Teatro Storchi e Teatro delle Passioni stagione 2016

MODENA
STAGIONE 2016 / 2017
TEATRO
TEATRO NAZIONALE
TEATRO
STORCHI
DELLE
PASSIONI
Emilia Romagna Teatro Fondazione nel 2017 festeggia 40 anni di attività.
Un traguardo importante che ERT celebra con grande attenzione alla qualità
degli allestimenti, proponendo alcune delle novità più significative del panorama
teatrale italiano e internazionale. Un cartellone che indaga i linguaggi e le poetiche
dell’oggi, la drammaturgia contemporanea, senza per questo trascurare la tradizione.
Una stagione che si apre nel segno di una campagna fotografica originale
di Luca Del Pia, che ha ritratto i veri protagonisti del nostro lavoro: gli spettatori
e gli abbonati. Persone che da anni seguono con passione e attenzione il nostro lavoro
e che, con un entusiasmo che ci ha sorpresi e commossi, hanno voluto e saputo
trasformarsi nei più sinceri dei testimonial possibili, offrendo la loro immagine
all’obiettivo della macchina fotografica.
TEATRO NAZIONALE
SI RINGRAZIANO
PER LA PREZIOSA PARTECIPAZIONE
Anita Bartoli, Loretta Benetti, Federico Benuzzi, Alessandro Carion, Diana Casadei,
Maria Antonietta De Bella, Mara Fantinati, Enrico Giorgi, Isabella Giorgio,
Simona Levoni, Natalino Miani, Iuri Monti, Graziano Nicoli, Linda Petracca,
Giovanna Re, Maria Loretta Tebaldi, Matteo Verri
le studentesse della VDs e della IV Cc del Liceo "V. Monti" di Cesena Aurora Arbizzani,
Sara Belletti, Martina Buzzone, Ilaria Cecchi, Giada Crimaldi, Arianna Giusto,
Grazia Veronica Labia, Beatrice Leucci, Beatrice Piraccini, Agnese Rebecchi,
Federica Severi, Arianna Zani e gli autori dei murales Dunia Maccagni e Matteo Nottoli
PER LA GENTILE OSPITALITA
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Agriturismo Il Luoghetto, Torre Maina, Maranello (MO)
Impianto ENI di via Torino 1999, Cesena
Liceo "V. Monti" di Cesena e il Dirigente Giancarlo Domenichini
Moda Capelli Parrucchieri Unisex, Vignola
Orto Botanico ed Erbario dell'Università di Bologna
Parrocchia di S. Egidio, Cesena, per la concessione del campo da tennis
President Bologna, Piscina Spiraglio
Somantica Project, Modena
Studio medico presso il Direzionale Toscanini (MO) e la referente dottoressa
Roberta Covezzi
Verri Gomme, Modena
TEATRO STORCHI
TEATRO DELLE PASSIONI
MODENA
STAGIONE 2016/2017
EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE
TEATRO STORCHI
Largo Garibaldi 15
41124 Modena
Biglietteria: tel 059 2136021
[email protected]
TEATRO NAZIONALE
Viale Carlo Sigonio 50/4
41124 Modena
tel 059 2136011
fax 059 2138252
[email protected]
TEATRO DELLE PASSIONI
Viale Carlo Sigonio 382
41124 Modena
tel 059 301880 (solo nelle sere di spettacolo)
www.emiliaromagnateatro.com
3
TEATRO DELLE PASSIONI
28 SETTEMBRE ORE 21
L’ARTE E UNA CARAMELLA
DA MONNA LISA AI GIORNI NOSTRI
UN A SOLO DI E CON CARLO VANONI
DRAMMATURGIA E REGIA GIAN MARCO MONTESANO
COLLABORAZIONE AL TESTO LUCA BERTA
VOCI FUORI CAMPO GIULIA BASEL
E MASSIMO VELLACCIO, UMBERTO MARCHESANI, MARESA GUERRA, LUIGIA TAMBURRO,
EMILIANO FURLANI
SPETTACOLI
FLORIAN METATEATRO CENTRO DI PRODUZIONE TEATRALE
4
Un’entusiasmante panoramica di cinquecento anni di storia dell’arte e delle opere che
l’hanno segnata. Gian Marco Montesano, regista, autore e artista fra i più affermati
delle arti visive, dirige Carlo Vanoni, consulente di varie gallerie d’arte e curatore di
mostre di arte contemporanea di interesse internazionale, in un monologo che spazia da
“Monna Lisa” a “Olympia” di Manet. Un flusso di parole, immagini e musica dal vivo per
indagare il rapporto tra Raffaello e il ‘taglio’ di Fontana, tra Leonardo da Vinci e Andy
Warhol.
In scena affiancano Carlo Vanoni solo una vecchia radio a valvole, una chitarra, un
pianoforte e le immagini proiettate dei capolavori dei più grandi Maestri. Mentre Monna
Lisa di Leonardo e Olympia di Manet sorridono, lievi e sdegnose del letto sfatto di Van
Gogh, i meccanismi interni della vecchia radio aiutano a spiegare la rivoluzione di
Cezanne e un assolo di chitarra ci porta da Kandinskij a Jackson Pollock, per arrivare
infine davanti a 79 kg di caramelle colorate ammucchiate nell’angolo di un museo. È
arte anche questa? Lo spettacolo vuole dare una risposta al quesito che accompagna
ogni prodotto dell’arte contemporanea. Vuole essere chiave d’accesso a una storia in
perenne divenire, uno strumento irrinunciabile per chi ama l’arte, ma anche per chi
detesta quella contemporanea; per chi pensa che l’arte sia solo bellezza, per chi cerca
l’emozione, per chi pretende che l’opera riveli abilità manuale. Sarà lo spettatore a
decidere da che parte stare.
TEATRO DELLE PASSIONI
4, 5, 6, 7, 25, 26, 27 OTTOBRE ORE 21
8 OTTOBRE ORE 20
9 OTTOBRE ORE 15.30
24 OTTOBRE ORE 15
22 OTTOBRE ORE 23
23 OTTOBRE ORE 16
DAVID E MORTO
DI VALERIA RAIMONDI E ENRICO CASTELLANI
PAROLE DI ENRICO CASTELLANI
CON (IN ODINE ALFABETICO) CHIARA BERSANI, EMILIANO BRIOSCHI, ALESSIO PIAZZA, FILIPPO QUEZEL,
EMANUELA VILLAGROSSI
MUSICHE ORIGINALI DI CABEKI
TEATRO STABILE DEL VENETO - TEATRO NAZIONALE, EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE
DA UN PROGETTO DI BABILONIA TEATRI
Ultimo spettacolo di Babilonia Teatri, una delle più innovative compagnie italiane, di
recente vincitrice del Leone d’Argento alla Biennale Teatro di Venezia.
In una provincia lasciata a sé stessa, dove si corre per non sapere quel che si lascia alle
spalle, cinque defunti parlano della loro vita e della loro morte. Chi si racconta da morto
non ha nulla da perdere né da nascondere.
«David – afferma Castellani – è morto suicida. A questa morte è seguita quella della
sorella di David e di altri ragazzi del suo paese. La morte di David è un pretesto per
raccontare un mondo più grande: dopo il fatto, la sua morte e il paese diventano oggetto
di spettacolo. Il tentativo sarà quello di portare tutto questo a un estremo che va oltre,
rendendo grottesco ciò che in realtà succede quotidianamente. (…) Noi partiamo
sempre da ciò che conosciamo meglio. Credo che se racconti un particolare che conosci
puoi provare a farlo diventare universale, mentre se parti dall’idea di fare una cosa che
vale per tutti probabilmente sarà irrealizzabile, perché non esiste una cosa che vale per
tutti».
Una storia impalpabile, pretesto per costruire un caleidoscopio di tic, un abbecedario di
manie, un carnevale di follie contemporanee. Quello che si compone è un ritratto delle
idiosincrasie del mondo in cui viviamo, dove a essere importante non è l’intreccio quanto
la possibilità di dipingere dei tipi umani e dei caratteri che racchiudono in sé il disagio
di abitare questo tempo.
SPETTACOLI
PROSA 12 TURNI 1, 2
INVITO A TEATRO TURNO A
5
Rigore scientifico e capacità di comunicare, appassionare, incuriosire: i migliori storici
salgono sul palcoscenico per parlare al grande pubblico.
Questa la formula che ha decretato il successo delle Lezioni di Storia, un appuntamento
diventato immancabile che ha coinvolto migliaia di persone.
Incantato da un linguaggio chiaro e avvincente, in luoghi sempre speciali, il pubblico ha
avuto la possibilità di conoscere in presa diretta le vicende delle nostre città, i grandi
avvenimenti contemporanei dell’Italia e del mondo, gli eventi che hanno impresso svolte
radicali, i personaggi che sono stati protagonisti della grande storia.
Dall’Impero romano ai nostri anni, portati per mano attraverso i secoli, in tanti hanno
scoperto perché un episodio anche lontano nel tempo possa spiegare il nostro presente e
dia risposte al bisogno di memoria.
SPETTACOLI
Le Lezioni di Storia sono partite da Roma per approdare a Milano, Torino, Genova,
Firenze, Trento, Rovereto, Trieste e anche Londra e Dublino. Grazie alla collaborazione tra
gli Editori Laterza e Emilia Romagna Teatro Fondazione debuttano a Modena al Teatro
Storchi.
TEATRO STORCHI
30 OTTOBRE ORE 17
ISLAM E OCCIDENTE IERI E OGGI
RELATORE FRANCO CARDINI
13 NOVEMBRE ORE 17
IL CAPO E LA FOLLA. LA GENESI DELLA DEMOCRAZIA
RELATORE EMILIO GENTILE
27 NOVEMBRE ORE 17
IL LINGUAGGIO DEL PAPA
RELATORE ALESSANDRO BARBERO
6
ingresso libero
TEATRO DELLE PASSIONI
5, 12 NOVEMBRE ORE 20
6, 13 NOVEMBRE ORE 15.30
8, 10, 11 NOVEMBRE ORE 21
9 NOVEMBRE ORE 15
FAUST
UNA RICERCA SUL LINGUAGGIO DELL’OPERA DI PECHINO
DI LI MEINI
BASATO SUL DRAMMA ‘FAUST: PRIMA PARTE’ DI JOHANN WOLFGANG GOETHE
TRADUZIONE FABRIZIO MASSINI
PROGETTO E REGIA ANNA PESCHKE
CONSULENTE ARTISTICO XU MENGKE
MUSICHE ORIGINALI COMPOSTE DA LUIGI CECCARELLI, ALESSANDRO CIPRIANI, CHEN XIAOMAN
INTERPRETI LIU DAKE, XU MENGKE, ZHAO HUIHUI, ZHANG JIACHUN
MUSICISTI FU CHAYINA (YUEQIN), VINCENZO CORE (CHITARRA ELETTRICA ED ELABORAZIONE ELETTRONICA),
WANG JIHUI (JINGHU), NIU LULU (GONG), LAURA MANCINI (PERCUSSIONI),
GIACOMO PIERMATTI (CONTRABBASSO), WANG XI (BANGU)
EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE / CHINA NATIONAL PEKING OPERA COMPANY
SI RINGRAZIA PER LA COLLABORAZIONE L’ISTITUTO CONFUCIO
SPETTACOLO IN CINESE CON SOVRATITOLI IN ITALIANO
Frutto di un lungo lavoro di preparazione, Faust è una sfida produttiva fortemente voluta
da ERT e realizzata grazie alla fiducia, al sostegno e all’entusiasmo della Compagnia
Nazionale dell’Opera di Pechino. Una sfida importante affidata ad Anna Peschke e a
un gruppo di interpreti cinesi accompagnati da un ensemble musicale composto da
musicisti italiani e cinesi. Con questa messinscena la giovane regista tedesca ha
lavorato alla creazione di un nuovo linguaggio fra Oriente e Occidente coniugando
diversi aspetti, dall’avvio di un fertile rapporto con la China National Peking Opera
Company, fino all’indagine gestuale e musicale del linguaggio scenico orientale.
Anna Peschke è al suo secondo spettacolo basato sullo studio del linguaggio dell’Opera
di Pechino dopo un Woyzeck, presentato a Pechino e a Francoforte. «Lì dove l’Occidente
perde la parola – è la sua visione – può entrare in gioco l’espressività rituale
dell’Oriente; dove la rigidità della tradizione orientale si fa scalfire emergono pieghe di
senso e di espressività rivitalizzanti per la comprensione contemporanea». Le origini
del Jingjù (termine cinese che indica l’Opera di Pechino) risalgono alla dinastia Tang
(618-907 d.C.) benché la «nascita del Jingjù» venga collocata nel 1790, anno in cui
numerose compagnie provenienti dalla Cina meridionale si radunarono a Pechino in
occasione del compleanno dell’Imperatore. Questa famosa arte performativa non solo
combina canto e recitazione come avviene nell’opera occidentale ma comprende anche
danza, arti acrobatiche e marziali in uno stile affascinante. Per questo motivo l’UNESCO
ha incluso lo Jingjù nella lista del “patrimonio culturale immateriale dell’umanità”.
SPETTACOLI
PROSA 12 TURNO 3
INVITO A TEATRO TURNO C
INSIEME A TEATRO
7
TEATRO STORCHI
10, 11 NOVEMBRE ORE 21
L’UOMO DAL FIORE IN BOCCA
... E NON SOLO
DI LUIGI PIRANDELLO
REGIA E ADATTAMENTO GABRIELE LAVIA
CON GABRIELE LAVIA
E CON MICHELE DEMARIA, BARBARA ALESSE
FONDAZIONE TEATRO DELLA TOSCANA, TEATRO STABILE DI GENOVA
SPETTACOLI
PROSA 12 TURNI 1, 2
INVITO A TEATRO TURNO B
8
Gabriele Lavia, attore tra le eccellenze del teatro italiano, mette in scena un folgorante
atto unico che Pirandello trasse dalla sua novella “Caffè notturno”. In un crescendo
emotivo, un connubio di tragico, comico e grottesco, ha luogo in scena l’incontro tra due
uomini. L’Uomo dal fiore in bocca, il cui destino è segnato da una malattia incurabile
e per questo medita sulla vita con urgenza appassionata, conquista con sofistiche
argomentazioni il Pacifico Avventore, un individuo in attesa del treno della mattina che
vive un’esistenza convenzionale, senza porsi il problema della morte. Nel volume “Grandi
monologhi del teatro contemporaneo”, a cura di Rodolfo Di Giammarco e Claudia Di
Giacomo, così viene descritto l’eloquio del protagonista: «Il nostro uomo analizza ogni
sensazione come fosse l’ultima e disquisisce sul gusto della vita. (…) È un discorso che
inizia con i toni dismessi di chi non ha più nulla da perdere, per accendersi poi quando,
in un crescendo di determinazione, tenta di far riflettere lo sprovveduto viaggiatore sulle
più profonde verità, con una dialettica serrata che soggioga il suo scettico ascoltatore».
Fra i due si inserisce un terzo personaggio, la Donna che passa da lontano, forse
il simbolo della morte che l’uomo porta sempre con sé ‘come un’ombra’. Grazie a
un’operazione drammaturgica originale la pièce diviene di più ampio respiro. Lo
spiega lo stesso Lavia: «Il breve atto unico è stato interpolato con ‘pezzi’ di novelle che
affrontano il tema (fatale per Pirandello) del rapporto tormentato tra marito e moglie che
viene visto col distacco di un’ironia che rende i personaggi vicinissimi a noi».
TEATRO STORCHI
17, 18 NOVEMBRE ORE 21
19 NOVEMBRE ORE 20
20 NOVEMBRE ORE 15.30
PURGATORIO
DI ARIEL DORFMAN
TRADUZIONE ALESSANDRA SERRA
REGIA CARMELO RIFICI
CON LAURA MARINONI E DANILO NIGRELLI
LUGANOINSCENA
IN COLLABORAZIONE CON LAC LUGANO ARTE E CULTURA E EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE
La biografia di Ariel Dorfman – saggista e giornalista e scrittore cileno di origini
argentine, nonché attivista dei diritti umani – è segnata dalla sua collaborazione con
Salvador Allende di cui, ancora giovanissimo, fu consigliere culturale. Costretto a
lasciare il Cile dopo il colpo di stato di Pinochet, Dorfman rientrerà in patria solo nel
1990 con il ritorno della democrazia, dividendosi tra Santiago e gli Stati Uniti dove
è docente universitario di letteratura e studi latino-americani. Come drammaturgo è
noto soprattutto per un’opera teatrale forte, intensa e provocatoria come La morte e
la fanciulla, da cui Roman Polanski trasse l’omonimo film di successo. In Purgatorio
l’autore riprende il mito di Medea e gli ingredienti della tragedia classica per indagare
nuovamente temi come la violenza e la crudeltà. In un luogo astratto – potrebbe essere
un carcere, un manicomio, un luogo di tortura o addirittura il Purgatorio – un uomo e
una donna devono confrontarsi per tentare di redimersi da un tragico destino. Il dialogo
è serrato: domande e risposte, quasi un interrogatorio. Un meccanismo di suspense,
dove è impossibile riconoscere la vittima e il carnefice. Laura Marinoni e Danilo Nigrelli,
interpreti sensibili e potenti, saranno diretti da Carmelo Rifici, direttore artistico di
LuganoInScena e direttore della Scuola di Teatro Luca Ronconi del Piccolo di Milano. «Il
meccanismo dello spettacolo – afferma il regista – tenderà a mettere spalle al muro i
due protagonisti, in un gioco serrato di accuse, riflessioni, attacchi e difese, in modo da
svelare l’autentico antidoto contro ogni assurda violenza: la capacità di perdonare».
SPETTACOLI
PROSA 12 TURNI 1, 2, 3, 4
9
TEATRO DELLE PASSIONI
24, 25 NOVEMBRE ORE 21
26 NOVEMBRE ORE 20
AND IT BURNS, BURNS, BURNS
QUADRO FINALE DEL PROMETEO
PROGETTO SIMONA BERTOZZI, MARCELLO BRIGUGLIO
IDEAZIONE E COREOGRAFIA SIMONA BERTOZZI
MUSICA FRANCESCO GIOMI, “ERIC BURDEN & THE ANIMALS”
INTERPRETI ANNA BOTTAZZI, ARIANNA GANASSI, GIULIO PETRUCCI, ARISTIDE RONTINI,
STEFANIA TANSINI
NEXUS 2016
CON IL CONTRIBUTO DI MIBACT E REGIONE EMILIA-ROMAGNA FONDO DI SOSTEGNO ALLA PRODUZIONE
E DISTRIBUZIONE DELLA DANZA D’AUTORE REGIONE EMILIA-ROMAGNA 2015/2016
SPETTACOLI
CON IL SOSTEGNO DI FONDAZIONE NAZIONALE DELLA DANZA / ATERBALLETTO CENTRO DI PRODUZIONE
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L’ultimo lavoro di Simona Bertozzi, coreografa, danzatrice e performer, è dedicato alla
trasposizione nella contemporaneità del mito di Prometeo.
And it burns, burns, burns è il quadro finale di un percorso che vede in scena interpreti
adulti e adolescenti che hanno attraversato le tappe precedenti del progetto.
«Insieme – scrive Simona Bertozzi – per ribadire, del Prometeo, la consegna di
un processo, di un agire che non esaurisce la sua pratica, poiché teso all’urto e al
turbamento dell’incedere in natura.
La loro danza è territorio in cui far deflagrare le epifanie, le improvvise rivelazioni, la
trama dei desideri, delle sorprese, l’impossibilità di un arresto.
Si stratifica il sapere appena appreso per predisporsi alla vertigine successiva. C’è
crescita, fermento ma anche fragilità e sbilanciamento, come di fronte a ciò che non si
può prevedere.
Il corpo in crescita si lancia e sovrappone a quello maturo.
L’adulto osserva l’adolescente introiettando pulsazioni elettriche e perentorie
esercitazioni.
Sono figure che non rivelano una origine ma accostano provenienze e immaginari,
territori, temperature, coordinate climatiche. Fanno esperienza di estensione e intensità.
È una fiamma che non si estingue e, laddove la pratica e l’ostinazione fan sì che il
codice possa essere metabolizzato, il movimento continua ad apparire fragile, teso
all’incompletezza di una forma finale che, se mai raggiunta, non potrebbe accogliere la
molteplicità delle trasfigurazioni, degli attraversamenti e delle visioni.»
TEATRO DELLE PASSIONI
29, 30 NOVEMBRE ORE 21
NATIVOS
IDEAZIONE AYELEN PAROLIN
COREOGRAFIE AYELEN PAROLIN E MARC IGLESIAS
CREAZIONE E INTERPRETAZIONE MUSICALE LEA PETRA, SOO KIM
INTERPRETI JAE YOUNG PARK, JONG KYUNG LIM, YONG SEAN LIU, YONG SEUNG CHOI
CREAZIONE MUSICALE E PIANO LEA PETRA
PERCUSSIONI E VOCE YEO SEONG RYONG
THÉÂTRE DE LIÈGE, KOREA NATIONAL CONTEMPORARY DANCE COMPANY (KNCDC), RUDA ASBL
IN CO-PRODUZIONE CON THÉÂTRE LES TANNEURS, CENTRE CULTUREL CORÉEN DE BRUXELLES, THÉÂTRE
NATIONAL DE BRETAGNE / RENNES, ACCUEIL STUDIO ASIAN DANCE COMPANY
CON IL SOSTEGNO DI FÉDÉRATION WALLONIE-BRUXELLES, WBTD, WBI, SACD
Ayelen Parolin, talentuosa coreografa e danzatrice nata a Buenos Aires che vive e lavora
a Bruxelles, presenta il suo nuovo lavoro realizzato nell’ambito di una residenza artistica
presso il Théâtre de Liège, frutto della collaborazione interculturale con i ballerini
coreani della Korean National Dance Company. Dopo il successo di Eretici nel 2014, la
giovane coreografa ha creato lo spettacolo Nativos a partire dal confronto tra il pensiero
di Walter Benjamin sull’uomo moderno, considerato dal filosofo tedesco codificato e
privo di spontaneità, e i suoi studi sullo sciamanesimo e il legame primitivo tra uomo
e natura. Alla ricerca di un possibile trait d’union tra questi due argomenti, Parolin
sviluppa una partitura coreografica inizialmente matematica e geometrica, pensata
come un rito della società moderna iper-codificata, standardizzata e meccanica. L’arte
tersicorea dei ballerini della Korean National Dance Company, rigorosa e tecnicamente
precisa, gradualmente si apre a una narrazione scenico-corporea votata al recupero
della spontaneità fisica che, come nei rituali della tradizione sciamanica, diventa
moto selvaggio, frenetico e animalesco. Il sussulto di gesti e movimenti, la tensione
espressiva di muscoli e ossa, sono scanditi da una composizione per pianoforte della
musicista Lea Petra, che si aggiunge ai toni più ritmati del percussionista e cantante
coreano Yeo Seong Ryong. Dopo l’anteprima mondiale al Seoul Arts Center nel luglio
2016, Nativos approda a Modena per attrarci in un autentico viaggio sciamanico,
un’immersione nelle pulsioni dell’essere liberate attraverso l’istintivo linguaggio del
corpo.
SPETTACOLI
NELLA STAGIONE 2016/2017 AYELEN PAROLIN È IN RESIDENZA ARTISTICA PRESSO THÉÂTRE DE LIÈGE, IN RESIDENZA
AMMINISTRATIVA PRESSO THÉÂTRE LES TANNEURS ED È ACCOMPAGNATA DA GRAND STUDIO.
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TEATRO STORCHI
30 NOVEMBRE, 2 DICEMBRE ORE 21
1 DICEMBRE ORE 15
3 DICEMBRE ORE 20
4 DICEMBRE ORE 15.30
NATALE IN CASA CUPIELLO
DI EDUARDO DE FILIPPO
REGIA ANTONIO LATELLA
DRAMMATURGA DEL PROGETTO LINDA DALISI
CON FRANCESCO MANETTI, MONICA PISEDDU, LINO MUSELLA, VALENTINA ACCA, MICHELANGELO DALISI,
FRANCESCO VILLANO, GIUSEPPE LANINO, LEANDRO AMATO, MAURIZIO RIPPA, ALESSANDRA BORGIA,
ANNIBALE PAVONE, EMILIO VACCA
TEATRO DI ROMA
SPETTACOLI
PROSA 12 TURNI 1, 2, 3,4
INSIEME A TEATRO
12
Recentemente nominato direttore della Biennale Teatro di Venezia, dopo l’exploit di Santa
Estasi, Antonio Latella porta al Teatro Storchi lo spettacolo con il quale, ritornando alle
sue radici napoletane, ha incontrato il teatro di Eduardo. Natale in casa Cupiello è un
capolavoro di ‘amarezza dolorosa’, che il regista reinterpreta coniugando tradizione e
modernità e attraversando l’eredità di Eduardo come autore, artista e personaggio dal
respiro europeo.
Il capofamiglia Luca Cupiello come ogni anno ricompone il Presepe con innocenza
fanciullesca, ma nessuno ne sa più gioire: la moglie lo maledice per quell’ostinazione
che lo allontana dalla sacralità reale della famiglia, il figlio afferma deciso di non
provare nessun piacere nel Presepe del padre («Te piace o presepe?» è l’ossessiva
domanda la cui risposta è inevitabilmente: «No, nun me piace»), il fratello di Luca
nemmeno lo vede, solo la figlia avrà il coraggio di farlo a pezzi ma il padre lo vorrà
ricostruire, sempre più grande, più splendente. La drammaturgia ‘visiva’ del regista si
concentra sul Presepe. Il Presepe è corpo, voce, parola, sguardo. E la stella cometa non
porta nessuna buona notizia. «Luca Cupiello – annota Latella – insegue la stella come
le pale di un mulino a vento. Lievita in assenza di concretezza e si riduce a un dolore
fasciato di pelle e ossa; un ‘pater’ fuori ruolo che parla un’altra lingua e si muove in
un altro modo». Domina sul piano drammaturgico la ricerca continua di un dialogo tra
lingua italiana e napoletana, senza dimenticare il confronto tra origini e innovazione, ed
è proprio qui che risiede l’omaggio di Latella a Eduardo.
TEATRO DELLE PASSIONI
2 DICEMBRE ORE 21
3 DICEMBRE ORE 20
4 DICEMBRE ORE 17
BIGLIETTI DA CAMERE SEPARATE
UNO SGUARDO DI ANDREA ADRIATICO
SU PIER VITTORIO TONDELLI
CON ALBERTO BARAGHINI IN CAMERA 1
STEFANO TOFFANIN IN CAMERA 2
MUSICHE ORIGINALI DI MASSIMO ZAMBONI CANTATE DA ANGELA BARALDI
TEATRI DI VITA
Un omaggio a Pier Vittorio Tondelli, a 25 anni dalla scomparsa avvenuta a soli 36 anni,
da parte di Andrea Adriatico, il regista che compone partiture della parola e dello spazio,
facendo base nella “casa” bolognese di Teatri di Vita.
Lo spunto è dato dal romanzo “Camere separate”, un’opera intima, la storia bruciante
e semi-autobiografica di Leo, scrittore omosessuale che svela il Tondelli segreto di
fronte ai misteri dell’amore e della morte. Scrisse Tondelli: «è forse un adagio condotto
sull’interiorità e sul rinvenimento delle motivazioni profonde, per il protagonista,
dell’amare e dello scrivere. Il primo romanzo che ho scritto dopo il compimento del
trentesimo anno».
«Gli anni ’80 – annota Adriatico – sono questo per me: anni amari. L’Aids si è portato
via i sogni della gente di quel tempo, e non li ha più restituiti. Anzi… ha regalato in
cambio un sonno perenne, definitivo, ad un’intera generazione. Gli anni amari di Pier
Vittorio Tondelli sono finiti così, nel 1991, al debutto di un Natale, in un letto d’ospedale.
Non ha parlato mai della sua malattia pubblicamente. Non ha parlato mai del suo
morire. Almeno in apparenza. L’ha però trasposta in un racconto carico di umanità legato
alla morte altrui, usata come specchio per l’anima.
Ha però parlato di omosessualità, di silenzio, di vita, di misteri delle emozioni, quasi
suo malgrado. (...) Sono convinto che non sia, come ingiustamente molti pensano, solo
un autore del suo tempo, miseramente relegato nel turbine di weekend postmoderni. Per
questo provo a restituire “Camere separate” in brevi biglietti sentendone proprio ora
tutta la straordinaria potenza e attualità».
SPETTACOLI
CON IL SOSTEGNO DI COMUNE DI BOLOGNA – SETTORE CULTURA, REGIONE EMILIA-ROMAGNA – SERVIZIO
CULTURA, MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITÀ CULTURALI E DEL TURISMO
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TEATRO DELLE PASSIONI
9 DICEMBRE ORE 21
10 DICEMBRE ORE 20
11 DICEMBRE ORE 17
UTOYA
UN TESTO DI EDOARDO ERBA
CON LA CONSULENZA DI LUCA MARIANI, AUTORE DE ‘IL SILENZIO SUGLI INNOCENTI’
REGIA SERENA SINIGAGLIA
CON ARIANNA SCOMMEGNA E MATTIA FABRIS
SPETTACOLI
TEATRO METASTASIO STABILE DELLA TOSCANA
IN COLLABORAZIONE CON TEATRO RINGHIERA ATIR
CON IL PATROCINIO DELLA REALE AMBASCIATA DI NORVEGIA IN ITALIA
14
Regista, drammaturgo e autore di opere tradotte e rappresentate in tutto il mondo,
Edoardo Erba deriva lo spunto per questo suo testo dalla terribile strage compiuta dal
neonazista Breijvik nel luglio del 2011 in Norvegia, nell’isola di Utoya. Attraverso tre
coppie, tutte interpretate da Arianna Scommegna e Mattia Fabris, lo spettacolo vuole
farci riflettere su un tragico capitolo della nostra storia recente.
«Scrivere un testo su quanto è avvenuto a Utoya – afferma Edoardo Erba – è un’impresa
impegnativa. Sì, d’accordo, di quell’evento si è parlato troppo poco e male, e il libro
di Mariani colma un po’ una lacuna di comunicazione per certi versi scandalosa.
Ma il Teatro non è il luogo della documentazione e dell’informazione in primis, è la
sede di una riflessione. E la riflessione su un avvenimento del genere sconcerta: non
è un gesto di follia, ma contemporaneamente lo è. Non è cospirazione politica, ma
contemporaneamente la è. Non è un esempio di inefficienza dei sistemi di difesa, e
tuttavia lo è. Non è un caso di occultamento dell’informazione, però lo è. Ciò che il
Teatro, anzi la mia scrittura teatrale, può fare dentro questo labirinto è trovare dei
personaggi che lo percorrano e che ce lo restituiscano attraverso il filtro della loro
personalità e dei loro rapporti». Conclude l’autore: «Abbiamo scelto di tornare là, in
Norvegia, in quel terribile 22 luglio del 2011, a osservare tre coppie coinvolte in modo
diverso in quello che stava accadendo. Proverò attraverso di loro a spalancare una
finestra di riflessione, che se non ci darà tutto il filo per uscire da quel labirinto, per lo
meno a sprazzi ne illuminerà alcune zone oscure con la luce della poesia».
TEATRO STORCHI
17 DICEMBRE ORE 20
18 DICEMBRE ORE 15.30
LAIKA
UNO SPETTACOLO DI ASCANIO CELESTINI
CON ASCANIO CELESTINI E GIANLUCA CASADEI ALLA FISARMONICA
E LA VOCE FUORI CAMPO DI ALBA ROHRWACHER
FABBRICA
Cosa farebbe Gesù se oggi tornasse sulla terra? Lo ha immaginato Ascanio Celestini,
instancabile affabulatore, con lo struggente spettacolo che prende il nome della
cagnetta lanciata nello spazio dall’Unione Sovietica nel 1957 e che, in quel freddo
mattino di novembre, fu per poche ore ‘l’essere vivente più vicino a Dio’…
In Laika un Gesù improbabile, che dice di essere stato mandato molte volte nel mondo,
si confronta con i propri dubbi e le proprie paure. Dalla finestra dell’appartamento
in periferia nel quale si è rinchiuso si vede il parcheggio di un supermercato e il
barbone che di giorno chiede l’elemosina e di notte dorme tra i cartoni. Il barbone è
un vero migrante nordafricano, arrivato in Italia su un barcone, di cui si sentirà la
voce registrata. Con Cristo c’è Pietro che opera concretamente nel mondo: fa la spesa,
compra pezzi di ricambio per riparare lo scaldabagno, si arrangia a fare piccoli lavori
saltuari per guadagnare qualcosa. «Questa volta – scrive Celestini – Cristo non si è
incarnato per redimere l’umanità, ma solo per osservarla. Nell’appartamento questo
Cristo contemporaneo non vuole che entri nessun altro, ma è interessato a ciò che
accade fuori. Soprattutto vuole sapere del barbone, non per salvarlo dalla sua povertà,
ma per fargliela vivere allegramente (...) Insomma non è il Cristo ‘vero Dio e vero uomo’
ma un essere umanissimo fatto di carne, sangue e parole. Non sappiamo se si tratta
davvero del figlio di Dio o di uno schizofrenico, ma se il Creatore si incarnasse per
redimere gli uomini condividendo la loro umanità, questa incarnazione moderna non
potrebbe non includere anche le paure e i dubbi del tempo presente».
SPETTACOLI
PROSA 12 TURNO 4
INVITO A TEATRO TURNI C, D
15
TEATRO STORCHI
10 GENNAIO ORE 21
CINEMA CIELO
IDEAZIONE E REGIA DANIO MANFREDINI
CON PATRIZIA AROLDI, VINCENZO DEL PRETE, DANIO MANFREDINI, GIUSEPPE SEMERARO
SPETTACOLI
EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE, FESTIVAL SANTARCANGELO DEI TEATRI
DISTRIBUZIONE LA CORTE OSPITALE
16
Torna a Modena dopo molti anni Cinema Cielo, spettacolo cult di Danio Manfredini,
che con questo lavoro vinse il Premio Ubu nel 2004. Un’opera intima di forte intensità
poetica che si ispira al luogo omonimo, sala cinematografica a luci rosse di Milano,
ora chiusa. Una lente d’ingrandimento su un’umanità per la quale il sesso è bisogno,
evasione, merce, voglia di compagnia e fantasma d’amore. Mentre lo spettatore
spia le presenze che abitano il luogo, lo sguardo è rivolto alla sala cinematografica:
il sonoro del film che scorre è ispirato a un romanzo di Jean Genet che racconta
di Louis, soprannominato Divine, dei suoi amanti e di Nostra Signora dei Fiori,
seducente assassino. Trasferendo l’opera di Genet in una partitura sonora per quadri e
intrecciandola con la vita di un cinema a luci rosse, prende forma un’opera che risuona
della complessità del romanzo e lo aggancia fortemente al mondo contemporaneo.
Cinema cielo vive delle ombre che abitano la sala che a loro volta fanno riemergere
quelle di Genet.
Il “maestro invisibile” Danio Manfredini è una delle voci più intense del teatro
contemporaneo. Formatosi con César Brie e Iben Nagel Rasmussen, è cresciuto
nell’ambiente dei centri sociali e ha lavorato a lungo anche in strutture psichiatriche. Ha
realizzato rari e preziosi spettacoli, dove spesso recita solo, costruiti attraverso un feroce
lavoro su di sé, un maniacale perfezionismo, una grammatica drammaturgica e gestuale
complessa e raffinata ma di immediata comunicatività ed efficacia.
TEATRO DELLE PASSIONI
10, 11, 13, 17, 18, 19, 20 GENNAIO ORE 21
12 GENNAIO ORE 15
14, 21 GENNAIO ORE 20
15, 22 GENNAIO ORE 15.30
ASSASSINA
DI FRANCO SCALDATI
RIDUZIONE E REGIA ENZO VETRANO E STEFANO RANDISI
CON ENZO VETRANO, STEFANO RANDISI E I FRATELLI MANCUSO
MUSICHE E CANTI ORIGINALI COMPOSTI ED ESEGUITI IN SCENA DAI FRATELLI MANCUSO
EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE
PRIMA ASSOLUTA
Drammaturgo, attore, poeta siciliano di talento singolare, Franco Scaldati ha realizzato
l’impresa di fare entrare la poesia nel teatro contemporaneo italiano, dando voce a
una marginalità sociale ed esistenziale di opposizione a quella del potere e dei suoi
condizionamenti. Enzo Vetrano e Stefano Randisi, a loro volta artisti di acuta sensibilità,
non sono nuovi alla messa in scena di testi di questo ‘Beckett italiano’, come fu definito
dal critico Franco Quadri, avendo messo in scena, qualche anno fa, una toccante
versione di Totò e Vicè.
Scritto nel 1984, Assassina è «un giallo sotterraneo della coscienza, dove ancora una
volta morti e vivi convivono» come fu sintetizzato dallo stesso Franco Quadri che lo
considerava uno dei testi più struggenti di Scaldati. Una vecchina e un omino vivono
nella stessa casa dove si preparano da mangiare, si lavano, parlano e giocano coi
loro animali: la gallina Santina e il topo Beniamino. Alla parete ci sono appesi i ritratti
dei genitori, che di tanto in tanto fanno sentire la loro voce con lirici assoli o divertiti
commenti. Ma la vecchina e l’omino non si conoscono, non si sono mai incontrati,
anzi ignorano l’uno l’esistenza dell’altro. E quando improvvisamente, una notte, si
scoprono a dormire nello stesso letto, che ognuno ovviamente giura essere il suo,
comincia un’infinita sequenza di battibecchi, interrogatori, accuse e smentite, scambi di
identità... Sono personaggi che abitano un territorio tra l’irreale e il surreale, il sogno e il
fantastico, sono in fuga da una realtà inaccettabile e insopportabile.
SPETTACOLI
PROSA 12 TURNI 2, 3, 4
INVITO A TEATRO TURNI A, D
17
TEATRO STORCHI
12, 13 GENNAIO ORE 21
14 GENNAIO ORE 20
15 GENNAIO ORE 15.30
ALICE UNDERGROUND
DA LEWIS CARROLL
UNO SPETTACOLO SCRITTO, DIRETTO E ILLUSTRATO DA FERDINANDO BRUNI E FRANCESCO FRONGIA
CON ELENA RUSSO ARMAN, IDA MARINELLI, UMBERTO PETRANCA, MATTEO DE MOJANA
TEATRO DELL’ELFO
SPETTACOLI
PROSA 12 TURNI 1, 3
INVITO A TEATRO TURNI B, D
INSIEME A TEATRO
18
I due libri di Lewis Carroll, “Alice nel paese delle meraviglie” e “Al di là dello specchio”
continuano a meravigliare generazioni diverse di lettori e a ispirare artisti, filosofi,
poeti, registi generando sempre nuove possibili interpretazioni. Non poteva mancare
la versione del Teatro dell’Elfo, che alla cultura anglosassone ha da sempre attinto
per allestimenti visionari, una versione densa di invenzioni sceniche, sospese tra
tecnologia dei video e arte del disegno. Si tratta di un ‘cartoon teatrale’ realizzato con
più di trecento disegni, dipinti ad acquerello con pazienza certosina e quindi animati
in un flusso continuo di proiezioni, nelle quali gli attori in carne e ossa si perdono
per poi ritrovare la dimensione del sogno e dell’infanzia. Una scatola magica dove è
possibile contestare il senso delle parole, inscenare assurdi indovinelli, mettere in
dubbio le nostre certezze. Gli attori danno corpo e voce a una moltitudine di personaggi,
trasformandosi senza tregua e interpretando dal vivo canzoni che prendono a prestito le
note dei Roxy Music, dei Pink floyd, dei Beatles, dei Rolling Stones.
Se da una parte la Alice Underground firmata Bruni e Frongia riprende il titolo del
manoscritto originale – “Alice’s Adventures Under Ground” – scritto e illustrato a
mano dall’autore per la piccola Alice Liddell, dall’altra allude alla cultura antagonista.
Sottolinea inoltre che si tratta di un viaggio sottoterra, nei territori misteriosi del sogno
e dell’inconscio, alle radici dell’individuo e della collettività per «un’ora e mezza di puro
piacere visivo, di sorpresa continua, di suspence reiterata» (La Stampa).
TEATRO STORCHI
17, 18 GENNAIO ORE 21
THE PRIDE
DI ALEXI KAYE CAMPBELL
TRADUZIONE MONICA CAPUANI
REGIA LUCA ZINGARETTI
CON LUCA ZINGARETTI
VALERIA MILILLO, MAURIZIO LOMBARDI, ALEX CENDRON
ZOCOTOCO
Luca Zingaretti, amato dal grande pubblico soprattutto per le sue interpretazioni
televisive nei panni del Commissario Montalbano ma attore con una solida esperienza
teatrale alle spalle, dirige e interpreta un testo pluripremiato del drammaturgo grecobritannico Alexi Kaye Campbell. Magnificamente orchestrato The Pride è un testo
enigmatico in cui due storie si svolgono in periodi di tempo lontani tra loro.
Londra 1958. È una serata speciale. Sylvia, una ex attrice reduce da un esaurimento
nervoso, sta lavorando alle illustrazioni del libro di Oliver, uno scrittore per ragazzi. Non
vede l’ora di presentarlo al marito Philip e quella sera, finalmente, usciranno a cena
insieme.
Londra 2015. È una serata da incubo. Oliver, un giornalista gay, ha appena rotto con
Philip, un fotoreporter con il quale ha avuto una storia di due anni. Sylvia, amica di
entrambi, cercherà di indagare i motivi per cui Oliver sta cercando di sabotare una
relazione importante come quella che ha con Philip.
Le due vicende, interpretate dagli stessi attori, procedono a scene alterne. A prima
vista sembrano non avere nulla in comune ma via via si scopriranno echi, rimandi,
problematiche che invece hanno molto in comune.
The Pride esplora temi come il destino, l’amore, la fedeltà e il perdono. Pone la grande
questione della nostra identità e delle scelte che determinano il nostro io più profondo.
Perché nella vita, tutti prima o poi, indipendentemente dall’orientamento sessuale,, ci
troviamo ad affrontare lo stesso dilemma: scoprire chi siamo veramente, cosa vogliamo
dalla vita e se saremo capaci di raggiungerlo.
SPETTACOLI
PROSA 12 TURNO 1
INVITO A TEATRO TURNO A
19
TEATRO DELLE PASSIONI
24, 25, 26, 27 GENNAIO, 1, 2, 3 FEBBRAIO ORE 21
28 GENNAIO, 4 FEBBRAIO ORE 20
29, 31 GENNAIO, 5 FEBBRAIO ORE 15.30
PRIMA DELLA PENSIONE
OVVERO COSPIRATORI
UNA COMMEDIA DELL’ANIMA TEDESCA
DI THOMAS BERNAHRD
PROGETTO, SCENE E REGIA ELENA BUCCI E MARCO SGROSSO
CON ELENA BUCCI, MARCO SGROSSO, ELISABETTA VERGANI
EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE | FONDAZIONE TEATRO DELLA TOSCANA
IN COLLABORAZIONE CON LE BELLE BANDIERE
SPETTACOLI
PROSA 12 TURNI 1, 4
INVITO A TEATRO TURNO B
20
Il teatro di Thomas Bernhard, drammaturgo austriaco (1931-1989) dalle illuminanti
riflessioni sul mondo contemporaneo, torna sul palcoscenico del Teatro delle Passioni
con una nuova versione di Prima della pensione, a cura di Elena Bucci e Marco Sgrosso,
per molti anni parte del nucleo storico della compagnia di Leo de Berardinis.
Scritto nel 1979 con la consueta maestria e intelligenza, vede protagonista una
famiglia di tre fratelli – Rudolf, Vera e Clara – che paiono esistere soltanto in un
morboso incatenarsi l’uno all’altro, fantasmi che sbiadiscono se lasciati in solitudine
e, soprattutto, se lasciati senza parole da dire e da ascoltare. Assistiamo ai loro riti di
maniacale precisione, che ne costituiscono l’identità e ne guidano i sentimenti.
Tra le claustrofobiche pareti domestiche, nel giorno del compleanno del criminale
nazista Heinrich Himmler, il giudice Rudolf Holler, ex ufficiale delle SS prossimo alla
pensione, celebra la curiosa ricorrenza con un festino segreto, una ‘cena d’anniversario’
allestita con cura meticolosa per lui da sua sorella Vera, amante e musa devota, con la
partecipazione ostile ma complice dell’altra sorella inferma Clara, vittima e al tempo
stesso carnefice dei suoi due congiunti.
Tra ambigue memorie d’infanzia e di guerra, recriminazioni incrociate, grottesche
mascherate e brindisi spettrali, si consuma un rito fuori tempo che precipita verso un
finale sospeso tra il dramma e la tragica ironia come tutta la commedia stessa, definita
da Benjamin Heinrichs «il più complicato, il più sinistro, il testo migliore di Bernhard».
TEATRO DELLE PASSIONI
7, 8, 9, 10, 11, 15, 16, 17, 18 FEBBRAIO ORE 20
12, 19 FEBBRAIO ORE 15.30
14 FEBBRAIO ORE 14
AFGHANISTAN: IL GRANDE GIOCO
DI STEPHEN JEFFREYS, RON HUTCHINSON, AMIT GUPTA, LEE BLESSING, DAVID GREIG
TRADUZIONE LUCIO DE CAPITANI
REGIA FERDINANDO BRUNI, ELIO DE CAPITANI
EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE, TEATRO DELL’ELFO
Arriva sulla scena italiana lo spettacolo che ha entusiasmato il pubblico britannico,
messo in scena per la prima volta nel 2009 dal Tricycle Theatre di Londra dopo aver
commissionato il testo ad alcuni fra i più interessanti autori contemporanei. Il Guardian
ha riferito che «qualcosa di importante è accaduta al Tricycle dove la storia e la cultura
dell’Afghanistan sono state portate in scena in un modo emozionante e provocatorio».
E l’Independent: «Questo trionfante evento del Tricycle è più di un corso intensivo sulla
storia e sul malaffare politico. È una meravigliosa presentazione teatrale di una storia
terribile».
Afghanistan: il grande gioco copre un arco di tempo che va dal 1839 ai giorni nostri
raccontando il rapporto complesso e quasi sempre fallimentare che l’Occidente ha
avuto con l’Afghanistan, stato che per la sua posizione geografica ha sempre rivestito
un’importanza strategica fondamentale nello scacchiere mondiale. L’espressione «il
grande gioco» è stata infatti utilizzata per la prima volta nel 1827 da un ufficiale
britannico per definire il conflitto, caratterizzato soprattutto dall’attività delle diplomazie
e dei servizi segreti, che contrappose Gran Bretagna e Russia in Medio Oriente e Asia
centrale nel corso di tutto il XIX secolo. Un conflitto che, mutati in parte i protagonisti, è
più che mai attuale oggi.
Emilia Romagna Teatro Fondazione e Teatro dell’Elfo propongono questa grande epopea
teatrale, suddivisa in nove stazioni, in due tappe. Per questa prima vengono utilizzati
i testi di Stephen Jeffreys, Ron Hutchinson, Amit Gupta, Lee Blessing e David Greig, la
regia è affidata a Ferdinando Bruni ed Elio De Capitani.
SPETTACOLI
PROSA 12 TURNI 1, 2
INVITO A TEATRO TURNO D
21
TEATRO STORCHI
9, 10 FEBBRAIO ORE 21
11 FEBBRAIO ORE 20
12 FEBBRAIO ORE 15.30
LA PAZZA DELLA PORTA ACCANTO
DI CLAUDIO FAVA
UNO SPETTACOLO DI ALESSANDRO GASSMANN
CON ANNA FOGLIETTA
ANGELO TOSTO, ALESSANDRA COSTANZO, SABRINA KNAFLITZ, LIBORIO NATALI, OLGA ROSSI,
CECILIA DI GIULI, STEFANIA UGOMARI DI BLAS, GIORGIA BOSCARINO, GAIA LO VECCHIO
TEATRO STABILE DI CATANIA / TEATRO STABILE DELL’UMBRIA
SPETTACOLI
PROSA 12 TURNI 1, 2, 3, 4
INVITO A TEATRO TURNI C, D
INSIEME A TEATRO
22
Un omaggio alla più osannata e controversa poetessa contemporanea italiana Alda
Merini, scomparsa nel 2009. Un testo commovente di Claudio Fava, giornalista e politico
sensibile al sociale per la regia di Alessandro Gassmann, che racconta: «Dopo aver letto
il testo di Claudio, un ritratto giovanile, intimo e struggente della grande poetessa, ho
avvertito immediatamente la necessità, direi l’urgenza, di metterlo in scena. Un testo
che si sviluppa all’interno di un ospedale psichiatrico e che ripercorre la drammatica
esperienza della Merini. Erano gli anni in cui la parola ‘depressione’ non si conosceva
e chi soffriva di questa malattia veniva definito pazzo. Erano anche gli anni in cui
negli ospedali psichiatrici praticavano l’elettroshock e i bagni nell’acqua gelata». Per
il ruolo della protagonista la scelta è caduta su una delle attrici del cinema italiano
più attive, Anna Foglietta. «È il marito a farla internare – afferma l’attrice romana –,
dice: è pazza, portatela via. Alda viene allontanata dalla sua casa, dai suoi affetti e
scaraventata in un pozzo. Ma è una donna forte e riesce persino a godere appieno di
quello status di matta in manicomio. Arriva a dire “indosserò questi muri come fossero
un vestito di festa”. Diventa la poetessa degli ultimi, degli umili, dei disadattati, dà loro
voce attraverso le sue liriche». Cronaca e poesia si intrecciano per portare in scena gli
anni di internamento, la quotidiana inadeguatezza e la visionaria immaginazione della
‘poetessa dei navigli’, in perenne conflitto con un mondo che non la comprende e di cui
non accetta le etichettature.
TEATRO STORCHI
15, 17 FEBBRAIO ORE 21
16 FEBBRAIO ORE 15
18 FEBBRAIO ORE 20
19 FEBBRAIO ORE 15.30
LE DONNE GELOSE
DI CARLO GOLDONI
REGIA GIORGIO SANGATI
CON SANDRA TOFFOLATTI, VALENTINA PICELLO, SERGIO LEONE, MARTA RICHELDI, LEONARDO DE COLLE,
SARA LAZZARO, ELISA FEDRIZZI, RUGGERO FRANCESCHINI, FAUSTO CABRA, FEDERICA FABIANI
PICCOLO TEATRO DI MILANO – TEATRO D’EUROPA
SPETTACOLO IN DIALETTO VENEZIANO CON SOVRATITOLI IN ITALIANO
Le donne gelose, messa in scena nel 1752, è una delle commedie goldoniane
fondamentali, che segna il passaggio dalla maschera all’attore. L’ambiente è un
sestiere ristretto e meschino di Venezia in cui la crisi morde, i negozi soffrono, i piccoli
commercianti si fanno la guerra, le fortune si mettono in gioco e alla fortuna del gioco
si affidano illusorie speranze, su tutto dominano il denaro e l’incubo di diventare
poveri. Lo sfondo è il Carnevale, la voglia di festa continua. Insomma, l’Italia… Giorgio
Sangati, regista poco più che trentenne, dirige per il Piccolo Teatro di Milano quest’opera
correggendo qualche luogo comune, imprimendo la sua visione su una commedia che fa
ridere molto di noi stessi, anche amaramente. «È un mondo chiuso – spiega Sangati –
claustrofobico, senza contatti con l’esterno, autoreferenziale, segnato prima ancora che
dalla crisi economica da una deriva morale che trascina i protagonisti in un vortice di
dipendenza patologica dal gioco, in un turbine di gelosie e invidie deliranti. (...) Nessuno
lavora, ma le energie si sprecano, tutti si affannano, si inseguono, si consumano, senza
trovare una via d’uscita, come in un labirinto in cui si gira a vuoto e si ritorna sempre al
punto di partenza». Goldoni alterna interni ed esterni, alto e basso, privato e pubblico: si
avverte nel testo una sconnessione, un disordine, l’entropia di una cultura che ha perso
definitivamente la sua centralità. Al campiello come luogo di incontro, di scontro, ma
anche di festa, si sostituisce il mestissimo Ridotto dove ognuno, protetto dall’anonimato
della maschera, può spiare gli altri sperando di non essere riconosciuto.
SPETTACOLI
PROSA 12 TURNI 1, 2, 4
INVITO A TEATRO TURNI A, C
23
LUOGO DA DEFINIRE
18, 25 FEBBRAIO, 4 MARZO ORE 20
19, 26 FEBBRAIO, 5 MARZO ORE 17
21, 22, 23, 24, 28 FEBBRAIO, 1, 2, 3 MARZO ORE 21
L’ARTE DEL TEATRO
TESTO E REGIA PASCAL RAMBERT
TRADUZIONE PAOLO MUSIO
CON PAOLO MUSIO
SPETTACOLI
EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE
24
Regista, drammaturgo e coreografo francese, direttore del parigino Théâtre de
Gennevilliers, che dedica la sua intera programmazione alla drammaturgia
contemporanea, Pascal Rambert è artista caro ad ERT per cui ha già diretto le versioni
italiane di due spettacoli: Clôture de l’amour e Prova. Se quest’ultimo lavoro gli era già
valso nel 2015 il premio Émile-Augier dell’Académie Française, nel 2016 Rambert ha
ottenuto dalla prestigiosa istituzione francese anche il Prix du théatre per l’insieme della
sua opera, confermandosi come uno degli artisti teatrali più talentuosi e apprezzati
della scena contemporanea. Al Teatro delle Passioni Rambert presenta L’arte del
teatro, pièce di cui è protagonista Paolo Musio, che mostra un attore spiegare al suo
cane, e ovviamente al pubblico in sala, in cosa consiste l’arte dell’essere attori. In un
appassionato fluire di parole, l’attore sfoga la sua amarezza per un mestiere in cui
non trova più la scintilla della creazione, per un teatro che avverte ormai malato, che
è necessario riscoprire nei suoi aspetti più autentici: una voce, un corpo che ci guarda,
un incontro umano che si realizza. Affidando il suo monologo all’ascolto silenzioso del
“migliore amico dell’uomo”, l’attore di Rambert in realtà consegna a noi spettatori
la sua dichiarazione d’amore per il teatro, un’arte che esige di essere goduta, che è
sinonimo di vita e di passione, che nella dimensione privilegiata del “qui e ora” si nutre
del respiro e del battito della contemporaneità.
TEATRO STORCHI
23, 24 FEBBRAIO ORE 21
25 FEBBRAIO ORE 20
26 FEBBRAIO ORE 15.30
MINETTI
DI THOMAS BERNHARD
VERSIONE ITALIANA UMBERTO GANDINI
REGIA MARCO SCIACCALUGA
CON EROS PAGNI
FEDERICA GRANATA, MARCO AVOGADRO, NICOLÒ GIACALONE, GIOVANNI ANNALORO, MARIO CANGIANO,
MARCO DE GAUDIO, ROXANA DORAN, DANIELA DUCHI, MICHELE MACCARONI, DANIELE MADEDDU,
SARAH PAONE, FRANCESCO RUSSO, EMANUELE VITO
TEATRO STABILE DI GENOVA
Eros Pagni presta magistralmente voce e corpo alla figura di Bernhard Minetti,
considerato in vita e nel giudizio degli storici del teatro il più grande attore tedesco del
dopoguerra. Tra le opere fondamentali di Thomas Bernhard, rappresentata per la prima
volta nel 1976 e divenuta ben presto un classico del teatro contemporaneo, Minetti è
una commedia costruita intorno a un interrogativo: quale ruolo ha l’arte, e in particolare
il teatro, nella società odierna? Alla ricerca di una risposta, il grande autore austriaco
intreccia il comico e il tragico, la realtà con la sua trasfigurazione poetica e descrive,
con rabbia e passione, un mondo grottesco assediato da una metaforica tempesta di
neve. Nella notte di San Silvestro, il vecchio Minetti indugia nella hall di un albergo
di Ostenda. Attende un direttore di teatro che vuole riportarlo sulla scena nel ruolo di
Re Lear. Nell’attesa parla di sé e della propria arte evocando frammenti della sua vita
che si confondono fra il reale e l’immaginario. Minetti è un grande attore del passato,
ma anche un grande personaggio moderno, testimone vivente dell’attualità tematica
e linguistica di un grande drammaturgo quale fu Thomas Bernhard, che ventisei anni
dopo la sua morte continua a indicare al pubblico una possibile via verso il futuro,
del teatro come della vita stessa. Annota Il regista Marco Sciaccaluga: «Per ogni
teatrante Minetti è un autoritratto ma anche una commedia che scommette su un’idea
provocatoria: mostrare che l’Attore è l’Uomo e che il Teatro si fa autoritratto del Mondo,
anche quando entrambi, come in questo caso, raccontano la loro fatale caduta».
SPETTACOLI
PROSA 12 TURNI 2, 3
INVITO A TEATRO TURNI A, B, D
25
TEATRO DELLE PASSIONI
23, 24 FEBBRAIO ORE 21
25 FEBBRAIO ORE 20
MAR
CREAZIONE COLLETTIVA DEL TEATRO DE LOS ANDES E ARISTIDES VARGAS
TESTO E REGIA ARISTIDES VARGAS
CON LUCAS ACHIRICO, GONZALO CALLEJAS, ALICE GUIMARAES
SPETTACOLI
SPETTACOLO IN SPAGNOLO CON SOVRATITOLI IN ITALIANO
26
I temi dell’esilio, l’impegno politico, la memoria e la poesia del teatro del regista e
scrittore argentino Aristides Vargas incontrano il lavoro della compagnia boliviana Teatro
De Los Andes, che da sempre si distingue per la sua interculturalità.
Partendo dagli avvenimenti della Guerra del Pacifico, Mar è una allegoria dell’assenzapresenza di un mare nell’immaginario e nelle aspirazioni dei boliviani. Tre fratelli
intraprendono un viaggio per esaudire l’ultimo desiderio della madre in fin di vita:
essere legata a una porta di casa ed essere abbandonata fra le onde del mare, a lei
sconosciuto. I tre fratelli eseguono il suo desiderio, attraversano il deserto che conduce
al mare con la madre-porta e a volte, spinti dalla curiosità di scoprire cosa si nasconde
dietro alla porta-madre, bussano alla porta: incontrano così diversi personaggi che
raccontano ognuno la propria immagine di mare perduto.
Da questa storia simbolica, lo spettacolo riflette sulla necessità di ricercare ‘un mare’,
metafora di un nuovo orizzonte più ampio, della speranza di uscire dal confinamento e
di recuperare tutto ciò che è andato perso. «Mar è relazionato con l’assenza – dichiara
il regista Vargas – non si tratta di una ricostruzione storica di ciò che significa per i
Boliviani la perdita del mare, tema impossibile da esaurire in uno spettacolo teatrale,
considerata la vastità degli avvenimenti. … Lo spettacolo finisce con una domanda, la
restituzione del mare perduto restituirà i morti perduti in quella guerra? Evidentemente
no perché la storia è antropofaga, mangia persone e sputa dati, il mare non si può
reclamare perché il mare non ha padroni, è un’anomalia, una delle tante degli esseri
umani».
TEATRO DELLE PASSIONI
28 FEBBRAIO, 1, 2, 3 MARZO ORE 21
4 MARZO ORE 20
5 MARZO ORE 17
L’APPARENZA INGANNA
DI THOMAS BERNHARD
DRAMMATURGIA SANDRO LOMBARDI
REGIA FEDERICO TIEZZI
CON SANDRO LOMBARDI, MASSIMO VERDASTRO
In un vecchio appartamento di Vienna, disseminato di vecchie fotografie e pieno di
mobili scomodi ricolmi di abiti e di scarpe, un vecchio in maglietta e mutande striscia
sul pavimento alla ricerca della sua limetta per unghie. Così Thomas Bernhard,
drammaturgo austriaco fra i più talentuosi del secondo Novecento, apre L’apparenza
inganna, testo del 1983. Il vecchio è Karl, ex giocoliere, che attende la visita di suo
fratello Robert, vecchio attore in pensione. I due si fanno visita regolarmente ogni
martedì e giovedì incontrandosi a turno ognuno nei rispettivi appartamenti. Entrambi
sono legati a Mathilde, moglie di Karl, che morendo ha lasciato in eredità una proprietà
in campagna a Robert e non al marito. Da questo pretesto si innesca un meccanismo a
catena: tra monologhi e dialoghi, i due fratelli escogitano ogni appiglio per soddisfare
quelli che sembrano essere ‘i bisogni del tormento’, mutuando la definizione beckettiana.
I loro segreti e i non detti non deflagrano mai, rimangono sempre sospesi: Bernhard
offre ai suoi due personaggi una sorprendente ampiezza di registri e stati d’animo, di
sfumature e geniali invenzioni, dando vita a uno stile asciutto e acido che raggiunge
una sinistra e corrosiva comicità.
Dopo l’edizione realizzata con successo sedici anni fa (Premio Ubu per la regia nel
2000), Federico Tiezzi ripropone la sua lettura registica di questo capolavoro di Thomas
Bernhard tornando a dirigere Sandro Lombardi e Massimo Verdastro.
SPETTACOLI
ASSOCIAZIONE TEATRALE PISTOIESE / COMPAGNIA LOMBARDI – TIEZZI
27
TEATRO STORCHI
2, 3 MARZO ORE 21
4 MARZO ORE 20
5 MARZO ORE 15.30
MOLIERE: LA RECITA DI VERSAILLES
NOVITÀ DI PAOLO ROSSI E GIAMPIERO SOLARI
SU UN CANOVACCIO DI STEFANO MASSINI
REGIA GIAMPIERO SOLARI
CON PAOLO ROSSI
LUCIA VASINI, FULVIO FALZARANO, MARIO SALA, EMANUELE DELL’AQUILA, ALEX ORCIARI,
STEFANO BEMBI, MARIABERTA BLASKO, RICCARDO ZINI, IRENE VILLA, KAROLINE COMARELLA,
PAOLO GROSSI
CANZONI ORIGINALI GIANMARIA TESTA
MUSICHE ESEGUITE DAL VIVO EMANUELE DELL’AQUILA E I VIRTUOSI DEL CARSO
TEATRO STABILE DI BOLZANO
SPETTACOLI
PROSA 12 TURNI 1, 2, 3, 4
INVITO A TEATRO TURNI A, B, C, D
INSIEME A TEATRO
28
L’improvvisazione di Versailles (L’Impromptu de Versailles) è una commedia del 1663,
in cui Molière mette in scena sé stesso e la sua compagnia dichiarando apertamente
le sue idee sull’arte drammatica. È da qui che trae origine il ‘canovaccio’ di Stefano
Massini per lo spettacolo di Paolo Rossi e Giampiero Solari. «Cosa accade – scrive
Massini – se il Re in persona esige una commedia che debutti in sua presenza alle 18
in punto? Nasce il dramma del capocomico: restare lucido, sfruttare il genio, correre
contro il tempo e partorire in men che non si dica un capolavoro. In questo caso la crisi
è a un passo. Perché tutto filerebbe molto più liscio se il nostro monsieur Molière avesse
la testa sgombra, senza le angherie dei suoi avversari, senza le sfuriate delle sue donne,
senza i morsi del portafogli e delle mille quotidiane trappole».
Paolo Rossi affronta Molière per la seconda volta: «perché Molière mi piace, mi fa
godere e mi consola. Mi affascinano soprattutto le voci che circolano sul suo lavoro,
sulla sua vita privata, sulle scadenze, le commissioni, sui temi pericolosi da recitare in
un ambiente ancor più pericoloso, sulle rivalità degli altri teatri; ma soprattutto sulle
leggende, le chiamerei così, sulla sua compagnia».
La riscrittura dell’opera di Molière coglie l’obiettivo di approfondire l’arte comica,
di fondere la tradizione e l’attualità con rigore e poesia. Ne nasce una divertente
rappresentazione della vita quotidiana dei teatranti, alla ricerca del capolavoro, tra
brani tratti delle commedie più celebri e stralci della affascinante biografia del grande
capocomico francese.
TEATRO STORCHI
11 MARZO ORE 20
NICHT SCHLAFEN
DIREZIONE ALAIN PLATEL
COMPOSIZIONE E DIREZIONE MUSICALE STEVEN PRENGELS
CREAZIONE E PERFORMANCE BÉRENGER BODIN, BOULE MPANYA, DARIO RIGAGLIA, DAVID LE BORGNE,
ELIE TASS, IDO BATASH, ROMAIN GUION, RUSSELL TSHIEBUA, SAMIR M’KIRECH
DRAMMATURGIA HILDEGARD DE VUYST
LES BALLETS C DE LA B
CO-PRODUCTION RUHRTRIENNALE, LA BÂTIE-FESTIVAL DE GENÈVE, TORINODANZA, LA BIENNALE DE LYON,
L’OPÉRA DE LIL-LE, KAMPNAGEL HAMBURG, MC93 - MAISON DE LA CULTURE DE LA SEINE-SAINT-DENIS,
HOLLAND FESTI-VAL, LUDWIGSBURGER SCHLOSSFESTSPIELE, NTGENT
DISTRIBUZIONE FRANS BROOD PRODUCTIONS
La nuova creazione del regista belga Alain Platel, con la compagnia C de la B da lui
fondata nel 1984, utilizza come punto di partenza l’opera del compositore austriaco
Gustav Mahler. Fonte d’ispirazione dello spettacolo Nicht Schlafen, tuttavia, non è
solo la musica di Mahler ma anche la sua vita e la sua particolare epoca storica: quel
periodo a cavallo tra Ottocento e Novecento portatore di rapide trasformazioni sociali, e
preludio alla tragedia delle due guerre mondiali. Insieme al compositore Steven Prengels
e al drammaturgo musicale Jan Vandenhouwe, Platel ha selezionato quasi tutte le
sinfonie del compositore austriaco per trasmettere l’intero spettro di emozioni evocate
dalla sua musica, tanto dai pezzi lenti e incantatori quanto dai brani più martellanti
carichi di furore e aggressività. La novità assoluta dello spettacolo però consiste nella
manipolazione di queste sinfonie, alle quali sono aggiunti canti polifonici africani,
campanacci di mucche e rumori di animali addormentati. Strati acustici diversi che si
fondono insieme per animare la danza frenetica di nove ballerini, riuniti per compiere un
arcaico rituale; insieme a loro una donna, forse protagonista del rito, forse sua vittima
sacrificale… L’intensa partitura coreografia di Nicht Schlafen si avvale anche della
suggestiva scenografia creata dall’artista visivo Berlinde De Bruycker per esprimere,
alimentato dalle note di Malher, il desiderio di un’armonia perduta, sia essa quella
ancestrale delle tribù primitive o quella gioiosa ed effimera della belle époque.
SPETTACOLI
PROSA 12 TURNO 3
29
TEATRO DELLE PASSIONI
21, 22, 23, 24, 29, 30, 31 MARZO ORE 21
25 MARZO, 1 APRILE ORE 20
26 MARZO, 2 APRILE ORE 17
28 MARZO ORE 15
2666
DI ROBERTO BOLAÑO
REGIA IVICA BULJAN
EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE
SPETTACOLI
Esito finale del corso di perfezionamento attoriale finanziato da Operazione rif. PA 20154815/RER approvata con DGR 118/2016 del 09/02/2016 co-finanziata dal Fondo sociale
europeo PO 2014-2020 Regione Emilia-Romagna
30
2666 è il testo di Roberto Bolaño scelto dal regista croato Ivica Buljan per l’esito finale
del corso di perfezionamento attoriale della Scuola di Teatro Iolanda Gazzerro. Nella
sua colossale opera letteraria, composta da più di 1100 pagine, lo scrittore, poeta e
saggista cileno compone un mosaico pieno di colori, un’immagine dei nostri tempi in
una prospettiva post-moderna. I personaggi (filologi, filosofi, scienziati, giornalisti,
poeti, pazzi, editori, poliziotti…) sono tutti portatori del loro personale punto di vista
sulla realtà che ci circonda, realtà fissata attraverso le parole o reinventata nelle loro
fantasie.
«Oltre a offrirci uno sguardo profondamente critico sul mondo – dichiara il regista Ivica
Buljan – Bolaño riflette sul compito dello scrittore, compito che, in fondo, comporta la
creazione di miti. Miti o, in altri termini, meravigliosi racconti che intendono interpretare
l’origine del mondo. Il racconto di Bolaño è, in gran parte, un’enorme festa letteraria
in cui l’autore, con la sua prosa di altissima qualità, costruisce un mondo dove sono
intrecciati, indistintamente, realtà e finzione, fantasia e bugie, conoscenza e occulto.
Questo è il mondo a cui dobbiamo dare vita sulla scena.
In realtà, se Bolaño in 2666 è interessato a ciò che può propriamente essere considerato
letteratura, forse ciò che è per noi essenziale nella trasposizione del racconto sulla scena
è chiederci cosa possa essere considerato teatrale. Dove comincia la realtà e finisce la
finzione? Come nascono le fantasie e quando cominciano a diventare mistificazioni o
bugie? Fino a che punto i nostri fantasmi sono più potenti della realtà che ci circonda?»
TEATRO STORCHI
30, 31 MARZO ORE 21
NATHAN !?
DA NATHAN IL SAGGIO DI G.E. LESSING E CRASSIER/BATACLAN DI ELFRIEDE JELINEK
REGIA NICOLAS STEMANN
TRADUZIONE E DRAMMATURGIA MATHIEU BERTHOLET
CON LORRY HARDEL, LARA KHATTABI, MOUNIR MARGOUM, SERGE MARTIN, ELIOS NOËL,
VÉRONIQUE NORDEY, LAURENT PAPOT, LAMYA REGRAGUI
E I MUSICISTI WAËL KOUDAIH (RAYESS BEK), YANN PITTARD
THÉÂTRE DE VIDY
CO-PRODUZIONE MC93- MAISON DE LA CULTURE DE LA SEINE ST-DENIS, BOBIGNY, THÉÂTRE NATIONAL
DE STRASBOURG, THÉÂTRE NATIONAL DE BRETAGNE, BONLIEU SCÈNE NATIONALE ANNECY ET LA BÂTIEFESTIVAL DE GENÈVE DANS LE CADRE DU PROGRAMME INTERREG FRANCE-SUISSE 2014-2020
SPETTACOLO IN FRANCESCE CON SOVRATITOLI IN ITALIANO
Nicolas Stemann, regista tedesco non ancora cinquantenne portatore di un teatro creativo,
vivo, libero e musicale, è riconosciuto internazionalmente soprattutto per la messa in scena
di testi della scrittrice austriaca premio Nobel Elfriede Jelinek. Per il Théâtre de Vidy mette in
scena il capolavoro del filosofo e drammaturgo tedesco illuminista Gotthold Ephraim Lessing,
unendolo a un ‘dramma secondario’ commissionato alla Jelinek sulla violenza contemporanea
e sulle reazioni europee seguite agli attentati di Charlie Hebdo e del Bataclan.
Una religione è meglio di un’altra? Dal momento che le religioni sono di nuovo chiamate
a giustificare le violenze di oggi, la questione è di attualità. Testo fondamentale
dell’Illuminismo, il dramma di Lessing ‘Nathan il Saggio’, pubblicato nel 1779, è un elogio
classico della tolleranza religiosa. Mette in scena l’ebreo Nathan e la sua figlia adottiva,
la cristiana Recha, nella Gerusalemme appena conquistata dal musulmano Saladino
nell’undicesimo secolo. Recha è appena stata salvata da un incendio da un giovane
crociato che ben presto chiederà la sua mano. Eppure Nathan il tollerante, Nathan che ha
dimostrato a Saladino con la celebre parabola degli anelli che la religione migliore non
può essere che quella che rende gli uomini buoni, quel Nathan non può accettare questo
matrimonio. Altri legami uniscono i personaggi…
Elfriede Jelinek fa entrare nel testo originale le passioni e i conflitti che l’autore classico
aveva omesso a vantaggio del suo ideale di tolleranza e fraternità. Sulla base di diversi
fatti recenti, descrivendo il capitalismo come quarto monoteismo, Jelinek fa intendere che
tutto è in discussione, mostrando dunque che la tolleranza necessita anche di affrontare
i conflitti.
SPETTACOLI
INVITO A TEATRO TURNI A, B
31
TEATRO DELLE PASSIONI
6, 7, 11, 12, 13 APRILE ORE 21
8 APRILE ORE 20
9 APRILE ORE 15.30
LA VOLONTA
FRAMMENTI PER SIMONE WEIL
DRAMMATURGIA E REGIA CÉSAR BRIE
CON CÉSAR BRIE E CATIA CARAMIA
CAMPO TEATRALE / CÉSAR BRIE
SPETTACOLI
INSIEME A TEATRO
32
La volontà segna il ritorno a Modena dell’amatissimo regista e interprete argentino
César Brie, esule in Italia dagli anni Settanta, oggi sempre più diviso fra l’America
Latina e il nostro paese. La volontà è il risultato di almeno due anni di laboratori
teatrali, appunti e letture su Simone Weil, pensatrice francese deceduta nel 1943 a soli
34 anni nell’ospedale di Ashford, nel Kent. In scena Catia Caramia restituisce la forza
rivoluzionaria del suo pensiero dando voce ad alcuni scritti, mentre César Brie interpreta
diversi personaggi cardine della sua biografia, fra cui l’amico poeta Joe Bousquet,
il padre, Joseph-Marie Perrin, e Carlo Manfredi, l’unico personaggio d’invenzione. A
partire dalle iniziali C. M. che accompagnano l’epitaffio italiano sulla tomba di Simone
Weil, Brie immagina Carlo Manfredi, un infermiere che nello spettacolo tiene le fila del
racconto. «Il corpo di Simone, morta di stenti a 34 anni, sollevato da questo testimone
che abbiamo inventato – afferma César Brie – danza nell’aria accompagnato dagli echi
delle sue parole. Restano nel buio le sagome di un angelo inerme, il corpo di un uomo
inginocchiato e il suono di una nenia antica e straziante.
Il pensiero di Simone Weil, quasi sconosciuto alla sua morte, oggi ci interroga con una
forza sconvolgente. Si occupò dei pensieri e delle azioni degli esseri umani. Fu operaia,
sindacalista, insegnante, scrittrice, storica, poetessa, drammaturga, combattente,
filosofa, contadina. Morì di stenti, in esilio. Si occupava degli esseri umani, ma
dimenticava se stessa».
TEATRO STORCHI
8 APRILE ORE 20
9 APRILE ORE 15.30
PORCILE
DI PIER PAOLO PASOLINI
REGIA VALERIO BINASCO
CON (IN O. A.) VALENTINA BANCI, FRANCESCO BORCHI, FULVIO CAUTERUCCIO, PIETRO D’ELIA,
ELISA CECILIA LANGONE, MAURO MALINVERNO, FABIO MASCAGNI, FRANCO RAVERA
TEATRO METASTASIO DI PRATO | TEATRO STABILE DEL FRIULI VENEZIA GIULIA
CON LA COLLABORAZIONE DI SPOLETO58 FESTIVAL DEI 2MONDI
Porcile è il titolo di un dramma in undici episodi scritto da Pasolini nel 1966 e divenuto
film nel 1969 in cui l’autore racconta l’impossibilità di vivere secondo le proprie
coordinate, i propri istinti, preservando l’intima natura di sé stessi. Siamo nella
Germania del dopo nazismo: Julian, figlio «né ubbidiente né disubbidiente» di una
coppia della borghesia tedesca, trova nel porcile paterno un amore ‘diverso’ e ‘non
naturale’ che, tuttavia, lui riconosce come scintilla di ‘vita pura’. La passione misteriosa
che segna il personaggio diviene simbolo del disagio di chi non si riconosce nella
società e si rifugia in qualcosa di istintuale ma segreto. Valerio Binasco, tra i registi più
innovativi e influenti dell’ultimo decennio, afferma: «Porcile non fa prigionieri. Condanna
tutti, dal primo all’ultimo. Non c’è redenzione, non c’è possibilità di salvezza in questo
mondo soggiogato in modo, oramai, antropologico. Non c’è speranza in questo porcile
dove tutti mangiano tutto, dove il solo deve essere il tutto». La messinscena va nella
direzione di una semplificazione del testo originale, così complesso ed ‘esorbitante’.
Afferma ancora il regista: «Faccio teatro perché sono attratto dal mistero degli esseri
umani. Mi trovo di fronte a una bellissima favola priva di dramma. Penso che Pasolini
fosse una persona dotata di grande complicatezza psicologica e di grande tenerezza,
così come sono convinto che i rapporti famigliari lo attirassero moltissimo. Immagino in
lui, come nel suo teatro, un bisogno di tenerezza e di quella provo a occuparmi».
SPETTACOLI
PROSA 12 TURNO 4
INVITO A TEATRO TURNI C, D
33
TEATRO DELLE PASSIONI
19, 20 APRILE ORE 21
CARO GEORGE
DI FEDERICO BELLINI
REGIA ANTONIO LATELLA
CON GIOVANNI FRANZONI
SPETTACOLI
STABILEMOBILE - COMPAGNIA ANTONIO LATELLA
34
Parigi, ottobre 1971. Una retrospettiva consacra Francis Bacon come uno dei più
grandi pittori del suo tempo. Alla vigilia della mostra, George Dyer, amante e modello
dell’artista irlandese, si suicida ingerendo un mix fatale di barbiturici e alcolici nella
stanza d’albergo che ospitava entrambi. Davanti ai dipinti che raffigurano George,
Bacon rivive la relazione con il compagno. Trionfo artistico e fallimento esistenziale si
confondono, diventando anch’essi, inevitabilmente, materia del dipingere.
A interpretare questo monologo in forma epistolare c’è un Giovanni Franzoni la cui
potenza interpretativa riesce nell’impresa di ‘dipingere’ con la sola forza della parola.
«Qui la cosa forte è la potenza del canto – ha dichiarato Antonio Latella –, un cantotestamento che ricorda il film “Un chant d’amour” di Jean Genet. C’è un rapporto diretto
con la morte, sembra di stare davanti a una roulette russa, non sai se e quando il
proiettile verrà sparato. E di genettiano in Caro George c’è il gusto del monologo santo
e assassino, col protagonista che si scinde in due ruoli, e prima è Francis Bacon e poi
s’identifica con la figura del suo amante.» E ancora: «George Dyer, partner e modello di
Francis Bacon, considerò una ‘caduta’ il fatto che l’artista amante non lo portasse con
sé alla vernice della sua retrospettiva parigina, lasciandolo in albergo. E quando Bacon
tornò nella stanza dell’hotel lo trovò morto suicida. Questione di ego, di ossessione
artistica. Genet dipinge con la penna, Bacon dipinge coi colori, e le loro opere hanno in
comune visceralità e intellettualità. Con esiti emozionanti, impressionanti, tragici».
TEATRO DELLE PASSIONI
21 APRILE ORE 21
22 APRILE ORE 20
MA
DRAMMATURGIA LINDA DALISI
REGIA ANTONIO LATELLA
CON CANDIDA NIERI
MA è un lavoro ispirato alla figura della madre nell’opera di Pier Paolo Pasolini. Tutta
la sua letteratura e il suo teatro sono pervasi dalla presenza della madre che, nel film
Il Vangelo secondo Matteo, sarà la Maria straziata dal dolore sotto la croce di Gesù. «In
tutte le sue vittorie e sconfitte – sono le parole di Antonio Latella – accanto all’uomo
Pasolini c’è sempre la madre. Nel suo cinema la madre diventa uno dei perni attorno
a cui tutto ruota. Sguardi e sorrisi spezzati delle madri scelte come icone assolute di
un’Italia che sa che tutto sarà irrecuperabile. Quegli sguardi potenti e violentati da un
dolore ancestrale».
Latella ha affidato l’interpretazione del testo di Linda Dalisi a Candida Nieri – premio
Ubu 2013 – che sa guidarci in un percorso di forte intensità emotiva all’interno
dell’opera di uno dei massimi poeti del Novecento. Partendo dalla prima sillaba della
parola ‘mamma’, l’attrice segue un filo conduttore che ha al suo centro quella forza
generatrice, procreatrice di parole come di uomini, di pensiero come di gesti artistici.
«Ma ogni volta la MA diventa altro – scrive ancora il regista –. Per una madre che
piange un figlio, un Gesù dei poveri, un operaio, un pittore, un poeta, un re Edipo, per
una città che accoglie i reietti, per un paese che scaccia gli intellettuali, per una nazione
troppo cattolica per non essere ipocritamente di destra fino in fondo, tutto è madre e si
fa madre. Attraverso le parole, le immagini, il nostro tentativo è quello di tracciare una
possibile unica madre, con quel MA necessario a mettere un dubbio: madre sì, ma....».
SPETTACOLI
STABILEMOBILE COMPAGNIA ANTONIO LATELLA
COPRODUZIONE FESTIVAL DELLE COLLINE TORINESI IN COLLABORAZIONE CON CENTRALE FIES, NEST
35
TEATRO STORCHI
22 APRILE ORE 20
23 APRILE ORE 15.30
DOPO LA TEMPESTA
L’OPERA SEGRETA DI SHAKESPEARE
REGIA E DRAMMATURGIA ARMANDO PUNZO
CON ARMANDO PUNZO
E GLI ATTORI E E LE ATTRICI DELLA COMPAGNIA DELLA FORTEZZA (IN O.A.): GILLO CONTI BERNINI, ELISA BETTI,
PLACIDO CALOGERO, ROSARIO CAMPANA, EVA CHERICI, NICOLA ESPOSITO, PASQUALE FLORIO, GIULIA
GUASTALEGNAME, IBRAHIMA KANDJI, CARMELO DINO LENTINELLO, GREGORIO MARIOTTINI, FRANCESCO
NAPPI, MARCO PIRAS, ANDREA TADDEUS PUNZO DE FELICE, DANILO SCHINA, EDEN DANIELE TOSI,
FRANCESCA TISANO, TOMMASO VAJA, ALESSANDRO VENTRIGLIA, GIUSEPPE VENUTO, QIN HAI WENG
E CON ANTONINO MAMMINO (SEMPRE CON NOI!)
VOLTERRATEATRO / CARTE BLANCHE
CON IL SOSTEGNO DI MIBACT - MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITÀ CULTURALI E DEL TURISMO,
REGIONE TOSCANA, COMUNE DI VOLTERRA, COMUNE DI POMARANCE, FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO
DI VOLTERRA, MINISTERO DELLA GIUSTIZIA C.R. VOLTERRA
SPETTACOLI
PROSA 12 TURNI 3, 4
INVITO A TEATRO TURNO C
INSIEME A TEATRO
36
Quattrocento anni dalla morte di William Shakespeare, secoli di esercizi sulla sua opera,
di traduzioni, trasposizioni, di diatribe filologiche, regie critiche, adattamenti, letture di
ogni genere; secoli di teatro come corpo a corpo ossequioso, sempre e comunque, con
quell’affresco perfetto dell’umanità che il Bardo ci ha consegnato.
Armando Punzo, con la Compagnia della Fortezza formata da attori/detenuti del Carcere
di Volterra, prova invece a mandare all’aria ogni forma, ogni esercizio e a dare vita
a uno spettacolo che si confronti con tutto Shakespeare e con l’eredità filosofica che
rappresenta, alla ricerca del grande testo segreto, il mistero che si nasconde nello spazio
vuoto tra le parole, nelle maglie degli indugi di Macbeth o dei dubbi di Amleto. Per creare
un’opera totale che stravolga il canone occidentale di cui anche l’autore inglese è stato
inventore, che stravolga il tempo, lo spazio, il ritmo, per mettere in discussione l’uomo,
la sua forma rigida, la sua storia ingessata e raggiungere l’apoteosi di quell’utopia della
libertà a cui ci ha abituati questo regista visionario.
Ne è nata così un’opera lacerante, commovente. I personaggi sono come naufraghi dopo
una tempesta – riusciranno a ricominciare una vita nuova? – e, come dopo una tempesta,
ogni cosa è fuor di sesto, le croci, tantissime, inclinate, perdono la loro fierezza; il finto
paradiso della vita, collina di croci, in cui brulica una umanità impegnata, assillata
dall’esistere, dall’agire, dall’ottenere, viene abbandonato per il limbo di una isola deserta
in cui lui, Punzo, smarrito, confuso, incerto, è ancora perseguitato da voci e da miraggi
che provano a riportarlo nella vita da cui cerca di fuggire, senza scampo.
TEATRO DELLE PASSIONI
26, 27 APRILE ORE 21
THYSSEN
DI E CON CAROLINA BALUCANI
REGIA MARCO PLINI
Dopo aver diretto La serra, Ifigenia in Aulide e Freddo, Marco Plini, fin da giovanissimo
collaboratore di Massimo Castri, torna a Modena con la sua lettura registica delle
vicende della Acciai Speciali di Terni (AST). Nel 1994 la Thyssenkrupp, multinazionale
dell’acciaio fra le più importanti in Europa, acquista l’AST di cui fa parte anche
l’impianto di Torino dove nel 2007 si verifica il disastroso incendio costato la vita a
sette operai. All’epoca della tragedia erano in corso le operazioni di chiusura dello
stabilimento torinese: secondo l’ipotesi accusatoria, la decisione di dismettere tale
impianto è stata accompagnata dell’arresto degli investimenti per la sicurezza.
Il 17 luglio 2014 la Thyssenkrupp annuncia alla Acciai Speciali di Terni il suo nuovo
piano industriale: oltre 550 esuberi, il taglio del contratto integrativo e la possibile
chiusura di uno dei due forni della fabbrica ternana, per un risparmio complessivo
di 110 milioni di euro l’anno. Il contenuto dell’accordo con AST dispone che ci sia un
milione di tonnellate di produzione, i due forni restino accesi, non si provveda ad alcun
licenziamento, il personale sia ridotto di 290 unità grazie al bonus di ottantamila
euro lordi offerto dalla fabbrica in cambio di esodo volontario. Ed è proprio la storia
di un’operaia in esubero che Thyssen porta in scena. «Carolina Balucani affronta
l’argomento da un’angolazione specifica, emotiva, quasi privata – afferma Marco Plini
– e sorprendentemente, attraverso la sfera affettiva, sembra scavalcare le drammatiche
vicende di una fabbrica in crisi per interrogarsi sulla condizione dell’uomo che, perdendo
il lavoro, perde la sua identità così come avviene quando si viene abbandonati da un
grande amore ferocemente atteso».
SPETTACOLI
TEATRO STABILE DELL’UMBRIA / TERNI FESTIVAL
37
TEATRO STORCHI
27, 28 APRILE ORE 21
IL PREZZO
DI ARTHUR MILLER
TRADUZIONE MASOLINO D’AMICO
REGIA MASSIMO POPOLIZIO
CON UMBERTO ORSINI, MASSIMO POPOLIZIO, ALVIA REALE, ELIA SCHILTON
COMPAGNIA ORSINI
SPETTACOLI
PROSA 12 TURNO 2
INVITO A TEATRO TURNI A, B
38
Ne Il Prezzo, dramma scritto nel 1968, Arthur Miller trasferisce a New York il mito di
Caino e Abele. Due fratelli si rivedono dopo lungo tempo per sgomberare l’appartamento,
che sta per essere demolito, in cui sedici anni prima è morto il padre, rovinato dalla
crisi economica del 1929. I due hanno avuto storie personali molto diverse: Victor, qui
interpretato da Massimo Popolizio, ha abbandonato gli studi nei quali brillava, per
arruolarsi in polizia e poter mantenere il padre caduto in miseria; Walter, cui dà volto e
voce Elia Schilton, si è sottratto alle responsabilità familiari, ha proseguito gli studi ed
è diventato un grande chirurgo. Il ruolo dell’antiquario, chiamato a stabilire il prezzo dei
mobili di famiglia e che si pone come arbitro capace di aforismi e battute capziose, è
affidato a Umberto Orsini con «il disincanto – scrive il critico Rodolfo Di Giammarco -, la
malizia da vecchia volpe degli affari che sa come il mondo voglia sempre più un usa-egetta di macchine, consorti e mobilia».
Il testo mette a nudo ferite accantonate, egoismi incrociati e destini scissi, col pretesto
di dare un valore agli arredi del passato. Una fotografia spietata, lucida e amaramente
compassionevole delle conseguenze della devastante crisi del 1929 che fa emergere
tutte le incomprensioni e le menzogne che la paura della perdita improvvisa del
benessere può far nascere tra chi si dibatte nella crisi.
TEATRO DELLE PASSIONI
1 MAGGIO ORE 17
BALLATA DEL CARCERE DI READING
DI OSCAR WILDE
TRADUZIONE E ADATTAMENTO ELIO DE CAPITANI E UMBERTO ORSINI
REGIA ELIO DE CAPITANI
CON UMBERTO ORSINI E GIOVANNA MARINI
MUSICHE GIOVANNA MARINI
Nato dall’incontro di Umberto Orsini e Giovanna Marini, Ballata del carcere di Reading è
un canto di bellezza e desiderio, rabbia e dolore, che colpisce per la sua semplicità e la
sua forza. Un recital capace di intrecciare in modo unico e suggestivo musica, canzoni e
parole.
Giovanna Marini, signora della ribellione e della musica, e Umberto Orsini, uno dei nostri
maggiori attori italiani, si confrontano sui versi di Oscar Wilde, grande poeta della
letteratura di tutti i tempi, in una testimonianza di dolore che è al contempo un inno alla
bellezza, un atto di amore, ma anche una forte denuncia.
Il testo, scritto da Wilde durante il suo internamento nel carcere di Reading con
l’accusa di sodomia, narra dell’impiccagione di un giovane detenuto colpevole di
aver ucciso la propria amante. Oscar Wilde aveva una relazione con Alfred Douglas,
secondogenito ventenne del marchese di Queensberry; il marchese cercherà in tutti i
modi di recuperarlo, strappandolo alla relazione con Wilde, per consegnarlo alla dignità
del matrimonio e alla perpetuazione del casato. Ma la coppia è inseparabile, sono
sempre insieme ovunque, urtando oltremodo la società e in primo luogo il marchese, il
quale provoca Wilde in pubblico accusandolo di «atteggiarsi a sodomita». Wilde viene
incarcerato a Reading dove scriverà De Profundis, una lunga lettera mai spedita a Alfred
Douglas, e La ballata del carcere di Reading, che verrà pubblicata anonima con la sigla
C.3.3, il numero di matricola di Wilde da carcerato.
SPETTACOLI
EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE
39
TEATRO DELLE PASSIONI
4, 5 MAGGIO ORE 21
SLEEP TECHNIQUE
UNA RISPOSTA ALLA CAVERNA CHAUVET PONT D’ARC, ARDÈCHE, FRANCIA
DI DEWEY DELL (AGATA, DEMETRIO, TEODORA CASTELLUCCI, EUGENIO RESTA)
CON AGATA, TEODORA CASTELLUCCI, IVAN BJÖRN EKERMAK, ENRICO TICCONI
COREOGRAFIA TEODORA CASTELLUCCI
SPETTACOLI
DEWEY DELL 2017
COPRODUZIONE SOCIETAS, PACT ZOLLVEREIN, BIT TEATERGARASJEN, BRUT WIEN, TANZFABRIK BERLIN
CON LA COLLABORAZIONE DI BUDA KUNSTENCENTRUM, DIALOGHI – RESIDENZE DELLE ARTI PERFORMATIVE
A VILLA MANIN, ATELIERSI
40
Dewey Dell è l’ensemble artistico che dal 2007 esprime il lavoro creativo dei fratelli
Agata, Demetrio e Teodora Castellucci e di Eugenio Resta. Già autori di numerose
produzioni che indagano in maniera radicale il suono e il movimento, in Sleep Technique
prendono ispirazione dalle celebri pitture rupestri della grotta di Chauvet (Francia).
«Nonostante percepiamo ciò che è rimasto dalle culture passate con occhi lontani
dall’antico modo di vedere e di comprendere – scrivono i Dewey Dell –, spesso
percepiamo la sensibilità dei nostri antenati intimamente simile alla nostra e i loro miti
e riti come se fossero stati creati dal nostro essere più profondo, in un altro tempo e in
un’altra vita. Anche se i significati originali sono spariti nelle pieghe del tempo e solo la
memoria di qualche elemento resiste, le tracce che rimangono vanno ben oltre il bisogno
di un significato. Quando guardiamo le pitture preistoriche questa connessione è ancora
più profonda. Un dialogo inesplicabile inizia tra noi e i nostri antenati homo sapiens
sapiens. Oltre alla meraviglia, un affetto incondizionato per loro, famigliare, si estende
oltre i millenni. La loro arte, nascosta nelle viscere delle montagne sembra chiamare una
risposta da un abisso temporale. La caverna di Chauvet Pont d’Arc in Ardèche, Francia,
ha le pareti dipinte di animali per lo più estinti: chi li ha disegnati lo fece 36.000
anni fa. Questo spettacolo è un tentativo di dialogo tra ere opposte, un impossibile
avvicinamento ad altri noi. Pensiamo che il passato ci guardi nello stesso modo in cui
noi lo osserviamo».
TEATRO DELLE PASSIONI
11, 12, 16, 17, 18, 19 MAGGIO ORE 21
13, 20 MAGGIO ORE 20
14, 21 MAGGIO ORE 15.30
EMIGRANTI
CANZONI GIORGIO FERIGO
IDEAZIONE E TESTI NADIA FABRIZIO
REGIA DOMINIQUE PITOISET
ARRANGIAMENTI PHILIPPE VRANCKX DELLE MUSICHE DI POVOLAR ENSEMBLE
CON NADIA FABRIZIO (RACCONTO E CANTO), PHILIPPE VRANCKX (CHITARRA),
PATRICE CARATINI (CONTRABBASSO), MARYLL ABBAS (FISARMONICA)
EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE | COMPAGNIE PITOISET - DIJON
Nadia Fabrizio, fedele collaboratrice di Dominique Pitoiset – attore, regista e direttore
del Théâtre National di Digione – canta le sue origini friulane accompagnata dalla
musica dal vivo. Nata in Svizzera, figlia e nipote di immigrati, a diciotto anni scopre il
Povolar Ensemble, i testi di Giorgio Ferigo, la sua rabbia, il suo amore profondo per la
sua terra e per la sua lingua, il suo modo particolare, autentico, aspro, di raccontare
il suo popolo, le sue montagne. Emigranti è un viaggio suggestivo nella Carnia: storie,
brevi narrazioni, racconti cantati, allo stesso tempo intimi e universali, che testimoniano
un’emigrazione e uno sradicamento. «Canto – svela l’attrice – di questo ‘altrove’, con
ciò che c’è in me di più profondo, di più spensieratamente disperato e inalterabilmente,
violentemente attaccato a questa valle, a queste montagne e al suo popolo duro, a
questa lingua».
Orizzonti diversi, culture musicali multiple e meticce caratterizzano il background
dei musicisti in scena: «Questo spettacolo – dice ancora Nadia Fabrizio – è nato
dall’incontro dei nostri punti di vista, da questi continui viaggi e spostamenti.
L’immagine è quella dei treni che ci trasportano e dei binari che tracciano percorsi fra le
nostre differenti culture». E conclude: «Emigranti, siamo numerosi ad esserlo, ognuno a
modo suo, lontani da quelli che amiamo, o dal nostro luogo di origine, o dal nostro punto
zero, o dalla nostra storia personale, o da noi stessi. Ma tutti inscritti in un perpetuo
andirivieni fra qui e là, fra presente e passato».
SPETTACOLI
PROSA 12 TURNI 3, 4
INVITO A TEATRO TURNI B, C
41
TEATRO STORCHI
18, 19 MAGGIO ORE 21
20 MAGGIO ORE 20
21 MAGGIO ORE 15.30
22 MAGGIO ORE 15
DELITTO E CASTIGO
DI FËDOR DOSTOEVSKIJ
ADATTAMENTO E REGIA KONSTANTIN BOGOMOLOV
TRADUZIONE YANA ARKOVA
CON (IN ORDINE ALFABETICO) ANNA AMADORI, LEONARDO CAPUANO, DIANA HOBEL, MARGHERITA LATERZA,
LEONARDO LIDI, PAOLO MUSIO, RENATA PALMINIELLO, ARIANNA SCOMMEGNA, ENZO VETRANO
EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE
PRIMA ASSOLUTA
SPETTACOLI
PROSA 12 TURNI 1, 2, 3, 4
INVITO A TEATRO TURNI A, B, C, D
42
Fëdor Dostoevskij (1821-1881) è forse il più grande narratore russo e uno dei classici
di tutti i tempi le cui opere e i cui personaggi, intensi, drammatici, affascinanti, sono
attuali e modernissimi.
Quarant’anni, moscovita, il regista Konstantin Bogomolov è tra le voci più lucide della
scena contemporanea russa. Non nuovo ad adattamenti teatrali di Dostoevskij – I fratelli
Karamazov e L’idiota sono suoi precedenti lavori – mette in scena Delitto e castigo nel
quadro delle produzioni celebrative dei 40 anni di Emilia Romagna Teatro. Fu infatti
una trasposizione teatrale di quest’opera a inaugurare, nel dicembre 1984, all’Arena
del Sole di Bologna, il biennio che vide alla direzione artistica di ERT il regista russo
Juri Ljubimov, scomparso nel 2014, fondatore del leggendario Teatro Taganka di Mosca,
all’epoca in esilio in occidente.
Con cinismo, il romanzo, in notevole anticipo rispetto alle speculazioni freudiane e
junghiane, si addentra nelle zone più remote e oscure della coscienza umana, là dove
abitano demoni e ogni altra figura metaforica del male. Fu lo stesso Dostoevskij a
sintetizzarne così il contenuto: «È il rendiconto psicologico di un delitto. Un giovane, che
è stato espulso dall’Università e vive in condizioni di estrema indigenza, suggestionato,
per leggerezza e instabilità di concezioni, da alcune strane idee non concrete che sono
nell’aria, si è improvvisamente risolto a uscire dalla brutta situazione. Ha deciso di
uccidere una vecchia che presta denaro a usura...».
TEATRO DELLE PASSIONI
23, 24, 25, 26 MAGGIO ORE 21
27 MAGGIO ORE 20
28 MAGGIO ORE 15.30
IL NULLAFACENTE
DI MICHELE SANTERAMO
REGIA ROBERTO BACCI
CON MICHELE CIPRIANI, SAVINO PAPARELLA, SILVIA PASELLO, FRANCESCO PULEO, TAZIO TORRINI
FONDAZIONE TEATRO DELLA TOSCANA, EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE
Michele Santeramo, uno degli autori italiani più interessanti del momento, Premio
Hystrio per la Drammaturgia nel 2014, ritrae un vero e proprio nullafacente. In un tempo
che richiede presenza, prestanza, efficienza, ritmo, lavoro, programmazione, in un mondo
che si muove con la sua morale, la sua etica e le sue regole il Nullafacente e sua moglie
sono immobili. Intorno a loro il Fratello, il Medico, il Proprietario, tutti rappresentanti a
diverso titolo di quel mondo dal quale il Nullafacente vorrebbe star fuori e dal quale di
fatto sta fuori.
Secondo il Nullafacente c’è una sola partita che val la pena giocare: quella con la
morte. Disporre del proprio tempo è l’unica maniera per provare a giocare quella partita
ineluttabile e inguaribile: disporre di ogni minuto, ogni secondo, senza che nulla inquini
lo scorrere, sempre più lento, del tempo, il godere, sempre più profondo, dei momenti. La
sua teoria è diventata pratica, e se solo il Nullafacente e sua Moglie non fossero delle
persone, con tutte le debolezze, le tenerezze e i desideri del genere umano, sarebbero
riusciti nel compito estremo di essere felici.
«Questo testo è il tentativo di mettere in scena un pezzo della vita di questi personaggi
– afferma Santeramo – ciascuno con la sua ossessione, il suo punto di vista, il
suo comportamento. Scriverlo è stato ed è ancora, per me, il continuo e quotidiano
riflettere su cosa sia giusto fare per stare bene. Ma il Nullafacente, un giorno, ha voluto
correggermi e mi ha detto: “Caro mio - siamo ormai in confidenza -, tu sbagli domanda;
quella giusta sarebbe: cosa, ogni giorno, NON devo fare, per stare bene?”»
SPETTACOLI
INSIEME A TEATRO
43
TEATRO DELLE PASSIONI
DATE DA DEFINIRE
SANTA ESTASI
ATRIDI: OTTO RITRATTI DI FAMIGLIA
UN PROGETTO SPECIALE DIRETTO DA ANTONIO LATELLA
INTERPRETI ALESSANDRO BAY ROSSI, BARBARA CHICHIARELLI, MARTA CORTELLAZZO WIEL, LUDOVICO
FEDEDEGNI, MARIASILVIA GRECO, CHRISTIAN LA ROSA, LEONARDO LIDI, ALEXIS ALIOSHA MASSINE,
BARBARA MATTAVELLI, GIANPAOLO PASQUALINO, FEDERICA ROSELLINI, ANDREA SORRENTINO,
EMANUELE TURETTA, ISACCO VENTURINI, ILARIA MATILDE VIGNA, GIULIANA VIGOGNA
DRAMMATURGHI RICCARDO BAUDINO, MARTINA FOLENA, MATTEO LUONI, CAMILLA MATTIUZZO,
FRANCESCA MERLI, SILVIA RIGON, PABLO SOLARI
DRAMMATURGHI AL PROGETTO FEDERICO BELLINI E LINDA DALISI
EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE
SPETTACOLI
CON IL SOSTEGNO DI FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI MODENA
44
Torna al Teatro delle Passioni Santa Estasi, il progetto sui generis vincitore del Premio
della Critica per avere “segnato la scorsa stagione”.
Pensato originariamente come traccia per lo svolgimento e l’esito di un Corso di alta
formazione per attori e drammaturghi dedicato alla tragedia greca, Santa Estasi ha
superato ogni aspettativa imponendosi come opera compiuta, gravida di idee, di istanze
di ricerca e di energia sapientemente domata, e come tale è stato riconosciuto in modo
unanime da critica e pubblico.
Antonio Latella, uno dei più creativi registi della scena internazionale contemporanea
recentemente nominato Direttore della Biennale Teatro di Venezia – chiamato da ERT a
dirigere il Corso di Alta Formazione 2016 – si è posto come maieuta senza risparmiarsi
in dedizione e ispirazione, in linea con quello che è il suo approccio in sede di produzione
tout court. Con la messa a punto di un linguaggio nuovo, fatto di disinvoltura attoriale
e drammaturgica, di coralità e di illuminazione, ha attraversato il mito nelle sue pieghe
più buie, restituendogli nuovi gradi di corporeità.
Un’operazione poderosa e agile, profonda e divertita, che si fa carico di conoscere e
riconoscere, disseppellire e in modo nuovo ‘ascoltare’ la saga della famiglia degli Atridi,
dove tutto ha inizio con un peccato, una sfida agli Dei, basata sul gesto originario di un
padre, Tantalo, pronto a sacrificare il proprio figlio Pelope. Una maledizione per l’intera
discendenza, che andrà incontro a contesa del potere, vendetta, peso della colpa,
preparazione sorda della catastrofe. Temi che l’ensemble compatto ha guadato come
acque tempestose producendo otto spettacoli distinti e concatenati, ognuno dedicato a
una figura mitologica, prevalentemente attinte da Euripide, con incursioni in Eschilo e
Seneca, e con un occhio a Sofocle, ma guardando anche a Pasolini e a Beckett, Simone
Weil, Angelopoulos per il finale.
PASSIONI
TEATRO
STORCHI
DELLE
Il TEATRO STORCHI e il TEATRO DELLE PASSIONI aprono le porte al pubblico
in occasione delle recite riservate alle scuole!
UN’OPPORTUNITÀ PER COLORO CHE HANNO DIFFICOLTÀ A VENIRE
A TEATRO NELLE ORE SERALI COL VANTAGGIO DI UN PREZZO DEL BIGLIETTO
PARTICOLARMENTE SCONTATO.
GLI SPETTACOLI
DAVID È MORTO 24 ottobre ore 15, Teatro delle Passioni
FAUST 9 novembre ore 15, Teatro delle Passioni
NATALE IN CASA CUPIELLO 1 dicembre ore 15, Teatro Storchi
ASSASSINA 12 gennaio ore 15, Teatro delle Passioni
AFGHANISTAN: IL GRANDE GIOCO 14 febbraio ore 14, Teatro delle Passioni
LE DONNE GELOSE 16 febbraio ore 15, Teatro Storchi
2666 28 marzo ore 15, Teatro delle Passioni
DELITTO E CASTIGO 22 maggio ore 15, Teatro Storchi
€ 9,00
€ 9,00
€ 12,00
€ 9,00
€ 9,00
€ 12,00
€ 9,00
€ 12,00
APERTO MATTINA E POMERIGGIO
TEATRO
45
CONVERSANDO DI TEATRO
Un’occasione per avvicinare i protagonisti della scena, per confrontarsi in un contesto
informale e per scoprire la complessità nascosta dietro a ogni spettacolo: tornano ad
affiancarsi alle serate di spettacolo le conversazioni del ciclo ‘Conversando di teatro’, il
consueto e irrinunciabile appuntamento promosso da Emilia Romagna Teatro Fondazione
e l’Associazione Amici dei Teatri Modenesi.
Ingresso gratuito
TEATRO STORCHI
SABATO 19 NOVEMBRE ORE 17.00
INCONTRO CON LA COMPAGNIA DI
PURGATORIO
SABATO 3 DICEMBRE ORE 17.00
CONVERSANDO DI TEATRO
INCONTRO CON LA COMPAGNIA DI
NATALE IN CASA CUPIELLO
SABATO 17 DICEMBRE – TERMINE RECITA
INCONTRO CON ASCANIO CELESTINI IN OCCASIONE DELLE RECITE DI
LAIKA
SABATO 14 GENNAIO ORE 17.00
INCONTRO CON LA COMPAGNIA DI
ALICE UNDERGROUND
SABATO 11 FEBBRAIO ORE 17.00
INCONTRO CON LA COMPAGNIA DE
LA PAZZA DELLA PORTA ACCANTO
SABATO 18 FEBBRAIO ORE 17.00
INCONTRO CON LA COMPAGNIA DI
LE DONNE GELOSE
SABATO 25 FEBBRAIO ORE 17.00
INCONTRO CON EROS PAGNI E LA COMPAGNIA DI
46
MINETTI
SABATO 4 MARZO ORE 17.00
INCONTRO CON PAOLO ROSSI E LA COMPAGNIA DI
MOLIERE: LA RECITA DI VERSAILLES
SABATO 3 DICEMBRE ORE 17.00
INCONTRO CON LA COMPAGNIA DI
DELITTO E CASTIGO
TEATRO DELLE PASSIONI
SABATO 12 NOVEMBRE - TERMINE RECITA
INCONTRO CON LA COMPAGNIA DI
FAUST
SABATO 10 DICEMBRE - TERMINE RECITA
UTOYA
SABATO 21 GENNAIO - TERMINE RECITA
INCONTRO CON LA COMPAGNIA DI
ASSASSINA
SABATO 28 GENNAIO - TERMINE RECITA
INCONTRO CON LA COMPAGNIA DI
PRIMA DELLA PENSIONE OVVERO COSPIRATORI
SABATO 8 APRILE - TERMINE RECITA
CONVERSANDO DI TEATRO
INCONTRO CON LA COMPAGNIA DI
INCONTRO CON LA COMPAGNIA DI
LA VOLONTA
SABATO 13 MAGGIO - TERMINE RECITA
INCONTRO CON LA COMPAGNIA DI
EMIGRANTI
47
TEATRO STORCHI
10 dicembre ore 20
11 dicembre ore 15.30
LA PRINCIPESSA SISSI
musical liberamente
ispirato all’omonimo film di
Ernst Marischka
adattamento e regia
CORRADO ABBATI
elaborazione musicale
Alessandro Nidi
COMPAGNIA CORRADO
ABBATI
21 gennaio ore 20
22 gennaio ore 15.30
TEATRO MUSICALE
OBLIVION:
THE HUMAN JUKEBOX
gli Oblivion sono
Graziana Borciani,
Davide Calabrese,
Francesca Folloni,
Lorenzo Scuda,
Fabio Vagnarelli
consulenza registica
GIORGIO GALLIONE
musiche Lorenzo Scuda
testi Davide Calabrese
e Lorenzo Scuda
BAGS ENTERTAINMENT
1 aprile ore 20
2 aprile ore 15.30
CIN-CI-LÀ
operetta di Carlo Lombardo
musica di Virgilio Ranzato
adattamento e regia
CORRADO ABBATI
COMPAGNIA CORRADO
ABBATI
TEATRO NAZIONALE
ENRICO GIORGI, DOCENTE DI FILOSOFIA,
ABBONATO ERT.
FOTO DI LUCA DEL PIA
LA DOMENICA NON SI VA A SCUOLA
RASSEGNA PER LE FAMIGLIE AL TEATRO STORCHI
6 novembre 2016 ore 16.30
29 gennaio 2017 ore 16.30
PREZZI:
di Lucio Diana, Roberto Tarasco,
Adriana Zamboni
collaborazione alla drammaturgia
Gabriele Vacis
regia ROBERTO TARASCO
con Giorgia Goldini,
Rossana Peraccio, Gabriele Capilli
tecnico di scena Agostino Nardella
Fondazione Teatro Ragazzi
e Giovani Onlus
di e con Bruno Cappagli
e Fabio Galanti
regia BRUNO CAPPAGLI
voce narrante Giovanni Boccomino
luci Andrea Aristidi
oggetti di scena Tanja Eick
La Baracca
ABBONAMENTO
A 4 SPETTACOLI
Intero € 26,00 (riduzione
CartaInsieme € 22,00)
Ridotto bambini fino a 12
anni € 16,00 (riduzione
CartaInsieme € 12,00)
Ridotto secondo/terzo
bambino € 13,00 (riduzione
CartaInsieme € 9,00)
AQUARIUM
BIANCANEVE
Teatro d’attore con oggetti
Dai 5 anni
Teatro d’attore con oggetti
Dai 5 anni
8 gennaio 2017 ore 16.30
26 marzo 2017 ore 16.30
con Danilo Conti
testo e regia DANILO CONTI
e ANTONELLA PIROLI
TCP – Tanti Cosi Progetti
Accademia Perduta /
Romagna Teatri
Una notte tra acqua,
bolle e sapone
di e con Michele Cafaggi
regia TED LUMINARC
musiche originali Davide Baldi
scene e costumi Izumi Fujiwara
Associazione Ta-Daa
LA GALLINELLA ROSSA
Teatro d’attore, pupazzi,
oggetti musicali
Dai 3 anni
L’OMINO DELLA PIOGGIA
BIGLIETTI
Adulto € 8,00
Bambino fino a 12 anni
€ 5,00
Sconto di € 1,00 per
i possessori di CartaInsieme
Conad
Il giorno dello spettacolo
la Biglietteria apre
alle ore 15.00
Clownerie e bolle di sapone
Per tutti
PER INFORMAZIONI:
Ufficio Teatro Ragazzi e Giovani | 059.2136055
[email protected] | www.emiliaromagnateatro.com
CON IL SOSTEGNO DI
TEATRO NAZIONALE
IURI MONTI,
BENZINAIO, ABBONATO ERT.
FOTO DI LUCA DEL PIA
ABBONARSI CONVIENE
Da questa stagione l'abbonamento ti dà diritto a sconti e agevolazioni in tanti luoghi della città:
MOSTRA L’ABBONAMENTO e ottieni subito gli SCONTI DEDICATI!
Consulta questo ELENCO e ricordati di controllare il SITO di ERT per rimanere SEMPRE AGGIORNATO.
TEATRO
TEATRI DI MODENA
Riduzione del 10% sul prezzo intero del biglietto
d’ingresso agli spettacoli del Teatro Comunale
Luciano Pavarotti
TEATRI EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE
Riduzione del 30% sul prezzo intero del biglietto
d’ingresso agli spettacoli di: Teatro Fabbri di
Vignola, Teatro Dadà di Castelfranco Emilia,
Arena del Sole di Bologna e Teatro Bonci di
Cesena
TEATRI IN EMILIA ROMAGNA
Riduzione del 30% sul prezzo intero del biglietto
d’ingresso agli spettacoli di: Teatro Laura Betti
di Casalecchio di Reno, Teatro della Regina di
Cattolica, Teatro Asioli di Correggio, Teatro Rita
Levi Montalcini di Mirandola, Teatro Walter Mac
Mazzieri di Pavullo e Teatro Boiardo di Scandiano
ABBONAMENTI
CULTURA
PEPPERONCINO, Viale Trento e Trieste 71
Menù pizza + bibita + caffè a € 10,00 (incluso
il coperto). Prenotazione consigliata.
Info e prenotazione 059 237931
RISTORANTE PIZZERIA JOLLY, Viale G. Amendola 229
Sconto del 15% su tutto il menù.
Prenotazione consigliata.
Info e prenotazione 059 351832-21
SALA TRUFFAUT MODENA, Via degli Adelardi 4
Biglietto ridotto per le proiezioni della rassegna
Schermi e Palcoscenici – dalla parola
all’immagine
059 236288 – www.salatruffaut.it
CAFFE’ DELLE PASSIONI, viale C. Sigonio 382
Sconto del 10% sul menù alla carta
Prenotazione consigliata.
Info e prenotazione 366 9276018
PALAZZO DUCALE DI MODENA,
sede dell’Accademia Militare
VECCHIA PIRRI, Via Francesco Prampolini 8
Sconto del 10% e un ulteriore sconto del 10%
da utilizzare in un’altra serata.
Prenotazione consigliata.
Info e prenotazione 059 235324
Domenica 9 ottobre, ore 9.30 visita guidata
organizzata in collaborazione con Modenatur,
biglietto ridotto € 7,00. Prenotazione entro il 21
settembre a [email protected] 059 220022
52
RISTORAZIONE
In occasione degli spettacoli, dietro presentazione
dell’abbonamento, sarà riservato uno sconto sulle
consumazioni presso*:
LIBRERIA UBIK MODENA, Via dei Tintori 22
Sconto del 10% - 059 237005
www.ubiklibri.com
GROM – GELATERIA, Largo di Porta Bologna 40
Sconto del 10% presso il negozio Grom di Modena
www.grom.it
*Lo sconto verrà applicato anche dietro
presentazione del regolare biglietto di accesso
SCUOLE DI LINGUE
ARTIGIANATO ARTISTICO
Susanna Martini - Via Cesare Battisti 38
BAR E PASTICCERIE
SPORT
In collaborazione con
OPLA’ CENTRO LUDICO MOTORIO, Via Gasparini 13
Sconto del 10% valido sul compleanno cuccioli
(da 2 a 5 anni) e compleanni “oplà” (da 6 a 11
anni).
I genitori o gli accompagnatori maggiorenni,
NON pagano. Ogni bambino deve essere
tesserato (tessera € 7,00).
www.oplamodena.it/compleanni
PISCINE PERGOLESI, Viale Divisione Aqui 152
15 ingressi Nuoto Libero a € 85,00
invece che € 105,00
059 373337 - www.piscinepergolesi.net
PALESTRAEQUILIBRA, Via Eugenio Montale 25
Sconto del 10% sui corsi di:
- Pilates Met
- Rieducazione funzionale post fisioterapia
per donne con interventi di tumore al seno
- Allenamento funzionale per prevenzione e cura
osteoporosi
- Yoga
059 7272903 - www.palestraequilibra.it
Sconto del 10%
(esclusi saldi e promozioni) presso gli
esercizi commerciali sotto indicati
aderenti a
Bar Penny - Via Mondatora 22
Bar Tiffany - Via Canalino 58
Caffetteria del Borgo - Piazza Sant’Eufemia 36
I Picari - Via Gallucci 44
Labeerinto - Via San Giacomo 48
Labeerinto - Via Castelmaraldo 31
No Name Caffè 1808 - Largo Garibaldi 26
ERBORISTERIE E PRODOTTI BIOLOGICI
Erboristeria Il Fauno - Via San Carlo 1/B
Erboristeria Officinalis - Corso Canalchiaro 11
L’Erbolario - Via Castellaro 21
OREFICERIE E GIOIELLERIE
Bassi Gioielli - Via Castellaro 29
D.M. Gioielli-Antiquariato-Vintage - Via Emilia
Centro 303
Oreficeria Zini - Piazza XX Settembre 14
Righi Mario - Corso Canalchiaro 14/16
Tiziano Gioielli - Corso Canalchiaro 3
BIANCHERIA INTIMA
Il Filo - Via Emilia Centro 154
CALZATURE E CALZOLERIE
Dugoni - Via Emilia Centro 293
Impression Dugoni - Largo Porta Bologna 46
CARTOLERIE E COPISTERIE
Cartoleria Minerva - Via Canalino 1
CASALINGHI E ARREDAMENTO
Alberti e Bulgarelli - Via Canalino 15
CRESCENTERIA – PANINOTECA
Ai Sorrisi - Piazza XX Settembre 21/22
Crescenteria L’Or-Ma - Via Gallucci 25
Rucola e Stracchino - Piazza XX Settembre 1
Sano Italiano - Via Berengario 54
ABBONAMENTI
MYES My English School, Via Carlo Cattaneo 56
Sconto del 10% per i corsi di lingua inglese
059 2929592 - www.myenglishschool.it/modena
ENOGASTRONOMIE
EnoGastronomia Bergonzini - Via Ganaceto 53
Gastronomia Saporiamo - Piazza XX Settembre 24
ABBIGLIAMENTO
Due Più Per - Rua Muro 27/C
Montorsi abbigliamento - Corso Duomo 5
8 Rue - Piazzale degli Erri 7
Pietri Store - Piazza Torre 7
ALIMENTARI
Nuova Bottega - Via Scarpa 4
Storica Bottega di Via dei Tintori
- Via dei Tintori 25
OTTICI
Ottici Galvani - Via Emilia Centro 114
RISTORANTI E PIZZERIE
Il Cantuccio - Via Ramazzini 65
Stallo del Pomodoro - Largo Hannover 63
PUB E BIRRERIE
Maltomania - Via Saragozza 99
53
ABBONAMENTI A POSTO FISSO
PER CHI APPREZZA LA COMODITÀ DELLA POLTRONA PRENOTATA PER TUTTA LA STAGIONE
PROSA 12
Abbonamento a posto fisso: 9 spettacoli al Teatro Storchi e 3 al Teatro delle Passioni
PLATEA
INTERO
RIDOTTO GIOVANI/ANZIANI E GRUPPI
€ 200,00
€ 155,00
PRIMA E SECONDA GALLERIA
INTERO
RIDOTTO GIOVANI/ANZIANI E GRUPPI
€ 130,00
€ 95,00
INVITO A TEATRO
Abbonamento a posto fisso riservato ai soci COOP:
7 spettacoli al Teatro Storchi e 2 al Teatro delle Passioni
PLATEA BALCONATA E PALCO
€ 125,00
PRIMA E SECONDA GALLERIA
€ 75,00
ABBONAMENTI
INVITO A TEATRO + TEATRO MUSICALE
Abbonamento riservato ai soci COOP:
9 spettacoli di prosa + 3 di Teatro Musicale
PLATEA BALCONATA E PALCO
€ 178,00
PRIMA E SECONDA GALLERIA
€ 110,00
INSIEME A TEATRO
Abbonamento a posto fisso riservato ai possessori
di CARTA INSIEME CONAD:
5 spettacoli al Teatro Storchi e 3 al Teatro delle Passioni
54
NOVITÀ
PLATEA BALCONATA E PALCO
€ 110,00
PRIMA E SECONDA GALLERIA
€ 70,00
ABBONAMENTI LIBERI (SCEGLI SPETTACOLO, DATA E POSTO)
PER CHI NON SA MAI QUANDO RIUSCIRÀ AD ANDARE A TEATRO, MA VUOLE LA SICUREZZA
DEL POSTO PER GLI SPETTACOLI CHE PIÙ GLI INTERESSANO
PASSIONI
6 o 10 spettacoli a scelta su tutto il cartellone del Teatro delle Passioni. L’abbonamento
è nominativo (non può essere utilizzato da più persone per lo stesso spettacolo).
6 SPETTACOLI
INTERO
RIDOTTO GIOVANI/ANZIANI/GRUPPI
€ 63,00
€ 48,00
10 SPETTACOLI
INTERO
RIDOTTO GIOVANI/ANZIANI/GRUPPI
€ 90,00
€ 70,00
CARNET 7
PLATEA BALCONATA E PALCO*
INTERO
RIDOTTO GIOVANI/ANZIANI
€ 140,00
€ 108,00
PRIMA E SECONDA GALLERIA
INTERO
RIDOTTO GIOVANI/ANZIANI
€ 90,00
€ 65,00
* Per ogni ingresso scelto al Teatro delle Passioni gli abbonati di platea avranno diritto a
un biglietto per un accompagnatore.
ABBONAMENTI
7 entrate a scelta su tutto il cartellone del Teatro Storchi e del Teatro delle Passioni,
compreso il Teatro Musicale. Il titolare sceglie gli spettacoli, il numero dei posti per ogni
spettacolo e la data di rappresentazione. Non è nominativo, può quindi essere utilizzato da
più persone per lo stesso spettacolo.
CARTA TEATRO
Carta a scalare che contiene 12 “crediti”, utilizzabile in entrambi i teatri per tutti gli
spettacoli (esclusi fuori abbonamento, Teatro Musicale e rassegna La domenica non si va
a scuola). Verranno scalati 2 crediti per ogni entrata al Teatro Storchi e 1 credito per ogni
entrata al Teatro delle Passioni. La tessera è nominativa, non può quindi essere ceduta né
rimborsata. Non può essere utilizzata da più persone per lo stesso spettacolo.
PREZZO UNICO PER QUALSIASI POSTO*
INTERO
RIDOTTO GRUPPI
RIDOTTO GIOVANI/ANZIANI
* Posti in base alla disponibilità al momento della prenotazione
€ 96,00
€ 84,00
€ 60,00
55
QUATTRO CARD
Abbonamento riservato a: GIOVANI FINO A 20 ANNI, possessori della STUDENT CARD
dell’Università di Modena e Reggio Emilia, titolari di CARTA DOC, possessori YOUNGER
CARD
4 spettacoli a scelta su tutto il cartellone del Teatro Storchi e del Teatro delle Passioni
(esclusi fuori abbonamento, Teatro Musicale e rassegna La domenica non si va a scuola).
L’abbonamento è nominativo e non può essere ceduto né rimborsato. Non è possibile
utilizzarlo più volte per lo stesso spettacolo.
PREZZO UNICO PER QUALSIASI POSTO*
INTERO
TITOLARI STUDENT CARD
€ 40,00
€ 25,00
* Posti in base alla disponibilità al momento della prenotazione
ACQUISTARE UN ABBONAMENTO CON SCELTA DEGLI SPETTACOLI
PASSIONI, CARNET 7, CARTA TEATRO, QUATTRO CARD
Gli abbonamenti possono essere acquistati presso la biglietteria del teatro. Per la scelta degli
spettacoli, posti e date bisognerà telefonare o recarsi in biglietteria dal 25 ottobre.
I posti prenotati dovranno essere confermati telefonicamente (qualora non si ritiri il biglietto
all’atto della prenotazione) entro il giorno precedente la rappresentazione scelta.
ABBONAMENTI
BIGLIETTI
I biglietti per i singoli spettacoli saranno in vendita al pubblico non abbonato da martedì
2 novembre.
I biglietti prenotati dovranno essere ritirati direttamente in biglietteria o pagati tramite
carta di credito (con le modalità indicate all’atto della prenotazione) entro i 10 giorni
successivi la data di prenotazione stessa, in caso contrario verranno annullati. Nel caso
di prenotazioni effettuate nei 20 giorni antecedenti la rappresentazione, il ritiro dovrà
avvenire entro il giorno successivo.
TEATRO STORCHI
PLATEA BALCONATA E PALCO
INTERO
RIDOTTO 10%
RIDOTTO GIOVANI/ANZIANI
RIDOTTO 30%
RIDOTTO STUDENT CARD UNIMORE
56
€ 25,00
€ 22,50
€ 19,00
€ 17,50
€ 15,00
I E II GALLERIA
INTERO
RIDOTTO 10%
RIDOTTO GIOVANI/ANZIANI
RIDOTTO 30%
RIDOTTO STUDENT CARD UNIMORE
€ 15,00
€ 13,50
€ 12,00
€ 10,50
€ 10,00
POMERIDIANE GIORNI FERIALI PREZZO SPECIALE
POSTO UNICO
€ 12,00
TEATRO DELLE PASSIONI
PLATEA BALCONATA E PALCO
INTERO
RIDOTTO 10%
RIDOTTO GIOVANI/ANZIANI
RIDOTTO 30%
RIDOTTO STUDENT CARD UNIMORE
€ 12,00
€ 11,00
€ 9,00
€ 8,50
€ 5,00
POMERIDIANE GIORNI FERIALI PREZZO SPECIALE
POSTO UNICO
€ 9,00
Diritto di prevendita 8% con arrotondamento a € 0,50
In caso di dimenticanza/smarrimento del biglietto o dell’abbonamento verrà emesso
un biglietto sostitutivo al costo di € 2,00
RIDOTTO GIOVANI E ANZIANI PER:
Giovani fino a 29 anni, anziani oltre i 60 anni, associati Amici dei Teatri Modenesi,
gruppi di almeno 10 persone.
RIDOTTO DEL 10% SUL PREZZO DEL BIGLIETTO INTERO PER:
Associati CGIL, CISL, FAI, ARCI, ACI, UISP, CSI, Soci Coop, Abbonati Teatro Comunale
di Modena, Titolari Carta Insieme Conad, Titolari Carta Più, Donatori AVIS, Abbonati
Trenitalia, My English School Modena.
ABBONAMENTI
RIDUZIONI ABBONAMENTI E BIGLIETTI
RIDOTTO DEL 30% SUL PREZZO DEL BIGLIETTO INTERO PER:
Abbonati dei Teatri di Emilia Romagna Teatro Fondazione (Teatro Storchi e Passioni
Modena, Teatro Dadà Castelfranco Emilia, Teatro Ermanno Fabbri Vignola, Arena del Sole
Bologna, Teatro Bonci Cesena).
Possessori di un biglietto Trenitalia obliterato nella stessa giornata
RIDOTTO STUDENT CARD UNIMORE:
Per poter usufruire dell’agevolazione lo studente iscritto ed in regola con le tasse
universitarie dovrà presentare alla biglietteria la tessera universitaria “student card”
in corso.
LAST MINUTE:
solo on line il giorno di spettacolo 50% di riduzione sul prezzo intero.
57
INFORMAZIONI E ACQUISTO
BIGLIETTERIE
BIGLIETTERIA TELEFONICA
tel. 059/2136021
Orari: dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13
BIGLIETTERIA TEATRO STORCHI
Largo Garibaldi 15 – Modena
Orari: martedì dalle 10 alle 14 e dalle 16.30 alle 19
da mercoledì a venerdì dalle 10 alle 14
sabato dalle 10 alle 13 e dalle 16.30 alle 19
BIGLIETTERIA TEATRO DELLE PASSIONI
viale Carlo Sigonio 382 – Modena
Aperta solo in concomitanza con gli spettacoli programmati, da un’ora e mezza prima
dell’inizio della rappresentazione.
INFO
INFORMAZIONI E VENDITA ON-LINE
www.emiliaromagnateatro.com
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Call center Vivaticket 892.234 lunedì/venerdì ore 9/19 sabato ore 9/14
Call center 89.24.24 Servizio a carattere sociale - Informativo di Seat Pagine Gialle.
Costo da fisso € 0,026 al secondo più € 0,36 alla risposta (IVA incl.).
Costo da mobile in funzione del gestore.
Info e costi: www.892424.it
Attivo 365 giorni l’anno, 24 ore su 24
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TEATRO NAZIONALE
In copertina:
MARIA ANTONIETTA DE BELLA,
INTERPRETE,
ABBONATA ERT.
FOTO DI LUCA DEL PIA
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