La Chiesa di San Girolamo a Cingoli
e l’iconografia legata al santo
U
n’iscrizione redatta
dopo il 1337 collocata sulla parete interna destra ricorda che la
chiesa fu costruita per volere del cingolano Esuperanzio Lambertazzi, vescovo di Comacchio nel 1327,
successivamente di Adria e
quindi di Cervia. L’interno
subì un radicale intervento di restauro nel 1678
per interessamento del rettore del tempo, il
reverendo Benedetto Mazzini,
che, per memoria
del fatto, fece apporre su quella
parete il proprio
stemma e, su
quella opposta,
un’epigrafe.
® Nel 1902 anche la facciata fu
oggetto di un intervento di restauro eseguito a
spese del marchese Filippo Castiglioni su disegno del professere Federico Stefanucci. L’unico
elemento decorativo superstite
dell’antico prospetto è l’altorilievo con l’immagi-
La Chiesa
di San Girolamo
ne di S. Girolamo leggente, per il quale può essere
ipotizzata l’originaria collocazione nella lunetta del
portale sostituito. Il nome
dell’artefice di questo lavoro, che si distingue rispetto ad altri consimili e coetanei presenti nel territorio cingolano per perizia
Attualmente l’edificio, privo
dei suoi arredi mobili, è sede
di mostre temporanee
esecutiva e per qualità formali, ci è ignoto ma l’accostamento con alcuni rilievi della facciata del duomo
di Orvieto, tradizionalmente attribuiti alla bottega di
Fra’ Bevignate, non sembra
fuori luogo; tanto più ora
che di questo grande artista,
attivo soprattutto a Perugia
e a Orvieto tra la fine del
sec. XIII e la prima metà di
quello seguente, è
stata accertata
l’origine cingolana.
® Non è improbabile che i buoni uffici del Vescovo di Cervia presso l’insigne artista
suo concittadino
abbiano convinto
quest’ultimo ad
abbellire la comune patria con una
testimonianza della sua maestrìa,
che forse sarebbe
stata più consistente se la piccola chiesa non avesse subito quei drastici rifacimenti.
Testo tratto da: Cingoli. Natura, storia, arte,
costume, a cura di P.
Appignanesi, L. Cipollini, A. Mazzini,
Cingoli 1994, p.84.
28 La Chiesa di San Girolamo a Cingoli e l’iconografia legata al santo
La facciata
L’altorilievo con
San Girolamo
® L’altorilievo con San
Girolamo oltre ad essere
l’elemento più vistoso e
particolare della facciata è
anche l’unico coevo alla originaria costruzione dell’edificio sacro. Probabilmente
esso si trovava inserito all’interno della lunetta del
portale come in numerosi
esempi di architettura del
XIII secolo presenti in Italia e all’estero.
Chiasa di San Girolamo,
Cingoli.
® La tessitura muraria della facciata è formata da conci di pietra di
varie dimensioni. Il prospetto è caratterizzato da:
un timpano che termina
con pinnacoli scolpiti ed
evidenziato da una cornice ad archetti; da un rosone, e dal portale ”a tutto
sesto” scolpito e sorretto
da colonne che seguono
l’andamento delle scale di
accesso. Al centro campeggia l’altorilievo con San
Girolamo intento a sfogliare le pagine di un libro.
L’altorilievo si trova tra il
rosone e il portale e separato da questo ultimo
solo da due bassi conci di
pietra.
Altorilievo di San Girolamo
Particolare della lunetta del
portale centrale della chiesa di
Saint Gilles du Gard.
Evangeliario, ms. Vat. lat. 3741,
foglio 27r, San Marco,
Biblioteca Apostolica Vaticana,
Città del Vaticano.
All’interno di un
arco trilobato sorretto da due colonne con capitello di
tipo corinzio, ma
nella variante “a foglia liscia”, è scolpita l’immagine del
profilo di San Girolamo. Il santo è ritratto su di un’importante seduta;
questa è caratterizzata da un’alta spalliera finemente
scolpita con riquadrature ed elementi floreali. Di
fronte a lui, lo scrittoio; anch’esso decorato con
due specchiature floreali.
Nella parte obliqua del leggio
poggia un grande libro con la
pagina di destra leggermente sollevata. La composizione
della scena ricorda molte
miniature di Evangeliari dove,
il più delle volte, al posto di
San Girolamo campeggia
uno dei quattro Evangelisti.
® Segue a pag. 37
La Chiesa di San Girolamo a Cingoli e l’iconografia legata al santo
29
Segue dalla pag. 29
San Girolamo…
chi era?
…e che cosa
fece?
® San Girolamo, Sofronio Eusebio Girolamo, nacque a Stridone, in Dalmazia nel 347 e morì a Betlemme nel settembre del
420 d. C. Fu un traduttore della Bibbia dal greco e
dall’ebraico al latino.
® Studiò a Roma, nel
379, ordinato prete a 38
anni dal vescovo Paolino, si
recò a Costantinopoli
dove poté perfezionare lo
studio del greco sotto la
guida di Gregorio Nazianzeno (uno dei “Padri Cappadoci”). Risalgono a questo periodo le letture dei
testi di Origene e di Eusebio. Dopo tre anni di vita Maestro d’Isacco, Assisi,
della basilica superiore,
monastica tornò a Roma, Navata
San Girolamo Dottore della
nel 382, dove divenne se- Chiesa, 1288 ca.
gretario di papa Damaso I
e conseguì un notevole del Papa il suo prestigio
successo personale. Su in- scemò e Girolamo tornò
carico di papa Damaso I af- in oriente, dove fondò alfrontò il compito di rive- cuni conventi femminili e
dere la traduzione dei maschili, in uno di questi
Vangeli; successivamente, trascorse gli ultimi anni.
nel 390, passò all’antico te- Quando cominciò la sua
stamento in ebraico con- opera di traduzione non
Van Eyck, San Girolamo
cludendo l’opera dopo aveva una perfetta cononello studio, 1430. Detroit,
The Detroit Institute for Arts. ben 23 anni. Alla morte scenza dell’ebraico, perciò
Dalla chiesa cattolica è
commemorato santo (San
Girolamo in latino Hieronymus), per cui è anche
padre della Chiesa e dottore della Chiesa. L’appellativo di santo, che gli viene conferito, non è dovuto alla sua natura divina, ma
perché dotato di particolari qualità di natura morale e illuminato dall’intelligenza di Dio. Per questa
sua ultima qualità, nel superare i limiti e le debolezze
umane, agì sempre in sintonia con la volontà e l’in- Vittore Carpaccio,Ciclo di San Giorgio degli Schiavoni, Venezia, Scuola
di San Giorgio, San Girolamo e il leone nel convento, 1502-07.
telligenza divina.
La Chiesa di San Girolamo a Cingoli e l’iconografia legata al santo
37
si trasferì a Betlemme per
perfezionarne la conoscenza.
® Girolamo utilizzò un
concetto moderno di traduzione che attirò le accuse da parte dei suoi contemporanei; in una lettera
indirizzata a Pammachio,
genero della nobildonna
romana Paola, scrisse:
«Io, infatti, non solo ammetto, ma proclamo liberamente che nel tradurre i
testi greci, a parte le Sacre
Scritture, dove anche l’ordine delle parole è un mistero, non rendo la parola
con la parola, ma il senso
con il senso (...). (Epistulae
57, 5, trad. R. Palla).
® Nel 392 scrisse il De
Viris Illustribus, con lo scopo di emulare le Vite svetoniane e dimostrando
come la nuova letteratura
cristiana fosse in grado di
porsi sullo stesso piano
delle opere classiche.
L’opera venne talora indicata da Girolamo stesso
col titolo De scriptoribus
ecclesiasticis.
® Nel 393 scrisse, in due
libri, un testo in cui esaltava
la verginità e l’ascetismo, intitolato Adversus Iovinianum.
Tra gli altri argomenti,in esso
Girolamo difende strenuamente l’astinenza dalla carne dimostrandosi un vege-
Antonello da Messina, San
Girolamo nello studio,1475.
Londra, The National Gallery.
tariano ante litteram:
«Fino al diluvio non si
conosceva il piacere dei
pasti a base di carne ma
dopo questo evento ci è
stata riempita la bocca di
fibre e di secrezioni maleodoranti della carne degli
animali [...]
Gesù Cristo, che venne
quando fu compiuto il tempo, ha collegato la fine con
l’inizio. Pertanto ora non ci
è più consentito di mangiare la carne degli animali.»
(Adversus Jovinanum, I, 30).
L’iconografia di
San Girolamo
Gentile da Fabriano, part. del
Polittico di Valle Romita, San
Girolamo, inizi ‘400. Milano,
Pinacoteca di Brera .
Pinturicchio, Roma, Chiesa di
Santa Maria del Popolo,
Cappella della Rovere o di San
Girolamo, Natività con San
Girolamo e il leone, 1488.
® San Girolamo è rappresentato quasi sempre
come un vecchio dalla barba bianca, con indosso
l’abito cardinalizio, intento
a scrivere o leggere e affiancato dal leone. Ma
l’ambientazione e la presenza o meno di alcuni at-
La Chiesa di San Girolamo a Cingoli e l’iconografia legata al santo
39
Caravaggio, San Girolamo scrivente, 1606. Roma, Galleria
Borghese.
tributi che lo contraddistinguono, cambiano secondo la sensibilità del periodo storico in cui viveva
l’artista e la committenza
dell’opera.
® Nel medioevo, nei
casi in cui il santo faceva
parte di un polittico, era dipinto in piedi, ieratico con
l’abito cardinalizio, oppure
Lorenzo Lotto, San Girolamo
penitente, 1506. Roma, Castel
Sant’Angelo.
danti San Girolamo tratti
dalla Leggenda Aurea o lo
rappresentavano nelle Natività, o a fianco delle Madonne in trono insieme ad
altri santi.
® Il libro aperto e il leone rimangono comunque
gli attributi principali del
santo; il libro aperto si spiega con i numerosi studi esegetici ai quali San Girolamo
si dedicò; il leone si spiega
con la Legenda aurea, in
base alla quale un leone ferito su una zampa da una
spina fu guarito dal santo e
da allora non lo abbandonò
più. Il leone inoltre è simbolo della forza bruta vinta
dalla pietà. L’abito cardinalizio è invece frutto di un’errata interpretazione medievale, poiché il santo non ricoprì mai tale carica.
seduto a scrivere o leggere; in epoca rinascimentale veniva collocato all’interno di ricchi studioli
dove insieme a tutti gli oggetti che sottolineano la
sua natura di letterato,
campeggia il leone, quasi
fosse il cane di casa.
® Nel ‘600, periodo in cui
di Francesca Lippera
tutto è raffigurato per colpire e stupire l’animo dei
fedeli, i vari artisti erano
chiamati a mettere in risalto, oltre l’aspetto di studioso, soprattutto quello di
penitente nel deserto che
lotta contro le tentazioni.
Quindi anche la scelta degli attributi cambia: compaiono il crocifisso, il teschio
e talvolta anche il fascio di
paglia che, alludendo al sacrificio di Cristo, ricordano la vanità della vita umana, che precaria e fragile,
termina inesorabilmente
con la morte. Non manca- Piero della Francesca, Sacra
no casi in cui gli artisti di- conversazione, 1472-74.
pingevano episodi riguar- Milano, Pinacoteca di Brera.
La Chiesa di San Girolamo a Cingoli e l’iconografia legata al santo
41