INFO - Convitto Nazionale "Regina Margherita"

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IL CONVITTO REGINA MARGHERITA DI ANAGNI
CONTESTO STORICO
Con l'Unità Nazionale si aprirono anche per la città di Anagni grandi possibilità di
rinnovamento che si tradussero ben presto in una spinta sempre più forte alla costruzione di scuole.
In questo clima di grande fervore culturale, il 25 maggio 1890 venne inaugurato il Convitto
Nazionale per le orfane dei maestri elementari, voluto anni prima dal Sindaco di Anagni Vincenzo
Giminiani e la cui realizzazione fu resa possibile grazie all'interessamento di Ruggero Bonghi,
Ministro della Pubblica Istruzione dal 1874 al 1876. Il Convitto fu intitolato alla Regina d'Italia,
Margherita di Savoia, presente alla cerimonia di inaugurazione e fautrice di varie iniziative di
beneficenza grazie alle quali si ottenne il denaro utile per la costruzione del Convitto nella
sede dell'ex Convento Domenicano di San Giacomo, risalente al XIV secolo.
Il Contratto, con il quale il Comune di Anagni cede al Collegio "Regina Margherita" l'intero
fabbricato ricevuto dall'Amministrazione del Fondo per il Culto, fu stipulato il 14 giugno 1908. Dal
suddetto Contratto si ricavano tutta una serie di informazioni relative alla proprietà e alle vicende
dell'edificio; si riportano di seguito i passi significativi:
"Il 15 maggio 1876, con verbale di cessione, l'Amministrazione del Fondo per il Culto
cedette e consegnò al Comune di Anagni l'ex Convento dei Frati Domenicani sotto il titolo di San
Giacomo con l'annessa Chiesa verso il pagamento dell'annuo canone di L. 240.
In seguito, con deliberazioni consiliari, il Comune di Anagni stabilì di cedere il
locale suddetto al Ministero dell'Istruzione Pubblica allo scopo di istituirvi il Collegio per le orfane
degli Insegnanti Elementari.
Il Comune di Anagni, nel confermare tale cessione, dichiarò di accollarsi il pagamento del
canone dovuto all'Amministrazione del Fondo per il Culto, rimanendo solamente a carico
del Ministero dell'Istruzione Pubblica o dell'erigendo Collegio le spese di manutenzione e le
imposte gravanti il fabbricato. Con atto rogato dal Notaio Augusto Giminiani di questa
città in data 10/3/1889, il Sig. Professore Cav. Paolo Paolini, quale rappresentante del
Collegio Regina Margherita, dichiarava di accettare dal Comune di Anagni in nome e per conto
dello stesso Collegio la cessione del fabbricato già Convento dei Frati Domenicani.
Riconosciutasi dal Ministero dell'Istruzione Pubblica la necessità di stipulare analogo atto di
rilascio del fabbricato in confronto del Comune, sia per provvedere alla relativa voltura catastale,
sia per regolare i rapporti tra il Comune stesso ed il Collegio in dipendenza di tale rilascio
venne il Sindaco autorizzato alla stipulazione con deliberazione Consiliare del 14/4/1889.
Il Comune di Anagni (in data 14/6/1908) “rilascia e trasferisce a favore del Collegio Regina
Margherita istituito in questa città per l'istruzione e per l'educazione delle orfane degli Insegnanti
elementari (...) l'intero fabbricato, che costituiva una volta il Convento dei Frati Domenicani,
sito in questa città fuori Porta Cerere, con l'annessa Chiesa denominata di San Giacomo e con tutti
i diritti, usi, servitù attive e passive e di qualsiasi natura al medesimo inerenti e spettanti".
Lo Stato, da poco unito, rappresentava la più alta espressione della spirituale comunanza
del popolo, come forte elemento aggregante di natura etica. Il senso e il valore più alto dello Stato
era ravvisato nella consapevolezza dell'appartenenza di ogni componente della Nazione ad
una collett ività superiore e trascendente i singoli; consapevolezza che do veva
improntare il comportamento degli individui e del popo lo tutto, dei governant i e dei
governat i, e che necessariamente doveva motivare il ruolo e l'azione delle istituzioni e degli
organi attraverso i quali si svolgeva la vita associata.
Una grande carica etica era testimoniata dagli scritti del tempo, tra i quali quelli di
Ruggero Bonghi, fautore di un'educazione popolare. Un'esaltazione dello Stato e una messa
in rilievo soprattutto dei suoi fini pedagogici per il progresso della società civile.
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Un progresso del quale i maggiori beneficiari erano in partico lar modo le
giovani generazioni verso le quali era rivolto l'interesse pedagogico. Lo stesso Ruggero Bonghi,
che aveva vissuto l'esperienza convittuale a Napoli presso il Collegio diretto dai Padri delle
Scuole Pie, dove si formò una solida e profonda cultura, nei suoi scritti dedica molto spazio a
tematiche pedagogiche; secondo la sua pedagogia, il principio formativo del Convitto "Regina
Margherita" doveva essere quello di "secondare la curiosità naturale del fanciullo e lo spirito di
osservazione e dirigerlo a fare piuttosto che dire come una cosa si fa".
Grande importanza egli attribuiva all'educazione all'aperto tramite la quale si realizzava, a
contatto con la natura, l'insegnamento più completo ed efficace. Il Convitto "Regina Margherita"
offriva, con gli spazi verdi dei suoi terreni, la possibilità di rendere concreta questa aspirazione di
Ruggero Bonghi.
Ancora vivo il Bonghi, nel terreno adiacente al Convitto si coltivavano dei fiori utilizzati poi
in laboratorio dove le convittrici seguivano lezio ni di floricoltura e dove facevano
delle composizioni floreali, secondo la testimonianza della signora Maria Antonia Ferrante,
convittrice negli anni '50 ed ora residente a Roma, la quale in un breve opuscolo dal titolo
"Ruggero Bonghi e il Collegio Regina Margherita di Anagni", descrive la sua esperienza
convittuale soffermandosi in particolar modo sulla figura del Bonghi al quale va il suo sentito
ringraziamento per aver dato a lei e a tante ragazze orfane "la possibilità di studiare
gratuitamente in un ambiente confortevole, elegante, idoneo ad una sana formazione
educativa". Ruggero Bonghi, soprattutto quando il suo stato di salute peggiorò, soggiornava
spesso al Convitto dove si era fatto costruire una piccola casa chiamata dalle convittrici "casina
Bonghi".
A quel tempo il Collegio possedeva una fattoria con diversi animali domestici e i prodotti
venivano consumati all'interno della comunità convittuale. Il Bonghi si dimostra molto attento alla
cura e allo studio delle convittrici e una particolare attenzione la riserva alla condotta
del comportamento: sulla disciplina non si transige, tanto che arriva perfino a far scrivere delle
massime per i corridoi dell'Istituto che sollecitino le ragazze a migliorare se stesse ogni
qualvolta che le leggono.
Ruggero Bonghi, fondatore del Convitto, è anche un esempio impeccabile di
educatore attento ai bisogni dell'utenza e un fautore di ricchi programmi di attività; un buon
auspicio quindi per la futura vita del Convitto "Re g ina Margherita" che, nel corso degli anni,
ha saputo senza dubbio mantenere alto il prestigio sociale, culturale ed educativo.
Proprio grazie alla presenza del Bonghi, il Convitto si impose all'attenzione di
molti studiosi, non solo di quelli impegnati nell'ambito della pedagogia, ma anche di politici e
giornalisti.
Una convittrice, la signora Ferrante, ricorda con affetto i sette anni trascorsi al Convitto.
Attraverso il filo della memoria, scaturiscono delle informazioni interessanti sull'abbigliamento,
sulle Istitutrici, sull'ambiente, sulle relazioni di gruppo e soprattutto sul regime disciplinare del
quale scrive: "Oggi dico, con convinzione, che gli anni di collegio mi hanno indotta ad
apprendere come l'osservanza delle regole, quando non sono pressanti ed inderogabili, aiuta i
bambini, gli adolescenti e i giovani ad essere tolleranti nei confronti dei disagi e degli impegni, a
volte piuttosto gravosi, che spesso la vita ci impone".
La signora Ferrante ci consegna non solo informazioni sulla vita convittuale del tempo ma
anche delle bellissime immagini dell'ambiente circostante il Convitto, vive ancora nella memoria di
chi ricorda con affetto e nostalgia quegli anni. Il tempo che passa è descritto attraverso il trascorrere
delle stagioni, ciascuna con le proprie caratteristiche, come in questa bellissima immagine
di paesaggio invernale: "L'inverno passa fra giornate dalla luce breve e fioca, a volte molto
fredde. Non ricordo se è il 1952 o il 1953; cade la neve. Quale meraviglia il manto bianco posato,
soffice e leggero, sui prati, sulle terrazze, nel cortile e poi (le vediamo dalle ampie vetrate),
sulle colline intorno. Anche il piccolo cimitero, che per un anno intero ho potuto osservare dalle
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finestre della sala studio, è bianco, più silente che mai nel suo sonno perenne".
IL CONVITTO OGGI
Tramite un'imponente gradinata fra giardini degradanti, si accede all'entrata d'ingresso
dell'edificio la cui facciata è antistante alla Piazza Ruggero Bonghi, situata a confine con il
Viale Regina Margherita.
La struttura consta di quattro piani di cui un piano seminterrato, un piano primo, un
secondo e un terzo. L'edificio si estende all'interno e confina con una vasta zona di terreno facente
parte integrante del complesso convittuale.
Dal punto di vista architettonico, l'edificio si sviluppa attorno ad un patio
centrale circondato ai vari livelli da diversi ballatoi.
Nel piano seminterrato sono situati la cucina e alcuni locali adibiti a magazzini; al
primo piano, al quale si accede attraverso un ampio atrio con Portineria, si trovano gli uffici del
Rettore, del Direttore Amministrativo, di Segreteria e quelli di archivio; inoltre una grande Aula
Magna con adiacente Sala Docenti ed Educatori, l'Aula informatica, l'Infermeria, i locali
adibit i a guardaroba, quelli a refettorio, cinque aule funzionanti per la Scuola Primaria e un'aula
per attività musicali.
Una buona parte del secondo piano rappresenta la zona residenziale del Convitto
dove alloggiano le convittrici, il Rettore e dove è situata anche una Foresteria. In questo piano
si trova una Biblioteca con numerosi testi di rilevante interesse storico.
Il terzo piano, una volta adibito a Convitto maschile, è al momento inutilizzato.
Il Convitto ospita inoltre i reperti dell’Istituto Italiano di Paleontologia Umana
L'Istituzione si articola in Convitto, Semiconvitto, Scuola Primaria, Scuola Secondaria di
primo grado, Liceo delle Scienze Umane, Liceo Linguistico.
Gli alunni convittori e semiconvittori sono costantemente assistiti da Personale Educativo.
Dal punto di vista culturale ed educativo, il Convitto "Regina Margherita" risponde alla
normativa vigente in modo esauriente e attento alle varie esigenze scolastiche ed educative,
attuando un Progetto Formativo Integrato basato su un processo educativo unitario che vede Docenti
ed Educatori integrare le loro attività per conseguire obiettivi educativi comuni, nel rispetto della
collaborazione professionale e della progettazione condivisa.
Una Programmazione delle attività didattiche ed educative che scaturisce quindi
dalla collegialità dei Docenti e del Personale Educativo.
L'ambiente convittuale si presenta capace di offrire tutte quelle opportunità formative che
vanno al di là del mero profitto scolastico, arrivando a rappresentare così un modello
comunicativo, interattivo e socializzante.
L'organizzazione modulare in esso praticata, con attività che coinvolgono insieme
Docenti ed Educatori, soddisfa sia i bisogni scolastici sia le esigenze formative della
personalità degli alunni.
Organo di controllo delle attività è il Consiglio di Amministrazione che è l'organo di
indirizzo delle prospettive di sviluppo dell'Istituzione Educativa. E' composto dal
Rettore, da rappresentanti del MIUR, del Comune, della Provincia e dal rappresentante
dell’Agenzia delle Entrate, ciascuno dei quali è portatore di diverse istanze che riguardano il
territorio, la scuola, aspetti regionali e governativi.
Un breve accenno merita senza dubbio l'importanza che il Convitto, come
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Istituzione culturale educativa, ha sempre rivestito nel corso degli anni. I Convitti Nazionali hanno
sempre rappresentato delle Istituzioni che permisero, dall'Unità d'Italia in poi, la frequenza dei
Licei agli alunni dei piccoli centri periferici, permettendo così anche l'accesso alle Università. In
seguito al cambiamento della situazione sociale, hanno visto la loro funzione modificarsi, grazie ad
una più agevole mobilità e al progressivo decentramento scolastico. Lunghe tradizioni di
Collegi si ricollegavano agli Ordini religiosi e si rivolgevano in prevalenza all'educazione
dei figli delle famiglie nobili o dell'alta borghesia. Lo stesso Ruggero Bonghi, come si è visto, era
stato educato in un Collegio gestito da religiosi. Con l'Unità d'Italia, si iniziò a sottrarre
alla Chiesa questo mo nopolio e si molt iplicarono così le ist ituzio ni di Co nvitt i
Nazionali, spesso collo cat i materialmente in edifici prima appartenuti ad enti ecclesiastici,
come nel caso del Convitto "Regina Margherita" di Anagni.
I Convitti hanno sempre occupato, nella storia culturale d'Italia, una posizione di prestigio,
per l'istruzione impartita e per gli aspetti educativi ad essa correlati. Un prestigio che, ancora
oggi, pur se in un diverso contesto sociale, continuano ad avere.
Lo stesso Convitto "Regina Margherita" di Anagni merita a buon diritto un posto
di privilegio sia per quanto riguarda l'azione didattico-educativa che per i servizi offerti, in un'ottica
costante di conciliazione tra tradizione e modernità.
Le attività residenziali: Convitto
Il Convitto è aperto esclusivamente alle iscrizioni femminili per studentesse fino all’Esame
di Stato.
L'organizzazione del Convitto prevede la completa residenzialità 7 giorni su 7.
Alle convittrici è assicurata una presenza educativa 24 ore su 24; allo studio pomeridiano,
assistito sempre da Personale Educativo, vengono affiancate attività programmate e volte ad un
potenziamento dell'aspetto didattico scolastico ed a un’attuazione di proposte formative nel
contesto ricreativo, ludico-sportivo e di socializzazione, con la realizzazione di Progetti
educativi che rispondano alle esigenze dell'utenza.
Una mensa, con cucina interna, garantisce un menù vario e dieteticamente curato, con
prima e seconda colazione, pranzo, merenda e cena. Inoltre servizio di lavanderia e
guardaroba, un'assistenza infermieristica, un Laboratorio Informatico Multimediale, una
Biblioteca, una Palestra con varie attrezzature (cyclette orizzontale-verticale, tapis-roulant,
elliptica, tappetini, pesi), sale televisive, un Teatro, Campi da gioco (Pallavolo, Basket) e una
Portineria che garantisce il servizio 24 ore su 24. Per quanto riguarda l'alloggio, il servizio offre
camerette singole o doppie, per garantire la privacy e favorire le ore di studio.
Le Educatrici del Convitto seguono le convittrici nello svolgimento dei compiti scolastici,
curando in particolar modo anche gli aspetti disciplinari e socio-educativi, in collaborazione con gli
insegnanti della scuola frequentata dalle ragazze e con le famiglie, per strutturare un qualificato
intervento di supporto didattico educativo. Le Educatrici integrano il lavoro scolastico con Progetti
finalizzati alle esigenze delle convittrici.
Le attività semiresidenziali: Semiconvitto
Il Semiconvitto è aperto alle iscrizioni sia maschili sia femminili, dalla Scuola
Primaria alla Secondaria di secondo grado.
Le attività si svolgono dal lunedì al venerdì, fino alle ore 18,30.
I semiconvittori, suddivisi in squadre, sono seguiti da Educatori nell'approfondimento
degli aspetti sia didattici sia socio-educativi-psicologici, con l'organizzazione di attività
ricreative e culturali correlate a Progetti Educativi, in una collaborazione costante con la scuola e
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le famiglie, al fine di strutturare un qualificato intervento di supporto didattico educativo.
L'attività pomeridiana prevede l'espletamento dei compiti scolastici, integrato con attività
progettuali e ricreative, quest'ultima in relazione alla valenza pedagogica dell'attività ludica che
offre all'educatore la possibilità di osservare i ragazzi nella loro spontaneità per conoscere il loro
temperamento, senza perdere mai di vista il valore della disciplina e del lavoro metodico.
Collegi Integrati di Docenti ed Educatori predispongono una Programmazione in stretta
sinergia per un'Offerta Formativa il più possibile completa e rispondente ai bisogni dell'utenza
scolastica.
OFFERTA FORMATIVA
Attraverso l'elaborazione del Piano dell'Offerta Formativa, si viene a creare uno strumento
operativo nel quale il Convitto "Regina Margherita" esprime, nella sua interezza, la propria identità
culturale.
Un'identità caratterizzata da apporti diversi che si concretizzano in una collaborazione
costante finalizzata al perseguimento di obiettivi condivisi e definiti da Collegi Integrati di Docenti
ed Educatori che predispongono una Programmazione in stretta sinergia per un'Offerta Formativa il
più possibile completa e rispondente ai bisogni dell'utenza scolastica.
Le scelte comuni convergono verso un'attività progettuale basata su solide e concrete finalità
educative e che recepisce indicazioni ministeriali come linee guida della progettazione.
Al Programma Nazionale "Scuole aperte", fa riferimento ciascun Progetto dell'Istituto.
Un Programma che si presenta come un grande contenitore, sensibile soprattutto al disagio
scolastico dei ragazzi e al fenomeno, sempre più preoccupante, della dispersione scolastica.
Per contrastare la disaffezione allo studio e per potenziare il senso di appartenenza alla scuola, si
valorizzano le iniziative a forte valenza socializzante quali il teatro, le arti figurative, la musica, il
canto, le attività sportive.
Il Programma definisce i vari interventi da attuare in favore degli alunni e, proprio in
riferimento a loro, il prolungamento dell'orario di apertura della scuola è finalizzato alla
realizzazione di corsi di recupero di debiti formativi, di corsi di sostegno e di aiuto allo studio, di
moduli didattici di approfondimento e sviluppo finalizzati alla promozione delle eccellenze.
L'apertura pomeridiana delle scuole è vista come lo strumento privilegiato per la lotta al
disagio giovanile, alla dispersione scolastica e per attività di recupero e di potenziamento.
Per quanto riguarda i Convitti, la loro stessa configurazione, i significati della loro
fondazione, rappresentano già nel loro essere una concretizzazione del Progetto di una Scuola
Aperta dove si conciliano costantemente disagio ed eccellenza e dove l'attività educativa
privilegia gli aspetti comportamentali, mettendo in atto degli interventi mirati nei casi di
disagio scolastico e relazionale e favorendo attività di potenziamento in base alle capacità
intrinseche dei beneficiari dell'attività scolastica educativa.
Un obiettivo del Progetto è quello di favorire e sostenere la ricerca educativa su problemi
inerenti all’orientamento scolastico, l'obbligo formativo, il disagio scolastico e l'integrazione
degli alunni stranieri, con momenti di confronto su tematiche dell'attualità scolastica.
Si tratta di un Progetto psicopedagogico ad integrazione del Piano dell'Offerta Formativa
che ha come punto cardine lo "Star bene a scuola" e che intende pianificare tutte quelle strategie
miranti a rimuovere tutto ciò che concorre ad ostacolare la promozione della salute. Un Progetto che
in parte si sviluppa nel "Progetto continuità", già operante e ripreso anche quest'anno, che ha come
fine quello di far conoscere l'Offerta Formativa e gli spazi del Convitto e che si attua attraverso
incontri con Docenti della Scuola per l'Infanzia, genitori ed alunni.
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Un'altra proposta sempre inerente al benessere a scuola, riguarda un Protocollo
di Ricerca/Intervento per un "Progetto scuola di qualità", i cui destinatari sono docenti,
famiglie, studenti, dirigenti e personale di servizio.
Un approccio alla lettura dei bisogni e delle richieste emergenti al fine di rispondere
in maniera più adeguata possibile alla domanda sociale, sempre più esigente e pressante, di qualità e
di benessere del sistema scolastico.
Il Progetto si pone come sperimentazione di un Modello di Scuola Aperta e Integrata e
coinvolge il Convitto "Regina Margherita" ed altri Istituti scolastici in rete sul territorio provinciale,
regionale e nazionale.
L'obiettivo generale del Progetto è lo sviluppo di una capacità di analisi delle rispettive
risorse e competenze, integrata con la capacità di realizzare interventi di qualità dell'azione
organizzativa, integrando nella progettazione e nella realizzazione la popolazione giovanile e
quella adulta scolastica ed extrascolastica.
Il concetto di "Scuola Aperta" maggiormente si realizza nello spazio convittuale dove le
caratteristiche eterogenee dell'utenza permettono una condivisione di realtà sociali diverse e
multiculturali. Si pensi, per esempio, alle famiglie degli alunni del Convitto che aprono le loro porte
per ospitare ragazzi stranieri residenti nella struttura convittuale.
Il Convitto diventa così il luogo privilegiato, l'ambiente in cui si tocca con mano la realtà concreta
di una dimensione europea, multiculturale, dell'insegnamento. Dalla Carta Costituzionale, dalle
Dichiarazioni internazionali sui diritti dell'uomo e del fanciullo, dal Trattato di Maastricht, dai
Programmi didattici, da tutta la recente normativa sull'inserimento degli alunni
stranieri, scaturiscono impegni educativi a cui ogni Istituzione educativa è chiamata, per
promuovere l'interazione culturale e la valorizzazione della cultura di appartenenza, per favorire lo
scambio produttivo delle diversità come valori e occasioni formative.
L'impegno deve essere rivolto a impedire che la diversità etnica, culturale e linguistica si ponga
come occasione per l'insorgenza di svantaggio.
L'Istituzione Educativa vuole e deve essere il centro in cui si promuove e si rafforza la
conoscenza e la comprensione di valori e linguaggi comuni, di affinità su cui confrontarsi, di
differenze da scoprire e valorizzare, per far sì che i pregiudizi diventino giudizi fondati sul dialogo,
sulla comunicazione e l'interazione.
Il Convitto "Regina Margherita" vuol fare dell'educazione interculturale un
concetto portante da concretizzarsi, in modo tale da coniugare identità e relazionalità attraverso un
progetto educativo interdisciplinare, come una sfida educativa incentrata sul ripensamento della
cultura tradizionale.
Il Convitto "Regina Margherita" vuole porsi come un luogo di sperimentazione e d i
integrazione attiva tra disagio sociale ed eccellenza, sensibile ad un’attuabile forma d i
internazionalizzazione da concretizzarsi attraverso il Progetto Comunitario "Equal Integration", con
l'elaborazione di metodologie e strumenti didattici incentrati su un approccio multiculturale e
multietnico e con la sperimentazione di percorsi educativi e formativi che promuovano la
valorizzazione e l'integrazione sociale.
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