SPERIMENTA ANCHE TU 2009 Prototipo di pompa di calore Liceo Scientifico “Leonardo da Vinci” di Treviso Classe 3^F Studenti: Francesco Durighetto, Elena Sarpa, Marco Zanolin, Matteo Zucchella Docente: Luisa Bari Assistenza tecnica e teorica: Ingegner Alberto Aloisi e Andrea Giomo RELAZIONE Motivazioni L’idea di costruire questo esperimento è nata all’inizio di questo anno scolastico, mentre in classe stavamo progettando ciò che avremmo esposto e spiegato nella Decima Edizione della Mostra di Fisica, Matematica e Scienze “Esperimenti per pensare” basata su esperimenti realizzati e spiegati da noi studenti che si terrà presso il nostro Liceo nel mese di Ottobre 2009. Il tema di questa decima Edizione è ‘Ambiente e energia’. In seguito è emersa la disponibilità della Ditta De Longhi ad ospitare il gruppo di studenti accompagnati dall’insegnante presso il loro laboratorio per la realizzazione e la prova di un prototipo di pompa di calore, e si è pensato di partecipare anche al concorso “Sperimenta anche tu” dell’anno 2009. Abbiamo effettuato questo esperimento ponendoci come obiettivo la realizzazione di un sistema che permettesse di riscaldare e di raffreddare un ambiente tramite scambio di calore e, tutto questo, con consumi ed emissioni inquinanti il più possibile limitate e con la massima resa data dal rapporto tra calore scambiato ed energia consumata. Il prototipo è stato realizzato durante 4 incontri tra il 5 dicembre 2008 e il 18 febbraio 2009 presso la ditta De Longhi, seguiti da altri incontri e misure anche presso il Liceo per rivedere e approfondire sia la parte teorica che quella di elaborazione dati, proposte negli incontri precedenti. Avendo solo conoscenze di termologia e calorimetria e non avendo ancora studiato la Termodinamica e il ciclo di Carnot abbiamo cercato di affrontare e capire la problematica attraverso l’analisi e realizzazione pratica di un ciclo frigorifero. Questo ci ha permesso di capirne il funzionamento e di verificare, in maniera pratica, quello che avremmo studiato in seguito. Inizialmente abbiamo fatto fatica a comprenderne il funzionamento, dal momento che ci sembrava impossibile scaldare o raffreddare un ambiente solo grazie allo spostamento del calore dell’aria, reso possibile dalla variazione di pressione e di stato del gas contenuto all’interno della pompa di calore, e di poter raggiungere in questo modo temperature molto superiori o inferiori a quella dell’aria stessa. Grazie a questo esperimento possiamo affermare con certezza:”è possibile!! Nella sua costruzione siamo stati assistiti dagli ingegneri dell’azienda De Longhi (sede di Treviso) Alberto Aloisi e Andrea Giomo e dal direttore tecnico Sergio Zanolin, che ci hanno permesso anche di utilizzare alcuni macchinari dell’azienda, tra cui la camera calorimetrica per testare il funzionamento dell’apparecchio. A loro va un sentito ringraziamento. Abbiamo trovato il percorso che ci ha permesso di comprendere e costruire l’esperimento estremamente interessante e, anche se impegnativo, è stato piacevole e costruttivo. 1 Parte teorica CICLO FRIGORIFERO UNITA’ DI MISURA UTILIZZATE Temperatura: °C Pressione: Pa =1 N/m2 ; 1 Atm = 101'325 Pa; 1 bar = 100'000 Pa Energia: J = N*m Entalpia (energia che il sistema può scambiare con l’ambiente): J PASSAGGIO DI STATO Nel prototipo viene utilizzato il gas propano come sostanza frigorigena. Per comprendere il funzionamento del ciclo frigorifero è necessario capire i passaggi di stato che il propano effettua all’interno del prototipo poiché il suo funzionamento si basa sulla quantità di calore ceduto e di calore assorbito che libera o richiede il gas per diventare liquido o evaporare. A lato è indicato il grafico della temperatura in funzione del tempo per una sostanza pura che passa dallo stato liquido a quello di vapore. In ordinata è indicata la temperatura e in ascissa il tempo. Il primo tratto obliquo rappresenta la sostanza allo stato liquido e la seconda allo stato vapore. Il tratto orizzontale indica il processo di vaporizzazione il cui coesistono liquido e vapore e la temperatura non cambia finchè tutto il liquido si è trasformato in vapore. La temperatura di ebollizione dipende dalla pressione e aumenta con questa. Qui sotto sono riportate per esempio le temperature di ebollizione dell’acqua al variare della pressione in tabella e in grafico. Acqua Pressione (bar) 0,5 1 2 3 5 Temp. di ebollizione (°C) 80 100 120 134 152 2 ACQUA - Andamento della pressione assoluta per le temperature di ebollizione nel campo fra 0 e 110 °C. IL PROPANO Il propano è un idrocarburo. Si ottiene per distillazione frazionata dal petrolio e dal gas naturale. Gli idrocarburi sono composti organici, che contengono soltanto atomi di carbonio e di idrogeno. Gli atomi di carbonio (C) sono legati tra loro a formare lo scheletro della molecola, mentre gli idrogeni (H) sporgono da questo scheletro. Ad oggi sono stati classificati oltre 133mila tipi di idrocarburi. A temperatura e pressione ambiente è un gas incolore e inodore, essendo tuttavia facile da liquefare, viene usato come carburante per automobili e come combustibile, sia per usi domestici che industriali, nonché per alimentare fornelli e lampade da campeggio. Usato come combustibile, è più noto come GPL (gas di petrolio liquefatto), il GPL è infatti una miscela di propano impuro di propene, butano e butene, spesso odorizzata con etantiolo per renderne facile il rilevamento in caso di fuga o di perdita. Come carburante per autotrazione, è miscelato con butano ed altri idrocarburi (il cosiddetto "mix auto") e non viene odorizzato, per non sporcare il polmone dell'impianto GPL dell'automobile. Trova impiego anche come propellente per spray e, identificato con la sigla R290, come fluido refrigerante, anche se il suo principale utilizzo industriale è la produzione di prodotti chimici di base. 3 PROPANO Proprietà fisico - chimiche (riferite al prodotto puro) Punto di ebollizione a 1.013 mbar - 42.1 °C Formula chimica C3H8 - inf. 2.37 sup. 9.5 % gas in miscela Flash Point - 83 °C Calore di vaporizzazione a pressione costante e al relativo punto di ebollizione 102 51.5 Kcal/kg Kcal/l mc. di gas sviluppati da un Kg di liquido 0.538 mc Peso molecolare 44.09 g/mol Peso specifico fase liquido a 20°C 0.54 kg/l Peso specifico fase gas a 20°C 1.81 kg/mc Temperatura di auto ignizione 510 °C Densità fase gas a 20°C (aria = 1) 1.52 - Tensione di vapore a 20°C 7.3 bar (rel) Tensione di vapore a 50°C 15.8 bar (rel) 0.039 Vol / Vol Limiti di infiammabilità in aria a 20° C e 1.013 mbar Solubilità in acqua IL CICLO FRIGORIFERO ll prototipo da noi studiato realizza un CICLO A COMPRESSIONE DI VAPORE che è il ciclo frigorifero più comune. Le macchine frigorifere possono essere utilizzate principalmente per due scopi differenti: Togliere calore al serbatoio a temperatura inferiore (ad esempio il frigorifero o il condizionatore) Fornire calore al serbatoio a temperatura superiore (ad esempio la pompa di calore) T1>T2 T1 Q1 L Q2 T2 Fig.1 Principio generale di funzionamento di una macchina frigorifera reale In un macchina frigorifera reale, il calore Q2 viene prelevato dal serbatoio a temperatura inferiore utilizzando lavoro esterno. Al serbatoio a temperatura superiore viene ceduta un’energia equivalente al calore assorbito Q2 e al lavoro svolto sul sistema L. Q1 Q 2 L 4 Non esiste una sostanziale differenza tra la macchina frigorifera e la pompa di calore, entrambe possono essere schematizzate con il medesimo grafico (Fig.1), la distinzione si prospetta solo nell’utilizzo pratico; mentre il risultato utile prodotto dalla macchina frigorifera corrisponde alla sottrazione di una quantità di calore pari a Q2 a scapito del serbatoio freddo T2, per la pompa di calore si ha come risultato utile l’acquisizione di una quantità di calore Q1 da parte del serbatoio caldo T1. Q1 Q2 L Aere Fig.2 Principio generale di funzionamento di un frigorifero domestico Il calore Q2 viene estratto dalla cella frigorifera tramite l’apporto di un lavoro L. L’energia così accumulata pari a Q1= Q 2 L viene emessa nell’ambiente esterno. Fig.2 Più semplicemente il concetto si può riassumere esemplificando i due casi: La funzione del frigorifero domestico (macchina frigorifera) si esplica nella sottrazione di calore dagli alimenti in esso introdotti (effetto utile), tale calore viene poi fornito all’ambiente esterno e così dissipato (effetto secondario) (Fig.2). L’ambiente dove ottengo il risultato utile corrisponde in (Fig.1) al serbatoio T2 ossia l’interno del frigorifero. Situazione contraria si ottiene durante il riscaldamento domestico da parte di una pompa di calore , in questo caso il serbatoio freddo T2 è l’ambiente esterno a cui viene sottratto calore (effetto secondario) il quale viene successivamente ceduto all’interno dell’abitazione. (effetto tile). In molte grandi strutture architettoniche, grattaceli, università ecc.. l’impianto di termoregolazione è affidato a macchinari dal funzionamento sopra descritto, La scelta di adottare questo tipo di macchinari a discapito dei più noti impianti di riscaldamento a combustibile fossile è dettata da un notevole risparmio economico. Il costo dell’impianto è elevato ma per grandi strutture è facilmente ammortizzabile in brevi tempi. Mentre in tempi passati era consono installare due impianti differenti, uno per la refrigerazione ed un secondo per il riscaldamento, grazie all’avanzamento tecnologico e grazie alla peculiarità di queste macchine di poter sia estrarre che cedere calore, i due impianti vennero sostituiti da una sola macchina termica. Tramite un commutatore si è reso possibile dirigere la direzione del processo termodinamico scambiando vicendevolmente il serbatoio di utilizzo: nei mesi afosi la macchina produce refrigerio estraendo calore dall’ambiente interno e cedendolo all’ambiente esterno, mentre nei mesi freddi, inversamente, il calore viene prelevato dall’esterno e poi ceduto all’ambiente interno. 5 COMPONENTI In un ciclo frigorifero sono presenti quattro componenti fondamentali: COMPRESSORE: raccoglie il vapore proveniente dall’evaporatore e lo comprime facendolo aumentare di pressione. CONDENSATORE: attua il passaggio di stato del propano da vapore a liquido e libera calore all’esterno ORGANO DI LAMINAZIONE :consiste in un tubicino di piccole dimensione che fa diminuire la pressione del liquido ( diametro interno dell’ordine del millimetro e lunghezza di circa 1 metro; il piccolo diametro interno crea un aumento degli attriti e quindi un calo di pressione) EVAPORATORE: strutturalmente simile al condensatore ma funzionalmente opposto poiché trasforma il liquido in vapore assorbendo calore dall’ambiente esterno Ambiente che si riscalda Qc Condensatore 2 1 Valvola di laminazione Compressore 4 3 Evaporatore Qev Ambiente che si raffredda Fig.3 6 PERCORSO DEL GAS: il gas(a Pressione P4) entra nel compressore e ne esce a pressione P1 il gas passa attraverso il condensatore cedendo calore all’eserno(Qc) mentre il vapore condensa; passando per il condensatore il gas diventa liquido successivamente il liquido(a pressione P2)entra nell’organo di laminazione e ne esce a pressione P3 inferiore il liquido poi attraversa l’evaporatore prendendo calore dall’esterno(Qe) e ridiventa vapore I ventilatori non sono indispensabili ma aumentano gli scambi di calore con l’ambiente sintesi schematica delle pressioni rilevabili all’interno del ciclo (trascurando le perdite di carico all’interno degli scambiatori) P1=P2; P3=P4 P4<P1 P2>P3 Dividendo a metà il ciclo di fig. 3 abbiamo sopra (1-2) alta pressione e sotto (3–4) bassa pressione; tagliandolo a metà verticalmente abbiamo a destra (4-1) vapore e a sinistra (2-3) liquido Qc=Qe+Le (Le= lavoro elettrico) Analizziamo ora le diverse fasi della trasformazione osservando contemporaneamente le Fig.3 e Fig.4. 4 1 : La miscela, che si trova allo stato di vapore secco (4), passando attraverso un compressore, viene portata ad una pressione più elevata tramite una trasformazione adiabatica reversibile. L’aumento di pressione implica un forte aumento della temperatura del fluido, il quale arrivato al punto (1) si trova nel campo dei vapori surriscaldati. 1 2 : Passando attraverso la serpentina del condensatore, il fluido refrigerante cede all’ambiente A una quantità di calore Qc e comincia a raffreddarsi, fino a quando non entra nella regione del grafico sottostante alla curva limite (quella tracciata in viola), nella quale la trasformazione prosegue a temperatura costante, in quanto si verifica la condensazione del vapore ed è in atto un cambiamento di fase. Uscendo dalla curva il liquido si raffredda ulteriormente. 2 3 : Questa fase può avvenire in due modi, attraverso una turbina o tramite una valvola di laminazione. Nel caso della turbina si otterrebbe una trasformazione adiabatica reversibile, vantaggiosa per il rendimento della macchina, mentre con la valvola si attua un processo irreversibile, motivo per il quale nel passaggio da (2) a (3) non si sa con precisione cosa avvenga nella regione del grafico. La trasformazione in questo secondo caso abbassa il rendimento della macchina. 3 4 : Dentro all’evaporatore, il fluido refrigerante attua la seconda transizione di fase (opposta a (1-2)), la miscela passa dallo stato liquido a vapore saturo a temperatura costante assorbendo calore Qev e ritorna quindi nello stato di partenza, chiudendo il ciclo. Il calore assorbito è sottratto all’ambiente B che così si raffredda. DIAGRAMMA PRESSIONE-ENTALPIA SPECIFICA DEL PROPANO La campana disegnata in viola sul diagramma segna i punti dove il propano inizia a cambiare di stato; a sinistra della campana lo troviamo in forma liquida, all’interno è sotto forma di soluzione mista di liquido e vapore mentre alla destra il gas diventa vapore. 7 Inoltre nel grafico sono segnati i quattro punti fondamentali del ciclo con i rispettivi valori di pressione ed entalpia. Sono anche visibili i valori di calore ceduto, calore assorbito e lavoro elettrico. Tale diagramma è il più apprezzato nell’utilizzo pratico in quanto le trasformazioni termodinamiche sono descritte tramite leggi di funzionalità diretta di primo grado. Ciò semplifica i calcoli e assicura con maggiore precisione la correttezza dei dati estratti da tale grafico. Fig.4 1->2 condensazione(P cost) (raffreddamento) 2->3 h cost (diminuzione P) 3->4evaporazione (Pcost) (riscaldamento) 4->1 h cost (aumento P) Misurando T1 , T2 , T3 , T4 , e ricavando P1 e P3 da misure o dalla tabella di conversione si può rappresentare il ciclo nel grafico Pressione-Entalpia specifica del propano (Fig.5) e da questo determinare i calori scambiati, il lavoro speso per unità di massa e calcolare il rendimento del ciclo. Qc= h1-h2 Qe= h4-h3 Le= h1-h4 F EER h4 h3 h1 h4 8 Fig. 5 Rendimento Il rendimento di una macchina frigorifera viene chiamato Effetto utile frigorifero (o EER, rapporto di efficienza energetica) ed è definito dal rapporto del calore estratto con il lavoro speso per compiere l’operazione. F QEV L Questo rapporto, a differenza dei normali rendimenti delle macchine termiche, può essere maggiore di 1 ed in genere può arrivare fino a 5 o a 6 . In alternativa all’effetto utile frigorifero, può essere usato il COP (Coefficient of Performance) che è relativo alla macchina utilizzata come pompa di calore nei mesi freddi. COP ma : QC QEV L quindi COP QC L Q EV L F 1 = EER+1. L Osservando i diagrammi della trasformazione, si può notare che in ogni passaggio qualche proprietà termodinamica rimane costante. Ad esempio: 41 : dQ 0 Quindi, ricordando la definizione dell’entalpia: Posso scrivere h Q L h L 9 L h1 h4 34: Come prima: Ma L0 h Q Q QEV Q EV h4 h3 Alla luce di questi risultati posso esprimere l’Effetto utile frigorifero in funzione dei valori delle entalpie che possono essere ricavati dalle tabelle termodinamiche relative alla particolare miscela. F EER h4 h3 h1 h4 Analogamente, questi passaggi possono essere svolti anche per trovare il COP in funzione delle entalpie. COP h1 h2 h1 h4 Miscele refrigeranti Il buon funzionamento della macchine frigorifere è essenzialmente basato sul fluido termodinamico che scorre attraverso le tubature del macchinario. Ogni fluido è caratterizzato da proprietà termodinamiche differenti; quindi fluidi diversi garantiscono a macchinari identici rendimenti diversi. Risulta evidente, a questo punto, l’importanza della scelta della miscela refrigerante che garantisca al mio apparato frigorifero il rendimento più elevato possibile. Storicamente il fluido maggiormente adottato per tali utilizzi è stato l’ammoniaca, di formula: NH3. Le caratteristiche termodinamiche di questo fluido assieme al suo basso costo di produzione ne hanno fatto per anni la miscela prescelta per impianti frigoriferi. Oltre a tanti pregi, l’ammoniaca, ha svelato anche qualche controindicazione nel corso degli anni: Non è difficilmente infiammabile ed è nociva all’uomo se inalata in quantità considerevole. Malgrado il primo svantaggio indicato non sia da sottovalutare a causa del secondo svantaggio la società ha deciso di tutelarsi ampliando la ricerca chimica verso nuovi preparati sintetici rigorosamente inerti nei confronti dell’uomo. I migliori ritrovati in tal direzione, malgrado i loro effetti “collaterali” sull’ambiente, sono le molecole appartenenti alla famiglia dei Clorofluorocarburi(CFC) (R11 – R12 – R……) e degli IdroCloroFluorocarburi (R22 – R404 …..). SCHEMA SULL’EVOLUZIONE DELLE MISCELE REFRIGERANTI CFC (R12) Cloro-Fluoro-Carburi (Cloro – Fluoro – Carbonio) ODP = 1 (potere distruttivo dell’ozono) All’inizio del ‘900 in America c’è stata la prima sintesi dei tre gas. Negli anni ’70-’80 si è scoperto che sono ozonolesivi. 10 HCFC (R22) Idro-cloro-fluoro-carburi (Idrogeno – Cloro – Fluoro – Carbonio) ODP = 0,05 Molto usati in America e nei paesi in via di sviluppo. HFC (R410A, R134A) Idro-fluoro-carburi (Idrogeno- Fluoro- Carbonio) ODP =0 Utilizzati in Europa Presentano il problema che contribuiscono all’aumento dell’effetto serra. GWP (indicatore effetto sera) : L’anidride carbonica CO2 ha GWP = 1 e gli HFC hanno GWP intorno a 1500! HC (R290 = propano) Idro-carburi ( Idrogeno – Carbonio) Tra cui il Propano ODP = 0 e GWP = 3 I frigoriferi degli ultimi anni usano gas naturali che hanno un GWP tra 5 e 8; per esempio i frigoriferi attuali usano l’isobutano R600a. Gli idrocarburi Anche gli idrocarburi (isobutano e miscele di propano e isobutano) vengono utilizzati con successo come fluidi frigoriferi nei refrigeratori e nei congelatori. Il propano ha, inoltre, la caratteristica di poter sostituire in maniera soddisfacente l’R22. Utilizzando uno scambiatore di calore interno esso permette di ottenere un’efficienza maggiore dell’R22 a parita' di capacita' frigorifera. Mettendo a confronto R22 e R290, risulta che l’impianto che utilizza il propano: non richiede praticamente modifiche rispetto alla tecnologia attuale presenta temperature di scarico del gas molto inferiori permette di ottenere un’efficienza migliore dell’impianto a R22 richiede una riduzione della carica di refrigerante dell’impianto di circa il 50% L’unico problema dell’R290 e' l’infiammabilita': i regolamenti spesso proibiscono l’utilizzo di questo accettabile fluido dal punto di vista ambientale. Oggi in alcuni paesi europei l’uso di refrigeranti infiammabili e' proibito in locali sotterranei ed in edifici residenziali e commerciali. Tali disposizioni risalgono a circa 30 anni fa, e dovrebbero essere modificate in virtu' della presa d’atto della completa ermeticita' di tali impianti e delle ridotte cariche cui vanno soggetti. Alcune parti sono tratte da : pcfarina.eng.unipr.it/dispense01/ferrari131660/ferrari131660.doc -Corso di Fisica Tecnica – A.S. 2001/2002 - Elenco delle Dispense Informatizzate CdL Ing. Elettronica, Informatica, Telecomunicazioni http://it.wikipedia.org http://www.centrogalileo.it/nuovaPA/Articoli%20tecnici/refrigeranti%20HFC.htm Incontri e processi costruttivi 11 Per realizzare questo esperimento abbiamo dovuto organizzare più incontri con i tecnici della ditta De Longhi e per la precisione sono stati cinque. Tutti quanti hanno avuto una durata di due ore e mezzo; Nel primo incontro ci hanno fatto accomodare in uno studio e abbiamo conosciuto l'ing. Aloisi, l'ing. Zanolin e i due tecnici che ci hanno seguito nella realizzazione pratica di tutto l’esperimento. Dopo la prima mezz’ora di discussione sul piano organizzativo, abbiamo cominciato a parlare del perché dell’esperimento, dei materiali utilizzati e infine siamo arrivati nel cuore del primo incontro, ossia tutta la parte teorica. Abbiamo visto come leggere i grafici specifici del propano, l’ing. Aloisi ci ha poi introdotto alcuni termini specifici e unità di misura a noi sconosciute e infine abbiamo disegnato e compreso tutto il ciclo che il gas deve fare per far funzionare il macchinario. Nel secondo incontro abbiamo prima di tutto calcolato la quantità di propano da immettere nel macchinario, consultando alcuni grafici. Tenendo presente che l’efficienza della macchina varia a seconda delle condizioni ambientali in cui lavora abbiamo fatto una stima sulla quantità di gas da introdurre. In secondo luogo abbiamo assistito alla tecnica di saldatura di tutte le componenti (infatti la macchina non era ancora stata assemblata). Come già descritto è stata utilizzata la tecnica della brasatura. Questa infatti non collega i pezzi tra loro per fusione, ma utilizzando una barra di metallo ausiliario, collega i pezzi tra loro per capillarità. Con una fiamma ossiacetilenica è stata infatti sciolta una lega di stagno-argento rivestita da una particolare sostanza disossidante che permette una saldobrasatura efficace in grado di prevenire perdite di gas anche ad alte pressioni interne. Dopo aver saldato tutte le componenti abbiamo creato il vuoto all’interno dei tubi grazie ad una pompa apposita, collegata a delle valvole inserite nei tubi, delle quali ci serviremo anche 12 successivamente per inserire il propano. Conclusa questa operazione abbiamo posato la bombola di propano sopra ad una bilancia elettronica tarata a 0 e abbiamo collegato il tubo dalla bombola alla valvola dei tubi dell’apparecchio. Successivamente abbiamo aperto la valvola fino alla fine del trasferimento della quantità di gas desiderata, controllata tramite il peso misurato dalla bilancia. Nel terzo incontro il lavoro è stato meno manuale, infatti abbiamo inserito la macchina completa dentro ad una camera calorimetrica e l’abbiamo collegata a alcuni tipi di strumentazione per monitorare tutto quello che avveniva all’interno e all’esterno dell’apparecchio. Mentre aspettavamo che, dopo essere stato acceso, il sistema raggiungesse una certa stabilità (venti minuti circa), abbiamo ripassato un po’ la teoria del ciclo di Carnot. Durante l’ora e mezza rimanente abbiamo preso tutti i dati forniti dal computer collegato alla camera e abbiamo stilato la Tabella dei dati, con tutte le varie prove fatte cambiando alcuni parametri . 13 Nel quarto incontro sono stati eseguite altre misure, cambiando ulteriormente i parametri ed i risultati sono stati a loro volta inseriti nella Tabella dati. Il quinto incontro si è svolto presso la sede del liceo L. Da Vinci (TV) e ci è stata consegnata la macchina completa. È stata aggiunta dai tecnici della De Longhi un rivestimento in alluminio e plexiglass in modo da rientrare nelle norme di sicurezza e da permettere la visione del suo interno. Sono stati aggiunti dei numeri sulle principali parti del ciclo in modo da poter verificare, grazie al nuovo misuratore elettronico installato a fronte del macchinario, tutte le temperature e capirne meglio il funzionamento. Nell’ultimo incontro abbiamo effettuato altre serie di misure per testare il prototipo. 14 PROCEDIMENTO DI MISURA MATERIALE La raccolta dati è stata svolta per la prima parte in una camera calorimetrica compensata con i seguenti strumenti di misura: Temperatura : Acquisitore dati marca YOKOGAWA modello MX100 Sonde temperatura marca TERSID modello P-26-TT range -40°C a +350 °C precisione 0,5°C Pressione : Acquisitore dati marca YOKOGAWA modello MX100 Trasmettitori di pressione di precisione marca GEFRAN modello TPSA: range 0-50 bar precisione 0,1% fondo scala range 0-100 bar precisione 0,1% fondo scala Tensione, corrente, potenza : Wattemetro marca ELETTROTEST modello VIW INT/M-R : Tensione - range 0 – 600Volt precisione ±0,3% fondo scala Corrente - range 0 – 50A f.s. precisione ±0,3% fondo scala Potenza - range 40 – 3000Watt f.s. precisione ±0,5% fondo scala RACCOLTA DEI DATI Nella seguente tabella vengono presentate n° 6 prove con le seguenti varianti: 1. Carica di Propano. 2. Velocità della ventola del condensatore. 3. Velocità della ventola dell’evaporatore. 4. Temperatura e umidità dell’ambiente. 15 TABELLA DATI PROVA INPUT Tamb Uamb Vventola evaporatore Vventola condensatore Carica HC OUTPUT P1=P2 °C % giri/min giri/min g A B C D E F 25,2 24,9 24,9 24,9 35 35 40 41 41 41 40 80 max(230) max(230) max(230) medio(141) max(230) max(230) max(230) max(230) medio(190) max(230) max(230) max(230) 60 70 70 70 65 65 bar,rel 20,15 20,20 20,90 19,40 22,70 22,90 P3=P4 T evaporatore P compressore T condensatore bar,rel °C W °C 4,03 2,00 300 60,00 4,14 2,00 300 60,00 4,23 3,30 305 61,70 3,80 0,50 290 58,25 4,40 4,40 320 65,50 4,75 6,75 327 66,20 T1 °C 82,30 70,70 71,80 66,30 96,80 100,20 T2 °C 39,10 38,40 40,90 37,00 55,40 55,40 T3 °C 0,60 1,35 1,90 -1,00 5,40 6,70 T4 °C 3,80 1,30 1,90 -1,00 23,40 29.00 H1 KJ/Kg 385 360 360 345 418 418 H2 KJ/Kg 10 10 17 2 58 55 H3 KJ/Kg 10 10 17 2 58 55 H4 Qcondensazione Qevaporatore EERr EERt COPr COPt KJ/Kg KJ/Kg KJ/Kg 285 375 275 2,02 2,75 2,75 3,75 285 350 275 2,02 3,67 2,57 4,67 282 343 265 1,91 3,40 2,47 4,40 290 343 288 2,18 5,24 2,60 6,24 327 360 269 1,85 3,00 2,50 4,00 325 363 270 1,82 2,90 2,40 3,90 P1=P2 bar,ass 21,15 21,20 21,90 20,40 23,70 23,90 P3=P4 bar,ass 5,03 5,14 5,23 4,80 5,40 5,75 P1=P2 Mpa 2,115 2,12 2,19 2,04 2,37 2,39 P3=P4 Potenza condensatore Potenza evaporatore Differenza = potenza compressore Mpa W W 0,503 825,00 605,00 0,514 770,00 605,00 0,523 754,60 583,00 0,48 754,60 633,60 0,54 792,00 591,80 0,58 798,60 594,00 W 220,00 165,00 171,60 121,00 200,20 204,60 ELABORAZIONE DEI DATI Abbiamo annotato la pressione dei punti 1,2,3,4 (P)(bar rel); temperatura del condensatore e dell’evaporatore (T)(°C);la potenza del compressore (P)(W);le temperature dei punti 1,2,3,4 . Dalle Temperature siamo poi risaliti alla misura dell’entalpia specifica (H)(kJ/kg). Dalle misure dell’entalpia specifica possiamo risalire alla quantità di calore ceduto(Qc) e calore assorbito (Qe)(kJ/kg). Da questi dati otteniamo due valori EER, Energy Efficiency Ratio,parametro che indica l’efficienza elettrica di un climatizzatore mentre funziona in raffreddamento,uno teorico espresso da EERt e uno sperimentale EERr. 16 Allo stesso modo otteniamo due valori per il COP, coefficient of perfomance, per il processo in funzione di riscaldamento, uno teorico COPt e uno sperimentale COPr. l'EER teorico è l'efficienza calcolata con i dati riportati sul grafico. Si calcola con la seguente espressione: EERt=(H4-H3)/(H1-H4) L'EER reale è invece calcolato considerando la potenza effettivamente assorbita dal compressore (quella misurata dal Wattmetro). Si calcola con la seguente espressione: EERr=Pevaporatore/Pcompressore=(Qa * Portata)/P compressore L'EER reale è più basso di quello teorico in quanto in quello teorico si considera che la potenza elettrica consumata sia esattamente pari all'aumento di entalpia del refrigerante (H1 - H4). Nella realtà la potenza effettivamente assorbita è sensibilmente maggiore perchè parte della potenza elettrica assorbita viene invece dissipata in calore, rumore e altri processi irreversibili. Per il COP le formule sono analoghe: COPt=(H1 - H2)/(H1 - H4) COPr=Pcondensatore/Pcompressore INTERPRETAZIONE DEI DATI 1-Variazione della carica di propano. Consideriamo le raccolte A e B; le pressioni sono costanti mentre le temperature 3 e 4 tendono ad allinearsi in una situazione di maggior carica di propano, COP e EER teorici si alzano ma quelli pratici tendono a rimanere costanti perché le variazioni di carica sono molto basse. 2- Velocità della ventola del condensatore. Consideriamo le raccolte B e C; le pressioni sono circa costanti, le temperature sono tutte maggiori quelle della raccolta C, H3 e H2 sono maggiori nella raccolta C e COP e EER sia teorico che sperimentale sono minori. Quindi per avere la massima resa è meglio avere uno scambio di calore fra aria e condensatore aumentato da una ventola e tenere lo scambiatore senza corpi che ne possano diminuire la superficie scambianti. 3- Velocità della ventola dell’evaporatore. Consideriamo le raccolte B e D; nel caso D il sistema si comporta come nel caso B con la differenza che le differenze sono maggiori. Quindi a maggior ragione lo scambio fra ambiente e evaporatore deve essere aiutato dalla presenza di una ventola. 4- Umidità dell’ambiente. Consideriamo le raccolte E e F, fatte in condizioni di umidità 40% e 80% ; le pressioni salgono leggermente , la temperatura sale in 1, 3, 4 mentre rimane costante in 2. COP e EER sia teorico che sperimentale rimangono circa costanti. Quindi possiamo dire che questo sistema non è molto influenzato dall’umidità dell’ambiente. Concludendo, possiamo affermare che un sistema di questo tipo caricato con una quantità corretta di propano, con scambiatori molto efficienti e con portate elevate d’aria, ha una resa ideale 17 La seconda serie di misure è stata effettuata presso il Liceo utilizzando i sensori di temperatura montati sul prototipo, senza misuratori di pressione e potenza, nella modalità di utilizzo del prototipo a scuola. COSA FARE Predisporre una tabella per registrare le misure. Accendere il sistema e aspettare 3 minuti che si avvii il compressore (la partenza ritardata serve a proteggere il compressore); Accendere i ventilatori e aspettare che le temperature segnate sul display si stabilizzino.. Annotare i valori delle temperature indicate dalle sonde. Calcolare le temperature del condensatore (Tc) e dell’evaporatore (Tev) come media rispettivamente di T1, T2 e T3, T4: Tc = (T1 + T2)/2 e Tev = (T3 + T4)/2. Ricavare dai valori delle temperature Tc e Tev le rispettive pressioni mediante la tabella di conversione allegata ( si tenga conto che P1 = P2 e P3 = P4). Si convertano le misure da bar a MPa moltiplicando per 0,1. Riportare le misure delle pressioni sul grafico “pressione su entalpia” facendo attenzione alla scala logaritmica e tracciare le rette parallele all’asse x. Segnare le intersezioni fra le rette della pressione e le curve relative alle temperature misurate e indicare i punti con i numeri corrispondenti; si tenga conto che 2 deve essere allineato a 3 parallelamente all’asse y. Quindi ricavare le 4 misure dell'’entalpia graficamente come ascisse dei 4 punti tenendo conto anche che H2 = H3. Calcolare il calore ceduto dal condensatore (Qc = H1-H2), il calore assorbito dall’evaporatore (Qev = H4–H3) e il lavoro elettrico speso Le = Qc – Qev = H1–H4. Ricavare il rapporto di efficienza energetica EER Qev H 4 H 3 , e il coefficiente di Le H1 H 4 prestazione COP Qc EER 1 . Le 18 INPUT Tamb °C 22 Uamb % 54 Vventola evaporatore giri/min max(230) Vventola condensatore giri/min max(230) Carica HC Portata media su 65 g OUTPUT P compressore g 65 kg/s 0,0022 W 290 T1 °C 66,4 T2 °C 36,7 T3 °C 2,3 T4 °C 3,3 T evaporatore °C 2,8 T condensatore °C 51,6 P1=P2 bar,ass 17,8 P3=P4 bar,ass 5,0 P1=P2 MPa 1,78 P3=P4 MPa 0,50 H1 kJ/Kg 362 H2 kJ/Kg -2,0 H3 kJ/Kg -2,0 H4 kJ/Kg 280 Qcondensazione kJ/Kg 364 Qevaporatore kJ/Kg 282 Potenza condensatore W 801 Potenza evaporatore W 620 Differenza = potenza compressore W 180 19 EER t 3,4 COP t 4,4 EER (reale) 2,1 Tabella per ricavare le pressioni del gas propano 20 COSA SI OSSERVA Notiamo che la temperatura dell'’aria all’uscita del condensatore è piuttosto alta mentre all’uscita dell'’evaporatore è più fredda rispetto all’ambiente. Si osserva il funzionamento di un ciclo frigorifero in cui si pùò scaldare o raffreddare un ambiente solo grazie allo spostamento del calore dell’aria, reso possibile dalla variazione di pressione e di stato del gas contenuto all’interno della pompa di calore, e di poter raggiungere in questo modo temperature molto superiori o inferiori a quella dell’aria stessa. Dopo aver annotato le misure sul grafico si nota che viene a formarsi un trapezio rettangolo con base maggiore nella parte superiore e si trova in parte all’interno della campana. La campana rappresenta il passaggio di stato del propano fra liquido e gas. All’interno della campana coesistono liquido e vapore e le linee di temperatura sono orizzontali. COSA ACCADE Il propano, cambiando di stato all’interno del condensatore (1-2) e dell'’evaporatore (3-4), cede calore all’esterno durante la condensazione e ne acquista per l’evaporazione rispettivamente scaldando e raffreddando l’aria esterna. Questi cambiamenti di stato si possono notare dalle diverse posizioni dei punti sul grafico: a sinistra il propano si trova in forma liquida mentre a destra in stato gassoso. La quantità di calore ceduto (Qc) è rappresentata dalla base maggiore del trapezio mentre quella del calore assorbito (Qa) da quella minore. Notiamo che la quantità di calore assorbito è minore di quella del calore ceduto poiché a quest’ultimo si somma il lavoro elettrico. Non esiste una sostanziale differenza tra la macchina frigorifera e la pompa di calore, entrambe possono essere schematizzate con il medesimo grafico. La funzione del frigorifero domestico (macchina frigorifera) si esplica nella sottrazione di calore dagli alimenti in esso introdotti (effetto utile), tale calore viene poi fornito all’ambiente esterno e così dissipato (effetto secondario). L’ambiente dove ottengo il risultato utile corrisponde all’interno del frigorifero. Situazione contraria si ottiene durante il riscaldamento domestico da parte di una pompa di calore , in questo caso il serbatoio freddo T2 è l’ambiente esterno a cui viene sottratto calore (effetto secondario) il quale viene successivamente ceduto all’interno dell’abitazione. (effetto utile). Dalla tabella risulta che la potenza elettrica consumata (potenza compressore = potenza evaporatore – potenza condensatore = 180 W) è sensibilmente minore della potenza elettrica effettivamente assorbita dal compressore (290 W): questo avviene perché parte della potenza elettrica assorbita viene invece dissipata in calore, rumore e altri processi irreversibili. Quindi l’EER calcolato dal grafico è un valore teorico, mentre quello reale è EER(reale) = Pev/Pc = (Qev * portata)/ P compressore. 21