Spagna - Zanichelli online per la scuola

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Gibilterra
La Spagna è uno stato dell’EuroM A R M E D I T E R R
Ceuta
pa meridionale, nella penisola
Alborán
iberica. Lo Stretto di Gibilterra
MAROCCO
Melilla
A L G E R I A
la separa dal continente africano
con una distanza minima di 14
km. A nord-ovest e sud-ovest si affaccia sull’Atlanti- natura alluvionale, occupano uno spazio limitato
co. A est e sud è bagnata dal Mediterraneo. Ha confini lungo le coste. Le uniche due più ampie sono la piaterrestri a nord con la Francia e a ovest con il Porto- nura dell’Ebro a est e la pianura Betica a sud.
La Spagna è ricca di corsi d’acqua, ma sono per lo
gallo. Fanno parte dello stato spagnolo, pur godendo
di autonomia, l’arcipelago delle Baleari nel Mediter- più a carattere torrentizio a causa delle precipitazioni
raneo e l’arcipelago delle Canarie nell’Atlantico da- irregolari (figura 1 ). Un solo fiume è navigabile, il
vanti alla costa africana, oltre alle città di Ceuta e Me- Guadalquivir, che sbocca a sud nel Golfo di Cadice.
lilla, due possedimenti situati sulla costa del Marocco. L’unico grande fiume che sfocia nel Mediterraneo è
l’Ebro (910 km). Seguono la Guadiana, il Tago e il
Caratteristiche fisiche
Duero che sfociano nell’Atlantico dopo aver attravere climatiche
sato il Portogallo. I laghi naturali sono pochi e piccoli,
Il territorio è occupato quasi notevoli dimensioni hanno invece i numerosi laghi arper la metà dalla Meseta, un tificiali derivati da opere di sbarramento dei fiumi. Lo
vasto tavolato di antichissima sviluppo costiero della Spagna (escluse le isole) ragorigine diviso in due parti da giunge quasi 4000 km. A nord le coste sono in prevauna serie di rilievi trasversali. lenza alte e rocciose, in alcune zone incise da profonde
A nord i Monti Cantabrici si insenature. A est e sud, sul fronte mediterraneo, si alaffacciano direttamente sul- ternano coste rocciose e sabbiose. A sud, sull’Atlantico,
l’oceano con cime aspre e il litorale è basso e in alcuni tratti paludoso.
scoscese. Le catene più elevaNel clima della Spagna si distinguono tre zone
te, di origine alpina, si trova- principali: atlantica, mediterranea e centrale. I forti
no all’estremità nord-est con venti oceanici portano umidità e abbondanti precii Pirenei, e all’estremità sud- pitazioni, con estati fresche e inverni miti grazie alla
est con la Cordigliera Betica Corrente del Golfo. A mano a mano che si procede
nella quale spicca la vetta più verso l’interno il clima diventa continentale arido,
alta della penisola, la cima con estati calde e inverni freddi. La fascia mediterraMulharèn (3478 m). Le pia- nea è invece temperata. La vegetazione è molto varia
Le rive dell’Ebro nella regione
de La Rioja
nure, per la maggioranza di a seconda del clima. Un terzo del territorio è coperStretto di Gibilterra
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Nome ufficiale Reino de España
Forma di governo Monarchia costituzionale
Capitale Madrid
Superficie 505 957 km2
Popolazione 45 milioni
Densità 90 ab/km2
Popolazione urbana 77%
Vita media M 78 / F 84
Lingua Spagnolo (uff.), catalano, basco, gallego
Religione Cattolici 67%
Reddito nazionale pro capite 31 960 $
Moneta Euro
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© Zanichelli editore SpA, Bologna [6894]
A N E O
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La Coruña
to da boschi di faggi, lecci, querce; nelle zone umide
e sulle pendici dei monti predominano le zone erbose, sulla fascia mediterranea prevalgono la macchia e le querce da sughero. Parchi nazionali e regionali e aree protette coprono il 9% del territorio.
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Bilbao
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VitoriaGasteiz
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Valladolid
Barcellona
Saragozza
Assetto istituzionale e popolazione
Secondo la costituzione del 1978 lo stato spagnolo è
una monarchia costituzionale ereditaria. Il parlamento (Cortes), eletto a suffragio universale ogni 4
anni, è composto dal congresso dei deputati e dal
senato in cui trovano posto anche rappresentanti
regionali designati dalle comunità autonome. Il capo del governo viene designato dal sovrano ma deve
ricevere la fiducia del parlamento. Il territorio è
composto da 17 comunità autonome. Statuto speciale con l’uso della propria lingua come ufficiale è
concesso a Catalogna, Province Basche e Galizia, in
considerazione di differenze storiche e linguistiche.
Le maggiori densità demografiche si registrano, oltre che nelle città, nelle zone di forte industrializzazione, in quelle costiere e sulle isole dove c’è stato un
notevole sviluppo delle attività legate al turismo (figura 2 ). Un calo si è avuto nelle zone aride e poco
industrializzate della Meseta e nelle aree montuose.
Nel corso del Novecento fino gli anni Settanta, si sono verificati flussi migratori in uscita; dagli anni Ottanta in poi la Spagna ha visto un afflusso notevole di
immigrati, che hanno superato i 5 milioni, equivalenti a oltre l’11% della popolazione residente.
La lingua ufficiale è lo spagnolo (castigliano). Sono ufficialmente riconosciute, ma solo nelle rispettive comunità autonome, il catalano, il basco e il gallego. Lo spagnolo è anche lingua ufficiale nella maggioranza dei paesi dell’America Latina, e viene usato
negli Stati Uniti dalle comunità immigrate. La religione cattolica, che è stata religione di stato fino al
1978, è oggi considerata alla stregua delle altre fedi
e, a un 67% che la professa, si affianca un 30% che si
dichiara non religioso.
• Spagna
L’ospitalet
de Liobregat
Madrid
Fuenlabrada
Valencia
Palma
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Alicante
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Murcia
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Abitanti per km2
Málaga
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Principali città
Las Palmas de
Gran Canaria
Tra 100 e 250
Tra 500 000 e 1 000 000 ab.
Tra 50 e 100
Tra 300 000 e 500 000 ab.
Tra 25 e 50
Tra 200 000 e 300 000 ab.
Tra 10 e 25
Tra 150 000 e 200 000 ab.
Meno di 10
2 La densità di popolazione
cui deriva il nome attuale della città. Fu il re di Spagna Filippo II che nel 1561 la scelse come capitale
dell’impero per la sua posizione centrale (figura 3 ).
Da allora essa cominciò ad espandersi e ad arricchirsi di monumenti grandiosi e innumerevoli tesori d’arte, fino a raggiungere la sua condizione attuale di grande e vivace metropoli.
Principali città
Sull’altopiano della Meseta, al centro della Spagna
lungo il corso del fiume Manzanares, si trova la capitale Madrid: ha oltre 3 milioni di abitanti che,
compresa l’area metropolitana, salgono a quasi 6. Le
sue origini risalgono molto indietro nel tempo: si ha
notizia di primi insediamenti fin dal paleolitico.
Successivamente la zona venne occupata da vari popoli fino agli arabi, che vi costruirono una cittadella
fortificata dandole il nome di Magrìt o Mayrit, da
Tra 250 e 500
Più di 1 000 000 ab.
3 Il monastero dell’Escorial, costruito nei pressi di Madrid
per volere di Filippo II
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Europa
La seconda città come numero di abitanti (un milione e 600 000, oltre 5 milioni compresa l’area metropolitana), è Barcellona, capoluogo della regione
autonoma di Catalogna. Si affaccia sul Mediterraneo, dove costituisce il maggiore porto spagnolo. La
città è anche meta turistica perché conserva importanti tesori architettonici (figura 4 ). Vanta un’università che risale al 1450. La terza città è Valencia
(circa 800 000 abitanti). Situata anch’essa nell’area
autonoma catalana, è un attivo centro commerciale
dei prodotti ortofrutticoli delle fertili huertas che la
circondano e di industrie alimentari, meccaniche e
tessili. La città è anche ricca di monumenti del passato. Altre importanti città sono: Siviglia (700 000 ab.),
nella Spagna meridionale sulla riva sinistra del Guadalquivir, attivo centro portuale e commerciale, ricca
di monumenti storici che richiamano turisti da tutto
il mondo; Saragozza (630 000 ab.), sulla riva destra
dell’Ebro (figura 5 ), nodo ferroviario, industriale e
commerciale che ha attirato anche numerose industrie automobilistiche estere; Malaga (550 000 ab.),
sulla Costa del Sol nella parte più meridionale dell’Andalusia, porto commerciale di esportazione di
prodotti agricoli fra cui il famoso vino da dessert che
porta il suo nome. Importanti le località turistiche
delle isole Baleari, in particolare Palma di Maiorca, e
delle isole Canarie con i centri di Las Palmas e Santa
Cruz.
Economia e trasporti
4 Il porto di Barcellona
5 La basilica di Nuestra Señora del Pilas, sul fiume Ebro a Saragozza
L’economia della Spagna è, in base al
valore del PIL, la quinta nell’Unione
europea e l’ottava nel mondo. Anche
qui, come in altri paesi sviluppati,
prevale il settore dei servizi, che assorbe il 70% dei lavoratori occupati,
rispetto al 26% dell’industria e al 4%
dell’agricoltura. Nei servizi, le principali attività sono il turismo, la finanza, il commercio e le telecomunicazioni. Nel turismo internazionale, la
Spagna è al terzo posto mondiale dopo gli USA, con circa 60 milioni di arrivi annui. Nelle attività finanziarie,
possiede la Borsa di Madrid, una delle principali nell’Unione europea, e
due grandi banche internazionali
(Banco Santander e Banco Bilbao)
che figurano tra le quindici maggiori
del mondo.
Le principali branche dell’industria spagnola sono quelle energetica,
petrolchimica, automobilistica e alimentare, cui si aggiunge il settore delle costruzioni che ha avuto anni fa un
fortissimo sviluppo. Le aree maggiormente industrializzate sono le Province Basche, dove grazie a ricchi depositi di ferro e carbone si sviluppò
l’industria metallurgica, e la Catalogna, dove si sviluppò l’industria tessile. Nonostante il declino della metallurgia e del tessile, queste aree hanno
conservato un ruolo preminente nella produzione industriale (figura 6 ).
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Nel settore energetico la Spagna, dipendente quasi
del tutto dalle importazioni per il petrolio e il gas,
punta sulle fonti alternative: l’eolico, che già fornisce
oltre il 10% dell’elettricità generata, e il solare sia fotovoltaico sia termico (씰 D4). Ha deciso, allo stesso
tempo, di chiudere le centrali nucleari entro il 2030.
Nell’industria automobilistica, è al terzo posto in Europa e al settimo nel mondo, ma quasi tutte le fabbriche sono di proprietà straniera. Gli investimenti
stranieri nell’industria manifatturiera spagnola sono
però calati, in quanto si sono diretti in Asia e nell’Europa orientale, soprattutto in Polonia, Ungheria e
Repubblica Ceca, i cui salari sono tre volte più bassi
che in Spagna. L’industria delle costruzioni, soprattutto nelle zone turistiche, ha registrato un boom nel
periodo 1997-2007 (solo in quest’ultimo anno furono edificate in Spagna 760 000 case), ma è successivamente entrata in crisi.
Nel settore agricolo, prevale la produzione di olio
d’oliva, vino, frutta e verdura. La Spagna è il maggiore produttore mondiale di olio d’oliva e il terzo produttore europeo di vino. Il sud-est del paese, grazie
al vasto uso di serre e al clima favorevole, è divenuto
uno dei maggiori fornitori europei di frutta e verdura fresche. Fiorente anche la pesca: la Spagna possiede la maggiore flotta peschereccia dell’Europa, che si
concentra per circa la metà nella regione nord-occidentale della Galizia. La forza lavoro di questo
settore è costituita da circa 60 000 pescatori, cui si
aggiungono 375 000 occupati nelle attività collegate
(figura 7 ).
La rete dei trasporti è in espansione. Nel traspor-
Santander
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Pontevedre
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Burgos
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San Sebastián
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Popolazione
occupata
nell’industria
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(% sulla
popolazione
totale)
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Tra 3 e 6,5
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Tra 0,5 e 1,5
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Murcia
Cordoba
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Palma
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Metallurgica
Petrolchimica
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Granada
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Meccanica
Automobilistica
Tessile
Ceuta
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Energia
Centrali nucleari
Centrali termoelettriche
Centrali idroelettriche
Santa Cruz
de Tenerife
Las Palmas de
Gran Canaria
Navale
Elettronica e delle
comunicazioni
Degli pneumatici
Conserviera
Energia eolica
Alimentare
Gasdotti
Oleodotti
Del legname
e sughero
6 L’industria spagnola
to terrestre viene privilegiato quello su strada: secondo il piano governativo la rete autostradale sarà
aumentata da 9 000 a 15 000 km entro il 2020. Nelle
ferrovie sono state costruite linee ad alta velocità
che collegano Madrid a Siviglia, Barcellona e altre
città. Quella Madrid-Barcellona sarà collegata alla rete
TGV della Francia. In espansione anche il trasporto aereo: il piano prevede il raddoppio della capacità aeroportuale della Spagna, soprattutto attraverso il potenziamento degli aeroporti di
Madrid e Barcellona.
QUESITI
• Che cosa è la Meseta?
• Qual è l’unico fiume navigabile della Spagna?
• Che cosa distingue la Catalogna, le Province Basche e la Galizia dalle altre
comunità autonome che costituiscono la Spagna?
• La Spagna è terra di immigrazione?
• Perché i finanziamenti stranieri, che hanno permesso il decollo economico
della Spagna, negli ultimi anni sono diminuiti?
• Come è organizzato il sistema dei trasporti in Spagna?
7 Un banco del pesce al mercato la Boqueira di Barcellona
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Europa
APPUNTI DI STORIA
Età antica
La penisola iberica, abitata originariamente dagli iberi, fu colonizzata prima
dai fenici (fra l’XI e il VI secolo a. C.),
poi da greci e cartaginesi (V secolo a. C.).
In seguito alla seconda guerra punica, la
regione entrò a far parte dei domini romani, rimanendovi fino al V secolo d. C.
In questo periodo la penisola fu unificata e furono gettate le basi di una cultura
comune.
Età medievale
All’inizio del V secolo iniziarono le invasioni barbariche. La penisola fu conquistata da vandali e alani, passando poi ai
visigoti (507) e infine agli arabi (714)
provenienti dalle coste africane dove si
erano da poco insediati. Quasi tutta la
Spagna, ad eccezione di alcuni territori a
nord, venne unificata in un potente e
ricco regno musulmano (emirato), sotto
il quale iniziò un periodo di notevole
sviluppo economico e culturale.
Fra l’XI e il XIII secolo, con l’appoggio
del papato, i regni cristiani del nord
(León, Navarra, Castiglia e Aragona)
condussero una lunga lotta contro il regno musulmano (figura 1 ). Dalla Reconquista la penisola uscì divisa in una
serie di regni indipendenti: León, Castiglia, Aragona-Catalogna, Navarra e Portogallo. A questi si aggiunse il regno di
Granada, ultimo possedimento musulmano (figura 2 ). I regni di Castiglia e di
Aragona erano particolarmante sviluppati e vi si erano state create assemblee
dei ceti feudali (aristocrazia, clero, città)
denominate Cortes.
Spagna
A partire dalla fine del XV secolo, con il
matrimonio dei due sovrani di Aragona e
Castiglia, Ferdinando e Isabella, e la successiva riconquista di Granada, i regni iberici,
ad eccezione del Portogallo, dettero vita a
una potente e stabile monarchia nazionale.
Età moderna
Come finanziatrice dell’impresa di Colombo, la monarchia spagnola fu la principale beneficiaria della scoperta dell’America (1492), organizzando, nel secolo
successivo, le prime campagne di conquista del nuovo mondo. Sconfitti l’impero azteco, quello inca e le città stato
maya, ridotti gli indios in servitù, la Spagna divenne il centro del più vasto impero coloniale dell’epoca.
Ben presto ingenti quantità di oro e
argento cominciarono ad affluire dal
continente americano. Tali ricchezze,
però, non si tradussero in effettivi benefici per l’economia spagnola. L’aristocrazia feudale, infatti, sperperò il danaro
per elevare i propri consumi di lusso e
per finanziare imprese belliche.
In seguito alla distruzione della flotta
da guerra spagnola – la Invencible Armada – ad opera della flotta inglese (1588),
la Spagna cominciò a declinare, perdendo gradualmente gran parte del proprio
impero coloniale, principalmente a vantaggio dell’Inghilterra e, più tardi in età
contemporanea, degli Stati Uniti.
Il declino del paese proseguì nel corso
dei secoli successivi. I sovrani tentarono
a più riprese di superare la crisi attraverso la guerra, cercando di far pagare lo
sviluppo economico del regno a qualche
paese straniero, ma l’esito negativo delle
campagne militari non fece che aggravare la situazione.
Nel 1808 la Spagna fu conquistata dalle
truppe di Napoleone. Mantenere il controllo del territorio si rivelò però molto
arduo, data la resistenza della popolazione che finì per logorare l’esercito francese, contribuendo a fiaccarne il morale già
prima della campagna di Russia.
Età contemporanea
1 Raffigurazione risalente al XVI
secolo della consegna delle chiavi
della città di Granada ai re cattolici
Durante i primi decenni dell’Ottocento,
la Spagna perse un’altra importante fetta
del suo impero coloniale (indipendenza
di Colombia, Argentina, Cile, Messico) e
toccò il punto più basso della propria
crisi. Lo scontro tra le forze liberali e la
monarchia assoluta divenne inevitabile.
La guerra civile del 1833-38 fra i due
pretendenti al trono (Isabella II e Carlo
2 L’Alhambra di Granada
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di Borbone) ne fu un esempio. Le forze
borghesi e liberali appoggiarono Isabella, quelle aristocratiche e assolutiste appoggiarono Carlo.
Il XIX secolo proseguì in un clima di
insicurezza, dal quale infine la Spagna
uscì, ai primi del Novecento, come una
monarchia costituzionale relativamente
stabile e in graduale sviluppo. Al termine
della Prima guerra mondiale – nella quale
era rimasta neutrale – e dopo una breve
dittatura instaurata dal generale Primo de
Rivera (1923-30), la Spagna proclamò la
repubblica, provocando la fuga del re.
Le elezioni del 1936 furono vinte dal
Fronte popolare: una alleanza di repubblicani, socialisti, comunisti e anarchici.
Una parte dell’esercito, guidata dal generale Francisco Franco e sostenuta da forze monarchiche e clericali, non accettò
l’esito delle elezioni e tentò di prendere il
potere con la forza. Ne scaturì una sanguinosa guerra civile. Dopo tre anni di
combattimenti Franco, appoggiato dalla
Germania nazista e dall’Italia fascista,
riuscì a sconfiggere le truppe repubblicane (figura 3 ) e i numerosi volontari arrivati da tutta Europa (brigate interna-
• Spagna
6
3 Repubblicani spagnoli fatti prigionieri dalle truppe nazionaliste durante
la guerra civile
zionali). Fra il 1939 e il 1975 la Spagna
rimase sotto la dittatura.
Le ragioni della longevità di tale regime sono molteplici. Se ne possono citare
due: il fatto che Franco, essendo rimasto
neutrale durante la Seconda guerra
mondiale, non fosse stato travolto dalla
sconfitta tedesca e il consenso che il regime riscuoteva presso ambienti militari,
aristocratici e clericali. Alla morte di
Franco (1975), fu ripristinata la democrazia. L’alleanza di re Juan Carlos di
Borbone con le forze politiche liberali e
socialiste permise il varo di una costituzione che fece della Spagna una moderna monarchia parlamentare. Nonostante
la nuova costituzione garantisse ampie
autonomie regionali, le tendenze indipendentiste di alcune aree (Paese Basco e
Catalogna) non sono cessate, arrivando,
nel caso dell’organizzazione militare basca (ETA), a veri e propri attentati terroristici. Nel corso degli ultimi decenni si
sono succeduti governi liberali e governi
socialisti, che hanno portato il paese nell’Unione europea.
Madrid: i monumenti della storia
Plaza Mayor
Palazzo Reale
È una grande piazza dove si svolgevano eventi
importanti come la proclamazione dei sovrani,
ma anche eventi terribili come i processi dell’Inquisizione e i supplizi dei cosiddetti eretici. Oggi vi
si svolgono numerose manifestazioni: in estate
diventa un teatro all’aperto e sede di concerti; in
inverno, durante le feste di Natale, viene invasa
dalle bancarelle dei venditori ambulanti in un’allegra festa di colori.
Il palazzo, la cui costruzione fu completata nel
1764, sorge dove un tempo si trovava una fortezza araba utilizzata come dimora dal re Filippo
II dopo aver proclamato Madrid capitale della
Spagna. Quando un incendio distrusse il precedente palazzo, si procedette alla costruzione
dell’attuale imponente edificio. I sovrani oggi
non vivono più qui e il palazzo è visitabile tutti i
giorni, eccetto quando vi si svolgono cerimonie
ufficiali. Delle circa 2000 stanze che lo compongono, solo 50 sono aperte al pubblico, ma i loro
stucchi, gli arazzi, le porcellane, gli specchi che
le adornano sono sufficienti a dare un’idea della
ricchezza e della maestosità complessive.
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