CAPITOLO 4 EQUAZIONI di CONSERVAZIONE 4.1 Classificazione delle Macchine Chiamasi “macchina” la sede di una trasformazione energetica operante mediante uno o più fluidi in azione dinamica o cinematica; detti fluidi sono i vettori energetici della trasformazione. Tale definizione generale ricomprende le macchine a flusso continuo, dette turbomacchine, (quali pompe, compressori, turbine), le macchine a fluido periodico, dette volumetriche (quali pompe, compressori, espansori volumetrici) e gli scambiatori di calore (quali generatori di vapore, condensatori, ecc.). Pertanto per macchina si intende un sistema che converte energia primaria in una forma più comodamente utilizzabile (energia meccanica). In una macchina a fluido in particolare tale conversione viene realizzata utilizzando un fluido, ad esempio aria, acqua o vapore. Tale fluido subisce una trasformazione all’interno della macchina, con un conseguente trasferimento di energia tra gli organi mobili della macchina (rotore) ed il fluido stesso. Il fluido a contatto con gli organi di una macchina scambia con questi delle forze. Si sottolinea come tali forze compiono lavoro solo se gli organi sono in movimento. Le macchine possono essere classificate in base al senso del trasferimento di energia; in particolare si parla di macchina operatrice quando il lavoro viene compiuto dalla macchina sul fluido con un conseguente assorbimento di potenza. Si parla di macchina motrice quando il lavoro viene compiuto dal fluido sulla macchina, con una erogazione di potenza all’albero della macchina. Esempi di macchine motrici sono le turbine idrauliche, le turbine a gas o a vapore, i motori a combustione interna, Diesel e a Ciclo Otto. Esempi di macchine operatrici sono i compressori, i ventilatori e le pompe. Un’altra classificazione si basa sulla natura del fluido evolvente. Si chiamano macchine idrauliche quelle che lavorano con fluidi incomprimibili; prendono invece il nome di macchine termiche quelle che usano fluidi comprimibili. Per un fluido incomprimibile la sua storia meccanica è separata da quella termica, che è peraltro ininfluente. Per un fluido comprimibile invece le due cose sono intimamente legate. Se si esercita una pressione su un fluido comprimibile, cambia la sua densità e si scalda; con un fluido incomprimibile ciò non accade. Si ha quindi energia termica che si converte in energia meccanica, e ciò si verifica solo in macchine a fluido comprimibile. Un’altra classificazione riguarda gli organi che scambiano energia, cioè quelli che interagiscono con il fluido: macchina rotativa o alternativa a seconda che l’organo mobile segua un moto rotatorio (ad es. turbine, compressori, pompe) o alternato (motori a combustione interna). Esempi di pompe rotative sono quella ad ingranaggi, il compressore a lobi tipo Roots e quello ad alette. Si distingue poi tra macchine dinamiche e volumetriche a seconda dell’andamento del flusso. Nelle macchine dinamiche, il flusso attraverso la macchina è continuo; tali macchine, come già anticipato sono dette turbomacchine. Nelle macchine volumetriche il flusso è invece periodico: la macchina preleva ciclicamente una certa quantità di fluido, le fa compiere la trasformazione, e quindi la scarica. Esempi di macchine Pagina 1 di 37 volumetriche sono i compressori rotativi tipo Roots e i compressori ad alette. Le macchine alternative possono essere solo volumetriche, mentre quelle rotative possono essere sia volumetriche sia dinamiche. Un’ulteriore classificazione riguarda unicamente le macchine dinamiche (turbomacchine): a seconda della direzione del flusso all’interno della macchina si distingue tra macchine assiali, in cui il fluido procede prevalentemente in direzione parallela all’asse di rotazione della macchina, e macchine radiali, dove il fluido procede invece prevalentemente in direzione perpendicolare all’asse di rotazione della macchina. Esempi di macchine assiali sono il ventilatore assiale, il compressore assiale e le turbine a vapore. La pompa centrifuga è invece un esempio di macchina radiale. La Tabella 1 riassume tutte le classificazioni dette, mentre la Tabella 2 e la Tabella 3 riportano i principali tipi rispettivamente di macchine operatrici e di quelle motrici. Di queste ultime, nella realtà solo quelle riportate in rosso e sottolineate ed trovano applicazione. Scambio di energia Tipo di fluido Moto degli organi che scambiano lavoro Regime di flusso Direzione del flusso motrici operatrici idrauliche termiche alternative rotative volumetriche dinamiche assiali radiali Tabella 1: classificazione delle Macchine a Fluido Fluido motore Movimento organo motore Alternativo Liquido Rotativo Alternativo Gas Rotativo Tipi di funzionamento Macchine Macchine dinamiche volumetriche (turbomacchine) Pompe alternative Pompe a ingranaggi, a Pompe palette, a eccentrici ecc. (assiali, miste, radiali) Compressori a stantuffo e a membrana Compressori Roost, a Compressori palette, a eccentrico (assiali, misti, radiali) Tabella 2: classificazione delle Macchine Operatrici Fluido Movimento organo Pagina 2 di 37 Tipi di funzionamento motore motore Alternativo Liquido Rotativo Alternativo Vapore Macchine volumetriche Macchine idrauliche a revolver, stellari ecc. Macchine idrauliche a ingranaggi, a palette, a eccentrici ecc. Macchine alternative a vapore Turbine idrauliche (Pelton, Francis, Kaplan e eliche) - Turbine a vapore (assiali, radiali) Rotativo Alternativo Gas Rotativo Macchine dinamiche (turbomacchine) Motori alternativi a combustione interna, a combustione esterna, ad accensione comandata, Diesel Motori rotativi a combustione interna ecc. - - - Turbine a gas (assiali, radiali) Tabella 3: classificazione delle Macchine Motrici Le macchine operano quindi con fluidi che subiscono, durante il loro moto tra le pareti delle macchine, trasformazioni termodinamiche; indipendentemente dal tipo di macchina e di fluido considerato, tali processi energetici sono governati dalla leggi della fisica. Elementi fondamentali nella trattazione teorica delle macchine sono quindi: 1. la conoscenza delle proprietà termodinamiche e fisiche dei fluidi; 2. la conoscenza delle equazioni della termo e fluidodinamica. Nei prossimi paragrafi e capitoli saranno trattati questi argomenti. Figura 1: sezione dei rotori di un motore-pompa idraulico rotativo, con vista esplosa. Pagina 3 di 37 Figura 2: sezione trasversale di a) un compressore tipo Roots; b) un compressore rotativo a palette. Figura 3: sezione longitudinale di una pompa centrifuga (1. cassa, 4. girante, 14, albero). Pagina 4 di 37 Figura 4: ruota Pelton dell’impianto di S. Massenza e sezione trasversale dell’impianto idroelettrico (Franco Tosi) - caduta 590 m; portata 14.8 m3/s; potenza 75 MW, velocità di rotazione 428 giri/min). Figura 5: sezione trasversale di una turbina Francis dell’impianto di Ilha Solteira (Brasile) (Consorzio Voith, Neyrpic, Sfac, Escherwiss, Riva, Ansaldo, Tosi) - caduta 48 m; portata 450 m3/s; potenza 194 MW, velocità di rotazione 85.7 giri/min. Pagina 5 di 37 Figura 6: sezione trasversale di una turbina Kaplan dell’impianto di Jupià. Pagina 6 di 37 Figura 7: ventilatore assiale. Figura 8: compressore assiale. Pagina 7 di 37 Figura 9: turbina a vapore a unico corpo. Figura 10: turbina a vapore a doppio corpo con cross over. Pagina 8 di 37 Figura 11: rotore di una turbina a vapore Figura 12: turbogas bialbero aeroderivativo GE LM 1600. Pagina 9 di 37 4.2. Sistema aperto Si definisce sistema aperto un sistema il cui contorno può essere attraversato da: - materia; - calore; - lavoro. Per quanto concerne le tematiche oggetto del presente capitolo un sistema aperto può essere visto come una scatola nera attraversata da un fluido di lavoro (Figura 13). 1 Q v1 2 v2 L Figura 13: sistema aperto. Tutte le considerazioni sviluppate nel presente capitolo si baseranno sulle ipotesi semplificative di: - modello monodimensionale del sistema; - moto stazionario del fluido di lavoro. L’ipotesi di moto stazionario del fluido di lavoro implica: - composizione chimica costante in un dato punto; - proprietà termodinamiche costanti in un dato punto; - velocità costante in un dato punto. Pagina 10 di 37 4.3. Principio di conservazione della massa Si consideri il sistema in Figura 13, per il principio di conservazione della massa le portate massiche (kg/s) all’ingresso (1) e all’uscita del sistema (2), in assenza di accumulo, sono uguali tra loro. m1 = m2 Quindi per un fluido, sia esso comprimibile che incomprimibile, si avrà che m1 = ρ1 A1v1 m2 = ρ 2 A2 v2 ⇒ ρ1 A1v1 = ρ 2 A2 v2 m = m 2 1 ρ1 A1v1 = ρ 2 A2 v2 (fluidi comprimibili e incomprimibili) Dove: - ρi è la densità del fluido al punto i-esimo; - A1 è l’area di passaggio del fluido al punto i-esimo; - vi è il vettore velocità del fluido in ingresso alla sezione di passaggio Ai e normale ad essa (ricordiamo che siamo nell’ipotesi di modello monodimensionale). Indichiamo per semplicità con vi il modulo del vettore velocità; Fluido incomprimibile Dato un fluido incomprimibile che attraversa il volume di controllo si ha che: ρ1 = ρ2 quindi ρ1 A1v1 = ρ 2 A2 v2 ⇒ A1v1 = A2 v2 ρ1 = ρ 2 A1v1 = A2v2 (fluidi incomprimibili) Dove il prodotto dell’area di passaggio per il vettore velocità in direzione normale all’area stessa non è altro che la portata volumetrica (V) del fluido. m2 * m/s = m3/s Per un fluido incomprimibile si ha la conservazione della portata volumica (m3/sec). Pagina 11 di 37 4.4. Principio di conservazione dell’energia Si ricorda che tutte le trattazioni fatte in questo corso si basano sull’ipotesi di sistemi semplificati, cioè sistemi termodinamici: a) macroscopicamente in quiete, non sottoposti a campi gravitazionali ed esenti da effetti di superficie; b) elettricamente e magneticamente neutri; c) chimicamente inerti. 4.4.1. Primo principio della termodinamica per sistemi chiusi Dato un sistema chiuso, quindi un sistema che non può scambiare massa con l’esterno, per il I P.T.D. avremo che: qe + le = ∆e = ∆u dove: - qe è il calore massico scambiato con l’esterno; le è il lavoro massico scambiato con l’esterno; ∆e è la variazione di energia del sistema per unità di massa; ∆u è la variazione di energia interna del sistema per unità di massa. 4.4.2. Primo principio della termodinamica per sistemi aperti Dato un sistema aperto, in grado quindi di scambiare massa con l’esterno, per il I P.T.D. avremo che qe + l = ∆e a sua volta la variazione di energia del sistema è pari a ∆e = ∆u + ∆ec + ∆ep Mettendo a sistema si ha qe + l = ∆u + ∆ec + ∆ep dove - l è il lavoro scambiato per unità di massa; ∆ec è la variazione di energia cinetica del sistema per unità di massa; ∆ep è la variazione di energia potenziale del sistema per unità di massa. Il lavoro scambiato per unità di massa (l) è la somma del lavoro utile specifico massico (le) e del lavoro di pulsione specifico massico (lpulsione). l = le + lpulsione Il lavoro utile specifico massico (le) è il lavoro scambiato per unità di massa tra il fluido che attraversa il sistema aperto e gli organi mobili che costituiscono la macchina (Figura 13 – pagina 10). Pagina 12 di 37 Il lavoro di pulsione specifico massico (lpulsione) o anche detto lavoro di spostamento specifico massico è pari all’energia necessaria a muovere il fluido attraverso le sezioni (1) e (2) di ingresso e di uscita dal volume di controllo (Figura 13 – pagina 10). lpulsione = p1v1 – p2v2 Dove - pi è la pressione del fluido in corrispondenza della sezione di passaggio i-esima; - vi è il volume specifico massico del fluido in corrispondenza della sezione di passaggio iesima. Dall’analisi dimensionale si vede come il prodotto tra la pressione e il volume specifico massico dia luogo ad una grandezza che ha l’unità di misura di un lavoro specifico massico. U.d.m. (p) = Pa = N/m2 U.d.m (v) = m3/kg Quindi (P)(v) = N/m2 * m3/kg = N * m/kg = J/kg Dove J/kg non è altro che l’unità di misura del lavoro specifico massico. Pertanto dato un sistema aperto per il I P.T.D. abbiamo q e + l = ∆u + ∆ec + ∆e p ⇒ q e + l e + l pulsione = ∆u + ∆ec + ∆e p l = l e + l pulsione Esplicitando tutti i termini lpulsione = p1v1 – p2v2 ∆ec = ½(v22-v12) qe + le = (u2 – u1) + ½(v22-v12) + g (z2 – z1) + (p2v2 – p1v1) ∆ep = g (z2 – z1) Considerando che la densità (ρ) non è altro che il reciproco del volume specifico (v) si ha che il I P.T.D. per sistemi aperti assume la seguente espressione qe + le = (u2 – u1) + ½(v22-v12) + g (z2 – z1) + (p2/ρ2 - p1/ρ1) che espressa in funzione dell’entalpia (h) h = u + pv diventa qe + le = (h2 – h1) + ½(v22-v12) + g (z2 – z1) Pagina 13 di 37 tale equazione è valida sia per processi reversibili che reali (cioè irreversibili), sarà direttamente l’entalpia all’uscita del sistema a tenere implicitamente conto della presenza o meno di irreversibilità. 4.4.3. Lavoro perso Dato un sistema chiuso abbiamo visto che il I P.T.D. assume la seguente forma δq + δl = du E a sua volta il lavoro scambiato specifico massico è pari a δl = pdv ponendo a sistema si ottiene δq = du + pdv dalla definizione di entalpia, differenziano si ottiene h = u + pv dh = du + pdv + vdp ponendo a sistema δq = du + pdv ⇒ δq = dh − pdv − vdp + pdv dh = du + pdv + vdp Semplificando i termini si ottiene δq = dh - vdp Per un processo reversibile si ha ds = δq T ⇒ δq = Tds Ponendo a sistema avremo δq = dh − vdp ⇒ Tds = dh − vdp δq = Tds Quindi per un processo reversibile dh = Tds + vdp Questa espressione sebbene ricavata per un processo reversibile è valida anche per processi irreversibili essendo l’entalpia una grandezza di stato e quindi la variazione di entalpia è indipendente dal tipo di trasformazione (reversibile o meno) ma dipende solo dallo stato iniziale e finale del sistema. Pagina 14 di 37 Per un processo irreversibile la variazione di entropia del sistema è maggiore del rapporto tra il calore scambiato con l’esterno e la temperatura del sistema dstot > δq e T Si ha invece che dstot = δqe T + δqirr T Quindi Tdstot = δqe + δqirr Come precedentemente detto l’equazione dh = Tds + vdp valida per processi reversibili lo è anche per processi irreversibili quindi dh = Tdstot + vdp Ponendo a sistema si ha dh = Tdstot + vdp ⇒ dh = δq e + δq irr + vdp Tdstot = δq e + δqirr Il calore generato da processi irreversibili non è altro che il lavoro perso per le irreversibilità dovute agli attriti, quindi δqirr = δlirr sostituendo si ha dh = δqe + δlirr + vdp integrando 2 ∫ h2 − h1 = q e + l irr + vdp 1 Ponendo a sistema con l’eq. di conservazione dell’energia per sistemi aperti Pagina 15 di 37 ( ) 1 2 ( ) q l h h v 2 − v12 + g ( z 2 − z1 ) + = − + e e 2 1 2 2 1 ⇒ q e + l e = q e + l irr + vdp + v 22 − v12 + g ( z 2 − z1 ) ⇒ 2 2 h2 − h1 = q e + l irr + vdp 1 1 ∫ ∫ 2 ∫ l e − l irr = vdp + 1 ( ( ) ) 1 2 v 2 − v12 + g ( z 2 − z1 ) 2 Per un processo reversibili (lirr = 0) 2 ∫ l e = vdp + 1 ( ) 1 2 v 2 − v12 + g ( z 2 − z1 ) 2 Per un sistema in quiete 2 ∫ l e − l irr = vdp 1 Dove 2 ∫ vdp 1 è il lavoro utile, cioè il lavoro realmente scambiato tra la macchina e il fluido. Ciò significa che data una macchina: - operatrice (ad esempio una pompa o un compressore), detto le il lavoro meccanico all’albero della macchina, quindi l’energia meccanica spesa per comprimere il fluido, una parte di questo lavoro si perde per attriti e viene convertito in calore (lirr) mentre la restante parte (le – lirr) pari all’integrale di vdp è il lavoro realmente ricevuto dal fluido e che ne che ne determina l’innalzamento di pressione; - motrice (ad esempio una turbina), detto le il lavoro ceduto dal fluido, una parte di questo lavoro si perde per attriti e viene convertito in calore (lirr) mentre la restante parte (le – lirr) pari all’integrale di vdp è il lavoro realmente disponibile all’albero della turbina. Nel caso di processi reversibile il lavoro scambiato con l’esterno ed il lavoro utile coincidono. 2 ∫ l e = vdp 1 Esercizio: data una turbina a vapore che elabora una portata (m) di vapor d’acqua di 2 kg/s scambiando con l’esterno una potenza termica (Q) di 11 kW, calcolare la potenza meccanica (P) all’albero della turbina. Pagina 16 di 37 p (MPa) T (°C) Titolo di vapore (x) v (m/s) z (m) Ingresso 3 400 60 5 Uscita 0,125 105,99 1 180 2 Tabella 4: condizioni del vapore all’ingresso e all’uscita della turbina. 1 P Q 2 P = m*l Note: per il calcolo delle entalpie utilizzare le tabelle del vapore surriscaldato e del vapor saturo. Riultato: - P = 1.057 kW. 4.4.4. Fluidi incomprimibili e teorema di Bernulli Abbiamo visto come l’equazione di conservazione dell’energia qe + le = (h2 – h1) + ½(v22-v12) + g (z2 – z1) sia valida sia per processi reversibili che irreversibili o anche detti reali. Si è anche visto come il lavoro effettivamente scambiato tra fluido e macchina, ceduto o assorbito, sia pari alla differenza tra il lavoro utile e il lavoro convertito in calore per irreversibilità. 2 ∫ l e − l irr = vdp + 1 ( ) 1 2 v 2 − v12 + g ( z 2 − z1 ) 2 Per poter però calcolare il lavoro con queste espressione è necessario risolvere l’integrale in essa contenuto, è quindi necessario conoscere il tipo di trasformazione. Almeno di non essere nel caso di un fluido incomprimibile. Per un fluido incomprimibile ρ = cost v = cost quindi integrando sia Pagina 17 di 37 l e − l irr = ( p − p1 ) 1 2 v 2 − v12 + g ( z 2 − z1 ) + 2 2 ρ ( ) Consideriamo ora un sistema: - ideale (lirr = 0) - costituito da un condotto attraversato da un fluido incomprimibile (ρ = cost); - in assenza di organi mobili che permettano lo scambio di lavoro tra il fluido e l’esterno (le = 0); l’equazione l e − l irr = ( p − p1 ) 1 2 v 2 − v12 + g ( z 2 − z1 ) + 2 2 ρ ( ) assumerà la forma p1 ρ1 + v12 p v2 + gz1 = 2 + 2 + gz 2 2 ρ2 2 meglio nota come teorema di Bernulli. Pagina 18 di 37 4.5. Moto sub sonico e super sonico Si definisce Numero di Mach il rapporto tra la velocità del fluido e la velocità del suono M= v a Dove: - v è la velocità del fluido; - a è la velocità del suono. Si definisce moto subsonico il moto di un fluido avente M<1→v<a Il fluido si muove a velocità inferiore a quella del suono. Si definisce moto supersonico il moto di un fluido avente M>1→v>a Il fluido si muove a velocità superiore a quella del suono. Il quadrato della velocità del suono rappresenta la variazione di pressione in un fluido al variare della sua densità a entropia costante. La velocità del suono varia in funzione del fluido e delle condizioni del fluido. a2 = dp dρ S Per un gas perfetto la velocità del suono è pari a: a = γRT Dove R è la costante universale dei gas. Nel caso di un fluido a densità costante: ρ = cos t ⇒ dρ = 0 ⇒ a = ∞ La velocità del suono è infinita, di conseguenza il moto è sempre subsonico. Si consideri un fluido che attraversa un condotto: - adiabatico, quindi no scambio di calore con l’esterno; - senza scambiare lavoro con l’esterno, quindi lavoro utile pari a zero; - in regime stazionario. Per l’equazione di conservazione della massa avremo Pagina 19 di 37 ρAv = cos t Con - ρ, densità del fluido; A, sezione di passaggio; v, velocità del fluido nel condotto. Calcolando il differenziale dell’equazione di conservazione della massa si ottiene ρAv = cos t ⇒ d (ρAv ) = 0 ⇒ ρvdA + Avdρ + ρAdv = 0 Dividendo per ρAv si ottiene ρvdA + Avdρ + ρAdv dA dρ dv =0⇒ + + =0 ρAv A ρ v Quindi dA dρ dv + + =0 A ρ v Per l’equazione di conservazione dell’energia per un sistema adiabatico e che non scambia lavoro, considerando trascurabile la variazione di quota del fluido nel condotto, si ha: h+ v2 = cos t 2 Differenziando si ottiene v2 1 d h + = 0 ⇒ dh + 2v dv = 0 ⇒ dh + vdv = 0 2 2 Quindi dh = −vdv Si è visto in precedenza che per un processo come per un processo irreversibile vale la seguente equazione dh = Tds + vdp da cui, data una trasformazione reversibile (ds = 0) si ha che dh = vdp Pagina 20 di 37 ponendo a sistema le due equazioni dh = vdp dh=-vdv si ha vdp = -vdv → dp ρ = −vdv → dp v2ρ =− dv v Ponendo a sistema quanto ricavato dall’equazione di conservazione della massa dA dρ dv + + =0 ρ A v con quanto ottenuto dall’equazione di conservazione dell’energia dp v ρ 2 =− dv v si ottiene dA dρ dv A + ρ + v =0 dp dA dρ ⇒ + − =0 ρ v2ρ A dp = − dv v 2 ρ v Pertanto dA dp dρ 1 dp dp 1 dρ = 2 − = 2 − dρ = − ρ ρ v A v ρ ρ v 2 dp Quindi dA dp 1 dρ = − ρ v 2 dp A Dalla definizione di velocità del suono, tenuto conto che siamo nell’ipotesi di processo reversibile (dS = 0) a2 = dp dρ S Sostituendo Pagina 21 di 37 dA dp 1 dρ = − ρ v 2 dp dA dp 1 1 dp a 2 − v 2 dp v 2 A ⇒ = − = = 1 − ρ v 2 a 2 ρ v 2 a 2 v 2 ρ a 2 A a 2 = dp dρ S Quindi dA dp v 2 = 1 − A v 2 ρ a 2 A sua volta si è definito il Numero di Mach come v a M= Sostituendo si ha [ dA dp = 2 1− M 2 A v ρ ] Dai passaggi precedenti si è visto essere dp v ρ 2 =− dv v quindi [ ] [ ] dA dp dv = 2 1− M 2 = − 1− M 2 = A v ρ v 4.5.1. Moto subsonico di un fluido in un condotto In presenza di moto subsonico avremo [ ] M <1⇒ 1− M 2 > 0 Pertanto dA dp α A v2ρ dA dv α− A v Dato un condotto convergente dp dA < 0 ⇒ 2 < 0 ⇒ dp < 0 A v ρ Pagina 22 di 37 dA dv <0⇒− < 0 ⇒ dv > 0 A v In modo del tutto analogo, dato un condotto divergente dp dA > 0 ⇒ 2 > 0 ⇒ dp > 0 A v ρ dA dv >0⇒− > 0 ⇒ dv < 0 A v Pertanto in presenza di un flusso subsonico che attraversa un condotto adiabatico e in assenza di scambio di lavoro con l’esterno: - riducendo la sezione di passaggio si ha conversione di energia di pressione in energia cinetica, la pressione scende e la velocità sale; - aumentando la sezione di passaggio si ha conversione di energia cinetica in energia di pressione, il fluido rallenta e la pressione sale. M<1 A↓ v↑ p↓ A↑ v↓ p↑ 4.5.2. Moto supersonico di un fluido in un condotto In presenza di moto subsonico avremo [ ] M >1⇒ 1− M 2 < 0 Pertanto dp dA α− 2 A v ρ dA dv α A v Dato un condotto convergente dp dA < 0 ⇒ − 2 < 0 ⇒ dp > 0 A v ρ dA dv <0⇒ < 0 ⇒ dv < 0 A v In modo del tutto analogo, dato un condotto divergente Pagina 23 di 37 dp dA > 0 ⇒ − 2 > 0 ⇒ dp < 0 A v ρ dA dv >0⇒ > 0 ⇒ dv > 0 A v Pertanto in presenza di un flusso supersonico che attraversa un condotto adiabatico e in assenza di scambio di lavoro con l’esterno: - riducendo la sezione di passaggio si ha conversione di energia cinetica in energia di pressione, il fluido rallenta e la pressione sale; - aumentando la sezione di passaggio si ha conversione di energia di pressione in energia cinetica, la pressione scende e la velocità sale. M>1 A↓ v↓ p↑ A↑ v↑ p↓ 4.6. Entalpia totale, temperatura totale e pressione totale Si consideri un condotto attraversato da un fluido, nelle ipotesi di: - condotto adiabatico (qe = 0); - assenza di organi mobili (le = 0). 1 MISURA DELLA PRESSIONE TOTALE 2 MISURA DELLA PRESSIONE STATICA Figura 14:condotto adiabatico in assenza di organi mobili. Sino a qui si sono considerate sempre e solo le proprietà statiche del fluido, quali la temperatura statica e la pressione statica, cioè le proprietà del fluido misurate da strumenti che non risentono della velocità della corrente. Nel condotto rappresentato in Figura 14 sono presenti due misuratori di pressione, uno normale alla direzione del flusso, e che quindi non vede la velocità del flusso, che legge la pressione statica e l’altro avente l’ingresso rivolto contro la corrente, la cui misura di pressione sarà quindi influenzata dalla velocità del flusso. Si definiscono condizioni totali del fluido (entalpia totale, pressione totale, temperatura totale, ecc.) le condizioni del fluido a seguito di un arresto senza attriti, cioè reversibile, e adiabatico e quindi isoentropico. La pressione risultante dall’arresto del flusso è detta pressione totale, che è la pressione letta dal sensore posto sulla traiettoria del fluido in Figura 14. Pagina 24 di 37 Applicando, ai capi del condotto, l’equazione di conservazione dell’energia per fluidi comprimibili si ha: qe + le = (h2 – h1) + ½(v22-v12) + g (z2 – z1) nelle ipotesi di - flusso adiabatico (qe = 0); - assenza di organi mobili (le = 0); - variazione di quota trascurabile (z = cost); si ha h1 + ½v12 = h2 + ½v22 si definisce entalpia totale (ht) ht = h + ½v2 h pt ht v2/2 p h s Si consideri ora l’ipotesi che il fluido in moto nel condotto sia un gas perfetto, ne consegue che dh = cp dT -----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Dimostrazione Dal primo principio della termodinamica δq – δl = dep + dec + du nelle ipotesi di flusso a velocità costante, quindi variazione di energia cinetica nulla (dEc = 0), e in assenza di variazioni significative di quota, quindi variazione di energia potenziale gravitazionale nulla (dep = 0), si ha: δq – δl = du Pagina 25 di 37 dove δl = pdv quindi δq = du + pdv Dalla definizione di entalpia si ha h = u + vp dh = du + pdv + vdp ponendo a sistema si ottiene δq = du + pdv ⇒ δq = dh + pdv − pdv − vdp du = dh - pdv - vdp semplificando si ha δq = dh - vdp Dalla definizione di calore specifico si ha δq cp = dT p Quindi sostituendo si ottiene dh − vdp cp = dT p Ma essendo per definizione cp il calore specifico per una trasformazione a pressione costante allora P = cost dp = 0 Ne consegue che dh cp = ⇒ dh = c p dT dT p ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Procediamo ora alla definizione di temperatura totale (Tt) ht = h + ½v2 ht – h = ½v2 dh = cp dT ht – h = cp (Tt – T) quindi ponendo a sistema si ha Pagina 26 di 37 cp (Tt – T) = ½v2 da cui v2 Tt = T + 2c p T pt Tt v2/2cp p T h s Infine definiamo la pressione totale (pt) Per una trasformazione adiabatica sappiano essere (vedasi appendice al capitolo) T2 T1 p2 = p1 Tt T pt = p γ −1 γ Ne consegue che γ −1 γ 4.6.1. Temperatura e pressione totale in funzione del Numero di Mach La temperatura totale (Tt) e la pressione totale (pt) possono essere espressi in funzione del Numero di Mach. Tt (γ − 1) M 2 = 1+ T 2 γ pt (γ − 1) 2 γ −1 = 1+ M p 2 Dimostrazione Al paragrafo 4.5 si è introdotto il Numero di Mach, rapporto tra la velocità del fluido e la velocità del suono Pagina 27 di 37 M = v ⇒ v = Ma a Dove: - v è la velocità del fluido; - a è la velocità del suono. La velocità del suono varia in funzione del fluido e delle condizioni del fluido e per un gas perfetto la velocità del suono è pari a: a = γRT Dove R è la costante universale dei gas. Ponendo a sistema si ha v = Ma ⇒ v = M γRT ⇒ a = γRT ⇒ v 2 = M 2 γRT Dalla definizione di temperature totale si ha Tt = T + v2 2c p Ponendo il tutto a sistema v2 T = T + M 2 γRT t 2c ⇒ p ⇒ Tt = T + 2c p 2 2 v = M γRT M 2 γRT cp T = T + M 2 RT M2 RT t 2 c T = T + cv t p 2c v ⇒ ⇒ ⇒ Tt = T + ⇒ 2c p γ = c p R = c − c p v cv (c p − cv ) 2 Tt = T + M T 2c v (γ − 1) ⇒ ⇒ ⇒ Tt = T + M 2T 2 γ = c p cv Pagina 28 di 37 (γ − 1) 2 ⇒ Tt = T 1 + M ⇒ 2 ⇒ Tt (γ − 1) M 2 = 1+ T 2 Q.E.D. A partire dall’equazione appena dimostrata si ricava anche la pressione totale in funzione del Numero di Mach. (γ − 1) 2 Tt γ −1 T = 1+ 2 M pt γ (γ − 1) M 2 ⇒ γ −1 ⇒ = 1 + 2 p Tt p t γ = T p γ p (γ − 1) 2 γ −1 ⇒ t = 1 + M p 2 Q.E.D. 4.6.2. Temperatura e pressione totale per un fluido incomprimibile Per un fluido incomprimibile si ha M0 Quindi la temperatura totale (Tt) e la temperatura statica (T) coincidono. (γ − 1) M 2 Tt = 1+ ⇒ Tt ≡ T 2 T M → 0 Si è visto come per un fluido incomprimibile valga la seguente equazione di conservazione dell’energia le − lirr = ( p − p1 ) 1 2 v2 − v12 + g (z 2 − z1 ) + 2 2 ρ ( ) Nel caso di arresto (v2 = 0) senza attriti, cioè reversibile, e adiabatico e quindi isoentropico (lirr = 0) in un condotto senza parti mobili (le = 0) si ha ( p − p1 ) = 0 1 − v12 + g ( z 2 − z1 ) + 2 ρ 2 Pagina 29 di 37 Se poi consideriamo in condotto piano o comunque il salto geodetico trascurabile (z2 = z1) avremo che tra le condizioni iniziali (p,T,v) e quelle successive all’arresto (pt,Tt,vt) varrà la relazione: ( p − p) 1 − v2 + t =0 2 ρ Quindi pt = p + 1 2 ρv 2 Pagina 30 di 37 4.7. Appendice 4.7.1. Variazione di entropia per un gas perfetto Dal Primo Principio della Termodinamica per un sistema chiuso du = δq - δl dove δq = Tds δl = pdv sostituendo si ha du = δq − δl du p ⇒ du = Tds − pdv ⇒ = ds − dv δq = Tds T T δl = pdv Si rammenta che per un gas perfetto: - l’energia interna è funzione solo della temperatura; - il calore specifico è costante (cx = cost); - vale la legge dei gas perfetti. du = cvdT pv = RT ⇒ p R = T v con - R = costante del gas = R*/PM, R* = costante universale dei gas perfetti = 8.314 J/(kmolK) PM = massa molare Ponendo il tutto a sistema p du T = ds − T dv dT R ⇒ cv = ds − dv ⇒ du = c v dT T v p R = T v ⇒ ds = cv dT dv +R T v Posto che per un gas perfetto cv è costante, integrando si ottiene: Pagina 31 di 37 T v ∆s = cv ln 2 + R ln 2 T1 v1 Quindi s = f(T;v) Analogamente si può ricavare l’entropia in funzione di T e p. δq = dh – vdp con δq = Tds sostituendo si ha Tds = dh − vdp ⇒ ds = dh v − dp T T Per un gas perfetto si ha che dh = cpdT pv = RT ⇒ v R = T p con - R = costante del gas = R*/PM, R* = costante universale dei gas perfetti = 8.314 J/(kmolK) PM = massa molare Ponendo il tutto a sistema dh v − dp ds = T T dT dp ⇒ ds = c p −R dh = c p dT T p v R = T p Posto che per un gas perfetto cp è costante, integrando si ottiene: T p ∆s = c p ln 2 − R ln 2 T1 p1 Quindi s = f(T;p) Pagina 32 di 37 4.7.2. Trasformazione adiabatica per un gas perfetto Per un gas perfetto oggetto di una trasformazione adiabatica (δq = 0) si ha pvγ = cost p1v1γ = p2v2γ e vale anche la relazione T2 T1 p2 = p1 γ −1 γ T T2 2 T1 1 s s2 ≡ s1 Figura 15: trasformazione adiabatica e quasi statica (irreversibile). Dimostrazione Si è visto come per un gas perfetto valga la relazione T v ∆s = cv ln 2 + R ln 2 T1 v1 Nel caso di trasformazione adiabatica si avrà ∆q = 0 ∆s = 0 Quindi T 0 = cv ln 2 T1 v T v + R ln 2 ⇒ cv ln 2 = − R ln 2 v1 T1 v1 T ⇒ ln 2 T1 R v = − ln 2 cv v1 Per la relazione di Mayer si ha R = cp - cv Pagina 33 di 37 ⇒ sostituendo T ln 2 T1 c − cv = − p cv v2 ln v1 T ⇒ ln 2 T1 v c = − p − 1 ln 2 cv v1 Ponendo a sistema con la definizione di γ: T2 cp v2 ln = − − 1 ln T1 cv v1 cp γ = c v T ⇒ 2 T1 v2 = v1 − (γ −1) T v ⇒ ln 2 = −(γ − 1) ln 2 T1 v1 T ⇒ ln 2 T1 v = ln 2 v1 p2 v 2 T v (γ −1) 2 1 = R v1 ⇒ T1 v 2 ⇒ = v p v 1 1 2 pv = RT R v v p ⇒ 2 = 1 1 p1 v 2 v 2 v p ⇒ 2 = 1 p1 v 2 (γ −1) γ ⇒ ⇒ p1 v1γ = p 2 v γ2 Quindi pvγ = cost Q.E.D. Pagina 34 di 37 ⇒ (γ −1) ⇒ − (γ −1) ⇒ Dimostriamo ora che T2 T1 p2 = p1 γ −1 γ Nei passaggi della dimostrazione precedente si è visto che T2 v 2 = T1 v1 − (γ −1) Da cui si ha T2 T1 v1 = v2 (γ −1) v = 1 v2 γ v1 v2 −1 Ponendo a sistema con 1 γ v p γ v v p p1 v1γ = p 2 v γ2 ⇒ 1 = 2 ⇒ 1 = 2 ⇒ 1 v 2 p1 p1 v2 v2 −1 p = 2 p1 si ha γ −1 T2 = v1 v1 T1 v 2 v 2 1 1 γ − 1− v1 T2 p 2 p 2 γ p 2 γ p2 = ⇒ ⇒ = = v p T p 2 1 1 1 p1 p1 1 −1 − γ v1 p2 = p1 v 2 T ⇒ 2 T1 p2 = p1 γ −1 γ Q.E.D. Pagina 35 di 37 − 1 γ 4.7.2.1. Lavoro specifico massico per una trasformazione adiabatica di un gas perfetto Per un sistema chiuso δl = pdv ma pv γ = cost ⇒ p = cost vγ Ponendo a sistema si ha 2 δl = pdv 2 1 (−γ +1) dv dv v cos t ⇒ δl = cost γ ⇒ l12 = cost ∫ γ ⇒ l12 = cost ⇒ v - γ + 1 1 1 v p = v γ ⇒ l12 = [ ] cost −γ 2 v v1 - γ +1 A sua volta pv γ = cost ⇒ p p = cost ⇒ v −γ = −γ cost v Ponendo a sistema si ha [ ] cost −γ 2 2 l12 = - γ + 1 v v 1 cost p 1 [ pv]12 ⇒ ⇒ l12 = v ⇒ l12 = γ + 1 cost 1 γ 1 v −γ = p cost ⇒ l12 = 1 [ p 2 v 2 − p1 v1 ] 1-γ Raccogliendo p1v1 si ottiene l12 = p v p v 1 1 p1 v1 2 2 − 1 = p1 v1 1 − 2 2 1- γ p1 v1 p1 v1 γ −1 Ma per una trasformazione adiabatica si ha Pagina 36 di 37 γ v v p p1 v1 = p 2 v 2 ⇒ 2 = 1 = 2 p1 v 2 v1 γ −γ γ Ponendo a sistema con la precedente p v 1 p1 v1 1 − 2 2 l12 = v p1 v1 γ −1 1 2 ⇒ l = p v 12 1 1 1 − −γ γ −1 v1 p2 v 2 = p 1 v1 −γ v2 v1 v 1 = p1 v1 1 − 2 v1 γ − 1 1−γ ⇒ v γ −1 1 l12 = p1 v1 1 − 1 γ −1 v 2 γ −1 γ −1 γ p 1 (γ −1) 2 v l = p v 1 − T2 RT1 p 2 γ 12 1 1 1 ⇒ = ⇒ γ −1 p1 ⇒ l12 = γ − 1 1 − p T1 v 2 1 γ −1 pv = RT T2 p 2 γ = T1 p1 Si definisce rapporto di espansione (β) β = (p2/p1) sostituendo si ha γ −1 1 l12 = RT1 1 − β γ γ −1 Pagina 37 di 37