SPETTACOLI E CULTURA Redazione: via Vicenza, 46 - 01100 Viterbo Tel. 0761 343059 / 325830 / 347841 - Fax 0761 329552 - Email: [email protected] Sandro Ferrera L’ultimo capolavoro è il cd “I sette peccati capitali”, dove i vizi si trasformano virtù Doctor Jazz, trombettista rivelazione Uno dei suoi brani più intensi è dedicato a Claudio Cruciani, assassinato in Honduras VITERBO - Sandro Ferrera, quando la musica nasce dal cuore. Pochi artisti riescono a trasformare le emozioni, i sentimenti, le passioni e le suggestioni in suoni. E solo i grandi sanno farlo in maniera così esemplare e intensa da raggiungere l’animo di chi ascolta. Da saper catturare e trasmettere sensazioni pure. La musica di Sandro Ferrera nasce dal cuore. E al cuore arriva. Come solo la vera musica sa fare. Al di là dei generi e delle contaminazioni. Romano di nascita, Sandro Ferrera già da bambino si trasferisce nella Tuscia, prima a Vejano e successivamente a San Martino al Cimino e a Vitorchiano, dove ormai vive stabilmente da qualche anno, dedicandosi esclusivamente alla musica e insegnando Educazione musicale nelle scuole medie statali. Si forma come musicista classico, diplomandosi in Tromba al Conservatorio “Luisa D’Annunzio” di Pescara e inizia un percorso artistico e professionale di tipo accademico. Suona in varie formazioni, dal duo al trio, dal quartetto al quintetto, dalla big band all’orchestra, ma sempre più spesso inizia ad affiancare al classico, altri generi musicali. La sperimentazione e la scoperta continua di nuove sonorità, di nuovi impasti timbrici e di armonizzazioni più inconsuete diventano ben presto le sue passioni. Dagli studi classici e accademici, passa al jazz, frequenta i corsi della Jazz University di Terni e approfondisce lo studio dell’improvvisazione e della com- posizione con maestri del calibro di Paolo Fresu e Bruno Tommaso. Inizia così, per Sandro Ferrera, un percorso come solista e compositore. “Volevo specializzarmi in un genere preciso – spiega Ferrera – ero attratto dal jazz, dove il timbro è un elemento fondamentale, oltre al fraseggio e all’improvvisazione. Nel jazz l’improvvisazione è davvero stimolante, perché ogni volta che fai un assolo su una struttura armonica è come se componessi proprio in quel momento nuove melodie. E’ una creazione continua e un’arte di riuscire a variare continuamente lo stesso tema. In fondo questo è ciò che accadeva anche nel repertorio classico, nella musica colta del Seicento, ad esempio. Una prassi, quella improvvisativa, che è poi scomparsa nel genere classico e che ora è tipica del jazz”. E la creatività è un talento innato in Sandro Ferrera. Una genialità che si esprime al meglio nella composizione jazzistica. Il primo lavoro come compositore è del 2001, anno in cui esce “Ianua temporis”, edito da APbeat edizioni musicali di Roma, un avvincente viaggio attraverso le musiche delle varie civiltà. Il cd ha sonorità straordinarie e ci proietta in un’atmosfera che sembra impalpabile e in continuo evolversi. La tromba solista di Ferrera emerge come un canto fuori dal tempo e dallo spazio. “Ho immaginato – spiega l’autore – di raccogliere tutte le cose che appartenevano al mio passato e di intraprendere un viag- Strumentista d’eccezione Nella sua Vitorchiano ha realizzato il dvd “Jazz in voyage” Suona nel cult “Femmine contro maschi” VITERBO - Un compositore jazz formidabile. Ma anche un eccezionale strumentista. E’ lui, Sandro Ferrera, il trombettista che ripropone in modo davvero straordinario, il brano “Love”, del mitico Nat King Cole, che fa parte della colonna sonora del film di Fausto Brizi “Femmine contro maschi”, uscito proprio a febbraio di quest’anno, alla cui realizzazione ha collaborato l’artista viterbese. Una delle tante collaborazioni di Ferrera. La più recente e forse una delle più risonanti dal punto di visto del prestigio professionale. Ma, di certo, non la sola. Tra le colonne sonore realizzate da Ferrera anche quella del cortometraggio “Incontrotempo” di Giovanni Mischitelli, edito da “Originefilm” e candidato al Syracuse International Film & Video Festival (New York, Usa) nell’edizione del 2006. Altre due collaborazioni importanti quelle con il repper Turi nell’album “L’amico degli amici” e quella, più recente, con il cantautore Paolo Amati nel Cd intitolato “Nel mio quartiere” in cui Ferrera suona il flicorno. Jazzista talentuoso, ma artista che rimane comunque fuori dai clamori, Sandro Ferrera ha partecipato a vari festival, tra i quali il “Veneto jazz” di Venezia, il “Jazz in bianco e nero” di Brisighella, in provincia di Ravenna, il “Terninjazz” di Terni, il “Diagonal jazz Festival” di Catanzaro, il “Festival dei saperi educativi” di Vitorchiano. E proprio a Vitorchiano è stato realizzato l’estate scorsa il Dvd “Jazz in voyage”, che testimonia quanta carica ed energia sappiano trasmettere i concerti live di Ferrera e del suo quintetto jazz. Il gusto di suonare insieme, di trasmettere sensazioni e di coinvolgere gli ascoltatori, anima la musica di Ferrera e l’arte di chi la esegue. Prodotto dall’associazione culturale Oarion dell’artistic promoter Donatella Tomassini e dal Fotovideolab di Riccardo Spinella, il Dvd propone cinquanta minuti di musica da gustare tutta d’un fiato, con sonorità incredibilmente fuse e amalgamate. Sandro Ferrera alla tromba e al flicorno, Luciano Orologi ai sax e ai flauti, Andrea Biondi al vibrafono, Steve Cantarano al contrabbasso e Alessandro Marzi alla batteria, sono i cinque fenomenali musicisti protagonisti dei due concerti registrati a Vitorchiano il 22 maggio e il 26 giugno del 2010. Tutti nomi eccellenti in campo jazz che affrontano gli standards con l’idea di realizzare un progetto più organico. E i cinque geniali jazzisti ci sono riusciti appieno, creando questo viaggio sonoro suggestivo e affascinante tra Boston e Tokyo, St. Thomas e l’India, in un connubio di suoni e sollecitazioni visive. Non solo musica, però. Ferrera, che spesso si diverte anche a fare l’artista di strada, suonando la sua tromba tra i passanti, si diletta pure con la scrittura. Ha pubblicato i tre racconti “Di de- stra o di sinistra?”, “Musica e politica (c’è poco da ridere!)” e “Maiden voyage”, che altro non è se non un breve, ironico e pungente spaccato della società italiana. A lui, in realtà, la politica poco interessa… “Nella nostra società, nel nostro Paese, c’è la libertà di non prendere posizioni, di non schierarsi politicamente – afferma - Ma, purtroppo, se non ti schieri politicamente diventi subito invisibile”. Eppure, la sua musica, così raffinata ed incredibilmente coinvolgente, riesce a varcare confini e schieramenti. E’ una musica immediata. Che subito affascina. E cattura. E per chi vuol saperne di più: www.sandroferrera.com. M. S. gio. L’album si intitola ‘Ianua temporis’, la porta del tempo, ed è un percorso tra le sonorità della storia. E’ come se un uomo dei nostri giorni all’improvviso si ritrovasse catapultato nei tempi antichi, nella Mesopotamia, e dovesse ritrovare la strada per tornare a casa. Attraverso la musica”. E la musica lo guida. Viene citato l’epitaffio di Sicilo, con la melodia frigia della musica greca che ci riporta al primo secolo dopo Cristo. Si passa poi ai canti gregoriani del Medioevo, alle ballate profane rinascimentali, a varie citazioni di composizioni delle varie epoche con temi di Bach o di Beethoven appena percepibili tra le varie arm o n i z z azioni, alla poesia romantica, a l l e i mpressioni d e l N o v ecento, all ’ e t à c o nt e m p o r anea, scandita dalla chitarra elettrica. Dal corale al jazz, all’improvvisazione che fa da filo conduttore a questo affascinante viaggio musicale ad libitum. “Incontres” è il secondo album di Ferrera. Uscito nel 2003 ed edito ancora dalla APbeat, ha un sapore ben diverso dal primo cd. L’impronta jazz è predominante in questo disco realizzato da un quintetto formidabile composto da Massimiliano Carlaccini al sassofono, Alessandro Bravo al pianoforte, Steve Cantarano al contrabbasso, Alessandro Marzi alla batteria e, naturalmente, Sandro Ferrera, autore di tutte le musiche, alla tromba. Jazz puro, al quale si mescolano melodie dal sapore squisitamente mediterraneo, per questa raccolta di brani che si “incontrano”, come evoca il titolo. “Incontres è una parola onomatopeica, un pò spagnoleggiante, che richiama alla mente il termine ‘incontro’ – sottolinea Sandro Ferrera - è appunto un incontro tra musicisti. Un incontro di suoni. In varie località del Mediterraneo. Tra i brani del cd ci sono riferimenti all’isola di Panarea, ai faraglioni di Vulcano, alla spagnola Murcia. C’è il racconto in musica di una fiaba africana”. E c’è il brano “For Claudio”, che inizia con un tema suonato al basso su cui canta una melodia, che Sandro ha dedicato ad un caro amico, il musicista viterbese Claudio Cruciani che nel luglio del 2002 è stato assassinato in Honduras, per difendere una turista tedesca che viaggiava con lui su un autobus di linea assalito da una banda di malviventi. Un pensiero in ricordo di un a m i c o. U n a m u s i c a i n omaggio ad un collega scomparso, Claudio. Tre anni dopo esce “Only s t a n d ar d s ”, realizzato a quattro mani da Sandro Ferrera alla tromba insieme con Massimo Lattanzi alla chitarra. “Questo è il classico cd che viene fuori in due giorni, dopo una chiacchierata tra amici che la sera si ritrovano davanti ad un bicchiere di vino e due castagne – ironizza Ferrera – è nato così, come simbolo e testim on ia nz a di un’amicizia tra me e Massimo. Non ci sono c o m p o s izioni originali, ma è un insieme di ballads del repertorio jazzistico”. Ancora jazz ne “I sette peccati capitali”, un altro cd edito dalla romana Apbeat, del 2009, per quintetto jazz, con Steve Cantarano al contrabbasso, un altro grande musicista viterbese come Luciano Orologi al sax e al clarinetto, Francesco Mendolia alla batteria, Andrea Biondi (vibrafonista ufficiale di Ennio Morricone) al vibrafono e alle percussioni e Sandro Ferrera, compositore, alla tromba e al flicorno. Un capolavoro in jazz, dove Ferrera descrive in modo ironico e scanzonato i peccati capitali, appunto, traducendo in suoni le suggestioni che derivano dalla lussuria, dalla gola, dall’avarizia, dall’ira, dall’accidia, dalla superbia e dall’invidia. Con un prologo che introduce i sette brani e sette commenti che solo nella versione live vengono letti e interpretati dallo scrittore Enrico D’Antonangelo, autore dei testi. Sembra che Ferrera voglia recuperare, in questo album, l’antico concetto di musica descrittiva, capace di evocare immagini. E’ un gioco. Un gioco di temi che rimbalzano da uno strumento all’altro. Un gioco di variazioni armoniche e timbriche. Un gioco di ritmi che diverte i cinque musicisti e che riesce a trasformare, inaspettatamente, con ironia, i vizi in virtù. Il gusto di suonare insieme anima la musica di Ferrera e l’arte di chi la esegue. Mariella Spadavecchia ■ Allievo dei maestri Tommaso e Fresu alla Jazz University di Terni