MODENA STAGIONE 2016 / 2017 TEATRO TEATRO NAZIONALE TEATRO STORCHI DELLE PASSIONI Emilia Romagna Teatro Fondazione nel 2017 festeggia 40 anni di attività. Un traguardo importante che ERT celebra con grande attenzione alla qualità degli allestimenti, proponendo alcune delle novità più significative del panorama teatrale italiano e internazionale. Un cartellone che indaga i linguaggi e le poetiche dell’oggi, la drammaturgia contemporanea, senza per questo trascurare la tradizione. Una stagione che si apre nel segno di una campagna fotografica originale di Luca Del Pia, che ha ritratto i veri protagonisti del nostro lavoro: gli spettatori e gli abbonati. Persone che da anni seguono con passione e attenzione il nostro lavoro e che, con un entusiasmo che ci ha sorpresi e commossi, hanno voluto e saputo trasformarsi nei più sinceri dei testimonial possibili, offrendo la loro immagine all’obiettivo della macchina fotografica. TEATRO NAZIONALE SI RINGRAZIANO PER LA PREZIOSA PARTECIPAZIONE Anita Bartoli, Loretta Benetti, Federico Benuzzi, Alessandro Carion, Diana Casadei, Maria Antonietta De Bella, Mara Fantinati, Enrico Giorgi, Isabella Giorgio, Simona Levoni, Natalino Miani, Iuri Monti, Graziano Nicoli, Linda Petracca, Giovanna Re, Maria Loretta Tebaldi, Matteo Verri le studentesse della VDs e della IV Cc del Liceo "V. Monti" di Cesena Aurora Arbizzani, Sara Belletti, Martina Buzzone, Ilaria Cecchi, Giada Crimaldi, Arianna Giusto, Grazia Veronica Labia, Beatrice Leucci, Beatrice Piraccini, Agnese Rebecchi, Federica Severi, Arianna Zani e gli autori dei murales Dunia Maccagni e Matteo Nottoli PER LA GENTILE OSPITALITA 2 Agriturismo Il Luoghetto, Torre Maina, Maranello (MO) Impianto ENI di via Torino 1999, Cesena Liceo "V. Monti" di Cesena e il Dirigente Giancarlo Domenichini Moda Capelli Parrucchieri Unisex, Vignola Orto Botanico ed Erbario dell'Università di Bologna Parrocchia di S. Egidio, Cesena, per la concessione del campo da tennis President Bologna, Piscina Spiraglio Somantica Project, Modena Studio medico presso il Direzionale Toscanini (MO) e la referente dottoressa Roberta Covezzi Verri Gomme, Modena TEATRO STORCHI TEATRO DELLE PASSIONI MODENA STAGIONE 2016/2017 EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE TEATRO STORCHI Largo Garibaldi 15 41124 Modena Biglietteria: tel 059 2136021 [email protected] TEATRO NAZIONALE Viale Carlo Sigonio 50/4 41124 Modena tel 059 2136011 fax 059 2138252 [email protected] TEATRO DELLE PASSIONI Viale Carlo Sigonio 382 41124 Modena tel 059 301880 (solo nelle sere di spettacolo) www.emiliaromagnateatro.com 3 TEATRO DELLE PASSIONI 28 SETTEMBRE ORE 21 L’ARTE E UNA CARAMELLA DA MONNA LISA AI GIORNI NOSTRI UN A SOLO DI E CON CARLO VANONI DRAMMATURGIA E REGIA GIAN MARCO MONTESANO COLLABORAZIONE AL TESTO LUCA BERTA VOCI FUORI CAMPO GIULIA BASEL E MASSIMO VELLACCIO, UMBERTO MARCHESANI, MARESA GUERRA, LUIGIA TAMBURRO, EMILIANO FURLANI SPETTACOLI FLORIAN METATEATRO CENTRO DI PRODUZIONE TEATRALE 4 Un’entusiasmante panoramica di cinquecento anni di storia dell’arte e delle opere che l’hanno segnata. Gian Marco Montesano, regista, autore e artista fra i più affermati delle arti visive, dirige Carlo Vanoni, consulente di varie gallerie d’arte e curatore di mostre di arte contemporanea di interesse internazionale, in un monologo che spazia da “Monna Lisa” a “Olympia” di Manet. Un flusso di parole, immagini e musica dal vivo per indagare il rapporto tra Raffaello e il ‘taglio’ di Fontana, tra Leonardo da Vinci e Andy Warhol. In scena affiancano Carlo Vanoni solo una vecchia radio a valvole, una chitarra, un pianoforte e le immagini proiettate dei capolavori dei più grandi Maestri. Mentre Monna Lisa di Leonardo e Olympia di Manet sorridono, lievi e sdegnose del letto sfatto di Van Gogh, i meccanismi interni della vecchia radio aiutano a spiegare la rivoluzione di Cezanne e un assolo di chitarra ci porta da Kandinskij a Jackson Pollock, per arrivare infine davanti a 79 kg di caramelle colorate ammucchiate nell’angolo di un museo. È arte anche questa? Lo spettacolo vuole dare una risposta al quesito che accompagna ogni prodotto dell’arte contemporanea. Vuole essere chiave d’accesso a una storia in perenne divenire, uno strumento irrinunciabile per chi ama l’arte, ma anche per chi detesta quella contemporanea; per chi pensa che l’arte sia solo bellezza, per chi cerca l’emozione, per chi pretende che l’opera riveli abilità manuale. Sarà lo spettatore a decidere da che parte stare. TEATRO DELLE PASSIONI 4, 5, 6, 7, 25, 26, 27 OTTOBRE ORE 21 8 OTTOBRE ORE 20 9 OTTOBRE ORE 15.30 24 OTTOBRE ORE 15 22 OTTOBRE ORE 23 23 OTTOBRE ORE 16 DAVID E MORTO DI VALERIA RAIMONDI E ENRICO CASTELLANI PAROLE DI ENRICO CASTELLANI CON (IN ODINE ALFABETICO) CHIARA BERSANI, EMILIANO BRIOSCHI, ALESSIO PIAZZA, FILIPPO QUEZEL, EMANUELA VILLAGROSSI MUSICHE ORIGINALI DI CABEKI TEATRO STABILE DEL VENETO - TEATRO NAZIONALE, EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE DA UN PROGETTO DI BABILONIA TEATRI Ultimo spettacolo di Babilonia Teatri, una delle più innovative compagnie italiane, di recente vincitrice del Leone d’Argento alla Biennale Teatro di Venezia. In una provincia lasciata a sé stessa, dove si corre per non sapere quel che si lascia alle spalle, cinque defunti parlano della loro vita e della loro morte. Chi si racconta da morto non ha nulla da perdere né da nascondere. «David – afferma Castellani – è morto suicida. A questa morte è seguita quella della sorella di David e di altri ragazzi del suo paese. La morte di David è un pretesto per raccontare un mondo più grande: dopo il fatto, la sua morte e il paese diventano oggetto di spettacolo. Il tentativo sarà quello di portare tutto questo a un estremo che va oltre, rendendo grottesco ciò che in realtà succede quotidianamente. (…) Noi partiamo sempre da ciò che conosciamo meglio. Credo che se racconti un particolare che conosci puoi provare a farlo diventare universale, mentre se parti dall’idea di fare una cosa che vale per tutti probabilmente sarà irrealizzabile, perché non esiste una cosa che vale per tutti». Una storia impalpabile, pretesto per costruire un caleidoscopio di tic, un abbecedario di manie, un carnevale di follie contemporanee. Quello che si compone è un ritratto delle idiosincrasie del mondo in cui viviamo, dove a essere importante non è l’intreccio quanto la possibilità di dipingere dei tipi umani e dei caratteri che racchiudono in sé il disagio di abitare questo tempo. SPETTACOLI PROSA 12 TURNI 1, 2 INVITO A TEATRO TURNO A 5 Rigore scientifico e capacità di comunicare, appassionare, incuriosire: i migliori storici salgono sul palcoscenico per parlare al grande pubblico. Questa la formula che ha decretato il successo delle Lezioni di Storia, un appuntamento diventato immancabile che ha coinvolto migliaia di persone. Incantato da un linguaggio chiaro e avvincente, in luoghi sempre speciali, il pubblico ha avuto la possibilità di conoscere in presa diretta le vicende delle nostre città, i grandi avvenimenti contemporanei dell’Italia e del mondo, gli eventi che hanno impresso svolte radicali, i personaggi che sono stati protagonisti della grande storia. Dall’Impero romano ai nostri anni, portati per mano attraverso i secoli, in tanti hanno scoperto perché un episodio anche lontano nel tempo possa spiegare il nostro presente e dia risposte al bisogno di memoria. SPETTACOLI Le Lezioni di Storia sono partite da Roma per approdare a Milano, Torino, Genova, Firenze, Trento, Rovereto, Trieste e anche Londra e Dublino. Grazie alla collaborazione tra gli Editori Laterza e Emilia Romagna Teatro Fondazione debuttano a Modena al Teatro Storchi. TEATRO STORCHI 30 OTTOBRE ORE 17 ISLAM E OCCIDENTE IERI E OGGI RELATORE FRANCO CARDINI 13 NOVEMBRE ORE 17 IL CAPO E LA FOLLA. LA GENESI DELLA DEMOCRAZIA RELATORE EMILIO GENTILE 27 NOVEMBRE ORE 17 IL LINGUAGGIO DEL PAPA RELATORE ALESSANDRO BARBERO 6 ingresso libero TEATRO DELLE PASSIONI 5, 12 NOVEMBRE ORE 20 6, 13 NOVEMBRE ORE 15.30 8, 10, 11 NOVEMBRE ORE 21 9 NOVEMBRE ORE 15 FAUST UNA RICERCA SUL LINGUAGGIO DELL’OPERA DI PECHINO DI LI MEINI BASATO SUL DRAMMA ‘FAUST: PRIMA PARTE’ DI JOHANN WOLFGANG GOETHE TRADUZIONE FABRIZIO MASSINI PROGETTO E REGIA ANNA PESCHKE CONSULENTE ARTISTICO XU MENGKE MUSICHE ORIGINALI COMPOSTE DA LUIGI CECCARELLI, ALESSANDRO CIPRIANI, CHEN XIAOMAN INTERPRETI LIU DAKE, XU MENGKE, ZHAO HUIHUI, ZHANG JIACHUN MUSICISTI FU CHAYINA (YUEQIN), VINCENZO CORE (CHITARRA ELETTRICA ED ELABORAZIONE ELETTRONICA), WANG JIHUI (JINGHU), NIU LULU (GONG), LAURA MANCINI (PERCUSSIONI), GIACOMO PIERMATTI (CONTRABBASSO), WANG XI (BANGU) EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE / CHINA NATIONAL PEKING OPERA COMPANY SI RINGRAZIA PER LA COLLABORAZIONE L’ISTITUTO CONFUCIO SPETTACOLO IN CINESE CON SOVRATITOLI IN ITALIANO Frutto di un lungo lavoro di preparazione, Faust è una sfida produttiva fortemente voluta da ERT e realizzata grazie alla fiducia, al sostegno e all’entusiasmo della Compagnia Nazionale dell’Opera di Pechino. Una sfida importante affidata ad Anna Peschke e a un gruppo di interpreti cinesi accompagnati da un ensemble musicale composto da musicisti italiani e cinesi. Con questa messinscena la giovane regista tedesca ha lavorato alla creazione di un nuovo linguaggio fra Oriente e Occidente coniugando diversi aspetti, dall’avvio di un fertile rapporto con la China National Peking Opera Company, fino all’indagine gestuale e musicale del linguaggio scenico orientale. Anna Peschke è al suo secondo spettacolo basato sullo studio del linguaggio dell’Opera di Pechino dopo un Woyzeck, presentato a Pechino e a Francoforte. «Lì dove l’Occidente perde la parola – è la sua visione – può entrare in gioco l’espressività rituale dell’Oriente; dove la rigidità della tradizione orientale si fa scalfire emergono pieghe di senso e di espressività rivitalizzanti per la comprensione contemporanea». Le origini del Jingjù (termine cinese che indica l’Opera di Pechino) risalgono alla dinastia Tang (618-907 d.C.) benché la «nascita del Jingjù» venga collocata nel 1790, anno in cui numerose compagnie provenienti dalla Cina meridionale si radunarono a Pechino in occasione del compleanno dell’Imperatore. Questa famosa arte performativa non solo combina canto e recitazione come avviene nell’opera occidentale ma comprende anche danza, arti acrobatiche e marziali in uno stile affascinante. Per questo motivo l’UNESCO ha incluso lo Jingjù nella lista del “patrimonio culturale immateriale dell’umanità”. SPETTACOLI PROSA 12 TURNO 3 INVITO A TEATRO TURNO C INSIEME A TEATRO 7 TEATRO STORCHI 10, 11 NOVEMBRE ORE 21 L’UOMO DAL FIORE IN BOCCA ... E NON SOLO DI LUIGI PIRANDELLO REGIA E ADATTAMENTO GABRIELE LAVIA CON GABRIELE LAVIA E CON MICHELE DEMARIA, BARBARA ALESSE FONDAZIONE TEATRO DELLA TOSCANA, TEATRO STABILE DI GENOVA SPETTACOLI PROSA 12 TURNI 1, 2 INVITO A TEATRO TURNO B 8 Gabriele Lavia, attore tra le eccellenze del teatro italiano, mette in scena un folgorante atto unico che Pirandello trasse dalla sua novella “Caffè notturno”. In un crescendo emotivo, un connubio di tragico, comico e grottesco, ha luogo in scena l’incontro tra due uomini. L’Uomo dal fiore in bocca, il cui destino è segnato da una malattia incurabile e per questo medita sulla vita con urgenza appassionata, conquista con sofistiche argomentazioni il Pacifico Avventore, un individuo in attesa del treno della mattina che vive un’esistenza convenzionale, senza porsi il problema della morte. Nel volume “Grandi monologhi del teatro contemporaneo”, a cura di Rodolfo Di Giammarco e Claudia Di Giacomo, così viene descritto l’eloquio del protagonista: «Il nostro uomo analizza ogni sensazione come fosse l’ultima e disquisisce sul gusto della vita. (…) È un discorso che inizia con i toni dismessi di chi non ha più nulla da perdere, per accendersi poi quando, in un crescendo di determinazione, tenta di far riflettere lo sprovveduto viaggiatore sulle più profonde verità, con una dialettica serrata che soggioga il suo scettico ascoltatore». Fra i due si inserisce un terzo personaggio, la Donna che passa da lontano, forse il simbolo della morte che l’uomo porta sempre con sé ‘come un’ombra’. Grazie a un’operazione drammaturgica originale la pièce diviene di più ampio respiro. Lo spiega lo stesso Lavia: «Il breve atto unico è stato interpolato con ‘pezzi’ di novelle che affrontano il tema (fatale per Pirandello) del rapporto tormentato tra marito e moglie che viene visto col distacco di un’ironia che rende i personaggi vicinissimi a noi». TEATRO STORCHI 17, 18 NOVEMBRE ORE 21 19 NOVEMBRE ORE 20 20 NOVEMBRE ORE 15.30 PURGATORIO DI ARIEL DORFMAN TRADUZIONE ALESSANDRA SERRA REGIA CARMELO RIFICI CON LAURA MARINONI E DANILO NIGRELLI LUGANOINSCENA IN COLLABORAZIONE CON LAC LUGANO ARTE E CULTURA E EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE La biografia di Ariel Dorfman – saggista e giornalista e scrittore cileno di origini argentine, nonché attivista dei diritti umani – è segnata dalla sua collaborazione con Salvador Allende di cui, ancora giovanissimo, fu consigliere culturale. Costretto a lasciare il Cile dopo il colpo di stato di Pinochet, Dorfman rientrerà in patria solo nel 1990 con il ritorno della democrazia, dividendosi tra Santiago e gli Stati Uniti dove è docente universitario di letteratura e studi latino-americani. Come drammaturgo è noto soprattutto per un’opera teatrale forte, intensa e provocatoria come La morte e la fanciulla, da cui Roman Polanski trasse l’omonimo film di successo. In Purgatorio l’autore riprende il mito di Medea e gli ingredienti della tragedia classica per indagare nuovamente temi come la violenza e la crudeltà. In un luogo astratto – potrebbe essere un carcere, un manicomio, un luogo di tortura o addirittura il Purgatorio – un uomo e una donna devono confrontarsi per tentare di redimersi da un tragico destino. Il dialogo è serrato: domande e risposte, quasi un interrogatorio. Un meccanismo di suspense, dove è impossibile riconoscere la vittima e il carnefice. Laura Marinoni e Danilo Nigrelli, interpreti sensibili e potenti, saranno diretti da Carmelo Rifici, direttore artistico di LuganoInScena e direttore della Scuola di Teatro Luca Ronconi del Piccolo di Milano. «Il meccanismo dello spettacolo – afferma il regista – tenderà a mettere spalle al muro i due protagonisti, in un gioco serrato di accuse, riflessioni, attacchi e difese, in modo da svelare l’autentico antidoto contro ogni assurda violenza: la capacità di perdonare». SPETTACOLI PROSA 12 TURNI 1, 2, 3, 4 9 TEATRO DELLE PASSIONI 24, 25 NOVEMBRE ORE 21 26 NOVEMBRE ORE 20 AND IT BURNS, BURNS, BURNS QUADRO FINALE DEL PROMETEO PROGETTO SIMONA BERTOZZI, MARCELLO BRIGUGLIO IDEAZIONE E COREOGRAFIA SIMONA BERTOZZI MUSICA FRANCESCO GIOMI, “ERIC BURDEN & THE ANIMALS” INTERPRETI ANNA BOTTAZZI, ARIANNA GANASSI, GIULIO PETRUCCI, ARISTIDE RONTINI, STEFANIA TANSINI NEXUS 2016 CON IL CONTRIBUTO DI MIBACT E REGIONE EMILIA-ROMAGNA FONDO DI SOSTEGNO ALLA PRODUZIONE E DISTRIBUZIONE DELLA DANZA D’AUTORE REGIONE EMILIA-ROMAGNA 2015/2016 SPETTACOLI CON IL SOSTEGNO DI FONDAZIONE NAZIONALE DELLA DANZA / ATERBALLETTO CENTRO DI PRODUZIONE 10 L’ultimo lavoro di Simona Bertozzi, coreografa, danzatrice e performer, è dedicato alla trasposizione nella contemporaneità del mito di Prometeo. And it burns, burns, burns è il quadro finale di un percorso che vede in scena interpreti adulti e adolescenti che hanno attraversato le tappe precedenti del progetto. «Insieme – scrive Simona Bertozzi – per ribadire, del Prometeo, la consegna di un processo, di un agire che non esaurisce la sua pratica, poiché teso all’urto e al turbamento dell’incedere in natura. La loro danza è territorio in cui far deflagrare le epifanie, le improvvise rivelazioni, la trama dei desideri, delle sorprese, l’impossibilità di un arresto. Si stratifica il sapere appena appreso per predisporsi alla vertigine successiva. C’è crescita, fermento ma anche fragilità e sbilanciamento, come di fronte a ciò che non si può prevedere. Il corpo in crescita si lancia e sovrappone a quello maturo. L’adulto osserva l’adolescente introiettando pulsazioni elettriche e perentorie esercitazioni. Sono figure che non rivelano una origine ma accostano provenienze e immaginari, territori, temperature, coordinate climatiche. Fanno esperienza di estensione e intensità. È una fiamma che non si estingue e, laddove la pratica e l’ostinazione fan sì che il codice possa essere metabolizzato, il movimento continua ad apparire fragile, teso all’incompletezza di una forma finale che, se mai raggiunta, non potrebbe accogliere la molteplicità delle trasfigurazioni, degli attraversamenti e delle visioni.» TEATRO DELLE PASSIONI 29, 30 NOVEMBRE ORE 21 NATIVOS IDEAZIONE AYELEN PAROLIN COREOGRAFIE AYELEN PAROLIN E MARC IGLESIAS CREAZIONE E INTERPRETAZIONE MUSICALE LEA PETRA, SOO KIM INTERPRETI JAE YOUNG PARK, JONG KYUNG LIM, YONG SEAN LIU, YONG SEUNG CHOI CREAZIONE MUSICALE E PIANO LEA PETRA PERCUSSIONI E VOCE YEO SEONG RYONG THÉÂTRE DE LIÈGE, KOREA NATIONAL CONTEMPORARY DANCE COMPANY (KNCDC), RUDA ASBL IN CO-PRODUZIONE CON THÉÂTRE LES TANNEURS, CENTRE CULTUREL CORÉEN DE BRUXELLES, THÉÂTRE NATIONAL DE BRETAGNE / RENNES, ACCUEIL STUDIO ASIAN DANCE COMPANY CON IL SOSTEGNO DI FÉDÉRATION WALLONIE-BRUXELLES, WBTD, WBI, SACD Ayelen Parolin, talentuosa coreografa e danzatrice nata a Buenos Aires che vive e lavora a Bruxelles, presenta il suo nuovo lavoro realizzato nell’ambito di una residenza artistica presso il Théâtre de Liège, frutto della collaborazione interculturale con i ballerini coreani della Korean National Dance Company. Dopo il successo di Eretici nel 2014, la giovane coreografa ha creato lo spettacolo Nativos a partire dal confronto tra il pensiero di Walter Benjamin sull’uomo moderno, considerato dal filosofo tedesco codificato e privo di spontaneità, e i suoi studi sullo sciamanesimo e il legame primitivo tra uomo e natura. Alla ricerca di un possibile trait d’union tra questi due argomenti, Parolin sviluppa una partitura coreografica inizialmente matematica e geometrica, pensata come un rito della società moderna iper-codificata, standardizzata e meccanica. L’arte tersicorea dei ballerini della Korean National Dance Company, rigorosa e tecnicamente precisa, gradualmente si apre a una narrazione scenico-corporea votata al recupero della spontaneità fisica che, come nei rituali della tradizione sciamanica, diventa moto selvaggio, frenetico e animalesco. Il sussulto di gesti e movimenti, la tensione espressiva di muscoli e ossa, sono scanditi da una composizione per pianoforte della musicista Lea Petra, che si aggiunge ai toni più ritmati del percussionista e cantante coreano Yeo Seong Ryong. Dopo l’anteprima mondiale al Seoul Arts Center nel luglio 2016, Nativos approda a Modena per attrarci in un autentico viaggio sciamanico, un’immersione nelle pulsioni dell’essere liberate attraverso l’istintivo linguaggio del corpo. SPETTACOLI NELLA STAGIONE 2016/2017 AYELEN PAROLIN È IN RESIDENZA ARTISTICA PRESSO THÉÂTRE DE LIÈGE, IN RESIDENZA AMMINISTRATIVA PRESSO THÉÂTRE LES TANNEURS ED È ACCOMPAGNATA DA GRAND STUDIO. 11 TEATRO STORCHI 30 NOVEMBRE, 2 DICEMBRE ORE 21 1 DICEMBRE ORE 15 3 DICEMBRE ORE 20 4 DICEMBRE ORE 15.30 NATALE IN CASA CUPIELLO DI EDUARDO DE FILIPPO REGIA ANTONIO LATELLA DRAMMATURGA DEL PROGETTO LINDA DALISI CON FRANCESCO MANETTI, MONICA PISEDDU, LINO MUSELLA, VALENTINA ACCA, MICHELANGELO DALISI, FRANCESCO VILLANO, GIUSEPPE LANINO, LEANDRO AMATO, MAURIZIO RIPPA, ALESSANDRA BORGIA, ANNIBALE PAVONE, EMILIO VACCA TEATRO DI ROMA SPETTACOLI PROSA 12 TURNI 1, 2, 3,4 INSIEME A TEATRO 12 Recentemente nominato direttore della Biennale Teatro di Venezia, dopo l’exploit di Santa Estasi, Antonio Latella porta al Teatro Storchi lo spettacolo con il quale, ritornando alle sue radici napoletane, ha incontrato il teatro di Eduardo. Natale in casa Cupiello è un capolavoro di ‘amarezza dolorosa’, che il regista reinterpreta coniugando tradizione e modernità e attraversando l’eredità di Eduardo come autore, artista e personaggio dal respiro europeo. Il capofamiglia Luca Cupiello come ogni anno ricompone il Presepe con innocenza fanciullesca, ma nessuno ne sa più gioire: la moglie lo maledice per quell’ostinazione che lo allontana dalla sacralità reale della famiglia, il figlio afferma deciso di non provare nessun piacere nel Presepe del padre («Te piace o presepe?» è l’ossessiva domanda la cui risposta è inevitabilmente: «No, nun me piace»), il fratello di Luca nemmeno lo vede, solo la figlia avrà il coraggio di farlo a pezzi ma il padre lo vorrà ricostruire, sempre più grande, più splendente. La drammaturgia ‘visiva’ del regista si concentra sul Presepe. Il Presepe è corpo, voce, parola, sguardo. E la stella cometa non porta nessuna buona notizia. «Luca Cupiello – annota Latella – insegue la stella come le pale di un mulino a vento. Lievita in assenza di concretezza e si riduce a un dolore fasciato di pelle e ossa; un ‘pater’ fuori ruolo che parla un’altra lingua e si muove in un altro modo». Domina sul piano drammaturgico la ricerca continua di un dialogo tra lingua italiana e napoletana, senza dimenticare il confronto tra origini e innovazione, ed è proprio qui che risiede l’omaggio di Latella a Eduardo. TEATRO DELLE PASSIONI 2 DICEMBRE ORE 21 3 DICEMBRE ORE 20 4 DICEMBRE ORE 17 BIGLIETTI DA CAMERE SEPARATE UNO SGUARDO DI ANDREA ADRIATICO SU PIER VITTORIO TONDELLI CON ALBERTO BARAGHINI IN CAMERA 1 STEFANO TOFFANIN IN CAMERA 2 MUSICHE ORIGINALI DI MASSIMO ZAMBONI CANTATE DA ANGELA BARALDI TEATRI DI VITA Un omaggio a Pier Vittorio Tondelli, a 25 anni dalla scomparsa avvenuta a soli 36 anni, da parte di Andrea Adriatico, il regista che compone partiture della parola e dello spazio, facendo base nella “casa” bolognese di Teatri di Vita. Lo spunto è dato dal romanzo “Camere separate”, un’opera intima, la storia bruciante e semi-autobiografica di Leo, scrittore omosessuale che svela il Tondelli segreto di fronte ai misteri dell’amore e della morte. Scrisse Tondelli: «è forse un adagio condotto sull’interiorità e sul rinvenimento delle motivazioni profonde, per il protagonista, dell’amare e dello scrivere. Il primo romanzo che ho scritto dopo il compimento del trentesimo anno». «Gli anni ’80 – annota Adriatico – sono questo per me: anni amari. L’Aids si è portato via i sogni della gente di quel tempo, e non li ha più restituiti. Anzi… ha regalato in cambio un sonno perenne, definitivo, ad un’intera generazione. Gli anni amari di Pier Vittorio Tondelli sono finiti così, nel 1991, al debutto di un Natale, in un letto d’ospedale. Non ha parlato mai della sua malattia pubblicamente. Non ha parlato mai del suo morire. Almeno in apparenza. L’ha però trasposta in un racconto carico di umanità legato alla morte altrui, usata come specchio per l’anima. Ha però parlato di omosessualità, di silenzio, di vita, di misteri delle emozioni, quasi suo malgrado. (...) Sono convinto che non sia, come ingiustamente molti pensano, solo un autore del suo tempo, miseramente relegato nel turbine di weekend postmoderni. Per questo provo a restituire “Camere separate” in brevi biglietti sentendone proprio ora tutta la straordinaria potenza e attualità». SPETTACOLI CON IL SOSTEGNO DI COMUNE DI BOLOGNA – SETTORE CULTURA, REGIONE EMILIA-ROMAGNA – SERVIZIO CULTURA, MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITÀ CULTURALI E DEL TURISMO 13 TEATRO DELLE PASSIONI 9 DICEMBRE ORE 21 10 DICEMBRE ORE 20 11 DICEMBRE ORE 17 UTOYA UN TESTO DI EDOARDO ERBA CON LA CONSULENZA DI LUCA MARIANI, AUTORE DE ‘IL SILENZIO SUGLI INNOCENTI’ REGIA SERENA SINIGAGLIA CON ARIANNA SCOMMEGNA E MATTIA FABRIS SPETTACOLI TEATRO METASTASIO STABILE DELLA TOSCANA IN COLLABORAZIONE CON TEATRO RINGHIERA ATIR CON IL PATROCINIO DELLA REALE AMBASCIATA DI NORVEGIA IN ITALIA 14 Regista, drammaturgo e autore di opere tradotte e rappresentate in tutto il mondo, Edoardo Erba deriva lo spunto per questo suo testo dalla terribile strage compiuta dal neonazista Breijvik nel luglio del 2011 in Norvegia, nell’isola di Utoya. Attraverso tre coppie, tutte interpretate da Arianna Scommegna e Mattia Fabris, lo spettacolo vuole farci riflettere su un tragico capitolo della nostra storia recente. «Scrivere un testo su quanto è avvenuto a Utoya – afferma Edoardo Erba – è un’impresa impegnativa. Sì, d’accordo, di quell’evento si è parlato troppo poco e male, e il libro di Mariani colma un po’ una lacuna di comunicazione per certi versi scandalosa. Ma il Teatro non è il luogo della documentazione e dell’informazione in primis, è la sede di una riflessione. E la riflessione su un avvenimento del genere sconcerta: non è un gesto di follia, ma contemporaneamente lo è. Non è cospirazione politica, ma contemporaneamente la è. Non è un esempio di inefficienza dei sistemi di difesa, e tuttavia lo è. Non è un caso di occultamento dell’informazione, però lo è. Ciò che il Teatro, anzi la mia scrittura teatrale, può fare dentro questo labirinto è trovare dei personaggi che lo percorrano e che ce lo restituiscano attraverso il filtro della loro personalità e dei loro rapporti». Conclude l’autore: «Abbiamo scelto di tornare là, in Norvegia, in quel terribile 22 luglio del 2011, a osservare tre coppie coinvolte in modo diverso in quello che stava accadendo. Proverò attraverso di loro a spalancare una finestra di riflessione, che se non ci darà tutto il filo per uscire da quel labirinto, per lo meno a sprazzi ne illuminerà alcune zone oscure con la luce della poesia». TEATRO STORCHI 17 DICEMBRE ORE 20 18 DICEMBRE ORE 15.30 LAIKA UNO SPETTACOLO DI ASCANIO CELESTINI CON ASCANIO CELESTINI E GIANLUCA CASADEI ALLA FISARMONICA E LA VOCE FUORI CAMPO DI ALBA ROHRWACHER FABBRICA Cosa farebbe Gesù se oggi tornasse sulla terra? Lo ha immaginato Ascanio Celestini, instancabile affabulatore, con lo struggente spettacolo che prende il nome della cagnetta lanciata nello spazio dall’Unione Sovietica nel 1957 e che, in quel freddo mattino di novembre, fu per poche ore ‘l’essere vivente più vicino a Dio’… In Laika un Gesù improbabile, che dice di essere stato mandato molte volte nel mondo, si confronta con i propri dubbi e le proprie paure. Dalla finestra dell’appartamento in periferia nel quale si è rinchiuso si vede il parcheggio di un supermercato e il barbone che di giorno chiede l’elemosina e di notte dorme tra i cartoni. Il barbone è un vero migrante nordafricano, arrivato in Italia su un barcone, di cui si sentirà la voce registrata. Con Cristo c’è Pietro che opera concretamente nel mondo: fa la spesa, compra pezzi di ricambio per riparare lo scaldabagno, si arrangia a fare piccoli lavori saltuari per guadagnare qualcosa. «Questa volta – scrive Celestini – Cristo non si è incarnato per redimere l’umanità, ma solo per osservarla. Nell’appartamento questo Cristo contemporaneo non vuole che entri nessun altro, ma è interessato a ciò che accade fuori. Soprattutto vuole sapere del barbone, non per salvarlo dalla sua povertà, ma per fargliela vivere allegramente (...) Insomma non è il Cristo ‘vero Dio e vero uomo’ ma un essere umanissimo fatto di carne, sangue e parole. Non sappiamo se si tratta davvero del figlio di Dio o di uno schizofrenico, ma se il Creatore si incarnasse per redimere gli uomini condividendo la loro umanità, questa incarnazione moderna non potrebbe non includere anche le paure e i dubbi del tempo presente». SPETTACOLI PROSA 12 TURNO 4 INVITO A TEATRO TURNI C, D 15 TEATRO STORCHI 10 GENNAIO ORE 21 CINEMA CIELO IDEAZIONE E REGIA DANIO MANFREDINI CON PATRIZIA AROLDI, VINCENZO DEL PRETE, DANIO MANFREDINI, GIUSEPPE SEMERARO SPETTACOLI EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE, FESTIVAL SANTARCANGELO DEI TEATRI DISTRIBUZIONE LA CORTE OSPITALE 16 Torna a Modena dopo molti anni Cinema Cielo, spettacolo cult di Danio Manfredini, che con questo lavoro vinse il Premio Ubu nel 2004. Un’opera intima di forte intensità poetica che si ispira al luogo omonimo, sala cinematografica a luci rosse di Milano, ora chiusa. Una lente d’ingrandimento su un’umanità per la quale il sesso è bisogno, evasione, merce, voglia di compagnia e fantasma d’amore. Mentre lo spettatore spia le presenze che abitano il luogo, lo sguardo è rivolto alla sala cinematografica: il sonoro del film che scorre è ispirato a un romanzo di Jean Genet che racconta di Louis, soprannominato Divine, dei suoi amanti e di Nostra Signora dei Fiori, seducente assassino. Trasferendo l’opera di Genet in una partitura sonora per quadri e intrecciandola con la vita di un cinema a luci rosse, prende forma un’opera che risuona della complessità del romanzo e lo aggancia fortemente al mondo contemporaneo. Cinema cielo vive delle ombre che abitano la sala che a loro volta fanno riemergere quelle di Genet. Il “maestro invisibile” Danio Manfredini è una delle voci più intense del teatro contemporaneo. Formatosi con César Brie e Iben Nagel Rasmussen, è cresciuto nell’ambiente dei centri sociali e ha lavorato a lungo anche in strutture psichiatriche. Ha realizzato rari e preziosi spettacoli, dove spesso recita solo, costruiti attraverso un feroce lavoro su di sé, un maniacale perfezionismo, una grammatica drammaturgica e gestuale complessa e raffinata ma di immediata comunicatività ed efficacia. TEATRO DELLE PASSIONI 10, 11, 13, 17, 18, 19, 20 GENNAIO ORE 21 12 GENNAIO ORE 15 14, 21 GENNAIO ORE 20 15, 22 GENNAIO ORE 15.30 ASSASSINA DI FRANCO SCALDATI RIDUZIONE E REGIA ENZO VETRANO E STEFANO RANDISI CON ENZO VETRANO, STEFANO RANDISI E I FRATELLI MANCUSO MUSICHE E CANTI ORIGINALI COMPOSTI ED ESEGUITI IN SCENA DAI FRATELLI MANCUSO EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE PRIMA ASSOLUTA Drammaturgo, attore, poeta siciliano di talento singolare, Franco Scaldati ha realizzato l’impresa di fare entrare la poesia nel teatro contemporaneo italiano, dando voce a una marginalità sociale ed esistenziale di opposizione a quella del potere e dei suoi condizionamenti. Enzo Vetrano e Stefano Randisi, a loro volta artisti di acuta sensibilità, non sono nuovi alla messa in scena di testi di questo ‘Beckett italiano’, come fu definito dal critico Franco Quadri, avendo messo in scena, qualche anno fa, una toccante versione di Totò e Vicè. Scritto nel 1984, Assassina è «un giallo sotterraneo della coscienza, dove ancora una volta morti e vivi convivono» come fu sintetizzato dallo stesso Franco Quadri che lo considerava uno dei testi più struggenti di Scaldati. Una vecchina e un omino vivono nella stessa casa dove si preparano da mangiare, si lavano, parlano e giocano coi loro animali: la gallina Santina e il topo Beniamino. Alla parete ci sono appesi i ritratti dei genitori, che di tanto in tanto fanno sentire la loro voce con lirici assoli o divertiti commenti. Ma la vecchina e l’omino non si conoscono, non si sono mai incontrati, anzi ignorano l’uno l’esistenza dell’altro. E quando improvvisamente, una notte, si scoprono a dormire nello stesso letto, che ognuno ovviamente giura essere il suo, comincia un’infinita sequenza di battibecchi, interrogatori, accuse e smentite, scambi di identità... Sono personaggi che abitano un territorio tra l’irreale e il surreale, il sogno e il fantastico, sono in fuga da una realtà inaccettabile e insopportabile. SPETTACOLI PROSA 12 TURNI 2, 3, 4 INVITO A TEATRO TURNI A, D 17 TEATRO STORCHI 12, 13 GENNAIO ORE 21 14 GENNAIO ORE 20 15 GENNAIO ORE 15.30 ALICE UNDERGROUND DA LEWIS CARROLL UNO SPETTACOLO SCRITTO, DIRETTO E ILLUSTRATO DA FERDINANDO BRUNI E FRANCESCO FRONGIA CON ELENA RUSSO ARMAN, IDA MARINELLI, UMBERTO PETRANCA, MATTEO DE MOJANA TEATRO DELL’ELFO SPETTACOLI PROSA 12 TURNI 1, 3 INVITO A TEATRO TURNI B, D INSIEME A TEATRO 18 I due libri di Lewis Carroll, “Alice nel paese delle meraviglie” e “Al di là dello specchio” continuano a meravigliare generazioni diverse di lettori e a ispirare artisti, filosofi, poeti, registi generando sempre nuove possibili interpretazioni. Non poteva mancare la versione del Teatro dell’Elfo, che alla cultura anglosassone ha da sempre attinto per allestimenti visionari, una versione densa di invenzioni sceniche, sospese tra tecnologia dei video e arte del disegno. Si tratta di un ‘cartoon teatrale’ realizzato con più di trecento disegni, dipinti ad acquerello con pazienza certosina e quindi animati in un flusso continuo di proiezioni, nelle quali gli attori in carne e ossa si perdono per poi ritrovare la dimensione del sogno e dell’infanzia. Una scatola magica dove è possibile contestare il senso delle parole, inscenare assurdi indovinelli, mettere in dubbio le nostre certezze. Gli attori danno corpo e voce a una moltitudine di personaggi, trasformandosi senza tregua e interpretando dal vivo canzoni che prendono a prestito le note dei Roxy Music, dei Pink floyd, dei Beatles, dei Rolling Stones. Se da una parte la Alice Underground firmata Bruni e Frongia riprende il titolo del manoscritto originale – “Alice’s Adventures Under Ground” – scritto e illustrato a mano dall’autore per la piccola Alice Liddell, dall’altra allude alla cultura antagonista. Sottolinea inoltre che si tratta di un viaggio sottoterra, nei territori misteriosi del sogno e dell’inconscio, alle radici dell’individuo e della collettività per «un’ora e mezza di puro piacere visivo, di sorpresa continua, di suspence reiterata» (La Stampa). TEATRO STORCHI 17, 18 GENNAIO ORE 21 THE PRIDE DI ALEXI KAYE CAMPBELL TRADUZIONE MONICA CAPUANI REGIA LUCA ZINGARETTI CON LUCA ZINGARETTI VALERIA MILILLO, MAURIZIO LOMBARDI, ALEX CENDRON ZOCOTOCO Luca Zingaretti, amato dal grande pubblico soprattutto per le sue interpretazioni televisive nei panni del Commissario Montalbano ma attore con una solida esperienza teatrale alle spalle, dirige e interpreta un testo pluripremiato del drammaturgo grecobritannico Alexi Kaye Campbell. Magnificamente orchestrato The Pride è un testo enigmatico in cui due storie si svolgono in periodi di tempo lontani tra loro. Londra 1958. È una serata speciale. Sylvia, una ex attrice reduce da un esaurimento nervoso, sta lavorando alle illustrazioni del libro di Oliver, uno scrittore per ragazzi. Non vede l’ora di presentarlo al marito Philip e quella sera, finalmente, usciranno a cena insieme. Londra 2015. È una serata da incubo. Oliver, un giornalista gay, ha appena rotto con Philip, un fotoreporter con il quale ha avuto una storia di due anni. Sylvia, amica di entrambi, cercherà di indagare i motivi per cui Oliver sta cercando di sabotare una relazione importante come quella che ha con Philip. Le due vicende, interpretate dagli stessi attori, procedono a scene alterne. A prima vista sembrano non avere nulla in comune ma via via si scopriranno echi, rimandi, problematiche che invece hanno molto in comune. The Pride esplora temi come il destino, l’amore, la fedeltà e il perdono. Pone la grande questione della nostra identità e delle scelte che determinano il nostro io più profondo. Perché nella vita, tutti prima o poi, indipendentemente dall’orientamento sessuale,, ci troviamo ad affrontare lo stesso dilemma: scoprire chi siamo veramente, cosa vogliamo dalla vita e se saremo capaci di raggiungerlo. SPETTACOLI PROSA 12 TURNO 1 INVITO A TEATRO TURNO A 19 TEATRO DELLE PASSIONI 24, 25, 26, 27 GENNAIO, 1, 2, 3 FEBBRAIO ORE 21 28 GENNAIO, 4 FEBBRAIO ORE 20 29, 31 GENNAIO, 5 FEBBRAIO ORE 15.30 PRIMA DELLA PENSIONE OVVERO COSPIRATORI UNA COMMEDIA DELL’ANIMA TEDESCA DI THOMAS BERNAHRD PROGETTO, SCENE E REGIA ELENA BUCCI E MARCO SGROSSO CON ELENA BUCCI, MARCO SGROSSO, ELISABETTA VERGANI EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE | FONDAZIONE TEATRO DELLA TOSCANA IN COLLABORAZIONE CON LE BELLE BANDIERE SPETTACOLI PROSA 12 TURNI 1, 4 INVITO A TEATRO TURNO B 20 Il teatro di Thomas Bernhard, drammaturgo austriaco (1931-1989) dalle illuminanti riflessioni sul mondo contemporaneo, torna sul palcoscenico del Teatro delle Passioni con una nuova versione di Prima della pensione, a cura di Elena Bucci e Marco Sgrosso, per molti anni parte del nucleo storico della compagnia di Leo de Berardinis. Scritto nel 1979 con la consueta maestria e intelligenza, vede protagonista una famiglia di tre fratelli – Rudolf, Vera e Clara – che paiono esistere soltanto in un morboso incatenarsi l’uno all’altro, fantasmi che sbiadiscono se lasciati in solitudine e, soprattutto, se lasciati senza parole da dire e da ascoltare. Assistiamo ai loro riti di maniacale precisione, che ne costituiscono l’identità e ne guidano i sentimenti. Tra le claustrofobiche pareti domestiche, nel giorno del compleanno del criminale nazista Heinrich Himmler, il giudice Rudolf Holler, ex ufficiale delle SS prossimo alla pensione, celebra la curiosa ricorrenza con un festino segreto, una ‘cena d’anniversario’ allestita con cura meticolosa per lui da sua sorella Vera, amante e musa devota, con la partecipazione ostile ma complice dell’altra sorella inferma Clara, vittima e al tempo stesso carnefice dei suoi due congiunti. Tra ambigue memorie d’infanzia e di guerra, recriminazioni incrociate, grottesche mascherate e brindisi spettrali, si consuma un rito fuori tempo che precipita verso un finale sospeso tra il dramma e la tragica ironia come tutta la commedia stessa, definita da Benjamin Heinrichs «il più complicato, il più sinistro, il testo migliore di Bernhard». TEATRO DELLE PASSIONI 7, 8, 9, 10, 11, 15, 16, 17, 18 FEBBRAIO ORE 20 12, 19 FEBBRAIO ORE 15.30 14 FEBBRAIO ORE 14 AFGHANISTAN: IL GRANDE GIOCO DI STEPHEN JEFFREYS, RON HUTCHINSON, AMIT GUPTA, LEE BLESSING, DAVID GREIG TRADUZIONE LUCIO DE CAPITANI REGIA FERDINANDO BRUNI, ELIO DE CAPITANI EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE, TEATRO DELL’ELFO Arriva sulla scena italiana lo spettacolo che ha entusiasmato il pubblico britannico, messo in scena per la prima volta nel 2009 dal Tricycle Theatre di Londra dopo aver commissionato il testo ad alcuni fra i più interessanti autori contemporanei. Il Guardian ha riferito che «qualcosa di importante è accaduta al Tricycle dove la storia e la cultura dell’Afghanistan sono state portate in scena in un modo emozionante e provocatorio». E l’Independent: «Questo trionfante evento del Tricycle è più di un corso intensivo sulla storia e sul malaffare politico. È una meravigliosa presentazione teatrale di una storia terribile». Afghanistan: il grande gioco copre un arco di tempo che va dal 1839 ai giorni nostri raccontando il rapporto complesso e quasi sempre fallimentare che l’Occidente ha avuto con l’Afghanistan, stato che per la sua posizione geografica ha sempre rivestito un’importanza strategica fondamentale nello scacchiere mondiale. L’espressione «il grande gioco» è stata infatti utilizzata per la prima volta nel 1827 da un ufficiale britannico per definire il conflitto, caratterizzato soprattutto dall’attività delle diplomazie e dei servizi segreti, che contrappose Gran Bretagna e Russia in Medio Oriente e Asia centrale nel corso di tutto il XIX secolo. Un conflitto che, mutati in parte i protagonisti, è più che mai attuale oggi. Emilia Romagna Teatro Fondazione e Teatro dell’Elfo propongono questa grande epopea teatrale, suddivisa in nove stazioni, in due tappe. Per questa prima vengono utilizzati i testi di Stephen Jeffreys, Ron Hutchinson, Amit Gupta, Lee Blessing e David Greig, la regia è affidata a Ferdinando Bruni ed Elio De Capitani. SPETTACOLI PROSA 12 TURNI 1, 2 INVITO A TEATRO TURNO D 21 TEATRO STORCHI 9, 10 FEBBRAIO ORE 21 11 FEBBRAIO ORE 20 12 FEBBRAIO ORE 15.30 LA PAZZA DELLA PORTA ACCANTO DI CLAUDIO FAVA UNO SPETTACOLO DI ALESSANDRO GASSMANN CON ANNA FOGLIETTA ANGELO TOSTO, ALESSANDRA COSTANZO, SABRINA KNAFLITZ, LIBORIO NATALI, OLGA ROSSI, CECILIA DI GIULI, STEFANIA UGOMARI DI BLAS, GIORGIA BOSCARINO, GAIA LO VECCHIO TEATRO STABILE DI CATANIA / TEATRO STABILE DELL’UMBRIA SPETTACOLI PROSA 12 TURNI 1, 2, 3, 4 INVITO A TEATRO TURNI C, D INSIEME A TEATRO 22 Un omaggio alla più osannata e controversa poetessa contemporanea italiana Alda Merini, scomparsa nel 2009. Un testo commovente di Claudio Fava, giornalista e politico sensibile al sociale per la regia di Alessandro Gassmann, che racconta: «Dopo aver letto il testo di Claudio, un ritratto giovanile, intimo e struggente della grande poetessa, ho avvertito immediatamente la necessità, direi l’urgenza, di metterlo in scena. Un testo che si sviluppa all’interno di un ospedale psichiatrico e che ripercorre la drammatica esperienza della Merini. Erano gli anni in cui la parola ‘depressione’ non si conosceva e chi soffriva di questa malattia veniva definito pazzo. Erano anche gli anni in cui negli ospedali psichiatrici praticavano l’elettroshock e i bagni nell’acqua gelata». Per il ruolo della protagonista la scelta è caduta su una delle attrici del cinema italiano più attive, Anna Foglietta. «È il marito a farla internare – afferma l’attrice romana –, dice: è pazza, portatela via. Alda viene allontanata dalla sua casa, dai suoi affetti e scaraventata in un pozzo. Ma è una donna forte e riesce persino a godere appieno di quello status di matta in manicomio. Arriva a dire “indosserò questi muri come fossero un vestito di festa”. Diventa la poetessa degli ultimi, degli umili, dei disadattati, dà loro voce attraverso le sue liriche». Cronaca e poesia si intrecciano per portare in scena gli anni di internamento, la quotidiana inadeguatezza e la visionaria immaginazione della ‘poetessa dei navigli’, in perenne conflitto con un mondo che non la comprende e di cui non accetta le etichettature. TEATRO STORCHI 15, 17 FEBBRAIO ORE 21 16 FEBBRAIO ORE 15 18 FEBBRAIO ORE 20 19 FEBBRAIO ORE 15.30 LE DONNE GELOSE DI CARLO GOLDONI REGIA GIORGIO SANGATI CON SANDRA TOFFOLATTI, VALENTINA PICELLO, SERGIO LEONE, MARTA RICHELDI, LEONARDO DE COLLE, SARA LAZZARO, ELISA FEDRIZZI, RUGGERO FRANCESCHINI, FAUSTO CABRA, FEDERICA FABIANI PICCOLO TEATRO DI MILANO – TEATRO D’EUROPA SPETTACOLO IN DIALETTO VENEZIANO CON SOVRATITOLI IN ITALIANO Le donne gelose, messa in scena nel 1752, è una delle commedie goldoniane fondamentali, che segna il passaggio dalla maschera all’attore. L’ambiente è un sestiere ristretto e meschino di Venezia in cui la crisi morde, i negozi soffrono, i piccoli commercianti si fanno la guerra, le fortune si mettono in gioco e alla fortuna del gioco si affidano illusorie speranze, su tutto dominano il denaro e l’incubo di diventare poveri. Lo sfondo è il Carnevale, la voglia di festa continua. Insomma, l’Italia… Giorgio Sangati, regista poco più che trentenne, dirige per il Piccolo Teatro di Milano quest’opera correggendo qualche luogo comune, imprimendo la sua visione su una commedia che fa ridere molto di noi stessi, anche amaramente. «È un mondo chiuso – spiega Sangati – claustrofobico, senza contatti con l’esterno, autoreferenziale, segnato prima ancora che dalla crisi economica da una deriva morale che trascina i protagonisti in un vortice di dipendenza patologica dal gioco, in un turbine di gelosie e invidie deliranti. (...) Nessuno lavora, ma le energie si sprecano, tutti si affannano, si inseguono, si consumano, senza trovare una via d’uscita, come in un labirinto in cui si gira a vuoto e si ritorna sempre al punto di partenza». Goldoni alterna interni ed esterni, alto e basso, privato e pubblico: si avverte nel testo una sconnessione, un disordine, l’entropia di una cultura che ha perso definitivamente la sua centralità. Al campiello come luogo di incontro, di scontro, ma anche di festa, si sostituisce il mestissimo Ridotto dove ognuno, protetto dall’anonimato della maschera, può spiare gli altri sperando di non essere riconosciuto. SPETTACOLI PROSA 12 TURNI 1, 2, 4 INVITO A TEATRO TURNI A, C 23 LUOGO DA DEFINIRE 18, 25 FEBBRAIO, 4 MARZO ORE 20 19, 26 FEBBRAIO, 5 MARZO ORE 17 21, 22, 23, 24, 28 FEBBRAIO, 1, 2, 3 MARZO ORE 21 L’ARTE DEL TEATRO TESTO E REGIA PASCAL RAMBERT TRADUZIONE PAOLO MUSIO CON PAOLO MUSIO SPETTACOLI EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE 24 Regista, drammaturgo e coreografo francese, direttore del parigino Théâtre de Gennevilliers, che dedica la sua intera programmazione alla drammaturgia contemporanea, Pascal Rambert è artista caro ad ERT per cui ha già diretto le versioni italiane di due spettacoli: Clôture de l’amour e Prova. Se quest’ultimo lavoro gli era già valso nel 2015 il premio Émile-Augier dell’Académie Française, nel 2016 Rambert ha ottenuto dalla prestigiosa istituzione francese anche il Prix du théatre per l’insieme della sua opera, confermandosi come uno degli artisti teatrali più talentuosi e apprezzati della scena contemporanea. Al Teatro delle Passioni Rambert presenta L’arte del teatro, pièce di cui è protagonista Paolo Musio, che mostra un attore spiegare al suo cane, e ovviamente al pubblico in sala, in cosa consiste l’arte dell’essere attori. In un appassionato fluire di parole, l’attore sfoga la sua amarezza per un mestiere in cui non trova più la scintilla della creazione, per un teatro che avverte ormai malato, che è necessario riscoprire nei suoi aspetti più autentici: una voce, un corpo che ci guarda, un incontro umano che si realizza. Affidando il suo monologo all’ascolto silenzioso del “migliore amico dell’uomo”, l’attore di Rambert in realtà consegna a noi spettatori la sua dichiarazione d’amore per il teatro, un’arte che esige di essere goduta, che è sinonimo di vita e di passione, che nella dimensione privilegiata del “qui e ora” si nutre del respiro e del battito della contemporaneità. TEATRO STORCHI 23, 24 FEBBRAIO ORE 21 25 FEBBRAIO ORE 20 26 FEBBRAIO ORE 15.30 MINETTI DI THOMAS BERNHARD VERSIONE ITALIANA UMBERTO GANDINI REGIA MARCO SCIACCALUGA CON EROS PAGNI FEDERICA GRANATA, MARCO AVOGADRO, NICOLÒ GIACALONE, GIOVANNI ANNALORO, MARIO CANGIANO, MARCO DE GAUDIO, ROXANA DORAN, DANIELA DUCHI, MICHELE MACCARONI, DANIELE MADEDDU, SARAH PAONE, FRANCESCO RUSSO, EMANUELE VITO TEATRO STABILE DI GENOVA Eros Pagni presta magistralmente voce e corpo alla figura di Bernhard Minetti, considerato in vita e nel giudizio degli storici del teatro il più grande attore tedesco del dopoguerra. Tra le opere fondamentali di Thomas Bernhard, rappresentata per la prima volta nel 1976 e divenuta ben presto un classico del teatro contemporaneo, Minetti è una commedia costruita intorno a un interrogativo: quale ruolo ha l’arte, e in particolare il teatro, nella società odierna? Alla ricerca di una risposta, il grande autore austriaco intreccia il comico e il tragico, la realtà con la sua trasfigurazione poetica e descrive, con rabbia e passione, un mondo grottesco assediato da una metaforica tempesta di neve. Nella notte di San Silvestro, il vecchio Minetti indugia nella hall di un albergo di Ostenda. Attende un direttore di teatro che vuole riportarlo sulla scena nel ruolo di Re Lear. Nell’attesa parla di sé e della propria arte evocando frammenti della sua vita che si confondono fra il reale e l’immaginario. Minetti è un grande attore del passato, ma anche un grande personaggio moderno, testimone vivente dell’attualità tematica e linguistica di un grande drammaturgo quale fu Thomas Bernhard, che ventisei anni dopo la sua morte continua a indicare al pubblico una possibile via verso il futuro, del teatro come della vita stessa. Annota Il regista Marco Sciaccaluga: «Per ogni teatrante Minetti è un autoritratto ma anche una commedia che scommette su un’idea provocatoria: mostrare che l’Attore è l’Uomo e che il Teatro si fa autoritratto del Mondo, anche quando entrambi, come in questo caso, raccontano la loro fatale caduta». SPETTACOLI PROSA 12 TURNI 2, 3 INVITO A TEATRO TURNI A, B, D 25 TEATRO DELLE PASSIONI 23, 24 FEBBRAIO ORE 21 25 FEBBRAIO ORE 20 MAR CREAZIONE COLLETTIVA DEL TEATRO DE LOS ANDES E ARISTIDES VARGAS TESTO E REGIA ARISTIDES VARGAS CON LUCAS ACHIRICO, GONZALO CALLEJAS, ALICE GUIMARAES SPETTACOLI SPETTACOLO IN SPAGNOLO CON SOVRATITOLI IN ITALIANO 26 I temi dell’esilio, l’impegno politico, la memoria e la poesia del teatro del regista e scrittore argentino Aristides Vargas incontrano il lavoro della compagnia boliviana Teatro De Los Andes, che da sempre si distingue per la sua interculturalità. Partendo dagli avvenimenti della Guerra del Pacifico, Mar è una allegoria dell’assenzapresenza di un mare nell’immaginario e nelle aspirazioni dei boliviani. Tre fratelli intraprendono un viaggio per esaudire l’ultimo desiderio della madre in fin di vita: essere legata a una porta di casa ed essere abbandonata fra le onde del mare, a lei sconosciuto. I tre fratelli eseguono il suo desiderio, attraversano il deserto che conduce al mare con la madre-porta e a volte, spinti dalla curiosità di scoprire cosa si nasconde dietro alla porta-madre, bussano alla porta: incontrano così diversi personaggi che raccontano ognuno la propria immagine di mare perduto. Da questa storia simbolica, lo spettacolo riflette sulla necessità di ricercare ‘un mare’, metafora di un nuovo orizzonte più ampio, della speranza di uscire dal confinamento e di recuperare tutto ciò che è andato perso. «Mar è relazionato con l’assenza – dichiara il regista Vargas – non si tratta di una ricostruzione storica di ciò che significa per i Boliviani la perdita del mare, tema impossibile da esaurire in uno spettacolo teatrale, considerata la vastità degli avvenimenti. … Lo spettacolo finisce con una domanda, la restituzione del mare perduto restituirà i morti perduti in quella guerra? Evidentemente no perché la storia è antropofaga, mangia persone e sputa dati, il mare non si può reclamare perché il mare non ha padroni, è un’anomalia, una delle tante degli esseri umani». TEATRO DELLE PASSIONI 28 FEBBRAIO, 1, 2, 3 MARZO ORE 21 4 MARZO ORE 20 5 MARZO ORE 17 L’APPARENZA INGANNA DI THOMAS BERNHARD DRAMMATURGIA SANDRO LOMBARDI REGIA FEDERICO TIEZZI CON SANDRO LOMBARDI, MASSIMO VERDASTRO In un vecchio appartamento di Vienna, disseminato di vecchie fotografie e pieno di mobili scomodi ricolmi di abiti e di scarpe, un vecchio in maglietta e mutande striscia sul pavimento alla ricerca della sua limetta per unghie. Così Thomas Bernhard, drammaturgo austriaco fra i più talentuosi del secondo Novecento, apre L’apparenza inganna, testo del 1983. Il vecchio è Karl, ex giocoliere, che attende la visita di suo fratello Robert, vecchio attore in pensione. I due si fanno visita regolarmente ogni martedì e giovedì incontrandosi a turno ognuno nei rispettivi appartamenti. Entrambi sono legati a Mathilde, moglie di Karl, che morendo ha lasciato in eredità una proprietà in campagna a Robert e non al marito. Da questo pretesto si innesca un meccanismo a catena: tra monologhi e dialoghi, i due fratelli escogitano ogni appiglio per soddisfare quelli che sembrano essere ‘i bisogni del tormento’, mutuando la definizione beckettiana. I loro segreti e i non detti non deflagrano mai, rimangono sempre sospesi: Bernhard offre ai suoi due personaggi una sorprendente ampiezza di registri e stati d’animo, di sfumature e geniali invenzioni, dando vita a uno stile asciutto e acido che raggiunge una sinistra e corrosiva comicità. Dopo l’edizione realizzata con successo sedici anni fa (Premio Ubu per la regia nel 2000), Federico Tiezzi ripropone la sua lettura registica di questo capolavoro di Thomas Bernhard tornando a dirigere Sandro Lombardi e Massimo Verdastro. SPETTACOLI ASSOCIAZIONE TEATRALE PISTOIESE / COMPAGNIA LOMBARDI – TIEZZI 27 TEATRO STORCHI 2, 3 MARZO ORE 21 4 MARZO ORE 20 5 MARZO ORE 15.30 MOLIERE: LA RECITA DI VERSAILLES NOVITÀ DI PAOLO ROSSI E GIAMPIERO SOLARI SU UN CANOVACCIO DI STEFANO MASSINI REGIA GIAMPIERO SOLARI CON PAOLO ROSSI LUCIA VASINI, FULVIO FALZARANO, MARIO SALA, EMANUELE DELL’AQUILA, ALEX ORCIARI, STEFANO BEMBI, MARIABERTA BLASKO, RICCARDO ZINI, IRENE VILLA, KAROLINE COMARELLA, PAOLO GROSSI CANZONI ORIGINALI GIANMARIA TESTA MUSICHE ESEGUITE DAL VIVO EMANUELE DELL’AQUILA E I VIRTUOSI DEL CARSO TEATRO STABILE DI BOLZANO SPETTACOLI PROSA 12 TURNI 1, 2, 3, 4 INVITO A TEATRO TURNI A, B, C, D INSIEME A TEATRO 28 L’improvvisazione di Versailles (L’Impromptu de Versailles) è una commedia del 1663, in cui Molière mette in scena sé stesso e la sua compagnia dichiarando apertamente le sue idee sull’arte drammatica. È da qui che trae origine il ‘canovaccio’ di Stefano Massini per lo spettacolo di Paolo Rossi e Giampiero Solari. «Cosa accade – scrive Massini – se il Re in persona esige una commedia che debutti in sua presenza alle 18 in punto? Nasce il dramma del capocomico: restare lucido, sfruttare il genio, correre contro il tempo e partorire in men che non si dica un capolavoro. In questo caso la crisi è a un passo. Perché tutto filerebbe molto più liscio se il nostro monsieur Molière avesse la testa sgombra, senza le angherie dei suoi avversari, senza le sfuriate delle sue donne, senza i morsi del portafogli e delle mille quotidiane trappole». Paolo Rossi affronta Molière per la seconda volta: «perché Molière mi piace, mi fa godere e mi consola. Mi affascinano soprattutto le voci che circolano sul suo lavoro, sulla sua vita privata, sulle scadenze, le commissioni, sui temi pericolosi da recitare in un ambiente ancor più pericoloso, sulle rivalità degli altri teatri; ma soprattutto sulle leggende, le chiamerei così, sulla sua compagnia». La riscrittura dell’opera di Molière coglie l’obiettivo di approfondire l’arte comica, di fondere la tradizione e l’attualità con rigore e poesia. Ne nasce una divertente rappresentazione della vita quotidiana dei teatranti, alla ricerca del capolavoro, tra brani tratti delle commedie più celebri e stralci della affascinante biografia del grande capocomico francese. TEATRO STORCHI 11 MARZO ORE 20 NICHT SCHLAFEN DIREZIONE ALAIN PLATEL COMPOSIZIONE E DIREZIONE MUSICALE STEVEN PRENGELS CREAZIONE E PERFORMANCE BÉRENGER BODIN, BOULE MPANYA, DARIO RIGAGLIA, DAVID LE BORGNE, ELIE TASS, IDO BATASH, ROMAIN GUION, RUSSELL TSHIEBUA, SAMIR M’KIRECH DRAMMATURGIA HILDEGARD DE VUYST LES BALLETS C DE LA B CO-PRODUCTION RUHRTRIENNALE, LA BÂTIE-FESTIVAL DE GENÈVE, TORINODANZA, LA BIENNALE DE LYON, L’OPÉRA DE LIL-LE, KAMPNAGEL HAMBURG, MC93 - MAISON DE LA CULTURE DE LA SEINE-SAINT-DENIS, HOLLAND FESTI-VAL, LUDWIGSBURGER SCHLOSSFESTSPIELE, NTGENT DISTRIBUZIONE FRANS BROOD PRODUCTIONS La nuova creazione del regista belga Alain Platel, con la compagnia C de la B da lui fondata nel 1984, utilizza come punto di partenza l’opera del compositore austriaco Gustav Mahler. Fonte d’ispirazione dello spettacolo Nicht Schlafen, tuttavia, non è solo la musica di Mahler ma anche la sua vita e la sua particolare epoca storica: quel periodo a cavallo tra Ottocento e Novecento portatore di rapide trasformazioni sociali, e preludio alla tragedia delle due guerre mondiali. Insieme al compositore Steven Prengels e al drammaturgo musicale Jan Vandenhouwe, Platel ha selezionato quasi tutte le sinfonie del compositore austriaco per trasmettere l’intero spettro di emozioni evocate dalla sua musica, tanto dai pezzi lenti e incantatori quanto dai brani più martellanti carichi di furore e aggressività. La novità assoluta dello spettacolo però consiste nella manipolazione di queste sinfonie, alle quali sono aggiunti canti polifonici africani, campanacci di mucche e rumori di animali addormentati. Strati acustici diversi che si fondono insieme per animare la danza frenetica di nove ballerini, riuniti per compiere un arcaico rituale; insieme a loro una donna, forse protagonista del rito, forse sua vittima sacrificale… L’intensa partitura coreografia di Nicht Schlafen si avvale anche della suggestiva scenografia creata dall’artista visivo Berlinde De Bruycker per esprimere, alimentato dalle note di Malher, il desiderio di un’armonia perduta, sia essa quella ancestrale delle tribù primitive o quella gioiosa ed effimera della belle époque. SPETTACOLI PROSA 12 TURNO 3 29 TEATRO DELLE PASSIONI 21, 22, 23, 24, 29, 30, 31 MARZO ORE 21 25 MARZO, 1 APRILE ORE 20 26 MARZO, 2 APRILE ORE 17 28 MARZO ORE 15 2666 DI ROBERTO BOLAÑO REGIA IVICA BULJAN EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE SPETTACOLI Esito finale del corso di perfezionamento attoriale finanziato da Operazione rif. PA 20154815/RER approvata con DGR 118/2016 del 09/02/2016 co-finanziata dal Fondo sociale europeo PO 2014-2020 Regione Emilia-Romagna 30 2666 è il testo di Roberto Bolaño scelto dal regista croato Ivica Buljan per l’esito finale del corso di perfezionamento attoriale della Scuola di Teatro Iolanda Gazzerro. Nella sua colossale opera letteraria, composta da più di 1100 pagine, lo scrittore, poeta e saggista cileno compone un mosaico pieno di colori, un’immagine dei nostri tempi in una prospettiva post-moderna. I personaggi (filologi, filosofi, scienziati, giornalisti, poeti, pazzi, editori, poliziotti…) sono tutti portatori del loro personale punto di vista sulla realtà che ci circonda, realtà fissata attraverso le parole o reinventata nelle loro fantasie. «Oltre a offrirci uno sguardo profondamente critico sul mondo – dichiara il regista Ivica Buljan – Bolaño riflette sul compito dello scrittore, compito che, in fondo, comporta la creazione di miti. Miti o, in altri termini, meravigliosi racconti che intendono interpretare l’origine del mondo. Il racconto di Bolaño è, in gran parte, un’enorme festa letteraria in cui l’autore, con la sua prosa di altissima qualità, costruisce un mondo dove sono intrecciati, indistintamente, realtà e finzione, fantasia e bugie, conoscenza e occulto. Questo è il mondo a cui dobbiamo dare vita sulla scena. In realtà, se Bolaño in 2666 è interessato a ciò che può propriamente essere considerato letteratura, forse ciò che è per noi essenziale nella trasposizione del racconto sulla scena è chiederci cosa possa essere considerato teatrale. Dove comincia la realtà e finisce la finzione? Come nascono le fantasie e quando cominciano a diventare mistificazioni o bugie? Fino a che punto i nostri fantasmi sono più potenti della realtà che ci circonda?» TEATRO STORCHI 30, 31 MARZO ORE 21 NATHAN !? DA NATHAN IL SAGGIO DI G.E. LESSING E CRASSIER/BATACLAN DI ELFRIEDE JELINEK REGIA NICOLAS STEMANN TRADUZIONE E DRAMMATURGIA MATHIEU BERTHOLET CON LORRY HARDEL, LARA KHATTABI, MOUNIR MARGOUM, SERGE MARTIN, ELIOS NOËL, VÉRONIQUE NORDEY, LAURENT PAPOT, LAMYA REGRAGUI E I MUSICISTI WAËL KOUDAIH (RAYESS BEK), YANN PITTARD THÉÂTRE DE VIDY CO-PRODUZIONE MC93- MAISON DE LA CULTURE DE LA SEINE ST-DENIS, BOBIGNY, THÉÂTRE NATIONAL DE STRASBOURG, THÉÂTRE NATIONAL DE BRETAGNE, BONLIEU SCÈNE NATIONALE ANNECY ET LA BÂTIEFESTIVAL DE GENÈVE DANS LE CADRE DU PROGRAMME INTERREG FRANCE-SUISSE 2014-2020 SPETTACOLO IN FRANCESCE CON SOVRATITOLI IN ITALIANO Nicolas Stemann, regista tedesco non ancora cinquantenne portatore di un teatro creativo, vivo, libero e musicale, è riconosciuto internazionalmente soprattutto per la messa in scena di testi della scrittrice austriaca premio Nobel Elfriede Jelinek. Per il Théâtre de Vidy mette in scena il capolavoro del filosofo e drammaturgo tedesco illuminista Gotthold Ephraim Lessing, unendolo a un ‘dramma secondario’ commissionato alla Jelinek sulla violenza contemporanea e sulle reazioni europee seguite agli attentati di Charlie Hebdo e del Bataclan. Una religione è meglio di un’altra? Dal momento che le religioni sono di nuovo chiamate a giustificare le violenze di oggi, la questione è di attualità. Testo fondamentale dell’Illuminismo, il dramma di Lessing ‘Nathan il Saggio’, pubblicato nel 1779, è un elogio classico della tolleranza religiosa. Mette in scena l’ebreo Nathan e la sua figlia adottiva, la cristiana Recha, nella Gerusalemme appena conquistata dal musulmano Saladino nell’undicesimo secolo. Recha è appena stata salvata da un incendio da un giovane crociato che ben presto chiederà la sua mano. Eppure Nathan il tollerante, Nathan che ha dimostrato a Saladino con la celebre parabola degli anelli che la religione migliore non può essere che quella che rende gli uomini buoni, quel Nathan non può accettare questo matrimonio. Altri legami uniscono i personaggi… Elfriede Jelinek fa entrare nel testo originale le passioni e i conflitti che l’autore classico aveva omesso a vantaggio del suo ideale di tolleranza e fraternità. Sulla base di diversi fatti recenti, descrivendo il capitalismo come quarto monoteismo, Jelinek fa intendere che tutto è in discussione, mostrando dunque che la tolleranza necessita anche di affrontare i conflitti. SPETTACOLI INVITO A TEATRO TURNI A, B 31 TEATRO DELLE PASSIONI 6, 7, 11, 12, 13 APRILE ORE 21 8 APRILE ORE 20 9 APRILE ORE 15.30 LA VOLONTA FRAMMENTI PER SIMONE WEIL DRAMMATURGIA E REGIA CÉSAR BRIE CON CÉSAR BRIE E CATIA CARAMIA CAMPO TEATRALE / CÉSAR BRIE SPETTACOLI INSIEME A TEATRO 32 La volontà segna il ritorno a Modena dell’amatissimo regista e interprete argentino César Brie, esule in Italia dagli anni Settanta, oggi sempre più diviso fra l’America Latina e il nostro paese. La volontà è il risultato di almeno due anni di laboratori teatrali, appunti e letture su Simone Weil, pensatrice francese deceduta nel 1943 a soli 34 anni nell’ospedale di Ashford, nel Kent. In scena Catia Caramia restituisce la forza rivoluzionaria del suo pensiero dando voce ad alcuni scritti, mentre César Brie interpreta diversi personaggi cardine della sua biografia, fra cui l’amico poeta Joe Bousquet, il padre, Joseph-Marie Perrin, e Carlo Manfredi, l’unico personaggio d’invenzione. A partire dalle iniziali C. M. che accompagnano l’epitaffio italiano sulla tomba di Simone Weil, Brie immagina Carlo Manfredi, un infermiere che nello spettacolo tiene le fila del racconto. «Il corpo di Simone, morta di stenti a 34 anni, sollevato da questo testimone che abbiamo inventato – afferma César Brie – danza nell’aria accompagnato dagli echi delle sue parole. Restano nel buio le sagome di un angelo inerme, il corpo di un uomo inginocchiato e il suono di una nenia antica e straziante. Il pensiero di Simone Weil, quasi sconosciuto alla sua morte, oggi ci interroga con una forza sconvolgente. Si occupò dei pensieri e delle azioni degli esseri umani. Fu operaia, sindacalista, insegnante, scrittrice, storica, poetessa, drammaturga, combattente, filosofa, contadina. Morì di stenti, in esilio. Si occupava degli esseri umani, ma dimenticava se stessa». TEATRO STORCHI 8 APRILE ORE 20 9 APRILE ORE 15.30 PORCILE DI PIER PAOLO PASOLINI REGIA VALERIO BINASCO CON (IN O. A.) VALENTINA BANCI, FRANCESCO BORCHI, FULVIO CAUTERUCCIO, PIETRO D’ELIA, ELISA CECILIA LANGONE, MAURO MALINVERNO, FABIO MASCAGNI, FRANCO RAVERA TEATRO METASTASIO DI PRATO | TEATRO STABILE DEL FRIULI VENEZIA GIULIA CON LA COLLABORAZIONE DI SPOLETO58 FESTIVAL DEI 2MONDI Porcile è il titolo di un dramma in undici episodi scritto da Pasolini nel 1966 e divenuto film nel 1969 in cui l’autore racconta l’impossibilità di vivere secondo le proprie coordinate, i propri istinti, preservando l’intima natura di sé stessi. Siamo nella Germania del dopo nazismo: Julian, figlio «né ubbidiente né disubbidiente» di una coppia della borghesia tedesca, trova nel porcile paterno un amore ‘diverso’ e ‘non naturale’ che, tuttavia, lui riconosce come scintilla di ‘vita pura’. La passione misteriosa che segna il personaggio diviene simbolo del disagio di chi non si riconosce nella società e si rifugia in qualcosa di istintuale ma segreto. Valerio Binasco, tra i registi più innovativi e influenti dell’ultimo decennio, afferma: «Porcile non fa prigionieri. Condanna tutti, dal primo all’ultimo. Non c’è redenzione, non c’è possibilità di salvezza in questo mondo soggiogato in modo, oramai, antropologico. Non c’è speranza in questo porcile dove tutti mangiano tutto, dove il solo deve essere il tutto». La messinscena va nella direzione di una semplificazione del testo originale, così complesso ed ‘esorbitante’. Afferma ancora il regista: «Faccio teatro perché sono attratto dal mistero degli esseri umani. Mi trovo di fronte a una bellissima favola priva di dramma. Penso che Pasolini fosse una persona dotata di grande complicatezza psicologica e di grande tenerezza, così come sono convinto che i rapporti famigliari lo attirassero moltissimo. Immagino in lui, come nel suo teatro, un bisogno di tenerezza e di quella provo a occuparmi». SPETTACOLI PROSA 12 TURNO 4 INVITO A TEATRO TURNI C, D 33 TEATRO DELLE PASSIONI 19, 20 APRILE ORE 21 CARO GEORGE DI FEDERICO BELLINI REGIA ANTONIO LATELLA CON GIOVANNI FRANZONI SPETTACOLI STABILEMOBILE - COMPAGNIA ANTONIO LATELLA 34 Parigi, ottobre 1971. Una retrospettiva consacra Francis Bacon come uno dei più grandi pittori del suo tempo. Alla vigilia della mostra, George Dyer, amante e modello dell’artista irlandese, si suicida ingerendo un mix fatale di barbiturici e alcolici nella stanza d’albergo che ospitava entrambi. Davanti ai dipinti che raffigurano George, Bacon rivive la relazione con il compagno. Trionfo artistico e fallimento esistenziale si confondono, diventando anch’essi, inevitabilmente, materia del dipingere. A interpretare questo monologo in forma epistolare c’è un Giovanni Franzoni la cui potenza interpretativa riesce nell’impresa di ‘dipingere’ con la sola forza della parola. «Qui la cosa forte è la potenza del canto – ha dichiarato Antonio Latella –, un cantotestamento che ricorda il film “Un chant d’amour” di Jean Genet. C’è un rapporto diretto con la morte, sembra di stare davanti a una roulette russa, non sai se e quando il proiettile verrà sparato. E di genettiano in Caro George c’è il gusto del monologo santo e assassino, col protagonista che si scinde in due ruoli, e prima è Francis Bacon e poi s’identifica con la figura del suo amante.» E ancora: «George Dyer, partner e modello di Francis Bacon, considerò una ‘caduta’ il fatto che l’artista amante non lo portasse con sé alla vernice della sua retrospettiva parigina, lasciandolo in albergo. E quando Bacon tornò nella stanza dell’hotel lo trovò morto suicida. Questione di ego, di ossessione artistica. Genet dipinge con la penna, Bacon dipinge coi colori, e le loro opere hanno in comune visceralità e intellettualità. Con esiti emozionanti, impressionanti, tragici». TEATRO DELLE PASSIONI 21 APRILE ORE 21 22 APRILE ORE 20 MA DRAMMATURGIA LINDA DALISI REGIA ANTONIO LATELLA CON CANDIDA NIERI MA è un lavoro ispirato alla figura della madre nell’opera di Pier Paolo Pasolini. Tutta la sua letteratura e il suo teatro sono pervasi dalla presenza della madre che, nel film Il Vangelo secondo Matteo, sarà la Maria straziata dal dolore sotto la croce di Gesù. «In tutte le sue vittorie e sconfitte – sono le parole di Antonio Latella – accanto all’uomo Pasolini c’è sempre la madre. Nel suo cinema la madre diventa uno dei perni attorno a cui tutto ruota. Sguardi e sorrisi spezzati delle madri scelte come icone assolute di un’Italia che sa che tutto sarà irrecuperabile. Quegli sguardi potenti e violentati da un dolore ancestrale». Latella ha affidato l’interpretazione del testo di Linda Dalisi a Candida Nieri – premio Ubu 2013 – che sa guidarci in un percorso di forte intensità emotiva all’interno dell’opera di uno dei massimi poeti del Novecento. Partendo dalla prima sillaba della parola ‘mamma’, l’attrice segue un filo conduttore che ha al suo centro quella forza generatrice, procreatrice di parole come di uomini, di pensiero come di gesti artistici. «Ma ogni volta la MA diventa altro – scrive ancora il regista –. Per una madre che piange un figlio, un Gesù dei poveri, un operaio, un pittore, un poeta, un re Edipo, per una città che accoglie i reietti, per un paese che scaccia gli intellettuali, per una nazione troppo cattolica per non essere ipocritamente di destra fino in fondo, tutto è madre e si fa madre. Attraverso le parole, le immagini, il nostro tentativo è quello di tracciare una possibile unica madre, con quel MA necessario a mettere un dubbio: madre sì, ma....». SPETTACOLI STABILEMOBILE COMPAGNIA ANTONIO LATELLA COPRODUZIONE FESTIVAL DELLE COLLINE TORINESI IN COLLABORAZIONE CON CENTRALE FIES, NEST 35 TEATRO STORCHI 22 APRILE ORE 20 23 APRILE ORE 15.30 DOPO LA TEMPESTA L’OPERA SEGRETA DI SHAKESPEARE REGIA E DRAMMATURGIA ARMANDO PUNZO CON ARMANDO PUNZO E GLI ATTORI E E LE ATTRICI DELLA COMPAGNIA DELLA FORTEZZA (IN O.A.): GILLO CONTI BERNINI, ELISA BETTI, PLACIDO CALOGERO, ROSARIO CAMPANA, EVA CHERICI, NICOLA ESPOSITO, PASQUALE FLORIO, GIULIA GUASTALEGNAME, IBRAHIMA KANDJI, CARMELO DINO LENTINELLO, GREGORIO MARIOTTINI, FRANCESCO NAPPI, MARCO PIRAS, ANDREA TADDEUS PUNZO DE FELICE, DANILO SCHINA, EDEN DANIELE TOSI, FRANCESCA TISANO, TOMMASO VAJA, ALESSANDRO VENTRIGLIA, GIUSEPPE VENUTO, QIN HAI WENG E CON ANTONINO MAMMINO (SEMPRE CON NOI!) VOLTERRATEATRO / CARTE BLANCHE CON IL SOSTEGNO DI MIBACT - MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITÀ CULTURALI E DEL TURISMO, REGIONE TOSCANA, COMUNE DI VOLTERRA, COMUNE DI POMARANCE, FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI VOLTERRA, MINISTERO DELLA GIUSTIZIA C.R. VOLTERRA SPETTACOLI PROSA 12 TURNI 3, 4 INVITO A TEATRO TURNO C INSIEME A TEATRO 36 Quattrocento anni dalla morte di William Shakespeare, secoli di esercizi sulla sua opera, di traduzioni, trasposizioni, di diatribe filologiche, regie critiche, adattamenti, letture di ogni genere; secoli di teatro come corpo a corpo ossequioso, sempre e comunque, con quell’affresco perfetto dell’umanità che il Bardo ci ha consegnato. Armando Punzo, con la Compagnia della Fortezza formata da attori/detenuti del Carcere di Volterra, prova invece a mandare all’aria ogni forma, ogni esercizio e a dare vita a uno spettacolo che si confronti con tutto Shakespeare e con l’eredità filosofica che rappresenta, alla ricerca del grande testo segreto, il mistero che si nasconde nello spazio vuoto tra le parole, nelle maglie degli indugi di Macbeth o dei dubbi di Amleto. Per creare un’opera totale che stravolga il canone occidentale di cui anche l’autore inglese è stato inventore, che stravolga il tempo, lo spazio, il ritmo, per mettere in discussione l’uomo, la sua forma rigida, la sua storia ingessata e raggiungere l’apoteosi di quell’utopia della libertà a cui ci ha abituati questo regista visionario. Ne è nata così un’opera lacerante, commovente. I personaggi sono come naufraghi dopo una tempesta – riusciranno a ricominciare una vita nuova? – e, come dopo una tempesta, ogni cosa è fuor di sesto, le croci, tantissime, inclinate, perdono la loro fierezza; il finto paradiso della vita, collina di croci, in cui brulica una umanità impegnata, assillata dall’esistere, dall’agire, dall’ottenere, viene abbandonato per il limbo di una isola deserta in cui lui, Punzo, smarrito, confuso, incerto, è ancora perseguitato da voci e da miraggi che provano a riportarlo nella vita da cui cerca di fuggire, senza scampo. TEATRO DELLE PASSIONI 26, 27 APRILE ORE 21 THYSSEN DI E CON CAROLINA BALUCANI REGIA MARCO PLINI Dopo aver diretto La serra, Ifigenia in Aulide e Freddo, Marco Plini, fin da giovanissimo collaboratore di Massimo Castri, torna a Modena con la sua lettura registica delle vicende della Acciai Speciali di Terni (AST). Nel 1994 la Thyssenkrupp, multinazionale dell’acciaio fra le più importanti in Europa, acquista l’AST di cui fa parte anche l’impianto di Torino dove nel 2007 si verifica il disastroso incendio costato la vita a sette operai. All’epoca della tragedia erano in corso le operazioni di chiusura dello stabilimento torinese: secondo l’ipotesi accusatoria, la decisione di dismettere tale impianto è stata accompagnata dell’arresto degli investimenti per la sicurezza. Il 17 luglio 2014 la Thyssenkrupp annuncia alla Acciai Speciali di Terni il suo nuovo piano industriale: oltre 550 esuberi, il taglio del contratto integrativo e la possibile chiusura di uno dei due forni della fabbrica ternana, per un risparmio complessivo di 110 milioni di euro l’anno. Il contenuto dell’accordo con AST dispone che ci sia un milione di tonnellate di produzione, i due forni restino accesi, non si provveda ad alcun licenziamento, il personale sia ridotto di 290 unità grazie al bonus di ottantamila euro lordi offerto dalla fabbrica in cambio di esodo volontario. Ed è proprio la storia di un’operaia in esubero che Thyssen porta in scena. «Carolina Balucani affronta l’argomento da un’angolazione specifica, emotiva, quasi privata – afferma Marco Plini – e sorprendentemente, attraverso la sfera affettiva, sembra scavalcare le drammatiche vicende di una fabbrica in crisi per interrogarsi sulla condizione dell’uomo che, perdendo il lavoro, perde la sua identità così come avviene quando si viene abbandonati da un grande amore ferocemente atteso». SPETTACOLI TEATRO STABILE DELL’UMBRIA / TERNI FESTIVAL 37 TEATRO STORCHI 27, 28 APRILE ORE 21 IL PREZZO DI ARTHUR MILLER TRADUZIONE MASOLINO D’AMICO REGIA MASSIMO POPOLIZIO CON UMBERTO ORSINI, MASSIMO POPOLIZIO, ALVIA REALE, ELIA SCHILTON COMPAGNIA ORSINI SPETTACOLI PROSA 12 TURNO 2 INVITO A TEATRO TURNI A, B 38 Ne Il Prezzo, dramma scritto nel 1968, Arthur Miller trasferisce a New York il mito di Caino e Abele. Due fratelli si rivedono dopo lungo tempo per sgomberare l’appartamento, che sta per essere demolito, in cui sedici anni prima è morto il padre, rovinato dalla crisi economica del 1929. I due hanno avuto storie personali molto diverse: Victor, qui interpretato da Massimo Popolizio, ha abbandonato gli studi nei quali brillava, per arruolarsi in polizia e poter mantenere il padre caduto in miseria; Walter, cui dà volto e voce Elia Schilton, si è sottratto alle responsabilità familiari, ha proseguito gli studi ed è diventato un grande chirurgo. Il ruolo dell’antiquario, chiamato a stabilire il prezzo dei mobili di famiglia e che si pone come arbitro capace di aforismi e battute capziose, è affidato a Umberto Orsini con «il disincanto – scrive il critico Rodolfo Di Giammarco -, la malizia da vecchia volpe degli affari che sa come il mondo voglia sempre più un usa-egetta di macchine, consorti e mobilia». Il testo mette a nudo ferite accantonate, egoismi incrociati e destini scissi, col pretesto di dare un valore agli arredi del passato. Una fotografia spietata, lucida e amaramente compassionevole delle conseguenze della devastante crisi del 1929 che fa emergere tutte le incomprensioni e le menzogne che la paura della perdita improvvisa del benessere può far nascere tra chi si dibatte nella crisi. TEATRO DELLE PASSIONI 1 MAGGIO ORE 17 BALLATA DEL CARCERE DI READING DI OSCAR WILDE TRADUZIONE E ADATTAMENTO ELIO DE CAPITANI E UMBERTO ORSINI REGIA ELIO DE CAPITANI CON UMBERTO ORSINI E GIOVANNA MARINI MUSICHE GIOVANNA MARINI Nato dall’incontro di Umberto Orsini e Giovanna Marini, Ballata del carcere di Reading è un canto di bellezza e desiderio, rabbia e dolore, che colpisce per la sua semplicità e la sua forza. Un recital capace di intrecciare in modo unico e suggestivo musica, canzoni e parole. Giovanna Marini, signora della ribellione e della musica, e Umberto Orsini, uno dei nostri maggiori attori italiani, si confrontano sui versi di Oscar Wilde, grande poeta della letteratura di tutti i tempi, in una testimonianza di dolore che è al contempo un inno alla bellezza, un atto di amore, ma anche una forte denuncia. Il testo, scritto da Wilde durante il suo internamento nel carcere di Reading con l’accusa di sodomia, narra dell’impiccagione di un giovane detenuto colpevole di aver ucciso la propria amante. Oscar Wilde aveva una relazione con Alfred Douglas, secondogenito ventenne del marchese di Queensberry; il marchese cercherà in tutti i modi di recuperarlo, strappandolo alla relazione con Wilde, per consegnarlo alla dignità del matrimonio e alla perpetuazione del casato. Ma la coppia è inseparabile, sono sempre insieme ovunque, urtando oltremodo la società e in primo luogo il marchese, il quale provoca Wilde in pubblico accusandolo di «atteggiarsi a sodomita». Wilde viene incarcerato a Reading dove scriverà De Profundis, una lunga lettera mai spedita a Alfred Douglas, e La ballata del carcere di Reading, che verrà pubblicata anonima con la sigla C.3.3, il numero di matricola di Wilde da carcerato. SPETTACOLI EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE 39 TEATRO DELLE PASSIONI 4, 5 MAGGIO ORE 21 SLEEP TECHNIQUE UNA RISPOSTA ALLA CAVERNA CHAUVET PONT D’ARC, ARDÈCHE, FRANCIA DI DEWEY DELL (AGATA, DEMETRIO, TEODORA CASTELLUCCI, EUGENIO RESTA) CON AGATA, TEODORA CASTELLUCCI, IVAN BJÖRN EKERMAK, ENRICO TICCONI COREOGRAFIA TEODORA CASTELLUCCI SPETTACOLI DEWEY DELL 2017 COPRODUZIONE SOCIETAS, PACT ZOLLVEREIN, BIT TEATERGARASJEN, BRUT WIEN, TANZFABRIK BERLIN CON LA COLLABORAZIONE DI BUDA KUNSTENCENTRUM, DIALOGHI – RESIDENZE DELLE ARTI PERFORMATIVE A VILLA MANIN, ATELIERSI 40 Dewey Dell è l’ensemble artistico che dal 2007 esprime il lavoro creativo dei fratelli Agata, Demetrio e Teodora Castellucci e di Eugenio Resta. Già autori di numerose produzioni che indagano in maniera radicale il suono e il movimento, in Sleep Technique prendono ispirazione dalle celebri pitture rupestri della grotta di Chauvet (Francia). «Nonostante percepiamo ciò che è rimasto dalle culture passate con occhi lontani dall’antico modo di vedere e di comprendere – scrivono i Dewey Dell –, spesso percepiamo la sensibilità dei nostri antenati intimamente simile alla nostra e i loro miti e riti come se fossero stati creati dal nostro essere più profondo, in un altro tempo e in un’altra vita. Anche se i significati originali sono spariti nelle pieghe del tempo e solo la memoria di qualche elemento resiste, le tracce che rimangono vanno ben oltre il bisogno di un significato. Quando guardiamo le pitture preistoriche questa connessione è ancora più profonda. Un dialogo inesplicabile inizia tra noi e i nostri antenati homo sapiens sapiens. Oltre alla meraviglia, un affetto incondizionato per loro, famigliare, si estende oltre i millenni. La loro arte, nascosta nelle viscere delle montagne sembra chiamare una risposta da un abisso temporale. La caverna di Chauvet Pont d’Arc in Ardèche, Francia, ha le pareti dipinte di animali per lo più estinti: chi li ha disegnati lo fece 36.000 anni fa. Questo spettacolo è un tentativo di dialogo tra ere opposte, un impossibile avvicinamento ad altri noi. Pensiamo che il passato ci guardi nello stesso modo in cui noi lo osserviamo». TEATRO DELLE PASSIONI 11, 12, 16, 17, 18, 19 MAGGIO ORE 21 13, 20 MAGGIO ORE 20 14, 21 MAGGIO ORE 15.30 EMIGRANTI CANZONI GIORGIO FERIGO IDEAZIONE E TESTI NADIA FABRIZIO REGIA DOMINIQUE PITOISET ARRANGIAMENTI PHILIPPE VRANCKX DELLE MUSICHE DI POVOLAR ENSEMBLE CON NADIA FABRIZIO (RACCONTO E CANTO), PHILIPPE VRANCKX (CHITARRA), PATRICE CARATINI (CONTRABBASSO), MARYLL ABBAS (FISARMONICA) EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE | COMPAGNIE PITOISET - DIJON Nadia Fabrizio, fedele collaboratrice di Dominique Pitoiset – attore, regista e direttore del Théâtre National di Digione – canta le sue origini friulane accompagnata dalla musica dal vivo. Nata in Svizzera, figlia e nipote di immigrati, a diciotto anni scopre il Povolar Ensemble, i testi di Giorgio Ferigo, la sua rabbia, il suo amore profondo per la sua terra e per la sua lingua, il suo modo particolare, autentico, aspro, di raccontare il suo popolo, le sue montagne. Emigranti è un viaggio suggestivo nella Carnia: storie, brevi narrazioni, racconti cantati, allo stesso tempo intimi e universali, che testimoniano un’emigrazione e uno sradicamento. «Canto – svela l’attrice – di questo ‘altrove’, con ciò che c’è in me di più profondo, di più spensieratamente disperato e inalterabilmente, violentemente attaccato a questa valle, a queste montagne e al suo popolo duro, a questa lingua». Orizzonti diversi, culture musicali multiple e meticce caratterizzano il background dei musicisti in scena: «Questo spettacolo – dice ancora Nadia Fabrizio – è nato dall’incontro dei nostri punti di vista, da questi continui viaggi e spostamenti. L’immagine è quella dei treni che ci trasportano e dei binari che tracciano percorsi fra le nostre differenti culture». E conclude: «Emigranti, siamo numerosi ad esserlo, ognuno a modo suo, lontani da quelli che amiamo, o dal nostro luogo di origine, o dal nostro punto zero, o dalla nostra storia personale, o da noi stessi. Ma tutti inscritti in un perpetuo andirivieni fra qui e là, fra presente e passato». SPETTACOLI PROSA 12 TURNI 3, 4 INVITO A TEATRO TURNI B, C 41 TEATRO STORCHI 18, 19 MAGGIO ORE 21 20 MAGGIO ORE 20 21 MAGGIO ORE 15.30 22 MAGGIO ORE 15 DELITTO E CASTIGO DI FËDOR DOSTOEVSKIJ ADATTAMENTO E REGIA KONSTANTIN BOGOMOLOV TRADUZIONE YANA ARKOVA CON (IN ORDINE ALFABETICO) ANNA AMADORI, LEONARDO CAPUANO, DIANA HOBEL, MARGHERITA LATERZA, LEONARDO LIDI, PAOLO MUSIO, RENATA PALMINIELLO, ARIANNA SCOMMEGNA, ENZO VETRANO EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE PRIMA ASSOLUTA SPETTACOLI PROSA 12 TURNI 1, 2, 3, 4 INVITO A TEATRO TURNI A, B, C, D 42 Fëdor Dostoevskij (1821-1881) è forse il più grande narratore russo e uno dei classici di tutti i tempi le cui opere e i cui personaggi, intensi, drammatici, affascinanti, sono attuali e modernissimi. Quarant’anni, moscovita, il regista Konstantin Bogomolov è tra le voci più lucide della scena contemporanea russa. Non nuovo ad adattamenti teatrali di Dostoevskij – I fratelli Karamazov e L’idiota sono suoi precedenti lavori – mette in scena Delitto e castigo nel quadro delle produzioni celebrative dei 40 anni di Emilia Romagna Teatro. Fu infatti una trasposizione teatrale di quest’opera a inaugurare, nel dicembre 1984, all’Arena del Sole di Bologna, il biennio che vide alla direzione artistica di ERT il regista russo Juri Ljubimov, scomparso nel 2014, fondatore del leggendario Teatro Taganka di Mosca, all’epoca in esilio in occidente. Con cinismo, il romanzo, in notevole anticipo rispetto alle speculazioni freudiane e junghiane, si addentra nelle zone più remote e oscure della coscienza umana, là dove abitano demoni e ogni altra figura metaforica del male. Fu lo stesso Dostoevskij a sintetizzarne così il contenuto: «È il rendiconto psicologico di un delitto. Un giovane, che è stato espulso dall’Università e vive in condizioni di estrema indigenza, suggestionato, per leggerezza e instabilità di concezioni, da alcune strane idee non concrete che sono nell’aria, si è improvvisamente risolto a uscire dalla brutta situazione. Ha deciso di uccidere una vecchia che presta denaro a usura...». TEATRO DELLE PASSIONI 23, 24, 25, 26 MAGGIO ORE 21 27 MAGGIO ORE 20 28 MAGGIO ORE 15.30 IL NULLAFACENTE DI MICHELE SANTERAMO REGIA ROBERTO BACCI CON MICHELE CIPRIANI, SAVINO PAPARELLA, SILVIA PASELLO, FRANCESCO PULEO, TAZIO TORRINI FONDAZIONE TEATRO DELLA TOSCANA, EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE Michele Santeramo, uno degli autori italiani più interessanti del momento, Premio Hystrio per la Drammaturgia nel 2014, ritrae un vero e proprio nullafacente. In un tempo che richiede presenza, prestanza, efficienza, ritmo, lavoro, programmazione, in un mondo che si muove con la sua morale, la sua etica e le sue regole il Nullafacente e sua moglie sono immobili. Intorno a loro il Fratello, il Medico, il Proprietario, tutti rappresentanti a diverso titolo di quel mondo dal quale il Nullafacente vorrebbe star fuori e dal quale di fatto sta fuori. Secondo il Nullafacente c’è una sola partita che val la pena giocare: quella con la morte. Disporre del proprio tempo è l’unica maniera per provare a giocare quella partita ineluttabile e inguaribile: disporre di ogni minuto, ogni secondo, senza che nulla inquini lo scorrere, sempre più lento, del tempo, il godere, sempre più profondo, dei momenti. La sua teoria è diventata pratica, e se solo il Nullafacente e sua Moglie non fossero delle persone, con tutte le debolezze, le tenerezze e i desideri del genere umano, sarebbero riusciti nel compito estremo di essere felici. «Questo testo è il tentativo di mettere in scena un pezzo della vita di questi personaggi – afferma Santeramo – ciascuno con la sua ossessione, il suo punto di vista, il suo comportamento. Scriverlo è stato ed è ancora, per me, il continuo e quotidiano riflettere su cosa sia giusto fare per stare bene. Ma il Nullafacente, un giorno, ha voluto correggermi e mi ha detto: “Caro mio - siamo ormai in confidenza -, tu sbagli domanda; quella giusta sarebbe: cosa, ogni giorno, NON devo fare, per stare bene?”» SPETTACOLI INSIEME A TEATRO 43 TEATRO DELLE PASSIONI DATE DA DEFINIRE SANTA ESTASI ATRIDI: OTTO RITRATTI DI FAMIGLIA UN PROGETTO SPECIALE DIRETTO DA ANTONIO LATELLA INTERPRETI ALESSANDRO BAY ROSSI, BARBARA CHICHIARELLI, MARTA CORTELLAZZO WIEL, LUDOVICO FEDEDEGNI, MARIASILVIA GRECO, CHRISTIAN LA ROSA, LEONARDO LIDI, ALEXIS ALIOSHA MASSINE, BARBARA MATTAVELLI, GIANPAOLO PASQUALINO, FEDERICA ROSELLINI, ANDREA SORRENTINO, EMANUELE TURETTA, ISACCO VENTURINI, ILARIA MATILDE VIGNA, GIULIANA VIGOGNA DRAMMATURGHI RICCARDO BAUDINO, MARTINA FOLENA, MATTEO LUONI, CAMILLA MATTIUZZO, FRANCESCA MERLI, SILVIA RIGON, PABLO SOLARI DRAMMATURGHI AL PROGETTO FEDERICO BELLINI E LINDA DALISI EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE SPETTACOLI CON IL SOSTEGNO DI FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI MODENA 44 Torna al Teatro delle Passioni Santa Estasi, il progetto sui generis vincitore del Premio della Critica per avere “segnato la scorsa stagione”. Pensato originariamente come traccia per lo svolgimento e l’esito di un Corso di alta formazione per attori e drammaturghi dedicato alla tragedia greca, Santa Estasi ha superato ogni aspettativa imponendosi come opera compiuta, gravida di idee, di istanze di ricerca e di energia sapientemente domata, e come tale è stato riconosciuto in modo unanime da critica e pubblico. Antonio Latella, uno dei più creativi registi della scena internazionale contemporanea recentemente nominato Direttore della Biennale Teatro di Venezia – chiamato da ERT a dirigere il Corso di Alta Formazione 2016 – si è posto come maieuta senza risparmiarsi in dedizione e ispirazione, in linea con quello che è il suo approccio in sede di produzione tout court. Con la messa a punto di un linguaggio nuovo, fatto di disinvoltura attoriale e drammaturgica, di coralità e di illuminazione, ha attraversato il mito nelle sue pieghe più buie, restituendogli nuovi gradi di corporeità. Un’operazione poderosa e agile, profonda e divertita, che si fa carico di conoscere e riconoscere, disseppellire e in modo nuovo ‘ascoltare’ la saga della famiglia degli Atridi, dove tutto ha inizio con un peccato, una sfida agli Dei, basata sul gesto originario di un padre, Tantalo, pronto a sacrificare il proprio figlio Pelope. Una maledizione per l’intera discendenza, che andrà incontro a contesa del potere, vendetta, peso della colpa, preparazione sorda della catastrofe. Temi che l’ensemble compatto ha guadato come acque tempestose producendo otto spettacoli distinti e concatenati, ognuno dedicato a una figura mitologica, prevalentemente attinte da Euripide, con incursioni in Eschilo e Seneca, e con un occhio a Sofocle, ma guardando anche a Pasolini e a Beckett, Simone Weil, Angelopoulos per il finale. PASSIONI TEATRO STORCHI DELLE Il TEATRO STORCHI e il TEATRO DELLE PASSIONI aprono le porte al pubblico in occasione delle recite riservate alle scuole! UN’OPPORTUNITÀ PER COLORO CHE HANNO DIFFICOLTÀ A VENIRE A TEATRO NELLE ORE SERALI COL VANTAGGIO DI UN PREZZO DEL BIGLIETTO PARTICOLARMENTE SCONTATO. GLI SPETTACOLI DAVID È MORTO 24 ottobre ore 15, Teatro delle Passioni FAUST 9 novembre ore 15, Teatro delle Passioni NATALE IN CASA CUPIELLO 1 dicembre ore 15, Teatro Storchi ASSASSINA 12 gennaio ore 15, Teatro delle Passioni AFGHANISTAN: IL GRANDE GIOCO 14 febbraio ore 14, Teatro delle Passioni LE DONNE GELOSE 16 febbraio ore 15, Teatro Storchi 2666 28 marzo ore 15, Teatro delle Passioni DELITTO E CASTIGO 22 maggio ore 15, Teatro Storchi € 9,00 € 9,00 € 12,00 € 9,00 € 9,00 € 12,00 € 9,00 € 12,00 APERTO MATTINA E POMERIGGIO TEATRO 45 CONVERSANDO DI TEATRO Un’occasione per avvicinare i protagonisti della scena, per confrontarsi in un contesto informale e per scoprire la complessità nascosta dietro a ogni spettacolo: tornano ad affiancarsi alle serate di spettacolo le conversazioni del ciclo ‘Conversando di teatro’, il consueto e irrinunciabile appuntamento promosso da Emilia Romagna Teatro Fondazione e l’Associazione Amici dei Teatri Modenesi. Ingresso gratuito TEATRO STORCHI SABATO 19 NOVEMBRE ORE 17.00 INCONTRO CON LA COMPAGNIA DI PURGATORIO SABATO 3 DICEMBRE ORE 17.00 CONVERSANDO DI TEATRO INCONTRO CON LA COMPAGNIA DI NATALE IN CASA CUPIELLO SABATO 17 DICEMBRE – TERMINE RECITA INCONTRO CON ASCANIO CELESTINI IN OCCASIONE DELLE RECITE DI LAIKA SABATO 14 GENNAIO ORE 17.00 INCONTRO CON LA COMPAGNIA DI ALICE UNDERGROUND SABATO 11 FEBBRAIO ORE 17.00 INCONTRO CON LA COMPAGNIA DE LA PAZZA DELLA PORTA ACCANTO SABATO 18 FEBBRAIO ORE 17.00 INCONTRO CON LA COMPAGNIA DI LE DONNE GELOSE SABATO 25 FEBBRAIO ORE 17.00 INCONTRO CON EROS PAGNI E LA COMPAGNIA DI 46 MINETTI SABATO 4 MARZO ORE 17.00 INCONTRO CON PAOLO ROSSI E LA COMPAGNIA DI MOLIERE: LA RECITA DI VERSAILLES SABATO 3 DICEMBRE ORE 17.00 INCONTRO CON LA COMPAGNIA DI DELITTO E CASTIGO TEATRO DELLE PASSIONI SABATO 12 NOVEMBRE - TERMINE RECITA INCONTRO CON LA COMPAGNIA DI FAUST SABATO 10 DICEMBRE - TERMINE RECITA UTOYA SABATO 21 GENNAIO - TERMINE RECITA INCONTRO CON LA COMPAGNIA DI ASSASSINA SABATO 28 GENNAIO - TERMINE RECITA INCONTRO CON LA COMPAGNIA DI PRIMA DELLA PENSIONE OVVERO COSPIRATORI SABATO 8 APRILE - TERMINE RECITA CONVERSANDO DI TEATRO INCONTRO CON LA COMPAGNIA DI INCONTRO CON LA COMPAGNIA DI LA VOLONTA SABATO 13 MAGGIO - TERMINE RECITA INCONTRO CON LA COMPAGNIA DI EMIGRANTI 47 TEATRO STORCHI 10 dicembre ore 20 11 dicembre ore 15.30 LA PRINCIPESSA SISSI musical liberamente ispirato all’omonimo film di Ernst Marischka adattamento e regia CORRADO ABBATI elaborazione musicale Alessandro Nidi COMPAGNIA CORRADO ABBATI 21 gennaio ore 20 22 gennaio ore 15.30 TEATRO MUSICALE OBLIVION: THE HUMAN JUKEBOX gli Oblivion sono Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda, Fabio Vagnarelli consulenza registica GIORGIO GALLIONE musiche Lorenzo Scuda testi Davide Calabrese e Lorenzo Scuda BAGS ENTERTAINMENT 1 aprile ore 20 2 aprile ore 15.30 CIN-CI-LÀ operetta di Carlo Lombardo musica di Virgilio Ranzato adattamento e regia CORRADO ABBATI COMPAGNIA CORRADO ABBATI TEATRO NAZIONALE ENRICO GIORGI, DOCENTE DI FILOSOFIA, ABBONATO ERT. FOTO DI LUCA DEL PIA LA DOMENICA NON SI VA A SCUOLA RASSEGNA PER LE FAMIGLIE AL TEATRO STORCHI 6 novembre 2016 ore 16.30 29 gennaio 2017 ore 16.30 PREZZI: di Lucio Diana, Roberto Tarasco, Adriana Zamboni collaborazione alla drammaturgia Gabriele Vacis regia ROBERTO TARASCO con Giorgia Goldini, Rossana Peraccio, Gabriele Capilli tecnico di scena Agostino Nardella Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani Onlus di e con Bruno Cappagli e Fabio Galanti regia BRUNO CAPPAGLI voce narrante Giovanni Boccomino luci Andrea Aristidi oggetti di scena Tanja Eick La Baracca ABBONAMENTO A 4 SPETTACOLI Intero € 26,00 (riduzione CartaInsieme € 22,00) Ridotto bambini fino a 12 anni € 16,00 (riduzione CartaInsieme € 12,00) Ridotto secondo/terzo bambino € 13,00 (riduzione CartaInsieme € 9,00) AQUARIUM BIANCANEVE Teatro d’attore con oggetti Dai 5 anni Teatro d’attore con oggetti Dai 5 anni 8 gennaio 2017 ore 16.30 26 marzo 2017 ore 16.30 con Danilo Conti testo e regia DANILO CONTI e ANTONELLA PIROLI TCP – Tanti Cosi Progetti Accademia Perduta / Romagna Teatri Una notte tra acqua, bolle e sapone di e con Michele Cafaggi regia TED LUMINARC musiche originali Davide Baldi scene e costumi Izumi Fujiwara Associazione Ta-Daa LA GALLINELLA ROSSA Teatro d’attore, pupazzi, oggetti musicali Dai 3 anni L’OMINO DELLA PIOGGIA BIGLIETTI Adulto € 8,00 Bambino fino a 12 anni € 5,00 Sconto di € 1,00 per i possessori di CartaInsieme Conad Il giorno dello spettacolo la Biglietteria apre alle ore 15.00 Clownerie e bolle di sapone Per tutti PER INFORMAZIONI: Ufficio Teatro Ragazzi e Giovani | 059.2136055 [email protected] | www.emiliaromagnateatro.com CON IL SOSTEGNO DI TEATRO NAZIONALE IURI MONTI, BENZINAIO, ABBONATO ERT. FOTO DI LUCA DEL PIA ABBONARSI CONVIENE Da questa stagione l'abbonamento ti dà diritto a sconti e agevolazioni in tanti luoghi della città: MOSTRA L’ABBONAMENTO e ottieni subito gli SCONTI DEDICATI! Consulta questo ELENCO e ricordati di controllare il SITO di ERT per rimanere SEMPRE AGGIORNATO. TEATRO TEATRI DI MODENA Riduzione del 10% sul prezzo intero del biglietto d’ingresso agli spettacoli del Teatro Comunale Luciano Pavarotti TEATRI EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE Riduzione del 30% sul prezzo intero del biglietto d’ingresso agli spettacoli di: Teatro Fabbri di Vignola, Teatro Dadà di Castelfranco Emilia, Arena del Sole di Bologna e Teatro Bonci di Cesena TEATRI IN EMILIA ROMAGNA Riduzione del 30% sul prezzo intero del biglietto d’ingresso agli spettacoli di: Teatro Laura Betti di Casalecchio di Reno, Teatro della Regina di Cattolica, Teatro Asioli di Correggio, Teatro Rita Levi Montalcini di Mirandola, Teatro Walter Mac Mazzieri di Pavullo e Teatro Boiardo di Scandiano ABBONAMENTI CULTURA PEPPERONCINO, Viale Trento e Trieste 71 Menù pizza + bibita + caffè a € 10,00 (incluso il coperto). Prenotazione consigliata. Info e prenotazione 059 237931 RISTORANTE PIZZERIA JOLLY, Viale G. Amendola 229 Sconto del 15% su tutto il menù. Prenotazione consigliata. Info e prenotazione 059 351832-21 SALA TRUFFAUT MODENA, Via degli Adelardi 4 Biglietto ridotto per le proiezioni della rassegna Schermi e Palcoscenici – dalla parola all’immagine 059 236288 – www.salatruffaut.it CAFFE’ DELLE PASSIONI, viale C. Sigonio 382 Sconto del 10% sul menù alla carta Prenotazione consigliata. Info e prenotazione 366 9276018 PALAZZO DUCALE DI MODENA, sede dell’Accademia Militare VECCHIA PIRRI, Via Francesco Prampolini 8 Sconto del 10% e un ulteriore sconto del 10% da utilizzare in un’altra serata. Prenotazione consigliata. Info e prenotazione 059 235324 Domenica 9 ottobre, ore 9.30 visita guidata organizzata in collaborazione con Modenatur, biglietto ridotto € 7,00. Prenotazione entro il 21 settembre a [email protected] 059 220022 52 RISTORAZIONE In occasione degli spettacoli, dietro presentazione dell’abbonamento, sarà riservato uno sconto sulle consumazioni presso*: LIBRERIA UBIK MODENA, Via dei Tintori 22 Sconto del 10% - 059 237005 www.ubiklibri.com GROM – GELATERIA, Largo di Porta Bologna 40 Sconto del 10% presso il negozio Grom di Modena www.grom.it *Lo sconto verrà applicato anche dietro presentazione del regolare biglietto di accesso SCUOLE DI LINGUE ARTIGIANATO ARTISTICO Susanna Martini - Via Cesare Battisti 38 BAR E PASTICCERIE SPORT In collaborazione con OPLA’ CENTRO LUDICO MOTORIO, Via Gasparini 13 Sconto del 10% valido sul compleanno cuccioli (da 2 a 5 anni) e compleanni “oplà” (da 6 a 11 anni). I genitori o gli accompagnatori maggiorenni, NON pagano. Ogni bambino deve essere tesserato (tessera € 7,00). www.oplamodena.it/compleanni PISCINE PERGOLESI, Viale Divisione Aqui 152 15 ingressi Nuoto Libero a € 85,00 invece che € 105,00 059 373337 - www.piscinepergolesi.net PALESTRAEQUILIBRA, Via Eugenio Montale 25 Sconto del 10% sui corsi di: - Pilates Met - Rieducazione funzionale post fisioterapia per donne con interventi di tumore al seno - Allenamento funzionale per prevenzione e cura osteoporosi - Yoga 059 7272903 - www.palestraequilibra.it Sconto del 10% (esclusi saldi e promozioni) presso gli esercizi commerciali sotto indicati aderenti a Bar Penny - Via Mondatora 22 Bar Tiffany - Via Canalino 58 Caffetteria del Borgo - Piazza Sant’Eufemia 36 I Picari - Via Gallucci 44 Labeerinto - Via San Giacomo 48 Labeerinto - Via Castelmaraldo 31 No Name Caffè 1808 - Largo Garibaldi 26 ERBORISTERIE E PRODOTTI BIOLOGICI Erboristeria Il Fauno - Via San Carlo 1/B Erboristeria Officinalis - Corso Canalchiaro 11 L’Erbolario - Via Castellaro 21 OREFICERIE E GIOIELLERIE Bassi Gioielli - Via Castellaro 29 D.M. Gioielli-Antiquariato-Vintage - Via Emilia Centro 303 Oreficeria Zini - Piazza XX Settembre 14 Righi Mario - Corso Canalchiaro 14/16 Tiziano Gioielli - Corso Canalchiaro 3 BIANCHERIA INTIMA Il Filo - Via Emilia Centro 154 CALZATURE E CALZOLERIE Dugoni - Via Emilia Centro 293 Impression Dugoni - Largo Porta Bologna 46 CARTOLERIE E COPISTERIE Cartoleria Minerva - Via Canalino 1 CASALINGHI E ARREDAMENTO Alberti e Bulgarelli - Via Canalino 15 CRESCENTERIA – PANINOTECA Ai Sorrisi - Piazza XX Settembre 21/22 Crescenteria L’Or-Ma - Via Gallucci 25 Rucola e Stracchino - Piazza XX Settembre 1 Sano Italiano - Via Berengario 54 ABBONAMENTI MYES My English School, Via Carlo Cattaneo 56 Sconto del 10% per i corsi di lingua inglese 059 2929592 - www.myenglishschool.it/modena ENOGASTRONOMIE EnoGastronomia Bergonzini - Via Ganaceto 53 Gastronomia Saporiamo - Piazza XX Settembre 24 ABBIGLIAMENTO Due Più Per - Rua Muro 27/C Montorsi abbigliamento - Corso Duomo 5 8 Rue - Piazzale degli Erri 7 Pietri Store - Piazza Torre 7 ALIMENTARI Nuova Bottega - Via Scarpa 4 Storica Bottega di Via dei Tintori - Via dei Tintori 25 OTTICI Ottici Galvani - Via Emilia Centro 114 RISTORANTI E PIZZERIE Il Cantuccio - Via Ramazzini 65 Stallo del Pomodoro - Largo Hannover 63 PUB E BIRRERIE Maltomania - Via Saragozza 99 53 ABBONAMENTI A POSTO FISSO PER CHI APPREZZA LA COMODITÀ DELLA POLTRONA PRENOTATA PER TUTTA LA STAGIONE PROSA 12 Abbonamento a posto fisso: 9 spettacoli al Teatro Storchi e 3 al Teatro delle Passioni PLATEA INTERO RIDOTTO GIOVANI/ANZIANI E GRUPPI € 200,00 € 155,00 PRIMA E SECONDA GALLERIA INTERO RIDOTTO GIOVANI/ANZIANI E GRUPPI € 130,00 € 95,00 INVITO A TEATRO Abbonamento a posto fisso riservato ai soci COOP: 7 spettacoli al Teatro Storchi e 2 al Teatro delle Passioni PLATEA BALCONATA E PALCO € 125,00 PRIMA E SECONDA GALLERIA € 75,00 ABBONAMENTI INVITO A TEATRO + TEATRO MUSICALE Abbonamento riservato ai soci COOP: 9 spettacoli di prosa + 3 di Teatro Musicale PLATEA BALCONATA E PALCO € 178,00 PRIMA E SECONDA GALLERIA € 110,00 INSIEME A TEATRO Abbonamento a posto fisso riservato ai possessori di CARTA INSIEME CONAD: 5 spettacoli al Teatro Storchi e 3 al Teatro delle Passioni 54 NOVITÀ PLATEA BALCONATA E PALCO € 110,00 PRIMA E SECONDA GALLERIA € 70,00 ABBONAMENTI LIBERI (SCEGLI SPETTACOLO, DATA E POSTO) PER CHI NON SA MAI QUANDO RIUSCIRÀ AD ANDARE A TEATRO, MA VUOLE LA SICUREZZA DEL POSTO PER GLI SPETTACOLI CHE PIÙ GLI INTERESSANO PASSIONI 6 o 10 spettacoli a scelta su tutto il cartellone del Teatro delle Passioni. L’abbonamento è nominativo (non può essere utilizzato da più persone per lo stesso spettacolo). 6 SPETTACOLI INTERO RIDOTTO GIOVANI/ANZIANI/GRUPPI € 63,00 € 48,00 10 SPETTACOLI INTERO RIDOTTO GIOVANI/ANZIANI/GRUPPI € 90,00 € 70,00 CARNET 7 PLATEA BALCONATA E PALCO* INTERO RIDOTTO GIOVANI/ANZIANI € 140,00 € 108,00 PRIMA E SECONDA GALLERIA INTERO RIDOTTO GIOVANI/ANZIANI € 90,00 € 65,00 * Per ogni ingresso scelto al Teatro delle Passioni gli abbonati di platea avranno diritto a un biglietto per un accompagnatore. ABBONAMENTI 7 entrate a scelta su tutto il cartellone del Teatro Storchi e del Teatro delle Passioni, compreso il Teatro Musicale. Il titolare sceglie gli spettacoli, il numero dei posti per ogni spettacolo e la data di rappresentazione. Non è nominativo, può quindi essere utilizzato da più persone per lo stesso spettacolo. CARTA TEATRO Carta a scalare che contiene 12 “crediti”, utilizzabile in entrambi i teatri per tutti gli spettacoli (esclusi fuori abbonamento, Teatro Musicale e rassegna La domenica non si va a scuola). Verranno scalati 2 crediti per ogni entrata al Teatro Storchi e 1 credito per ogni entrata al Teatro delle Passioni. La tessera è nominativa, non può quindi essere ceduta né rimborsata. Non può essere utilizzata da più persone per lo stesso spettacolo. PREZZO UNICO PER QUALSIASI POSTO* INTERO RIDOTTO GRUPPI RIDOTTO GIOVANI/ANZIANI * Posti in base alla disponibilità al momento della prenotazione € 96,00 € 84,00 € 60,00 55 QUATTRO CARD Abbonamento riservato a: GIOVANI FINO A 20 ANNI, possessori della STUDENT CARD dell’Università di Modena e Reggio Emilia, titolari di CARTA DOC, possessori YOUNGER CARD 4 spettacoli a scelta su tutto il cartellone del Teatro Storchi e del Teatro delle Passioni (esclusi fuori abbonamento, Teatro Musicale e rassegna La domenica non si va a scuola). L’abbonamento è nominativo e non può essere ceduto né rimborsato. Non è possibile utilizzarlo più volte per lo stesso spettacolo. PREZZO UNICO PER QUALSIASI POSTO* INTERO TITOLARI STUDENT CARD € 40,00 € 25,00 * Posti in base alla disponibilità al momento della prenotazione ACQUISTARE UN ABBONAMENTO CON SCELTA DEGLI SPETTACOLI PASSIONI, CARNET 7, CARTA TEATRO, QUATTRO CARD Gli abbonamenti possono essere acquistati presso la biglietteria del teatro. Per la scelta degli spettacoli, posti e date bisognerà telefonare o recarsi in biglietteria dal 25 ottobre. I posti prenotati dovranno essere confermati telefonicamente (qualora non si ritiri il biglietto all’atto della prenotazione) entro il giorno precedente la rappresentazione scelta. ABBONAMENTI BIGLIETTI I biglietti per i singoli spettacoli saranno in vendita al pubblico non abbonato da martedì 2 novembre. I biglietti prenotati dovranno essere ritirati direttamente in biglietteria o pagati tramite carta di credito (con le modalità indicate all’atto della prenotazione) entro i 10 giorni successivi la data di prenotazione stessa, in caso contrario verranno annullati. Nel caso di prenotazioni effettuate nei 20 giorni antecedenti la rappresentazione, il ritiro dovrà avvenire entro il giorno successivo. TEATRO STORCHI PLATEA BALCONATA E PALCO INTERO RIDOTTO 10% RIDOTTO GIOVANI/ANZIANI RIDOTTO 30% RIDOTTO STUDENT CARD UNIMORE 56 € 25,00 € 22,50 € 19,00 € 17,50 € 15,00 I E II GALLERIA INTERO RIDOTTO 10% RIDOTTO GIOVANI/ANZIANI RIDOTTO 30% RIDOTTO STUDENT CARD UNIMORE € 15,00 € 13,50 € 12,00 € 10,50 € 10,00 POMERIDIANE GIORNI FERIALI PREZZO SPECIALE POSTO UNICO € 12,00 TEATRO DELLE PASSIONI PLATEA BALCONATA E PALCO INTERO RIDOTTO 10% RIDOTTO GIOVANI/ANZIANI RIDOTTO 30% RIDOTTO STUDENT CARD UNIMORE € 12,00 € 11,00 € 9,00 € 8,50 € 5,00 POMERIDIANE GIORNI FERIALI PREZZO SPECIALE POSTO UNICO € 9,00 Diritto di prevendita 8% con arrotondamento a € 0,50 In caso di dimenticanza/smarrimento del biglietto o dell’abbonamento verrà emesso un biglietto sostitutivo al costo di € 2,00 RIDOTTO GIOVANI E ANZIANI PER: Giovani fino a 29 anni, anziani oltre i 60 anni, associati Amici dei Teatri Modenesi, gruppi di almeno 10 persone. RIDOTTO DEL 10% SUL PREZZO DEL BIGLIETTO INTERO PER: Associati CGIL, CISL, FAI, ARCI, ACI, UISP, CSI, Soci Coop, Abbonati Teatro Comunale di Modena, Titolari Carta Insieme Conad, Titolari Carta Più, Donatori AVIS, Abbonati Trenitalia, My English School Modena. ABBONAMENTI RIDUZIONI ABBONAMENTI E BIGLIETTI RIDOTTO DEL 30% SUL PREZZO DEL BIGLIETTO INTERO PER: Abbonati dei Teatri di Emilia Romagna Teatro Fondazione (Teatro Storchi e Passioni Modena, Teatro Dadà Castelfranco Emilia, Teatro Ermanno Fabbri Vignola, Arena del Sole Bologna, Teatro Bonci Cesena). Possessori di un biglietto Trenitalia obliterato nella stessa giornata RIDOTTO STUDENT CARD UNIMORE: Per poter usufruire dell’agevolazione lo studente iscritto ed in regola con le tasse universitarie dovrà presentare alla biglietteria la tessera universitaria “student card” in corso. LAST MINUTE: solo on line il giorno di spettacolo 50% di riduzione sul prezzo intero. 57 INFORMAZIONI E ACQUISTO BIGLIETTERIE BIGLIETTERIA TELEFONICA tel. 059/2136021 Orari: dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 BIGLIETTERIA TEATRO STORCHI Largo Garibaldi 15 – Modena Orari: martedì dalle 10 alle 14 e dalle 16.30 alle 19 da mercoledì a venerdì dalle 10 alle 14 sabato dalle 10 alle 13 e dalle 16.30 alle 19 BIGLIETTERIA TEATRO DELLE PASSIONI viale Carlo Sigonio 382 – Modena Aperta solo in concomitanza con gli spettacoli programmati, da un’ora e mezza prima dell’inizio della rappresentazione. INFO INFORMAZIONI E VENDITA ON-LINE www.emiliaromagnateatro.com www.vivaticket.it 58 PUNTI VENDITA VIVATICKET elenco completo alla pagina www.vivaticket.it/canali_vendita.php Call center Vivaticket 892.234 lunedì/venerdì ore 9/19 sabato ore 9/14 Call center 89.24.24 Servizio a carattere sociale - Informativo di Seat Pagine Gialle. Costo da fisso € 0,026 al secondo più € 0,36 alla risposta (IVA incl.). Costo da mobile in funzione del gestore. Info e costi: www.892424.it Attivo 365 giorni l’anno, 24 ore su 24 www.matitegiovanotte.biz TEATRO NAZIONALE In copertina: MARIA ANTONIETTA DE BELLA, INTERPRETE, ABBONATA ERT. FOTO DI LUCA DEL PIA emiliaromagnateatro.com