N° 2 COLOPHON Direttore Responsabile Massimo Vaccaro Team Manager Event Specialist Davide Tosi Caporedattore Sergio Brambilla Art Director Antonio Rolli Music/Club Festival/Concerti Aldo Pacciolla - Lorenzo Tiezzi Damir Ivic - Massimo Cominotto Hanno Collaborato Francesco Belais - Nenella Impiglia Principe Maurice - Tiziana Rocca Dario Guida - Ale Big Mama Manuela Gallo - Kikò Nalli - Ciro Barone Leonardo Dionigi - Gino Zarelli Marco Tiraferri - Niccolò Armaroli Motori Emanuele D’Argenzio Pubblicità tel. 02 49786808 [email protected] Redazione [email protected] Trend1989 è registrato presso il tribunale di Milano con il numero 326 del 27/11/2015. Printed in Italy. Tutti i diritti sono riservati. Manoscritti e foto restano di proprietà della Fantasy Communication srl e, anche se non pubblicati, non saranno restituiti. È vietata la riproduzione anche parziale di testi, documenti e foto. Stampa Mediaprint - S.Giovanni Lupatoto (VR). #trenda8 Se vuoi seguirci o dare il tuo contributo: trend-discotec.com Trend Discotec trenda8 trenda8 Le notti in cui abbiamo dormito è come se non fossero mai esistite. Restano nella memoria solo quelle in cui non abbiamo chiuso occhio Emil Cioran EDITORIALI Il movimento un evento gay e la è come una club culture campagna pubblicitaria, servono idee La rivoluzione è cominciata così. Negli anni Sessanta, mentre in Italia si ballava l’Hully Gully, a New York le persone gay, lesbiche e trans si ritrovavano, in modo più o meno clandestino, nei disco bar e nei club underground del Greenwich Village. Le incursioni e le retate della polizia si facevano sempre più frequenti, finché una sera di giugno del 1969 ci fu qualcuno che si ribellò a queste continue vessazioni. Fu Sylvia Rivera, una transessuale di origini sudamericane, la prima a scagliare una bottiglia contro un agente che la stava pungolando con un manganello. La folla la seguì. Nacque così il movimento di liberazione gay di tutto il mondo. Le sue conquiste, anno per anno, furono scandite da una colonna sonora senza precedenti, la disco music che sarebbe nata da lì a poco, con i suoi intramontabili protagonisti: Gloria Gaynor, Sylvester, Donna Summer, i Village People. Il mitico Studio 54 ha segnato un’epoca non solo dal punto di vista musicale, una vera e propria trasformazione dei costumi e di tutta la società era appena cominciata e le mura di quella discoteca ne furono testimoni. Qualche anno dopo, un altro cambiamento epocale: arrivò la house music, nata grazie a geni del mixer come Larry Levan e Frankie Knukles, entrambi dichiaratamente gay, al Paradise Garage, altro locale newyorkese entrato di diritto a far parte del mito e della storia della club culture. Sono passati tanti anni, le persone omosessuali adesso negli Stati Uniti si possono sposare. Anche in Italia ci stiamo avvicinando a un primo traguardo di uguaglianza tra tutte le persone, al di là del genere o dell’orientamento sessuale. Tanta strada è stata fatta, tanta è ancora da fare. Ma non dimentichiamoci che questa trasformazione è cominciata nei disco club, là dove le persone si ritrovavano per ballare, divertirsi e cercare libertà. Questo è il grande potere della gente comune, l’energia incredibile che può far scaturire la musica. Questo è il grande contributo che la comunità lgbt ha dato alla movida di tutto il mondo. Ditelo a chi snobba le discoteche... FRANCESCO BELAIS Giornalista, collabora con il quotidiano la Repubblica, dove scrive la pagina Gay Friendly dell’inserto TuttoMilano; con il mensile Pride e con altre testate. Per anni ha svolto, e saltuariamente svolge ancora, l’attività di dj e di produttore di musica house ed elettronica. Ha pubblicato varie compilation. Nel 2011 ha pubblicato il suo primo libro, L’occasione fa l’uomo laico. Nel 2015 ha realizzato il suo primo corto, Livorno è nata così. L’organizzazione di un evento di successo è come una campagna pubblicitaria, servono delle idee. Da quando 25 anni fa ho iniziato a occuparmi di eventi, svolgendo, prima in Italia, il ruolo di manager di eventi, molte cose sono cambiate. Oggi non si può fare un evento di successo senza partire dall’idea, senza costruirlo da zero. È necessario organizzare tutta una serie di iniziative ed entertainment, un lavoro che in America viene affidato a dei manager, una figura di organizzatore di eventi che in Italia deve ancora evolvere. Nell’organizzare un evento io metto il concept, il progetto, la strategia, non basta fare solo le cose pratiche. Prendiamo ad esempio il Festival di Taormina: io cerco di realizzare un festival che abbia il giusto equilibrio tra qualità e glamour; non è una cosa semplice, si tratta di unire tutta una serie di ingredienti. È un lavoro che porto avanti per 360 giorni l’anno, perché è molto faticoso, anche perché non abbiamo a disposizione soldi pubblici, ma soprattutto fondi privati. Ciò comporta che si debba tener conto delle esigenze di marketing dei propri partner, che ti aiutano e supportano. È chiaro che l’obiettivo è un festival che abbia grande visibilità, pensato non solo per pochi critici ma per un pubblico più popolare; altrimenti non riuscirei a riempire un teatro da 5 mila spettatori. Io cerco di dare il giusto equilibrio tra qualità e glamour; mi ispiro al Festival di Cannes, evento che dimostra come qualità e glamour possano convivere, perché una cosa non annulla l’altra. L’importante è che qualsiasi evento – piccolo, medio, grande che sia – nasca da un’idea, che ci sia un filo conduttore; la parte più difficile è dare un concept a un evento, dargli una strategia di comunicazione. La parte più pratica viene dopo. Non mi sono mai occupata di un evento dove non ho messo delle idee, perché considero un evento come un pezzo di una campagna pubblicitaria, un modo di fare marketing. TIZIANA ROCCA Tiziana Rocca dirige una delle maggiori agenzie di comunicazione, ideazione e organizzazione di eventi. Da due anni si occupa della direzione del Taormina Film Fest. Scrittrice di successo, dopo aver parlato con noi ha presentato all’Università di Catania “La tua vita è un evento”, libro che parla della vita delle donne che si dividono tra famiglia e lavoro, sul come organizzarsi al meglio per riuscire a fare tutto senza rinunciare a nulla; prefazione di Eva Longoria. Moda e cucina, due mondi che si intersecano Moda e cucina sono due universi che si sfiorano, si toccano e talvolta s’intersecano. Rappresentano le eccellenze italiane e i piaceri ai quali nessuno sa resistere, anche in tempo di crisi. Essi sono più vicini di quanto si possa immaginare; sono legati ai costumi e alla storia dell’umanità, entrambi vivono di creatività, passione, fantasia, innovazione, dell’abilità delle mani di chi produce, di emozione, ideazione. La sensualità che riguarda la cucina come il vestire, il piacere legato al gusto e al buon gusto, l’estetica, i colori, i profumi stimolano spesso ricordi che ci riportano indietro nel tempo, attraverso la nostra sfera emotiva, familiare, gli affetti. In fondo una ricetta è un po’ come un look: un mix di ingredienti basic, che mescolati insieme danno vita ad un qualcosa di unico, particolare. In cucina, come nella moda, è possibile percorrere due diverse strade: seguire le tendenze o creare un proprio stile, inconfondibile. Il mondo del cibo, nella sua globalità, come quello dell’abbigliamento, può essere definito come qualcosa in continua evoluzione, fatto di tendenze che cambiano, spariscono e ricompaiono periodicamente. Esiste anche una “moda della cucina”: c’è stata l’era di quella regionale, del prodotto di nicchia, il boom dell’agriturismo e di prodotti regionali, nati dalle mani esperte del contadino. Ora stiamo assistendo, a poco a poco, alla fine del periodo del sushi. Così come nell’abbigliamento si assiste al ritorno al passato, magari con l’aggiunta di tocchi vintage al guardaroba, allo stesso tempo nella ristorazione si torna a parlare di tradizione, di cose fatte “come una volta”. Stile e gola poi viaggiano sempre di pari passo e convivono in ciascun piatto. L’uno non può prescindere dall’altra. La decorazione delle portate svolge un ruolo importante, è il primo biglietto da visita per comunicare (come del resto un abito), un invito piacevole alla degustazione. La via del gusto passa dunque attraverso la vista, al pari di un look: ciò che è bello da vedersi può sembrare più buono o più gradevole. Creatività, sperimentazione, abilità innate hanno dato vita alla gastronomia, che ha portato a forme emotive di notevole espressione estetica. La cucina, come la moda, è anche arte e soprattutto gusto e buon gusto, frutto di un equilibrio di qualità, raffinatezza ed eleganza senza eccessi. Tenendo sempre a mente questi elementi, lo stile sarà perfetto e… la gola ringrazia! NENELLA IMPIGLIA Imprenditrice, membro del Consiglio di Amministrazione di Linea Marche, azienda calzaturiera leader nel settore con marchi come Vic Matié e O.X.S. Ha una passione personale per la storia della moda, del costume, sociologia e comunicazione; autorevole opinionista, è ospite di numerosi programmi e trasmissioni radiofoniche e televisive. Principe Maurice Sperimentazione o Anticonformismo? CONTAMINAZIONE! Filosofia del Teatro Notturno “Pietà”, foto di Daniele Cipriani Diamante della Regina Elisabetta II. Attore, cantante, performer e regista di eventi spettacolari, si esibisce in 4 lingue nei teatri e club più esclusivi d’Europa. Col nome di “Principe Maurice”, pro- “Dirty”, foto di Daniele Cipriani Il Principe Maurizio Agosti Montenaro Durazzo, discendente dall’illustre famiglia dei Principi Agosti di Bergamo, nel 2012 è stato fra le poche teste coronate italiane invitate al Giubileo di Q uando, per puro caso più di 25 anni fa mi affacciai professionalmente nel panorama notturno, quello dei Club più importanti d’Italia e d’Europa (e non solo), non avrei mai immaginato di trovare un ambiente così fertile per esprimere, sintetizzare, trasformare tutto quello che era ed è il mio bagaglio artistico in un prodotto che ancora oggi fa parlare: il “Teatro Notturno”. Fui notato ad una mia festa di Carnevale a Venezia per la forza evocativa del mio “travestimento” da Nosferatu, versione meno scontata e cheap della figura del vampiro. Mi fu chiesto di trasportare quelle suggestioni, comprese le fatidiche lenti bianche, nel mondo delle discoteche e tutto cominciò. Indubbiamente l’attitudine del mio personaggio si può definire vampiresca ma sarebbe in ogni caso limitare il campo. Da sempre mi definisco “Uno, Nessuno, Centomila” (grazie, Pirandello!) L’assenza di spessore culturale (tranne l’aspetto Pop, vedasi Andy Warhol allo Studio 54), poiché si era sino ad ora pensato solo alla provocazione d’immagine e alla trasgressione, mi ha consentito di portare per primo e per lungo tempo in esclusiva la mia preparazione classica (musica, recitazione, storia del costume, melodramma barocco, pantomima…) in un luogo dove la regola era “estetica, scandalo, stupore” in chiave puramente superficiale. La mia funzione fu (ed è) sublimare questi tre importanti elementi alla funzione di happening emozionale. Essenzialmente in questo sta la CONTAMINAZIONE che ha decretato il successo duraturo del Principe Maurice. In qualche modo il mio proporre gesti, costumi, vocalismi e scenografie totalmente teatrali nei templi della tecnologia fu anticonformista e anche sperimentale. Non mi sono mai posto il problema della comprensione. La mia confidenza e passione mi davano la certezza che il messaggio sarebbe arrivato. Così fu. Nel mondo dello spettacolo, a qualsiasi livello, è l’originalità che paga. Quando qualcuno è originale nel contesto di un ambiente definito sta sperimentando, ovviamente a suo rischio e pericolo… Ho osato osare. Ho avuto due icone assolute di questo concetto: Klaus Nomi, straordinario cantante lirico degli anni ’70/’80 che ha portato le sue doti interpretative barocche nel Pop Elettronico con indimenticabili versioni di arie d’opera da me tuttora utilizzate per le performance, e Lindsay Kemp, il mio Maestro coreografo che ancora oggi esprime l’antica arte della pantomima in modo assolutamente alternativo. Altre figure di riferimento per la libertà di espressione sono Grace Jones, mia grande pone il suo Night Theater Show e un esclusivo Emotional Djset. Da vent’anni vive a Venezia, la sua città d’adozione. In un nobile palazzo sull’acqua ha creato Venice Events Academy, asso- ciazione culturale che forma i giovani artisti dello spettacolo e della comunicazione, di cui è Presidente e fondatore. Per saperne di più, leggi l’intera biografia sul sito principemaurice.com. “Portrait”, foto di Daniele Cipriani BIOGRAFIA amica di sempre, e David Bowie che pure ho avuto modo di conoscere di persona ed apprezzare in tutte le sue straordinarie sfumature. Non è vero che per diventare “immortali” occorre fissare la propria immagine in uno stereotipo riconoscibile. È lo spirito di ciò che si fa che rimane, il senso che gli si vuole dare, il flusso emotivo che si trasmette con coerenza e continuità. e anche con impegno ed umiltà. È un lavoro duro preparare gli strumenti espressivi e continuare a crescere interiormente con lo studio, l’applicazione, l’esercizio mentale e fisico. La curiosità è fondamentale. È per curiosità che con i mitici Datura abbiamo fatto una produzione bizzarra in lingua italiana del ‘500 prendendo spunto da un’antica “Passacalli della Vita”: un monito (memento mori) per tutti i giovani che si buttano via alla ricerca di un “sottovuoto spinto mentale” dovuto a mille insicurezze e frustrazioni sperando di dare loro la consapevolezza della preziosità dell’esserci con la mente e con il corpo poiché comunque tutti dobbiamo morire. È per curiosità che ho realizzato con Rex Anthony, protagonista assoluto della scena Techno, una particolare versione in francese della sua “Colors”. È per curiosità che ho accettato l’invito del regista Daniele Sartori di realizzare un docufilm su di me (Principe Maurice #Tribute). Sembra che stia raccontandomi al pubblico ma in realtà è uno specchio nel quale mi rifletto e ci rifletto sopra. È per curiosità che ancora continuo a mettermi alla prova come fossi un ragazzo per non sentirmi mai compiuto e quindi “finito”. La curiosità è il sale della mia vita. Nella mia carriera è stato importante, oltre ad incontrare e prendere ispirazione (mai copiare!) da grandi Personaggi, avere al mio fianco persone straordinarie senza le quali non avrei potuto sviluppare e perseguire il mio “unicum”: il mio talentoso e sensibile compagno di vita prematuramente scomparso, Pier Voltolina, eccezionale stilista e costumista; la sempre presente Flavia Cavalcanti, anche lei grande creativa di costumi; il fedele e poliedrico Sascha Sgualdini “FreeFoolery”; il giovane allievo Daniel Didonè, il ballerino/acrobata Nicola Gattullo e la già affermata Miss Tania Gambetti, capofila di una serie di ragazze e ragazzi che sposano il mio concept esprimendo il loro personale talento. Così come in discoteca ho portato il teatro ora mi accingo a sfruttare quello che ho imparato nella notte sul palcoscenico e nuove avventure mi aspettano. Sono felice di ricominciare un’antica collaborazione con la rinata e preziosa rivista “TREND”! Così ve le racconterò strada facendo. Alla prossima! COVER STEVE AOKI QUESTIONE DI STILE Il top dj americano, con il suo sorriso e una faccia da schiaffi, è un professionista del divertimento. Le sue performance fatte di musica, ma anche di tanta creatività, sono famose in tutto il mondo. di Lorenzo Tiezzi Attraverso i social network, Steve Aoki non lo segui, lo insegui. E contemporaneamente ti senti parte del suo successo, perché il top dj americano ha un sorriso contagioso e una faccia da schiaffi che sarebbe perfetta per una serie di commedie d’azione simili a quelle che resero celebre Tomas Milian. Per chi non lo sapesse, Milian non è stato solo “Er Monnezza”, ha pure recitato con Spielberg e Luchino Visconti… e Aoki non è certo soltanto una bella faccia, un dj “poco musicale”, specializzato nel lanciare torte e vendere t shirt e occhiali da sole col suo brand. È anche un clown, ovvero un professionista del divertimento, capace di utilizzare tutto il corpo nelle sue performance. Questa parte del mestiere di performer senz’altro gliel’ha insegnata il padre, wrestler professionista. Sembra facile fare quello che fa, ma a volte si fa male davvero: lo scorso anno, cadendo male da un tappeto elastico, si è procurato seri danni al collo. Fa notizia sul web per il suo rider, ovvero perché quando suona vuole anche avere a disposizione un certo numero di mutande nere, e perché fa stage diving utilizzando un canotto. Ma chi ha assistito alle sue prime performance in Italia, ad esempio quelle al Bolgia di Bergamo, sa che prima stordiva urlando come un invasato a ritmo di punk elettronico, poi si buttava stile Iggy Pop dal palco sulla folla. Dalle nostre parti i più hanno iniziato a conoscerlo nel 2009, quando saltava nel video di “Warp”, bomba da club realizzata con The Bloody Beetroots. Ma Dim Mak, la sua label, Aoki l’ha fondata nel lontanissimo 1996. L’etichetta ha appena celebrato il suo ventesimo compleanno al SxSW, mega festival che ogni anno porta ad Austin, Texas, molto del meglio che la scena musicale americana può offrire. Sono 12 anni, mica uno, che Aoki fa festa e rumore coi suoi fan qui e non solo al Tomorrowland o nei club del pianeta. Il “fenomeno Steve Aoki”, infatti, è prima di tutto a stelle e strisce. Suona ovviamente in tutto il mondo e quest’estate è atteso al PopFest di Gallipoli, l’Ibiza Italiana, ma il suo palcoscenico ideale sembra Las Vegas, dove infatti suona più o meno due volte al mese. Nel suo successo, come in quello di tanti show americani, la musica è solo una componente, quel che conta davvero (e davvero fa incassare) è lo show. Certo, non produce solo hit: l’ultimo singolo “Can’t Go Home”, prodotto con Felix Jaehn e cantato Adam Lambert forse non lascerà il segno. Ma non si può chiedere tutto ad Aoki. Il suo lavoro di frontman sorridente del circo dell’EDM lo interpreta alla perfezione. Se chi si vanta di occuparsi solo di rinnovare sound e musica fosse altrettanto bravo balleremmo molto meglio. AFTER EIGHT WORLD CONSOLE Danilo Seclì Samuele Sartini È probabilmente il dj più rappresentativo della sua terra, il Salento. Resident al Samsara, non guarda gli altri dj dal piedistallo della sua fama e spesso collabora con musicisti veri, come Sergio Sylvestre e Gabriele Bandini. Il suo sound mette insieme tutto ciò che fa saltare e che ha dentro almeno un po’ di melodia. Fa ballare i top club italiani con un sound house molto personale. Ha remixato brani di super dj come Calvin Harris, Roger Sanchez, Paul Van Dyk, Armin Van Buuren. Avicii, addirittura, per la versione vocal della sua “Seek Bromance” ha usalto la voce di “Love U Seek”, un brano di Sartini. Il suo nuovo singolo è “When the Sun goes Down”. Thorn È uno dei pochi veri performer italiani. Con la sua voce, i suoi slogan (tipo: illumina!) e la sua presenza scenica, fa scatenare e mette il sorriso. Baffi, occhiali da sole, capelli biondo platino, giacche sartoriali luccicanti, Thorn, più che il solito vocalist, è un pagliaccio, una maschera di carnevale, un attore. Ed è pure molto bravo a comunicare. ipnotiche, forse, arriva all’inizio del 2011, con un album concettuale come “Play it Loud”. Al contrario di quel che dice il titolo, è un disco che fa emozionare anche in cuffia, a basso volume, e per questo si differenzia dalla gran parte della musica da ballo che gira intorno. È che da sempre la sua elettronica respira. Una volta entrati nel groove è molto difficile uscirne. Qualche volta l’artista campano esagera: nel maggio 2015 ha suonato per 24 ore al Sunwaves Festival di Mamaia (Romania). Ma il suo sound è ormai dedicato ai tutti gli appassionati di clubbing, non certo solo ai puristi della techno più ‘muscolare’. Nei suoi dj set non mancano brani minimal, ma spesso appaiono come per magia voci e ritmi che arrivano dritti da dischi funk, house e soul. Nel nostro paese Carola suona ormai pochissimo. I suoi dj set da queste parti (il 21 maggio è all’Atlantico di Roma, il 9 luglio è al Kappa FuturFestival di Torino) sono ormai eventi. A differenza di troppi altri colleghi, Marco è anche un talent scout e i dj che supporta sono soprattutto italiani. Silvie Loto, dj dal sound sofisticato e dolce, e Leon, talento che spesso lo affianca ai party Music On, si sarebbero probabilmente affermati comunque, ma grazie a lui l’hanno fatto prima e meglio. Pure il campano Joseph Capriati, che ormai non ne avrebbe bisogno, scrive orgogliosamente nella sua bio che suona con Marco dal 2012. Il legame tra Napoli e techno, anzi tra Napoli e ritmo è viscerale. Parte da ben prima di Carosone, continua con artisti come Pino Daniele e non finirà quando la scena techno sarà storia. Una cosa però è sicura: oggi l’artista napoletano più ballato al mondo si chiama Caròla (si pronuncia così) e suona elettronica, mica tarantelle. Unico artista italiano sul palco del Coachella, mitico festival californiano, il dj napoletano da diversi anni fa ballare il mondo a ritmo di techno. di Lorenzo Tiezzi Il suo party Music On prende vita ogni settimana d’estate all’Amnesia di Ibiza ed è uno dei successi più consolidati dell’Isla blanca. Lo stesso evento il dj campano l’ha portato pure a Miami, a Londra, a New York, a Parigi. Come dire, il ruolo di ambasciatore globale della techno sembra proprio calzargli a pennello. Nel settembre dello scorso anno ha celebrato 25 anni di una carriera priva di compromessi musicali. Qualche anno fa, quando l’elettronica si stava in qualche modo addolcendo, lui spingeva forte a suon di lavatrici. La svolta verso sonorità più P di Lorenzo Tiezzi er godersi un party house ci vogliono privé e champagne, per un po’ di buona techno bastano una console ed un muro di casse. Con questa doppia c (casse & console) si balla per ore, anche sotto la pioggia, fino al mattino. Ecco condensato in due righe l’amore viscerale che Joseph Capriati ha per la sua elettronica. Orgoglioso della sua indipendenza e del fatto di essere cresciuto pian piano, contando soprattutto sulle proprie forze, non è più un giovane artista in ascesa nella scena del clubbing. Anche se a volte in console sembra emozionarsi ancora, è, con Marco Carola, uno degli dj italiani di maggior successo nel mondo. Tra le sue influenze cita Kraftwerk, Mika Vaino, Phil Kieran, Alex Under… e soprattutto Rino Cerrone e Markantonio, storici dj campani. Il locale gli ha dato una direzione precisa nella vita, è l’Old River Park di Limatola (NA), dove dagli anni ‘90 ad oggi la scena napoletana è cresciuta a dismisura, party dopo party. Ma il suo sound è soprattutto internazionale ed il continuo supporto di dj come Richie Hawtin, Magda e Paco Osuna lo dimostrano. A differenza di Carola, per fortuna, suona spesso in Italia: il 14 maggio è al Tenax di Firenze, il 4 giugno allo Shade Festival di Bergamo. TODD TERRY IS IN THE HOUSE Andrea Belli & Max Bondino hanno incontrato Todd Terry per 105 InDaKlubb History, un’icona dell’universo House Music; cinque generazioni di dj, infatti, devono ringraziare questo “ragazzo” di Brooklyn e il suo genio. A lui si deve l’invenzione di suoni che sono diventati più espressivi delle parole. Sono passati una trentina di anni da quando Todd Terry iniziò a farsi conoscere a New York, attirando l’attenzione di figure importanti, come quella di Louie Vega, che al giovane Todd diede spazio nei locali più importanti della Grande Mela, dove lui suonava da resident. “È stato importante, ha creduto in me fin dall’inizio” ricorda Terry. Sono passati molti anni, e dopo un lungo periodo in cui la musica dance sembrava aver perso l’attenzione verso le canzoni vere e proprie, negli ultimi anni la melodia sembra essere tornata al centro della house music. “Bisogna sempre innovare, evolvere, ma allo stesso tempo conservare l’anima che ha dato vita al movimento, capace di rinnovarsi sempre grazie alle contaminazioni”, commenta Todd. Come quella matrice funky con elementi old school che si mischiano a sound più moderni, che distinguono da sempre il suo stile. La grandezza di Todd, infatti, si comprende ascoltando le sue prime produzioni. È stato in grado di inventare nuovi mondi e suoni, che ancora oggi ritroviamo nei generi più ‘alla moda’. Ha costruito delle fondamenta sulle quali è stato costruito tutto il movimento house. Non è un caso che consideri “A day in a life” il pezzo di cui va più fiero; per la scelta dei suoni, il modo in cui sample e melodie diverse funzionano tra loro, in pratica la costruzione perfetta del groove. Un altro pezzo di grande successo nella carriera di Todd è senza dubbio il remix nel 1994 di “Missing” dei Everything But The Girl, brano che solo dopo essere passato per le sue mani ebbe un successo mostruoso in ogni angolo del pianeta; “È merito della bellezza della canzone; è bastato rispettarla senza stravolgerla, perché gli elementi erano già tutti lì. Serviva dargli credibilità e un po’ di BPM”, commenta Todd, dimostrando grande umiltà. Nato nel mondo dell’hip hop, prima di divenire un pioniere della house music, ha dato vita a quello che sarebbe diventato il movimento hip house, che unisce due generi diversi ma molto affini. Da quell’intuizione, sono nati brani mitici come “I’ll house you”, rap firmato nel 1988 dai Jungle Brothers che ha come base il brano “Can you party” di Terry. Venendo al presente e al futuro, Todd continua a produrre musica di qualità, e vede nell’anarchia che vige oggi nel mondo della musica un’opportunità, non solo per le nuove leve: “Non essendoci regole, ci sono meno limiti alla sperimentazione, e ognuno può creare il proprio stile senza interferenze. Il consiglio è di essere originali e mettere in giro il proprio sound, non quello degli altri”, suggerisce Todd. Ascolta la musica e l’intervista a Todd Terry sulla pagina Mixcloud di 105InDaKlubb. FESTIVAL ESTATE 2016 Locus Festival Locorotondo, dal 15/07 al 7/08 locusfestival.it / FB: locusfestival Uno dei festival più all’avanguardia. Musica, arte e design. Quest’anno il tema è “Space in the place”. Nomi confermati: Kamasi Washington, Dj Premier & The Badder, Floating Points. Proposte di clubbing ed elettronica con Locus Future Sound, in location come il Mavù. Rock in Roma Circo Massimo, 2 e 3 luglio rockinroma.com / FB: rockinroma Senza dubbio uno degli eventi più attesi dell’estate, basta dare un’occhiata alla line up: Bruce Springsteen, David Gilmour, Iron Maiden, Duran Duran, Skunk Anansie, Nightwish, G3, Slayer; e per la parte italiana: Afterhours, I Cani, Salmo… solo per citarne alcuni. A Night Like This Chiaverano (TO), 15 e 16 luglio anightlikethisfestival.com FB: ANightLikeThisFestival Un festival che negli anni si è guadagnato la fama di fucina di nuovi talenti, giunto alla quinta edizione. Nella line up nomi di spicco del panorama internazionale, come The Temper Trap e Jacco Gardner. Sul palco sono attese più di 30 band. Carroponte Sesto S. Giovanni (MI), dal 3/06 al 8/09 - carroponte.org FB: carroponte Torna il festival organizzato da Arci Milano, che punta alle 500.000 presenze, nei 100 giorni di programmazione. Tre palchi con artisti come: Limp Bizkit, Daniele Silvestri, New York Ska Jazz Ensemble, Dinosaur JR, Nina Kraviz, e tanti altri. Sherwood Festival Padova, dal 8/06 al 16/07 sherwood.it/festival FB: festival.sherwood Torna la rassegna padovana di musica e cultura. Sul palco il giusto mix di generi musicali, con artisti italiani e internazionali: Fatboy Slim, Subsonica, Tre Allegri Ragazzi Morti, Ministri, Clementino, Colle Der Fomento, e tanti altri. Si fapresto a dire Sonar La ricetta sembra semplice: musica elettronica, divertimento, una città aperta e affascinante come Barcellona, delle line up sempre più gigantesche, spettacoli di folla che si autoalimentano nel crescere anno dopo anno. Che ci vuole, in fondo? Il Sonar lo puoi fare tu! Anche se non stai a Barcellona! In fondo ci sei stato, e se non ci sei stato l’hai comunque capito… FESTIVAL ESTATE 2016 Market Sound Milano, da 4/06 a 7/08 estathemarketsound.it FB: marketsound Seconda edizione per questo festival di street food e smart entertainment. Grande spazio alla musica di qualità con nomi come Neil Young, The Chemical Brothers, Offspring, Pennywise, Good Riddance, Bad Religion, Slayer, Afterhours, e tanti altri. TOdays Festival Torino, 26-27-28 agosto todaysfestival.com FB: TOdaysfestival Dopo il successo dell’anno scorso, torna questa tre giorni torinese all’insegna di musica e arte. Tra gli artisti che si esibiranno, mentre scriviamo, spiccano i nomi di M83, John Carpenter, The Jesus and Mary Chain. di Damir Ivic Oggi è diventato perfino troppo facile citarlo: “Ah, il Sonar...”. Vale per chi ci va (tra le 80.000 e le 120.000 persone di media negli ultimi dieci appuntamenti). Vale per chi ci vorrebbe andare. Vale per molta gente, magari dell’ambiente, che vuole appropriarsi del successo del Sonar – della serie “Visto? La musica elettronica funziona” o “Visto? La musica elettronica è cultura” – oppure, meglio ancora, pensa di emularne le gesta, e pensa che in fondo non sia difficile farlo. No. Le cose non sono così semplici. E questa è una lezione che il mondo dei promoter italiani legati all’elettronica e/o ai grande eventi culturali dovrebbe imparare un po’ meglio. Per molto, troppo tempo il modello industriale dell’intrattenimento legato alla musica dance si è basato in Italia su algoritmi molto semplici, molto lineari. Ovvero: capire quali sono i nomi che funzionano bene, capire quali sono i nomi che funzionano meglio, capire quali attirano uno sparuto cespuglio di nerd sfigati che sanno molto di musica ma consumano poco al bar, capire quali quelli che invece ordinano a destra e manca e portano ventate di euforia ed edonismo in discoteca. Il corto circuito definitivo si è avuto quando il circuito più tradizionale delle discoteche ha cominciato ad attingere dall’immaginario underground, berlinese, minimal techno. Da un lato è stato il trionfo apparente della club culture: quella che era dance di ricerca, oscura e minimale, improvvisamente diventava la colonna sonora per gli eventi in grado di fare grandi numeri e di attirare folle variegate, non legate strettamente alla nicchia di super-appassionati. Tutto bello? Tutti contenti? Per nulla. Perché in questo modo le acque si sono confuse. Troppo. Non c’è nulla di male ad avere un approccio “commer- ciale” nei confronti dell’universo dance. Non c’è nulla di male a gestire un posto e a pensare, prima di tutto, alla massimizzazione degli investimenti e dei fatturati. Si possono anche scegliere vie intermedie, attenzione: pensare a fare un discorso in parte culturale (dove è più importante l’idea e lo è meno la redditività) in parte commerciale, tentando di creare un equilibrio virtuoso e sostenibile tra queste due componenti. Si può fare. Anzi, questa “intermedia” è forse la via migliore, oggi come oggi, e magari a breve spiegheremo perché. Quello che non si può fare è spacciare mele per pere, e susine per ananas. Quello che non si può fare è credere che un festival sofisticato come il Sonar sia alla portata di tutti: basta raccogliere act in line up come si faceva un tempo con le figurine Panini al bar e coi compagni delle elementari – più la paghetta che ti passavano i genitori era alta, più avevi la possibilità di terminare prima degli altri l’Almanacco. Il Sonar è nato come un festival molto piccolo (la pri- Sponz Fest Calitri (AV), dal 22 al 28 agosto sponzfest.it FB: sponzfest Quarta edizione del festival diretto da Vinico Capossela. Anche quest’anno decine di ospiti tra musicisti, artisti, scrittori, poeti, registi, attori animeranno l’Alta Irpinia. Non mancherà il concerto/ evento di Vinicio Capossela. Home Festival Treviso, dal 1 al 4 settembre homefestival.eu FB: HomeFestivalOfficial Settima edizione per il festival trevigiano. Grande entusiasmo per un’edizione che promette scintille, con una line up che tra gli altri vede la presenza di Editors, Salmo, Ambroise & The Shengen Clan, 2ManyDjs, Il teatro degli Orrori, Enter Shikari. ma edizione fece numeri ridicoli, da sagra di microprovincia in un weekend di pioggia). Il Sonar è nato e cresciuto su una competenza feroce dei suoi fondatori e del team che l’ha portato avanti negli anni. Ogni minima scelta è stata calibrata, ogni minima scelta era funzionale a un progetto complessivo e a un ideale etico-estetico ben definito nel DNA del festival. È questo il segreto del suo successo. Certo, Barcellona; certo, il divertimento; certo, la capacità della musica elettronica di aggregare e fare festa; ma il Sonar è davvero qualcosa di particolare. Apparentemente è un festival di musica elettronica come ce ne sono tanti oggi, solo leggermente più sperimentale (ma nemmeno troppo...) nella sua parte diurna. In realtà dietro al Sonar c’è un’idea molto forte: c’era dal giorno uno, c’è ancora adesso, ed è un’idea che si è costruita su una grande competenza di base. Quella competenza – qualche volta perfino eccessiva – che ti porta a guardare con sospetto se non con odio tutte le scorciatoie commerciali, tutti i trucchi per massimizzare i profitti. Quella competenza anche “antipatica”, ai confini dello snob, ma questo perché sa di essere profonda, ragionata, sudata, ben ponderata. Una competenza, però, che ha compreso una verità molto importante: parafrasando uno spot ormai leggendario (con colonna sonora di Aphex Twin – un artista che per il pubblico sonariano è un’icona), “la competenza è nulla senza comunicatività”. E la comunicatività la ottieni ragionando sull’incrocio geometrico tra le tue passioni e gli interessi del tuo potenziale pubblico, sull’interazione tra la cultura che vorresti e la cultura che vorrebbe te. Insomma: un gioco sofisticato. Molto, molto e ancora molto lontano dal “Prendo questi nomi, vanno forte, i conti alla fine dovrebbero tornare”; molto più vicino invece a “Perché questi nomi vanno forte? Prendendoli, quanto mi snaturo? Quali nomi vorrei che andassero forte? Quali non andranno particolarmente bene, ma aiuteranno a mantenere alto e qualificato il mio profilo presso i cultori della materia di cui anche io mi occupo?”. Come vedete, due cose molto diverse. Lo accennavamo prima: siamo in un periodo storico in cui è opportuno osare e uscire dagli schemi molto più di prima. Catturare il pubblico è più difficile: c’è la crisi economica, certo, ma ci sono anche e soprattutto i mille stimoli del web, che attraggono, distraggono, portano la gente ad avere il mondo “in casa” e non “là fuori”, interagendo con persone, luoghi, baristi, code, parcheggi difficili da trovare; ma questi stessi stimoli servono d’altro canto anche ad aprire la mente, ad avere molte più persone con gusti variegati, con l’abitudine a togliersi delle curiosità, a non accontentarsi della pappa pronta della vecchia civiltà televisiva, tre canali Rai tre Mediaset il resto televendita e 144 notturni, quella cosa lì. Il mondo si è Just Music Festival Roma, dal 9/06 al 26/07 justmusicfestival.it FB: JustMusicFestival Dieci live d’eccezione per un evento di musica pop, elettronica, blues. La line up è di grande spessore: Jean Michel Jarre, Disclosure, Public Enemy, Rosin Murphy, Travis, St. Germain, Massive Attack, James Morrison, Carl Cox, Public Enemy. fatto più complesso, più elastico, più sfaccettato; c’è chi ha paura di questa complessità e gommosità, e si rifugia nelle cose più banali, mainstream e condivise, ma ci sono altrettante persone che non hanno paura a cercare la diversità, l’evoluzione, il pensiero sofisticato (...poi magari anche loro nel loro piccolo diventano moda e/o diventano gregge, ma qui il discorso diventerebbe troppo sottile e, paradossalmente, al tempo stesso troppo ampio). Quindi, il punto è: è il momento adatto per provare a replicare il modello del Sonar, quello che intreccia ricerca, competenza e voglia comunque di fare qualcosa che stia in piedi – e bene – imprenditorialmente. Ma appunto: il modello è questo, è sofisticato, non è immediato, non è semplice, non si basa solo su addizioni ma anche su sottrazioni, divisioni, equazioni di secondo grado. Per fare il Sonar non bastano i grandi nomi, i nomi di successo. Anzi: il Sonar è un modello tale per cui avere solo i grandi nomi sarebbe dannoso, allontanerebbe un sacco di pubblico affezionato, inizierebbe ad essere la fin del festival. Quel festival indicato da tutti gli operatori del mondo della notte, più o meno con cognizione di causa, come una storia bella, vincente, da prendere come esempio, da tenere come fiore all’occhiello per il mondo della dance e della musica elettronica. Fatelo, ma se lo fate, sinceratevi prima di aver studiato a modo, di aver approfondito l’argomento. È un avvertimento pedante, noioso, saccente? Chissà. Di sicuro, per capire la dinamica delle cose, è un avvertimento necessario. SONAR Creato nel 1994, Sonar è il Festival di musica elettronica, live media e arte multimediale che ogni anno si svolge a Barcellona nel mese di giugno. L’edizione 2016 si terrà dal 16 al 18 giugno. Il programma musicale prevede oltre 150 performance, comprese le esibizioni di artisti del calibro di Jean-Michel Jarre, Anohni, James Blake, New Order, Oneohtrix Point Never, Santigold, Fatboy Slim, Four Tet 7 hours set, Jackmaster, Flume, A-Trak, Kerri Chandler, Kenny Dope, Jamie Woon, John Grant, John Talabot, Kelela, Ben UFO b2b Helena Hauff, King Midas Sound + Fennesz, Kode9 x Lawrence Lek, Laurent Garnier 7 hours set, Matias Aguayo, Richie Hawtin, Roots Manuva, Skepta, e tanti altri. Info: sonar.es FB: SonarFestivalOfficialPage Q Jonas Blue uando si ascolta una hit di successo viene da pensare “chissà quanto ci avrà messo quell’artista a trovare la base musicale e la voce perfetta per quella base”, quell’alchimia che distingue i grandi successi. Nel caso di “Fast Car” di Jonas Blue, remix del celebre brano di Tracy Chapman, tutto è avvenuto invece in maniera rapidissima: “Erano anni che pensavo a una versione remixata di questa canzone, ma non avevo avuto il coraggio di mettere le mani su un brano così classico. Poi, nell’estate del 2015, ho sentito un’ispirazione così grande, che ho iniziato a lavorarci, e in una sola notte ho preparato la base musicale. Una settimana dopo, insieme al mio manager abbiamo scoperto per caso Dakota, che stava cantando in un pub di Londra; il giorno dopo è venuta in studio a registrare, e la canzone era pratica- di Sergio Brambilla mente pronta”, ricorda Jonas. Un brano che in poco tempo è diventato una hit in tutto il mondo. “Se non ricordo male era il periodo di Natale, quando ho iniziato a ricevere mail dai componenti del mio team, entusiasti per come il brano stesse a dir poco spopolando su Spotify... così è iniziato un fenomeno che in poco tempo è diventato globale”. Il successo di “Fast Car” è dovuto in buona parte al suo sound melodico, che rispecchia lo stile dei dj set di Jonas Blue, “Quando mi esibisco, per me è sempre importante avere una canzone che colpisca il mio pubblico. Qualcosa che venga ricordato”, commenta Jonas. E il pubblico che ascolta questo dj e producer londinese dal vivo ora è decisamente aumentato: “Suonare in un’arena davanti a 10.000 persone è incredibile, mi dà un feeling mai sentito prima”. Ispirato da grandi dj e producer, Vodka The Mediterranean way come Calvin Harris, Jonas Blue ha suonato - ancor prima del successo di “Fast Car” - in alcuni dei migliori club del mondo, compresi i luoghi sacri della club music londinese: “Il Ministry of Sound è ancora uno dei migliori club al mondo, così come il Fabric. Questi locali, ai quali aggiungerei l’Egg, sono una garanzia per una notte all’insegna della grande musica. Ci sono tanti locali interessanti a Londra, ma questi sono quelli storici”, suggerisce Jonas a chi volesse divertirsi per una sera a Londra. E a chi volesse intraprendere la carriera del dj, ecco un altro utile consiglio: “Essere dj per me non è mai stato una questione di soldi, di politica o roba del genere; si tratta di suonare bella musica e vedere la reazione che la tua musica provoca nel pubblico, di qualsiasi età. Chi fa musica deve essere se stesso, mostrare il proprio sound e la propria personalità”. AFTER EIGHT WORLD SOUNDTRACK EleNoir Sound Designer per grandi eventi di musica e spettacolo, oltre che Dj dal ritmo elegante ma sempre divertente. Ama i generi Deep e Tech House, ma tra un brano e l’altro può suonare anche musica elettronica. Dj resident e coreografa nelle sedi di Riccione e Milano del Club Pepenero. della tua giornata Trend ti consiglia 3 album, perfetti per 3 momenti della tua giornata. di Aldo Pacciolla Ore 24: buona notte… Giorgiennes Bombino Ray Lamontagne C’è chi ama svegliarsi lentamente con il suono di una carezza, chi per buttarsi giù dal letto ha bisogno di sonori schiaffoni. Che tu sia un diesel o un benzina, in questo disco c’è la soluzione ad entrambe le esigenze. “La Giusta Distanza” è un disco rock diretto, immediato, forte e urgente, ma capace allo stesso tempo di suonare intimo nella sostanza. D’altronde Giorgie, leader della band, ha poco più di vent’anni e a quell’età si è estremi nell’esprimere gli stati d’animo; così come nell’approccio al suono, soprattutto se la tua passione sono le chitarre. E in questo disco di chitarre ruggenti ce ne sono a bordate, così come a catinelle piovono in un flusso di coscienza parole che sanno di dolce inquietudine. Potente e graffiante, da vera rocker navigata, è anche la voce di Giorgie. Un’ugola che a tratti esplora i territori dell’urlo liberatorio, perché a vent’anni quando si ama si ama forte, e quando ci si incazza si sfascia tutto. Punto. Il disco “sveglia” del mese è stato registrato presso EDAC Studio a Fino Mornasco (vicino Como) da Davide Lasala (Edda, Dellera, Nic Cester dei Jet, Bocephus King) che dell’album ne è produttore, arrangiatore, e si è occupato del missaggio, oltre che aver suonato tutte le chitarre e pianoforti nel disco. Pausa caffè, ti affacci dalla finestra del tuo ufficio e il sole caldo di maggio ti accarezza il viso. Vorresti essere altrove e sogni mondi lontani, ma tra un’ora hai la riunione con il tuo capo, già seduto sbraitante nel suo ufficio ad attenderti per il cazziatone settimanale. Il nuovo album di Bombino non ti salverà dai guai in arrivo, ma per un’oretta, con questo disco in cuffia, li dimenticherai. “Azel” è il successore di “Nomad” del 2013, che con la produzione di Dan Auerbach dei Black Keys aveva fatto conoscere il Jimi Hendrix d’Africa in tutto il Pianeta. In questo terzo album in studio, il desert blues di Bombino, fortemente influenzato dai virtuosismi chitarristici Hendrixiani, si concede una ulteriore evoluzione musicale e stilistica, miscelando in modo ancora più netto la sua Africa al tocco occidentale. L’ascolto fa partire i pensieri verso un Mondo in cui quell’integrazione oggi così difficile da immaginare, è possibile. Stella del desert blues, Bombino è nato e cresciuto in Niger, ad Agadez, nel nord dell’Africa, nella tribù dei Tuareg Ifoghas, che lotta da secoli contro il colonialismo e l’imposizione dell’Islam più severo. Nella sua lingua nativa, il Tamasheq, la parola Azel ha diversi significati: oltre ad essere il nome di un piccolo villaggio del Niger cui Bombino è particolarmente legato, significa soprattutto radici e, al tempo stesso, rami di un albero. Sesto album in studio di Ray Lamontagne, prodotto con Jim James dei My Morning Jacket, e ascoltando il lavoro ci sorge il dubbio che quest’ultimo abbia piazzato di nascosto un acido nel caffè del nostro. Sì, perché il Lamontagne di questo disco è quasi irriconoscibile, in positivo. Che fosse uno dei più bravi cantautori moderni dediti al recupero del folk di maniera è risaputo, ma ritrovarlo in composizioni dal sapore pinkfloydiano spiazza non poco. Del vecchio Lamontagne restano gli arrangiamenti curatissimi, per il resto l’approccio stilistico è di un altro pianeta. Insomma, dimenticate il folk e la polvere delle strade americane, qua quella che vola è polvere di stelle. I suoni dell’album rimandano alla psichedelia dei ’70, con chitarre dilatate e notturne, per un vero e proprio viaggione ideale sulla luna. “Another day” e “A murmuration of starlings” sembrano pezzi usciti direttamente dalla chitarra di un David Gilmour ispiratissimo, “The changing man” sembra frutto di uno scontro tra un brano di Neil Young e un meteorite che, canticchiando i Beatles, si è schiantato sulla terra, esplodendo in forma canzone. Tutto l’album corre sul filo di una malinconia latente, quella che ti prende spesso nel momento in cui ti trovi solo con te stesso e con i pensieri ad attenderti sul cuscino, e l’etereo desiderio di addormentarti per risvegliarti nello spazio. C’è chi ama svegliarsi lentamente con il suono di una carezza, chi per buttarsi giù dal letto ha bisogno di sonori schiaffoni. Un album che non ti salverà dai guai in arrivo, ma per un’oretta, con questo disco nelle cuffie, usciranno dai tuoi pensieri. Suoni che rimandano alla psichedelia dei ’70, con chitarre dilatate e notturne, per un vero e proprio viaggione ideale sulla luna. Ouroboros (RCA – CD) di Aldo Pacciolla artista che li mette d’accordo è Bon Iver: “Ma adoriamo e ci ispiriamo anche ai Sigur Ròs, Jack Garatt. Per l’elettronica a John Hopkins, Moderat e Apparat”. Riferimenti che poco sembrano calzare con il mondo dei talent, eppure la band riminese proprio grazie a X Factor ha avuto la spinta verso il successo: “È una scuola che nessun altro può frequentare se non chi vi partecipa, perché hai a che fare con i professionisti migliori che ci sono nel panorama musicale internazionale e italiano. I contro: ti devi prestare a degli aspetti televisivi che non a tutti i musicisti interessano. Noi abbiamo lottato tanto per mantenere la nostra identità, per non diventare altro. Non vuol dire essere chiusi ma sapere chi sei e non accontentare la produzione per ottenere risultati nell’immediato”. “Aside” è il risultato del loro lavoro, che, separato dal pregiudizio che può scaturire la partecipazione ad un programma televisivo, suona come una piacevole amalgama di componenti elettroniche, classiche ed ambient per una formula sonora realmente innovativa e unica nel nostro paese: una firma musicale che guarda decisamente all’estero. Un EP di 5 tracce anticipate dal singolo “Get By”. Non è un caso la scelta del titolo, come ci spiega Gianluca, “abbiamo in serbo un altro EP con altre cinque tracce. ‘Aside’ si può leggere anche come ‘prima parte’”. La band sarà in giro per promuovere l’EP, un disco che vi invitiamo ad ascoltare, perché se è vero che la partecipazione ad un talent per una band può essere sinonimo di popolarità, è vero anche che ci vuole del coraggio a portare un genere così poco televisivo ad un pubblico non molto abituato a certi suoni: “La nostra scommessa era fare arrivare al grande pubblico un genere che in Italia non è tra gli ascolti comuni, invece all’estero riempie palazzetti e stadi”. E allora forza, diamo fiducia ai ragazzi. La meritano. shop at oxs.it Ore 16: pausa caffè… LANDLORD L’ #oxslife Ore 8: il risveglio… Azel (Partisan Records) Il suo suono unisce house e deep house, con grandi melodie. I suoi dj set si distinguono per tecnica ed energia. Resident al Peter Pan di Riccione - dove si esibisce una volta al mese insieme a David Morales - il suo maestro ha suonato in tutto il mondo: Milano, Ibiza, New York, Miami, Parigi, Mykonos, Montecarlo... Ballerina sincro e vocalist, Ladyross Vodkalist ha aperto concerti di Vasco Rossi, ballato in video musicali e lavorato nei più importanti network radiofonici e televisivi italiani. Indimenticabili le sue performance a Ibiza e Formentera, dove tra l’altro si è esibita al Pineta Club e al Bananas & Co. La colonna sonora La giusta distanza (Woodworm/Audioglobe) Mattway Ladyross EVERYDAYLIFE Barcelona INTERVISTA ANGELO BONELLO Trascorre i suoi primi 25 anni in un percorso di scoperta della natura, delle culture e dell’arte. Esplora foreste, scala catene montuose e si avventura in varie città, tra Parigi, Mosca, Barcellona, Città del Messico, Rio de Janeiro. Elabora una capacità visiva e una cifra stilistica basata sullo stravolgimento dimensionale dello spazio scenico e del paesaggio. Nel 1997 si stabilisce a Roma e fonda con Alberta Nunziante Kitonb; ad oggi ha creato e diretto oltre 150 diversi spettacoli ed eventi artistici in 300 città. KITONB Kitonb nasce nel 1998 dall’incontro tra Angelo Bonello e Alberta Nunziante. Entrambi attivi performer, inziano un percorso di sperimentazione sulla danza aerea e sulla spettacolarizzazione della performance artistica. Dopo alcuni anni, hanno lasciato il palco per dedicarsi completamente all’ideazione e produzione di spettacoli. Dalla collaborazione con Fabrizio Minasi, iniziata nel 2005, Kitonb diventa laboratorio di progetti ed eventi spettacolari, che hanno emozionato milioni di persone in tutto il mondo. ANGELO BONELLO DALLE DISCOTECHE ALLA CONQUISTA DEL MONDO Abbiamo incontrato Angelo Bonello, president e concept creator di Kitonb Project, progetto nato come compagnia di teatro estremo e che oggi si dedica all’ideazione e alla produzione di spettacoli in tutto il mondo. Un esempio di successo e creatività, che è iniziato all’interno delle discoteche italiane tra la fine degli anni ‘90 e l’inizio del nuovo millennio. INTERVISTA CARILLON Uno spettacolo di teatro urbano che è stato presentato in 200 città nel mondo. Al centro della scena un grande parallelepipedo metallico rotante, attraversato da un intreccio di 600 m di funi elastiche, dal quale si sviluppa il percorso coreografico e acrobatico dei danzatori. Uno spettacolo che coinvolge lo spettatore a 360°, con macchine sceniche e scenografie volanti. Un sofosticato disegno di luci raccorda tutta l’opera nelle diverse cromie, e conduce lo spettatore attraverso un viaggio onirico. Parlaci del tuo background, cosa facevi prima di dar vita al progetto Kitonb? Io vengo dalla strada. A inizio anni Novanta ho passato cinque anni in giro per il mondo, dormendo nei boschi senza avere una fissa dimora. Ho girato tutta Europa, imparando tante cose. Ho iniziato suonando il clarinetto per strada, poi ho scoperto in Germania e Francia la giocoleria e il nuovo circo, che proprio in quel periodo stava nascendo. Io mi allenavo dalle 8 alle 10 ore al giorno come giocoliere, e nel giro di qualche settimana ho iniziato a essere bravo su certi esercizi. Così ho deciso di andare avanti. C’è stato un luogo in particolare che ti ha ispirato in quel periodo della tua vita? Ho passato molto tempo nei centri sociali spagnoli, dove c’era un gran fermento. Negli anni ‘90 la Spagna LUXOMETRO Un’opera temporanea di arte ambientale, realizzata in occasione della Notte Bianca 2006. La struttura del più grande dei quattro Gazometri di Roma è diventata una scultura di luce mediante l’applicazione, lungo lo sviluppo del suo “corpo metallico”, di più di 10 Km di fibra luminosa continua, composta da oltre un milione di diodi LED, sincronizzati al ritmo della musica. L’installazione ha stravolto il panorama urbano e la sua percezione abituale. Si calcola che sia stata vista da oltre 2 milioni di persone. costantemente cose nuove. Col tempo mi sono strutturato sempre di più, reinvestendo il guadagno nella mia attività, cosa che faccio tutt’ora. È stata un’espansione progressiva, con le persone che contano, quelle che ho incontrato lungo il cammino, e che hanno creduto in me. Dopo le discoteche, quali progetti hai affrontato? Dopo l’esperienza delle discoteche ho iniziato a strutturarmi meglio anche dal punto di vista del marketing e della vendita. Mi sono proposto per eventi corporate, con altri tipi di budget. Si è trattato di un grande salto in termini di capacità di organizzare progetti più complessi. Da lì ho iniziato ad attirare l’interesse di alcuni programmi televisivi; parliamo del periodo tra il 1999 e il 2002. In particolare, ricordo uno speciale di Rai 1 sul Museo delle ferrovie di Napoli, per il quale abbiamo A inizio anni Novanta ho passato cinque anni in giro per il mondo, dormendo nei boschi senza avere una fissa dimora. Ho girato tutta Europa suonando in strada il clarinetto... stava vivendo una sorta di rigurgito neo hippy, e Barcellona ne era l’epicentro. Molti viaggiatori si riunivano in città, artisti di strada riempivano le Ramblas e poi ci si incontrava tutti a Plaza del Sol, dove si chiacchierava e si progettava il futuro. Quell’esperienza mi ha permesso di conoscere personaggi importanti, come La Fura dels Baus. Con loro ho fatto alcuni laboratori, spettacoli in capannoni dove il teatro punk veniva contaminato da danze butoh; di solito si finiva con l’essere impiastrati di farina e terra, circondati da auto in fiamme. Come sei finito a lavorare nelle discoteche italiane? Quando nel 1995 sono tornato in Italia, ho continuato a lavorare come artista di strada, ma più affermato perché nel frattempo ero diventato bravo. In Italia nessuno faceva il giocoliere come me, e alcune discoteche hanno iniziato a chiamarmi tramite agenzie di amici e conoscenti. Così ho cominciato a fare serate in discoteche, e ho capito che c’era un potenziale, perché quel ambiente aveva una grande voglia di novità, di qualcosa che non si era ancora visto. Io avevo tante idee che non si erano mai viste, e ho pensato che quello fosse il luogo giusto dove sperimentarle. Alcune delle mie idee, infatti, erano un po’ azzardate per quel tempo, e non avevo ancora la credibilità necessaria per garantirne la realizzazione. Il mondo delle discoteche era un po’ più elastico. La chiave è stata l’idea di trasformare l’orizzontalità del punto di vista dello spettatore in verticalità. C’è stata un’esperienza in discoteca che ti ricordi in particolare? Un progetto importante è stato quello alla discoteca Millennya di Cassino. Era da un po’ di tempo che avevo in mente di utilizzare delle gru nei miei spettacoli. Il proprietario del locale mi disse che la gru l’avrebbe trovata lui, per cui organizzammo una performance al limite del rischio, sperimentando l’utilizzo delle gru per la prima volta. Fu un passaggio molto importante per il mio lavoro, perché da lì ho poi sviluppato una serie di progetti dove le altezze hanno avuto un ruolo fondamentale. Quanto è stato importante il lavoro nelle discoteche per i tuoi progetti? Il successo degli spettacoli in discoteca è stato il motore che ha messo in moto tutta la macchina di collaboratori, che ci ha permesso di acquistare attrezzature, affittare spazi e sperimentare nuovi spettacoli. La discoteca è stata una palestra che mi è servita anche per i lavori successivi, per i grandi eventi, perché nei locali non potevi proporre sempre la stessa cosa, dovevi inventare curato la direzione artistica delle messe in scena. Dopo quell’esperienza ho conosciuto Antonello Venditti, che ci ha chiesto di spettacolarizzare un suo concerto al FilaForum di Assago; sono seguiti altri concerti di Venditti e, sempre con lui, un’esperienza al Festival di Sanremo. Come è nato il progetto del Gasometro di Roma? Io vengo dalla pittura, e ho avuto la fortuna di studiare con maestri importanti, come Antonio Carena, Pietro Gilardi e Antonio Manfredi. Loro mi hanno dato gli strumenti per poter capire l’arte figurativa. Contemporaneamente ai progetti di teatro urbano, ho portato avanti una serie di pensieri che andavano più nella direzione dell’installazione contemporanea. Così, nel 2005, mi venne l’idea di creare un’installazione di land art a Roma, sul Gazometro della capitale. Ne parlai con Giovanna Marinelli, direttore dell’Ufficio Cultura del Comune di Roma; sia lei che il sindaco Veltroni ne rimasero entusiasti. Alla fine, il progetto prese vita nel 2006, ed ebbi solo tre mesi per organizzare tutto; un tempo brevissimo, se si pensa che al tempo i led non esistevano in Italia e dovetti far costruire il tubo a led necessario per l’installazione luminosa in Cina. Fu un successo enorme, con servizi su tutti i TG e perfino la CNN. Fu un punto di svolta di Kitonb come marchio, che portò credibilità e molte committenze importanti. Dopo quell’esperienza ho girato il mondo per una serie di eventi e di festival. Oggi, quali progetti porta avanti Kitonb? Oggi vivo un periodo di cambiamento, ho deciso di investire sulle mie migliori idee. A causa della crisi, ho snellito un po’ la struttura. Sto investendo più su me stesso come artista, purificandomi un po’ da quello che è stato il cedere la mia creatività per soddisfare esigenze di altri. Voglio realizzare progetti miei che poi altri compreranno, come sta già accadendo. Parallelamente a questo processo di artista puro, con installazioni come quella per l’Amsterdam Light Festival, procede il processo di evoluzione che ci ha portato a essere sempre più studio di progettazione. Creiamo eventi di cui curiamo la direzione artistica, come i tanti spettacoli che abbiamo fatto in Cina. E dell’esperienza a Italia’s Got Talent, cosa ci dici? Quella di direttore artistico di Italia’s Got Talent è un’esperienza interessante, che mi ha fatto scoprire un mondo nuovo. Prima in televisione venivo chiamato come ospite, ora lavorarci da dentro come autore è diverso. Ci sono logiche diverse da considerare, per me nuove, che con con il gruppo di lavoro ho approfondito. AFTER EIGHT WORLD MIR Ciuffo Marco Cavax Uno di quei dj che ha reso il clubbing italiano ciò che è oggi, contribuendo al successo di locali definiti templi della musica house. Il suo stile e il suo suono si sono evoluti nel corso degli anni, mantenendo però quella ricercatezza che lo allontana dall’essere mainstream. È ideatore della one night solo al Peter Pan di Riccione. Sfornata da poco una traccia con il featuring niente meno che di Snoop Dogg & Leiner, per tutto l’inverno è stato impegnato dalla Sicilia al Trentino. Questa estate sarà la domenica al Papeete Beach, e il martedì al Banana & Co di Formentera. Nel frattempo, è in arrivo un nuovo singolo con un altro importante feat. Nello Simioli Dj, Art Director e Produttore Discografico, esperto marketing manager della night life, e giornalista specializzato in Clubbing e House Music. Quest’estate sarà responsabile artistico e guest dj al Club Pepero di Porto Cervo, e al Phi Beach di Baia Sardinia; e come direttore creativo e marketing manager al GAMF 2016. Il MIR di Rimini inaugura la notte Solomun Anni di attesa e finalmente dalle ceneri del vecchio S.i.b. nasce un nuovo happening. L’appuntamento per gli addetti ai lavori, curiosi e protagonisti della notte ritrova la sua collocazione 2.0. Signori in carrozza. Si parte. di Massimo Cominotto Uno sguardo sul futuro Abbiamo chiesto a Marco Borroni, ideatore DEL MiR e del MiF, perché questo evento nasce proprio in questo periodo e quali siano gli obiettivi. M usic Inside Rimini ha solide radici nel passato ma guarda dritto al futuro. Oggi non si parla più solo di clubbing, ma anche di dj che riempiono stadi e di festival che richiamano più di 200 mila persone a ogni edizione. E la musica è sempre più legata al concetto di live e di esperienza da toccare con mano e vivere in modo attivo. MIR è la manifestazione che mancava per rappresentare finalmente l’intero mondo della musica e dello spettacolo dal vivo, in tutte le sue principali sfaccettature. Una manifestazione che per la prima volta apre le porte contemporaneamente agli operatori professionali, interessati alle tecnologie più innovative, e al grande pubblico che potrà incontrare i propri artisti di riferimento, i dj internazionali e scoprire tante novità e tendenze legate alla musica che più li appassiona. In un periodo come questo, appena prima della stagione balneare in cui si definiscono i trend dell’estate. Pur essendo alla prima edizione c’è già molta attesa per il format innovativo proposto da Music inside Rimini. Con i dj internazionali di Music inside Festival riuniti in una line up che lo posiziona da subito tra i principali festival europei di musica elettronica. La Fun Clubbing Zone laboratorio della nuova cultura elettronica e il warm up di Linecheck per conoscere il dietro le quinte dei grandi eventi live italiani e internazionali. E con gli artisti più interessanti della nuova canzone d’autore italiana di Music Inside Art – Il Villaggio delle arti che si contaminano con altre espressioni creative, dall’arte contemporanea al fumetto. Con le novità della Technology Expo e gli spettacoli del LIVE Technology Show in cui la tecnologia darà spettacolo su otto palchi con musica dal vivo supportata da luci, audio, visual e attrezzature di ultima generazione. Per non parlare degli eventi sul territorio, dove il ritmo è parte integrante del vivere e l’intrattenimento è un elemento identitario, fa parte del dna, è vitalità, capacità di aggregare. MIR è una fiera per tutti e ognuno avrà la possibilità di seguire la propria passione vivendo esperienze dinamiche e interattive. Nina Kravitz Len Faki Ok, ma su cosa si gioca la novità, dove sta il quid? Il vero polo di attrazione sarà il Music Inside Art – Il Villaggio delle Arti, una sorta di festival in cui i protagonisti della musica interagiranno con quelli dell’arte contemporanea, la Fun Clubbing Zone l’opificio della nuova cultura elettronica, e MiF - Music inside Festival che riunirà buona parte del gotha del deejaying internazionale. Ma andiamo a vedere cosa propone il festival: sabato 7 maggio un gradevole tour dj tra Jamies Jones, Margot, Sven Vath, Kollektiv Turmstrasse live, Lehar, Lenfaky, Marco Effe, Ralf, Cw/A, Solomun, Tale of Us, Undercatt, Flavio Vecchi. Si parte alle 16 per chiudere alle 4 e a seguire nella migliore tradizione anni ’90 un after da celebrarsi al Peter Pan di Riccione sino ad oltranza. La domenica si replica con un’altra line up da paura: Villalobos, Ilario Alicante, Nina Kravitz e molti altri nomi noti nel circuito ibizienco. Dopo la chiusura notturna la musica continuerà in una secret location con ospiti a sorpresa. Non so cosa ci si possa aspettare, certo che le nuove generazioni non avranno parametri di confronto con il vecchio happening (che a onore del vero, nelle ultime edizioni è stato straziante). Sarà difficile ricreare le stesse emozioni e soprattutto lo stesso interesse economico nel campo della notte. Curioso che i mega eventi a differenza degli anni passati non vengano realizzati nei club ma in un apposito spazio allestito nella fiera. Non è un mistero che i club ormai da qualche tempo abbiano perso il loro smalto a vantaggio di grandi eventi-contenitore e la figura del dj sia ormai stata completamente sostituita dal personaggio – producer. Di certo non mancheremo a questa coraggiosa ri-edizione fornendo tutto l’entusiasmo di cui siamo capaci e ricordando con un poco di orgoglio che il nostro illustre antenato DiscOteC (primo ed unico mensile sul mondo notturno) qualche merito nella storia del miglior mondo della notte se la merita di certo. Sven Vath C’era una volta il SIB, un appuntamento imperdibile che nei primi giorni di marzo negli antichi anni ’90 animava per un fine settimana la stagione “morta” riccionese. I locali per l’occasione erano aperti tutte le sere, Cocoricò, Pascià, Prince, Echoes, Peter Pan, Cellophane, Paradiso… Era la “fiera della discoteca” con la sua fiumana di personaggi improbabili travestiti da sabato sera, animatori, dj’s, splendide ballerine e poi ancora tutto di più. Aziende di arredo d’avanguardia, tecnologia audio e luci, negozi di vinili (!!!) perché questo era la disco degli anni ’90. Ok sono passati decenni da allora, anni luce. Il mondo è cambiato un poco che dite? Quest’anno, dopo una serie di tentativi andati a vuoto, o addirittura abortiti sul nascere, sembra la volta buona. I club e il mondo superstite delle luci colorate avrà la sua sagra. Dal 7 al 9 maggio il M.I.R. cercherà di riprendere quella centralità che anni fa era appartenuta al defunto S.I.B. Con lo slogan di Innovation, Technology, Light, Sound & more si giocherà la sfida per riportare un pizzico di interesse nel mondo notturno e soprattutto tributare quella Rimini che anticamente, molto anticamente, è stata capitale mondiale della disco. Cuore b2b di Music Inside Rimini sarà l’area Technology Expo & Live con le nuove linee dei grandi marchi Luci e Laser (pad A5) e delle firme più prestigiose del mondo Audio e Video Equipment (pad C5). Percorso che troverà il suo naturale coronamento nell’ampia area Live Technology Show (pad C1, C3, A1, A3), allestita in collaborazione con Live You Play e DOC Servizi, con i suoi otto palchi in cui sistemi e attrezzature professionali saranno a disposizione dei visitatori per dare spettacolo in tutta la loro versatilità, come in ogni sound check che si rispetti prima di un concerto in uno stadio, arena, palazzetto o teatro. MARCO BORRONI Riminese doc, una laurea in giurisprudenza e un percorso in Rimini Fiera che comincia nel 2004 come membro del Consiglio di Amministrazione, incarico riconfermato fino al 2010. Si occupa di relazioni e marketing territoriale, per manifestazioni come RiminiWellness e SportDance, eventi di riferimento del mondo wellness e della danza sportiva. Gli anni dieci iniziano con il progetto SportDays, seguito dal lancio di RNB Basket Festival, in partnership tra Rimini Fiera e Lega Nazionale Pallacanestro. Attualmente è ideatore e project manager di Music Inside Rimini e Music Inside Festival. FUORI MIR HOTEL COMMODORE Hotel Derby Exclusive HOTEL Piazzale Azzarita 3 – Riccione (RN) Da mezzo secolo l’Hotel Commodore è al servizio dei suoi ospiti. L’hotel è stato ristrutturato completamente negli ultimi anni, in particolare la hall che è stata completamente rifatta nel 2015. Il ristorante panoramico al 5° piano regala emozioni uniche. Una vista meravigliosa su tutta la costa, con un panorama magico che va dal promontorio di Gabicce fino alla spiaggia di Rimini. A pranzo ammiri il mare, a cena i tuoi occhi si perdono tra le mille luci della Riviera che si mischiano a quelle delle stelle. viale 2° Traversa a mare 27 – Milano Marittima (RA) Un’ isola di squisita bellezza a due passi dalla boutique dello shopping, offre comfort unici di qualità, in un ambiente completamente rinnovato dallo stile moderno e ricercato. Gode, inoltre, della vicinanza dei centri Sportivi e Benessere più esclusivi della riviera quali il Circolo Tennis, l’ Adriatic Golf Club di Cervia, il Centro “Terme di Cervia”, e il Centro Velico. Ha ottenuto riconoscimenti Nazionali e Internazionali da: Legambiente, Royal awards for substainability, Ecolabel, per la sostenibilità ambientale. Tra tradizione e avanguardia VIALE CECCARINI In occasione del MIR, vogliamo rendere omaggio ad alcune delle realtà più interessanti di uno dei luoghi più di tendenza di tutta la Riviera romagnola, viale Ceccarini a Riccione. viale Ceccarini 69 viale Ceccarini 107 Tra i locali storici e più rinomati della Perla Verde. Luogo perfetto per feste ed eventi, e per chi ama le atmosfere glamour. BLUE BAR CAFFé via Dante 36 Situato a pochi metri da Viale Ceccarini, la storia del Ristorante Cristallo inizia nel 1987. La presenza dello Chef Pasquale Ferraro, ha permesso di raggiungere livellidi alta cucina, nel perfetto connubio tra tradizione locale, fantasia e innovazione. Uno dei luoghi preferiti da vip e celebrità. loriblu.com Nel cuore di Viale Ceccarini, un luogo dall’atmosfera elegante e riservata, impreziosito dalla cordialità di Elio Tognoni. VICTOR PUB viale Ceccarini 90 Una delle prime pizzerie di Riccione, negli anni ‘50, si distingue per l’ambiente elegante e familiare, perfetto per incontri di lavoro, banchetti e cene. connubio tra tradizione locale, fantasia e innovazione. Uno dei luoghi preferiti da vip e celebrità. CRISTALLO viale Ceccarini 84 DIANA Uno dei locali storici di Viale Ceccarini, fin dagli anni ‘60 luogo di incontro per personaggi del mondo dello spettacolo. Dopo il restyling ad opera della famiglia Ottaviani, oggi si distingue per la cucina tradizionale romagnola e la professionalità dello staff. CANASTA viale Ceccarini ang. via Virgilio 17 Non lontano da viale Ceccarini, sorge questo concept store storico di Riccione. Inaugurato nel 1996, al suo interno i trova abbigliamento uomo e donna, scarpe, libri, occhiali, hi-tech, oltre a un bar e spazi dedicati alla pittura e la fotografia.per la cucina tradizionale romagnola e la professionalità dello staff. BLOCK 60 AFTER EIGHT GUIDE Tendenza = Essere se stessi DJ, performer, PR, gestori e proprietari di locali… chi meglio di loro può dire quali sIAno le tendenze che oggi si notano di più nel mondo della notte (e non solo)? Trend ha chiesto ad alcuni amici, professionisti del settore, di dire la propria su ciò che oggi “fa tendenza”; le risposte sono state “condizionate” dai luoghi di lavoro e dalle città in cui vivono, ma su di una cosa pare si possa essere tutti d’accordo: oggi far tendenza vuol dire essere se stessi, seguire sempre e solo il proprio stile! Milano è fantastica feste di moda e design a tutte le ore Leonardo Dionigi Imprenditore – Ha creato e sviluppato il marchio Pepenero, brand che rappresenta non solo il Club, ma anche uno “stile di vita”. Conosciuto come “il Capitano”, collabora con programmi TV, giornali ed eventi. Cos’ha di trendy la tua professione: molti penserebbero sia il casting delle Peperine, ma in realtà io amo di più la parte creativa; il mio lavoro è regalare agli adulti una serata da bambini. Come definiresti la vita notturna della tua città: io vivo in due città. Riccione è completamente in fase di riprogettazione, la Capitale del divertimento Italiana tornerà presto a dettare tendenza. Milano, se sei nel giro, è fantastica: feste di moda e design a tutte le ore; se non conosci non vali. Quali sono le realtà più trendy in questo momento: per quanto riguarda i club, mi piace molto il Qi, che riesce ad essere chic e trasgressivo allo stesso tempo, con scenografie da urlo e Corpo di Ballo sempre preparato. Se dovessi dire cosa è trendy in generale, forse pagare l’ingresso in discoteca. Cosa cambieresti, cosa manca alla vita notturna della tua città: alla città forse non manca niente, di locali da ballo ce ne sono molti. Io cambierei la mentalità di tutti noi…un po’ meno Social e un po’ più Real Life, e divertimento Live. Ricordo un giorno meraviglioso con la mia ragazza al Ushuaia Ibiza, dove da perfetti sconosciuti abbiamo ballato davanti al palco per 6 ore di seguito. Di sera dove consiglieresti di andare: di sera consiglio di uscire di casa, di non rinchiudersi al computer. Io spesso salto l’aperitivo, anche se mi piace gustare finger food e cocktail ascoltando un buon dj. Ristorante, discoteca e poi, solo per i migliori, il finale piccante al Pepenero, club in cui prima dell’alba arrivano tutti gli operatori del divertimento notturno: proprietari di locali, direttori artistici, pr, ballerine, dj... un po’ come la canzone di Jovanotti “La gente della notte”; una selezione di buona musica house, l’ultimo drink davanti alle performance sexy delle Peperine, che sui tacchi alti lanciano le ultime provocazioni, l’ultimo ricordo di una notte vissuta al massimo. AFTER EIGHT GUIDE MODA BEVERAGE TENDENZE Parlando di moda, un nome che ritorna spesso è quello di Marcelo Burlon; partito dal mondo del clubbing, dove ha fatto conoscere le t-shirt autoprodotte, in breve tempo è diventato uno dei brand preferiti non solo dai clubber. Oggi ha un’azienda che fattura circa 20 milioni di euro l’anno, e distribuisce in quasi 500 negozi in tutto il mondo. Un altro stilista molto amato dal mondo della notte è il tedesco Philipp Plein; i suoi capi sono tra i preferiti di vip e celebrità di tutto il mondo, e le presentazioni delle sue collezioni sono degli eventi imperdibili per il jet set. vedo in forte crescita i party privati nelle hall degli hotel di lusso Ale Big Mama Organizzatore di eventi – I format di Big Mama Production animano le serate al Fellini di Pogliano Milanese, Victory Morgana Bay di Sanremo, Pineta di Milano Marittima, Country Club di Porto Rotondo. Descrivi te stesso: un tipo strano, estremamente estroverso e testardo, uno di quelli che non riesce mai a stare fermo! Provo un odio sfrenato verso le cose banali e le routine; infine, diffido da chi non crede che la propria vita si possa modellare in base ai propri gusti ed interessi. La tua professione è trendy perché: mi sono creato una professione a mia immagine e somiglianza, in cui decido tutto io dalla A alla Z, senza imposizioni: dagli orari di lavoro agli obiettivi da prepormi, dai metodi lavorativi ai collaboratori di cui avvalermi. Insomma è una sfida tra me e me che porta alla continua ricerca del miglioramento e della voglia di superare i propri limiti. È un lavoro “trendy” in quanto il Clubbing ha da sempre quell’alone ‘modaiolo’ agli occhi delle masse; quell’intreccio tra moda ed intrattenimento, tra ciò che è fashion e ciò che è di tendenza. Descrivi la vita notturna della tua città: io vivo a Casale Monferrato, una piccola città in provincia di Alessandria. La Marco Tiraferri PR e organizzatore di eventi – Romagnolo doc, vive tra Romagna e Sudamerica. La passione per il mondo della notte lo porta a gestire oggi, insieme ai fratelli Buffagni, il Peter Pan e la Villa delle Rose di Riccione. Descriviti: chi mi conosce, mi definisce diretto, coerente, poco incline ai compromessi... e anche un po’ stronzo. Cos’ha di trendy la tua professione: la mia professione permette di esprimersi, crea rapporti continui con persone diverse; quindi, dà grandi possibilità di migliorarsi personalmente sotto tutti i punti di vista. La cosa più trendy credo sia la possibilità di avere sempre sogni da poter realizzare, e poter sognare credo sia la vera benzina che permette ad un essere umano di spingersi sempre oltre. Come descriveresti la vita notturna della Riviera in questo momento storico: in continua evoluzione. La riviera romagnola è sempre stata all’avanguardia sia a livello di strutture ricettive legate al mondo della notte, sia a livello di programmazione artistica. Ritengo che nonostante il paese non stia attraversando da alcuni anni un periodo generalmente felice, l’offerta sia sempre di primissima qualità, sia a livello artistico, sia dal punto di vista dei club che hanno investito sempre tanto nelle strutture. Cocktail, liquori, birre... che cosa va più di moda oggi nei locali italiani? Se parliamo di beverage, ci sono due sono i prodotti che vengono chiesti più di altri all’interno dei club italiani (e non solo): vodka e champagne. La vodka, in particolare, viene utilizzata per cocktail, come il Moscow Mule, o con l’aggiunta di un ingrediente, come nel caso della vodka Redbull e vodka lemon. Lo champagne resta un must per la clientela che ama sedersi al tavolo, e il marchio Dom Perignon è ancora tra i preferiti. vita notturna è pressoché asintotica allo “zero”; non esiste da circa un decennio una discoteca in città, e di quei localini classificati come “discobar” ce ne sono pochissimi e anche quei pochissimi offrono poco o niente ai giovani. Le realtà più trendy in questo momento: a livello nazionale, credo che facciano moda quei Club che negli anni hanno saputo mantenere alto il livello della loro offerta, quelli che non hanno come obiettivo primario il “guadagnare” ingordamente a discapito della qualità! Oltre ai Club, vedo in forte crescita i “festini”, sempre più frequenti nelle hall degli hotel di lusso o nei centri polifunzionali (Spa e Circoli Sportivi). Il pubblico (soprattutto quello modaiolo) percepisce queste location come “non convenzionali” o “atipiche”. Le tendenze che noti maggiormente in questo momento: come brand d’abbigliamento, Marcelo Burlon. A livello di cocktail, non ce n’è uno che in questo periodo abbia un “boom” di richieste… Trovo che sempre più gente chieda “cocktail particolari”, insomma non i classici, ma i più ricercati. A livello di bottiglie per la clientela “tavolara”, ci troviamo senza ombra di dubbio di fronte allo stradominio di Vodka Belvedere a livello di super-alcoolico e di Dom Perignon a livello di Champagne. Le caratteristiche che distinguono una persona o un luogo di tendenza: l’originalità senz’altro è l’elemento che maggiormente caratterizza una persona o una location di tendenza. Per essere tale, un club deve offrire cose diverse da quelli che sono gli standard del mercato. Deve esserci una mente che in primis abbia idee innovative rispetto ai competitors, idee visionarie che permettano di essere pionieri o precursori di ogni singola moda o tendenza! Quali realtà sono più di tendenza in questo momento: ci sono tante realtà che stanno facendo molto bene, direi che si è migliorato molto il livello in tutti i settori negli ultimi anni. Si può scegliere tra ristoranti esclusivi e concept food senza servizio, tra il lusso di aperitivi in viale Ceccarini o la magia della spiaggia al tramonto.. Direi proprio che un turista non ha che l’imbarazzo della scelta. Ovviamente parlassi di club potrei risultare “di parte” :) Cosa cambieresti: non credo di poter dire che manchi qualcosa all’offerta notturna della riviera; personalmente ho un grande sogno, che ovviamente non ti svelerò mai per scaramanzia… Quali sono le tendenze che noti di più in questo periodo: personalmente ho notato un cambiamento radicale nelle tendenze e nei gusti; mi sembra si sia passati generalmente ad un low profile su tutto: abbigliamento, auto, modo di divertirsi… generalmente vedo le persone proporsi in modo più semplice e meno “articolato” rispetto a qualche anno fa. Quali caratteristiche distinguono una persona o un luogo di tendenza: definire un luogo o una persona di “tendenza” di per sé è una cosa molto superficiale; ti posso dire che il mio sentirmi di tendenza sta nel fatto che non mi pongo mai il problema di ciò che pensano gli altri, bensì di essere molto critico con me stesso ed essere felice. Credo che oggi essere di tendenza significa essere realmente felici. Le strutture della RIVIERA ROMAGNOLA sonosempre AVANTI AFTER EIGHT GUIDE AUTO LOCATION Il mondo della notte viene spesso associato ad auto di lusso, marchi irraggiungibili per la massa, per lo più abbinati a celebrità del mondo dello sport e dello spettacolo. Ma non tutti sono calciatori, e per questo l’auto più di tendenza tra i frequentatori della nightlife è la Mini, che sa unire design e praticità; una qualità da non disdegnare quando si gira per locali all’interno di una grande città. Molto apprezzata anche la Jeep Renegade Sport. MI HAnnO colpito le feste del fuori salone e di pitti IMMAGINE Oltre ai club storici, e quelli in ascesa, chi vive il mondo della notte (e non solo) apprezza molto gli eventi che vengono organizzati durante grandi manifestazioni, come il Salone del Mobile a Milano e il Pitti Immagine a Firenze. Tra i luoghi che sono diventati di tendenza ci sono i rooftop di Milano, città che negli ultimi anni è diventata sempre più verticale. Terrazze con vista sullo skyline milanese ospitano meravigliosi giardini dove si può mangiare, bere e passare momenti di vero relax. Gino Zarelli Public Relation – Collaboratore del Pepero di Porto Cervo e Cortina, ma conosciuto e afferamto PR in tutta Italia. Descriviti: intraprendente e simpatico. Che cos’è la tendenza oggi: credo possa definirsi trendy stare al passo con i tempi che, anche se mutano, mantengono alcune priorità, come rendere speciale il tempo libero delle persone. Stare bene, divertirsi e ottimizzare al me- glio il tempo libero. Quali sono le realtà più di tendenza: durante l’inverno appena terminato, è stato trendy sicuramente il Pepero di Cortina, e questa estate lo sarà il Pepero di Porto Cervo; punterei anche sul Mr Charlie di Lignano Sabbiadoro. Mi hanno colpito anche tutte le attività del Fuori Salone di Milano e il Pitti Immagine a Firenze. Si tratta di avvenimenti che assumono dimensioni importanti, perché legati ad eventi importanti. Consigli per una serata al top: in un club, anche se la serata perfetta, secondo me, dovrebbe iniziare con l’aperitivo, proseguire con la cena e poi terminare al club. Quali sono le tendenze che noti maggiormente in questo momento: ogni periodo storico ha alcune tendenze che spopolano. In questo momento noto che se parte una tendenza coinvolge tutto il sistema a catena. Ora come ora sta andando forte nei locali un drink a base di vodka che si chiama Moscow Mule. Da tenere in considerazione. Quali caratteristiche distinguono una persona o un luogo di tendenza: credo che sia il modo di porsi originale a caratterizzare i cosiddetti “trendsetter”, che a loro volta danno un’impronta ai luoghi che frequentano. Un locale di tendenza non deve mai prescindere dal buon gusto e dalla professionalità. Un altro aspetto per me fondamentale è la qualità: i drink e la musica devono essere di alto livello. Fondamentale. A milano adoro gli aperitivi nei sempre più numerosi rooftop Manuela gallo Performer e modella – Con la sua bellezza ha conquistato il pubblico della notte, a Ibiza se la contendono i club più importanti, ma anche stilisti e Playboy, che l’ha voluta per la copertina dell’edizione italiana. Descriviti: la mia professione mi ha permesso di diventare una vera cittadina del mondo... ho potuto vivere al massimo diverse città e paesi, imparare una lingua nuova e collaborare con stilisti e scenografi di fama mondiale. Come descriveresti la vita notturna della tua città: io sono di Caraglio, vicino a Cuneo. Lì la vita notturna è piuttosto contenuta, anche se negli ultimi anni sono nate realtà veramente all’avanguardia come ad esempio il Metropolis Disco, che ha saputo ricreare format simili a quelli che puoi trovare in altre città in cui ho vissuto: la magica Ibiza, la Milano fashion e l’eterna Roma. Quali sono le realtà più di tendenza in questo momento: nei club l’attenzione si sta spostando nettamente verso i grandi Dj, che ormai sono considerate delle vere Pop Star. Infatti, migliaia di persone as- sistono ai loro spettacoli, ormai simili a veri propri concerti. Che cosa cambieresti nella vita notturna della tua città: non solo nella mia città, ma più in generale in Italia, mi piacerebbe che si tornasse all’attenzione e alla cura dei dettagli, soprattutto nel settore degli show e delle performace, che purtroppo con la forte crisi sono venuti a mancare. Consigli per la sera: personalmente, a Milano adoro gli aperitivi nei diversi rooftop, ormai sempre più numerosi e in voga. Prediligo la cucina italiana, e i ristorantini tipici della città in cui mi trovo. La notte consiglio invece di passarla solo nei best club con buona musica, buona gente e atmosfera magica. Quali sono le tendenze che noti di più in questo momento: il trend è dettato sempre più spesso da quello che vediamo tutti i giorni sul web, sui social, postato dai vari influencer. Mi piace osservare come si veste la mia diva preferita, o scegliere dove passare la serata grazie alle recensioni sul miglior ristorante o locale della città. Quali caratteristiche distinguono una persona o un luogo di tendenza: la versatilità, il buon gusto e la ricerca di ritorno al passato. LE NOTTI DI NAPOLI SONO SPECIALI Ciro Barone Blogger – Suo l’hashtag #napolimlike che spopola sui social media, soprattutto Facebook. Cos’ha di speciale la tua professione: il fatto che non mi lega a nessuno, se non al mio istinto e alle mie capacità. Cos’ha di speciale la tua città: Napoli è speciale, soprattutto di notte, perché si gira in tranquillità, puoi bere ovunque così come mangiare, ed è sempre abbastanza affollata. Le realtà più di tendenza in questo momento: di belle realtà ce ne sono diverse che regnano da anni, ma una particolarmente trendy è un locale al Vomero di nome Archivio Storico, dove si può mangiare da Dio e bere drink particolarmente buoni. Poi, un locale dove viene rappresentata la massima napoletanità, con foto e altro che ricordano il Regno delle due Sicilie, Il Nostro Regno. Cosa cambieresti nella vita notturna della tua città: aggiungerei qualche locale e mi piacerebbe vedere più gente in giro, anche a inizio settimana. Aperitivo, cena, dopo cena a Napoli: diciamo che dipende dal clima. Se c’è Sole, vi consiglio di fare l’aperitivo con taralli e birra seduti su un muretto di via Partenope, lasciandovi trasportare dalla maestosità del nostro golfo; andare a cena da Tufò in via Posillipo, per assaggiare la tipica cucina napoletana, e poi di corsa al Club Partenopeo e restarci fino all alba. Tendenze che hai notato in questo periodo: nei vestiti noto che si è tornati ai jeans stretti, scarpetta e t-shirt (per la mia gioia). Per quanto riguarda i drink, credo che si sia raggiunto un livello altissimo, perché ormai i migliori locali ti offrono solo drink mixology. Se guardo alle auto, grazie a chi ci amministra sono ritornate le utilitarie e qualche piccola sportiva. Cosa distingue una persona di tendenza: per essere trendy bisogna seguire sempre e solo il proprio stile, ragionare con la propria personalità e mai seguire la massa. AFTER EIGHT GUIDE A firenze sono tornati importanti eventi techno e house Roma è folle glamaour e senza senso Niccolò Armaroli Imprenditore – Gestore e Direttore Artistico della discoteca YAB di Firenze dal 2003. Organizzatore di feste, per esempo durante Pitti Immagine, e di party molto esclusivi. Cos’ha di trendy la tua professione: è in continua evoluzione; è una professione eclettica. Diciamo che mi sento un trendsetter. Come definiresti la vita notturna di Firenze: per anni Firenze è stata la capitale della moda e della trasgressione, ultimamente manca un “ricambio generazionale” in città, ma sono fiducioso. Consigli per una sera a Firenze: ci sono molti locali e club, oltre che discobar. Ultimamente sono tornati in città eventi techno e house importanti, con dj set con guest di livello internazionale. Cosa cambieresti alla vita notturna di Firenze: manca la volontà di “rischiare”! Inoltre, essendo una città d’arte con milioni di turisti, il nostro settore non è la priorità delle istituzioni che non prendono in considerazione la possibilità di “sperimentare” qualcosa di nuovo. Aperitivo, cena e club: aperitivo all’Odeon bistro, Colle Bereto o Donnini, che sono tutti in centro; cena al ristorante Neromo, Cestello (per il pesce), 13 Gobi; musica e ballo allo YAB o al Downstairs Club, e per le serate techno/house il Tenax, e d’estate il Flo. Kikò Nalli Hair Stylist – Testimonial per le sorelle Kardashian, stilista per Rai 2 nel programma Detto Fatto. Cos’ha di trendy la tua professione: tutto e niente. Come definiresti la vita notturna della tua città, Roma: folle, glamour e senza senso. Quali sono le realtà più di tendenza in questo momento: come locale l’Os Club, come serata l’apericena. Cosa manca alla vita notturna della tua città: nulla, c’è tutto. Quali sono le tendenze che noti maggiormente in questo momento: come drink, la vodka Redbull e la vodka lemon; nel vestiario, giubbotti di pelle, risvoltini e pantaloni a zampa di elefante; praticamente è tornata la moda anni 70. Se parliamo di auto, Smart e Mini. Cosa distingue una persona o un luogo di tendenza: le persone oramai non si distinguono più; per me sono tutte fotocopie, e lo stesso vale per i luoghi. NAPOLI come RIO Dario Guida Dj e Producer – Il suo sound ha le radici nella house, ma con influenze elettro e deep, sempre in continua evoluzione. Apprezzato per il suo carisma e il modo in cui riesce a coinvolgere il pubblico durante un suo dj set. Parlaci di te: eclettico, creativo, curioso, coinvolgente, dallo stile inconfondibile; cerco di trasmettere passione ed adrenalina, di far sognare ed emozionare; sono sempre in continua evoluzione musicale. Sono sempre alla ricerca di nuovi stimoli e obiettivi, mi distinguo anche per il mio carisma e per la mia estrosità, oltre che per il modo coinvolgente di stare dietro la console, sfidando canoni e pregiudizi. Cosa rende “trendy” la tua professione: l’opportunità d incontrare gente, partecipare ad eventi mondani, party esclusivi ed essere protagonista. Un tempo la professione del dj era riconosciuta ed apprezzata solo dal fruitore del mondo della notte, oggi no; oggi il dj fa tendenza, lo cercano, lo vogliono e lo esaltano. Negli anni ‘90 i calciatori erano trendy, dall’inizio del nuovo millennio il dj è trendy; la moda le grandi griffe vogliono sempre incontrare la musica, bella musica e look vanno d’accordo, e quando uno stilista affermato di fama mondiale ha una featuring con un dj, cosa c’è di più trendy? Come definiresti la scena notturna della tua città, Napoli: un po’ piatta. Da qualche anno, per effetto della crisi e per mancanza di idee, si è avuta una involuzione del nightclubbing, ma credo che sia un problema generale. Di solito si dice che quando si tocca il fondo c’è sempre la risalita, noi dj regaliamo emozioni e sogni, quindi bisogna necessariamente essere ottimisti! Quali sono le realtà più di tendenza in questo momento: da Rosolino il format “giovedì al cubo” è sicuramente la realtà più forte e trendy del momento. Una cena spettacolo con la collaborazione di artisti e vocalist internazionali, come club lo Snob e la Mela sono sempre sulla cresta dell’onda; disco bar e winebar Cantine Sociali la fanno da padrone. Cosa cambieresti della nightlife della tua città: sicuramente l’ubicazione dei discobar, togliendoli dal centro e posizionandoli sul lungomare; una città come Napoli meriterebbe più visibilità internazionale, con le regate di vela e gli internazionali di tennis che regolarmente si svolgono su via Caracciolo, sarebbe fantastico vivere Napoli città sul mare come Barcellona oppure Rio . Per la vita notturna, regolamenterei ad alternanza l’a- pertura di determinati giorni tra i club, così da poter permettere a tutti di lavorare, e di creare una sinergia tra i proprietari imprenditori, ma mi rendo conto che la mia idea è un’utopia, forse un giorno ci arriveremo. Aperitivo, cena, dopo cena: la mia mappa tour consigliata è aperitivo alle Cantine Sociali, cena a La Garçonne, serata clubbing a scelta tra La Mela, Lo Snob, il Joia; se fosse giovedì, sicuramente Rosolino con il format “giovedì al cubo”. Tendenze che stai notando in questo momento: il dress code Dsquared per quelli più tendenziosi e modaioli è sicuramente il più a’ la page; quelli più informali vedono le t-shirt Marcelo Burlon. Noto un’ostentazione nell’imitare l’hair look troppo eccessivo dei calciatori, ma fa moda. Il Rolex non tramonta mai; l’Oyster Perpetual GMT Master II oro giallo fa super tendenza, così come il SUV Jeep Renegade sport. Ho notato per i drink che c’è molta attenzione alla gradazione alcolica, e la scoperta di ingredienti naturali come la barbabietola; nei club, la vodka e lo champagne sono i primi della lista. Quali sono le qualità di una persona di tendenza: rispondo con una frase che mi contraddistingue: per essere insostituibili bisogna essere diversi. Diversi può significare tutto e niente, ma se aggiungi alla diversità la creatività, l’aspirazione e le idee, allora ecco che una persona si eleva rispetto ad un altra, ed un concetto prende forma più velocemente. ELEGANZA NATURALE NaTURaL ELeGaNCe WWW.SCORTESE.IT www.cortesesoftdrink.it made in italy AFTER EIGHT WORLD INCHIEstA Alain Rosetti Da oltre venticinque anni lavora con alcuni dei top club. Si occupa di gestione, organizzazione eventi, ufficio stampa, comunicazione, gestione sponsor. Da anni stabile con la famiglia Buffagni alla Villa delle Rose e Peter Pan. Sempre attento a tutto, è un personaggio di rilievo del settore, rispettato da tutti. Ale Zuber Uno dei party maker più richiesti del nord Italia. Amico di celebrità e diversi artisti internazionali, è un one man show i cui dj-set si distinguono per il suo modo unico e innovativo di mixare black music, come hip hop e reggaeton, con hit del panorama pop. Fondatore del format IAMARICHBITCH, quest’etate al Privilege di Ibiza. Nick Maltese Architetto e designer di interni. Ultime esperienze a Milano al FuoriSalone in TortonaDesignDistrict, con la progettazione dello spazio eventi del MagnaParsSuites, dove ha dato vita alla “Gatsby Mansion House”, un contenitore di design che di notte si trasforma in club; a breve la nascita di un concept innovativo: Pirelli Nove. DIVENTA UN professionistA dell’entertainment 1994 Trend Discotec lancia l’iniziativa “1000 posti di lavoro”, diretta a chi in discoteca non vuole solo divertirsi, ma avere un ruolo da protagonista. A 20 anni di distanza c’è ancora spazio nei locali per persone intraprendenti e motivate. Ma quali sono le caratteristiche che bisogna avere per lavorare in un locale? E, informazione non trascurabile, quanto si guadagna? La nostra inchiesta vi darà le risposte che cercate. A di Lorenzo Tiezzi Ibiza, la serie A, anzi la Champions League del clubbing mondiale, la lenta ma costante rivoluzione che sta riempiendo le disco italiane è già realtà da tempo. Quasi nessuno riesce a ‘riempire i locali’ da solo. Anche superstar come David Guetta non si limitano ai loro dj set. Il lunedì all’Ushuaia (dal 27 giugno), e il giovedì al Pacha (dal 2 giugno) in console c’è il solo Guetta. Ma lo staff dell’ormai celeberrimo party F*** Me I’m Famous lavora tutta la settimana, o meglio tutto l’anno. Più in generale, mentre gli staff dei promoter organizzano e promuovono i diversi party settimanali, quelli guidati dai proprietari delle disco si occupano di tutto il resto, ad esempio del personale, della sicurezza, eccetera. Una one night ha bisogno di grafici, specialisti in social network, talent scout specializzati nello scovare nuovi dj che non costino un capitale, e pure trend setter che riescano a captare le nuove tendenze in ambito nightlife & co. Il ruolo in cui si comincia è di solito quello di PR ‘da strada’: le prime volte si portano gli amici in comitiva, poi quasi senza sforzo ci si ritrova dalla parte degli organizzatori. “Quando il nostro staff si sposta in una nuova città, prima di tutto cerchiamo di capire chi potrebbe meglio rappresentare la nostra festa”, racconta Giovanni Polito di Vida Loca, party hip hop & reggaeton in fortissima ascesa. “Insieme a tanti professionisti dello show business, la nostra crew è formata da ragazze e ragazzi, italiani e non, che abbiano voglia di divertirsi e magari scoprire che la notte può anche diventare un lavoro”. Si può partire da soli, organizzando piccoli eventi in un disco bar, per poi crescere pian piano; oppure, proporsi ai party affermati. In ogni caso, se i guadagni iniziali sono bassi, chi è in grado di ‘spostare’ il pubblico ha sempre un notevole potere. In realtà quella delle one night più che una rivoluzione è un ritorno. Exogroove e New York Bar sono solo un ricordo, ma i martedì di Fidelio Milano fanno ancora muovere a tempo tutto il Nord Italia. Tra show, top dj, party girl mozzafiato e una fau L e star nottambule di questi anni sono i dj e quasi tutti coloro che vogliono lavorare di notte sognano di stare in console. Sembra un sogno davvero facile da raggiungere. Infatti, è difficile capire quanti siano siano bravi top dj come Cristian Marchi e Avicii, Gabry Ponte e Claudio Coccoluto. Si comincia a parlare di gusti musicali, entra in gioco il cuore e si dimentica ciò che è invece subito chiaro, quando guardiamo una performer sul palco o sui cubi di un club: non è un lavoro per tutti. È molto difficile muoversi a tempo con naturalezza ad un certo livello. Occorrono una notevole dose di esibizionismo, un corpo perfetto e una capacità di muoversi degna di un ballerino classico. Un conto è fare il ragazzo o la ragazza immagine: bastano un po’ di sorrisi, qualche saluto e il gioco è fatto. Un altro è far emozionare i frequentatori di un locale con uno sguardo, un movimento, una coreografia in sync con i colleghi. Uno show del collettivo EWS Performers crea meraviglia, perché ballerini e ballerine sanno fare follie. Ormai, nei locali, poi, spesso vanno in scena veri show, musical nottambuli come quelli creati da Ale Big Mama, un art director che coordina squadre di ballerini, performer ed attori. Dal suo nuovo headquarter milanese, mentre comunica a raffica su Facebook, Big Mama crea spettacoli come “Il Mistero degli abissi”, pensato per l’apertura della stagione dello storico Africana Famous Club di Praiano (SA). Lo spettacolo racconta la storia della figlia del Duca na che si trova a suo agio solo qui, si capisce subito il segreto di una festa che dura da oltre quindici anni. Gli organizzatori del Fidelio, il martedì, potrebbero pure andare a letto presto, visto che gestiscono locali ed agenzie di comunicazione tra Milano e Bologna. Ma visto che si divertono ancora parecchio, organizzano feste memorabili. Anche i campani Angels of Love non hanno alcuna intenzione di smettere. Coi loro party quest’estate infiammeranno Napoli, Croazia, Ibiza. “Per noi vivere ogni notte fino al mattino è ancora un bisogno assoluto”, raccontano, sentendosi un’entità collettiva più che un classico team di lavoro. “L’organizzazione conta, ma conta di più non smarrire quel briciolo di follia che ti fa preferire la notte al giorno”. di Amalfi e dei suoi problemi con un mostro marino. La bestia ucciderà la ragazza, la terrà prigioniera, oppure se ne innamorerà? Chi interpreta uno show di questo tipo non può non avere una notevole preparazione. L’estetica ed i costumi aiutano solo fino ad un certo punto. Grandi show con decine di personaggi hanno fatto la fortuna anche del Qi Clubbing di Erbusco, conosciuto dagli addetti ai lavori di tutta Italia per l’impatto dei costumi e dei personaggi coordinati dietro le quinte da Alda Civelli. Qui Marica Rotondo, grande professionista del microfono, grazie alle luci, ai costumi e ad una regia che è degna di quella di un teatro, diventa una creatura da sogno. Non è solo questione di bellezza: è anche una cantante vera (ha recentemente interpretato “Stanotte” con la Al-B.Band) e studia recitazione. “Il nostro è un club da ‘sole’ 1.000 persone, situato tra l’altro in un città di provincia”, racconta Antonio Gregori, 31enne alla guida del Circus beatclub di Brescia. “Anche per noi però i dj da soli non basterebbero di certo. Il nostro duraturo successo credo dipenda anche dall’animazione. Con agenzie e performer collaboriamo da sempre e oggi nei nostri show mettiamo in scena, alternandole, go go girls e ballerine professioniste. Così i nostri clienti non si annoiano mai e si sentono coinvolti”. Per la prossima stagione la novità saranno performance sul dancefloor e sui banconi dei bar del club, per ridurre ancora di più la distanza tra pubblico e protagonisti dello show. AFTER EIGHT WORLD INCHIEstA Ania J Brava cantante, grande artista, Ania J con grande cuore dedica tempo e amore ai cani abbandonati randagi e ai bambini bisognosi. Ama e rispetta la natura e la vita in ogni sua forma. Il suo motto è “Love life, Save life, Respect all!”. è la voce ufficiale di FTV, vocalist del party post show di Fashion Week uomo dello stilista Andrew Mckenzie, è richiesta da dj nazionali e internazionali come Bob Sinclar, Little Louie Vega, Coccoluto, Intralazi, Joe T Vanelli, Dj Poet (Black Eyed Peas). Johanna Martes Vidal Presente nei migliori club d’Italia come vocalist, Johanna Martes ama rappare e scrivere, oltre che cantare. Persona diretta e schietta, è appassionata di psicologia e ipnosi regressiva. Così ha commentato la vittoria ai Dance Music Awards: “Non avrei mai immaginato di vincere i Dance Music Awards, perché c’erano figure molto quotate e gente che si è presentata la stessa sera dicendo che avrebbe vinto; invece con mia grande sorpresa ho vinto io ed è stato molto bello!”. Lavorare di notte, una passione che va al di là del lavoro Alessio Vincitorio ha iniziato a fare il performer negli anni ‘90, ovviamente ad Ibiza. “A quei tempi non esistevano i led e tutte le tecnologie di oggi, eppure io facevo già il robot”, racconta sorridendo. “Col cerone bianco in faccia e uno smoking addosso salivo sui palchi, muovendomi come un mimo che fa breakdance”. Oggi invece è Lightning Man (www.lightningman.it), un robot alto quasi 3 metri con un’armatura di 4.000 led multicolor. Cosa succede nelle performance Lightining Man? Il nostro è uno show. Al completo, siamo un crew composta da cinque robot e dieci ballerini professionisti. Utilizziamo effetti speciali, pistole co2 con effetto ‘freez’, puntatori laser, fontane pirotecniche, cannoni spara coriandoli… e pure un fucile con fuochi traccianti. La preparazione fisica è fondamentale: i ballerini si allenano ogni giorno, chi fa il robot ancora di più. Oltre al peso del costume e della bombola di co2 sulle spalle, bisogna resistere al caldo dell’armatura. Anni fa ci esibivamo soprattutto nelle disco all’aperto. Oggi soprattutto nei festival internazionali. Abbiamo lavorato con Fedde Le Grand, Steve Aoki, Kygo, con dj Italiani come Cristian Marchi, Gabry Ponte, Nari & Milani, Djs From Mars e pure con brand come Porsche, Ferrero e Ducati…. Oggi c’è spazio per chi vuol fare il performer nei locali ai festival e non solo, ma non è facile. Quella di chi lavora di notte è una passione che va oltre il lavoro, una cosa che ti senti dentro e che non sai spiegare. Si parte col talento e la voglia di di farlo vedere, a prescindere se una performance possa avere un futuro lavorativo o meno. Un ballerino professionista ha un cachet che parte da 150 euro a sera, un performer che utilizza mezzi suoi, sostiene costi non indifferenti (il costume, co2, tecnologia, etc), per cui il cachet parte da 200 - 250 euro. Ma ripeto, i soldi non sono la parte principale. Chi fa un lavoro di questo tipo non ha orari, non può avere la febbre, mal di gola, infortuni, festività. Vivi per ciò che hai creato. Le emozioni, e i sacrifici, fanno parte del pacchetto. QI Clubbing Theater, unico Club capace di unire con arte la discoteca e il teatro, offre spettacolari coreografie e serate come il famoso locale parigino, ma in una versione interamente made in Italy. QI, durante l’anno, offre ai suoi ospiti molti spettacoli, unici e caratteristici; ogni spettacolo è unico. Lo spettatore resta meravigliato dall’atmosfera e la magia che lo avvolgono. Alta professionalità, coreografie e costumi creati ad arte, effetti visivi sorprendenti, un corpo da ballo composto da ballerine professioniste, accompagnato da acrobati e performer provenienti da tutto il mondo, sono la garanzia di una serata sorprendente e indimenticabile. Gli show sono dei veri musical, che prendono vita sia sul palco della storica sede del Qi, sia sui palchi delle località estive più di tendenza. Qi è un vero teatro, che si avvale di uno staff altamente specializzato, composto da costumisti, coreografi, scenografi, artisti del light design e altri esperti in grado di innovare con nuove tecnologie introdotte nel mondo dello spettacolo. Durante tutta la settimana lo staff al completo lavora per la preparazione dello show, curano ogni dettaglio, provando le coreografie, le scenografie e realizzando i costumi a tema. Il Qi è l’unico club in Italia dove è possibile assistere a uno spettacolo di questa grandezza e con questa organizzazione. Oggi tutto questo fa tendenza, ma il Qi Clubbing la tendenza la crea, non la segue. Questa estate, moltissimi saranno gli eventi targati Qi Show: Croazia, Grecia, Montecarlo e Costa Smeralda, attraversando tutta l’Italia, in luoghi noti come la Riviera dei Cedri in Calabria, Otranto e Gallipoli, oltre a tutta la Costiera Amalfitana. Info: qiclubbing.com. DANCE ON AIR danceworld L’UNIVERSO DANCE DI RADIO 105 è anche su 105.net Maggio per Miami significa Memorial Day Week End, o come lo si chiama più di frequente, Urban Week End. Ogni anno, l’ultimo lunedì di maggio, vengono ricordati i caduti in guerra e per quell’occasione South Beach si trasforma in un mega rave di musica hip hop, un gigantesco party che si snoda per tutta South Beach, le cui strade sono percorse da bolidi customizzati con graffiti e colori pazzeschi. Migliaia di persone si riversano da tutti gli Stati Uniti lungo Ocean Drive per non perdere questo evento unico che catalizza l’attenzione di appassionati e super star. Ogni sera infatti nei club di South Beach si esibiscono artisti del calibro di Snoop Dogg, Rick Ross, Lil Wayne, Drake, Fabolous, Jay Z, Rihanna. Un tripudio di musica, motori, bellezze mozzafiato che rendono la Magic City ancora più magica. Tutti gli hotel organizzano pool party con special guest e per chi invece preferisce il mare, c’è l’immancabile Rock The Yacht, un party su un mega yacht al largo delle coste di Miami Beach. Quest’anno il tema è All White! Parola d’ordine: tutti vestiti di bianco! Questo e molto altro, il venerdì e il sabato dalle 21.00 alle 23.00 su Radio 105. Torna Top Dj, il programma icona del clubbing Su Radio 105, ogni fine settimana, Fabiola presenta i protagonisti delle console planetarie, i musicisti, i produttori delle scene electro, techno, minimal e drum’n’bass. Anche per questa sua vocazione, Radio 105 è stata scelta come radio ufficiale di TOP DJ, primo talent televisivo al mondo dedicato ad aspiranti dj e dj producer, e che incorona la futura star della consolle: in palio, un contratto con Warner Music Italy. Per la terza edizione, in programma su Italia 1 da fine maggio, la giuria è formata da David Morales, Gué Pequeno e Syria insieme a Tommy Vee nelle vesti di coach e Fabiola che, come fa su Radio 105, racconterà la gara dall’interno del club di TOP DJ. A sfidarsi su prove creative e tecniche, a colpi di remix, mash up, beat, synth, scratch e BPM, i 10 migliori aspiranti dj e dj producer selezionati da un team di esperti e dalla giuria sugli oltre 700 nuovi talenti della musica elettronica che da tutta Italia hanno partecipato ai casting, a fronte di 2815 iscrizioni online. 105 Club Nation è in onda il venerdì e il sabato dalle 21.00 alle 23.00 su Radio 105. I beat più ballati di maggio Essential Tunes Spring 2016 Mamacita Radio Show, la serata che fa impazzire migliaia di ragazzi è diventata un programma radiofonico, perché dai club italiani e internazionali a Radio 105 il passo è breve se il party è firmato Max Brigante e team Mamacita! Una line up d’eccezione composta da Max Brigante, Andrea Pellizzari, Roc Stars e Latin Lovers è protagonista della colonna sonora dell’esplosivo randomparty con i beat più ballati dai vip e dal grande popolo urban, un melting pot irresistibile di hiphop, r&b, reggaeton e moombahton. Mixati originali ed esclusivi, remix e special guest sono gli ingredienti principali del “Mamacita Radio Show” on air su Radio 105, ma anche online su 105.net e sull’App mobile ufficiale. 4 ore non stop scandite dai beat e dai set dei top dj italiani e internazionali selezionati da Andrea Belli, “head of music” e dj resident di questo danceshow on-air su 105 da ben 12 anni! 105 InDaKlubb è la notte dance firmata Radio 105; e queste sono le essential tunes di primavera: Questi i 5 top brani più ballati di maggio: • Will I am ft Pia Mia Girls & Boys • Tinie Tempah ft Zara Larsonn Girls like • Rihanna - Work • Nicky Jam Hasta El Amaneser • Yandel - Encantadora 105 Mamacita è in onda su Radio 105 il sabato e la domenica dalle 20.00 alle 21.00. Chocolate Puma A maggio Miami è… Memorial Day Week End • 19Eighty7 - Get It On (Benny Benassi & MazZz Remix) • Axwell - Barricade • Cedric Gervais Feat. Jack Wilby With You • Chicane & Steve Edwards Carry Me Home • Chocolate Puma Listen To The Talk • Edx Feat. Mingue Missing • Michael Calfan Nobody Does It Better Will i am ft Pia Mia • Michael Feiner Mantra 105 STORY Medley Generation Primavera 1993, i “giovani leoni” di Rete 105, apprezzatissimi via radio grazie al programma Medley Generation, spopolano anche nei club di tutta Italia. Trend incontra Paperino, Max Baffa, Maurinaz, Micky B, Doctor D. e Bellicapelli al club Ghibly di Aosta dove le “scalpitanti forze nuove di rete 105” stanno galvanizzando l’atmosfera e i nottambuli. La serata, che porta il nome del programma ra diofonico, è un successo, tra un tripudio di magliette e adesivi della radio; e i dj, come vere star, firmano tantissimi autografi. Il motivo di questo successo? La possibilità per i ragazzi di “stare accanto a un qualcuno che sen • Mk & Becky Hill Piece Of Me • Nora En Pure & Redondo I Got To Do 105 In Da Klubb è in onda su Radio 105 il sabato e la domenica dalle 00.00 alle 4.00. te la musica alle medesime vibrazioni accelerate, che ha in comune un background fatto di ore e ore di cd lanciati a velocità nel lettore, di passione divorante per il sound”. Visita il sito www.trend-discotec.com e leggi tutto l’articolo. 1993 TREND CAR RANGE ROVER EVOQUE CONVERTIBLE Se si è dei tipi avventurosi ed allo stesso tempo si adorano i panorami, Evoque Convertible è proprio l’auto adatta. di Emanuele D’Argenzio La Range Rover Evoque Convertible abbina al design audace ed alla raffinatezza tipica dell’Evoque, gli optional più completi ed una sofisticata capote ripiegabile, perfetta per avere una convertibile senza compromessi: il suo tetto apribile - si ripiega in 18 secondi e può essere sollevata in 21, a velocità che possono arrivare ai 48 km/h - stabilisce un primato in quanto a dimensioni, diventando il più grande in circolazione. L’insonorizzazione che offre è eccellente, sembra di avere un vero tetto in alluminio sopra la testa che non dà fastidio nemmeno ai più alti di statura, poi una volta scoperta la Evoque non cede all’aria che proviene da fuori, la qualità dei materiali fa sì che si possa stare comodi e godersi il viaggio - neanche uno scricchiolio a disturbare. Il cambio automatico a nove rapporti, sviluppato da ZF, si adatta allo stile di guida ed alla tipologia di percorso anche grazie alle comode palette situate dietro al volante, proprio come sulle auto da corsa. In questo modo risulta davvero piacevole da guidare sulle strade di tutti i giorni: anzitutto la città dove questo SUV compatto sa farsi notare. Poi come dicevamo ci sono i percorsi extraurbani dove poter utilizzare Evoque Convertible, che nonostante la sua mole mantiene una guida pulita e permette di godersi il viaggio - magari con la capote aperta ora che la bella stagione è ormai alle porte! Infine in autostrada la sua linea, pensata per non creare troppi attriti con l’aria, fa sì che la vettura possa viaggiare in modo silenzioso e con rispetto per i consumi. Gli occupanti potranno così godersi il percorso senza disturbi quando la capote sarà chiusa, grazie alla sua struttura multistrato che permette di lasciare fuori sia i rumori sia le condizioni atmosferiche, creando così all’interno un clima ideale. Il peso in più (oltre 200 kg), dovuto al fatto che perdendo il tetto si è irrobustita per essere più sicura, la penalizza un po’ nelle prestazioni ed anche nel modo in cui deve essere guidata: sebbene venga subito da spingere con una vettura del genere ed il volante risulti molto preciso, il rollio accentuato e la frenata che affonda in avanti quando si schiaccia sul pedale lo sconsigliano. Non si può certo definirlo un difetto, dal momento che questo SUV è pensato per viaggi rilassanti, in compagnia delle persone a cui si tiene di più. Se si è dei tipi avventurosi ed allo stesso tempo si adorano i panorami, Evoque Convertible è proprio l’auto adatta: possiamo dire che il suo secondo habitat naturale è il fuoristrada, in quanto permette di usare la trazione integrale, di cui in casa Land Rover vanno davvero fieri ed a giusta ragione, avendo una tradizione molto lunga. Premendo un pulsante sulla consolle con lei arriverete solo dove poche altre vetture come lei osano. I sistemi di sicurezza intervengono per dare una mano: in discesa la velocità viene mantenuta costante, il sistema Terrain Response ha dei sensori che riconoscono il tipo di terreno che state affrontando (sabbia, neve o fango) ed imposteranno la modalità di guida migliore. Si possono addirittura guadare fiumi grazie ad un monitoraggio della profondità, che mostra sul monitor centrale in tempo reale il livello d’acqua. Ed in più, con il vantaggio della capote aperta, godersi il panorama offerto dalla natura è ancora più spettacolare. Parlando ancora degli interni, lo spazio non manca davvero mai ed anche il baule ha un carico sufficiente per i viaggi, in più grazie ad un passante è possibile caricare anche oggetti di lunghe dimensioni come sci o tavole da surf. Anche in termini di sicurezza il livello è davvero alto: anzitutto il sistema di roll-bar che, nel malaugurato caso di ribaltamento, protegge gli occupanti fuoriuscendo dalla carrozzeria. Ci sono poi monitor che avvisano se un’auto è alle nostre spalle, permettendoci così manovre in tutta sicurezza. Se si abbandona la corsia di marcia senza volerlo ecco allora che il volante vibra e ci consiglia di raddrizzarci, intervenendo anche da solo se necessario. La linea di Evoque Convertible è decisamente diversa da tutte le altre vettura e tanti elementi la caratterizzano, come gli alti fari full-led adattivi, la calandra ad esagoni, le grosse feritoie che rendono il suo aspetto ancora più imponente, le nervature nelle fiancate, i grandi cerchi in lega e l’estrattore d’aria posteriore che integra i due tubi di scarico. Ecco come si ottiene una vettura adatta a tutte le stagioni. cilindrata cm3: 1999 Potenza massima kW (CV)/giri: 132 (180)/4000 coppia max Nm/giri: 430/n.d. Emissione di co2 grammi/km: 149 Trazione: Integrale Velocità massima (km/h): 195 accelerazione 0-100 km/h (s): 10,3 consumo medio (km/l): 17,5 lunghezza/larghezza/altezza (cm): 437/198/161 Passo (cm): 266 Peso in ordine di marcia (kg): 1967 Range Rover Evoque Convertible: da 53.400 a 63.800 €