L’Induismo
L’induismo, la religione tradizionale dell’India, è una delle più antiche religioni del mondo, anche se
non esiste una data precisa per la sua nascita.
I termini italiani “induismo” e “indù” (che indica i fedeli) sono collegati a hindu, il nome persiano con
cui si identificavano gli abitanti della valle del fiume Indo. Gli indù, invece, preferiscono chiamare la
loro fede sanatana dharma, che significa “insegnamento eterno”. Per gli indù la loro religione è un
codice di comportamento, secondo il quale vivere la vita di tutti i giorni, piuttosto che una serie
separata di precetti e credenze. Il sanatana dharma insegna loro come vivere, che cosa mangiare e
come vedere il mondo. Oggi ci sono più di 700 milioni di indù nel mondo. La maggior parte vive in
India, ma ci sono grosse comunità indù anche in Europa, America settentrionale, Africa meridionale e
Asia sud-orientale.
LE ORIGINI DELL’INDUISMO
Non si conosce con certezza quando ebbe origine l’induismo, ma si sa che si sviluppò lentamente, in un
lungo periodo di tempo. Se ne possono individuare le radici al tempo della grande civiltà della Valle
dell’Indo, che fiorì 4.500 anni fa circa, nell’India nord-occidentale (l’attuale Pakistan). Nei siti
archeologici della valle dell’Indo sono state ritrovate numerose figure d’argilla che riproducono dei e
dee simili a quelli che gli indù venerano oggi. Nel 1500 a.C. circa la civiltà della Valle dell’Indo declinò
e un popolo nomade, gli ariani, cominciò a migrare nell’India nord-occidentale. Le loro idee religiose
si mescolarono con quelle delle genti della Valle dell’Indo e formarono la base dell’induismo, così come
viene praticato oggi.
LE CREDENZE
Anche se ci sono molti modi di essere induisti, gli indù condividono
le stesse credenze fondamentali. Credono in una grande anima, o
spirito, chiamata brahman. Il brahman non ha forma, né figura, non
può essere visto, ma è presente in ogni luogo e in ogni cosa.
Le divinità indù sono migliaia e incarnano vari aspetti della potenza
del brahman. I più importanti dei indù sono Brahma (il creatore
dell’universo), Vishnu (il protettore) e Shiva (il distruttore). Brahma
non è molto venerato e gli è dedicato solo un tempio. Vishnu e
Shiva, invece, sono molto famosi, con milioni di seguaci e templi in
tutta l’India. In particolare, gli indù credono che Vishnu sia
comparso sulla Terra in 9 forme o incarnazioni diverse, per salvarla
in momenti di grande pericolo. Due delle sue incarnazioni più
venerate in tutta l’India sono Rama e Krishna. Una decima
incarnazione di Vishnu deve ancora avvenire. Gli indù credono che ogni individuo abbia un’anima,
chiamata atman. Credono che, quando si muore, l’anima continui a vivere rigenerandosi in un altro
corpo. Questa è la reincarnazione, che può avvenire varie volte, imprigionando l’anima in un ciclo
di nascita, morte e rinascita chiamato samsara. Lo scopo della vita di un indù è di liberarsi da
questo ciclo e raggiungere il moksha, o salvezza, in cui la singola anima si fonde con il brahman.
La vita prossima sarà influenzata da come si vive la vita presente. Se si conduce una buona vita, si
rinascerà più vicini al moksha. Se ci si comporta male, ci si allontanerà ancora di più. Questa è la
legge del karma.
IL SISTEMA DELLE CASTE
La dottrina più nota dell’induismo è quella della rigida divisione in caste. Alle caste si appartiene fin
dalla nascita e non c’è alcuna possibilità di cambiamento. Le caste superiori sono 3: quelle dei
sacerdoti (brahmani), dei guerrieri (ksatriya) e dei lavoratori qualificati (vaisya). Le caste inferiori
comprendono quelle considerate servili (sudra) e quelle, disprezzate come impure, degli “intoccabili”.
Il termine “paria” (in indiano candala, “fuori casta”) indica invece chi è nato dall’unione illecita fra
una donna di casta brahmanica e un uomo di casta servile.
IL CULTO INDÙ
L’induismo è una religione molto flessibile che può essere praticata in tanti modi. Molti indù scelgono
di visitare il mandir, o tempio, per il culto. Ciascun mandir è dedicato a un particolare dio o dea ed è
considerato la casa della divinità sulla Terra. Nella parte più interna del mandir, dentro un
tabernacolo, è conservata un’immagine sacra della divinità.
Quando gli indù visitano un mandir, si tolgono le scarpe in segno di rispetto e di purezza. Poi entrano
I fedeli portano alla divinità un prasada, cioè un’offerta, che di solito consiste in frutta, fiori e dolci. Il
sacerdote presenta il prasada al dio o alla dea, poi ne restituisce una parte ai fedeli, come segno della
benedizione della divinità. Questo modo di adorare è chiamato puja.
I LIBRI SACRI DEGLI INDÙ
I testi sacri dell’induismo sono molti. I più antichi sono raccolte di inni, preghiere, canti e formule
magiche che risalgono ai tempi degli ariani, circa 3.500 anni fa. Il più sacro di tutti è il Rig-Veda, o
“Canto della Conoscenza”. Versetti presi dai Veda sono usati nel culto indù e in molte cerimonie
religiose. Gli altri testi più importanti sono due lunghi poemi, chiamati Mahabharata e Ramayana.