IN PRIMO PIANO di Mauro Albertini LIM AL CONVEGNO “ERICKSON” DI RIMINI Lavagna interattiva multimediale e didattica inclusiva Chi insegna nella scuola da qualche anno ricorderà sicuramente la lavagna luminosa, uno tra i primi strumenti tecnologici per la proiezione di scritte e immagini su grandi superfici. Era l’inizio degli gli anni ottanta quando ho utilizzato la lavagna luminosa per la realizzazione di alcune unità didattiche di geometria e geografia che prevedevano giochi di orientamento svolti in cortile e nelle vie del paese. Si trattava di rappresentazioni su lucido dei percorsi, delle mappe e dei reticoli. Con piacere ricordo ancora l’interesse e la motivazione che aveva risvegliato nei bambini l’utilizzo di quella “lavagna magica” che non lasciava segni sul muro, ma attraverso un proiettore e dei pennarelli colorati permetteva di scrivere, disegnare, evidenziare concetti, raccogliere idee per poi fotocopiare o recuperare il materiale in un secondo momento, magari per riattivare la discussione e completare il percorso. Da allora la tecnologia a sostegno della didattica ha fatto grandi passi in avanti: tutte le scuole sono ormai dotate di moderni laboratori d’informatica, in alcuni casi si parla di aule tecnologiche dove si utilizzano PC portatili, piattaforme d’apprendimento con strumenti di comunicazione sincrona e Lavagne Interattive Multimediali. Anche l’ambiente d’apprendimento si sta rinnovando alla luce delle nuove teorie sulla costruzione sociale della conoscenza, sull’apprendimento cooperativo e sull’utilizzo nella didattica di un linguaggio contemporaneo più vicino alle giovani generazioni attraverso l’uso di immagini, video e podcast, risorse sempre più facilmente reperibili in rete. Nell’ambito del 7° Convegno su “La qualità dell’integrazione scolastica”, la casa editrice Erickson ha voluto dedicare alla nuova lavagna, altrettanto “luminosa” quanto “interattiva”, alcuni momenti di studio e approfondimento a partire dalla presentazione in plenaria dell’esperienza del Regno Unito, alla selezione e premiazione di unità d’apprendimento costruite con la LIM, per concludere con due workshop d’approfondimento sui possibili percorsi d’utilizzo della lavagna, nell’ottica di una didattica efficace ed inclusiva. Nella mattinata di venerdì, Jenny Gage, coordinatrice accademica presso il dipartimento di Matematica dell’Università di Cambridge, ha presentato la sua esperienza come insegnante tutor in corsi di formazione sull’uso della lavagna interattiva nel proprio distretto. Inizialmente ha raccontato in modo essenziale cos’è una lavagna interattiva e ne ha mostrato le principali funzionalità; successivamente si è soffermata sulle potenzialità dello strumento. Con la LIM è possibile costruire percorsi che coinvolgano gli alunni sia in termini di attenzione che di partecipazione attiva e motivazione all’apprendimento. Utilizzando risorse diverse quali testi, immagini, video, suoni, la LIM consente all’insegnante di costruire lezioni che si avvicinano maggiormente ai diversi stili cognitivi degli alunni oltre a potenziare e stimolare le “aree deboli” dei soggetti in apprendimento e consentire ai “più dotati” ulteriori stimoli di approfondimento. Alcuni strumenti della LIM quali la lente d’ingrandimento, i colori e gli sfondi consentono ad esempio a studenti ipovedenti un avvicinamento diverso al materiale di studio; la registrazione delle lezioni con la LIM consente di rivedere il materiale in momenti diversi secondo tempi e ritmi personali. Alla fine del suo intervento, Jenny Gage ha sottolineato il fatto che la tecnologia non deve prevalere e non può sostituirsi all’insegnate che rimane sempre il mediatore privilegiato del processo d’apprendimento. Slogan finale del suo intervento è stato “Keep it simple” – “Fai le cose semplici”, a sottolineare come la lavagna interattiva debba rimanere uno strumento di supporto alla didattica. L’insegnante, partendo dai bisogni del gruppo classe e dagli obiettivi che vuole perseguire, costruisce lezioni interattive utilizzando inizialmente gli strumenti più semplici che la lavagna propone per poi passare in un secondo momento, ad un utilizzo più complesso e sempre più efficace per l’apprendimento e il coinvolgimento nel processo di tutti gli alunni. Nel pomeriggio di venerdì nell’ambito del concorso “Fuori alla lavagna! Esperienze con la LIM” alcuni insegnanti hanno presentato le cinque migliori lezioni realizzate con la LIM, precedentemente selezionate dalla commissione scientifica presieduta dalla prof.ssa Paola Casotto e composta da Luigi Guerra dell’Università di Bologna, da Antonio Calvani e da Giovanni Bonaiuti dell’Università di Firenze. Interessante vedere come tutti i lavori condividessero caratteristiche comuni quali la costruzione collettiva e rielaborazione dei contenuti d’apprendimento attraverso un giusto equilibrio di testi, immagini, video. Inoltre una particolare attenzione è stata data al processo sotteso ad ogni lezione, caratterizzato dall’attivismo richiesto agli alunni, nella logica di un uso inclusivo della lavagna anche secondo le teorie dell’apprendimento cooperativo e della ricostruzione collettiva di significati condivisi. Sabato pomeriggio nei due workshop “Come costruire e (ri)utilizzare materiali per la Lavagna Interattiva Multimediale” gli insegnanti specializzati Beatrice Pontati e Carlo Scatagnini con Francesco Zambotti dell’Università di Bolzano hanno dimostrato come sia possibile realizzare lezioni interattive utilizzando i software tematici di Erickson. La LIM permette infatti di trasformare i materiali multimediali, semplificarli, renderli agevoli e di facile utilizzo anche per bambini con Bisogni Educativi Speciali. La ricostruzione attiva degli oggetti coinvolge la classe in un’ottica inclusiva. Il materiale ricomposto permette di accogliere i contributi per tutti, soprattutto quando il gruppo è particolarmente eterogeneo, adattandosi dunque al livello di classe e di ciclo, per una didattica personalizzata in funzione anche dei diversi stili cognitivi degli alunni. Durante le tre giornate di convegno, nel padiglione centrale è stato possibile sperimentare l’utilizzo di una LIM SMART corredata di tavolette wireless, risponditori e document camera, strumenti che possono contribuire alla realizzazione di nuovi ambienti d’apprendimento innovativi ed inclusivi, sempre che l’insegnante non si soffermi su tecnicismi, bensì presti una particolare attenzione pedagogica al soggetto, alla promozione e allo sviluppo di competenze, attraverso un processo d’apprendimento di costruzione e ricostruzione sociale della conoscenza.