Psicoterapia Breve Strategica
Cedi e sarai intero. Piegati e vincerai. Vuotati e sarai colmo. Il duro e l'inflessibile vengono
infranti dal mutamento; il flessibile e il cedevole si piegano e prevalgono.
Ray Grigg, Il Tao delle relazioni tra uomo e donna
La prima formulazione di una terapia breve strategica si deve al gruppo di ricercatori dell'MRl
(Mental Research Institute) di Palo Alto (Watzlawick, Weakland, Flsch); questi autori hanno
sintetizzato l'approccio sistemico con i contributi tecnici dell'ipnoterapia di Milton Erickson, nella
prospettiva di formulare modelli sistematici in grado di far evolvere l'approccio strategico di Erickson alla terapia da pura arte, a procedura clinica ripetibile.
Tuttavia, la tradizione pragmatica e la filosofia dello stratagemma come chiave di soluzione di
problemi hanno una storia ben più antica. Si trovano, infatti, contributi strategici che appaiono
ancora moderni, per esempio nell' arte della persuasione dei sofisti, nell' antica pratica dello Zen o
nel libro dei 36 stratagemmi dell'antica Cina.
La terapia breve strategica, infatti, ha al contempo una radice moderna e una antica. La prima fa
riferimento alla sintesi tra l’approccio sistemico e quello ericksoniano e la seconda risale
all’antichità e precisamente a tre tradizioni: l’atre della metis, ovvero la tradizione greca del culto
dell’astuzia, dell’audacia e dell’abilità; l’arte della guerra, ovvero la tradizione cinese dei metodi
per vincere con il minimo sforzo; l’arte della persuasione, ovvero lo studio delle tecniche retoriche
per indurre le persone a cambiare.
L'approccio strategico non è semplicemente una particolare teoria e prassi in campo
psicoterapeutico, ma una vera e propria scuola di pensiero su "come" gli esseri umani si rapportano
alla realtà, o meglio, su come ognuno di noi si relaziona con se stesso, con gli altri e con il mondo.
L'approccio strategico può essere definito come l'arte di risolvere complicati problemi umani
mediante apparentemente semplici soluzioni... nonostante infatti certi problemi o sofferenze
persistano da molti anni non per questo sono necessarie altrettanto lunghe degenze e complicate
soluzioni.
G. Nardone
I problemi e le sofferenze psicologiche possono durare da anni ma non per questo anche il
trattamento clinico deve essere altrettanto lungo. È possibile infatti utilizzare processi ed interventi
brevi ed efficaci orientati, da un lato, a cambiare le modalità attraverso le quali il soggetto
percepisce ed interpreta il mondo che lo circonda e dall'altro, a modificare la reazione portando alla
saturazione la sintomatologia.
L’assunzione di base della Psicoterapia Breve Strategica è che la realtà che percepiamo e con la
quale ci rapportiamo, problemi e patologie compresi, sia il frutto dell'interazione tra il punto di
osservazione assunto, gli strumenti utilizzati, e il linguaggio che usiamo per comunicare con tale
realtà; non esiste pertanto una realtà "vera" in sé, ma tante realtà quante sono le diverse interazioni
tra soggetto e realtà.
Da questa assunzione deriva che qualunque condizione ci troviamo a vivere, sana o insana, è il
prodotto di un' attiva relazione tra noi stessi e ciò che viviamo.
In altre parole:
ognuno costruisce la realtà che poi subisce.
G. Nardone
Considerati da questa prospettiva, i disturbi mentali vengono visti come prodotti da disfunzioni
percettive e reattive nei confronti di quella realtà che il soggetto costruisce attraverso le sue
disposizioni e azioni; se cambiano le modalità percettive del soggetto all'interno del processo di
costruzione cambieranno anche le sue reazioni. Tutto questo nella pratica clinica si esprime nel
condurre il paziente a esperire percezioni alternative della sua realtà. Tali esperienze percettive
modificate e corrette lo condurranno a cambiare le sue precedenti disposizioni emotive, cognitive e
comportamenti disfunzionali.
La terapia strategica è:
 un intervento breve e focale orientato all’estinzione dei disturbi presentati dal paziente: un
intervento, cioè, che si articola su 10 sedute e si concentra su un obiettivo concreto di
cambiamento, concordato congiuntamente con il terapeuta.
 Non consiste in un trattamento superficiale e sintomatico, ma è un intervento radicale in
quanto, oltre alla soluzione del sintomo, mira a modificare la rappresentazione che il
paziente ha del proprio problema.
 È efficace : il cambiamento si verifica nell’87% dei casi ed è duraturo, poiché non si
presentano ricadute rispetto al problema presentato.
La concezione di base è che la risoluzione del disturbo richieda la rottura di quel sistema circolare
di retro azioni tra soggetto e realtà che alimenta la problematicità della situazione, e una sua
ridefinizione, con la conseguente modifica delle percezioni e delle concezioni del mondo che
inducono le risposte disfunzionali.
"Come funziona" il problema, anziché "perché esiste" è il focus clinico che contraddistingue tale
approccio dalle convenzionali forme di terapia, facendone il trattamento d'elezione per gran parte
delle problematiche umane, personali ed interpersonali.
Da questa prospettiva il ricorso a notizie o informazioni sul passato o sulla cosiddetta "storia
clinica" del soggetto rappresenta solo un mezzo per mettere a punto le migliori strategie di
risoluzione dei problemi in corso, e non una procedura terapeutica come nelle forme tradizionali di
psicoterapia.
Il terapeuta, fin dal primo incontro con il paziente, invece di studiare il suo passato focalizza
l'attenzione e la valutazione su questi elementi:
a) quello che avviene all'interno dei tre tipi di relazioni interdipendenti che il soggetto vive con se
stesso, con gli altri e con il mondo;
b) il modo in cui il problema presentato funziona all'interno di tale sistema relazionale;
c) come il soggetto ha cercato fino ad allora di combattere o risolvere il problema (le "tentate
soluzioni");
d) come è possibile cambiare tale situazione problematica "nella maniera più rapida ed efficace"
Nella maggioranza dei casi si osserva nel paziente una netta riduzione sintomatica fin dalle prime
battute della cura, e un progressivo cambiamento della percezione di sé, degli altri e del mondo
permettendo così un recupero di fiducia nelle proprie risorse personali. Il processo si esprime in un
graduale spostamento dalla rigidità - tipica del sistema percettivo-reatuvo che manteneva la
situazione problematica verso una percezione più elastica nei confronti della realtà, con progressivo
innalzamento dell' autonomia personale e dell' autostima dovuto alla constatazione della possibilità
di risolvere il problema.
L' APPROCCIO STRATEGICO appare particolarmente efficace ed efficiente nel sostegno per
pazienti che presentano disturbi quali:
Disturbi d’ansia
Disturbi da attacchi di panico con o senza agorafobia
Disturbo d’ansia generalizzato
Fobia sociale
Disturbo post traumatico da stress
Fobie specifiche (di animali, oggetti, situazioni..)
Ossessioni
Compulsioni
Disturbi somatoformi (ipocondria, dismorfofobia)
Disordini alimentari
Anoressia
Bulimia
Vomiting
Binge Eating
Depressione
Disturbi sessuali
Difficoltà di erezione
Eiaculazione precoce
disturbi del desiderio
vaginismo e dispaurenia
Problemi relazionali nei diversi contesti
(coppia, famiglia, lavoro, sociale, amicale)
Disturbi legati all’abuso di internet
Shopping compulsivo in Rete
La chat dipendenza
La dipendenza da cybersesso
La information overloading addiction: ovvero quando le informazioni non bastano mai
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