Il Management Strategico e delle Performance nella PA Dr Andrea Bonomi Savignon Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” [email protected] Elementi fondamentali della strategia Il concetto di strategia - origini • Dal greco: condurre un’armata • Primi “strateghi”: Sun Tzu, Von Clausewitz, Machiavelli • Introduzione in ambito propriamente economico-aziendale nel II Dopoguerra (long-range planning) Il concetto di strategia • Accezione ristretta: lo stratega aziendale ha il compito di utilizzare al meglio le risorse a disposizione per conseguire obiettivi imposti dall‟alto • Accezione allargata: la strategia è l‟insieme dei fini fondamentali perseguiti dall‟organizzazione stessa e delle politiche messe in essere per la realizzazione di detti fini Il concetto di spazio strategico • Lo spazio strategico è costituito da una sfera di discrezionalità e azione sufficiente a operare scelte che possano qualificarsi come strategiche, ovvero che: – Definiscono l‟insieme delle relazioni aziendaambiente esterno – Incidono su tutte le aree di funzionamento dell‟azienda – Definiscono la direzione dello sviluppo delle attività – Sono critiche per il perseguimento delle finalità istituzionali della stessa Del Vecchio, 1995 Il piano strategico • Costituisce il documento che esplicita e formalizza la strategia di cui si dota l‟AP, costituendo il mezzo di congiunzione tra la fase di formulazione e implementazione delle politiche aziendali. • Il contenuto dei piani: – Fa riferimento alle strategie deliberate (obiettivi, politiche, piani di azione), dato che le strategie emergenti nascono nella fase della realizzazione delle politiche aziendali – È composto dai risultati delle fasi di analisi ambientale e di formulazione strategica • Le caratteristiche di un piano strategico sono di: – – – – Rappresentare la principale fonte per le strategie deliberate Limitare nel tempo il processo di formulazione Comunicare all‟esterno e all‟interno le scelte aziendali Permettere il controllo sullo stato di raggiungimento degli obiettivi strategici Elementi fondamentali • • • • • La definizione di obiettivi nel lungo termine Lo sviluppo di azioni miranti a orientare la gestione delle organizzazioni verso gli obiettivi L‟acquisizione e l‟allocazione delle risorse necessarie per costruire e difendere vantaggi sui concorrenti Priorità dei traguardi da raggiungere Formulazione a livello direzionale L’ABC della pianificazione strategica Visione, missione, obiettivi A Dove siamo Missione e obiettivi di fondo Funzioni e compiti attribuiti Modelli organizzativi e logiche di funzionamento Programmi realizzati, attività svolte e servizi forniti Risorse finanziarie a disposizione Persone, competenze e conoscenze a disposizione Formulazione della strategia QUESTIONI DI RILEVANZA STRATEGICA B Cosa vogliamo diventare Cosa occorre modificare nella missione, nell’assetto organizzativo, nell’insieme delle politiche e dei programmi attivati, nelle risorse umane, finanziarie e tecnologiche, nelle conoscenze competenze C Come dobbiamo muoverci L’individuazione del percorso e delle azioni necessarie per passare dalla situazione attuale a quella prospettata (piani strategici generali, piani risorse tecnologiche e logistiche, gestione e sviluppo delle risorse umane, ridefinizione dei processi) Implementazione della strategia La strategia tra pensiero e azione Approccio elaborativo (teorie progettuali) • • • • • • Tradizione harvardiana (Christensen, Andrews, Ansoff) Utilizzo di strumenti analitici e applicazione procedurale strategia Riflessiva, sequenziale, strutturata, formalizzata Il pensiero precede l‟azione Approccio verticistico (top down) Eccessiva rigidità e meccanicità, che non permette adeguamenti alle dinamiche ambientali Approccio realizzativo (teorie sull‟apprendimento organizzativo) • • • Normann, Quinn, Mintzberg Approccio meno procedurale e più basato sulla sperimentazione pilotata, sulla verifica, sugli adattamenti continui La strategia effettiva è la sintesi tra strategie intenzionali e strategie emergenti, ovvero quei corsi strategici che emergono nel momento implementativo e sono accomunati da coerenza e convergenza verso determinati obiettivi. (New) Public Management, scuole di pianificazione strategica e politiche pubbliche: le logiche condivise Formulazione delle politiche pubbliche Modelli razionali Razionalità limitata Paradigma gestionale Scuole di pianificazione strategica Modelli razionali, imprenditoriali, competitivi Paradigma New Public Management Modello di Stato efficiente Public Governance, scuole di pianificazione strategica e politiche pubbliche: le logiche condivise Formulazione delle politiche pubbliche Modello umanistico Paradigma democratico – umanistico Scuole di pianificazione strategica Modelli negoziali Apprendimento Cultura Paradigma Public Governance Paradigma New Public Management Stato flessibile, partecipativo Mission e fini • La mission è un‟enunciazione formulata dagli organi di governo economico e di direzione, a carattere pressoché permanente, volta a specificare l‟ambito competitivo in cui l‟azienda intende operare, a fornire un quadro di riferimento per regolare i rapporti con gli interlocutori sociali e a stabilire gli obiettivi da perseguire • I fini sono i traguardi di fondo della gestione aziendale e interpretano la missione che l‟azienda è impegnata ad assolvere Si realizzano nel lungo periodo • La mission deve: • • • • • Contenere l‟indicazione degli obiettivi attraverso i quali la mission stessa può essere raggiunta Definire le aree nelle quali l‟organizzazione intende operare Differenziare l‟organizzazione dalle concorrenti Incorporare le attese degli stakeholder Stimolare, rappresentare una sfida da cogliere Elementi della mission Scopo Perché l’organizzazione esiste? Strategia La strategia dell’organizzazione per raggiungere lo scopo Valori In che cosa crede l’organizzazione? Norme di comportamento Le politiche e i modelli di comportamento che guidano l’organizzazione Esempi di mission • Nokia – "Mettendo in contatto le persone noi aiutiamo il soddisfacimento di un fondamentale bisogno umano di contatti e relazioni sociali. La Nokia costruisce ponti tra le persone - sia quando sono lontane che faccia-a-faccia - e colma il divario tra le persone e le infomazioni di cui hanno bisogno." ("By connecting people, we help fulfill a fundamental human need for social connections and contact. Nokia builds bridges between people – both when they are far apart and face-to-face – and also bridges the gap between people and the information they need.") • Walt Disney – "Rendere felici le persone" ("To make people happy") • Wal-Mart – "Dare alla gente comune la possibilità di acquistare le stesse cose dei ricchi" ("To give ordinary folk the chance to buy the same thing as rich people.") Esempi di mission • McDonald‟s – "Far leva sulle capacità, i punti di forza e le risorse uniche della nostra diversità per essere il migliore fast food del mondo" ("To leverage the unique talents, strengths and assets of our diversity in order to be the World's best quick service restaurant experience.") • CIA - "Noi siamo gli occhi e le orecchie della nazione e, a volte, la sua mano invisibile.” • FedEx – "La FedEx si affida alla nostra Filosofia del Profitto al Servizio delle Persone. Noi otterremo eccellenti rendimenti finanziari fornendo un servizio di trasporto terra-aria globale, competitivo e totalmente affidabile, avente ad oggetto beni e documenti ad alta priorità che necessitano di una consegna rapida e tempestiva.” Esempio di mission (AUSL Piacenza) La mission presenta un'azienda rinnovata che ha come fine e scopo: • La tutela della salute come diritto di cittadinanza • La presa in carico dei bisogni di salute dei cittadini espressi in forma individuale o collettiva, attraverso interventi appropriati di prevenzione,promozione della salute, cura e riabilitazione • La garanzia dei livelli minimi di assistenza, consolidando l'integrazione tra l'assistenza territoriale e ospedaliera • La garanzia di una logica di corretto ed economico utilizzo delle risorse Esempio di mission (Azienda Ospedaliera Meyer) • Dare soddisfazione ai bisogni e alle aspettative di salute di cittadini minori ed alle loro famiglie gestendo al meglio le risorse disponibili, attraverso servizi sanitari di qualità e contribuendo alla realizzazione di un più globale progetto di salute. www.ao-meyer.toscana.it La vision • L‟idea forte e facilmente comprensibile che guida l‟azienda e ne determina il posizionamento sui diversi mercati ed è al tempo stesso il progetto condiviso dai membri dell‟azienda (Mintzberg, 1994) • Serve a: – – – – – fornire un‟identità motivare i dipendenti guidare il comportamento visualizzare il futuro da perseguire indurre coerenza e coordinamento Esempio di vision • L‟idea di città alla quale si vuole pervenire nel medio lungo periodo con l‟attuazione del Piano strategico, che si propone sintetizzata nello slogan Venezia Città Metropolitana - qualità, lavoro, culture, considera unitariamente le componenti strategiche del sistema locale. Essa delinea una città moderna, dinamica e competitiva, dotata di un assetto istituzionale adeguato (Città metropolitana), riferita ad un quadro di coesione politica ed amministrativa, di solidarietà sociale, di sostenibilità ambientale. Una città che ambisce ad essere parte qualificata e redditizia di un sistema complesso fortemente interrelato sia al contesto locale che ai contesti regionale e internazionale, capace di generare dai suoi punti di forza (turismo, cultura, ecc.) e dalla soluzione dei suoi problemi (ambiente, salvaguardia, ecc.) nuove potenzialità di sviluppo. Capace di trasformarsi da luogo in cui le risorse straordinarie accumulate nei secoli vengono progressivamente consumate e disperse in un sistema caratterizzato da una forte entropia a luogo in cui le risorse vengono rigenerate. Piano strategico di Venezia Esempio di vision (provincia di Treviso) La vision che propone il piano strategico è quello di fare della Marca: • una provincia-comunità, incamminata su un nuovo modello di benessere sociale, di qualità della vita, di riqualificazione del territorio e di sostegno allo sviluppo; • una provincia leader, che sa costruire un nuovo ruolo all‟interno del mercato globale e nella competizione tra i territori; • una provincia network territoriale, che da costellazione diviene territorio sinergico e coeso, capace di affrontare le sfide delle competizione globale e territoriale, puntando sulla propria volontà di fare sistema. Gli obiettivi strategici • Rappresentano il primo passaggio di un processo di specificazione della missione, caratterizzato dall‟introduzione della misurabilità e, almeno in misura generica, della quantificabilità • Si identificano nei risultati intermedi, raggiungibili nel medio periodo, e concorrono a realizzare i fini prestabiliti Esempio di obiettivi strategici • L‟obiettivo generale è quello di costruire in un futuro vicino e misurabile una città caratterizzata dall‟alta qualità della vita dei suoi abitanti - nei suoi aspetti relazionali, lavorativi e culturali - e dall‟alta qualità dei suoi assetti fisici e ambientali. Piano strategico di Venezia Esempio di obiettivi strategici • Finalità dare a tutti l‟opportunità di realizzare il proprio potenziale attraverso l‟istruzione, la formazione ed il lavoro. Costruire così una società inclusiva e giusta ed un‟economia competitiva. • Obiettivo tutti i giovani devono raggiungere i 16 anni possedendo le competenze, attitudini, e qualità personali necessarie per affrontare l‟apprendimento continuo e il lavoro in un mondo che cambia • Target entro il 2004, il 92% dei 16enni devono ottenere 5 o più GCSE (Gen. Certif. Sec. Ed.) di livello A Department for Education and Employment, UK Azienda Ospedaliera Lancisi, Ancona • «Il nostro obiettivo è la diagnosi e la cura delle malattie cardiovascolari che richiedono l‟utilizzo di metodiche e tecnologie di alta specialità cardiologica e cardiochirurgica, riguardanti, in primo luogo, i cittadini della regione Marche e, inoltre, delle regioni limitrofe e dell‟Europa orientale, facendoci scegliere per la qualità dei servizi forniti». Altri esempi di obiettivi strategici Azienda USL di Urbino (PSA 1998-2000) • Costituire la rete dei servizi sanitari • Il potenziamento e lo sviluppo della infrastruttura amministrativa e di supporto al processo di innovazione • Lo sviluppo della cooperazione interistituzionale • Il rientro dell‟equilibrio economico Azienda USL Roma F (PSA 1998-2000) • Sviluppo dell‟attività dei presidi ospedalieri • Potenziamento dell‟attività territoriale, articolata nei Distretti • Integrazione delle attività con i medici di base • Informazione ed educazione sanitaria dei residenti • Informatizzazione dell‟accesso dei cittadini ai servizi aziendali • Razionalizzazione delle sedi operative • Sviluppo dell‟organizzazione interna e della motivazione del personale • Adozione della contabilità economicopatrimoniale • Gestione dello squilibrio finanziario Azienda USL di Viterbo (PSA 19982000) • Obiettivi di miglioramento dell‟orientamento all‟utente – Miglioramento del rapporto fra ASL, cittadini e operatori – Favorire l‟accesso ai servizi – Miglioramento del comfort alberghiero • Obiettivi di riequilibrio tra domanda e offerta – Appropriatezza e qualità nell‟assistenza ospedaliera – Qualificazione dell‟offerta in aree strategiche: materno-infantile e riabilitazione – Potenziamento e sviluppo della rete dei servizi territoriali – Sviluppo di nuove attività – Completamento e apertura delle nuove strutture – Accordi interistituzionali e integrazione con altre aziende sanitarie, altri enti pubblici ed erogatori privati • Obiettivi di potenziamento delle attività di prevenzione – Rafforzamento dell‟intervento per aree di rischio • • • – Rafforzamento dell‟intervento su patologie – Rafforzamento dell‟intervento sulle malattie a trasmissione animale e sugli alimenti di origine animale – Riprogettazione del dipartimento di prevenzione in rete Obiettivi di tutela della domanda debole – Presa in carico delle situazioni di disagio e di rischio a livello territoriale – Attivazione di servizi mirati di supporto di intensità assistenziale medio-alta – Rafforzamento interventi di prevenzione e integrazione sociosanitaria Obiettivi di valorizzazione delle risorse umane all‟interno dell‟azienda – Motivare gli operatori attraverso la formazione e la valorizzazione della partecipazione allo sviluppo – aziendale – Rilancio rapporto con operatori e le loro organizzazioni sindacali Obiettivi di riorganizzazione e consolidamento gestionale-amministrativo Le 10 scuole di pensiero 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. Design School: strategy formation as a process of conception Planning School: strategy formation as a formal process Positioning School: strategy formation as an analytical process Entrepreneurial School: strategy formation as a visionary process Cognitive School: strategy formation as a mental process Learning School: strategy formation as an emergent process Power School: strategy formation as a process of negotiation Cultural School: strategy formation as a collective process Environmental School: strategy formation as a reactive process Configuration School: strategy formation as a process of transformation Mintzberg, Strategy Safari: A Guided Tour through the Wilds of Strategic Management Il processo di management strategico Il processo di gestione strategica Il processo mediante il quale un‟organizzazione: • Fissa gli obiettivi di lungo termine che intende raggiungere • Individua le proprie forze e debolezze e le proprie capacità di competere • Individua opportunità e minacce esterne • Decide le azioni per raggiungere gli obiettivi e i tempi relativi • Sceglie tra le varie opzioni che si presentano • Modifica i piani per quanto è necessario al fine di adattarsi al cambiamento • Valuta i risultati ottenuti Il processo di management strategico Area 1 Analisi strategica 1) Definizione della mission e degli obiettivi di lungo termine 2) Analisi dell‟ambiente competitivo esterno 3) Analisi dell‟ambiente operativo interno dell‟organizzazione al fine di individuare punti di forza e punti di debolezza e attese degli stakeholder Area 2 Scelta delle strategie 4) Selezione delle strategie che, muovendo dai punti di forza e proteggendo i punti di debolezza mirano a trarre vantaggio dalle opportunità e contenere le minacce provenienti dall‟ambiente esterno Area 3 Realizzazione delle strategie 5) Progettazione di una struttura organizzativa di sistemi di controllo adeguati alle strategie; coordinamento tra strategie; strutture organizzative e sistemi di controllo; gestione del cambiamento. Il processo di management strategico Mission Analisi strategica Obiettivi di lungo termine Analisi interna Analisi esterna Analisi SWOT Scelta delle strategie Strategie sovraordinate Strategie competitive Strategie funzionali Realizzazione delle strategie Struttura organizzativa Coordinamento strategia – organizzazione Gestione del cambiamento Controllo strategico Ambiente esterno Forze e tendenze: • Politiche • Economiche • Sociali • Tecnologiche • Educative • Fisiche • Legislative O S 1. Accordo iniziale (analisi fattibilità, piano per pianificare) V I S 2. Mandato (richieste/ aspettative) S 3. Missione e valori (scopi, stakeholder) V Ambiente interno Concorrenti • Forze competitive Collaboratori • Forze collaborative I Inizio del processo S Eventuale analisi degli stakeholder O Eventuale formulazione degli obiettivi V Eventuale definizione della vision S O I Soggetti che controllano le risorse: • Clienti • Utenti • Finanziatori • Membri • Regolatori 4A. Ambiente esterno Opportunità e minacce O I I 5. S O Questioni strategiche V Punti di forza e di debolezza S 4B. Ambiente interno • • • • Risorse: Umane Informatiche Competenze Culturali • • • • Strategia attuale: Generale Dipartimentale Processo produttivo Funzionale O S S 6. Formulazione delle strategie (processo 5 fasi, bozza di piano strategico) O I S 7. Revisione/ approvazione strategia e piano 8. Descrizion e dell’org. in futuro (visione di successo) V V Pianificazione strategica Management Performance: • Scorecard • Indicatori • Risultati • Storia S 9. Implementazione V 10. Rivalutazione della strategia e del processo di pianif. (mantenimento, cambiamento o abbandono della strategia; disegno del sistema di gestione strategica) I S L’analisi strategica dell’ambiente: finalità • Acquisire informazioni, • Diffonderle e metterle in rete all‟interno dell‟organizzazione • Simulare scenari possibili • Individuare le opportunità e le minacce che interessano o in prospettiva possono interessare l‟azienda (analisi esterna) e i punti di forza e di debolezza dell‟organizzazione (analisi interna) L’analisi strategica dell’ambiente esterno • • Nell‟analisi strategica l‟ambiente consiste di variabili di medio-lungo termine che sfuggono al controllo del management, ma che possono incidere sul successo delle strategie È possibile distinguere quattro gruppi di variabili: – – – – La politica dei governi e le scelte legislative Le tendenze dell‟economia (cicli economici, tassi di cambio e di interesse) Le tendenze evolutive della società e della cultura I progressi della tecnologia, sia nei prodotti che nei processi di produzione L’analisi del macroambiente • L‟analisi delle grandi variabili (politica, economia, società/cultura, tecnologia) – Quali legami esistono tra il nostro business e le grandi variabili? – Quali cambiamenti nelle grandi variabili possono creare minacce e/o opportunità? • L‟analisi degli scenari – Quali scenari del futuro? – Se lo scenario cambia, quali ripercussioni dobbiamo attenderci sulla nostra attività? • L‟analisi delle attese degli stakeholder (clienti, azionisti, fornitori, finanziatori, collaboratori) – Quali sono le attese dei vari stakeholder? – Come agiscono tali attese sulle nostre strategie? Fonte: Pelliceli, 2006 L’analisi dell’ambiente esterno • Perché un‟organizzazione abbia successo il management deve: – Capire quali variabili dell‟ambiente possono agire sul futuro dell‟organizzazione – Cercare di prevedere l‟evoluzione di tali variabili al fine di individuare minacce e opportunità – Adattare la strategia dell‟ organizzazione secondo le previsioni sul futuro delle variabili L’analisi dell’ambiente esterno • Macroambiente – – – – – Politica Economia Società/cultura Tecnologia Stakeholder • Ambiente competitivo • Concorrenti • Domanda (segmentazione e posizionamento) • Dall‟analisi dell‟ambiente esterno emergono opportunità (per rafforzare il vantaggio competitivo) e minacce (che mettono in pericolo la redditività dell‟organizzazione) PEST • Politico – – – – Politica fiscale Leggi sull‟impiego Regolazioni ambientali Dazi doganali e tariffe commerciali – Stabilità politica • Economico – – – – Crescita economica Tassi di interesse Tassi di cambio Tasso di inflazione • Sociale – – – – – Stili di vita Crescita demografica Distribuzione d‟età Attitudini alla carriera Sensibilità alla sicurezza • Tecnologico – – – – Attività di R&S Automatizzazione Incentivi tecnologici Tasso di obsolescenza L’analisi ambientale esterna per una ASL mono-ospedaliera Tendenze del quadro politicoistituzionale Finanziamento pro capite alle regioni, responsabili di eventuali sfondamenti rispetto ai tetti prefissati Riaffermazione della libertà di scelta del cittadino Accorpamento delle USL e loro trasformazione in azienda Tendenze relative al settore della medicina di base Impatto della nuova convenzione Responsabilizzazione sulle spese indotte Abolizione Guardia Medica e incentivazione dell‟Associazionismo Mix retributivo quota fissa e parte variabile collegata a obiettivi e prestazioni Tendenze relative al riassetto normativo regionale Maggiore autonomia organizzativa delle USL Rafforzamento del ruolo dei distretti Maggiore autonomia e discrezionalità nella nomina dei dirigenti a tutti i livelli Tendenze relative al sistema di finanziamento. Due scenari ipotizzabili: Tutte le aziende pubbliche sanitarie sono finanziate dalla Regione «a tariffa» (Regione come unico acquirente di prestazioni) Le USL sono finanziate a quota capitaria e pagano la mobilità in uscita dei propri pazienti Fonte: Piano Strategico 1994-1996, Azienda USL Rho. L’analisi competitiva per le aziende sanitarie pubbliche • Analisi del sistema di offerta, dell‟attività svolta e della domanda che si rivolge ad altre aziende sanitarie pubbliche e private accreditate (for profit e no profit) che insistono sul medesimo bacino di utenza. • Nelle aziende sanitarie territoriali, per esempio, la mobilità è il principale indicatore di una tensione competitiva che è tanto più intensa, almeno dal punto di vista finanziario, quanto maggiore è il saldo negativo tra mobilità in entrata e mobilità in uscita. • L‟analisi della concorrenza mira a indagare i motivi e le caratteristiche del fenomeno della fuga, individuando i fattori critici di successo dei concorrenti (e/o simmetricamente i propri punti di debolezza) e i driver che spingono la domanda dell‟utenza a rivolgersi a essi, al fine di definire le migliori strategie competitive. Tecniche di analisi ambientale esterna Tecniche Vantaggi Svantaggi Estrapolazione di trend Semplice Razionale (basata su dati quantitativi) Necessità di un’adeguata base di dati Si limita ai trend ambientali in atto Metodi qualitativi: Metodo Delphi, Gruppi Nominali. Possibile uso di esperti Interazione esperti/management Elimina gli errori di valutazione del management (autoreferenzialità) Favorisce la creatività (sviluppa molte idee e alternative) Facilita la comunicazione Tempi di realizzazione lunghi Non immediata relazione tra risultati dell’analisi e formulazione delle strategie Analisi dei portatori di interesse (stakeholders’ analysis) Considera le interdipendenze istituzionali Individua le necessità e le esigenze dei portatori di interesse Non considera i cambiamenti nell’ambiente socioeconomico di riferimento Descrive alternative future Può combinare analisi qualitativa e quantitativa Considera le interrelazioni Richiede forti ipotesi per la costruzione degli scenari Scenari Matrice delle priorità nell’analisi dell’ambiente Alta Alta priorità Media priorità Media Probabilità Bassa priorità Bassa Alto Medio Impatto Fonte: Pelliceli, 2006 Basso Applicazione teoria stakeholder alle PA: caratteristiche peculiari • Alcune categorie di stakeholder sono portatrici di interessi strutturalmente contrapposti ad altri • Il problema non è quello di estendere l‟attenzione a nuove categorie di stakeholder (prv.) ma eliminare distorsioni (tutele particolari, privilegi) • Le amministrazioni hanno un duplice ruolo: definizione regole + interazione Borgonovi, 2005 La matrice potere - interesse + Subjects / Soggetti che subiscono il potere dell’org.ne Players / Agenti Interesse Crowd / Folla - - 48 Potere Context setters / Influenzatori del contesto + Fonte: Eden, Ackerman, 1998 Come identificare gli stakeholder • Potere – “una relazione fra attori sociali in cui l‟attore A può obbligare l‟attore B a fare qualcosa che B in altre circostanze non avrebbe fatto" (Dahl, 1957). – Coercitivo, utilitarista, normativo (Etzoni, 1964) • Legittimazione – “una percezione generalizzata secondi cui le azioni di una entità sono desiderabili, adeguate o appropriate all‟interno di un sistema sociale di norme, valori e credenze“ (Suchman, 1995: 574) – Insieme al potere crea autorità • Urgenza – La relazione è sensibile al fattore tempo ed è rilevante per lo stakeholder (proprietà, sentimento, aspettative, esposizione-rischio) – Rende l‟identificazione degli stakeholder dinamica Tipologie / classi di stakeholder Potere 1) Stakeholder dormienti Legittimazione 4) Stakeholder dominanti 2) Stakeholder discrezionali 7) Stakeholder chiave 5) Stakeholder pericolosi Stakeholder latenti 6) Stakeholder dipendenti 3) Stakeholder esigenti Urgenza 50 Stakeholder in attesa Supporto Matrice supporto-opposizione degli stakeholder + Opposizione Inquadramento del problema Sostenitori deboli Sostenitori forti Oppositori deboli Oppositori forti + - 51 + Potere degli stakeholder Matrice potere – interesse 52 Diagramma di influenza degli stakeholder 53 Gli stakeholder di una USL pre D.lgs. 502/92 Gli stakeholder di una ASL L’analisi interna • Per individuare i fattori che possono dare successo alle strategie occorre anche guardare all‟interno dell‟organizzazione e definire quali sono i suoi punti di forza e di debolezza, ossia gli elementi che possono metterla in grado di trarre vantaggio dalle opportunità ed evitare le minacce L’analisi interna • • • • Resource audit Analisi del valore aggiunto Analisi di funzioni e processi Analisi SWOT L’analisi delle funzioni e dei processi • • • • • • Marketing Finanza Ricerca e Sviluppo Gestione operativa Gestione delle risorse umane Acquisti e gestione dei materiali • • • Sistemi di pianificazione Sistemi di controllo Strutture organizzative Checklist per l’individuazione dei possibili punti di forza e di debolezza delle aziende di servizi sanitari • • • • • • • • • • Assetto organizzativo Innovazioni organizzative Capacità e competenze professionali dirigenti Capacità e competenze professionali quadri intermedi Cultura professionale Dotazione quali-quantitativa del personale Abilità tecnico professionali Formazione e aggiornamento Sistema informativo Dotazione tecnologica • • • • • • • • • • • Sistemi di gestione adottati Mix di servizi offerti Contributo dei servizi all‟equilibrio economico-finanziario Modalità di funzionamento Capacità di interpretazione dei bisogni Conoscenza della domanda/utenti Qualità percepita dagli utenti Immagine aziendale Capacità di attrazione utenti Tempi di attesa Situazione alberghiera L’analisi SWOT Fattori interni Forze Debolezze Opportunità Strategie che usano i punti di forza per trarre vantaggio dalle opportunità Strategie che traggono vantaggio dalle opportunità superando le debolezze Minacce Strategie che usano i punti di forza per evitare le minacce Strategie che minimizzano le debolezze ed evitano le minacce Fattori esterni SWOT: Agenzia del Territorio Opportunità Esistenza di margini di ristrutturazione organizzativa e di recupero di efficienza. Possibilità di rivitalizzazione dell‟immagine del Demanio. Diversificazione dei servizi rivolti al mercato. Punti di forza Potenziale leadership di settore riferita al settore pubblico. Diffusione capillare sul territorio nazionale. Esistenza di competenze tecnicospecialistiche. Quantità e valore del patrimonio da gestire. Minacce Rigidità e complessità del quadro normativo. Pluralità di soggetti coinvolti nell‟attività di normazione. Incertezza del contesto di riferimento. Punti di debolezza Sistema informativo per la gestione immobiliare. Aggiornamento professionale sui temi della gestione dei programmi immobiliari. Ridotta motivazione del personale. Tempi di esecuzione dei procedimenti amministrativi. McCain Campaign SWOT Un possibile schema di rappresentazione dei punti di forza e di debolezza Problemi applicativi della SWOT • La ricerca sui concorrenti può essere incompleta a causa della poca trasparenza e dell’insufficiente conoscenza delle informazioni • L’elevata soggettività del passaggio dal momento analitico di raccolta dati a quello valutativo • La definizione di un evento ambientale come opportunità o minaccia dipende anche dalle mosse ignote dei concorrenti La formulazione: livelli di strategia Mission Strategia sovraordinata Strategie competitive (Aree Strategiche d’Affari) ASA 1 ASA 2 ASA 3 Strategie funzionali Produzione R&D Marketing Ecc. Produzione R&D Marketing Ecc. Produzione R&D Marketing Ecc. La strategia sovraordinata • Rispondono alla domanda “dove operare” • Si scelgono le aree strategiche di attività (ASA) • Si stabilisce il comportamento da adottare (sviluppo o mantenimento delle posizioni) La matrice di posizionamento strategico + Beneficio sociale - Politiche di sostegno attento Politiche di cauta espansione Strategie di ridimensionamento Politiche di mantenimento - Contributo all‟equilibrio finanziario + La strategia sovraordinata a) La strategia istituzionale: volta all‟ottenimento di un consenso duraturo da parte dei principali interlocutori istituzionali b) La strategia reddituale-finanziaria: decisioni di investimento e di finanziamento e le politiche di dividendo c) La strategia organizzativa: configurazione dell‟assetto organizzativo (struttura organizzativa e sistemi operativi) d) La strategia di portafoglio: scelta e definizione delle ASA nelle quali operare Le strategie competitive • • • • Rispondono alla domanda “come operare per essere competitivi” Si definiscono gli obiettivi e le politiche da adottare in ciascuna area strategica di attività Focus su forze competitive (ambiente esterno) rilevanti per l‟ASA & su competenze distintive dell‟azienda Devono trarre origine dalla strategia sovraordinata a livello aziendale La strategia funzionale • Risponde alla domanda “quali mezzi impiegare per raggiungere gli obiettivi” • Si individuano le risorse all‟interno di ogni singola funzione per applicare le strategie • Devono essere in sintonia con le strategie competitive ed esplicitate pena il fallimento della strategia Strategie economico-finanziarie • • • • • • • • • • Informazioni di natura finanziaria Capital budgeting Fusioni, acquisizioni, disinvestimenti Gestione del capitale proprio Finanziamento del debito a lungo termine Gestione del circolante Politiche fiscali Gestione del rischio Rapporti con il mondo finanziario … Strategie organizzative • Informazioni sulla gestione delle risorse umane • Selezione, carriera, inserimento • Valutazione • Sistema di incentivazione • Politiche di sviluppo • … Un esempio di raccordo tra strategia e organizzazione: AO Sacco di Milano Bergamaschi, 1995 Focus: Il Management Strategico nei Ministeri Italiani Chandler: “Strategy and Structure” • Ambito di riferimento: USA anni „60, grande impresa integrata (e in espansione) • Definizione strategica come momento principale del management, ma impostata deterministicamente • Visione evoluzionistica improntata alla crescita dimensionale “Structure follows Strategy” • La strategia detta lo sviluppo organizzativo in modo normativo, lineare, razionale • Articolazione in percorso a stadi successivi: - Funzionale (U-form) - Divisionale (M-form) - (Internazionale) Vantaggi: economie di scala, forza contrattuale, massa critica, conoscenze interne, potere Cambiamento del contesto e inadeguatezza dell’approccio à la Chandler A partire dai ‟70: - crescita limitata; - aumento e diffusione del benessere (e differenziazione della domanda/dei bisogni) - instabilità (e aumento dei rischi); - intensificazione della competizione, sia interna che esterna; - globalizzazione (e aumento della complessità). “Strategy follows Structure” • La struttura organizzativa, con evidenza maggiore al crescere delle dimensioni, da parametro modellabile in funzione delle scelte strategiche diventa vincolo in grado di condizionare le politiche dell‟organizzazione. • La struttura è individuata come decisiva variabile di fondo : la complessità e la multidimensionalità del nuovo scenario non prevedono univocità di risposte Strategy IS Structure? • La strategia tende a sovrapporsi e a trovare esplicazione nella progettazione strutturale • Soprattutto nella PA, le catene del valore delle diverse istituzioni coinvolte tendono, in misura crescente, ad integrarsi e ad intersecarsi individuando sistemi e costellazioni del valore Strategie ICT • • • • • • Informazioni sulla tecnologia Selezione delle tecnologie Tempi di introduzione delle tecnologie Modalità di acquisizione delle tecnologie Strategia tecnologica orizzontale Selezione e valutazione dei progetti, allocazione e controllo delle risorse • … Strategie di approvvigionamento • Informazioni sugli approvvigionamenti • Selezione, valutazione e sviluppo dei fornitori • Controllo di qualità dei beni acquistati • Gestione dei materiali acquistati • Analisi del valore • … Strategie di marketing • • • • • • • • Informazioni sul mercato Definizione e analisi dei mercati Strategia di prodotto-servizio Sviluppo e lancio di nuovi prodotti-servizi Strategia di distribuzione Strategia di prezzo Strategia di promozione e pubblicità … Le matrici • Sintetizzano graficamente le diverse alternative strategiche • Inquadrano i problemi delle singole unità organizzative in una dimensione più complessiva evidenziano problemi che altrimenti non emergerebbero • Simulano l‟impatto di scelte strategiche sulla strategia globale dell‟azienda, evidenziano l‟efficacia di una strategia La matrice BCG (’70) La matrice BCG: meriti e limiti • Smentisce approcci uniformi del tipo “one size fits all” • Consente di valutare l‟equilibrio di portafoglio • Si applica ad aziende medio-grandi • Semplice da utilizzare • Trascura le sinergie tra BU • La crescita del mercato non è l‟unico indicatore di attrattività del mercato • Richiede dati • Un‟elevata quota di mercato non significa elevati profitti nel tempo • Semplice La matrice GE/McKinsey Attrattività vs capacità competitiva (GE) • Un‟area strategica è attrattiva quando .... – i livelli di concorrenzialità sono modesti – i livelli di redditività sono elevati – attraversa una fase di sviluppo – fa sinergia con altre aree strategiche – influenza positivamente in termini di prestigio l‟immagine dell‟organizzazione – esistono modeste barriere all‟entrata – presenta dimensioni considerevoli • La capacita competitiva in un‟area strategica dipende da – potenziale diagnostico – completezza della gamma di servizi offerti – grado di innovazione – professionalità degli operatori – qualità del servizio – capacita di erogazione del servizio (volumi) – … La matrice GE/McKinsey (’70) La matrice GE/McKinsey (’70) I vantaggi della pianificazione strategica • Migliora il coordinamento tra le diverse funzioni • Si rendono più efficienti i meccanismi di comunicazione • Si lavora con prospettive di medio- lungo periodo • Si realizza uno strumento per avviare un efficace sistema di controllo 1990 – 2005 Pianificazione revisionata. Strategia – struttura 1975 – 1990 Neoincrementalismo 1975 – 1990 Pianificazione revisionata Strategia – struttura 1965 – 1975 Sistemi di pianificazione razionale PPBS • Pianificazione razionale/PPBS USL Centro-Nord • Ministero • Bologna 1972dell’Agricoltura 1975 • Ministero del Tesoro • Ministero della Difesa • Milano 19621967 ENTI LOCALI 1990 – 2005 Pianificazione strategica • Piani strategici adottati dalla metà di ASL e AO • PSR Regioni Lombardia, Emilia Romagna e Basilicata • Pianificazione razionale/PPBS regioni • Genova, Padova, Verona, Alessandria • PEG/Piani strategici pilota • Neoincrementalismo diffuso comuni • Neoincrementalismo diffuso AMMINISTRAZIONI ED AGENZIE CENTRALI USL ASL AO • Rete delle città strategiche • Agenzia delle entrate 20032005 • Agenzia del Demanio 2002-2004 REGIONI Il futuro della pianificazione strategica e del management strategico nella PA • Chiara definizione terminologica e concettuale della strategia • Passaggio da pianificazione strategica a pensiero strategico (strategic thinking e systems dynamics) • Effettiva diffusione di logiche e metodi di pianificazione strategica nelle diverse tipologie di PA: – Arretratezza relativa della pianificazione strategica nelle PA centrali rispetto alle altre tipologie di PA – Assenza di dinamiche di fertilizzazione incrociata Focus: PA, Capitale Sociale e Creazione di Valore Pubblico Rilevanza del concetto di Social K • Emersione dell‟importanza della dimensione relazionale nei fenomeni economici • Quanto contano le relazioni fiduciarie, di varia natura, nel raggiungimento degli obiettivi? • < Social networks have value – that is the central premise of social capital. Social capital refers to the collective value of all "social networks" [who people know] and the inclinations that arise from these networks to do things for each other ["norms of reciprocity"]. > Alcune definizioni • R. Putnam: “la fiducia, le norme che regolano la convivenza, le reti di associazionismo civico, elementi che migliorano l‟efficienza dell‟organizzazione sociale promuovendo iniziative di comune accordo” (Civicness) • OCSE: “le reti insieme alle norme e i valori condivisi che facilitano la cooperazione all'interno dei gruppi o fra di essi" • World Bank: "istituzioni, relazioni e norme che definiscono qualità e quantità delle interazioni sociali all'interno di una società" Tre dimensioni del capitale sociale • Social K di tipo Bonding: vincoli, più che legami; relazioni di affinità ed intimità (strong ties) • Social K di tipo Bridging: fattispecie in cui persone e gruppi di diversa composizione, provenienza ed estrazione entrano in contatto, creando nuove reti (weak ties) • Social K di tipo Linking: forme di networking di tipo verticale e con implicazioni di potere; ad esempio, tra membri della comunità e decisionmakers o rappresentanti eletti Where’s the “Capital” in Social Capital? • Introduzione di nuove categorie di “Capitale” accanto a quello fisico e finanziario (K umano, ambientale..) • Il Social K è tale in quanto “risorsa per l’azione” (Coleman); è accumulabile; si deprezza se NON viene utilizzato • Ruolo della tecnologia e di Internet • Come altre forme di capitale, può essere utilizzato per scopi NON benefici.. “The strength of weak ties” • "Nessun legame forte crea ponti. (...) Qualsiasi cosa debba essere diffusa, può raggiungere un maggior numero di persone, e percorrere una più lunga distanza sociale (...) se passa attraverso legami deboli, più che forti” (Granovetter, 1973) Capitale sociale in azione When a group of neighbors informally keep an eye on one another's homes, that's social capital in action. (…) Social capital can be found in friendship networks, neighborhoods, churches, schools, bridge clubs, civic associations, and even bars.. Critiche concettuali e sulla misurabilità • Difetto di “parsimonia” del concetto • E‟ davvero una forma di capitale? (Solow) • Da “umbrella concept” a “circus tent quality theory” • “Dark sides of social capital” • “Difficile da definire; impossibile da misurare”: problemi e disaccordo nell‟operazionalizzazione • Direzione e senso dei nessi causali Benefici del Capitale Sociale • Coltivazione di valori comuni e diffusione di norme di reciprocità. • Crescita della probabilità di reiterazione dell’interazione tra qualsiasi coppia di agenti, determinando un aumento dell‟importanza della reputazione. • Più facilità di previsione, a causa della riduzione delle asimmetrie informative e del costo più elevato associato ai comportamenti opportunistici. • Riduzione dei costi di monitoraggio e quindi dei costi di transazione, che favorisce gli scambi e stimola infine gli investimenti e la produzione Putnam: “Making Democracy Work” (1993) • Primo grande lavoro teorico ed empirico in materia • Studio del rendimento istituzionale delle neointrodotte regioni italiane nei 20 anni successivi e dei motivi del differenziale tra loro • Putnam individua una correlazione positiva tra la partecipazione civica e l’efficienza delle istituzioni amministrative regionali e sostiene quindi che il governo democratico sia rafforzato dal confronto con una vigorosa comunità civica intessuta di relazioni fiduciarie estese, di norme di reciprocità generalizzata e di reti di impegno civico. Putnam: “Making Democracy Work” (1993) (2) - Il capitale sociale di ciascuna regione italiana viene misurato attraverso • • • • - - quattro indicatori del livello di partecipazione civica: Il numero delle associazioni volontarie, comprendenti per esempio le società calcistiche per dilettanti, i circoli letterari e i club che organizzano gite. Il numero dei lettori di giornali (indicatore di civicness) Un indice dell’affluenza alle urne per i referendum Un indice del voto di preferenza espresso nelle elezioni politiche, interpretato come segno di arretratezza della comunità civica La differenza nelle dotazioni di SK registrata nelle regioni italiane viene attribuita esclusivamente a fattori storici, mentre il nesso causale che collega la ricchezza dell‟ambiente sociale con la qualità dell‟amministrazione locale viene analizzato in una direzione soltanto. Il ruolo delle politiche pubbliche viene sistematicamente trascurato. Proprio in risposta allo studio di Putnam, diversi autori hanno riaffermato la complementarietà dello Stato e della società civile ai fini della diffusione di norme sociali di fiducia e reciprocità. Capitale Sociale e Performance Amministrative • Crescente letteratura internazionale (soprattutto USA, UK) sul tema: in che modo maggiori dotazioni di Social K migliorano l’azione amministrativa? • Knack (2002) identifica due canali: - ampliare ed approfondire il livello di accountability del governo, in modo tale da renderlo più reattivo e rispondente alla totalità dei cittadini piuttosto che a interessi ristretti - facilitare l'accordo laddove le preferenze politiche siano polarizzate, il che può rivelarsi particolarmente importante nei casi in cui si richiedano urgenti innovazioni di policy per rispondere a crisi o nuove sfide Il Concetto di Valore Pubblico • Il “triangolo strategico” di Moore Il Concetto di Valore Pubblico (2) • Ripensamento del concetto di valore da porre alla base delle decisioni pubbliche e dei processi di misurazione dei risultati • Il valore pubblico comprende il valore prodotto per gli utenti dei servizi ma ha anche altre componenti, come: - L’impatto sociale dell‟azione pubblica (gli outcome) - La fiducia/legittimazione prodotta nella comunità a prescindere dalla fruizione diretta dei servizi La Catena del Valore Pubblico Capitale Sociale e Valore Pubblico • La missione della PA si realizza nell‟empowerment del cittadino (superamento della visione assistenzialistica dello stato sociale) • Concezione del settore pubblico (logica di New Public Governance) come “nodo” di un sistema di reti e come “gestore di reti”: coordinare, facilitare, convincere, (dis)incentivare Un tema attuale : la “Big Society” • UK: la neoeletta coalizione LibDem (Cameron) ambisce a ridurre la spesa pubblica delegando ampia parte della fornitura dei servizi alla “comunità”. Il Programma: 1. Give communities more powers 2. Encourage people to take an active role in their communities 3. Transfer power from central to local government 4. Support co-ops, mutuals, charities and social enterprises 5. Publish Government data 10 Big Questions.. • La proposta ha sollevato grandi entusiasmi ma anche dubbi sostanziali: lo Stato può interagire utilmente con una società civile ben dotata di Social K, ma non pretendere che essa gli si sostituisca • (…) Will a smaller state make society bigger? Bibliografia essenziale e Sitografia • Putnam, R. (1997), La tradizione civica nelle regioni italiane, Milano, Mondadori • Putnam, R. (2000), Bowling alone: collapse and revival of american community, New York, Simon & Schuster • Bagnasco et al. (2001), Il Capitale Sociale. Istruzioni per l'Uso, Il Mulino, Bologna, 2001 • www.socialcapitalgateway.org • www.hks.harvard.edu/saguaro/ • www.socialcapitalresearch.com Riferimenti web citati nel capitolo 1 Comitato Public Governance dell‟OCSE www.oecd.org/gov Banca dati Buoni Esempi Progetto Governance, Dipartimento della Funzione Pubblica, Formez Confservizi (associazione nazionale di categoria raggruppante imprese, aziende ed agenzie pubbliche locali) www.buoniesempi.it www.progettogovernance.it www.confservizi.net Incubatori di impresa sociale a Roma www.autopromozionesociale.it Rete delle Città Strategiche www.recs.it Programma Cantieri, Dipartimento della Funzione Pubblica www.cantieripa.it Piani della salute della Regione Emilia Romagna www.ausl-cesena.emr.it/PPS Analisi dinamica dei sistemi www.systemsdynamics.org