Sandro Ferrera - Sette peccati capitali

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Sandro Ferrera L’ultimo capolavoro è il cd “I sette peccati capitali”, dove i vizi si trasformano virtù
Doctor Jazz, trombettista rivelazione
Uno dei suoi brani più intensi è dedicato a Claudio Cruciani, assassinato in Honduras
VITERBO - Sandro Ferrera,
quando la musica nasce dal
cuore. Pochi artisti riescono
a trasformare le emozioni, i
sentimenti, le passioni e le
suggestioni in suoni. E solo
i grandi sanno farlo in maniera così esemplare e intensa da raggiungere l’animo di chi ascolta. Da saper
catturare e trasmettere sensazioni pure. La musica di
Sandro Ferrera nasce dal
cuore. E al cuore arriva. Come solo la vera musica sa
fare. Al di là dei generi e
delle contaminazioni.
Romano di nascita, Sandro
Ferrera già da bambino si
trasferisce nella Tuscia, prima a Vejano e successivamente a San Martino al Cimino e a Vitorchiano, dove
ormai vive stabilmente da
qualche anno, dedicandosi
esclusivamente alla musica
e insegnando Educazione
musicale nelle scuole medie
statali. Si forma come musicista classico, diplomandosi
in Tromba al Conservatorio
“Luisa D’Annunzio” di Pescara e inizia un percorso
artistico e professionale di
tipo accademico. Suona in
varie formazioni, dal duo al
trio, dal quartetto al quintetto, dalla big band all’orchestra, ma sempre più
spesso inizia ad affiancare
al classico, altri generi musicali. La sperimentazione e
la scoperta continua di nuove sonorità, di nuovi impasti timbrici e di armonizzazioni più inconsuete diventano ben presto le sue passioni. Dagli studi classici e
accademici, passa al jazz,
frequenta i corsi della Jazz
University di Terni e approfondisce lo studio dell’improvvisazione e della com-
posizione con maestri del
calibro di Paolo Fresu e Bruno Tommaso. Inizia così,
per Sandro Ferrera, un percorso come solista e compositore.
“Volevo specializzarmi in
un genere preciso – spiega
Ferrera – ero attratto dal
jazz, dove il timbro è un elemento fondamentale, oltre
al fraseggio e all’improvvisazione. Nel jazz l’improvvisazione è davvero stimolante, perché ogni volta che
fai un assolo su una struttura armonica è come se componessi proprio in quel momento nuove melodie. E’
una creazione continua e
un’arte di riuscire a variare
continuamente lo stesso tema. In fondo questo è ciò
che accadeva anche nel repertorio classico, nella musica colta del Seicento, ad
esempio. Una prassi, quella
improvvisativa, che è poi
scomparsa nel genere classico e che ora è tipica del jazz”.
E la creatività è un talento
innato in Sandro Ferrera.
Una genialità che si esprime
al meglio nella composizione jazzistica. Il primo lavoro
come compositore è del
2001, anno in cui esce “Ianua temporis”, edito da APbeat edizioni musicali di Roma, un avvincente viaggio
attraverso le musiche delle
varie civiltà. Il cd ha sonorità straordinarie e ci proietta
in un’atmosfera che sembra
impalpabile e in continuo
evolversi. La tromba solista
di Ferrera emerge come un
canto fuori dal tempo e dallo
spazio. “Ho immaginato –
spiega l’autore – di raccogliere tutte le cose che appartenevano al mio passato
e di intraprendere un viag-
Strumentista d’eccezione Nella sua Vitorchiano ha realizzato il dvd “Jazz in voyage”
Suona nel cult “Femmine contro maschi”
VITERBO - Un compositore jazz formidabile. Ma anche un eccezionale strumentista. E’ lui, Sandro Ferrera, il
trombettista che ripropone in modo
davvero straordinario, il brano “Love”,
del mitico Nat King Cole, che fa parte
della colonna sonora del film di Fausto
Brizi “Femmine contro maschi”, uscito
proprio a febbraio di quest’anno, alla
cui realizzazione ha collaborato l’artista viterbese. Una delle tante collaborazioni di Ferrera. La più recente e forse
una delle più risonanti dal punto di
visto del prestigio professionale. Ma,
di certo, non la sola. Tra le colonne
sonore realizzate da Ferrera anche quella del cortometraggio “Incontrotempo”
di Giovanni Mischitelli, edito da “Originefilm” e candidato al Syracuse International Film & Video Festival (New
York, Usa) nell’edizione del 2006. Altre
due collaborazioni importanti quelle
con il repper Turi nell’album “L’amico
degli amici” e quella, più recente, con
il cantautore Paolo Amati nel Cd intitolato “Nel mio quartiere” in cui Ferrera
suona il flicorno. Jazzista talentuoso,
ma artista che rimane comunque fuori
dai clamori, Sandro Ferrera ha partecipato a vari festival, tra i quali il “Veneto
jazz” di Venezia, il “Jazz in bianco e
nero” di Brisighella, in provincia di
Ravenna, il “Terninjazz” di Terni, il
“Diagonal jazz Festival” di Catanzaro,
il “Festival dei saperi educativi” di Vitorchiano. E proprio a Vitorchiano è
stato realizzato l’estate scorsa il Dvd
“Jazz in voyage”, che testimonia quanta carica ed energia sappiano trasmettere i concerti live di Ferrera e del suo
quintetto jazz. Il gusto di suonare insieme, di trasmettere sensazioni e di
coinvolgere gli ascoltatori, anima la
musica di Ferrera e l’arte di chi la esegue. Prodotto dall’associazione culturale Oarion dell’artistic promoter Donatella Tomassini e dal Fotovideolab di
Riccardo Spinella, il Dvd propone cinquanta minuti di musica da gustare
tutta d’un fiato, con sonorità incredibilmente fuse e amalgamate. Sandro
Ferrera alla tromba e al flicorno, Luciano Orologi ai sax e ai flauti, Andrea
Biondi al vibrafono, Steve Cantarano al
contrabbasso e Alessandro Marzi alla
batteria, sono i cinque fenomenali musicisti protagonisti dei due concerti registrati a Vitorchiano il 22 maggio e il 26
giugno del 2010. Tutti nomi eccellenti
in campo jazz che affrontano gli standards con l’idea di realizzare un progetto più organico. E i cinque geniali jazzisti ci sono riusciti appieno, creando
questo viaggio sonoro suggestivo e affascinante tra Boston e Tokyo, St. Thomas e l’India, in un connubio di suoni e
sollecitazioni visive.
Non solo musica, però. Ferrera, che
spesso si diverte anche a fare l’artista di
strada, suonando la sua tromba tra i
passanti, si diletta pure con la scrittura. Ha pubblicato i tre racconti “Di de-
stra o di sinistra?”, “Musica e politica
(c’è poco da ridere!)” e “Maiden voyage”, che altro non è se non un breve,
ironico e pungente spaccato della società italiana. A lui, in realtà, la politica
poco interessa… “Nella nostra società,
nel nostro Paese, c’è la libertà di non
prendere posizioni, di non schierarsi
politicamente – afferma - Ma, purtroppo, se non ti schieri politicamente diventi subito invisibile”. Eppure, la sua
musica, così raffinata ed incredibilmente coinvolgente, riesce a varcare
confini e schieramenti. E’ una musica
immediata. Che subito affascina. E
cattura. E per chi vuol saperne di più:
www.sandroferrera.com.
M. S.
gio. L’album si intitola ‘Ianua temporis’, la porta del
tempo, ed è un percorso tra
le sonorità della storia. E’
come se un uomo dei nostri
giorni all’improvviso si ritrovasse catapultato nei
tempi antichi, nella Mesopotamia, e dovesse ritrovare
la strada per tornare a casa.
Attraverso la musica”. E la
musica lo guida. Viene citato l’epitaffio di Sicilo, con la
melodia frigia della musica
greca che ci riporta al primo
secolo dopo Cristo. Si passa
poi ai canti gregoriani del
Medioevo, alle ballate profane rinascimentali, a varie
citazioni di composizioni
delle varie epoche con temi
di Bach o di Beethoven appena percepibili tra le varie arm o n i z z azioni, alla
poesia romantica,
a l l e i mpressioni
d e l N o v ecento, all ’ e t à c o nt e m p o r anea, scandita dalla
chitarra
elettrica.
Dal corale
al jazz, all’improvvisazione che fa da filo conduttore a questo affascinante viaggio musicale ad libitum.
“Incontres” è il secondo album di Ferrera. Uscito nel
2003 ed edito ancora dalla
APbeat, ha un sapore ben
diverso dal primo cd. L’impronta jazz è predominante
in questo disco realizzato da
un quintetto formidabile
composto da Massimiliano
Carlaccini al sassofono,
Alessandro Bravo al pianoforte, Steve Cantarano al
contrabbasso, Alessandro
Marzi alla batteria e, naturalmente, Sandro Ferrera,
autore di tutte le musiche,
alla tromba. Jazz puro, al
quale si mescolano melodie
dal sapore squisitamente
mediterraneo, per questa
raccolta di brani che si “incontrano”, come evoca il titolo. “Incontres è una parola
onomatopeica, un pò spagnoleggiante, che richiama
alla mente il termine ‘incontro’ – sottolinea Sandro
Ferrera - è appunto un incontro tra musicisti. Un incontro di suoni. In varie località del Mediterraneo. Tra
i brani del cd ci sono riferimenti all’isola di Panarea,
ai faraglioni di Vulcano, alla
spagnola Murcia. C’è il racconto in musica di una fiaba
africana”. E c’è il brano “For
Claudio”, che inizia con un
tema suonato al basso su cui
canta una melodia, che Sandro ha dedicato ad un caro
amico, il musicista viterbese Claudio Cruciani che nel
luglio del 2002 è stato assassinato in Honduras, per difendere una turista tedesca
che viaggiava con lui su un
autobus di linea assalito da
una banda di malviventi.
Un pensiero in ricordo di un
a m i c o. U n a m u s i c a i n
omaggio ad un collega
scomparso, Claudio.
Tre anni dopo esce “Only
s t a n d ar d s ”, realizzato a
quattro mani da Sandro Ferrera alla tromba insieme
con Massimo Lattanzi alla
chitarra. “Questo è il classico cd che viene fuori in due
giorni, dopo una chiacchierata tra amici che la sera si
ritrovano davanti ad un bicchiere di vino e due castagne
– ironizza Ferrera – è nato
così, come simbolo e testim on ia nz a
di un’amicizia tra me
e Massimo.
Non ci sono
c o m p o s izioni originali, ma è
un insieme
di ballads
del repertorio jazzistico”.
Ancora jazz
ne “I sette
peccati capitali”, un
altro cd edito dalla romana
Apbeat, del 2009, per quintetto jazz, con Steve Cantarano al contrabbasso, un altro grande musicista viterbese come Luciano Orologi
al sax e al clarinetto, Francesco Mendolia alla batteria,
Andrea Biondi (vibrafonista
ufficiale di Ennio Morricone) al vibrafono e alle percussioni e Sandro Ferrera,
compositore, alla tromba e
al flicorno. Un capolavoro in
jazz, dove Ferrera descrive
in modo ironico e scanzonato i peccati capitali, appunto, traducendo in suoni le
suggestioni che derivano
dalla lussuria, dalla gola,
dall’avarizia, dall’ira, dall’accidia, dalla superbia e
dall’invidia. Con un prologo
che introduce i sette brani e
sette commenti che solo
nella versione live vengono
letti e interpretati dallo
scrittore Enrico D’Antonangelo, autore dei testi. Sembra che Ferrera voglia recuperare, in questo album,
l’antico concetto di musica
descrittiva, capace di evocare immagini. E’ un gioco.
Un gioco di temi che rimbalzano da uno strumento all’altro. Un gioco di variazioni armoniche e timbriche.
Un gioco di ritmi che diverte
i cinque musicisti e che riesce a trasformare, inaspettatamente, con ironia, i vizi
in virtù. Il gusto di suonare
insieme anima la musica di
Ferrera e l’arte di chi la esegue.
Mariella Spadavecchia
■ Allievo
dei maestri
Tommaso
e Fresu
alla
Jazz University
di Terni