di
sette piani. Premesso che la proprietà aveva
richiesto l’utilizzo del legno come materiale
da costruzione, esigendo anche un soddisfacente eco-bilancio dell’edificio, la complessità del progetto è stata sin dal primo
momento chiara, dal momento che il Regolamento Edilizio locale prevedeva un massimo di cinque piani fuori terra per gli edifici in
legno. Per questo –dopo le riflessioni urbanistiche e costruttive preliminari- i progettisti
hanno sin dall’inizio elaborato una strategia
per la protezione antincendio, coinvolgendo
già nelle prime fasi tutti gli enti interessati,
dal Distretto Provinciale, ai Vigili del Fuoco,
al collaudatore della struttura. Nonostante le
approfondite verifiche con i professionisti
coinvolti, la raccolta di tutte le osservazioni
scaturite dalla verifica degli enti si è rivelata
molto complessa; alla fine il buon esito del
processo progettuale è stato garantito incaricando un certificatore terzo per la prevenzione incendi e ottenendo una positiva valutazione del rischio da parte dei Vigili del
Fuoco di Berlino.
Prevenzione incendi
I tre elementi fondamentali del progetto di
prevenzione incendi sono: le vie di fuga a
prova di fumo, il significativo incremento della resistenza al fuoco degli elementi lignei
portanti e d’irrigidimento tramite un rivestimento o incapsulamento a contatto con pannelli in fibra di gesso e un impianto di rilevazione fumi. Il concetto propugnato dallo
studio di progettazione si opponeva alle norme innovative del regolamento edilizio introdotte nel febbraio 2006: in linea con il regolamento del 2002, la nuova versione
consentiva la costruzione di edifici multipiano in legno fino alla classe di edificio 4, inoltre l’altezza dell’ultimo piano del fabbricato
misurato dall’estradosso del solaio non doveva superare l’altezza di 13 metri. L’edificio
in questione superava i 22 metri e apparteneva alla classe 5, per la quale le pareti e i
solai devono garantire una stabilità al fuoco
pari a F90-AB. Tutte le parti principali
dell’opera dovevano essere realizzate in materiali non infiammabili di classe A, anche se
il legno di fatto può essere escluso dai calcoli. L’unico sistema per ottenere un permesso di costruzione, rilasciato appositamente per questo progetto, era dato da un
parere tecnico di una società di ricerca sui
materiali e di collaudo delle tecnologie edilizie di Lipsia, in grado di esprimere una valutazione del comportamento al fuoco delle
pareti perimetrali portanti in legno massiccio
e del solaio composito in legno-calcestruzzo. Nel progetto di prevenzioni incendi, è
stata fondamentale la presenza di una scala
esterna aperta realizzata in calcestruzzo armato, originariamente inserita per ragioni urbanistiche. Tramite la passerella che collega
l’edificio ad ogni piano con la scala, ogni
unità d’abitazione viene dotata di un’uscita e
in caso di incendio possiede una via di fuga
diretta e non più lunga di 20 metri collegata
ad una scala antifumo. Diversi sensori antifumo in ogni alloggio provvedono alla rapida
rilevazione dell’eventuale incendio. Una colonna impiantistica per l’approvvigionamento
di acqua agli idranti è stata realizzata come
misura compensatoria aggiuntiva
Struttura
L’intera struttura dell’edificio residenziale è
stato realizzata in legno, ad eccezione di:
due pareti tagliafuoco ai lati degli edifici
adiacenti, due nuclei in calcestruzzo gettato
in opera per gli impianti tecnici, pilastri e pareti in calcestruzzo al piano terra. Gli architetti, dopo aver inizialmente scartato l’ipotesi
di una struttura portante in telai di legno -per
la sua difficoltà a garantire la stabilità statica
di un edificio di sette piani- sono approdati,
insieme agli strutturasti, ad un modello composto da uno scheletro portante in pilastri e
traversi di dimensione 320x360 mm in legno
lamellare, irrigidito da tamponamenti in legno massiccio di 160 mm di spessore.
Incapsulamento delle pareti esterne
Il rivestimento a contatto o incapsulamento
di tutti gli elementi portanti è composto di
due lastre di cartongesso spesse 18 mm.
Sul lato esterno, la parete massiccia in legno
è rivestita da una lastra di cartongesso da
12,5 mm. Il rivestimento termoisolante è stato ottenuto con un pannello di lana di vetro
ad elevata densità da 70 kg/m3 e un punto
di fusione superiore a 1000°. Il pannello ottimizza la costruzione sia dal punto di vista
della prevenzione incendi che nel contrasto
al freddo invernale e al caldo estivo. Il rivestimento interno ed esterno della struttura
portante soddisfa tutti i criteri della classe
d’incapsulamento k60 e in caso di incendio
impedisce per 90 minuti che il fuoco raggiunga la struttura lignea.
Costruzione dei solai
Ogni piano è composto di una struttura
composita legno-calcestruzzo con luce di
6,50 metri e divisa da una trave orizzontale
in spessore in corrispondenza dell’asse mediano dell’edificio. La soluzione ha consentito di eludere le pareti e i pilastri interni e ha
permesso un elevato grado di personalizzazione planimetrica. L’intradosso del solaio è
composto da tavole in massello di abete
rosso, spessore 160 mm, cui è sovrapposta
una soletta di calcestruzzo armato di 100
mm di spessore rigidamente connessa agli
elementi lignei tramite sei intagli profondi 20
mm e larghi 200. L’estradosso è costituito
da un classico pavimento realizzato con materiale isolante al calpestio, riscaldamento a
pavimento e massetto cementizio.
Studio del solaio composito
Gli ingegneri che hanno collaudato la struttura portante, accanto alle prove di calcolo
statico obbligatorie, hanno consigliato per il
sistema solaio la così detta “prova di flessione in quattro punti” presso l’Istituto di materiali e strutture del Politecnico di Monaco di
Baviera e una prova di carico elastico in
opera. Il primo solaio è stato testato con tre
carichi graduali (148,5 kN, 158,4 kN, 197,5
kN) senza rompersi sino al cilindro di massimo carico. La resistenza a flessione è di 6,0
kN/mm. Il secondo solaio si è rotto con un
carico di 301,3 kN e possiede una resistenza alla flessione di 5,38 kN/mm.
Il collaudo in opera si è dimostrato sin
dall’inizio più difficoltoso, per il fatto che era
stato già avviato l’allestimento degli interni.
Per il test sono stati riempiti 15 serbatoi
­d’acqua piovana, per un carico complessivo
di 7,5 t, raggruppati intorno ad un pilastro.
Le deformazioni sono state rilevate sia intorno al pilastro che sul solaio.
Fondamenta
Il sedime di fondazione era occupato dai resti di una cantina e dalle rovine dell’edificio
presistente distrutto durante la seconda
guerra mondiale. La decisione di non avere
un piano cantinato ha permesso la soluzione
più economica: le preesistenze non sono
state demolite e l’edificio è stato fondato su
57 pali in opera. La platea in calcestruzzo
armato è spessa 300 mm.
Processo edile
La vera sfida di questo edificio era data dalla possibilità di garantire, contemporaneamente e parallelamente, la costruzione in
calcestruzzo armato e quella in legno, compensando le tolleranze dimensionali delle
due strutture e tenendo conto delle difficoltà
derivanti da un cantiere con poca superficie
a disposizione e carente, ad esempio, di
uno spazio per il deposito del materiale.
Per la struttura in legno sono stati sviluppati
tre snodi con connessione in elementi d’acciaio. La precisione di taglio della CNC ha
consentito di montare velocemente i pilastri,
18
Traduzioni in italiano
i traversi, gli elementi parete e gli elementi
solaio. Durante tutto il montaggio i carpentieri contemporaneamente presenti in cantiere non sono mai stati più di 4. La struttura è
stata assemblata in 8 settimane invece che
nelle 11 previste: ogni settimana è stato realizzato un piano seguendo sempre lo stesso
programma settimanale:
• lunedì e martedì montaggio delle strutture
a montanti e traversi e del tamponamento
in massello con incapsulamento esterno
prefabbricato.
• mercoledì pomeriggio fino a giovedì sera i
ferri di armatura sono stati disposti per l’irrigidimento in calcestruzzo armato, per il
materassino d’acciaio della soletta integrativa in calcestruzzo e per la trave piana.
Nel medesimo periodo di tempo sono state
inserite le installazioni tecniche e gli impianti elettrici.
• venerdì si è proceduto al getto in calcestruzzo sul solaio in listellare massello,
asciutto il lunedì seguente quando è ricominciato il procedimento nella stessa successione.
La prefabbricazione di una struttura lignea
garantisce un’elevata sicurezza esecutiva e
qualitativa e un tempo di realizzazione relativamente breve. Dopo circa 9 mesi, nella primavera 2008, la proprietà si è trasferita
nell’edificio.
Il materiale legno e le proprietà energetiche
Una volta terminata la costruzione, la struttura lignea celata da uno strato di intonaco
non è più riconoscibile. La cosa lascia stupefatti dato che solitamente, nella maggior
parte degli edifici in legno, i derivati del legno sono impiegati anche in facciata. Lo
studio di progettisti non vedeva adeguata
una facciata in legno destinata ad assumere
una cromia grigia in un ambiente prettamente urbano, inoltre per motivi legati alla protezione incendi non era possibile prevedere
una facciata in legno. Il legno è stato utilizzato in linea di massima per le parti portanti
e come coibente, influendo positivamente
sul bilancio energetico e rappresentando, in
qualità di materiale rinnovabile, una risorsa
sostenibile che necessita di trasporto relativamente breve: i buoni requisiti di termoisolamento del materiale legno, inoltre, insieme
all’isolamento esterno al guadagno solare
dalle superfici finestrate, rendono il fabbisogno energetico più basso di 40 kWh/m2. Si
calcola che il costo per il riscaldamento
dell’edificio e il riscaldamento dell’acqua sanitaria di un alloggio di 150 mq sia al massimo di 400 euro all’anno.
Il progetto rappresenta il prototipo di un
concetto costruttivo innovativo che combina
un’architettura seducente a requisiti di ecologia e sostenibilità per la realizzazione di
residenze ad alta concentrazione in ambiente urbano, con il supporto idee innovative. In
Germania è stata realizzata una struttura in
legno per un edificio residenziale di 22 metri
Inserto ampliato in italiano 2008 ¥ 11   ∂
e di sette piani, ottemperando a tutte le raccomandazioni di protezione antincendio. E
mancano solo pochi centimetri per raggiungere la classe degli “edifici alti”!
Pagina 1310
Il nuovo volto del legno
Lavorazione digitale del legno per la
­realizzazione di forme curve
Christoph Schindler
Le soluzioni di modellazione offerte dai moderni strumenti CAD hanno trasformato le
facciate e le coperture a doppia curvatura in
un fenomeno formale costante nell’architettura contemporanea. Nella realizzazione del
processo costruttivo, gli strumenti reali sono
in grado di assecondare senz’altro la geometria di progetto definita dagli strumenti
CAD. La scelta di una specifica strategia
­realizzativa ha un ruolo chiave. I materiali
acciaio e vetro che si affermano sulla scia
della standardizzazione e della produzione
di massa nel settore edile, sono associati a
forme curve di concezione individuale. Il
materiale legno, invece, associato in primo
luogo alla sostenibilità e alla costruzione leggera, rimane in ombra nel dibattito sulla realizzazione di forme curve. Lasciando da parte il bilancio energetico e la statica, e
analizzando in linea generale le esigenze di
produzione, risulta che da questo punto di
vista il materiale legno possiede una potenzialità che fino ad ora è stata poco considerata. Immaginiamo un edificio con una facciata o una copertura a doppia curvatura,
come quelle che oggi spesso i media ci
presentano:quale requisito deve soddisfare
il materiale con il quale verrebbe realizzato
l’intervento? Esponiamo di seguito cinque
punti fondamentali:
La resistenza del materiale
Gli edifici di forme rettangolari possono essere realizzati combinando blocchi standardizzati in muratura, profili o lastre che si trovano sul mercato come prodotti prefiniti. Il
lavoro che rimane da fare nell’applicazione
individuale consiste nel rielaborare i particolari costruttivi dei giunti come ad esempio la
saldatura di pannelli frontali a profili in acciaio. Nel caso di elementi da costruzione di
edifici curvi è necessario, invece, che alle
superfici di chiusura dell’intero elemento sia
assegnata individualmente una forma conforme con la geometria predeterminata. Il legno, se sottoposto a lavorazioni con frese e
trapani offre una limitata resistenza. Contemporaneamente, rispetto a materiali di buona
lavorabilità come le schiume, per la sua
struttura a fibre possiede un’elevata stabilità;
in rapporto all’acciaio e al calcestruzzo, invece, possiede un peso specifico limitato.
La buona truciolabilità del materiale rende il
legno particolarmente adatto alla realizzazione di forme curve. Per essere economica-
mente vantaggiosi, nel settore architettonico
i processi devono svolgersi rapidamente e
anche più rapidamente che in altri settori.
Spesso possiamo osservare che alcuni processi di costruzione di prototipi e di forme
possono essere applicati alla produzione architettonica. Come uno scultore asporta il
materiale da un blocco, strato dopo strato,
anche nel caso dei procedimenti additivi di
prototipazione rapida si lavora in maniera intensiva per asportazione di strati. L’elevato
impiego di tempo e i costi a questo connessi
si ammortizzano in una produzione di massa
successiva. Per la produzione architettonica
devono essere inventati speciali processi
con i quali gli elementi architettonici personalizzati possano essere prodotti ai costi di
una produzione di massa. Nella lavorazione
del materiale legno, la buona truciolabilità
consente di lavorare non solo con la punta
di una fresa ma di tagliare con tutta la parte
laterale, incrementando il volume del materiale asportato per ogni unità di tempo. Contemporaneamente, nel taglio di piatto decade la rifinitura graduale nella lavorazione.
Per ottenere la finale qualità di superficie a
seconda del materiale sono necessarie da
una a due frese. Il processo viene velocizzato utilizzando lame di sega.
Misurazione del materiale grezzo
Tutti i semilavorati disponibili sul mercato sono in forma di lastra o di verga. Come punto
di partenza di un processo di lavorazione
formale di un elemento edile è necessario
trovare in commercio materiale grezzo non
lavorato con un volume dal quale si possa
intagliare tramite fresatura l’elemento edile
desiderato. Nel caso degli elementi prodotti
con procedimenti non standardizzati, come
ad esempio le travi di grande dimensione,
poche sono le alternative al legno. Mentre il
volume di un elemento in legno si può lavorare con strumenti ad asportazione di trucioli, le travi in acciaio ricavate dai profili sono
flessibili solo in lunghezza e sull’angolazione
di taglio. Nel caso delle lastre, la scelta sembra ampia: meno materiale c’è da asportare,
più un elemento edile corrisponde alla geometria del materiale non lavorato. Quando
ad esempio, si riescono a definire, per tutti
gli elementi edili necessari, due superfici
esterne poste alla medesima distanza, si
possono ritagliare con taglio piatto a tre o
cinque assi da materiali in lastra. I processi
di taglio sono conosciuti anche nella lavorazione della lamiera con taglio laser e al plasma. A causa dello spessore limitato del
materiale, le lamiere devono essere successivamente irrigidite, mentre materiali come il
legno o le schiume o le plastiche, per il possibile spessore possiedono già un’intrinseca
stabilità che non richiede ulteriore irrigidimento del materiale.
Stato di sviluppo delle infrastrutture
La realizzazione manuale di superfici curve
in particolare a doppia curvatura è molto
∂   2008 ¥ 11 Inserto ampliato in italiano
complessa. Una realizzazione precisa di
elementi curvi richiede nella maggior parte
dei casi una macchina a supporto computerizzato che possa trasmettere i vantaggi geometrici di un disegno CAD sul posizionamento automatico di uno strumento. Nella
produzione industriale di beni di massa, di
solito, per ogni prodotto nuovo si costruisce
una macchina che si adatti alle necessità
peculiari di quel prodotto. Gli edifici con forme curve sono al contrario architetture particolari che vengono costruite una volta sola.
Per la produzione dei singoli pezzi, al fine di
contenere i costi, si deve poter ricorrere a
strumentazioni esistenti. Tramite l’elevato
grado di prefabbricazione delle case di legno e delle strutture portanti di legno, le
strumentazioni della costruzione lignea si
colloca ad uno stadio tecnico per cui la produzione industriale sta più vicino a molte realizzazioni di strutture al grezzo realizzate
manualmente. Il lungo excursus storico della
prefabbricazione iniziata con le strutture reticolari medievali, industrializzata con le strutture Ballon Frame, continua oggi con una
strumentazione a supporto informatico che
nel frattempo ormai è adottata da diverse falegnamerie anche in nuclei urbani di media
estensione. Le CNC lavorano tramite tagliatrici su materiale in verga e tramite frese su
materiale non lavorato in lastra. Entrambi i tipi di macchine sono universali e raggruppano diversi strumenti di lavorazione ad asportazione di trucioli come frese, trapani e lame
di sega e per questo consentono l’esecuzione di diverse fasi di lavoro evitando di adattare la macchina sostituendo gli utensili. Particolarmente flessibili sono le frese dei
falegnami che si adattano bene alla lavorazione di materiale non vegetale. Oggigiorno,
nelle moderne falegnamerie sui tavoli di fresatura e sui banchi di lavoro non troviamo
solo legno e semilavorati del legno, ma anche schiume e materiali plastici.
La lunghezza e la linearità della catena di processo
L’universalità delle macchine di lavorazione
del legno non solo ha un ruolo importante
nei processi di esecuzione personalizzati
Traduzioni in italiano
ma anche nella preparazione delle informazioni digitali che predispongono gli attrezzi
delle frese e delle tagliatrici: per ogni pezzo
è necessario preparare un programma NC
digitale che descriva il percorso dello strumento. In progetti composti di diverse migliaia di elementi differenti tra loro l’automatizzazione del processo progettuale tra progetto e
particolari architettonici (CAD), esecutivi
(CAM) e CNC risulta indispensabile.
Previsione del comportamento de-formativo
Per realizzare un elemento edili personalizzato, parte integrante di una forma architettonica curva con le dimensioni predefinite, è
necessario stabilire anticipatamente quale
effetto avrà il processo esecutivo su un
­materiale. Il termine di previsionalità si distingue da quello di precisione in quanto la precisione è il raggiungimento del medesimo risultato entro una predeterminata tolleranza
durante la ripetizione della medesima operazione. La precisione è alla base dell’interscambiabilità. Nel nostro caso, è l’operazione attraverso la quale l’unicità dell’elemento
edile è ogni volta differente. A titolo di esempio, si pensi al fatto che durante ogni processo de-formativo nella lavorazione dell’acciaio si trasmettono i fattori di un processo in
modalità empiriche in quanto la parte elastica di un processo, il ritorno elastico, è prevedibile solo parzialmente a causa del grado di eterogeneità del materiale. Questo
vale per le lamiere ma soprattutto per le diverse verghe in acciaio profilato. Per ogni
pezzo unico è necessario condurre alcune
prove fino a riuscire a produrre la forma desiderata. Nelle costruzioni in legno, al contrario, è più semplice mantenere le dimensioni in quanto non c’è alcun ritorno elastico
né deformazioni né compressione del materiale.
Particolare attenzione viene riservata alla direzione delle fibre del materiale: se sono parallele all’asse mediano di un elemento portante, anche le proprietà statiche possono
essere utilizzate in maniera ottimale. Nel caso di elementi edili portanti curvi può diventare indispensabile adattare la direzione delle fibre all’asse mediano.
19
∂ - Inserto in italiano
Zeitschrift für Architektur
Rivista di Architettura
48° Serie 2008 · 11 Costruire con il Legno
L’Impressum completo contenete i recapiti per
la distribuzione, gli abbonamenti e le inserzioni
pubblicitarie è contenuto nella rivista principale a
pag. 1379
Redazione Inserto in italiano:
Frank Kaltenbach
George Frazzica
­Rossella Mombelli
Monica Rossi
e-mail: [email protected]
telefono: 0049/(0)89/381620-0
Traduzioni:
Rossella Mombelli
Partner italiano e commerciale:
Reed Businness Information
V.le G. Richard 1/a
20143 Milano, Italia
[email protected]
[email protected]
Fonti delle illustrazioni:
pag. 2: Roberto Brazzale, Schio (Vi)
pag. 3 sinistra: Fondazione La Biennale di Venezia
pag. 3 destra: Andrea Jemolo, Roma
pag. 4–5: Alessandra Mayer, Firenze
pag. 6–7: Sofia Colabella, Napoli
pag. 9: da Kalberer, Remann, Grüne Kathedralen,
Aarau e Monaco di Baviera 2003
pag. 10: Jussi Tiainen, Helsinki
pag. 12 alto: Iwan Baan, Amsterdam
pag. 12 basso: Françoise Laury, Aix-en-Provence
pag. 13 sinistra: Eckhart Matthäus, Augusta
pag. 13 destra: Roger Frei, Zurigo
pag. 14: Gaston Bergeret, Parigi
pag. 15 sinistra: Ed Reeve, Londra
pag. 15 destra: David Churchill/ www.arcaid.co.uk
pag. 16 e pag. 17: Bernd Borchardt, Berlino
pag. 19: www.designtoproduction.com
Piano editoriale anno 2008:
∂ 2008 1/2 Costruire con il Cemento
∂ 2008 3 Detail Conzept: Asili
∂ 2008 4 Luce e interni
∂ 2008 5 Materiali plastici
∂ 2008 6 Costruire semplice
∂ 2008 7/8 Grandi strutture portanti
∂ 2008 9 Detail Conzept: Abitazioni
collettive
∂ 2008 10 Facciate
∂ 2008 11 Costruire con il Legno
∂ 2008 12 Arredo urbano e ­paesaggio
• Luce – naturale e artificiale
Materia luce
• Intonaci – stucchi e pitture
Le facciate intonacate e poi -pittura,
tinta o rivestimento?
•T
rasparenze –
vetri plastiche e metalli
Materiali trasparenti, traslucidi, perforati
Lo stato dell’arte dei materiali da costruzione diafani
Il materiale traslucido offre al progettista
un’ampia libertà creativa, impensabile
con il vetro, che consente un rapporto
sensoriale con la luce e stimola l’avvincente alternanza di interni ed esterni.
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speciali, lastre di materiale sintetico,
membrane e metalli perforati è possibile
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delle atmosfere create dagli antichi
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