Inserto ampliato in italiano “Che cos’è l’architettura?” Aaron Betsky curatore dell’11a Biennale di Architettura di Venezia “Out There: Architecture Beyond Building”, ponendo la questione di che cosa si ­intenda per architettura, cerca di sondare e di spiegare il fenomeno a prescindere dal costruito. L’architettura è molto di più di una semplice questione di densità urbana e di distribuzione funzionale in pianta. Betsky anela a quegli spazi ideali che conosciamo dai film e dal panorama dell’arte, dichiarando in conferenza stampa che “gli edifici non sono l’architettura”. “Architettura – continua Aaron Betsky- significa offrire alternative critiche all’ambiente umano. L’architettura rappresenta il desiderio di un mondo migliore”. Se ­però, a partire da una simile teoria, ci si aspetta di essere coinvolti in un’affascinante visione proiettata verso il futuro, visitando l’esposizione di Betsky allestita negli spazi dell’Arsenale, la delusione non tarda a farsi sentire. Christian Schittich Rivista di Architettura 11 · Costruire con il Legno 2 L’opinione Franco Laner 3 Attualità Biennale di Venezia, il Padiglione italiano, Mostra Roma interrotta 4 Costruire con il legno in Italia Abitazione a Malles Venosta (BZ), Roberto Bologna Gridshell ad Ostuni (BR), Sergio Pone e Sofia Colabella 8 Prodotti Collezioni Ceccotti, Lualdi, Merati, Acerbis, eternoivica, Griffner, Edilco, Catalano 9 Traduzioni in italiano di testi e legende Discussione Documentazione Tecnologia Potete trovare un’anteprima con immagine di tutti progetti cliccando su: http://www.detail.de/Archiv/De/HoleHeft/210/ErgebnisHeft 2 L’opinione Inserto ampliato in italiano 2008 ¥ 11 ∂ L’opinione di Franco Laner La cultura del legno, viverla non evocarla Franco Laner architetto, è professore ordinario di Tecnologia dell’architettura all’Università IUAV di Venezia dove insegna Tecnologia delle costruzioni di legno. E’ autore di numerose pubblicazioni e libri, alcuni specificatamente sul legno. Un suo libro “Il legno lamellare, il progetto”, edito nel 1990, è stato reiteratamente stampato (15.000 copie). Ma buona fortuna hanno avuto le sue recenti “Guide Peter Cox”, come la 4 “Idee costruttive per solai e tetti di legno” e la 5 “Legno e stati di coazione”. Ha progettato diverse strutture di legno. Ma il suo maggior impegno è rappresentato dalla docenza, alla quale trasferisce esperienze, sperimentazione e ricerca, ma soprattutto fiducia ed entusiasmo per questo straordinario materiale! A Il crescente interesse per le costruzioni in legno nel nostro Paese pone un interrogativo di fondo: è solo una moda o ci sono gli elementi per una nuova cultura del costruire? Io penso che la distanza che separa l’attuale modo di concepire, realizzare, garantire le costruzioni in legno dal diventare cultura sia ancora una distanza siderale. Con ciò non voglio dire che non ci stiamo dando da fare. Anzi! Ma le condizioni affinché il legno diventi alternativa affermata sono ancora assai deboli, circoscritte, spesso meramente commerciali, estemporanee, prive di solide basi scientifiche e normative. E non basta guardare oltre le Alpi ed importare. La cultura è tale quando non è necessario evocarla! Andiamo con ordine. Il rinnovato interesse per il legno nel nostro Paese – quando parlo di legno intendo sia il massiccio che i ricomposti, lamellare in primis – con tutte le tipologie di prodotti che ­subiscono processi di trasformazione, pannelli compresi- si può datare agli anni ’70 dello scorso secolo, sia per l’introduzione del lamellare che per la maggior attenzione al restauro che ha imposto il mantenimento delle strutture lignee esistenti o il loro recupero. Detto per inciso: i solai lignei della gotica Cà d’Oro sul Canal Grande di Venezia sono stati sostituiti negli anni sessanta con un solaio in latero-cemento, poi rivestito di travi lignee non portanti. E così la ricostruzione post-bellica del nostro Paese ha fatto esclusivo impiego di cemento armato, laterizio ed acciaio. Il legno era completamente assente. L’entusiasmo di uno sparutissimo numero di imprenditori, il coraggio di altrettanti pochi progettisti e la sensibilità di qualche funzionario pubblico hanno riannodato le fila inter- rotte prima della guerra, riproponendo il legno come materiale alternativo da prendere in considerazione negli interventi strutturali. Gli anni ottanta e novanta, fino alla fine del secolo, sono stati anni di pionierismo, riscoperte, sconfitte. Ma anche di successi! ­Abbiamo creduto ed osato. Abbiamo sperimentato, bussato alle porte delle istituzioni, dei ministeri, ma soprattutto: abbiamo prodotto, rischiando spesso dal punto di vista economico e normativo. Ero intimamente convinto che a questa fase avrebbero fatto seguito momenti di razionalizzazione, maturità e riprogrammazione degli obiettivi, non più su basi artigianali e spontaneistiche, ma industriali – di ricerca e sviluppo. Invece assistiamo soltanto ad una proliferazione di venditori e commercianti o imprenditori improvvisati, che poco o nulla sanno di legno, e che lo trattano come un qualsiasi materiale da costruzione. Svilito non solo dei suoi valori culturali, semantici, espressivi, ma anche economici. Reso competitivo solo sul piano dei prezzi, raramente su quello della qualità. Manca la presenza di motivate associazioni di categoria, è assente l’insegnamento - tra un migliaio di scuole tecniche superiori ed universitarie, il legno è insegnato forse in dieci scuole – e per la ricerca non si stanzia un solo euro! Di fatto, una normativa di riferimento certa è ancora latitante. Non solo per ciò che riguarda progetto, calcolo, esecuzione e collaudo (il decreto 14 gennaio 2008, che legittima il legno come materiale da costruzione entrerà, si spera, definitivamente in vigore il prossimo giugno 2009), ma anche la certificazione europea è soggetta a continui slittamenti e proroghe. Nell’elencare le mancanze dichiaro implicita- mente ciò che dovrebbe essere fatto per legittimare il legno, sia sul piano culturale che scientifico. La ricerca in primis. Per competere e sfruttare le grandi potenzialità del legno servono conoscenza, insegnamento e sperimentazione. La conoscenza è propedeutica al progetto, all’innovazione e alle prospettive che il futuro ci riserva. Senza la ricerca, non mi sento di pensare al legno come ad un materiale da costruzione alternativo. Accanto a logori slogan come: il legno è sostenibile, ecologico, bello, caldo, vivo e coccolo, è necessario dimostrare che è durabile: in altre parole che la casa dura di più del tempo di estinzione del mutuo! Che le specie legnose sono assai più varie dell’onnipresente abete e che il disegno di un dettaglio costruttivo si può concepire senza le micidiali, invasive e patologiche protesi metalliche. Dimostrando che oltre a tutti i requisiti obbligatori delle costruzioni, il legno ne ha qualcuno in più di quelli offerti tradizionalmente. Mi sembra ovvio che una costruzione debba resistere ai terremoti, agli incendi, al vento, che garantisca risparmio energetico sia per il riscaldamento invernale che per il raffrescamento estivo. Che assicuri comfort, gradevolezza e soddisfacimento delle percezioni multisensoriali. E che incarni, materialmente e culturalmente, quel particolare genius loci del luogo in cui sorgerà. O pensiamo ancora allo chalet di montagna – e similia – nella pianura nebbiosa e padana? So che il legno è in grado di offrire tutto ciò, e anche qualcosa di più. Ma, per ora, non scorgo le luci dell’alba! A N odo spaziale di una capriata realizzata con la tecnologia cnc. (Tesi di Laurea di Roberto Brazzale,Univ. Iuav, Venezia, relatori Laner-­ Gasparini, a. a. 2001–2002) ∂ 2008 ¥ 11 Inserto ampliato in italiano Attualità 3 Attualità - Biennale di Venezia A B Padiglione italiano Tese delle Vergini dell’Arsenale, Venezia 14 settembre – 23 novembre 2008 Roma interrotta Artiglierie dell’Arsenale, Venezia 14 settembre – 23 novembre 2008 A La casa: l’essenza e l’essenziale. Luca Emanueli Reggio Emila B Immagini della mostra Roma interrotta Superata la fase della produzione edilizia ­tesa a dare una risposta quantitativa al ­bisogno di alloggi sociali del periodo postbellico, percorsa velocemente, negli anni ‘90, la fase della qualità dell’abitare, ci troviamo oggi in una fase in cui è necessario individuare nuovi approcci per soddisfare il fabbisogno abitativo dando, al contempo, ­risposta alla domanda di forme dell’abitare diversificate ed a misura della complessa articolazione di una società eterogenea, frammentata e multiculturale. “L’Italia cerca casa” si colloca in questa fase contemporanea del dibattito, Francesco Garofalo assume i dati di contesto e si propone di offrire suggestioni utili ad innescare nuove modalità di approccio al progetto finalizzate alla ­realizzazione di “Una casa per ciascuno”. L’attuale emergenza abitativa è narrata da un video, che riporta dati su canoni d’affitto e valori degli immobili, ed individua una nuova fascia sociale troppo ricca per accedere agli alloggi popolari, ma non sufficientemente ricca per accedere all’offerta di mercato. La risposta possibile a questa nuova domanda abitativa impone la condanna dello sprawl urbano e la valorizzazione della ­risorsa città che, nei suoi spazi residui ed interstiziali, offre nuove possibilità di alloggio attraverso azioni di costruzione e ri-costruzione minute, diffuse ed incrementali, e la sperimentazione di nuove relazioni tra le persone e tra loro e lo spazio pubblico e da abitare. I programmi Ina Casa e Gescal e quelli di edilizia economica e popolare attuati dagli anni ’60 alla fine degli anni ’80, ma soprattutto gli esiti e le pubblicazioni della ricerca teorica e applicata sulla “casa d’abitazione” e sui caratteri distributivi dell’alloggio, trovano spazio sulle pareti del Padiglione e costitui- scono il riferimento alto della pratica architettonica del passato mostrando, ancora con forza, il loro portato creativo. I progetti e le suggestioni per il futuro affrontano la dimensione sociale, ambientale, energetica e politica del problema proponendo materiali e spunti di riflessione per soluzioni possibili alle questioni relative alla segregazione sociale, alla violenza delle periferie, all’inserimento dei migranti, alla diminuzione del carico ambientale. Le strategie più convincenti indicano nel recupero della città storica la strada per diminuire il consumo di territorio e di risorse favorendo l’integrazione. Viene suggerita la riappropriazione del centro per incoraggiare una necessaria rigenerazione urbana delle città attraverso la demolizione selettiva di edifici sottoutilizzati entro cui insediare nuovi prototipi abitativi ed un mix funzionale che sia motore della ri–creazione della complessità del quotidiano dei centri storici. Ancora, come lo scarto industriale così anche lo scarto edilizio può essere reinserito nella filiera produttiva diventando il manifesto del recupero delle risorse dissipate: la struttura incompiuta di una stazione ferroviaria viene utilizzata come scheletro su cui aggrappare abitazioni di varia natura realizzate con un mix di tecniche costruttive materiali riciclati. Infine, la lettura delle azioni informali operate dai migranti nell’insediarsi negli spazi abbandonati dai locali, offrono una rinnovata capacità di visione delle potenzialità e delle vocazioni dei luoghi prospettando modificazioni dell’esistente attraverso innesti prefabbricati, elementari e flessibili che ridisegnano spazi pubblici e servizi collettivi secondo un’idea di social housing multi etnico. Eliana Cangelli La città europea come noto, è costituita da un tessuto urbano compatto, dalla massa solida dell’edificato nella quale, per sottrazione sono ricavati i luoghi di uso collettivo, quali piazze, strade, portici, gallerie, che configurano lo spazio pubblico. In questo caso il progetto urbano interviene su di un assetto consolidato, inter­ pretandone il genius loci, la memoria storica e quanto altro onde prevedere uno sviluppo in continuità tra passato, presente e futuro. Il progetto di Roma Interrotta si colloca in questo ambito, azzera un periodo storico che ha fatto snaturare l’impianto urbanistico della città, andando a ritrovare nella pianta del Nolli le infrastrutture funzionali e formali della forma urbis originaria. Questo metodo di lavoro secondo il quale il progetto urbano si sviluppa partendo dalle radici, è quanto mai attuale, non solo per interventi di completamento, di riqualificazione, di espansione di interi comparti urbani interni alla città consolidata ma anche come modello per nuovi insediamenti. L’attualità del progetto sta, a mio avviso, nel riaffermare i valori della città europea, quale modello di assetto con un carattere “autenticamente urbano” capace di superare il dualismo tra città e periferia: quest’ultima intesa come “non luogo” per l’assoluta mancanza di riconoscibilità. Ritorna così la questione del rapporto tra piano e progetto che, prima nella fase dell’urbanistica quantitativa, poi nella fase dell’urbanistica degli standard ed infine ­nella fase dell’urbanistica riformista, ridiventa nodo centrale del dibattito culturale: si ­valuta la città tradizionale, si punta sulla compattezza del costruito. Piero Sartogo 4 Costruire con il legno in Italia Inserto ampliato in italiano 2008 ¥ 11 ∂ Costruire con il legno in Italia Abitazione a Malles Venosta (BZ) Progettista: Roberto Bologna 2 8 1 3 Pianta in scala 1:200 1 scala di ingresso 2 cucina 3 pranzo 4 soggiorno 5 camera 6 bagno 7 corridoio 8 balcone L’essenza della montagna con i suoi colori e i suoi materiali, primo fra tutti il legno, ha avuto un ruolo di primo piano nella ristrutturazione di un maso nel centro storico di ­Planol, un minuscolo paese adagiato su un promontorio appena pianeggiante nell’omonima valle alpina. La costruzione è parte di un isolato di antiche dimore contadine e fienili; costituita da tre piani fuori terra ed uno seminterrato, si eleva al di sopra dei tetti circostanti ed affaccia sul fondovalle che termina sul conoide di Malles, il più grande del Tirolo, all’imboccatura dell’Alta Val Venosta. Esternamente l’edificio ripropone i caratteri architettonici e il linguaggio tipici del luogo: le finestre incorniciate e incavate nella mole muraria, la costruzione lignea dei balconi e del tetto. Dall’originario maso sono state ricavate due abitazioni di cui quella qui descritta occupa il primo piano e il piano sottotetto. Il progetto scaturisce dalla volontà di interpretare con attualità i caratteri abitativi tradizionali delle dimore di alta montagna, elaborandone la composizione dello spazio interno e l’essenza dei materiali. Lo spazio è concepito come una vera e propria architettura degli interni: invece della consueta suddivisione dell’abitazione in singole stanze confinate, è stata enfatizzata la percezione di uno spazio fluido, composto di volumi scatolari disarticolati all’interno di un contenitore più ampio, da cui tagli di luce naturale penetrano all’interno esaltando le forme. Ne deriva la lettura di elementi rigidamente tridimensionali immersi in libere prospettive, la scansione di volumi in positivo (il camino, il blocco cucina, gli armadi-contenitori) o in negativo (le nicchie dei letti) che riconducono alla memoria degli elementi dell’abitare di una volta (la stube, l’acquaio, l’alcova). Il ­legno di larice è il materiale predominante nella finitura delle superfici, sia per richiamo alla tradizione costruttiva locale sia per le qualità materiche in grado di esprimere. Nella zona giorno, intensamente illuminata fino al tramonto, la luce riverbera su pavimento, pareti e soffitto esaltando il colore cangiante, le venature, i nodi ed anche il profumo della essenza di larice; nella zona notte, squarci di bianco intonaco ne interrompono la conti- 4 nuità per rafforzare il gioco dei volumi. Il legame tra la composizione architettonica degli interni e il materiale è rappresentato dall’uso del legno non come semplice finitura superficiale ma come vero e proprio sistema costruttivo che integra gli arredi e le attrezzature. La costruzione della forma è resa visibile dalla tecnica dell’incastro alternato negli angoli verticali dove si incontrano le doghe di larice, lasciando in evidenza la testa della tavola.La sensazione del non finito e della naturalità è ottenuta utilizzando il materiale allo stato nativo o grezzo, evitando la patinatura superficiale che provoca un senso di artificialità della materia. Le tavole, lavorate con la tecnica della spazzolatura che 6 7 5 5 mette in risalto la struttura interna e il colore del legno, hanno altezze differenti e giunti verticali sfalsati. Seguendo gli stessi criteri progettuali è stata impiegata in alcune parti della casa la pietra di Luserna ‘rustica’, dalla caratteristica struttura cristallina bianco-nera con ampie striature dorate: come roccia affiorante, spesse lastre a spacco naturale rivestono la scala di accesso; i piani di lavoro di bagno e cucina sono rivide superfici lavorate a fiamma; così pure le pareti del vano doccia, a cui si accede da un stretta fenditura come in una piccola grotta. Il consumo energetico dell’edificio si attesta su livelli comparabili con le classi più alte di certificazione secondo lo standard di “casa clima”. ∂ 2008 ¥ 11 Inserto ampliato in italiano Costruire con il legno in Italia 2 3 1 Sezione in scala 1:20 1 Parete esterna intonaco esterno premiscelato 15 mm rete di armatura in fibra ­sintetica isolamento termico in lastre di polistirolo 140 mm muratura portante in blocchi di calcestruzzo con argilla espansa 380 mm listelli di abete 20≈20 mm tavole di larice spazzolato 160/ 220/ 20 mm 2 Copertura tegole di cemento listelli di abete 40≈40 mm telo in PVC armato con tessuto di fibra sintetica tavole di abete 160≈25 mm isolamento termico in fibra di legno 200 mm barriera al vapore tavole di abete 160≈25 mm travetti di abete 160≈120 mm travi di abete 240≈180 mm 3 Solaio d’interpiano pavimento in tavole di larice spazzolato 160/ 220/ 30 mm listelli di abete 60≈60 mm isolamento acustico in ghiaia sottile 60 mm travetti di cemento armato e blocchi di laterizio 240 mm listelli di abete 20≈20 mm tavole di larice spazzolato 160/ 220/ 20 mm 4 Infissi profili in legno di larice tre lastre di vetro e doppia camera 22 mm 4 5 6 Costruire con il legno in Italia Inserto ampliato in italiano 2008 ¥ 11 ∂ Costruire con il legno in Italia Gridshell Progettisti: Sergio Pone, Sofia Colabella, Bianca Parenti, Roberto Ruggiero, Gianluca Gallo, Felice Grasso Collaboratori: Caterina Astarita, Pia ­D’Angelo, Fabio Figlia, Mariella Mosca, ­Alfonso Petta, Maria Pone, David Romano, Gennaro Santamaria Amato, Pasquale Smilzo A Il pergolato realizzato nella campagna di Ostuni (Brindisi) nasce dalla volontà di sperimentare gli esiti di una ricerca di dottorato sulla tipologia strutturale della Gridshell sviluppata presso l’Università Federico II di Napoli nel 2004 da Sofia Colabella. L’obiettivo era quello di ombreggiare la grande aia di forma quadrangolare con un pergolato/pensilina costruito senza ricorrere ad appoggi intermedi in un’inedita unità costruttiva con la preesistenza: in sostanza, una piccola struttura di grande luce capace di armonizzarsi con le false cupole del trullo e con le volte. Nel 2007 il gruppo di progettazione, con la collaborazione dello strutturista Gianluca Gallo, propone una prima rielaborazio- ne del modello di Frei Otto per il Mannheim Lattice Shell (1971, Federal Garden Exhibition), in cui è utilizzato lo stesso materiale, il legno, con le stesse logiche strutturali; le sezioni sono ridotte rispetto a quelle utilizzate in Germania (50≈50 mm) e non si fa uso di diagonali in tiranti d’acciaio. I primi plastici di studio e le prime simulazioni computerizzate per verificarne la resistenza restituiscono risultati sorprendenti. La copertura proiettata in pianta è un pentagono irregolare di luce massima pari a circa 12 m e, nel punto più alto, misura 3,90 m. È realizzata con una griglia a due layer formata da assicelle di legno di larice di 2,4≈4,6 cm connesse circa ogni 60 cm con più di 400 bulloni. Ogni ner- B C D E vatura è composta da due assicelle che, incrociandosi con l’altra famiglia di elementi, forma un nodo una risultante dalla sovrapposizione di quattro aste tenute insieme da un’unica barra filettata passante. La copertura è stata assemblata in piano a circa un metro dal terreno, gradualmente sollevata alla massima altezza e deformata in opera per assumere la forma definitiva. La griglia è composta da due ordini di 32 assicelle la cui lunghezza totale è di circa 1 km e il peso complessivo, comprese le parti metalliche, sfiora 700 kg. Questo metodo costruttivo, molto poco diffuso, nasce dall’ibridazione tra il comportamento del graticcio/reticolo (grid) e del guscio (shell); l’ibridazione si ri- ∂ 2008 ¥ 11 Inserto ampliato in italiano Costruire con il legno in Italia A render di studio B fasi di montaggio: allestimento dell’impalcatura a torre e collegamento dei quattro moduli centrali C fasi di montaggio: collegamento di tutti i moduli esclusi quelli perimetrali D fasi di montaggio: sollevamento dei moduli a 3 m E fasi di montaggio: sollevamento dei moduli a 4.50 m e collegamento con i moduli perimetrali F Gridshell a montaggio concluso G dettaglio della copertura della Gridshell con ­brise-soleil G flette anche sulle due famiglie di forme, apparentemente inconciliabili, cui la Gridshell si riferisce: quelle rigidamente cartesiane (della struttura non ancora deformata) con quelle morbidamente curvilinee dei gusci (struttura a deformazione avvenuta). La griglia è prima tessuta a secco, assemblando in opera moduli prefabbricati da circa 3≈3 m composti da una trama e un ordito regolari, poi è cucita in cantiere nella forma desiderata: la prima fase, la “tessitura”, è operazione regolare e ripetitiva, quasi da produzione industriale, mentre nella seconda, la “manifattura”, tutto diventa particolare e unico in una logica costruttiva tipica dell’artigianato. In questo caso il tessuto strutturale si adatta F 7 docilmente alle caratteristiche del contesto e, in particolare, i due bordi che si appoggiano all’edificio ne commentano la geometria assumendo uno la forma lineare della gronda e l’altro la sagoma sinusoidale disegnata dalle due voltine affiancate. Questo tipo di struttura risponde principalmente alle logiche delle strutture di legno in coazione (come nel caso del fasciame in flessione degli scafi) e soprattutto a quelle in cui gli elementi lavorano per forma (per esempio le intelaiature a graticcio orientate nello spazio tridimensionale). In ciascuno di questi campi, così come per le Gridshell, appare significativa la relazione tra il piccolo formato dell’elemento ligneo di partenza e la grande dimensione dell’oggetto finito. Infine, inserito nel quadro esigenziale originario e fortemente perseguito già nella fase euristica del progetto, era il tema del controllo del ciclo di vita del manufatto e quindi della riciclabilità reale della struttura tanto da bandire completamente l’uso dei collanti chimici e ricorrere esclusivamente a giunzioni metalliche. Queste hanno permesso un assemblaggio reversibile durante il montaggio, consentono la completa sostituibilità delle parti eventualmente danneggiate durante la vita della costruzione e garantiranno uno smaltimento semplice e rispettoso dell’ambiente dopo la futura demolizione. Sergio Pone 8 Inserto ampliato in italiano 2008 ¥ 11 ∂ Prodotti Drum, Collezioni Ceccotti wpc woodeck, eternoivica High drum, mid drum, large drum sono tavolini di servizio realizzati in massello di noce americano multistrato impiallacciato disegnati dal designer Massimo Castagna. Questa moderna reinterpretazione del “servitore muto” fa parte di “modern sense”, la nuova collezione presentata da Ceccotti di prodotti contemporanei, forti e personali; prodotti eterogenei pensati da designers internazionali selezionati per la diversità ma ­accomunati dalla condivisione del progetto. Il pavimento in legno galleggiante è un prodotto eco al 100 %, realizzato con polveri di legno di pino e rovere addittivate di materie termoresistenti e completamente riciclabili per la realizzazione di una gamma di profili che vanno dalla scanalatura classica a quella piatta sino a quella liscia grezza. I listoni con superficie antiscivolo sono galleggianti su supporti in plastica nera, da 12 mm di spessore a 550 mm di altezza. I colori disponibili sono: wengè, t­eak, rovere e larice Ceccotti Collezioni Via Sicilia 4/a, Cascina wwww.ceccotticollezioni.it [email protected] Eterno Ivica srl Via Austria 25/E, Padova www.eternoivica.com [email protected] Lumière, Lualdi Das Griffner Haus, Griffner Lumière nasce dalla volontà di esaltare la porta come elemento d’arredo scenografico: sporge lievemente dal muro ­creando uno spazio tra i montanti laterali che accolgono dei corpi illuminanti. L’effetto ottenuto è la percezione di un pannello verticale sospeso su una superficie di luce. La porta si addice anche a luoghi come hotel ed uffici per la possibilità di inserire un numero lateralmente e perché certificato alla resistenza al fuoco (EI30). L’open space di Griffner Haus è un sistema di costruzione modulare sviluppato per soddisfare la richiesta di elevata flessibilità e personalizzazione. Elementi quali la forma e la posizione della scala nonché le dimensioni ed il numero dei vani possono essere progettati a piacimento. Tre le tipologie: classic, pult e design oltre a progetti “su misura”. La parete esterna a pannello unico consente la realizzazione di case case passive. Lualdi Porte Via Piemonte, Mesero www.lualdiporte.com [email protected] Griffner Haus Via del Cristo 72, Fagagna www.griffnerhaus.it [email protected] Boiserie, Merati Scale e-16, Edilco Strati di legno precomposto vengono ­incollati con speciali colle fenoliche e compressi tra loro ad altissima pressione in modo da formare dei listelli indeformabili che usati di costa e inseriti in apposite barre di acciaio, formano dei veri e propri rivestimenti o tappeti destinati a qualsiasi ambiente domestico. I ­listelli di legno finitura Tanganika hanno lunghezza massima 3,2 mt e creano ­pareti o pavimenti per ambienti umidi come bagni o docce. Edilco ha rivoluzionato in maniera globale il modo di pensare e progettare scale: la particolarità della serie e-16 sta nell’abbinare due travi reticolari autoportanti derivanti dall’unione di singoli elementi modulari componibili costituiti da quattro bracci con conformazione sostanzialmente a croce ed assemblati con viti a testa svasata e gradini in lamellare di legno. Il contrasto di un elemento tecnico come la trave in acciaio lucido e il legno del gradino è di grande effetto in ambienti contemporanei e classici. Merati S.r.l. Via Carlo Porta 67, Seregno www.merati.com [email protected] Edilco S.r.l. Via Verona 12, Sona www.edilco.it [email protected] New concepts, Acerbis Roma, Catalano Appositamente studiato per recepire la profonda trasformazione degli apparecchi elettronici di home entertainment e le esigenze della loro integrazione nell’ambiente soggiorno, New Concepts si è ­affermato come uno dei più innovativi progetti di mobili contenitori. Un’integrazione totale, che si spinge fino alla realizzazione dedicata di diffusori acustici, specificamente progettati per Acerbis da Diapason®, celati in appositi vani laterali. Catalano segnala per il 2008 un ampio portfolio di novità, frutto di nuovi concept, ma anche integrazione e completamento di famiglie e sistemi di sanitari già in catalogo. Roma rappresenta, ad esempio, un progetto articolato e sistematico. Un prodotto “universale” che consente una grande varietà di soluzioni, grazie all’integrazione con mobili e strutture dedicate. A volumi lineari in wengè si appoggiano i lavabi in ceramica bianca. Acerbis International S.p.A. via Brusaporto 31, Seriate www.acerbisinternational.com [email protected] Ceramica Catalano S.r.l. S.p. Falerina km 7,200, Fabrica di Roma (vt) www.catalano.it [email protected] ∂ 2008 ¥ 11 Inserto ampliato in italiano Traduzioni in italiano 9 Pagina 1240 Editoriale “Che cos’è l’architettura?” Aaron Betsky curatore dell’11a Biennale di Architettura di ­Venezia “Out There: Architecture Beyond Building”, ponendo la questione di che cosa si intenda per architettura, cerca di sondare e di spiegare il fenomeno a prescindere dal costruito. L’architettura è molto di più di una semplice questione di densità urbana e di distribuzione funzionale in pianta. Betsky anela a quegli spazi ideali che conosciamo dai film e dal panorama dell’arte, dichiarando in conferenza stampa che “gli edifici non sono l’architettura”. “Architettura – continua Aaron Betsky- significa offrire alternative critiche all’ambiente umano. L’architettura rappresenta il desiderio di un mondo migliore”. Se però, a partire da una simile teoria, ci si aspetta di essere coinvolti in un’affascinante visione proiettata verso il futuro, visitando l’esposizione di Betsky allestita negli spazi dell’Arsenale, la delusione non tarda a farsi sentire: accanto al circo dei famosi, da Frank Gehry a Zaha Hadid, alcuni degli architetti invitati affrontano la tematica con concetti formali e spaziali predeterminati; molte idee sono prive di contenuto e molte appartengono al mondo del dejà vu. Chi non darebbe volentieri ragione al curatore della mostra, quando afferma che la nostra architettura è dominata da norme, leggi e altre limitazioni al punto da castrarne la libertà formale? L’architettura, al contrario della scultura, ha un approccio creativo, tratta tematiche economiche e sociali, parla dello spazio, della questione della sostenibilità e della funzionalità. Due anni fa, nella scorsa edizione della Biennale di Architettura di Venezia, Richard Burdett aveva dato spazio ad una sensazionale sul tema dell’urbanizzazione e delle megacity. Quando accadrà che qualcuno nella medesima posizione di Burdett oserà tematizzare, nella stessa maniera, le soluzioni propositive per il futuro dell’architettura? Christian Schittich Discussione Pagina 1242 Legno naturale: la cultura del legno Misticismo del legno Grace Quiroga, Kari Jormakka In un saggio di recente pubblicazione, l’architetto austriaco Volker Giencke osserva inaspettatamente che “Il legno è un materiale divino caduto dal cielo, che cresce su questo mondo dall’80° di latitudine Nord, al 60° di latitudine Sud”. Giecke non è il solo a percepire una presenta mistica nel legno. Anche Woody Allen si misura con il tema, e per lui solo Dio è capace di creare un albero: “perché è così difficile riuscire a fissare la corteccia al tronco”. L’artista italiano Giuseppe Penone è uno dei pochi che si è cimentato nel tentativo di fissare la corteccia e al tronco. Ma per proteggere gli alberi con cortecce artificiali esistono anche soluzioni standardizzate: consistono nella sovrapposizione di uno strato di legno coltivato sul tronco di legno naturale. Tecnica che riecheggia nell’artificio adottato da Alvar Aalto quando “veste” i pilastri di calcestruzzo con le lesene di ceramica, nel tentativo di trasporre negli interni la qualità spaziale delle foreste finlandesi. Materiali edili naturali A complemento delle illusioni visive sperimentate con l’albero, l’architetto si confronta con il legno in tutte le sue forme, a varie scale e in diverse situazioni. Aalto pone particolare accento sulla naturalità del materiale da costruzione e su come le sue proprietà materiche possano essere trasposte nelle soluzioni architettoniche tradizionali. In altre parole, per arrivare al progetto della gamba di una sedia, Aalto si chiede: “Da dove origina il capitello di una colonna ionica?” Rispondendo: “L’origine è nella forma duttile del legno, nel modo con cui le sue fibre si sovrappongono e flettono se sottoposte a carico.” L’affermazione può apparire innanzitutto come una variante della teoria che descrive il tempio dorico come una copia in pietra di un’originaria struttura lignea, oppure come l’estensione di quel concetto esposto da ­Vitruvio, per cui il capitello corinzio rappresenti l’immagine di un cesto con le foglie di acanto. Negli ultimi due esempi menzionati, l’architettura è vista come immagine di qualcosa di concettuale, mentre nel caso di Aalto la colonna ionica è immagine ­tettonica del proprio comportamento statico, come una visualizzazione delle proprietà del materiale da costruzione. In altre parole, mentre un sostenitore della teoria metabolica, come Gottfried Semper, ne dedurrebbe che l’architettura in realtà sia una maschera, tutto sommato la migliore maschera che cela la materialità, Aalto asserisce che in ­origine il capitello ionico, scolpito nel legno, esprime con sincerità le proprie caratteristiche materiche e che perfino la sua trasposi- zione in pietra conservi fino ad un certo ­punto i requisiti formali dell’originale. In linea generale, Aalto definiva l’arte – compresa l’architettura- come un processo che ­consente al materiale di esprimersi come ­tale. La sua posizione è dunque vicina a quella dell’amico Costantin Brancusi, un’altro maestro del formalismo organico, il quale sostiene che scolpendo la pietra si discoprono lo spirito del materiale ed il suo carattere. “La mano dell’artista pensa e segue il pensiero del materiale”. Per un collega finlandese di Aalto, P.E.Blomstedt si tratta di “uno dei maggiori segnali del nuovo realismo: mostrare le cose nella propria pelle, vale a dire mostrarle come sono nella realtà e nella prassi. Per Ekki Huttunen, uno dei maggiori rappresentanti finlandesi del funzionalismo, le caratteristiche di un materiale devono conferire alle cose la propria immagine. Per una migliore comprensione di quella che viene definita “immagine naturale”, dobbiamo osservare che nella teoria dell’architettura, da Vitruvio fino ai maestri del funzionalismo, l’aspetto della materia, la struttura e la funzione sono comprese in virtù dell’essenzialismo aristotelico. Aristotele sostiene che la natura delle cose risiede nella compiutezza delle cose stesse. Di conseguenza, la natura di una ghianda sta nella quercia cresciuta come causa finale, “telos” o anche che la causa del movimento della quercia è la quercia stessa. In alcuni suoi scritti, Aalto sembra accennare al fatto che la relazione tra un elemento d’arredo e un albero è da vedersi sotto l’aspetto teleologico al pari della relazione tra albero e seme. Negli anni ’40, Aalto prende l’architettura vernacolare della provincia finlandese di Karelien a modello dell’architettura organica per il fatto che sia gli edifici kareliani che i mobili si basino sugli alberi. In realtà, nei luoghi kareliani originari, quasi tutto era costruito in legno non trattato né dipinto, legno utilizzato allo stato in cui si trova in natura. In contrapposizione, Alvar Aalto dovette ammettere che non è così semplice progettare ad esempio un tavolo in legno che visualizzi la natura o il “telos” dell’albero. Durante la trasformazione in tavolo, la natura dell’albero 10 Traduzioni in italiano viene rinnegata: l’albero viene abbattuto, tagliato in tavole che vengono incollate tra loro ed infine verniciato. Per rimanere alla terminologia aristotelica, il “legno” potrebbe essere concepito come “materia” che deve essere informata tramite un’entità affinché presenti una qualsiasi caratteristica. Una superficie liscia, ad esempio, appartiene all’”essere tavolo” come causa formale che contraddice l’”essere albero” potendo essere indipendente dalla natura del materiale legno. La probabilità con cui Aalto interpreta il “legno” come materia in senso aristotelico viene avvalorata dal suo uso fermo della parola latina “materia” in uno dei saggi sul ruolo del materiale nell’arte. Aalto pone l’accento sul fatto che “il legno non è sostanza naturale, è materia vivente generata da fibre in crescita, simile al sistema muscolare umano. Nelle forme in legno che creo seguo sempre la struttura del legno in crescita”. Il fatto che le caratteristiche strutturali di un oggetto in legno siano diverse da quelle di un oggetto in plastica, consente di realizzare forme, connessioni e dimensioni diverse rispetto alla plastica. In altri termini, Aalto nella realizzazione del tavolo agisce nel rispetto delle proprietà strutturali del legno. Sotto questo punto di vista si comprende perché Aalto prende in considerazione, non a torto, il fatto di dipingere gli elementi in legno sebbene un hardliner come Ludwig Hilberseimer possa confermare che il colore deve essere un carattere peculiare della materia e non un’addizione. La plastica che sembra legno è sempre stata considerata dai funzionalisti un falso. Dipingere un oggetto in legno non è considerato propriamente un’azione di mimesi della plastica; il legno già tempo prima della diffusione della plastica era stato lavorato con queste modalità. Il legno tradizionalmente esige che venga mantenuta una particolare immagine, un aspetto che attualmente viene identificato nella naturalità. In altri termini, la natura di un materiale non può essere definita sulla base dei suoi requisiti strutturali ma solo tramite la differenza con gli altri. Una materiale da costruzione nativo I critici non celebrano il legno come materiale da costruzione naturale; l’ampia diffusione di cui gode il legno in Finlandia ha fatto sì che gli oggetti e le architetture create da Aalto con il legno siano viste in relazione al paese nativo, cioè la Finlandia. Questo fa parte del limbo carico di mistero che cinge un materiale naturale come il legno: come gli alberi, in generale anche il legno viene messo in relazione con la terra. Le architetture lignee di Aalto sono comunque riconducibili a modelli che spesso non si trovano in suolo finlandese. L’esempio più rappresentativo è sicuramente Villa Mairea a Noormarkku (1938-39). L’elegante connessione tra pilastro e trave, di complessa articolazione alla copertura della sauna e della pensilina tramite l’ingresso, potrebbe aver trovato ispi- Inserto ampliato in italiano 2008 ¥ 11 ∂ razione nelle architetture dell’estremo oriente africano e da artefatti che Aalto vide durante l’Esposizione Mondiale svoltasi a Bruxelles nel 1935. Nel Padiglione finlandese dell’Esposizione Mondiale di Parigi (1937) Aalto aveva applicato particolari costruttivi simili che sia in quel periodo, che successivamente, sono stati identificati come peculiari dell’architettura finlandese. Nella Villa Mairea, le citazioni all’architettura giapponese, ad esempio nella realizzazione della parete in bambù accanto alla scala principale oppure nel giardino d’inverno con i mobili in bambù e le lampade con paralume in carta di riso, possono aver trovato ispirazione nella casa da tè Zui Ki Tei ricostruita nel 1935 presso il Museo Etnografico di Stoccolma. Secondo l’affermazione di Paul Bernouilli, coloro che hanno collaborato più intensamente alla progettazione di Villa Mairea hanno estrapolato alcuni particolari costruttivi dal libro “La casa giapponese” di Tetsuro Yoshidas pubblicato nel 1935. Alcuni critici hanno confermato un certo orientamento verso una tendenza all’Orientalismo già prima della costruzione della Villa. Già nel 1935, l’architetto e scrittore finlandese Gustaf Strengell affermava che nella Biblioteca di Viipuri, dove si usa legno leggero non trattato, Aalto avesse fatto riferimento ad accenti giapponesi. Gli osservatori stranieri erano di tutt’altra opinione. Il Padiglione finlandese a Parigi, fu salutato come l’interpretazione nazionalista del Moderno, un tema caldo per l’epoca. Due anni più tardi, Aalto costruì il padiglione finlandese per l’Esposizione Mondiale di New York. Il rivestimento ligneo in questo progetto evoca l’associazione del legno con la naturalità: una possente parete a forma di onda senza soluzione di continuità per quella che Aalto definiva “un’esposizione organica”. Forme organiche Nel catalogo della mostra la forma dell’onda veniva messa in relazione con la luce del nord, sebbene le immagini inserite da Aalto nella parete avrebbero dovuto ricordare i paesaggi lacustri. Ad eccezione del soffitto della sala di lettura della Biblioteca civica di Viipuri, le forme organiche di Aalto si riscontrano in architetture che hanno lo scopo di diffondere presso l’opinione pubblica i prodotti dell’industria del legno finlandese e di commercializzare il significato ideale del bosco a vantaggio della cultura e dell’economia di quel paese. Questo vale per il padiglione finlandese a Parigi e a New York, per il padiglione a Lapua e l’atelier di villa Mairea, ma anche per la segheria di Varkaus del 1944. Negli anni ’60, dall’opera degli architetti Kirmo Mikkola e Juhani Pallasmaaa emerge la relazione tra materiale da costruzione legno e forme organiche: la natura del legno è al servizio delle forme ortogonali. In finlandese la parola “puu” designa sia il legname da costruzione che l’albero. In questa interrelazione linguistica, il linguaggio finlandese sembra meno preciso nella terminologia rispetto alle lingue indoeuropee che sottolineano, invece, la differenza basilare tra la parola “albero” e la parola “legno”, che indica la sostanza; malgrado il fatto che la Finlandia sia coperta di boschi e sia un paese in cui il legno per secoli ha ricoperto un ruolo decisivo dal punto di vista economico. Quando si pensa che la lingua degli eschimesi possiede centinaia di termini che definiscono diversi tipi di neve, nel vocabolario finlandese quella carenza è un enigma. Per comprendere gli argomenti di Mikkola e Pallasmaa bisognerebbe tenere in considerazione che hanno pensato più al legname da costruzione (lumber) che al legno (wood). Ciononostante, anche quando dovrebbe fare riferimento al legname da costruzione a norma (timber), la tesi dei due architetti non è condivisibile se non nel contesto dell’epoca in cui essi operano. Negli anni ’70, Alvar Aalto non era noto quanto lo sarebbe stato successivamente. La lobby nata intorno ad Aulis Blomstedt e Aarno Ruusuvuori, antagonisti di Aalto, esercita un ascendente sull’unica rivista di architettura finlandese, “arkkitehti”, e sull’unica scuola di architettura, il politecnico a Otaniemi. Gli antagonisti di Aalto gli rimproverano di aver sperimentato troppo nel processo formale individuale, si impegnano nella standardizzazione, nella prefabbricazione e nel principio della modularità. Insieme a Kristian Gullichsen (figlio del proprietario di Villa Mairea), Pallasmaa progetta ville estive in legno che portano formalmente la firma di Mies: architetture modulari costituite da elementi in legno a struttura leggera. Per difendere il progetto, Mikkota e Pallasmaa hanno costruito la loro tesi attraverso la vera forma della costruzione in legno; ma, nelle case tradizionali a tronchi, in Finlandia e in altre parti del mondo, la tipologia di pianta più spesso utilizzata è rettilinea, anche se è chiaro che la connessione fra le travi non esige necessariamente un angolo retto. Il kahtamoinen finlandese, la tradizionale chiesa a doppia croce, ad esempio, si distingue spesso per le travi a croce che convergono prospetticamente. Altri metodi di costruzione ∂ 2008 ¥ 11 Inserto ampliato in italiano in legno sono più flessibili anche nelle costruzioni “organiche” o dalle forme scultoree, come hanno dimostrato Herb Greene e il suo Makovecz. Non sembra che il legno come materiale da costruzione imponga la forma all’edificio. In modo particolare nel XIX secolo, il legno come materiale per la nuova costruzione, a confronto delle nuove tecnologie come le fusioni in ferro, l’acciaio e il calcestruzzo, perde terreno. In una società industriale, altri materiali sono ritenuti più idonei ad assolvere il ruolo un tempo proprio del legno, soprattutto per quanto concerne la prevenzione incendi, l’inserimento del fabbricato in un tessuto urbano ad elevata densità e la necessità di ampie luci architettoniche. Solo negli ultimi due decenni, i progressi tecnologici e il crescente interesse per la sostenibilità hanno rimesso in gioco l’alternativa del legno. Non stupisce che il legno venga utilizzato con modalità convenzionali da un lato, per destare i suoi caratteri di naturalezza e tradizione, e contemporaneamente sia impiegato per edifici sperimentali. Si pensi, ad esempio, che nel 1999 nella tedesca cittadina di Herne-Sodingen, Françoise-Hélène Jourdas progetta un involucro microclimatico: un’architettura high tech con pilastri a vista in abete rosso. Il laboratorio di Edward Cullinan del Museo all’aperto Weald and Downland a Sussex (2002) si distingue per una copertura a guscio reticolare leggera composta di listelli in rovere connessi tra loro diagonalmente. Una versione più “blob” di una tecnica strutturale simile è stata applicata dal Finnish Wood Studio nel piccolo padiglione realizzato presso lo zoo di Helsinki. La copertura realizzata in occasione dell’Expo mondiale di Hannover, progettata da Thomas Herzog, è un altro esempio di costruzione a guscio in legno. E’ composta di dieci ombrelli alti 20 metri con un possente pilone centrale e un coronamento di 40x40 metri. Herzog sostiene che l’obbiettivo non era creare una forma reticolare leggera, ma alla base del concetto c’era la stabilità di un albero riscontabile nella successione di tronchi massicci portanti, rami e rametti. Nella stessa Esposizione Mondiale svoltasi ad Hannover, Peter Zumthor sonda esattamente il potenziale del legno: dal punto di vista costruttivo il Padiglione della Svizzera non è particolarmente innovativo, ma il muro composto di elementi a sovrapposizione con 45.000 travi in legno di fresco taglio crea interni labirintici con particolari effetti di luce. Zumthor ama porre l’accento sul fatto che i suoi progetti architettonici nascano da un materiale da costruzione. Pone un particolare valore alla natura del legno, come materiale vivo. Architetture viventi Il Padiglione svizzero progettato da Peter Zumthor concretizza la possibilità che il legno crei un’architettura vivente. Diversi sono gli architetti e gli artisti che associano l’albe- Traduzioni in italiano ro ad un ordine architettonico che ricorda forme gotiche o architetture moresche. L’esempio più eclatante è rappresentato dal Weidendom di Rostock. Marcel Kalberer e Sanfte Strukturen hanno progettato quella che, con i suoi 15 metri di altezza e 52 di ampiezza, è attualmente la più grande architettura vivente del mondo. Kalberer non è l’unico ad essere affascinato da volte e cupole vegetali, un altro esempio famoso è la cattedrale vegetale di Malga Costa, eretta nel 2001 da Giuliano Mauri in Val di Sella presso Trento. La struttura si compone di tre navate con 80 pilastri in rami intrecciati tra loro. L’idea che la cattedrale gotica tragga origine dalle fantasie popolari e dalle foreste nordiche si diffonde sin dal romanticismo, come ci ricordano Goethe, August Wilhelm Schlegel e René de Chateaubriand, solo per citarne alcuni. Sir James Hall, socio della Royal Society di Edimburgo fa una prima sperimentazione premeditata, per fornire la prova scientifica della naturalezza dell’architettura gotica. Al contrario di quanto riportato negli scritti da Vitruvio all’Abate Laugier, Hall desidera mostrare che tutti i concetti dello stile gotico sino al più minuto particolare sono convalidati da una logica vegetale. Come prova empirica, coltiva nel suo giardino di Edimburgo la famosa piccola cattedrale in verghe di salice. Per impressionare il pubblico femminile, l’australiano Laubenvogel costruisce un “nido” artificiale in rami, muschio e foglie spesso raffigurato come un tunnel o un piccolo riparo. All’interno e intorno al nido dispone penne, ghiaia, gusci di chiocciola, fiori e altri oggetti. Dal punto di vista formale, il chiosco potrebbe essere paragonato all’opera paesaggistica di La Tonelle creata dall’artista francese Gilles Bruni e Marc Babarit nel 1996. Se il Laubenvogel costruisce un nido decorato, non è né naturale ma non è nemmeno architettura. In architettura si può fare in modo che nessun materiale sia naturale. Gli alberi nella foresta sono organismi viventi ma il legno naturale non esiste. 11 Pagina 1254 Dallo Spacelab allo Slumlab Architettura senza architettura? Frank Kaltenbach Aaron Betsky, ex direttore del NAI Netherland Architecture Institute e Direttore del Cincinnati Art Museum è responsabile dell’allestimento della mega rassegna presentata in occasione della Biennale d’Architettura 2008 che vede sfilare 56 paesi partecipanti. “Gli edifici sono la tomba dell’architettura”: sulla scorta di una tesi così provocatoria, Betsky sviluppa il filo conduttore dell’esposizione sotto il motto “Out There-Architecture beyond Building”. Gli architetti visitando l’esposizione dovrebbero per l’occasione liberarsi dal peso del lavoro quotidiano per esibirsi come artisti, discutere la nuova essenza dell’architettura e trovare soluzioni per il futuro. All’Arsenale, due schermi di proiezione curvi accolgono il visitatore in un mondo interstellare. Uno scenario creato con le sequenze sincronizzate di film, da “Metropolis” di Fritz Lang del 1926 fino a “2001: Odissea nello spazio” di Stanley Kubrick. Coinvolto dalla visione e dall’utopia del passato, il visitatore si trova confrontato con un design futuristico. Con “Prototyping the future: three houses for the subconscious” Hani Rashid e Lise Anne Couture di Asymtote definiscono la propria metamorfosi di corpi astratti in tre variazioni: oggetti estetici che indagano la predisposizione formale della nostra immagine. E lo spazio? In un ambiente interattivo anno ’60 si scivola sotto una campana di vetro acrilico che sembra il casco di un astronauta galattico. Seguendo l’indicazione di disporre i propri pugni intorno alla cupola di pilotaggio, si delinea il proprio battito cardiaco su un diplay LED, ma solo mentre ci si sta per allontanare diventa chiaro che l’idea di questa capsula spaziale trae veramente origine dal 1969 ed è una ricostruzione dell’”Astroballon” di Coop 12 Traduzioni in italiano Himmelb(l)au. Sorge la domanda: quello che un tempo sognavamo, ora può essere realizzato? L’installazione di arredi “Lotus” di Zaha Adid risolve la questione della scala facendo riferimento ad auto di lusso o ad un fior di loto dischiuso. Il futuro dell’architettura è forse un’architettura in movimento? Ben van Berkel e Caroline Bos lavorano al fenomeno della stanza vivente. In un bianco neutro il nastro della “Changing Room” si attorciglia tra lo storico colonnato come un modello in carta in scala 1:1. Il pavimento diventa parete, diventa soffitto, diventa pavimento. Il movimento tridimensionale potenziato da videoproiezioni, si sovrappone al movimento tridimensionale del visitatore. La temporaneità e l’infinita molteplicità di soluzioni si riscontra nelle installazioni di Frank Barkow e Regine Leibinger. Tubi tagliati al laser che potrebbero essere letti come modelli astratti di edifici a sviluppo verticale di una città: il visitatore può spostarne a piacimento la disposizione. La prefabbricazione digitale è messa in scena anche nel Padiglione svizzero ai Giardini, dove una parete costruita da un robot si snoda intorno ai pilastri, icona dell’elevato livello delle scuole di architettura svizzere, dove l’installazione di Gramazio Kohler è stata portata a compimento. “S.L.U.M.Labs” è il progetto di una funicolare negli slums di Caracas che connette due quartieri urbani senza costruire un nuovo spazio stradale. Peter Ebner e sette studi di architettura messicani propongono ipotesi concrete per incrementare la densità del costruito di Messico City. Spesso il messaggio di alcuni padiglioni è di difficile comprensione e il risultato di altri suscita meno interesse, è meno seducente ed emozionale. Gehry è stato premiato con il “Leone d’oro” alla carriera nonostante sia in contrasto con il motto di Betsky dato che crede ancora nella forza dell’architettura. “Non mi interessano bei disegni o modelli. Mi interessa l’edificio”. E non è solo. Documentazioni Pagina 1266 Casa di vacanze a Kumamura Spesso le case di vacanza in montagna sono associate al legno, inteso come materiale da costruzione naturale. Tuttavia, raramente la relazione trova un’espressività così immediata come in questo cubo realizzato nella Prefettura di Kumamura in Giappone. Un’area quadrata di 4 metri di lato dove travi in legno di cedro di sezione eguale si stratificano una sull’altra: gli interni ricordano un gioco di costruzioni dell’infanzia sottraendosi alle tradizionali disposizioni costruttive delle case di legno e approdando ad una magnifica celebrazione di una complessa semplicità. Disposte in undici differenti posizioni, le travi lignee definiscono pelle ed interni, as- Inserto ampliato in italiano 2008 ¥ 11 ∂ il mare la postazione di primo soccorso è connessa al volume con i servizi igienici per gli ospiti della spiaggia e il locale tecnico. La facciata in listelli lignei ombreggia durante l’estate senza ostacolare la vista ai soccorritori. Ampie parti della facciata lunga 7 metri sono ribaltabili tramite meccanismo di sollevamento idraulico. Planimetria generale tipo 1 scala 1:2000 solvono la funzione di parete, soffitto, tavolo, panca, scaffale o letto. Il cedro conferisce calore e senso di protezione, elementi in vetro privi di telaio enfatizzano lo scenario del bosco circostante. Piante scala 1:100 Sezione scala 1:50 1 2 3 4 5 6 7 8 9 Ingresso Cucina Bagno / WC Locale tecnico Soggiorno 1 Soggiorno 2 Tavolo Zona notte Area giorno/notte 1 Nastro di guaina nastro di tenuta continuo listello di fissaggio perimetrale angolare in acciaio inox compensato di supporto 12,5+12,5 mm Vetrata monolitica 6 mm inclinazione 30° con angolare di metallo perimetrale fissato con silicone Pittura idrorepellente trasparente Legno di cedro giapponese 350/350 mm Vetrata monolitica 6 mm apribile verso l’interno Spina filettata acciaio Ø 18 mm Pittura idrorepellente bianca Massetto cementizio 220 mm pavimento in cemento armato 350 mm 2 3 4 5 6 7 8 Pagina 1268 Postazione di primo soccorso a Marsiglia Marsiglia, città dal carattere industriale e portuale, da decenni si occupa del water front nell’area urbana. In sostituzione di un edificio esistente, si realizzano quattro stazioni di primo soccorso che oltre ad essere garanti della sicurezza pubblica sulla spiaggia, creano un senso di identità. I padiglioni si collocano in posizione centrale sul segmento di spiaggia, pur essendo raggiungibili direttamente dalla strada dai mezzi di soccorso. L’edificio è quasi interamente occupato dalla stazione di primo soccorso e viene utilizzato stagionalmente. Tramite il percorso coperto da pergolato sul lato verso Prospetti Sezioni Piante tipo 2 scala 1:250 1 2 3 4 5 6 7 8 9 Servizi igienici Locale tecnico WC accessibile dall’esterno Passaggio coperto con pergolato Primo soccorso Locale osservazione Cucina Spogliatoio Ufficio direzione 1 Lamiera di rame zincata aggraffata verticalmente rivestimento in tavole di legno 30/150 mm trave lignea reticolare prefabbricata 2 Pannello in legno compensato multistrato12 mm barriera al vapore isolamento termico 200 mm 3 Anta a ribalta in vetro di sicurezza 4 Pannello in legno compensato multistrato 12 mm listelli 20/70 mm barriera al vento pannello in OSB 12 mm isolamento termico 120 freno al vapore listelli 40 mm cartongesso 12,5+12,5 mm 5 Montante 200/ 200 mm 6 Piastrelle 20 mm su letto di malta massetto 70 mm c.a. 170 mm 7 Doghe in legno 150/ 22 mm travi in legno 70/ 200 mm profilo in legno 60/ 90 mm 8 Lamelle in legno trattate a caldo 150/ 22 mm 9 Traverso in legno trattato a caldo 100/100 mm 10 Anta di apertura lamelle 150/10 mm con meccanismo di apertura idraulico 12 Pilastri in legno 100/100 mm 13 Pannello in legno lamellare 18 mm listelli 40/ 50 mm calcestruzzo a poro aperto 200 mm letto di malta 20 mm piastrelle ∂ 2008 ¥ 11 Inserto ampliato in italiano Traduzioni in italiano Pagina 1272 Casa d’abitazione ad Augusta 2 3 4 5 La casa ai margini del nucleo storico di Augusta sostituisce un edificio di cubatura simile preesistente. La difficoltà di computare l’intervento su una sostanza costruita esistente e la suddivisione degli spazi non funzionale, hanno indotto sia la committente che i progettisti ad optare per un nuovo volume. La scelta del legno trova motivazioni nei requisiti, imposti dalla committenza, di sostenibilità, breve fase di cantiere e piacevole microclima. La struttura in montanti rivestita, in facciata e a tetto, da pannelli di fibrocemento marrone scuro si affaccia con ampie superfici sul giardino adiacente. Luce, clima e privacy sono controllate dall’utente tramite persiane impacchettabili traforate esterne e tendaggi interni. Sulla facciata lungo il vicolo, le aperture si riducono, le persiane non sono traforate mentre la finestra del bagno al piano terra rimane nascosta dietro un pannello intagliato. La vetrata arretrata rispetto al filo facciata in corrispondenza del timpano consente l’apertura di una terrazza-loggia all’interno del volume dell’edificio. 6 7 8 9 10 11 12 Planimetria generale scala 1:1500 Piante Sezioni scala 1:200 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 Confine del lotto Ingresso Ufficio / appartamento vicino Bagno Riscaldamento/lavanderia Corridoio con libreria Camera bambini Camera da letto Cucina Pranzo Soggiorno Terrazza 13 14 15 16 Sezione particolareggiata scala 1:20 1 Pannello in fibra di cemento 8 mm avvitato (con viti nel colore della facciata) ventilazione/listelli 100/120 e 100/60 guaina a poro aperto 5 mm all’intradosso del pannello rivestimento in tavole a taglio sega 24 mm isolamento in fibre morbide di legno 100+100 mm 17 18 19 20 tra le travi inclinate 100/ 200 freno al vapore ventilazione/listelli 30/50 pannello in fibra di gesso 15 mm tinteggiato Lamiera traforata in alluminio marrone Canale di gronda riscaldato in alluminio marrone Vetrata isolante in vetro di sicurezza 8 mm+intercapedine 14 m+ stratificato temperato di sicurezza 9 mm Tavole in abete bianco levigato e oliato 22 mm su listelli di supporto con riscaldamento a pavimento intermedio 25 mm isolamento fonoassorbente 33/30 mm solaio massiccio in legno lamellare di abete rosso 180 mm intradosso a vista Zoccolo in abete rosso 22 mm Antone a libro in fibra di cemento marrone 8 mm struttura in telai di alluminio anodizzati marrone scuro Imbotte in pannelli di fibra di cemento 8 mm Vetrata isolante in vetro di sicurezza 8 mm+intercapedine 14 m+ stratificato temperato di sicurezza 11 mm in telaio di legno di abete rosso esternamente tinteggiato come la facciata all’interno laccato bianco Parapetto in vetro stratificato temperato 13 mm Lamiera serramento in alluminio marrone Pannello in fibra di cemento avvitato 8 mm (viti nel colore di facciata) ventilazione/listelli 120/80/40 mm pannello in particelle di legno a poro aperto 20 mm isolamento in fibre morbide di legno 80+80 mm tra gli elementi in massello da costruzione 60/160 o 120/160 mm pannello in OSB listellatura con isolante 40/60 mm pannello in fibra di gesso 15 mm tinteggiato Pannello in fibra di cemento avvitato 8 mm con fessura verticale Lamiera di alluminio piegata anodizzata marrone scuro Nastro in lastra di fibra di cemento 8 mm Tavole in legno in abete bianco 30 mm tubolare in alluminio | 30 mm membrana impermeabilizzante 1,5 mm isolante termico poliuretanico stabile a compressione 80 mm freno al vapore 2 mm strato di separazione in feltro sintetico 3 mm solaio massivo in legno lamellare di abete rosso 180 mm intradosso a vista Binario tendaggio in alluminio anodizzato Tubolare in acciaio | 60/60/4 mm Massetto cementizio pigmentato lucidato 70 mm Parete a traversi 130 mm pannello in fibra di gesso 15 mm 13 isolamento in fibra morbida di legno 60 mm tra gli elementi in massello da costruzione 60/160 pannello in fibra di gesso 15 mm tinteggiato 21 Parete di irrigidimento 155 mm pannello in fibra di gesso 15 mm tinteggiato pannello 12,5 mm isolamento in fibra morbida di legno 60 mm tra gli elementi in massello da costruzione 60/160 pannello 22 Porta scorrevole in pannello di particelle 45 mm 23 Canale Ø 100 mm Pagina 1276 Edificio plurifamiliare a Ebikon In Svizzera, a Ebokon, un nuovo fabbricato di forma razionale sostituisce un edificio ­rurale esistente. Il volume cubico si eleva per quattro livelli sopra un basamento in ­calcestruzzo a vista. Nel fabbricato si collocano un negozio, un appartamento per la madre del contadino e due unità identiche disposte su tre livelli per famiglie con bambini. L’accesso alle due unità d’abitazione avviene tramite un passaggio che richiama le tipologie rurali. Entrambi gli appartamenti sono disposti in modo da godere di vista in tutte le direzioni e da integrare nei volumi elementi come: passaggi coperti, loggia al piano di copertura, ecc. La struttura in legno si compone di pareti realizzate in listellare massello e di solai in listellare con calcestruzzo collaborante. La struttura evita l’impiego dei giunti incollati: un punto a favore dell’ecologia. La facciata respira e si autopulisce e dovrà essere ritinteggiata soltanto ogni 10 anni. Planimetria generale scala 1:2000 Sezioni Piante scala 1:250 1 2 3 4 5 6 Camera Bagno Corridoio Guardaroba Soggiorno/pranzo Loggia 14 Traduzioni in italiano 7 Ripostiglio 8 Negozio 9 Cantina Locale tecnico 11 Deposito 12 Lavanderia 13 Cambio 14 Ingresso 15 Passaggio Inserto ampliato in italiano 2008 ¥ 11 ∂ Pagina 1280 Museo a Sabres Sezione orizzontale Sezione verticale scala 1:20 1 Copertura: inverdimento estensivo 80 mm membrana antiradice guaina bituminosa a due strati. isolamento in pendenza in lana minerale freno al vapore solaio in legno listellare masello 187 mm correnti 25 mm pannello di cartongesso intonacato 13 mm 2 Lamiera attico in acciaio inox 3 Pannello in legno compensato multistrato 4 Sfioratore di sicurezza 5 Rivestimento in tavole di abete rosso 20 mm correnti 109 mm cartone antivento 6 Parapetto barra in acciaio zincata 40/8 mm 7 Drenaggio loggia 8 Pavimento loggia pavimentazione a fuga aperta in Douglas 27 mm membrana di protezione guaina impermeabilizzante a due strati isolante in pendenza 60/110 mm barriera al vapore solaio in legno listellare masello 207 mm listelli 25 mm pannello in cartongesso intonacato 13 mm 9 Solaio parquet in rovere 10 mm massetto cementizio 80 mm strato di separazione guaina PE isolante termico 20 mm isolante fonoassorbente 20 mm solaio in legno listellare masello e calcestruzzo 207 mm listelli 25 mm cartongesso intonacato 13 mm 10 Veneziana alluminio anodizzato naturale 11 Vetrata isolante 4+20+4 U=1,1 W/m2K telaio finestra legno/alluminio anodizzato naturale 12 Scossalina in lamiera alluminio anodizzato naturale 13 Facciata rivestimento in tavole di abete rosso trattato con impregnante a base di farina di segale correnti 40 mm cartone antivento isolante termico lana minerale 160 mm parete in legno listellare masello in legno 87 mm pannello in cartongesso intonacato 13 mm A partire dal 1970, il Museo all’aperto “Ecomusée de la Grande Lande” situato in un’area ricca di boschi lungo la costa atlantica francese, serve a documentare la vita nel XIX secolo. Il treno storico accompagna i visitatori attraverso un viaggio nel tempo: accanto alla stazione si colloca il nuovo “Pavillon des Landes de Gascogne”. Il rivestimento continuo in legno di pino autoctono integra il grande volume in un ambiente prettamente rurale. Dall’ingresso si apre verso sinistra uno spazio ampio completamente bianco dedicato alle esposizioni temporanee e caratterizzato da una parete di fondo completamente vetrata che si apre verso la natura. Le travi in legno della struttura portante filtrano la luce naturale incidente attraverso gli shed. Nella così detta “Galleria”, dedicata alle esposizioni permanenti, l’illuminazione è garantita da un lucernario e da una finestra scatolare sovradimensionata rivestita in lamelle di legno. L’irregolarità del volume ha una sua ragione nella semplicità di posa degli elementi lignei prefabbricati in stabilimento. Se negli anni a seguire dovessero cambiare le esigenze degli utenti, la struttura portante in legno consentirà, in particolare nel settore dedicato alle esposizioni, un intervento flessibile con pareti divisorie realizzate in tecnologia a montanti lignei, ma anche con aperture di finestre sui perimetrali. Per garantire una tenuta agli agenti atmosferici, le lamelle in legno che rivestono l’intero volume sono state trattate a caldo. Le lamelle ombreggiamo anche la superficie di copertura e proteggono dal surriscaldamento estivo. Assonometria costruzione massiva (deposito, laboratorio) Assonometria costruzione in legno (esposizione, didattica) Sezioni Pianta piano terra scala 1:500 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Ingresso Esposizione temporanee Esposizioni permanenti Vetrina Didattica Area conferenze Deposito Laboratorio Lucernario Impianto aerazione Sezione orizzontale Sezione verticale scala 1:20 1 Legno di pino silvestre trattato a caldo 40/60 (interasse 100 mm) profilo in acciaio piegato zincato rivestito nero listelli 60/ 22 mm tenuta al vento pannello OSB 20 mm montante in lamellare di pino 90/ 220, interasse 1200 mm isolante termico intermedio lana di vetro 120 mm lastra di cartongesso 12,5+12,5 mm 2 Uscita di sicurezza 3 Pannello in legno con velatura 4 Vetrata isolante fissa 5 Legno di pino silvestre trattato a caldo 40/60 (interasse 100 mm) profilo in acciaio piegato zincato rivestito nero | 35/70 mm 6 Legno di pino silvestre trattato a caldo 40/60 (interasse 100 mm) profilo in acciaio piegato zincato rivestito nero listelli 60/40 mm tenuta al vento isolante termico lana di vetro 120 mm pannello OSB 20 mm parete in laterizio 200 mm 7 Legno di pino silvestre trattato a caldo 40/60 (interasse 100 mm) guaina impermeabilizzante materiale isolante espanso 100 mm freno al vapore pannello OSB 20 mm 8 Ancoraggio copertura tubolare in acciaio Ø 60 mm 9 Elemento d’appoggio regolabile in plastica 10 Profilo perimetrale in lamiera rivestita 11 Trave in lamellare di pino 90/450 mm(interasse 1200 mm) 12 Canale di aerazione 13 Pannello pavimento in c.a. superficie con aspersione di quarzo Sezione particolareggiata scala 1:20 1 Legno di pino silvestre trattato a caldo 40/60 (interasse 100 mm) 2 Ancoraggio copertura tubolare in acciaio Ø 60 mm 3 Elemento d’appoggio regolabile in plastica 4 Profilo perimetrale in lamiera rivestito 5 Vetrata isolante 6 Trave portante in lamellare di pino 7 Canale di aerazione 8 Guaina impermeabilizzante materiale isolante espanso 100 mm pannello OSB 20 mm lana di vetro 128 mm cartongesso 9 Avvolgibile 10 Corpo d’illuminazione a luce indiretta 11 Pannello in compensato isolante termico in lana minerale 220 mm tra i montanti in lamellare 90/ 220 mm pannello in compensato 12 Guaina impermeabilizzante ∂ 2008 ¥ 11 Inserto ampliato in italiano materiale isolante espanso 100 mm pannello OSB 20 mm lana di vetro 30 mm cartongesso a doppio strato lana minerale 30 mm membrana di rivestimento nera 13 Controsoffitto di pannelli in lamiera stirata 14 Legno di pino silvestre trattato a caldo 40/60 (interasse 100 mm) profilo in acciaio piegato zincato listelli 60/ 22 mm impermeabilizzazione al vento pannello OSB 20 mm isolamento termico negli interspazi 120 mm cartongesso a doppio strato 15 Pannello pavimento in c.a. superficie con aspersione di quarzo Pagina 1286 Casa d’abitazione a Londra Il cubo con pelle lignea si inserisce in un contesto di case a rivestimento lapideo nell’East End di Londra dove il committente mette a disposizione per la costruzione un raro e costoso lotto di terreno. Sprofondando il volume nel lotto, l’edificio residenziale ­guadagna un livello rispetto alla bifamiliare in stile vittoriano con rivestimento in laterizio cui la nuova architettura si deve conformare dimensionalmente. Spazi intimi, protetti ­dallo sguardo indiscreto dei passanti; una cucina e una sala da pranzo che si sviluppa verso l’esterno. Contrariamente a quanto previsto dall’organizzazione planimetrica ­solitamente adottata in Gran Bretagna, le camere sono collocate a livello stradale, mentre il soggiorno è al primo piano. Le parti portanti dell’edificio sono completamente realizzate in elementi massivi di legno prefabbricati in Germania. Il montaggio della struttura p ­ rincipale è avvenuto in soli due giorni. Il r­ ivestimento in tavole di cedro trattato con olio di lino è stato montato in opera. Le ante di ventilazione, le porte e le finestre sono a filo con la facciata per integrare e sottolineare l’uniformità dell’involucro nero. Gli interni sono caratterizzati da pareti e pavimenti bianchi. La realizzazione di una struttura portante in legno massello su tutti i lati ha consentito la libera disposizione delle ampie aperture. Il carattere introverso dell’edificio non impedisce il contatto visivo con il patrimonio arboreo storico esistente sul lotto adiacente. Traduzioni in italiano Planimetria generale scala 1:2000 isolamento 40 mm freno al vapore pannello in compensato 12 mm correnti 25/ 25 mm cartongesso 12,5 mm Sezione piante scala 1:250 1 2 3 4 5 6 7 8 Corte Cucina Pranzo Studio Camera Deposito Ingresso Soggiorno 15 Pagina 1290 Monastero a Tautra Sezione verticale Sezione orizzontale scala 1:20 1 Vetrata isolante in telaio di acciaio inox L 50/50 mm incollato 2 Copertura rivestimento in tavole di cedro superficie scanalata 40 mm struttura non a vista in cedro 50/70 mm trave in abete rosso 100/120 mm distanziatore materassino di protezione puntuale 3 Guaina impermeabilizzante solaio in legno massiccio in pendenza rivestimento in tavole 30 mm isolamento termico 70 mm pannello compensato in tavole di abete rosso 160 mm laccato bianco 4 Solaio compensato laccato bianco 18 mm isolamento con riscaldamento a pavimento 50 mm strato di separazione solaio compensato in tavole di abete rosso 170 mm rivestimento in tavole 38/38 mm cartongesso 12,5 mm 5 Parete rivestimento in legno di cedro superficie scanalata con fughe di 5 mm correnti 25/38 mm contro listelli 38/38 mm guaina impermeabilizzante tamponamento in pannello compensato in tavole di abete rosso 160 mm materiale isolante espanso ignifugo con freno al vapore integrato 50 mm cartongesso 12,5 mm 6 Frontale di partenza scala noce 63 mm 7 Parapetto in compensato 9 mm superficie impiallacciata noce 8 Pavimento terrazza tavole in cedro 40 mm trave in legno di conifera pretrattato 40/60 mm materassino di protezione puntuale guaina impermeabilizzante pannello pavimento in c.a. 250 mm 9 Pavimento piano terra compensato laccato bianco 18 mm isolamento con riscaldamento a pavimento 50 mm strato di separazione materiale isolante espanso 70 mm 10 Ante di aerazione rivestimento in tavole di cedro 20 mm guaina impermeabilizzante pannello in compensato 12 mm “Così vicino al cielo” potrebbe commentare il visitatore della chiesa di Tautra Maria alla vista della magnificenza della natura che si gode dalla parete vetrata di fondo all’altare. Trasparente anche la pelle di copertura: l’intreccio di travi lignee di cui si compone filtra la luce naturale mutandola in una giocosa combinazione di luci ed ombre. Lo spazio di devozione si colloca in testata a chiusura del volume del monastero edificato nel 2006 sull’isola Tautra nel fiordo di Trondheim. ­Pochi anni prima dell’intervento, una congregazione di monaci trappisti provenienti dagli Stati Uniti, attratti dalla solitudine, e in particolare dai resti di una vicina abbazia medievale cistercense, decidono di stabilirsi in questo luogo. Un semplice rettangolo lungo 82 metri e largo 29 chiude uno spazio interno. Ampie superfici vetrate si aprono verso l’acqua e il paesaggio del fiordo, mentre il volume resta chiuso verso il paesaggio ­“terrestre” e l’ambiente rurale. All’interno ci si imbatte in una successione di differenti spazi interni ed esterni che consentono riservatezza e concentrazione conferendo all’impianto monastico, in tutta la sua eterogeneità, il carattere di una concentrazione rurale in via di sviluppo. Per gestire questa differenziazione sotto l’aspetto costruttivo –ogni ambiente ha dimensioni diverse-, gli architetti hanno scelto lamellare di grande sezione 215x215 mm, dimensione da cui è derivato lo spessore della facciata con rivestimento ardesiaco all’esterno e ligneo sulla facciata del cortile. Planimetria generale scala 1:2500 Prospetto sud Piante scala 1:500 1 2 3 4 5 6 Chiesa Cappella Chiostro Refettorio Cucine Scriptorium 16 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 Traduzioni in italiano Biblioteca Noviziato Sala del capitolo Ufficio Sala pranzo ospiti Camere ospiti Produzione creme e saponi Locale tecnico Cella Corte interna Galleria Sezione longitudinale struttura reticolare chiesa scala 1:500 Sezione verticale chiesa scala 1:20 1 Vetrata isolante stratificato di sicurezza 4+4+ intercapedine 14 mm+ vetro di sicurezza monolitico 6 mm in telaio di alluminio 2 Listelli diagonali in lamellare 115/115 mm 3 Listelli orizzontali in lamellare 115/45 mm 4 Trave di colmo in lamellare 270/ 270 mm 5 Travi inclinate in lamellare 215/ 270 mm 6 Travi secondarie mediane/ travi secondarie diagonali/ travi secondarie perimetrali in lamellare 215/ 225 mm 7 Trave di contorno in lamellare 275/70 mm 8 Lamiera di rame guaina impermeabilizzante pannello di compensato 18 mm isolamento termico 35 mm barriera al vapore pannello di compensato in betulla impiallacciato 18 mm 9 Lastre di ardesia 400/17 mm larghezza 200/400 mm listelli a sezione trapezoidale 48 mm listelli 23/36 mm cartone antivento pannello in compensato 18 mm montanti in legno 148/48 mm con isolamento termico intermedio lana minerale 150 mm barriera al vapore listelli 48/48 mm con isolamento termico intermedio lana minerale 50 mm pannello in compensato di betulla impiallacciato 10 Massetto radiante levigato 70 mm isolamento termico 30 mm pannello pavimento in c.a. 250 mm coibentazione perimetrale 100 mm Inserto ampliato in italiano 2008 ¥ 11 ∂ 6 7 temprato in telaio di alluminio Rivestimento in tavole di abete rosso 19 mm listelli 36/48 mm listelli 23/36 mm cartone antivento pannello in compensato 18 mm profili in legno 148/48 mm con isolamento termico intermedio 150 mm barriera al vapore profili in legno 48/48 mm con isolamento termico intermedio lana minerale 50 mm pannello in compensato di betulla impiallacciato Corpo illuminante Pagina 1296 Edificio residenziale a Berlino 6 7 8 9 Osservando l’edificio esternamente, è impossibile capire che sia stato costruito utilizzando del legno. Dietro la facciata intonacata si potrebbero nascondere pareti in calcestruzzo. La struttura in legno nasce da una richiesta della committenza, una cooperativa di costruzione di Berlino. Gli architetti erano convinti che il legno non dovesse essere a vista in quanto l’edificio è inserito in un contesto urbano di edifici risalenti alla fine del XIX secolo, con rivestimento lapideo, e in ottemperanza alla regola di prevenzione incendi che escludono facciate in materiali infiammabili. Disporre una scala esterna aperta in calcestruzzo, per una rapida via di fuga, è stato decisivo per ottenere l’approvazione del progetto da parte degli enti di controllo ed ha risolto problematiche come l’aerazione su tre lati ma soprattutto una migliore disposizione degli spazi interni. Sezione verticale chiostro Sezione orizzontale corte interna scala 1:20 Planimetria generale scala 1:5000 1 Sezioni Piante scala 1:400 2 3 4 5 Lamiera in rame con aggraffatura verticale impermeabilizzazione pannello in compensato 18 mm Impermeabilizzazione a due strati isolamento termico in materiale espanso 250 mm barriera al vapore pannello in compensato di pino 18 mm Montanti e traversi in lamellare 215/ 215 mm Travi in pino 48/ 215 mm Vetrata isolante in stratificato di sicurezza 4+4 +intercapedine 14 mm +monolitico di sicurezza 3 4 5 1 Appartamento 2 Ufficio Sezione facciata scala 1:20 1 2 Trave in acciaio HEM 220 Copertura substrato 20 mm strato di livellamento e strato cuscinetto 70 mm materassino di protezione in polipropilene drenaggio e raccolta dell’acqua 30 mm materassino di separazione e di protezione guaina impermeabilizzante bituminosa saldata membrana antiradice guaina bituminosa rinforzata con rete di vetro isolamento termico in lana minerale 200 mm solaio calcestruzzo-legno: c.a. 100 mm+ solaio in listellare massello in legno 160 mm Sospensione profili in acciaio fi 80 mm Traverso in legno 36/ 28 mm Parquet 18 mm massetto cementizio 45 mm pannello in polistirolo 30 mm per alloggio serpentina isolamento anticalpestio 20 mm solaio calcestruzzo-legno: c.a. 100 mm+ solaio in listellare massello Intonaco minerale 8 mm isolamento termico in lana minerale 100 mm pannello in fibra di gesso 12,5 mm parete in legno massiccio 160 mm pannello in fibra di gesso 18+18 mm Parapetto in barra d’acciaio zincata ¡ 40/10 mm Asta piena in barra d’acciaio zincata ¡ 30/10 mm Pavimento balcone graticcio di legno profilo U in acciaio 120 mm HEA 100 profilo in acciaio U 80+80 Sezione scala 1:20 1 2 3 4 5 6 7 Passerella scala elementi prefabbricati in c.a. 250 mm Parquet 18 mm massetto cementizio 45 mm pannello in polistirolo 30 mm per alloggio serpentina isolamento anticalpestio 20 mm solaio calcestruzzo-legno: c.a. 100 mm+ solaio pannello in fibra di gesso 12,5 mm isolamento termico in lana minerale 200 mm intonaco minerale Intonaco minerale 8 mm isolamento termico in lana minerale 100 mm pannello in fibra di gesso 12,5 mm parete in legno massiccio 160 mm pannello in fibra di gesso 18+18 mm Finestra in legno con vetrata isolante U=1,1 W/m2K Parapetto in barra d’acciaio zincata ¡ 40/10 mm Elemento in c.a. prefabbricato 120 mm Terrazza: pavimento in Bangkirai 22 mm struttura non a vista in larice 40/60 mm impermeabilizzazione pannello in materiale estruso PUR 65 mm guaina in PE solaio calcestruzzo-legno: c.a. 100 mm+ solaio in listellare massello 160 mm isolamento termico lana minerale 150 mm pannello in fibra di gesso 18 mm ∂ 2008 ¥ 11 Inserto ampliato in italiano Traduzioni in italiano 17 Tecnologia Pagina 1304 Costruzione in legno di sette piani Un esperimento che sfida i regolamenti edilizi Tom Kaden L’edificio residenziale realizzato a Berlino è, dal punto di vista tecnico costruttivo un’innovazione assoluta. Si tratta del primo edificio costruito in Europa con struttura in legno di sette piani. Premesso che la proprietà aveva richiesto l’utilizzo del legno come materiale da costruzione, esigendo anche un soddisfacente eco-bilancio dell’edificio, la complessità del progetto è stata sin dal primo momento chiara, dal momento che il Regolamento Edilizio locale prevedeva un massimo di cinque piani fuori terra per gli edifici in legno. Per questo –dopo le riflessioni urbanistiche e costruttive preliminari- i progettisti hanno sin dall’inizio elaborato una strategia per la protezione antincendio, coinvolgendo già nelle prime fasi tutti gli enti interessati, dal Distretto Provinciale, ai Vigili del Fuoco, al collaudatore della struttura. Nonostante le approfondite verifiche con i professionisti coinvolti, la raccolta di tutte le osservazioni scaturite dalla verifica degli enti si è rivelata molto complessa; alla fine il buon esito del processo progettuale è stato garantito incaricando un certificatore terzo per la prevenzione incendi e ottenendo una positiva valutazione del rischio da parte dei Vigili del Fuoco di Berlino. Prevenzione incendi I tre elementi fondamentali del progetto di prevenzione incendi sono: le vie di fuga a prova di fumo, il significativo incremento della resistenza al fuoco degli elementi lignei portanti e d’irrigidimento tramite un rivestimento o incapsulamento a contatto con pannelli in fibra di gesso e un impianto di rilevazione fumi. Il concetto propugnato dallo studio di progettazione si opponeva alle norme innovative del regolamento edilizio introdotte nel febbraio 2006: in linea con il regolamento del 2002, la nuova versione consentiva la costruzione di edifici multipiano in legno fino alla classe di edificio 4, inoltre l’altezza dell’ultimo piano del fabbricato misurato dall’estradosso del solaio non doveva superare l’altezza di 13 metri. L’edificio in questione superava i 22 metri e apparteneva alla classe 5, per la quale le pareti e i solai devono garantire una stabilità al fuoco pari a F90-AB. Tutte le parti principali dell’opera dovevano essere realizzate in materiali non infiammabili di classe A, anche se il legno di fatto può essere escluso dai calcoli. L’unico sistema per ottenere un permesso di costruzione, rilasciato appositamente per questo progetto, era dato da un parere tecnico di una società di ricerca sui materiali e di collaudo delle tecnologie edilizie di Lipsia, in grado di esprimere una valutazione del comportamento al fuoco delle pareti perimetrali portanti in legno massiccio e del solaio composito in legno-calcestruzzo. Nel progetto di prevenzioni incendi, è stata fondamentale la presenza di una scala esterna aperta realizzata in calcestruzzo armato, originariamente inserita per ragioni urbanistiche. Tramite la passerella che collega l’edificio ad ogni piano con la scala, ogni unità d’abitazione viene dotata di un’uscita e in caso di incendio possiede una via di fuga diretta e non più lunga di 20 metri collegata ad una scala antifumo. Diversi sensori antifumo in ogni alloggio provvedono alla rapida rilevazione dell’eventuale incendio. Una colonna impiantistica per l’approvvigionamento di acqua agli idranti è stata realizzata come misura compensatoria aggiuntiva Struttura L’intera struttura dell’edificio residenziale è stato realizzata in legno, ad eccezione di: due pareti tagliafuoco ai lati degli edifici adiacenti, due nuclei in calcestruzzo gettato in opera per gli impianti tecnici, pilastri e pareti in calcestruzzo al piano terra. Gli architetti, dopo aver inizialmente scartato l’ipotesi di una struttura portante in telai di legno -per la sua difficoltà a garantire la stabilità statica di un edificio di sette piani- sono approdati, insieme agli strutturasti, ad un modello composto da uno scheletro portante in pilastri e traversi di dimensione 320x360 mm in legno lamellare, irrigidito da tamponamenti in legno massiccio di 160 mm di spessore. Incapsulamento delle pareti esterne Il rivestimento a contatto o incapsulamento di tutti gli elementi portanti è composto di due lastre di cartongesso spesse 18 mm. Sul lato esterno, la parete massiccia in legno è rivestita da una lastra di cartongesso da 12,5 mm. Il rivestimento termoisolante è stato ottenuto con un pannello di lana di vetro ad elevata densità da 70 kg/m3 e un punto di fusione superiore a 1000°. Il pannello ottimizza la costruzione sia dal punto di vista della prevenzione incendi che nel contrasto al freddo invernale e al caldo estivo. Il rivestimento interno ed esterno della struttura portante soddisfa tutti i criteri della classe d’incapsulamento k60 e in caso di incendio impedisce per 90 minuti che il fuoco raggiunga la struttura lignea. Costruzione dei solai Ogni piano è composto di una struttura composita legno-calcestruzzo con luce di 6,50 metri e divisa da una trave orizzontale in spessore in corrispondenza dell’asse mediano dell’edificio. La soluzione ha consentito di eludere le pareti e i pilastri interni e ha permesso un elevato grado di personalizzazione planimetrica. L’intradosso del solaio è composto da tavole in massello di abete rosso, spessore 160 mm, cui è sovrapposta una soletta di calcestruzzo armato di 100 mm di spessore rigidamente connessa agli elementi lignei tramite sei intagli profondi 20 mm e larghi 200. L’estradosso è costituito da un classico pavimento realizzato con materiale isolante al calpestio, riscaldamento a pavimento e massetto cementizio. Studio del solaio composito Gli ingegneri che hanno collaudato la struttura portante, accanto alle prove di calcolo statico obbligatorie, hanno consigliato per il sistema solaio la così detta “prova di flessione in quattro punti” presso l’Istituto di materiali e strutture del Politecnico di Monaco di Baviera e una prova di carico elastico in opera. Il primo solaio è stato testato con tre carichi graduali (148,5 kN, 158,4 kN, 197,5 kN) senza rompersi sino al cilindro di massimo carico. La resistenza a flessione è di 6,0 kN/mm. Il secondo solaio si è rotto con un carico di 301,3 kN e possiede una resistenza alla flessione di 5,38 kN/mm. Il collaudo in opera si è dimostrato sin dall’inizio più difficoltoso, per il fatto che era stato già avviato l’allestimento degli interni. Per il test sono stati riempiti 15 serbatoi ­d’acqua piovana, per un carico complessivo di 7,5 t, raggruppati intorno ad un pilastro. Le deformazioni sono state rilevate sia intorno al pilastro che sul solaio. Fondamenta Il sedime di fondazione era occupato dai resti di una cantina e dalle rovine dell’edificio presistente distrutto durante la seconda guerra mondiale. La decisione di non avere un piano cantinato ha permesso la soluzione più economica: le preesistenze non sono state demolite e l’edificio è stato fondato su 57 pali in opera. La platea in calcestruzzo armato è spessa 300 mm. Processo edile La vera sfida di questo edificio era data dalla possibilità di garantire, contemporaneamente e parallelamente, la costruzione in calcestruzzo armato e quella in legno, compensando le tolleranze dimensionali delle due strutture e tenendo conto delle difficoltà derivanti da un cantiere con poca superficie a disposizione e carente, ad esempio, di uno spazio per il deposito del materiale. Per la struttura in legno sono stati sviluppati tre snodi con connessione in elementi d’acciaio. La precisione di taglio della CNC ha consentito di montare velocemente i pilastri, 18 Traduzioni in italiano i traversi, gli elementi parete e gli elementi solaio. Durante tutto il montaggio i carpentieri contemporaneamente presenti in cantiere non sono mai stati più di 4. La struttura è stata assemblata in 8 settimane invece che nelle 11 previste: ogni settimana è stato realizzato un piano seguendo sempre lo stesso programma settimanale: • lunedì e martedì montaggio delle strutture a montanti e traversi e del tamponamento in massello con incapsulamento esterno prefabbricato. • mercoledì pomeriggio fino a giovedì sera i ferri di armatura sono stati disposti per l’irrigidimento in calcestruzzo armato, per il materassino d’acciaio della soletta integrativa in calcestruzzo e per la trave piana. Nel medesimo periodo di tempo sono state inserite le installazioni tecniche e gli impianti elettrici. • venerdì si è proceduto al getto in calcestruzzo sul solaio in listellare massello, asciutto il lunedì seguente quando è ricominciato il procedimento nella stessa successione. La prefabbricazione di una struttura lignea garantisce un’elevata sicurezza esecutiva e qualitativa e un tempo di realizzazione relativamente breve. Dopo circa 9 mesi, nella primavera 2008, la proprietà si è trasferita nell’edificio. Il materiale legno e le proprietà energetiche Una volta terminata la costruzione, la struttura lignea celata da uno strato di intonaco non è più riconoscibile. La cosa lascia stupefatti dato che solitamente, nella maggior parte degli edifici in legno, i derivati del legno sono impiegati anche in facciata. Lo studio di progettisti non vedeva adeguata una facciata in legno destinata ad assumere una cromia grigia in un ambiente prettamente urbano, inoltre per motivi legati alla protezione incendi non era possibile prevedere una facciata in legno. Il legno è stato utilizzato in linea di massima per le parti portanti e come coibente, influendo positivamente sul bilancio energetico e rappresentando, in qualità di materiale rinnovabile, una risorsa sostenibile che necessita di trasporto relativamente breve: i buoni requisiti di termoisolamento del materiale legno, inoltre, insieme all’isolamento esterno al guadagno solare dalle superfici finestrate, rendono il fabbisogno energetico più basso di 40 kWh/m2. Si calcola che il costo per il riscaldamento dell’edificio e il riscaldamento dell’acqua sanitaria di un alloggio di 150 mq sia al massimo di 400 euro all’anno. Il progetto rappresenta il prototipo di un concetto costruttivo innovativo che combina un’architettura seducente a requisiti di ecologia e sostenibilità per la realizzazione di residenze ad alta concentrazione in ambiente urbano, con il supporto idee innovative. In Germania è stata realizzata una struttura in legno per un edificio residenziale di 22 metri Inserto ampliato in italiano 2008 ¥ 11 ∂ e di sette piani, ottemperando a tutte le raccomandazioni di protezione antincendio. E mancano solo pochi centimetri per raggiungere la classe degli “edifici alti”! Pagina 1310 Il nuovo volto del legno Lavorazione digitale del legno per la ­realizzazione di forme curve Christoph Schindler Le soluzioni di modellazione offerte dai moderni strumenti CAD hanno trasformato le facciate e le coperture a doppia curvatura in un fenomeno formale costante nell’architettura contemporanea. Nella realizzazione del processo costruttivo, gli strumenti reali sono in grado di assecondare senz’altro la geometria di progetto definita dagli strumenti CAD. La scelta di una specifica strategia ­realizzativa ha un ruolo chiave. I materiali acciaio e vetro che si affermano sulla scia della standardizzazione e della produzione di massa nel settore edile, sono associati a forme curve di concezione individuale. Il materiale legno, invece, associato in primo luogo alla sostenibilità e alla costruzione leggera, rimane in ombra nel dibattito sulla realizzazione di forme curve. Lasciando da parte il bilancio energetico e la statica, e analizzando in linea generale le esigenze di produzione, risulta che da questo punto di vista il materiale legno possiede una potenzialità che fino ad ora è stata poco considerata. Immaginiamo un edificio con una facciata o una copertura a doppia curvatura, come quelle che oggi spesso i media ci presentano:quale requisito deve soddisfare il materiale con il quale verrebbe realizzato l’intervento? Esponiamo di seguito cinque punti fondamentali: La resistenza del materiale Gli edifici di forme rettangolari possono essere realizzati combinando blocchi standardizzati in muratura, profili o lastre che si trovano sul mercato come prodotti prefiniti. Il lavoro che rimane da fare nell’applicazione individuale consiste nel rielaborare i particolari costruttivi dei giunti come ad esempio la saldatura di pannelli frontali a profili in acciaio. Nel caso di elementi da costruzione di edifici curvi è necessario, invece, che alle superfici di chiusura dell’intero elemento sia assegnata individualmente una forma conforme con la geometria predeterminata. Il legno, se sottoposto a lavorazioni con frese e trapani offre una limitata resistenza. Contemporaneamente, rispetto a materiali di buona lavorabilità come le schiume, per la sua struttura a fibre possiede un’elevata stabilità; in rapporto all’acciaio e al calcestruzzo, invece, possiede un peso specifico limitato. La buona truciolabilità del materiale rende il legno particolarmente adatto alla realizzazione di forme curve. Per essere economica- mente vantaggiosi, nel settore architettonico i processi devono svolgersi rapidamente e anche più rapidamente che in altri settori. Spesso possiamo osservare che alcuni processi di costruzione di prototipi e di forme possono essere applicati alla produzione architettonica. Come uno scultore asporta il materiale da un blocco, strato dopo strato, anche nel caso dei procedimenti additivi di prototipazione rapida si lavora in maniera intensiva per asportazione di strati. L’elevato impiego di tempo e i costi a questo connessi si ammortizzano in una produzione di massa successiva. Per la produzione architettonica devono essere inventati speciali processi con i quali gli elementi architettonici personalizzati possano essere prodotti ai costi di una produzione di massa. Nella lavorazione del materiale legno, la buona truciolabilità consente di lavorare non solo con la punta di una fresa ma di tagliare con tutta la parte laterale, incrementando il volume del materiale asportato per ogni unità di tempo. Contemporaneamente, nel taglio di piatto decade la rifinitura graduale nella lavorazione. Per ottenere la finale qualità di superficie a seconda del materiale sono necessarie da una a due frese. Il processo viene velocizzato utilizzando lame di sega. Misurazione del materiale grezzo Tutti i semilavorati disponibili sul mercato sono in forma di lastra o di verga. Come punto di partenza di un processo di lavorazione formale di un elemento edile è necessario trovare in commercio materiale grezzo non lavorato con un volume dal quale si possa intagliare tramite fresatura l’elemento edile desiderato. Nel caso degli elementi prodotti con procedimenti non standardizzati, come ad esempio le travi di grande dimensione, poche sono le alternative al legno. Mentre il volume di un elemento in legno si può lavorare con strumenti ad asportazione di trucioli, le travi in acciaio ricavate dai profili sono flessibili solo in lunghezza e sull’angolazione di taglio. Nel caso delle lastre, la scelta sembra ampia: meno materiale c’è da asportare, più un elemento edile corrisponde alla geometria del materiale non lavorato. Quando ad esempio, si riescono a definire, per tutti gli elementi edili necessari, due superfici esterne poste alla medesima distanza, si possono ritagliare con taglio piatto a tre o cinque assi da materiali in lastra. I processi di taglio sono conosciuti anche nella lavorazione della lamiera con taglio laser e al plasma. A causa dello spessore limitato del materiale, le lamiere devono essere successivamente irrigidite, mentre materiali come il legno o le schiume o le plastiche, per il possibile spessore possiedono già un’intrinseca stabilità che non richiede ulteriore irrigidimento del materiale. Stato di sviluppo delle infrastrutture La realizzazione manuale di superfici curve in particolare a doppia curvatura è molto ∂ 2008 ¥ 11 Inserto ampliato in italiano complessa. Una realizzazione precisa di elementi curvi richiede nella maggior parte dei casi una macchina a supporto computerizzato che possa trasmettere i vantaggi geometrici di un disegno CAD sul posizionamento automatico di uno strumento. Nella produzione industriale di beni di massa, di solito, per ogni prodotto nuovo si costruisce una macchina che si adatti alle necessità peculiari di quel prodotto. Gli edifici con forme curve sono al contrario architetture particolari che vengono costruite una volta sola. Per la produzione dei singoli pezzi, al fine di contenere i costi, si deve poter ricorrere a strumentazioni esistenti. Tramite l’elevato grado di prefabbricazione delle case di legno e delle strutture portanti di legno, le strumentazioni della costruzione lignea si colloca ad uno stadio tecnico per cui la produzione industriale sta più vicino a molte realizzazioni di strutture al grezzo realizzate manualmente. Il lungo excursus storico della prefabbricazione iniziata con le strutture reticolari medievali, industrializzata con le strutture Ballon Frame, continua oggi con una strumentazione a supporto informatico che nel frattempo ormai è adottata da diverse falegnamerie anche in nuclei urbani di media estensione. Le CNC lavorano tramite tagliatrici su materiale in verga e tramite frese su materiale non lavorato in lastra. Entrambi i tipi di macchine sono universali e raggruppano diversi strumenti di lavorazione ad asportazione di trucioli come frese, trapani e lame di sega e per questo consentono l’esecuzione di diverse fasi di lavoro evitando di adattare la macchina sostituendo gli utensili. Particolarmente flessibili sono le frese dei falegnami che si adattano bene alla lavorazione di materiale non vegetale. Oggigiorno, nelle moderne falegnamerie sui tavoli di fresatura e sui banchi di lavoro non troviamo solo legno e semilavorati del legno, ma anche schiume e materiali plastici. La lunghezza e la linearità della catena di processo L’universalità delle macchine di lavorazione del legno non solo ha un ruolo importante nei processi di esecuzione personalizzati Traduzioni in italiano ma anche nella preparazione delle informazioni digitali che predispongono gli attrezzi delle frese e delle tagliatrici: per ogni pezzo è necessario preparare un programma NC digitale che descriva il percorso dello strumento. In progetti composti di diverse migliaia di elementi differenti tra loro l’automatizzazione del processo progettuale tra progetto e particolari architettonici (CAD), esecutivi (CAM) e CNC risulta indispensabile. Previsione del comportamento de-formativo Per realizzare un elemento edili personalizzato, parte integrante di una forma architettonica curva con le dimensioni predefinite, è necessario stabilire anticipatamente quale effetto avrà il processo esecutivo su un ­materiale. Il termine di previsionalità si distingue da quello di precisione in quanto la precisione è il raggiungimento del medesimo risultato entro una predeterminata tolleranza durante la ripetizione della medesima operazione. La precisione è alla base dell’interscambiabilità. Nel nostro caso, è l’operazione attraverso la quale l’unicità dell’elemento edile è ogni volta differente. A titolo di esempio, si pensi al fatto che durante ogni processo de-formativo nella lavorazione dell’acciaio si trasmettono i fattori di un processo in modalità empiriche in quanto la parte elastica di un processo, il ritorno elastico, è prevedibile solo parzialmente a causa del grado di eterogeneità del materiale. Questo vale per le lamiere ma soprattutto per le diverse verghe in acciaio profilato. Per ogni pezzo unico è necessario condurre alcune prove fino a riuscire a produrre la forma desiderata. Nelle costruzioni in legno, al contrario, è più semplice mantenere le dimensioni in quanto non c’è alcun ritorno elastico né deformazioni né compressione del materiale. Particolare attenzione viene riservata alla direzione delle fibre del materiale: se sono parallele all’asse mediano di un elemento portante, anche le proprietà statiche possono essere utilizzate in maniera ottimale. Nel caso di elementi edili portanti curvi può diventare indispensabile adattare la direzione delle fibre all’asse mediano. 19 ∂ - Inserto in italiano Zeitschrift für Architektur Rivista di Architettura 48° Serie 2008 · 11 Costruire con il Legno L’Impressum completo contenete i recapiti per la distribuzione, gli abbonamenti e le inserzioni pubblicitarie è contenuto nella rivista principale a pag. 1379 Redazione Inserto in italiano: Frank Kaltenbach George Frazzica ­Rossella Mombelli Monica Rossi e-mail: [email protected] telefono: 0049/(0)89/381620-0 Traduzioni: Rossella Mombelli Partner italiano e commerciale: Reed Businness Information V.le G. Richard 1/a 20143 Milano, Italia [email protected] [email protected] Fonti delle illustrazioni: pag. 2: Roberto Brazzale, Schio (Vi) pag. 3 sinistra: Fondazione La Biennale di Venezia pag. 3 destra: Andrea Jemolo, Roma pag. 4–5: Alessandra Mayer, Firenze pag. 6–7: Sofia Colabella, Napoli pag. 9: da Kalberer, Remann, Grüne Kathedralen, Aarau e Monaco di Baviera 2003 pag. 10: Jussi Tiainen, Helsinki pag. 12 alto: Iwan Baan, Amsterdam pag. 12 basso: Françoise Laury, Aix-en-Provence pag. 13 sinistra: Eckhart Matthäus, Augusta pag. 13 destra: Roger Frei, Zurigo pag. 14: Gaston Bergeret, Parigi pag. 15 sinistra: Ed Reeve, Londra pag. 15 destra: David Churchill/ www.arcaid.co.uk pag. 16 e pag. 17: Bernd Borchardt, Berlino pag. 19: www.designtoproduction.com Piano editoriale anno 2008: ∂ 2008 1/2 Costruire con il Cemento ∂ 2008 3 Detail Conzept: Asili ∂ 2008 4 Luce e interni ∂ 2008 5 Materiali plastici ∂ 2008 6 Costruire semplice ∂ 2008 7/8 Grandi strutture portanti ∂ 2008 9 Detail Conzept: Abitazioni collettive ∂ 2008 10 Facciate ∂ 2008 11 Costruire con il Legno ∂ 2008 12 Arredo urbano e ­paesaggio • Luce – naturale e artificiale Materia luce • Intonaci – stucchi e pitture Le facciate intonacate e poi -pittura, tinta o rivestimento? •T rasparenze – vetri plastiche e metalli Materiali trasparenti, traslucidi, perforati Lo stato dell’arte dei materiali da costruzione diafani Il materiale traslucido offre al progettista un’ampia libertà creativa, impensabile con il vetro, che consente un rapporto sensoriale con la luce e stimola l’avvincente alternanza di interni ed esterni. Attraverso l’impiego di nuovi vetri speciali, lastre di materiale sintetico, membrane e metalli perforati è possibile ottenere una nuova interpretazione delle atmosfere create dagli antichi finestroni colorati delle chiese, dalle sottili lastre di alabastro e dai riquadri di carta intelaiata dei tempi passati. Frank Kaltenbach, 2003 108 pagine con numerose ­illustrazioni e fotografie. Formato 21× 29,7 cm Gli intonaci, le tinteggiature e i rivestimenti determinano l’aspetto delle superfici, creano effetti spaziali, giocano con la luce. Il loro impiego è determinante per la caratterizzazione formale dell’edificio e per la qualità dello strato protettivo. Il nuovo volume di DETAIL Praxis “Intonaci, colori, rivestimenti” presenta convincenti soluzioni, sia tradizionali che innovative. Gli autori descrivono e definiscono i fondamenti della materia, indicano gli aspetti problematici e offrono utili suggerimenti per la pratica dell’edilizia. Utilizzando i particolari di due costruzioni esemplari, gli esperti documentano in scala 1:10 la realizzazione di tutti i giunti più importanti di un edificio. Alexander Reichel, Anette Hochberg, Christine Köpke 2004. 112 pagine con numerose ­illustrazioni e fotografie. Formato 21×29,7 cm La luce, più di qualsiasi altro materiale, determina gli effetti volumetrici dello spazio, crea l’atmosfera e mette in scena l’architettura. Negli spazi ben illuminati ci sentiamo bene e siamo produttivi; la luce migliora la salute. Inoltre, un’accurata progettazione illuminotecnica in grado di coordinare le fonti naturali diurne con quelle artificiali conduce invariabilmente a grandi risparmi energetici, soprattutto negli ambienti destinati ad ospitare uffici. Il nuovo volume della collana DETAIL Praxis approfondisce i fondamenti della progettazione illuminotecnica sia nel campo della luce diurna che artificiale avvalendosi del contributo dei migliori specialisti in questo campo. Accanto alle semplici regole di buona progettazione che coinvolgono il disegno planimetrico, l’orientamento dell’edificio e l’articolazione della facciata, il manuale offre un’ampia visione d’insieme dei più attuali sistemi d’illuminazione naturale e artificiale, valutandone l’efficacia nel contesto di alcuni progetti esemplari. Ulrike Brandi Licht, 2005 102 pagine con numerose ­illustrazioni e fotografie. Formato 21×29,7 cm Buono d’ordine Fax +49 (0)89 398670 · [email protected] · www.detail.de/italiano · Tel. +49 (0)89 3816 20-0 ∂ Praxis ___ 3 Libri + CD ROM in un cofanetto (Intonaci, Luce, Trasparenze) � 139,10 + costo di spedizione e imballaggio per un cofanetto: � 9.63 Desidero ricevere le pubblicazioni al seguente indirizzo: Modalità di pagamento: ¥ Carta di credito/Kreditkarte Nome/ Vorname ¥ VISA ¥ Eurocard/ Mastercard ¥ Diners ¥ American Express Carta no/ Kartennr. 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