N° 2
COLOPHON
Direttore Responsabile
Massimo Vaccaro
Team Manager Event Specialist
Davide Tosi
Caporedattore
Sergio Brambilla
Art Director
Antonio Rolli
Music/Club
Festival/Concerti
Aldo Pacciolla - Lorenzo Tiezzi
Damir Ivic - Massimo Cominotto
Hanno Collaborato
Francesco Belais - Nenella Impiglia
Principe Maurice - Tiziana Rocca
Dario Guida - Ale Big Mama
Manuela Gallo - Kikò Nalli - Ciro Barone
Leonardo Dionigi - Gino Zarelli
Marco Tiraferri - Niccolò Armaroli
Motori
Emanuele D’Argenzio
Pubblicità
tel. 02 49786808
[email protected]
Redazione
[email protected]
Trend1989 è registrato presso il tribunale
di Milano con il numero 326 del 27/11/2015.
Printed in Italy. Tutti i diritti sono riservati.
Manoscritti e foto restano di proprietà della
Fantasy Communication srl e, anche se non
pubblicati, non saranno restituiti.
È vietata la riproduzione anche parziale di
testi, documenti e foto.
Stampa Mediaprint - S.Giovanni Lupatoto (VR).
#trenda8
Se vuoi seguirci o dare il tuo contributo:
trend-discotec.com
Trend Discotec
trenda8
trenda8
Le notti
in cui abbiamo
dormito
è come se
non fossero
mai esistite.
Restano
nella memoria
solo quelle
in cui non
abbiamo
chiuso occhio
Emil Cioran
EDITORIALI
Il movimento un evento
gay e la
è come una
club culture campagna
pubblicitaria,
servono idee
La rivoluzione è cominciata così. Negli anni Sessanta,
mentre in Italia si ballava l’Hully Gully, a New York le persone gay, lesbiche e trans si ritrovavano, in modo più o
meno clandestino, nei disco bar e nei club underground
del Greenwich Village. Le incursioni e le retate della polizia si facevano sempre più frequenti, finché una sera
di giugno del 1969 ci fu qualcuno che si ribellò a queste
continue vessazioni. Fu Sylvia Rivera, una transessuale
di origini sudamericane, la prima a scagliare una bottiglia contro un agente che la stava pungolando con un
manganello. La folla la seguì. Nacque così il movimento
di liberazione gay di tutto il mondo. Le sue conquiste,
anno per anno, furono scandite da una colonna sonora
senza precedenti, la disco music che sarebbe nata da
lì a poco, con i suoi intramontabili protagonisti: Gloria
Gaynor, Sylvester, Donna Summer, i Village People. Il
mitico Studio 54 ha segnato un’epoca non solo dal punto di vista musicale, una vera e propria trasformazione
dei costumi e di tutta la società era appena cominciata
e le mura di quella discoteca ne furono testimoni. Qualche anno dopo, un altro cambiamento epocale: arrivò la
house music, nata grazie a geni del mixer come Larry
Levan e Frankie Knukles, entrambi dichiaratamente gay,
al Paradise Garage, altro locale newyorkese entrato di
diritto a far parte del mito e della storia della club culture. Sono passati tanti anni, le persone omosessuali adesso negli Stati Uniti si possono sposare. Anche in Italia ci
stiamo avvicinando a un primo traguardo di uguaglianza
tra tutte le persone, al di là del genere o dell’orientamento sessuale. Tanta strada è stata fatta, tanta è ancora da
fare. Ma non dimentichiamoci che questa trasformazione è cominciata nei disco club, là dove le persone si ritrovavano per ballare, divertirsi e cercare libertà. Questo
è il grande potere della gente comune, l’energia incredibile che può far scaturire la musica. Questo è il grande
contributo che la comunità lgbt ha dato alla movida di
tutto il mondo. Ditelo a chi snobba le discoteche...
FRANCESCO BELAIS
Giornalista, collabora con il quotidiano la Repubblica, dove scrive la pagina Gay Friendly dell’inserto TuttoMilano; con il mensile
Pride e con altre testate. Per anni
ha svolto, e saltuariamente svolge
ancora, l’attività di dj e di produttore di musica house ed elettronica. Ha pubblicato varie compilation. Nel 2011 ha pubblicato il suo
primo libro, L’occasione fa l’uomo
laico. Nel 2015 ha realizzato il suo
primo corto, Livorno è nata così.
L’organizzazione di un evento di successo è come una
campagna pubblicitaria, servono delle idee. Da quando
25 anni fa ho iniziato a occuparmi di eventi, svolgendo,
prima in Italia, il ruolo di manager di eventi, molte cose
sono cambiate. Oggi non si può fare un evento di successo senza partire dall’idea, senza costruirlo da zero.
È necessario organizzare tutta una serie di iniziative ed
entertainment, un lavoro che in America viene affidato a
dei manager, una figura di organizzatore di eventi che in
Italia deve ancora evolvere. Nell’organizzare un evento io
metto il concept, il progetto, la strategia, non basta fare
solo le cose pratiche.
Prendiamo ad esempio il Festival di Taormina: io cerco di realizzare un festival che abbia il giusto equilibrio
tra qualità e glamour; non è una cosa semplice, si tratta
di unire tutta una serie di ingredienti. È un lavoro che
porto avanti per 360 giorni l’anno, perché è molto faticoso, anche perché non abbiamo a disposizione soldi
pubblici, ma soprattutto fondi privati. Ciò comporta che
si debba tener conto delle esigenze di marketing dei
propri partner, che ti aiutano e supportano. È chiaro che
l’obiettivo è un festival che abbia grande visibilità, pensato non solo per pochi critici ma per un pubblico più
popolare; altrimenti non riuscirei a riempire un teatro da
5 mila spettatori. Io cerco di dare il giusto equilibrio tra
qualità e glamour; mi ispiro al Festival di Cannes, evento
che dimostra come qualità e glamour possano convivere, perché una cosa non annulla l’altra.
L’importante è che qualsiasi evento – piccolo, medio,
grande che sia – nasca da un’idea, che ci sia un filo conduttore; la parte più difficile è dare un concept a un
evento, dargli una strategia di comunicazione. La parte
più pratica viene dopo. Non mi sono mai occupata di un
evento dove non ho messo delle idee, perché considero
un evento come un pezzo di una campagna pubblicitaria, un modo di fare marketing.
TIZIANA ROCCA
Tiziana Rocca dirige una delle
maggiori agenzie di comunicazione, ideazione e organizzazione di eventi. Da due anni
si occupa della direzione del
Taormina Film Fest. Scrittrice
di successo, dopo aver parlato
con noi ha presentato all’Università di Catania “La tua vita è un
evento”, libro che parla della vita
delle donne che si dividono tra
famiglia e lavoro, sul come organizzarsi al meglio per riuscire a
fare tutto senza rinunciare a nulla; prefazione di Eva Longoria.
Moda
e cucina, due
mondi che si
intersecano
Moda e cucina sono due universi che si sfiorano, si toccano e talvolta s’intersecano. Rappresentano le eccellenze italiane e i piaceri ai quali nessuno sa resistere,
anche in tempo di crisi. Essi sono più vicini di quanto
si possa immaginare; sono legati ai costumi e alla storia dell’umanità, entrambi vivono di creatività, passione,
fantasia, innovazione, dell’abilità delle mani di chi produce, di emozione, ideazione.
La sensualità che riguarda la cucina come il vestire, il piacere legato al gusto e al buon gusto, l’estetica, i colori, i
profumi stimolano spesso ricordi che ci riportano indietro nel tempo, attraverso la nostra sfera emotiva, familiare, gli affetti. In fondo una ricetta è un po’ come un look:
un mix di ingredienti basic, che mescolati insieme danno
vita ad un qualcosa di unico, particolare.
In cucina, come nella moda, è possibile percorrere due
diverse strade: seguire le tendenze o creare un proprio
stile, inconfondibile. Il mondo del cibo, nella sua globalità, come quello dell’abbigliamento, può essere definito
come qualcosa in continua evoluzione, fatto di tendenze che cambiano, spariscono e ricompaiono periodicamente. Esiste anche una “moda della cucina”: c’è stata
l’era di quella regionale, del prodotto di nicchia, il boom
dell’agriturismo e di prodotti regionali, nati dalle mani
esperte del contadino. Ora stiamo assistendo, a poco a
poco, alla fine del periodo del sushi. Così come nell’abbigliamento si assiste al ritorno al passato, magari con
l’aggiunta di tocchi vintage al guardaroba, allo stesso
tempo nella ristorazione si torna a parlare di tradizione,
di cose fatte “come una volta”.
Stile e gola poi viaggiano sempre di pari passo e convivono in ciascun piatto. L’uno non può prescindere
dall’altra. La decorazione delle portate svolge un ruolo
importante, è il primo biglietto da visita per comunicare
(come del resto un abito), un invito piacevole alla degustazione. La via del gusto passa dunque attraverso la
vista, al pari di un look: ciò che è bello da vedersi può
sembrare più buono o più gradevole. Creatività, sperimentazione, abilità innate hanno dato vita alla gastronomia, che ha portato a forme emotive di notevole espressione estetica. La cucina, come la moda, è anche arte e
soprattutto gusto e buon gusto, frutto di un equilibrio di
qualità, raffinatezza ed eleganza senza eccessi. Tenendo
sempre a mente questi elementi, lo stile sarà perfetto e…
la gola ringrazia!
NENELLA IMPIGLIA
Imprenditrice, membro del Consiglio di Amministrazione di Linea
Marche, azienda calzaturiera leader nel settore con marchi come
Vic Matié e O.X.S. Ha una passione
personale per la storia della moda,
del costume, sociologia e comunicazione; autorevole opinionista, è
ospite di numerosi programmi e trasmissioni radiofoniche e televisive.
Principe Maurice
Sperimentazione o
Anticonformismo?
CONTAMINAZIONE! Filosofia del Teatro Notturno
“Pietà”, foto di Daniele Cipriani
Diamante della Regina Elisabetta
II. Attore, cantante, performer e
regista di eventi spettacolari, si
esibisce in 4 lingue nei teatri e
club più esclusivi d’Europa. Col
nome di “Principe Maurice”, pro-
“Dirty”, foto di Daniele Cipriani
Il Principe Maurizio Agosti Montenaro Durazzo, discendente
dall’illustre famiglia dei Principi
Agosti di Bergamo, nel 2012 è
stato fra le poche teste coronate italiane invitate al Giubileo di
Q
uando, per puro caso più di 25 anni fa mi affacciai professionalmente nel panorama notturno, quello dei Club più importanti d’Italia e d’Europa (e non solo), non avrei mai immaginato di trovare un ambiente così fertile per esprimere, sintetizzare, trasformare tutto
quello che era ed è il mio bagaglio artistico in un prodotto che ancora oggi
fa parlare: il “Teatro Notturno”. Fui notato ad una mia festa di Carnevale a
Venezia per la forza evocativa del mio “travestimento” da Nosferatu, versione meno scontata e cheap della figura del vampiro. Mi fu chiesto di trasportare quelle suggestioni, comprese le fatidiche lenti bianche, nel mondo delle discoteche e tutto cominciò. Indubbiamente l’attitudine del mio
personaggio si può definire vampiresca ma sarebbe in ogni caso limitare il
campo. Da sempre mi definisco “Uno, Nessuno, Centomila” (grazie, Pirandello!) L’assenza di spessore culturale (tranne l’aspetto Pop, vedasi Andy
Warhol allo Studio 54), poiché si era sino ad ora pensato solo alla provocazione d’immagine e alla trasgressione, mi ha consentito di portare per primo e per lungo tempo in esclusiva la mia preparazione classica (musica,
recitazione, storia del costume, melodramma barocco, pantomima…) in un
luogo dove la regola era “estetica, scandalo, stupore” in chiave puramente
superficiale. La mia funzione fu (ed è) sublimare questi tre importanti elementi alla funzione di happening emozionale. Essenzialmente in questo sta
la CONTAMINAZIONE che ha decretato il successo duraturo del Principe
Maurice. In qualche modo il mio proporre gesti, costumi, vocalismi e scenografie totalmente teatrali nei templi della tecnologia fu anticonformista
e anche sperimentale. Non mi sono mai posto il problema della comprensione. La mia confidenza e passione mi davano la certezza che il messaggio sarebbe arrivato. Così fu. Nel mondo dello spettacolo, a qualsiasi
livello, è l’originalità che paga. Quando qualcuno è originale nel contesto
di un ambiente definito sta sperimentando, ovviamente a suo rischio e pericolo… Ho osato osare. Ho avuto due icone assolute di questo concetto:
Klaus Nomi, straordinario cantante lirico degli anni ’70/’80 che ha portato
le sue doti interpretative barocche nel Pop Elettronico con indimenticabili versioni di arie d’opera da me tuttora utilizzate per le performance, e
Lindsay Kemp, il mio Maestro coreografo che ancora oggi esprime l’antica
arte della pantomima in modo assolutamente alternativo. Altre figure di
riferimento per la libertà di espressione sono Grace Jones, mia grande
pone il suo Night Theater Show
e un esclusivo Emotional Djset.
Da vent’anni vive a Venezia, la
sua città d’adozione. In un nobile palazzo sull’acqua ha creato
Venice Events Academy, asso-
ciazione culturale che forma i
giovani artisti dello spettacolo
e della comunicazione, di cui è
Presidente e fondatore. Per saperne di più, leggi l’intera biografia sul sito principemaurice.com.
“Portrait”, foto di Daniele Cipriani
BIOGRAFIA
amica di sempre, e David Bowie che pure ho avuto modo di conoscere di
persona ed apprezzare in tutte le sue straordinarie sfumature. Non è vero
che per diventare “immortali” occorre fissare la propria immagine in uno
stereotipo riconoscibile. È lo spirito di ciò che si fa che rimane, il senso che
gli si vuole dare, il flusso emotivo che si trasmette con coerenza e continuità. e anche con impegno ed umiltà. È un lavoro duro preparare gli strumenti espressivi e continuare a crescere interiormente con lo studio, l’applicazione, l’esercizio mentale e fisico. La curiosità è fondamentale. È per
curiosità che con i mitici Datura abbiamo fatto una produzione bizzarra
in lingua italiana del ‘500 prendendo spunto da un’antica “Passacalli della
Vita”: un monito (memento mori) per tutti i giovani che si buttano via alla
ricerca di un “sottovuoto spinto mentale” dovuto a mille insicurezze e frustrazioni sperando di dare loro la consapevolezza della preziosità dell’esserci con la mente e con il corpo poiché comunque tutti dobbiamo morire.
È per curiosità che ho realizzato con Rex Anthony, protagonista assoluto
della scena Techno, una particolare versione in francese della sua “Colors”.
È per curiosità che ho accettato l’invito del regista Daniele Sartori di
realizzare un docufilm su di me (Principe Maurice #Tribute). Sembra che
stia raccontandomi al pubblico ma in realtà è uno specchio nel quale mi rifletto e ci rifletto sopra. È per curiosità che ancora continuo a mettermi alla
prova come fossi un ragazzo per non sentirmi mai compiuto e quindi “finito”. La curiosità è il sale della mia vita. Nella mia carriera è stato importante, oltre ad incontrare e prendere ispirazione (mai copiare!) da grandi Personaggi, avere al mio fianco persone straordinarie senza le quali non avrei
potuto sviluppare e perseguire il mio “unicum”: il mio talentoso e sensibile
compagno di vita prematuramente scomparso, Pier Voltolina, eccezionale
stilista e costumista; la sempre presente Flavia Cavalcanti, anche lei grande creativa di costumi; il fedele e poliedrico Sascha Sgualdini “FreeFoolery”; il giovane allievo Daniel Didonè, il ballerino/acrobata Nicola Gattullo e
la già affermata Miss Tania Gambetti, capofila di una serie di ragazze e ragazzi che sposano il mio concept esprimendo il loro personale talento. Così
come in discoteca ho portato il teatro ora mi accingo a sfruttare quello che
ho imparato nella notte sul palcoscenico e nuove avventure mi aspettano.
Sono felice di ricominciare un’antica collaborazione con la rinata e preziosa rivista “TREND”! Così ve le racconterò strada facendo. Alla prossima!
COVER
STEVE
AOKI
QUESTIONE
DI STILE
Il top dj americano,
con il suo sorriso
e una faccia da schiaffi,
è un professionista
del divertimento.
Le sue performance
fatte di musica, ma anche
di tanta creatività, sono
famose in tutto il mondo.
di Lorenzo Tiezzi
Attraverso i social network, Steve Aoki non lo segui, lo insegui. E contemporaneamente ti senti parte del suo successo, perché il top dj americano ha un sorriso contagioso
e una faccia da schiaffi che sarebbe perfetta per una serie
di commedie d’azione simili a quelle che resero celebre
Tomas Milian. Per chi non lo sapesse, Milian non è stato
solo “Er Monnezza”, ha pure recitato con Spielberg e Luchino Visconti… e Aoki non è certo soltanto una bella faccia, un dj “poco musicale”, specializzato nel lanciare torte
e vendere t shirt e occhiali da sole col suo brand. È anche un clown, ovvero un professionista del divertimento,
capace di utilizzare tutto il corpo nelle sue performance.
Questa parte del mestiere di performer senz’altro gliel’ha
insegnata il padre, wrestler professionista. Sembra facile
fare quello che fa, ma a volte si fa male davvero: lo scorso
anno, cadendo male da un tappeto elastico, si è procurato
seri danni al collo. Fa notizia sul web per il suo rider, ovvero
perché quando suona vuole anche avere a disposizione un
certo numero di mutande nere, e perché fa stage diving
utilizzando un canotto. Ma chi ha assistito alle sue prime
performance in Italia, ad esempio quelle al Bolgia di Bergamo, sa che prima stordiva urlando come un invasato a
ritmo di punk elettronico, poi si buttava stile Iggy Pop dal
palco sulla folla. Dalle nostre parti i più hanno iniziato a
conoscerlo nel 2009, quando saltava nel video di “Warp”,
bomba da club realizzata con The Bloody Beetroots. Ma
Dim Mak, la sua label, Aoki l’ha fondata nel lontanissimo
1996. L’etichetta ha appena celebrato il suo ventesimo
compleanno al SxSW, mega festival che ogni anno porta
ad Austin, Texas, molto del meglio che la scena musicale
americana può offrire. Sono 12 anni, mica uno, che Aoki fa
festa e rumore coi suoi fan qui e non solo al Tomorrowland
o nei club del pianeta. Il “fenomeno Steve Aoki”, infatti, è
prima di tutto a stelle e strisce. Suona ovviamente in tutto
il mondo e quest’estate è atteso al PopFest di Gallipoli, l’Ibiza Italiana, ma il suo palcoscenico ideale sembra Las Vegas, dove infatti suona più o meno due volte al mese. Nel
suo successo, come in quello di tanti show americani, la
musica è solo una componente, quel che conta davvero (e
davvero fa incassare) è lo show. Certo, non produce solo
hit: l’ultimo singolo “Can’t Go Home”, prodotto con Felix
Jaehn e cantato Adam Lambert forse non lascerà il segno.
Ma non si può chiedere tutto ad Aoki. Il suo lavoro di frontman sorridente del circo dell’EDM lo interpreta alla perfezione. Se chi si vanta di occuparsi solo di rinnovare sound e
musica fosse altrettanto bravo balleremmo molto meglio.
AFTER EIGHT WORLD
CONSOLE
Danilo Seclì
Samuele Sartini
È probabilmente il dj più rappresentativo della sua terra,
il Salento. Resident al Samsara, non guarda gli altri dj dal
piedistallo della sua fama e
spesso collabora con musicisti veri, come Sergio Sylvestre e Gabriele Bandini. Il suo
sound mette insieme tutto ciò
che fa saltare e che ha dentro almeno un po’ di melodia.
Fa ballare i top club italiani con
un sound house molto personale. Ha remixato brani di super
dj come Calvin Harris, Roger
Sanchez, Paul Van Dyk, Armin
Van Buuren. Avicii, addirittura,
per la versione vocal della sua
“Seek Bromance” ha usalto la
voce di “Love U Seek”, un brano
di Sartini. Il suo nuovo singolo
è “When the Sun goes Down”.
Thorn
È uno dei pochi veri performer
italiani. Con la sua voce, i suoi
slogan (tipo: illumina!) e la sua
presenza scenica, fa scatenare
e mette il sorriso. Baffi, occhiali
da sole, capelli biondo platino,
giacche sartoriali luccicanti,
Thorn, più che il solito vocalist,
è un pagliaccio, una maschera
di carnevale, un attore. Ed è
pure molto bravo a comunicare.
ipnotiche, forse, arriva all’inizio del 2011, con un album
concettuale come “Play it Loud”. Al contrario di quel
che dice il titolo, è un disco che fa emozionare anche in
cuffia, a basso volume, e per questo si differenzia dalla
gran parte della musica da ballo che gira intorno. È che
da sempre la sua elettronica respira. Una volta entrati
nel groove è molto difficile uscirne. Qualche volta l’artista campano esagera: nel maggio 2015 ha suonato per
24 ore al Sunwaves Festival di Mamaia (Romania). Ma il
suo sound è ormai dedicato ai tutti gli appassionati di
clubbing, non certo solo ai puristi della techno più ‘muscolare’. Nei suoi dj set non mancano brani minimal, ma
spesso appaiono come per magia voci e ritmi che arrivano dritti da dischi funk, house e soul. Nel nostro paese
Carola suona ormai pochissimo. I suoi dj set da queste
parti (il 21 maggio è all’Atlantico di Roma, il 9 luglio è al
Kappa FuturFestival di Torino) sono ormai eventi. A differenza di troppi altri colleghi, Marco è anche un talent
scout e i dj che supporta sono soprattutto italiani. Silvie
Loto, dj dal sound sofisticato e dolce, e Leon, talento che
spesso lo affianca ai party Music On, si sarebbero probabilmente affermati comunque, ma grazie a lui l’hanno
fatto prima e meglio. Pure il campano Joseph Capriati,
che ormai non ne avrebbe bisogno, scrive orgogliosamente nella sua bio che suona con Marco dal 2012. Il
legame tra Napoli e techno, anzi tra Napoli e ritmo è
viscerale. Parte da ben prima di Carosone, continua con
artisti come Pino Daniele e non finirà quando la scena
techno sarà storia. Una cosa però è sicura: oggi l’artista napoletano più ballato al mondo si chiama Caròla
(si pronuncia così) e suona elettronica, mica tarantelle.
Unico artista
italiano sul palco
del Coachella,
mitico festival
californiano,
il dj napoletano
da diversi anni
fa ballare il mondo
a ritmo di techno.
di Lorenzo Tiezzi
Il suo party Music On prende vita ogni settimana
d’estate all’Amnesia di Ibiza ed è uno dei successi più consolidati dell’Isla blanca. Lo stesso evento
il dj campano l’ha portato pure a Miami, a Londra, a
New York, a Parigi. Come dire, il ruolo di ambasciatore globale della techno sembra proprio calzargli
a pennello. Nel settembre dello scorso anno ha celebrato 25 anni di una carriera priva di compromessi musicali. Qualche anno fa, quando l’elettronica
si stava in qualche modo addolcendo, lui spingeva
forte a suon di lavatrici. La svolta verso sonorità più
P
di Lorenzo Tiezzi
er godersi un party house ci vogliono privé e champagne, per un po’ di buona techno bastano una
console ed un muro di casse. Con questa doppia c
(casse & console) si balla per ore, anche sotto la pioggia,
fino al mattino. Ecco condensato in due righe l’amore
viscerale che Joseph Capriati ha per la sua elettronica.
Orgoglioso della sua indipendenza e del fatto di essere
cresciuto pian piano, contando soprattutto sulle proprie
forze, non è più un giovane artista in ascesa nella scena
del clubbing. Anche se a volte in console sembra emozionarsi ancora, è, con Marco Carola, uno degli dj italiani
di maggior successo nel mondo. Tra le sue influenze cita
Kraftwerk, Mika Vaino, Phil Kieran, Alex Under… e soprattutto Rino Cerrone e Markantonio, storici dj campani. Il
locale gli ha dato una direzione precisa nella vita, è l’Old
River Park di Limatola (NA), dove dagli anni ‘90 ad oggi
la scena napoletana è cresciuta a dismisura, party dopo
party. Ma il suo sound è soprattutto internazionale ed il
continuo supporto di dj come Richie Hawtin, Magda e
Paco Osuna lo dimostrano. A differenza di Carola, per
fortuna, suona spesso in Italia: il 14 maggio è al Tenax
di Firenze, il 4 giugno allo Shade Festival di Bergamo.
TODD TERRY IS IN THE HOUSE
Andrea Belli & Max Bondino hanno incontrato Todd
Terry per 105 InDaKlubb History, un’icona dell’universo House Music; cinque generazioni di dj, infatti,
devono ringraziare questo “ragazzo” di Brooklyn e il
suo genio. A lui si deve l’invenzione di suoni che sono
diventati più espressivi delle parole. Sono passati una
trentina di anni da quando Todd Terry iniziò a farsi
conoscere a New York, attirando l’attenzione di figure
importanti, come quella di Louie Vega, che al giovane Todd diede spazio nei locali più importanti della
Grande Mela, dove lui suonava da resident. “È stato
importante, ha creduto in me fin dall’inizio” ricorda
Terry. Sono passati molti anni, e dopo un lungo periodo in cui la musica dance sembrava aver perso l’attenzione verso le canzoni vere e proprie, negli ultimi
anni la melodia sembra essere tornata al centro della
house music. “Bisogna sempre innovare, evolvere, ma
allo stesso tempo conservare l’anima che ha dato vita
al movimento, capace di rinnovarsi sempre grazie alle
contaminazioni”, commenta Todd. Come quella matrice funky con elementi old school che si mischiano
a sound più moderni, che distinguono da sempre il
suo stile. La grandezza di Todd, infatti, si comprende
ascoltando le sue prime produzioni. È stato in grado
di inventare nuovi mondi e suoni, che ancora oggi ritroviamo nei generi più ‘alla moda’. Ha costruito delle
fondamenta sulle quali è stato costruito tutto il movimento house. Non è un caso che consideri “A day in a
life” il pezzo di cui va più fiero; per la scelta dei suoni,
il modo in cui sample e melodie diverse funzionano
tra loro, in pratica la costruzione perfetta del groove.
Un altro pezzo di grande successo nella carriera di
Todd è senza dubbio il remix nel 1994 di “Missing” dei
Everything But The Girl, brano che solo dopo essere
passato per le sue mani ebbe un successo mostruoso
in ogni angolo del pianeta; “È merito della bellezza
della canzone; è bastato rispettarla senza stravolgerla, perché gli elementi erano già tutti lì. Serviva
dargli credibilità e un po’ di BPM”, commenta Todd,
dimostrando grande umiltà. Nato nel mondo dell’hip
hop, prima di divenire un pioniere della house music,
ha dato vita a quello che sarebbe diventato il movimento hip house, che unisce due generi diversi ma
molto affini. Da quell’intuizione, sono nati brani mitici
come “I’ll house you”, rap firmato nel 1988 dai Jungle
Brothers che ha come base il brano “Can you party”
di Terry. Venendo al presente e al futuro, Todd continua a produrre musica di qualità, e vede nell’anarchia
che vige oggi nel mondo della musica un’opportunità, non solo per le nuove leve: “Non essendoci regole,
ci sono meno limiti alla sperimentazione, e ognuno
può creare il proprio stile senza interferenze. Il consiglio è di essere originali e mettere in giro il proprio sound, non quello degli altri”, suggerisce Todd.
Ascolta la musica e l’intervista a Todd Terry sulla
pagina Mixcloud di 105InDaKlubb.
FESTIVAL
ESTATE 2016
Locus Festival
Locorotondo, dal 15/07 al 7/08
locusfestival.it / FB: locusfestival
Uno dei festival più all’avanguardia. Musica, arte e design.
Quest’anno il tema è “Space in
the place”. Nomi confermati:
Kamasi Washington, Dj Premier & The Badder, Floating
Points. Proposte di clubbing ed
elettronica con Locus Future
Sound, in location come il Mavù.
Rock in Roma
Circo Massimo, 2 e 3 luglio
rockinroma.com / FB: rockinroma
Senza dubbio uno degli eventi più attesi dell’estate, basta
dare un’occhiata alla line up:
Bruce Springsteen, David Gilmour, Iron Maiden, Duran Duran, Skunk Anansie, Nightwish,
G3, Slayer; e per la parte italiana: Afterhours, I Cani, Salmo… solo per citarne alcuni.
A Night Like This
Chiaverano (TO), 15 e 16 luglio
anightlikethisfestival.com
FB: ANightLikeThisFestival
Un festival che negli anni si è
guadagnato la fama di fucina di
nuovi talenti, giunto alla quinta edizione. Nella line up nomi
di spicco del panorama internazionale, come The Temper
Trap e Jacco Gardner. Sul palco
sono attese più di 30 band.
Carroponte
Sesto S. Giovanni (MI),
dal 3/06 al 8/09 - carroponte.org
FB: carroponte
Torna il festival organizzato
da Arci Milano, che punta alle
500.000 presenze, nei 100 giorni di programmazione. Tre palchi con artisti come: Limp Bizkit,
Daniele Silvestri, New York Ska
Jazz Ensemble, Dinosaur JR,
Nina Kraviz, e tanti altri.
Sherwood Festival
Padova, dal 8/06 al 16/07
sherwood.it/festival
FB: festival.sherwood
Torna la rassegna padovana di
musica e cultura. Sul palco il
giusto mix di generi musicali,
con artisti italiani e internazionali: Fatboy Slim, Subsonica,
Tre Allegri Ragazzi Morti, Ministri, Clementino, Colle Der Fomento, e tanti altri.
Si fapresto a dire
Sonar
La ricetta sembra semplice: musica elettronica, divertimento,
una città aperta e affascinante come Barcellona, delle line up
sempre più gigantesche, spettacoli di folla che si autoalimentano
nel crescere anno dopo anno. Che ci vuole, in fondo?
Il Sonar lo puoi fare tu! Anche se non stai a Barcellona!
In fondo ci sei stato, e se non ci sei stato l’hai comunque capito…
FESTIVAL
ESTATE 2016
Market Sound
Milano, da 4/06 a 7/08
estathemarketsound.it
FB: marketsound
Seconda edizione per questo
festival di street food e smart
entertainment. Grande spazio
alla musica di qualità con nomi
come Neil Young, The Chemical
Brothers, Offspring, Pennywise,
Good Riddance, Bad Religion,
Slayer, Afterhours, e tanti altri.
TOdays Festival
Torino, 26-27-28 agosto
todaysfestival.com
FB: TOdaysfestival
Dopo il successo dell’anno scorso, torna questa tre
giorni torinese all’insegna
di musica e arte. Tra gli artisti che si esibiranno, mentre
scriviamo, spiccano i nomi
di M83, John Carpenter,
The Jesus and Mary Chain.
di Damir Ivic
Oggi è diventato perfino troppo facile citarlo: “Ah, il
Sonar...”. Vale per chi ci va (tra le 80.000 e le 120.000
persone di media negli ultimi dieci appuntamenti).
Vale per chi ci vorrebbe andare. Vale per molta gente,
magari dell’ambiente, che vuole appropriarsi del successo del Sonar – della serie “Visto? La musica elettronica funziona” o “Visto? La musica elettronica è
cultura” – oppure, meglio ancora, pensa di emularne le gesta, e pensa che in fondo non sia difficile farlo.
No. Le cose non sono così semplici. E questa è una lezione che il mondo dei promoter italiani legati all’elettronica e/o ai grande eventi culturali dovrebbe imparare
un po’ meglio. Per molto, troppo tempo il modello industriale dell’intrattenimento legato alla musica dance si è
basato in Italia su algoritmi molto semplici, molto lineari.
Ovvero: capire quali sono i nomi che funzionano bene,
capire quali sono i nomi che funzionano meglio, capire
quali attirano uno sparuto cespuglio di nerd sfigati che
sanno molto di musica ma consumano poco al bar, capire quali quelli che invece ordinano a destra e manca
e portano ventate di euforia ed edonismo in discoteca.
Il corto circuito definitivo si è avuto quando il circuito più tradizionale delle discoteche ha cominciato ad
attingere dall’immaginario underground, berlinese, minimal techno. Da un lato è stato il trionfo apparente della club culture: quella che era dance di ricerca, oscura e
minimale, improvvisamente diventava la colonna sonora
per gli eventi in grado di fare grandi numeri e di attirare folle variegate, non legate strettamente alla nicchia di
super-appassionati. Tutto bello? Tutti contenti? Per nulla.
Perché in questo modo le acque si sono confuse. Troppo.
Non c’è nulla di male ad avere un approccio “commer-
ciale” nei confronti dell’universo dance. Non c’è nulla di
male a gestire un posto e a pensare, prima di tutto, alla
massimizzazione degli investimenti e dei fatturati. Si possono anche scegliere vie intermedie, attenzione: pensare
a fare un discorso in parte culturale (dove è più importante l’idea e lo è meno la redditività) in parte commerciale,
tentando di creare un equilibrio virtuoso e sostenibile tra
queste due componenti. Si può fare. Anzi, questa “intermedia” è forse la via migliore, oggi come oggi, e magari
a breve spiegheremo perché. Quello che non si può fare
è spacciare mele per pere, e susine per ananas. Quello
che non si può fare è credere che un festival sofisticato
come il Sonar sia alla portata di tutti: basta raccogliere act in line up come si faceva un tempo con le figurine Panini al bar e coi compagni delle elementari – più la
paghetta che ti passavano i genitori era alta, più avevi
la possibilità di terminare prima degli altri l’Almanacco.
Il Sonar è nato come un festival molto piccolo (la pri-
Sponz Fest
Calitri (AV), dal 22 al 28 agosto
sponzfest.it
FB: sponzfest
Quarta edizione del festival diretto da Vinico Capossela. Anche quest’anno decine di ospiti tra musicisti,
artisti, scrittori, poeti, registi,
attori animeranno l’Alta Irpinia. Non mancherà il concerto/
evento di Vinicio Capossela.
Home Festival
Treviso, dal 1 al 4 settembre
homefestival.eu
FB: HomeFestivalOfficial
Settima edizione per il festival
trevigiano. Grande entusiasmo
per un’edizione che promette scintille, con una line up che
tra gli altri vede la presenza di
Editors, Salmo, Ambroise & The
Shengen Clan, 2ManyDjs, Il teatro degli Orrori, Enter Shikari.
ma edizione fece numeri ridicoli, da sagra di microprovincia in un weekend di pioggia). Il Sonar è nato e cresciuto su una competenza feroce dei suoi fondatori e
del team che l’ha portato avanti negli anni. Ogni minima
scelta è stata calibrata, ogni minima scelta era funzionale
a un progetto complessivo e a un ideale etico-estetico
ben definito nel DNA del festival. È questo il segreto del
suo successo. Certo, Barcellona; certo, il divertimento;
certo, la capacità della musica elettronica di aggregare
e fare festa; ma il Sonar è davvero qualcosa di particolare. Apparentemente è un festival di musica elettronica come ce ne sono tanti oggi, solo leggermente più
sperimentale (ma nemmeno troppo...) nella sua parte
diurna. In realtà dietro al Sonar c’è un’idea molto forte: c’era dal giorno uno, c’è ancora adesso, ed è un’idea
che si è costruita su una grande competenza di base.
Quella competenza – qualche volta perfino eccessiva –
che ti porta a guardare con sospetto se non con odio
tutte le scorciatoie commerciali, tutti i trucchi per massimizzare i profitti. Quella competenza anche “antipatica”, ai confini dello snob, ma questo perché sa di
essere profonda, ragionata, sudata, ben ponderata.
Una competenza, però, che ha compreso una verità
molto importante: parafrasando uno spot ormai leggendario (con colonna sonora di Aphex Twin – un
artista che per il pubblico sonariano è un’icona), “la
competenza è nulla senza comunicatività”. E la comunicatività la ottieni ragionando sull’incrocio geometrico tra le tue passioni e gli interessi del tuo potenziale
pubblico, sull’interazione tra la cultura che vorresti e la
cultura che vorrebbe te. Insomma: un gioco sofisticato.
Molto, molto e ancora molto lontano dal “Prendo questi
nomi, vanno forte, i conti alla fine dovrebbero tornare”;
molto più vicino invece a “Perché questi nomi vanno forte? Prendendoli, quanto mi snaturo? Quali nomi vorrei
che andassero forte? Quali non andranno particolarmente bene, ma aiuteranno a mantenere alto e qualificato
il mio profilo presso i cultori della materia di cui anche
io mi occupo?”. Come vedete, due cose molto diverse.
Lo accennavamo prima: siamo in un periodo storico in
cui è opportuno osare e uscire dagli schemi molto più
di prima. Catturare il pubblico è più difficile: c’è la crisi
economica, certo, ma ci sono anche e soprattutto i mille
stimoli del web, che attraggono, distraggono, portano la
gente ad avere il mondo “in casa” e non “là fuori”, interagendo con persone, luoghi, baristi, code, parcheggi difficili da trovare; ma questi stessi stimoli servono d’altro
canto anche ad aprire la mente, ad avere molte più persone con gusti variegati, con l’abitudine a togliersi delle
curiosità, a non accontentarsi della pappa pronta della
vecchia civiltà televisiva, tre canali Rai tre Mediaset il resto televendita e 144 notturni, quella cosa lì. Il mondo si è
Just Music Festival
Roma, dal 9/06 al 26/07
justmusicfestival.it
FB: JustMusicFestival
Dieci live d’eccezione per un
evento di musica pop, elettronica, blues. La line up è di grande spessore: Jean Michel Jarre,
Disclosure, Public Enemy, Rosin Murphy, Travis, St. Germain,
Massive Attack, James Morrison,
Carl Cox, Public Enemy.
fatto più complesso, più elastico, più sfaccettato; c’è chi
ha paura di questa complessità e gommosità, e si rifugia
nelle cose più banali, mainstream e condivise, ma ci sono
altrettante persone che non hanno paura a cercare la diversità, l’evoluzione, il pensiero sofisticato (...poi magari
anche loro nel loro piccolo diventano moda e/o diventano gregge, ma qui il discorso diventerebbe troppo sottile e, paradossalmente, al tempo stesso troppo ampio).
Quindi, il punto è: è il momento adatto per provare a
replicare il modello del Sonar, quello che intreccia ricerca, competenza e voglia comunque di fare qualcosa
che stia in piedi – e bene – imprenditorialmente. Ma appunto: il modello è questo, è sofisticato, non è immediato, non è semplice, non si basa solo su addizioni ma anche su sottrazioni, divisioni, equazioni di secondo grado.
Per fare il Sonar non bastano i grandi nomi, i nomi di
successo. Anzi: il Sonar è un modello tale per cui avere
solo i grandi nomi sarebbe dannoso, allontanerebbe un
sacco di pubblico affezionato, inizierebbe ad essere la
fin del festival. Quel festival indicato da tutti gli operatori del mondo della notte, più o meno con cognizione
di causa, come una storia bella, vincente, da prendere
come esempio, da tenere come fiore all’occhiello per il
mondo della dance e della musica elettronica. Fatelo,
ma se lo fate, sinceratevi prima di aver studiato a modo,
di aver approfondito l’argomento. È un avvertimento
pedante, noioso, saccente? Chissà. Di sicuro, per capire
la dinamica delle cose, è un avvertimento necessario.
SONAR
Creato nel 1994, Sonar è il Festival
di musica elettronica, live media e
arte multimediale che ogni anno si
svolge a Barcellona nel mese di giugno. L’edizione 2016 si terrà dal 16
al 18 giugno. Il programma musicale prevede oltre 150 performance,
comprese le esibizioni di artisti del
calibro di Jean-Michel Jarre, Anohni,
James Blake, New Order, Oneohtrix
Point Never, Santigold, Fatboy Slim,
Four Tet 7 hours set, Jackmaster,
Flume, A-Trak, Kerri Chandler, Kenny Dope, Jamie Woon, John Grant,
John Talabot, Kelela, Ben UFO b2b
Helena Hauff, King Midas Sound +
Fennesz, Kode9 x Lawrence Lek,
Laurent Garnier 7 hours set, Matias Aguayo, Richie Hawtin, Roots Manuva, Skepta, e tanti altri.
Info: sonar.es
FB: SonarFestivalOfficialPage
Q
Jonas Blue
uando si ascolta una hit di successo viene da pensare “chissà quanto ci avrà messo quell’artista a trovare la base musicale e la voce perfetta per quella
base”, quell’alchimia che distingue i grandi successi. Nel caso
di “Fast Car” di Jonas Blue, remix del celebre brano di Tracy
Chapman, tutto è avvenuto invece in maniera rapidissima:
“Erano anni che pensavo a una versione remixata di questa
canzone, ma non avevo avuto il coraggio di mettere le mani
su un brano così classico. Poi, nell’estate del 2015, ho sentito un’ispirazione così grande, che ho iniziato a lavorarci, e in
una sola notte ho preparato la base musicale. Una settimana
dopo, insieme al mio manager abbiamo scoperto per caso
Dakota, che stava cantando in un pub di Londra; il giorno
dopo è venuta in studio a registrare, e la canzone era pratica-
di Sergio Brambilla
mente pronta”, ricorda Jonas. Un brano che in poco tempo è
diventato una hit in tutto il mondo. “Se non ricordo male era il
periodo di Natale, quando ho iniziato a ricevere mail dai componenti del mio team, entusiasti per come il brano stesse a
dir poco spopolando su Spotify... così è iniziato un fenomeno
che in poco tempo è diventato globale”. Il successo di “Fast
Car” è dovuto in buona parte al suo sound melodico, che rispecchia lo stile dei dj set di Jonas Blue, “Quando mi esibisco,
per me è sempre importante avere una canzone che colpisca
il mio pubblico. Qualcosa che venga ricordato”, commenta
Jonas. E il pubblico che ascolta questo dj e producer londinese dal vivo ora è decisamente aumentato: “Suonare in
un’arena davanti a 10.000 persone è incredibile, mi dà un
feeling mai sentito prima”. Ispirato da grandi dj e producer,
Vodka
The
Mediterranean
way
come Calvin Harris, Jonas Blue ha suonato - ancor prima del
successo di “Fast Car” - in alcuni dei migliori club del mondo,
compresi i luoghi sacri della club music londinese: “Il Ministry
of Sound è ancora uno dei migliori club al mondo, così come
il Fabric. Questi locali, ai quali aggiungerei l’Egg, sono una
garanzia per una notte all’insegna della grande musica. Ci
sono tanti locali interessanti a Londra, ma questi sono quelli
storici”, suggerisce Jonas a chi volesse divertirsi per una sera
a Londra. E a chi volesse intraprendere la carriera del dj, ecco
un altro utile consiglio: “Essere dj per me non è mai stato una
questione di soldi, di politica o roba del genere; si tratta di suonare bella musica e vedere la reazione che la tua musica provoca nel pubblico, di qualsiasi età. Chi fa musica deve essere
se stesso, mostrare il proprio sound e la propria personalità”.
AFTER EIGHT WORLD
SOUNDTRACK
EleNoir
Sound Designer per grandi
eventi di musica e spettacolo, oltre che Dj dal ritmo
elegante ma sempre divertente. Ama i generi Deep
e Tech House, ma tra un
brano e l’altro può suonare anche musica elettronica. Dj resident e coreografa nelle sedi di Riccione e
Milano del Club Pepenero.
della tua giornata
Trend ti consiglia 3 album,
perfetti per 3 momenti della tua giornata.
di Aldo Pacciolla
Ore 24:
buona notte…
Giorgiennes
Bombino
Ray Lamontagne
C’è chi ama svegliarsi lentamente con il suono di una carezza,
chi per buttarsi giù dal letto ha
bisogno di sonori schiaffoni. Che
tu sia un diesel o un benzina, in
questo disco c’è la soluzione ad
entrambe le esigenze. “La Giusta
Distanza” è un disco rock diretto, immediato, forte e urgente,
ma capace allo stesso tempo di
suonare intimo nella sostanza.
D’altronde Giorgie, leader della
band, ha poco più di vent’anni e
a quell’età si è estremi nell’esprimere gli stati d’animo; così come
nell’approccio al suono, soprattutto se la tua passione sono
le chitarre. E in questo disco di
chitarre ruggenti ce ne sono a
bordate, così come a catinelle
piovono in un flusso di coscienza parole che sanno di dolce inquietudine. Potente e graffiante,
da vera rocker navigata, è anche
la voce di Giorgie. Un’ugola che
a tratti esplora i territori dell’urlo liberatorio, perché a vent’anni quando si ama si ama forte,
e quando ci si incazza si sfascia
tutto. Punto. Il disco “sveglia”
del mese è stato registrato presso EDAC Studio a Fino Mornasco
(vicino Como) da Davide Lasala
(Edda, Dellera, Nic Cester dei
Jet, Bocephus King) che dell’album ne è produttore, arrangiatore, e si è occupato del missaggio, oltre che aver suonato tutte
le chitarre e pianoforti nel disco.
Pausa caffè, ti affacci dalla finestra
del tuo ufficio e il sole caldo di maggio ti accarezza il viso. Vorresti essere altrove e sogni mondi lontani,
ma tra un’ora hai la riunione con il
tuo capo, già seduto sbraitante nel
suo ufficio ad attenderti per il cazziatone settimanale. Il nuovo album
di Bombino non ti salverà dai guai
in arrivo, ma per un’oretta, con questo disco in cuffia, li dimenticherai.
“Azel” è il successore di “Nomad”
del 2013, che con la produzione di
Dan Auerbach dei Black Keys aveva fatto conoscere il Jimi Hendrix
d’Africa in tutto il Pianeta. In questo
terzo album in studio, il desert blues
di Bombino, fortemente influenzato dai virtuosismi chitarristici Hendrixiani, si concede una ulteriore
evoluzione musicale e stilistica, miscelando in modo ancora più netto
la sua Africa al tocco occidentale.
L’ascolto fa partire i pensieri verso
un Mondo in cui quell’integrazione
oggi così difficile da immaginare,
è possibile. Stella del desert blues,
Bombino è nato e cresciuto in Niger, ad Agadez, nel nord dell’Africa,
nella tribù dei Tuareg Ifoghas, che
lotta da secoli contro il colonialismo e l’imposizione dell’Islam più
severo. Nella sua lingua nativa, il
Tamasheq, la parola Azel ha diversi
significati: oltre ad essere il nome
di un piccolo villaggio del Niger
cui Bombino è particolarmente legato, significa soprattutto radici e,
al tempo stesso, rami di un albero.
Sesto album in studio di Ray Lamontagne, prodotto con Jim James
dei My Morning Jacket, e ascoltando il lavoro ci sorge il dubbio che
quest’ultimo abbia piazzato di nascosto un acido nel caffè del nostro.
Sì, perché il Lamontagne di questo
disco è quasi irriconoscibile, in positivo. Che fosse uno dei più bravi
cantautori moderni dediti al recupero del folk di maniera è risaputo,
ma ritrovarlo in composizioni dal
sapore pinkfloydiano spiazza non
poco. Del vecchio Lamontagne restano gli arrangiamenti curatissimi,
per il resto l’approccio stilistico è di
un altro pianeta. Insomma, dimenticate il folk e la polvere delle strade
americane, qua quella che vola è
polvere di stelle. I suoni dell’album
rimandano alla psichedelia dei ’70,
con chitarre dilatate e notturne, per
un vero e proprio viaggione ideale
sulla luna. “Another day” e “A murmuration of starlings” sembrano
pezzi usciti direttamente dalla chitarra di un David Gilmour ispiratissimo, “The changing man” sembra
frutto di uno scontro tra un brano
di Neil Young e un meteorite che,
canticchiando i Beatles, si è schiantato sulla terra, esplodendo in forma canzone. Tutto l’album corre sul
filo di una malinconia latente, quella
che ti prende spesso nel momento
in cui ti trovi solo con te stesso e con
i pensieri ad attenderti sul cuscino,
e l’etereo desiderio di addormentarti per risvegliarti nello spazio.
C’è chi ama
svegliarsi
lentamente con
il suono di una
carezza, chi per
buttarsi giù dal
letto ha bisogno
di sonori schiaffoni.
Un album
che non ti salverà
dai guai in arrivo,
ma per un’oretta,
con questo
disco nelle cuffie,
usciranno dai
tuoi pensieri.
Suoni che
rimandano alla
psichedelia dei ’70,
con chitarre
dilatate e notturne,
per un vero e
proprio viaggione
ideale sulla luna.
Ouroboros
(RCA – CD)
di Aldo Pacciolla
artista che li mette d’accordo è Bon Iver: “Ma adoriamo e ci ispiriamo anche ai Sigur Ròs, Jack Garatt. Per
l’elettronica a John Hopkins, Moderat e Apparat”. Riferimenti che poco sembrano calzare con il mondo dei talent,
eppure la band riminese proprio grazie a X Factor ha avuto
la spinta verso il successo: “È una scuola che nessun altro può
frequentare se non chi vi partecipa, perché hai a che fare con
i professionisti migliori che ci sono nel panorama musicale internazionale e italiano. I contro: ti
devi prestare a
degli aspetti televisivi che non a tutti
i musicisti interessano. Noi abbiamo lottato tanto
per mantenere la
nostra
identità,
per non diventare altro. Non vuol
dire essere chiusi
ma sapere chi sei
e non accontentare la produzione
per ottenere risultati nell’immediato”. “Aside” è il risultato del
loro lavoro, che, separato dal pregiudizio che può scaturire la
partecipazione ad un programma televisivo, suona come una
piacevole amalgama di componenti elettroniche, classiche ed
ambient per una formula sonora realmente innovativa e unica
nel nostro paese: una firma musicale che guarda decisamente
all’estero. Un EP di 5 tracce anticipate dal singolo “Get By”. Non
è un caso la scelta del titolo, come ci spiega Gianluca, “abbiamo in serbo un altro EP con altre cinque tracce. ‘Aside’ si può
leggere anche come ‘prima parte’”. La band sarà in giro per
promuovere l’EP, un disco che vi invitiamo ad ascoltare, perché
se è vero che la partecipazione ad un talent per una band può
essere sinonimo di popolarità, è vero anche che ci vuole del
coraggio a portare un genere così poco televisivo ad un pubblico non molto abituato a certi suoni: “La nostra scommessa
era fare arrivare al grande pubblico un genere che in Italia non
è tra gli ascolti comuni, invece all’estero riempie palazzetti e
stadi”. E allora forza, diamo fiducia ai ragazzi. La meritano.
shop at oxs.it
Ore 16:
pausa caffè…
LANDLORD
L’
#oxslife
Ore 8:
il risveglio…
Azel
(Partisan Records)
Il suo suono unisce house e
deep house, con grandi melodie. I suoi dj set si distinguono per tecnica ed energia.
Resident al Peter Pan di Riccione - dove si esibisce una
volta al mese insieme a David
Morales - il suo maestro ha
suonato in tutto il mondo: Milano, Ibiza, New York, Miami,
Parigi, Mykonos, Montecarlo...
Ballerina sincro e vocalist,
Ladyross Vodkalist ha aperto concerti di Vasco Rossi,
ballato in video musicali e
lavorato nei più importanti
network radiofonici e televisivi italiani. Indimenticabili
le sue performance a Ibiza e
Formentera, dove tra l’altro si
è esibita al Pineta Club e al
Bananas & Co.
La colonna sonora
La giusta distanza
(Woodworm/Audioglobe)
Mattway
Ladyross
EVERYDAYLIFE
Barcelona
INTERVISTA
ANGELO BONELLO
Trascorre i suoi primi 25 anni in un percorso di
scoperta della natura, delle culture e dell’arte.
Esplora foreste, scala catene montuose e si avventura in varie città, tra Parigi, Mosca, Barcellona, Città del Messico, Rio de Janeiro. Elabora
una capacità visiva e una cifra stilistica basata
sullo stravolgimento dimensionale dello spazio
scenico e del paesaggio. Nel 1997 si stabilisce
a Roma e fonda con Alberta Nunziante Kitonb;
ad oggi ha creato e diretto oltre 150 diversi
spettacoli ed eventi artistici in 300 città.
KITONB
Kitonb nasce nel 1998 dall’incontro tra Angelo Bonello e Alberta Nunziante. Entrambi attivi
performer, inziano un percorso di sperimentazione sulla danza aerea e sulla spettacolarizzazione della performance artistica. Dopo alcuni
anni, hanno lasciato il palco per dedicarsi completamente all’ideazione e produzione di spettacoli. Dalla collaborazione con Fabrizio Minasi,
iniziata nel 2005, Kitonb diventa laboratorio di
progetti ed eventi spettacolari, che hanno emozionato milioni di persone in tutto il mondo.
ANGELO BONELLO
DALLE
DISCOTECHE
ALLA CONQUISTA
DEL MONDO
Abbiamo incontrato Angelo Bonello, president e concept creator
di Kitonb Project, progetto nato come compagnia di teatro estremo
e che oggi si dedica all’ideazione e alla produzione di spettacoli in tutto
il mondo. Un esempio di successo e creatività, che è iniziato all’interno
delle discoteche italiane tra la fine degli anni ‘90 e l’inizio del nuovo millennio.
INTERVISTA
CARILLON
Uno spettacolo di teatro urbano che è stato
presentato in 200 città nel mondo. Al centro
della scena un grande parallelepipedo metallico rotante, attraversato da un intreccio di 600
m di funi elastiche, dal quale si sviluppa il percorso coreografico e acrobatico dei danzatori. Uno spettacolo che coinvolge lo spettatore
a 360°, con macchine sceniche e scenografie
volanti. Un sofosticato disegno di luci raccorda
tutta l’opera nelle diverse cromie, e conduce lo
spettatore attraverso un viaggio onirico.
Parlaci del tuo background, cosa facevi prima di dar
vita al progetto Kitonb?
Io vengo dalla strada. A inizio anni Novanta ho passato
cinque anni in giro per il mondo, dormendo nei boschi
senza avere una fissa dimora. Ho girato tutta Europa,
imparando tante cose. Ho iniziato suonando il clarinetto per strada, poi ho scoperto in Germania e Francia la
giocoleria e il nuovo circo, che proprio in quel periodo
stava nascendo. Io mi allenavo dalle 8 alle 10 ore al giorno come giocoliere, e nel giro di qualche settimana ho
iniziato a essere bravo su certi esercizi. Così ho deciso
di andare avanti.
C’è stato un luogo in particolare che ti ha ispirato in
quel periodo della tua vita?
Ho passato molto tempo nei centri sociali spagnoli,
dove c’era un gran fermento. Negli anni ‘90 la Spagna
LUXOMETRO
Un’opera temporanea di arte ambientale, realizzata in occasione della Notte Bianca 2006.
La struttura del più grande dei quattro Gazometri di Roma è diventata una scultura di luce
mediante l’applicazione, lungo lo sviluppo del
suo “corpo metallico”, di più di 10 Km di fibra
luminosa continua, composta da oltre un milione di diodi LED, sincronizzati al ritmo della
musica. L’installazione ha stravolto il panorama
urbano e la sua percezione abituale. Si calcola
che sia stata vista da oltre 2 milioni di persone.
costantemente cose nuove. Col tempo mi sono strutturato sempre di più, reinvestendo il guadagno nella mia
attività, cosa che faccio tutt’ora. È stata un’espansione
progressiva, con le persone che contano, quelle che ho
incontrato lungo il cammino, e che hanno creduto in
me.
Dopo le discoteche, quali progetti hai affrontato?
Dopo l’esperienza delle discoteche ho iniziato a strutturarmi meglio anche dal punto di vista del marketing
e della vendita. Mi sono proposto per eventi corporate,
con altri tipi di budget. Si è trattato di un grande salto
in termini di capacità di organizzare progetti più complessi. Da lì ho iniziato ad attirare l’interesse di alcuni
programmi televisivi; parliamo del periodo tra il 1999
e il 2002. In particolare, ricordo uno speciale di Rai 1
sul Museo delle ferrovie di Napoli, per il quale abbiamo
A inizio anni
Novanta ho passato
cinque anni in giro
per il mondo,
dormendo nei boschi senza
avere una fissa dimora.
Ho girato tutta
Europa suonando
in strada il clarinetto...
stava vivendo una sorta di rigurgito neo hippy, e Barcellona ne era l’epicentro. Molti viaggiatori si riunivano in
città, artisti di strada riempivano le Ramblas e poi ci si
incontrava tutti a Plaza del Sol, dove si chiacchierava e
si progettava il futuro. Quell’esperienza mi ha permesso
di conoscere personaggi importanti, come La Fura dels
Baus. Con loro ho fatto alcuni laboratori, spettacoli in
capannoni dove il teatro punk veniva contaminato da
danze butoh; di solito si finiva con l’essere impiastrati di
farina e terra, circondati da auto in fiamme.
Come sei finito a lavorare nelle discoteche italiane?
Quando nel 1995 sono tornato in Italia, ho continuato a
lavorare come artista di strada, ma più affermato perché nel frattempo ero diventato bravo. In Italia nessuno
faceva il giocoliere come me, e alcune discoteche hanno iniziato a chiamarmi tramite agenzie di amici e conoscenti. Così ho cominciato a fare serate in discoteche, e
ho capito che c’era un potenziale, perché quel ambiente
aveva una grande voglia di novità, di qualcosa che non
si era ancora visto. Io avevo tante idee che non si erano
mai viste, e ho pensato che quello fosse il luogo giusto
dove sperimentarle. Alcune delle mie idee, infatti, erano
un po’ azzardate per quel tempo, e non avevo ancora la
credibilità necessaria per garantirne la realizzazione. Il
mondo delle discoteche era un po’ più elastico. La chiave è stata l’idea di trasformare l’orizzontalità del punto
di vista dello spettatore in verticalità.
C’è stata un’esperienza in discoteca che ti ricordi in
particolare?
Un progetto importante è stato quello alla discoteca
Millennya di Cassino. Era da un po’ di tempo che avevo
in mente di utilizzare delle gru nei miei spettacoli. Il proprietario del locale mi disse che la gru l’avrebbe trovata
lui, per cui organizzammo una performance al limite del
rischio, sperimentando l’utilizzo delle gru per la prima
volta. Fu un passaggio molto importante per il mio lavoro, perché da lì ho poi sviluppato una serie di progetti
dove le altezze hanno avuto un ruolo fondamentale.
Quanto è stato importante il lavoro nelle discoteche
per i tuoi progetti?
Il successo degli spettacoli in discoteca è stato il motore
che ha messo in moto tutta la macchina di collaboratori,
che ci ha permesso di acquistare attrezzature, affittare
spazi e sperimentare nuovi spettacoli. La discoteca è
stata una palestra che mi è servita anche per i lavori
successivi, per i grandi eventi, perché nei locali non potevi proporre sempre la stessa cosa, dovevi inventare
curato la direzione artistica delle messe in scena. Dopo
quell’esperienza ho conosciuto Antonello Venditti, che
ci ha chiesto di spettacolarizzare un suo concerto al FilaForum di Assago; sono seguiti altri concerti di Venditti
e, sempre con lui, un’esperienza al Festival di Sanremo.
Come è nato il progetto del Gasometro di Roma?
Io vengo dalla pittura, e ho avuto la fortuna di studiare con maestri importanti, come Antonio Carena, Pietro Gilardi e Antonio Manfredi. Loro mi hanno dato gli
strumenti per poter capire l’arte figurativa. Contemporaneamente ai progetti di teatro urbano, ho portato avanti una serie di pensieri che andavano più nella
direzione dell’installazione contemporanea. Così, nel
2005, mi venne l’idea di creare un’installazione di land
art a Roma, sul Gazometro della capitale. Ne parlai con
Giovanna Marinelli, direttore dell’Ufficio Cultura del Comune di Roma; sia lei che il sindaco Veltroni ne rimasero
entusiasti. Alla fine, il progetto prese vita nel 2006, ed
ebbi solo tre mesi per organizzare tutto; un tempo brevissimo, se si pensa che al tempo i led non esistevano in
Italia e dovetti far costruire il tubo a led necessario per
l’installazione luminosa in Cina. Fu un successo enorme,
con servizi su tutti i TG e perfino la CNN. Fu un punto di
svolta di Kitonb come marchio, che portò credibilità e
molte committenze importanti. Dopo quell’esperienza
ho girato il mondo per una serie di eventi e di festival.
Oggi, quali progetti porta avanti Kitonb?
Oggi vivo un periodo di cambiamento, ho deciso di
investire sulle mie migliori idee. A causa della crisi, ho
snellito un po’ la struttura. Sto investendo più su me
stesso come artista, purificandomi un po’ da quello che
è stato il cedere la mia creatività per soddisfare esigenze di altri. Voglio realizzare progetti miei che poi altri
compreranno, come sta già accadendo. Parallelamente
a questo processo di artista puro, con installazioni come
quella per l’Amsterdam Light Festival, procede il processo di evoluzione che ci ha portato a essere sempre
più studio di progettazione. Creiamo eventi di cui curiamo la direzione artistica, come i tanti spettacoli che
abbiamo fatto in Cina.
E dell’esperienza a Italia’s Got Talent, cosa ci dici?
Quella di direttore artistico di Italia’s Got Talent è un’esperienza interessante, che mi ha fatto scoprire un mondo nuovo. Prima in televisione venivo chiamato come
ospite, ora lavorarci da dentro come autore è diverso. Ci
sono logiche diverse da considerare, per me nuove, che
con con il gruppo di lavoro ho approfondito.
AFTER EIGHT WORLD
MIR
Ciuffo
Marco Cavax
Uno di quei dj che ha reso il
clubbing italiano ciò che è
oggi, contribuendo al successo di locali definiti templi della musica house. Il suo stile e il
suo suono si sono evoluti nel
corso degli anni, mantenendo
però quella ricercatezza che lo
allontana dall’essere mainstream. È ideatore della one night
solo al Peter Pan di Riccione.
Sfornata da poco una traccia
con il featuring niente meno
che di Snoop Dogg & Leiner,
per tutto l’inverno è stato impegnato dalla Sicilia al Trentino. Questa estate sarà la domenica al Papeete Beach, e
il martedì al Banana & Co di
Formentera. Nel frattempo, è
in arrivo un nuovo singolo con
un altro importante feat.
Nello Simioli
Dj, Art Director e Produttore Discografico, esperto marketing manager della night
life, e giornalista specializzato in Clubbing e House Music.
Quest’estate sarà responsabile
artistico e guest dj al Club Pepero di Porto Cervo, e al Phi
Beach di Baia Sardinia; e come
direttore creativo e marketing
manager al GAMF 2016.
Il MIR di Rimini
inaugura la notte
Solomun
Anni di attesa e finalmente dalle ceneri del vecchio S.i.b.
nasce un nuovo happening. L’appuntamento
per gli addetti ai lavori, curiosi e protagonisti della
notte ritrova la sua collocazione 2.0.
Signori in carrozza. Si parte.
di Massimo Cominotto
Uno sguardo sul futuro
Abbiamo chiesto a Marco Borroni, ideatore DEL
MiR e del MiF, perché questo evento nasce proprio
in questo periodo e quali siano gli obiettivi.
M
usic Inside Rimini ha solide radici nel passato ma
guarda dritto al futuro. Oggi non si parla più solo
di clubbing, ma anche di dj che riempiono stadi e di festival che richiamano più di 200 mila persone a ogni edizione. E la musica è sempre più legata al
concetto di live e di esperienza da toccare con mano e
vivere in modo attivo. MIR è la manifestazione che mancava per rappresentare finalmente l’intero mondo della
musica e dello spettacolo dal vivo, in tutte le sue principali sfaccettature. Una manifestazione che per la prima
volta apre le porte contemporaneamente agli operatori
professionali, interessati alle tecnologie più innovative,
e al grande pubblico che potrà incontrare i propri artisti di riferimento, i dj internazionali e scoprire tante
novità e tendenze legate alla musica che più li appassiona. In un periodo come questo, appena prima della
stagione balneare in cui si definiscono i trend dell’estate.
Pur essendo alla prima edizione c’è già molta attesa per
il format innovativo proposto da Music inside Rimini.
Con i dj internazionali di Music inside Festival riuniti in
una line up che lo posiziona da subito tra i principali
festival europei di musica elettronica. La Fun Clubbing
Zone laboratorio della nuova cultura elettronica e il
warm up di Linecheck per conoscere il dietro le quinte dei grandi eventi live italiani e internazionali. E con
gli artisti più interessanti della nuova canzone d’autore
italiana di Music Inside Art – Il Villaggio delle arti che
si contaminano con altre espressioni creative, dall’arte
contemporanea al fumetto. Con le novità della Technology Expo e gli spettacoli del LIVE Technology Show in
cui la tecnologia darà spettacolo su otto palchi con musica dal vivo supportata da luci, audio, visual e attrezzature di ultima generazione. Per non parlare degli eventi
sul territorio, dove il ritmo è parte integrante del vivere e
l’intrattenimento è un elemento identitario, fa parte del
dna, è vitalità, capacità di aggregare. MIR è una fiera per
tutti e ognuno avrà la possibilità di seguire la propria
passione vivendo esperienze dinamiche e interattive.
Nina Kravitz
Len Faki
Ok, ma su cosa si gioca la novità, dove sta il quid?
Il vero polo di attrazione sarà il Music Inside Art – Il
Villaggio delle Arti, una sorta di festival in cui i protagonisti della musica interagiranno con quelli dell’arte
contemporanea, la Fun Clubbing Zone l’opificio della
nuova cultura elettronica, e MiF - Music inside Festival che riunirà buona parte del gotha del deejaying
internazionale. Ma andiamo a vedere cosa propone il
festival: sabato 7 maggio un gradevole tour dj tra Jamies Jones, Margot, Sven Vath, Kollektiv Turmstrasse
live, Lehar, Lenfaky, Marco Effe, Ralf, Cw/A, Solomun,
Tale of Us, Undercatt, Flavio Vecchi. Si parte alle 16
per chiudere alle 4 e a seguire nella migliore tradizione
anni ’90 un after da celebrarsi al Peter Pan di Riccione sino ad oltranza. La domenica si replica con un’altra
line up da paura: Villalobos, Ilario Alicante, Nina Kravitz e molti altri nomi noti nel circuito ibizienco. Dopo
la chiusura notturna la musica continuerà in una secret
location con ospiti a sorpresa. Non so cosa ci si possa
aspettare, certo che le nuove generazioni non avranno
parametri di confronto con il vecchio happening (che a
onore del vero, nelle ultime edizioni è stato straziante).
Sarà difficile ricreare le stesse emozioni e soprattutto
lo stesso interesse economico nel campo della notte.
Curioso che i mega eventi a differenza degli anni passati non vengano realizzati nei club ma in un apposito
spazio allestito nella fiera. Non è un mistero che i club
ormai da qualche tempo abbiano perso il loro smalto
a vantaggio di grandi eventi-contenitore e la figura del
dj sia ormai stata completamente sostituita dal personaggio – producer. Di certo non mancheremo a questa
coraggiosa ri-edizione fornendo tutto l’entusiasmo di
cui siamo capaci e ricordando con un poco di orgoglio
che il nostro illustre antenato DiscOteC (primo ed unico
mensile sul mondo notturno) qualche merito nella storia del miglior mondo della notte se la merita di certo.
Sven Vath
C’era una volta il SIB, un appuntamento imperdibile
che nei primi giorni di marzo negli antichi anni ’90 animava per un fine settimana la stagione “morta” riccionese. I locali per l’occasione erano aperti tutte le sere,
Cocoricò, Pascià, Prince, Echoes, Peter Pan, Cellophane, Paradiso… Era la “fiera della discoteca” con la sua
fiumana di personaggi improbabili travestiti da sabato
sera, animatori, dj’s, splendide ballerine e poi ancora
tutto di più. Aziende di arredo d’avanguardia, tecnologia audio e luci, negozi di vinili (!!!) perché questo era
la disco degli anni ’90. Ok sono passati decenni da
allora, anni luce. Il mondo è cambiato un poco che
dite? Quest’anno, dopo una serie di tentativi andati
a vuoto, o addirittura abortiti sul nascere, sembra la
volta buona. I club e il mondo superstite delle luci
colorate avrà la sua sagra. Dal 7 al 9 maggio il M.I.R.
cercherà di riprendere quella centralità che anni fa
era appartenuta al defunto S.I.B. Con lo slogan di
Innovation, Technology, Light, Sound & more si giocherà la sfida per riportare un pizzico di interesse
nel mondo notturno e soprattutto tributare quella
Rimini che anticamente, molto anticamente, è stata
capitale mondiale della disco.
Cuore b2b di Music Inside Rimini sarà l’area Technology Expo & Live con le nuove linee dei grandi marchi Luci e Laser (pad A5) e delle firme più prestigiose del mondo Audio e Video Equipment (pad
C5). Percorso che troverà il suo naturale coronamento nell’ampia area Live Technology Show (pad
C1, C3, A1, A3), allestita in collaborazione con Live
You Play e DOC Servizi, con i suoi otto palchi in
cui sistemi e attrezzature professionali saranno a
disposizione dei visitatori per dare spettacolo in
tutta la loro versatilità, come in ogni sound check
che si rispetti prima di un concerto in uno stadio,
arena, palazzetto o teatro.
MARCO BORRONI
Riminese doc, una laurea in giurisprudenza e un percorso in Rimini
Fiera che comincia nel 2004 come
membro del Consiglio di Amministrazione, incarico riconfermato
fino al 2010. Si occupa di relazioni
e marketing territoriale, per manifestazioni come RiminiWellness e
SportDance, eventi di riferimento
del mondo wellness e della danza
sportiva. Gli anni dieci iniziano con
il progetto SportDays, seguito dal
lancio di RNB Basket Festival, in
partnership tra Rimini Fiera e Lega
Nazionale Pallacanestro. Attualmente è ideatore e project manager di Music Inside Rimini e Music
Inside Festival.
FUORI MIR
HOTEL COMMODORE
Hotel Derby Exclusive
HOTEL
Piazzale Azzarita 3 – Riccione (RN)
Da mezzo secolo l’Hotel Commodore è al servizio
dei suoi ospiti. L’hotel è stato ristrutturato completamente negli ultimi anni, in particolare la hall che
è stata completamente rifatta nel 2015. Il ristorante panoramico al 5° piano regala emozioni uniche.
Una vista meravigliosa su tutta la costa, con un panorama magico che va dal promontorio di Gabicce fino alla spiaggia di Rimini. A pranzo ammiri il
mare, a cena i tuoi occhi si perdono tra le mille luci
della Riviera che si mischiano a quelle delle stelle.
viale 2° Traversa a mare 27 – Milano Marittima (RA)
Un’ isola di squisita bellezza a due passi dalla boutique dello shopping, offre comfort unici di qualità,
in un ambiente completamente rinnovato dallo stile
moderno e ricercato. Gode, inoltre, della vicinanza
dei centri Sportivi e Benessere più esclusivi della
riviera quali il Circolo Tennis, l’ Adriatic Golf Club di
Cervia, il Centro “Terme di Cervia”, e il Centro Velico. Ha ottenuto riconoscimenti Nazionali e Internazionali da: Legambiente, Royal awards for substainability, Ecolabel, per la sostenibilità ambientale.
Tra tradizione e avanguardia
VIALE CECCARINI
In occasione del MIR, vogliamo rendere omaggio ad alcune delle realtà
più interessanti di uno dei luoghi più di tendenza di tutta
la Riviera romagnola, viale Ceccarini a Riccione.
viale
Ceccarini 69
viale
Ceccarini 107
Tra i locali storici e
più rinomati della
Perla Verde. Luogo
perfetto per feste ed
eventi, e per chi ama
le atmosfere glamour.
BLUE
BAR
CAFFé
via Dante 36
Situato a pochi metri
da Viale Ceccarini, la
storia del Ristorante
Cristallo inizia nel
1987. La presenza
dello Chef Pasquale
Ferraro, ha permesso
di raggiungere livellidi alta cucina, nel
perfetto connubio tra
tradizione locale, fantasia e innovazione.
Uno dei luoghi preferiti da vip e celebrità.
loriblu.com
Nel cuore di Viale
Ceccarini, un luogo
dall’atmosfera elegante e riservata,
impreziosito dalla
cordialità di Elio
Tognoni.
VICTOR
PUB
viale
Ceccarini 90
Una delle prime pizzerie di Riccione, negli
anni ‘50, si distingue
per l’ambiente elegante e familiare, perfetto
per incontri di lavoro,
banchetti e cene.
connubio tra tradizione locale, fantasia e
innovazione. Uno dei
luoghi preferiti da vip
e celebrità.
CRISTALLO
viale
Ceccarini 84
DIANA
Uno dei locali storici
di Viale Ceccarini, fin
dagli anni ‘60 luogo
di incontro per personaggi del mondo
dello spettacolo.
Dopo il restyling ad
opera della famiglia
Ottaviani, oggi si distingue per la cucina
tradizionale romagnola e la professionalità dello staff.
CANASTA
viale
Ceccarini
ang. via Virgilio 17
Non lontano da viale
Ceccarini, sorge questo
concept store storico
di Riccione. Inaugurato
nel 1996, al suo interno
i trova abbigliamento
uomo e donna, scarpe,
libri, occhiali, hi-tech,
oltre a un bar e spazi
dedicati alla pittura e la
fotografia.per la cucina
tradizionale romagnola
e la professionalità
dello staff.
BLOCK
60
AFTER EIGHT GUIDE
Tendenza = Essere se stessi
DJ, performer, PR, gestori e proprietari di locali… chi meglio di loro può dire quali
sIAno le tendenze che oggi si notano di più nel mondo della notte (e non solo)?
Trend ha chiesto ad alcuni amici, professionisti del settore, di dire la propria su ciò
che oggi “fa tendenza”; le risposte sono state “condizionate” dai luoghi di lavoro
e dalle città in cui vivono, ma su di una cosa pare si possa essere tutti d’accordo:
oggi far tendenza vuol dire essere se stessi, seguire sempre e solo il proprio stile!
Milano è
fantastica
feste
di moda
e design
a tutte
le ore
Leonardo Dionigi
Imprenditore – Ha creato e sviluppato il marchio Pepenero, brand che rappresenta non solo il Club, ma anche
uno “stile di vita”. Conosciuto come “il Capitano”, collabora con programmi TV, giornali ed eventi.
Cos’ha di trendy la tua
professione: molti penserebbero sia il casting delle Peperine, ma in realtà
io amo di più la parte creativa; il mio lavoro è regalare agli adulti una serata
da bambini.
Come definiresti la vita
notturna della tua città:
io vivo in due città. Riccione è completamente in fase di riprogettazione, la
Capitale del divertimento Italiana tornerà presto a dettare tendenza. Milano, se sei nel giro, è fantastica: feste
di moda e design a tutte le ore; se non conosci non vali.
Quali sono le realtà più trendy in questo momento:
per quanto riguarda i club, mi piace molto il Qi, che
riesce ad essere chic e trasgressivo allo stesso tempo,
con scenografie da urlo e Corpo di Ballo sempre preparato. Se dovessi dire cosa è trendy in generale, forse
pagare l’ingresso in discoteca.
Cosa cambieresti, cosa manca alla vita notturna della
tua città: alla città forse non manca niente, di locali da
ballo ce ne sono molti. Io cambierei la mentalità di tutti
noi…un po’ meno Social e un po’ più Real Life, e divertimento Live. Ricordo un giorno meraviglioso con la mia
ragazza al Ushuaia Ibiza, dove da perfetti sconosciuti
abbiamo ballato davanti al palco per 6 ore di seguito.
Di sera dove consiglieresti di andare: di sera consiglio di uscire di casa, di non rinchiudersi al computer.
Io spesso salto l’aperitivo, anche se mi piace gustare
finger food e cocktail ascoltando un buon dj. Ristorante, discoteca e poi, solo per i migliori, il finale piccante
al Pepenero, club in cui prima dell’alba arrivano tutti
gli operatori del divertimento notturno: proprietari di
locali, direttori artistici, pr, ballerine, dj... un po’ come
la canzone di Jovanotti “La gente della notte”; una selezione di buona musica house, l’ultimo drink davanti
alle performance sexy delle Peperine, che sui tacchi alti
lanciano le ultime provocazioni, l’ultimo ricordo di una
notte vissuta al massimo.
AFTER EIGHT GUIDE
MODA
BEVERAGE
TENDENZE
Parlando di moda, un nome che ritorna spesso è
quello di Marcelo Burlon; partito dal mondo del clubbing, dove ha fatto conoscere le t-shirt autoprodotte,
in breve tempo è diventato uno dei brand preferiti
non solo dai clubber. Oggi ha un’azienda che fattura circa 20 milioni di euro l’anno, e distribuisce in
quasi 500 negozi in tutto il mondo. Un altro stilista
molto amato dal mondo della notte è il tedesco Philipp Plein; i suoi capi sono tra i preferiti di vip e celebrità di tutto il mondo, e le presentazioni delle sue
collezioni sono degli eventi imperdibili per il jet set.
vedo
in forte
crescita
i party
privati
nelle
hall
degli
hotel
di lusso
Ale Big Mama
Organizzatore di eventi – I format di Big Mama Production animano le serate al Fellini di Pogliano Milanese, Victory Morgana Bay di Sanremo, Pineta di Milano Marittima,
Country Club di Porto Rotondo.
Descrivi te stesso: un tipo
strano, estremamente estroverso e testardo, uno di quelli che non riesce mai a stare
fermo! Provo un odio sfrenato verso le cose banali e le
routine; infine, diffido da chi
non crede che la propria vita
si possa modellare in base ai
propri gusti ed interessi. La
tua professione è trendy perché: mi sono creato una professione a mia immagine e somiglianza, in cui decido tutto
io dalla A alla Z, senza imposizioni: dagli orari di lavoro agli
obiettivi da prepormi, dai metodi lavorativi ai collaboratori di cui avvalermi. Insomma è una sfida tra me e me che
porta alla continua ricerca del miglioramento e della voglia
di superare i propri limiti. È un lavoro “trendy” in quanto il
Clubbing ha da sempre quell’alone ‘modaiolo’ agli occhi delle masse; quell’intreccio tra moda ed intrattenimento, tra ciò
che è fashion e ciò che è di tendenza.
Descrivi la vita notturna della tua città: io vivo a Casale
Monferrato, una piccola città in provincia di Alessandria. La
Marco Tiraferri
PR e organizzatore di eventi – Romagnolo doc, vive tra Romagna e Sudamerica. La passione per il mondo della notte
lo porta a gestire oggi, insieme ai fratelli Buffagni, il Peter
Pan e la Villa delle Rose di Riccione.
Descriviti: chi mi conosce, mi definisce diretto, coerente,
poco incline ai compromessi... e anche un po’ stronzo.
Cos’ha di trendy la tua professione: la mia professione permette di esprimersi, crea rapporti continui con persone diverse; quindi, dà grandi possibilità di migliorarsi personalmente sotto tutti i punti di vista. La cosa più trendy credo
sia la possibilità di avere sempre sogni da poter realizzare, e
poter sognare credo sia la vera benzina che permette ad un
essere umano di spingersi sempre oltre.
Come descriveresti la vita notturna della Riviera in questo
momento storico: in continua evoluzione. La riviera romagnola è sempre stata all’avanguardia sia a livello di strutture ricettive legate al mondo della notte, sia a livello di programmazione artistica. Ritengo che nonostante il paese non
stia attraversando da alcuni anni un periodo generalmente
felice, l’offerta sia sempre di primissima qualità, sia a livello
artistico, sia dal punto di vista dei club che hanno investito
sempre tanto nelle strutture.
Cocktail, liquori, birre... che cosa va più di moda
oggi nei locali italiani? Se parliamo di beverage,
ci sono due sono i prodotti che vengono chiesti
più di altri all’interno dei club italiani (e non solo):
vodka e champagne. La vodka, in particolare, viene utilizzata per cocktail, come il Moscow Mule, o
con l’aggiunta di un ingrediente, come nel caso
della vodka Redbull e vodka lemon. Lo champagne resta un must per la clientela che ama sedersi al tavolo, e il marchio Dom Perignon è ancora
tra i preferiti.
vita notturna è pressoché asintotica allo “zero”; non esiste
da circa un decennio una discoteca in città, e di quei localini
classificati come “discobar” ce ne sono pochissimi e anche
quei pochissimi offrono poco o niente ai giovani.
Le realtà più trendy in questo momento: a livello nazionale,
credo che facciano moda quei Club che negli anni hanno
saputo mantenere alto il livello della loro offerta, quelli che
non hanno come obiettivo primario il “guadagnare” ingordamente a discapito della qualità! Oltre ai Club, vedo in forte
crescita i “festini”, sempre più frequenti nelle hall degli hotel
di lusso o nei centri polifunzionali (Spa e Circoli Sportivi). Il
pubblico (soprattutto quello modaiolo) percepisce queste
location come “non convenzionali” o “atipiche”.
Le tendenze che noti maggiormente in questo momento: come brand d’abbigliamento, Marcelo Burlon. A livello
di cocktail, non ce n’è uno che in questo periodo abbia un
“boom” di richieste… Trovo che sempre più gente chieda
“cocktail particolari”, insomma non i classici, ma i più ricercati. A livello di bottiglie per la clientela “tavolara”, ci troviamo senza ombra di dubbio di fronte allo stradominio di
Vodka Belvedere a livello di super-alcoolico e di Dom Perignon a livello di Champagne.
Le caratteristiche che distinguono una persona o un luogo
di tendenza: l’originalità senz’altro è l’elemento che maggiormente caratterizza una persona o una location di tendenza. Per essere tale, un club deve offrire cose diverse da
quelli che sono gli standard del mercato. Deve esserci una
mente che in primis abbia idee innovative rispetto ai competitors, idee visionarie che permettano di essere pionieri o
precursori di ogni singola moda o tendenza!
Quali realtà sono più di tendenza in questo momento: ci
sono tante realtà che stanno facendo molto bene, direi che
si è migliorato molto il livello in tutti i settori negli ultimi anni.
Si può scegliere tra ristoranti esclusivi e concept food senza
servizio, tra il lusso di aperitivi in viale Ceccarini o la magia
della spiaggia al tramonto.. Direi proprio che un turista non
ha che l’imbarazzo della scelta. Ovviamente parlassi di club
potrei risultare “di parte” :)
Cosa cambieresti: non credo di poter dire che manchi qualcosa all’offerta notturna della riviera; personalmente ho un
grande sogno, che ovviamente non ti svelerò mai per scaramanzia…
Quali sono le tendenze che noti di più in questo periodo:
personalmente ho notato un cambiamento radicale nelle
tendenze e nei gusti; mi sembra si sia passati generalmente ad un low profile su tutto: abbigliamento, auto, modo di
divertirsi… generalmente vedo le persone proporsi in modo
più semplice e meno “articolato” rispetto a qualche anno fa.
Quali caratteristiche distinguono una persona o un luogo
di tendenza: definire un luogo o una persona di “tendenza”
di per sé è una cosa molto superficiale; ti posso dire che il
mio sentirmi di tendenza sta nel fatto che non mi pongo
mai il problema di ciò che pensano gli altri, bensì di essere
molto critico con me stesso ed essere felice. Credo che oggi
essere di tendenza significa essere realmente felici.
Le strutture
della
RIVIERA
ROMAGNOLA
sonosempre
AVANTI
AFTER EIGHT GUIDE
AUTO
LOCATION
Il mondo della notte viene spesso associato
ad auto di lusso, marchi irraggiungibili per
la massa, per lo più abbinati a celebrità del
mondo dello sport e dello spettacolo. Ma
non tutti sono calciatori, e per questo l’auto più di tendenza tra i frequentatori della
nightlife è la Mini, che sa unire design e praticità; una qualità da non disdegnare quando si gira per locali all’interno di una grande città. Molto apprezzata anche la Jeep
Renegade Sport.
MI HAnnO
colpito
le feste
del
fuori
salone
e di pitti
IMMAGINE
Oltre ai club storici, e quelli in ascesa, chi vive il
mondo della notte (e non solo) apprezza molto gli eventi che vengono organizzati durante
grandi manifestazioni, come il Salone del Mobile a Milano e il Pitti Immagine a Firenze. Tra
i luoghi che sono diventati di tendenza ci sono
i rooftop di Milano, città che negli ultimi anni è
diventata sempre più verticale. Terrazze con vista sullo skyline milanese ospitano meravigliosi
giardini dove si può mangiare, bere e passare
momenti di vero relax.
Gino Zarelli
Public Relation – Collaboratore del Pepero di Porto
Cervo e Cortina, ma conosciuto e afferamto PR in
tutta Italia.
Descriviti: intraprendente e simpatico.
Che cos’è la tendenza
oggi: credo possa definirsi trendy stare al
passo con i tempi che,
anche se mutano, mantengono alcune priorità,
come rendere speciale il
tempo libero delle persone. Stare bene, divertirsi e ottimizzare al me-
glio il tempo libero.
Quali sono le realtà più di tendenza: durante l’inverno appena terminato, è stato trendy sicuramente il
Pepero di Cortina, e questa estate lo sarà il Pepero di
Porto Cervo; punterei anche sul Mr Charlie di Lignano
Sabbiadoro. Mi hanno colpito anche tutte le attività del
Fuori Salone di Milano e il Pitti Immagine a Firenze. Si
tratta di avvenimenti che assumono dimensioni importanti, perché legati ad eventi importanti.
Consigli per una serata al top: in un club, anche se la
serata perfetta, secondo me, dovrebbe iniziare con l’aperitivo, proseguire con la cena e poi terminare al club.
Quali sono le tendenze che noti maggiormente in
questo momento: ogni periodo storico ha alcune tendenze che spopolano. In questo momento noto che se
parte una tendenza coinvolge tutto il sistema a catena.
Ora come ora sta andando forte nei locali un drink a
base di vodka che si chiama Moscow Mule. Da tenere
in considerazione.
Quali caratteristiche distinguono una persona o un
luogo di tendenza: credo che sia il modo di porsi originale a caratterizzare i cosiddetti “trendsetter”, che
a loro volta danno un’impronta ai luoghi che frequentano. Un locale di tendenza non deve mai prescindere
dal buon gusto e dalla professionalità. Un altro aspetto
per me fondamentale è la qualità: i drink e la musica
devono essere di alto livello. Fondamentale.
A milano adoro
gli aperitivi
nei sempre più
numerosi rooftop
Manuela gallo
Performer e modella – Con la sua bellezza ha conquistato il pubblico della notte, a Ibiza se la contendono
i club più importanti, ma anche stilisti e Playboy, che
l’ha voluta per la copertina dell’edizione italiana.
Descriviti: la mia professione mi ha permesso di diventare una vera cittadina del mondo... ho potuto vivere al massimo diverse città e paesi, imparare una
lingua nuova e collaborare con stilisti e scenografi di
fama mondiale.
Come descriveresti la vita notturna della tua città:
io sono di Caraglio, vicino a Cuneo. Lì la vita notturna è piuttosto contenuta, anche se negli ultimi anni
sono nate realtà veramente all’avanguardia come ad
esempio il Metropolis Disco, che ha saputo ricreare
format simili a quelli che puoi trovare in altre città
in cui ho vissuto: la magica Ibiza, la Milano fashion e
l’eterna Roma.
Quali sono le realtà più di tendenza in questo momento: nei club l’attenzione si sta spostando nettamente verso i grandi Dj, che ormai sono considerate
delle vere Pop Star. Infatti, migliaia di persone as-
sistono ai loro spettacoli, ormai simili a veri propri
concerti.
Che cosa cambieresti nella vita notturna della tua
città: non solo nella mia città, ma più in generale in
Italia, mi piacerebbe che si tornasse all’attenzione e
alla cura dei dettagli, soprattutto nel settore degli
show e delle performace, che purtroppo con la forte
crisi sono venuti a mancare.
Consigli per la sera: personalmente, a Milano adoro gli aperitivi nei diversi rooftop, ormai sempre più
numerosi e in voga. Prediligo la cucina italiana, e i
ristorantini tipici della città in cui mi trovo. La notte
consiglio invece di passarla solo nei best club con
buona musica, buona gente e atmosfera magica.
Quali sono le tendenze che noti di più in questo momento: il trend è dettato sempre più spesso da quello che vediamo tutti i giorni sul web, sui social, postato dai vari influencer. Mi piace osservare come si
veste la mia diva preferita, o scegliere dove passare
la serata grazie alle recensioni sul miglior ristorante
o locale della città.
Quali caratteristiche distinguono una persona o un
luogo di tendenza: la versatilità, il buon gusto e la
ricerca di ritorno al passato.
LE NOTTI DI NAPOLI SONO SPECIALI
Ciro Barone
Blogger – Suo l’hashtag #napolimlike che spopola
sui social media, soprattutto Facebook.
Cos’ha di speciale la tua
professione: il fatto che
non mi lega a nessuno, se
non al mio istinto e alle
mie capacità.
Cos’ha di speciale la tua
città: Napoli è speciale,
soprattutto di notte, perché si gira in tranquillità,
puoi bere ovunque così
come mangiare, ed è sempre abbastanza affollata.
Le realtà più di tendenza in questo momento: di belle realtà ce ne sono diverse che regnano da anni, ma
una particolarmente trendy è un locale al Vomero di
nome Archivio Storico, dove si può mangiare da Dio
e bere drink particolarmente buoni. Poi, un locale
dove viene rappresentata la massima napoletanità,
con foto e altro che ricordano il Regno delle due
Sicilie, Il Nostro Regno. Cosa cambieresti nella vita
notturna della tua città: aggiungerei qualche locale
e mi piacerebbe vedere più gente in giro, anche a
inizio settimana.
Aperitivo, cena, dopo cena a Napoli: diciamo che
dipende dal clima. Se c’è Sole, vi consiglio di fare l’aperitivo con taralli e birra seduti su un muretto di via
Partenope, lasciandovi trasportare dalla maestosità
del nostro golfo; andare a cena da Tufò in via Posillipo, per assaggiare la tipica cucina napoletana, e poi
di corsa al Club Partenopeo e restarci fino all alba.
Tendenze che hai notato in questo periodo: nei vestiti noto che si è tornati ai jeans stretti, scarpetta e
t-shirt (per la mia gioia). Per quanto riguarda i drink,
credo che si sia raggiunto un livello altissimo, perché
ormai i migliori locali ti offrono solo drink mixology.
Se guardo alle auto, grazie a chi ci amministra sono
ritornate le utilitarie e qualche piccola sportiva.
Cosa distingue una persona di tendenza: per essere trendy bisogna seguire sempre e solo il proprio
stile, ragionare con la propria personalità e mai seguire la massa.
AFTER EIGHT GUIDE
A firenze
sono tornati
importanti
eventi techno
e house
Roma
è folle
glamaour
e senza
senso
Niccolò Armaroli
Imprenditore – Gestore e Direttore Artistico della discoteca YAB di Firenze dal 2003. Organizzatore di feste,
per esempo durante Pitti Immagine, e di party molto
esclusivi.
Cos’ha di trendy la tua professione: è in continua evoluzione; è una professione eclettica. Diciamo che mi
sento un trendsetter.
Come definiresti la vita notturna di Firenze: per anni
Firenze è stata la capitale della moda e della trasgressione, ultimamente manca un “ricambio generazionale” in città, ma sono fiducioso.
Consigli per una sera a Firenze: ci sono molti locali e club, oltre che discobar. Ultimamente sono tornati in città eventi techno e house importanti, con dj set con guest di livello
internazionale.
Cosa cambieresti alla vita notturna di Firenze: manca la volontà di “rischiare”! Inoltre, essendo una città d’arte con milioni di turisti, il nostro settore non è la priorità delle istituzioni che non prendono in considerazione la possibilità di “sperimentare” qualcosa di nuovo.
Aperitivo, cena e club: aperitivo all’Odeon bistro, Colle Bereto o Donnini, che sono tutti in centro; cena al ristorante Neromo, Cestello (per il pesce), 13 Gobi; musica e ballo
allo YAB o al Downstairs Club, e per le serate techno/house il Tenax, e d’estate il Flo.
Kikò Nalli
Hair Stylist – Testimonial per le sorelle Kardashian,
stilista per Rai 2 nel programma Detto Fatto.
Cos’ha di trendy la tua professione: tutto e niente.
Come definiresti la vita notturna della tua città,
Roma: folle, glamour e senza senso.
Quali sono le realtà più di tendenza in questo
momento: come locale l’Os Club, come serata
l’apericena.
Cosa manca alla vita notturna della tua città:
nulla, c’è tutto.
Quali sono le tendenze che noti maggiormente
in questo momento: come drink, la vodka Redbull
e la vodka lemon; nel vestiario, giubbotti di pelle,
risvoltini e pantaloni a zampa di elefante; praticamente è tornata la moda
anni 70. Se parliamo di auto, Smart e Mini.
Cosa distingue una persona o un luogo di tendenza: le persone oramai non
si distinguono più; per me sono tutte fotocopie, e lo stesso vale per i luoghi.
NAPOLI come RIO
Dario Guida
Dj e Producer – Il suo sound ha le radici nella house, ma
con influenze elettro e deep, sempre in continua evoluzione. Apprezzato per il suo carisma e il modo in cui
riesce a coinvolgere il pubblico durante un suo dj set.
Parlaci di te: eclettico,
creativo, curioso, coinvolgente, dallo stile inconfondibile; cerco di
trasmettere passione ed
adrenalina, di far sognare ed emozionare; sono
sempre in continua evoluzione musicale. Sono
sempre alla ricerca di
nuovi stimoli e obiettivi,
mi distinguo anche per
il mio carisma e per la mia estrosità, oltre che per il
modo coinvolgente di stare dietro la console, sfidando
canoni e pregiudizi.
Cosa rende “trendy” la tua professione: l’opportunità d incontrare gente, partecipare ad eventi mondani, party esclusivi ed essere protagonista. Un tempo
la professione del dj era riconosciuta ed apprezzata
solo dal fruitore del mondo della notte, oggi no; oggi
il dj fa tendenza, lo cercano, lo vogliono e lo esaltano.
Negli anni ‘90 i calciatori erano trendy, dall’inizio del
nuovo millennio il dj è trendy; la moda le grandi griffe
vogliono sempre incontrare la musica, bella musica e
look vanno d’accordo, e quando uno stilista affermato
di fama mondiale ha una featuring con un dj, cosa c’è
di più trendy?
Come definiresti la scena notturna della tua città,
Napoli: un po’ piatta. Da qualche anno, per effetto
della crisi e per mancanza di idee, si è avuta una involuzione del nightclubbing, ma credo che sia un problema generale. Di solito si dice che quando si tocca il
fondo c’è sempre la risalita, noi dj regaliamo emozioni
e sogni, quindi bisogna necessariamente essere ottimisti!
Quali sono le realtà più di tendenza in questo momento: da Rosolino il format “giovedì al cubo” è sicuramente la realtà più forte e trendy del momento.
Una cena spettacolo con la collaborazione di artisti
e vocalist internazionali, come club lo Snob e la Mela
sono sempre sulla cresta dell’onda; disco bar e winebar Cantine Sociali la fanno da padrone.
Cosa cambieresti della nightlife della tua città: sicuramente l’ubicazione dei discobar, togliendoli dal centro
e posizionandoli sul lungomare; una città come Napoli
meriterebbe più visibilità internazionale, con le regate
di vela e gli internazionali di tennis che regolarmente
si svolgono su via Caracciolo, sarebbe fantastico vivere Napoli città sul mare come Barcellona oppure Rio .
Per la vita notturna, regolamenterei ad alternanza l’a-
pertura di determinati giorni tra i club, così da poter
permettere a tutti di lavorare, e di creare una sinergia
tra i proprietari imprenditori, ma mi rendo conto che
la mia idea è un’utopia, forse un giorno ci arriveremo.
Aperitivo, cena, dopo cena: la mia mappa tour consigliata è aperitivo alle Cantine Sociali, cena a La
Garçonne, serata clubbing a scelta tra La Mela, Lo
Snob, il Joia; se fosse giovedì, sicuramente Rosolino
con il format “giovedì al cubo”.
Tendenze che stai notando in questo momento: il
dress code Dsquared per quelli più tendenziosi e
modaioli è sicuramente il più a’ la page; quelli più informali vedono le t-shirt Marcelo Burlon. Noto un’ostentazione nell’imitare l’hair look troppo eccessivo
dei calciatori, ma fa moda. Il Rolex non tramonta mai;
l’Oyster Perpetual GMT Master II oro giallo fa super
tendenza, così come il SUV Jeep Renegade sport. Ho
notato per i drink che c’è molta attenzione alla gradazione alcolica, e la scoperta di ingredienti naturali
come la barbabietola; nei club, la vodka e lo champagne sono i primi della lista.
Quali sono le qualità di una persona di tendenza: rispondo con una frase che mi contraddistingue: per
essere insostituibili bisogna essere diversi. Diversi può
significare tutto e niente, ma se aggiungi alla diversità
la creatività, l’aspirazione e le idee, allora ecco che una
persona si eleva rispetto ad un altra, ed un concetto
prende forma più velocemente.
ELEGANZA NATURALE
NaTURaL ELeGaNCe
WWW.SCORTESE.IT
www.cortesesoftdrink.it
made in italy
AFTER EIGHT WORLD
INCHIEstA
Alain Rosetti
Da oltre venticinque anni lavora con alcuni dei top club. Si
occupa di gestione, organizzazione eventi, ufficio stampa, comunicazione, gestione
sponsor. Da anni stabile con la
famiglia Buffagni alla Villa delle Rose e Peter Pan. Sempre
attento a tutto, è un personaggio di rilievo del settore, rispettato da tutti.
Ale Zuber
Uno dei party maker più richiesti del nord Italia. Amico di
celebrità e diversi artisti internazionali, è un one man show
i cui dj-set si distinguono per
il suo modo unico e innovativo
di mixare black music, come
hip hop e reggaeton, con hit
del panorama pop. Fondatore
del format IAMARICHBITCH,
quest’etate al Privilege di Ibiza.
Nick Maltese
Architetto e designer di interni.
Ultime esperienze a Milano al
FuoriSalone in TortonaDesignDistrict, con la progettazione
dello spazio eventi del MagnaParsSuites, dove ha dato vita
alla “Gatsby Mansion House”,
un contenitore di design che
di notte si trasforma in club; a
breve la nascita di un concept
innovativo: Pirelli Nove.
DIVENTA UN professionistA dell’entertainment
1994 Trend Discotec lancia l’iniziativa “1000 posti di lavoro”, diretta a chi in discoteca non vuole solo divertirsi,
ma avere un ruolo da protagonista. A 20 anni di distanza c’è ancora spazio nei locali per persone intraprendenti e motivate. Ma quali sono le caratteristiche che bisogna avere per lavorare in un locale? E, informazione
non trascurabile, quanto si guadagna? La nostra inchiesta vi darà le risposte che cercate.
A
di Lorenzo Tiezzi
Ibiza, la serie A, anzi la Champions League del clubbing mondiale, la lenta ma costante rivoluzione che
sta riempiendo le disco italiane è già realtà da tempo. Quasi nessuno riesce a ‘riempire i locali’ da solo. Anche
superstar come David Guetta non si limitano ai loro dj set. Il
lunedì all’Ushuaia (dal 27 giugno), e il giovedì al Pacha (dal 2
giugno) in console c’è il solo Guetta. Ma lo staff dell’ormai celeberrimo party F*** Me I’m Famous lavora tutta la settimana,
o meglio tutto l’anno. Più in generale, mentre gli staff dei promoter organizzano e promuovono i diversi party settimanali,
quelli guidati dai proprietari delle disco si occupano di tutto
il resto, ad esempio del personale, della sicurezza, eccetera.
Una one night ha bisogno di grafici, specialisti in social
network, talent scout specializzati nello scovare nuovi
dj che non costino un capitale, e pure trend setter che riescano a captare le nuove tendenze in ambito nightlife
& co. Il ruolo in cui si comincia è di solito quello di PR ‘da
strada’: le prime volte si portano gli amici in comitiva, poi
quasi senza sforzo ci si ritrova dalla parte degli organizzatori. “Quando il nostro staff si sposta in una nuova città, prima di tutto cerchiamo di capire chi potrebbe meglio
rappresentare la nostra festa”, racconta Giovanni Polito di
Vida Loca, party hip hop & reggaeton in fortissima ascesa. “Insieme a tanti professionisti dello show business, la nostra crew è formata da ragazze e ragazzi, italiani e non,
che abbiano voglia di divertirsi e magari scoprire che la notte può anche diventare un
lavoro”. Si può partire da soli, organizzando piccoli eventi in un disco bar, per poi crescere pian piano; oppure, proporsi ai party affermati. In ogni caso, se i guadagni iniziali sono bassi, chi è in grado di ‘spostare’ il pubblico ha sempre un notevole potere.
In realtà quella delle one night più che una rivoluzione è un ritorno. Exogroove e New
York Bar sono solo un ricordo, ma i martedì di Fidelio Milano fanno ancora muovere a tempo tutto il Nord Italia. Tra show, top dj, party girl mozzafiato e una fau
L
e star nottambule di questi anni sono i dj e quasi tutti coloro che vogliono lavorare di notte sognano di stare in console. Sembra un sogno davvero facile da
raggiungere. Infatti, è difficile capire quanti siano siano bravi top dj come Cristian Marchi e Avicii, Gabry Ponte e Claudio Coccoluto. Si comincia a parlare di gusti
musicali, entra in gioco il cuore e si dimentica ciò che è invece subito chiaro, quando
guardiamo una performer sul palco o sui cubi di un club: non è un lavoro per tutti.
È molto difficile muoversi a tempo con naturalezza ad un certo livello. Occorrono
una notevole dose di esibizionismo, un corpo perfetto e una capacità di muoversi
degna di un ballerino classico. Un conto è fare il ragazzo o la ragazza immagine:
bastano un po’ di sorrisi, qualche saluto e il gioco è fatto. Un altro è far emozionare i frequentatori di un locale con uno sguardo, un movimento, una coreografia in
sync con i colleghi. Uno show del collettivo EWS Performers crea meraviglia, perché ballerini e ballerine sanno fare follie. Ormai, nei locali, poi, spesso vanno in scena
veri show, musical nottambuli come quelli creati da Ale Big Mama, un art director
che coordina squadre di ballerini, performer ed attori. Dal suo nuovo headquarter
milanese, mentre comunica a raffica su Facebook, Big Mama crea spettacoli come
“Il Mistero degli abissi”, pensato per l’apertura della stagione dello storico Africana
Famous Club di Praiano (SA). Lo spettacolo racconta la storia della figlia del Duca
na che si trova a suo agio solo qui, si capisce subito il segreto di una festa che dura
da oltre quindici anni. Gli organizzatori del Fidelio, il martedì, potrebbero pure andare a letto presto, visto che gestiscono locali ed agenzie di comunicazione tra Milano e Bologna. Ma visto che si divertono ancora parecchio, organizzano feste memorabili. Anche i campani Angels of Love non hanno alcuna intenzione di smettere. Coi
loro party quest’estate infiammeranno Napoli, Croazia, Ibiza. “Per noi vivere ogni
notte fino al mattino è ancora un bisogno assoluto”, raccontano, sentendosi un’entità collettiva più che un classico team di lavoro. “L’organizzazione conta, ma conta di più non smarrire quel briciolo di follia che ti fa preferire la notte al giorno”.
di Amalfi e dei suoi problemi con un mostro marino. La bestia ucciderà la ragazza, la terrà prigioniera, oppure se ne innamorerà? Chi interpreta uno show di questo
tipo non può non avere una notevole preparazione. L’estetica ed i costumi aiutano
solo fino ad un certo punto. Grandi show con decine di personaggi hanno fatto la
fortuna anche del Qi Clubbing di Erbusco, conosciuto dagli addetti ai lavori di tutta Italia per l’impatto dei costumi e dei personaggi coordinati dietro le quinte da
Alda Civelli. Qui Marica Rotondo, grande professionista del microfono, grazie alle
luci, ai costumi e ad una regia che è degna di quella di un teatro, diventa una creatura
da sogno. Non è solo questione di bellezza: è anche una cantante vera (ha recentemente interpretato “Stanotte” con la Al-B.Band) e studia recitazione. “Il nostro è
un club da ‘sole’ 1.000 persone, situato tra l’altro in un città di provincia”, racconta
Antonio Gregori, 31enne alla guida del Circus beatclub di Brescia. “Anche per noi
però i dj da soli non basterebbero di certo. Il nostro duraturo successo credo dipenda anche dall’animazione. Con agenzie e performer collaboriamo da sempre e
oggi nei nostri show mettiamo in scena, alternandole, go go girls e ballerine professioniste. Così i nostri clienti non si annoiano mai e si sentono coinvolti”. Per la prossima stagione la novità saranno performance sul dancefloor e sui banconi dei bar
del club, per ridurre ancora di più la distanza tra pubblico e protagonisti dello show.
AFTER EIGHT WORLD
INCHIEstA
Ania J
Brava cantante, grande artista, Ania J con
grande cuore dedica tempo e amore ai cani
abbandonati randagi e ai bambini bisognosi.
Ama e rispetta la natura e la vita in ogni sua
forma. Il suo motto è “Love life, Save life, Respect all!”. è la voce ufficiale di FTV, vocalist
del party post show di Fashion Week uomo
dello stilista Andrew Mckenzie, è richiesta da
dj nazionali e internazionali come Bob Sinclar, Little Louie Vega, Coccoluto, Intralazi, Joe T Vanelli, Dj Poet (Black Eyed Peas).
Johanna Martes Vidal
Presente nei migliori club d’Italia come vocalist, Johanna Martes ama rappare e scrivere,
oltre che cantare. Persona diretta e schietta,
è appassionata di psicologia e ipnosi regressiva. Così ha commentato la vittoria ai Dance
Music Awards: “Non avrei mai immaginato di
vincere i Dance Music Awards, perché c’erano figure molto quotate e gente che si è
presentata la stessa sera dicendo che avrebbe vinto; invece con mia grande sorpresa ho
vinto io ed è stato molto bello!”.
Lavorare di notte, una passione
che va al di là del lavoro
Alessio Vincitorio ha iniziato a fare il performer negli
anni ‘90, ovviamente ad Ibiza. “A quei tempi non esistevano i led e tutte le tecnologie di oggi, eppure io facevo
già il robot”, racconta sorridendo. “Col cerone bianco in
faccia e uno smoking addosso salivo sui palchi, muovendomi come un mimo che fa breakdance”. Oggi invece
è Lightning Man (www.lightningman.it), un robot alto
quasi 3 metri con un’armatura di 4.000 led multicolor.
Cosa succede nelle performance Lightining Man? Il
nostro è uno show. Al completo, siamo un crew composta da cinque robot e dieci ballerini professionisti.
Utilizziamo effetti speciali, pistole co2 con effetto
‘freez’, puntatori laser, fontane pirotecniche, cannoni spara coriandoli… e pure un fucile con fuochi traccianti. La preparazione fisica è fondamentale: i ballerini si allenano ogni giorno, chi fa il robot ancora di
più. Oltre al peso del costume e della bombola di co2
sulle spalle, bisogna resistere al caldo dell’armatura.
Anni fa ci esibivamo soprattutto nelle disco all’aperto.
Oggi soprattutto nei festival internazionali. Abbiamo
lavorato con Fedde Le Grand, Steve Aoki, Kygo, con
dj Italiani come Cristian Marchi, Gabry Ponte, Nari &
Milani, Djs From Mars e pure con brand come Porsche,
Ferrero e Ducati…. Oggi c’è spazio per chi vuol fare
il performer nei locali ai festival e non solo, ma non
è facile. Quella di chi lavora di notte è una passione
che va oltre il lavoro, una cosa che ti senti dentro e
che non sai spiegare. Si parte col talento e la voglia
di di farlo vedere, a prescindere se una performance
possa avere un futuro lavorativo o meno. Un ballerino professionista ha un cachet che parte da 150 euro
a sera, un performer che utilizza mezzi suoi, sostiene
costi non indifferenti (il costume, co2, tecnologia, etc),
per cui il cachet parte da 200 - 250 euro. Ma ripeto, i
soldi non sono la parte principale. Chi fa un lavoro di
questo tipo non ha orari, non può avere la febbre, mal
di gola, infortuni, festività. Vivi per ciò che hai creato.
Le emozioni, e i sacrifici, fanno parte del pacchetto.
QI Clubbing Theater, unico Club capace di unire con arte
la discoteca e il teatro, offre spettacolari coreografie e
serate come il famoso locale parigino, ma in una versione interamente made in Italy. QI, durante l’anno, offre ai
suoi ospiti molti spettacoli, unici e caratteristici; ogni
spettacolo è unico. Lo spettatore resta meravigliato
dall’atmosfera e la magia che lo avvolgono. Alta professionalità,
coreografie e costumi creati ad arte, effetti visivi sorprendenti,
un corpo da ballo composto da ballerine professioniste, accompagnato da acrobati e performer provenienti da tutto il
mondo, sono la garanzia di una serata sorprendente e indimenticabile. Gli show sono dei veri musical, che prendono
vita sia sul palco della storica sede del Qi, sia sui palchi delle
località estive più di tendenza. Qi è un vero teatro, che si
avvale di uno staff altamente specializzato, composto da
costumisti, coreografi, scenografi, artisti del light design
e altri esperti in grado di innovare con nuove tecnologie
introdotte nel mondo dello spettacolo. Durante tutta la
settimana lo staff al completo lavora per la preparazione dello show, curano ogni dettaglio, provando le
coreografie, le scenografie e realizzando i costumi a
tema. Il Qi è l’unico club in Italia dove è possibile assistere a uno spettacolo di questa grandezza e con
questa organizzazione. Oggi tutto questo fa tendenza, ma il Qi Clubbing la tendenza la crea, non la
segue. Questa estate, moltissimi saranno gli eventi targati Qi Show:
Croazia, Grecia, Montecarlo e Costa Smeralda, attraversando tutta
l’Italia, in luoghi noti come la Riviera dei Cedri in Calabria, Otranto e
Gallipoli, oltre a tutta la Costiera Amalfitana. Info: qiclubbing.com.
DANCE ON AIR
danceworld
L’UNIVERSO DANCE DI RADIO 105 è anche su 105.net
Maggio per Miami significa Memorial
Day Week End, o come lo si chiama più
di frequente, Urban Week End. Ogni
anno, l’ultimo lunedì di maggio, vengono ricordati i caduti in guerra e per
quell’occasione South Beach si trasforma in un mega rave di musica hip hop,
un gigantesco party che si snoda per
tutta South Beach, le cui strade sono
percorse da bolidi customizzati con
graffiti e colori pazzeschi. Migliaia di
persone si riversano da tutti gli Stati
Uniti lungo Ocean Drive per non perdere questo evento unico che catalizza l’attenzione di appassionati e super
star. Ogni sera infatti nei club di South
Beach si esibiscono artisti del calibro
di Snoop Dogg, Rick Ross, Lil Wayne,
Drake, Fabolous, Jay Z, Rihanna. Un
tripudio di musica, motori, bellezze
mozzafiato che rendono la Magic City
ancora più magica. Tutti gli hotel organizzano pool party con special guest
e per chi invece preferisce il mare, c’è
l’immancabile Rock The Yacht, un party su un mega yacht al largo delle coste di Miami Beach. Quest’anno il tema
è All White! Parola d’ordine: tutti vestiti
di bianco!
Questo e molto altro, il venerdì e il sabato dalle 21.00 alle 23.00 su Radio 105.
Torna Top Dj,
il programma
icona del clubbing
Su Radio 105, ogni fine settimana, Fabiola presenta i protagonisti delle console planetarie, i musicisti, i produttori
delle scene electro, techno, minimal e
drum’n’bass. Anche per questa sua vocazione, Radio 105 è stata scelta come
radio ufficiale di TOP DJ, primo talent
televisivo al mondo dedicato ad aspiranti dj e dj producer, e che incorona
la futura star della consolle: in palio,
un contratto con Warner Music Italy.
Per la terza edizione, in programma
su Italia 1 da fine maggio, la giuria è
formata da David Morales, Gué Pequeno e Syria insieme a Tommy Vee
nelle vesti di coach e Fabiola che,
come fa su Radio 105, racconterà la
gara dall’interno del club di TOP DJ.
A sfidarsi su prove creative e tecniche,
a colpi di remix, mash up, beat, synth,
scratch e BPM, i 10 migliori aspiranti dj
e dj producer selezionati da un team
di esperti e dalla giuria sugli oltre 700
nuovi talenti della musica elettronica
che da tutta Italia hanno partecipato ai
casting, a fronte di 2815 iscrizioni online.
105 Club Nation è in onda il venerdì e il sabato dalle 21.00 alle 23.00 su Radio 105.
I beat più ballati
di maggio
Essential Tunes
Spring 2016
Mamacita Radio Show, la serata che fa
impazzire migliaia di ragazzi è diventata un programma radiofonico, perché
dai club italiani e internazionali a Radio
105 il passo è breve se il party è firmato Max Brigante e team Mamacita! Una
line up d’eccezione composta da Max
Brigante, Andrea Pellizzari, Roc Stars
e Latin Lovers è protagonista della colonna sonora dell’esplosivo randomparty con i beat più ballati dai vip e
dal grande popolo urban, un melting
pot irresistibile di hiphop, r&b, reggaeton e moombahton. Mixati originali ed
esclusivi, remix e special guest sono
gli ingredienti principali del “Mamacita
Radio Show” on air su Radio 105, ma
anche online su 105.net e sull’App mobile ufficiale.
4 ore non stop scandite dai beat e dai
set dei top dj italiani e internazionali
selezionati da Andrea Belli, “head of
music” e dj resident di questo danceshow on-air su 105 da ben 12 anni!
105 InDaKlubb è la notte dance firmata Radio 105; e queste sono le essential tunes di primavera:
Questi i 5 top
brani più ballati
di maggio:
• Will I am ft Pia Mia
Girls & Boys
• Tinie Tempah ft Zara Larsonn
Girls like
• Rihanna - Work
• Nicky Jam
Hasta El Amaneser
• Yandel - Encantadora
105 Mamacita è in onda su Radio 105 il
sabato e la domenica dalle 20.00 alle
21.00.
Chocolate Puma
A maggio
Miami è…
Memorial Day
Week End
• 19Eighty7 - Get It On
(Benny Benassi & MazZz Remix)
• Axwell - Barricade
• Cedric Gervais Feat. Jack Wilby With You
• Chicane & Steve Edwards Carry
Me Home
• Chocolate Puma
Listen To The Talk
• Edx Feat. Mingue
Missing
• Michael Calfan
Nobody Does It Better
Will i am ft Pia Mia
• Michael Feiner
Mantra
105 STORY
Medley Generation
Primavera 1993, i “giovani leoni” di Rete 105, apprezzatissimi via radio grazie al programma Medley Generation,
spopolano anche nei club di tutta Italia. Trend incontra
Paperino, Max Baffa, Maurinaz, Micky B, Doctor D. e Bellicapelli al club Ghibly di Aosta dove le “scalpitanti forze nuove di rete 105” stanno galvanizzando l’atmosfera e i
nottambuli. La serata, che porta il nome del programma ra
diofonico, è un successo, tra un tripudio di magliette e
adesivi della radio; e i dj, come vere star, firmano tantissimi autografi. Il motivo di questo successo? La possibilità per i ragazzi di “stare accanto a un qualcuno che sen
• Mk & Becky Hill
Piece Of Me
• Nora En Pure & Redondo
I Got To Do
105 In Da Klubb è in onda su Radio
105 il sabato e la domenica dalle
00.00 alle 4.00.
te la musica alle medesime vibrazioni accelerate, che ha
in comune un background fatto di ore e ore di cd lanciati a velocità nel lettore, di passione divorante per il sound”.
Visita il sito www.trend-discotec.com e leggi tutto l’articolo.
1993
TREND CAR
RANGE ROVER
EVOQUE CONVERTIBLE
Se si è dei tipi avventurosi
ed allo stesso tempo si
adorano i panorami,
Evoque Convertible è
proprio l’auto adatta.
di Emanuele D’Argenzio
La Range Rover Evoque Convertible abbina al design
audace ed alla raffinatezza tipica dell’Evoque, gli optional più completi ed una sofisticata capote ripiegabile,
perfetta per avere una convertibile senza compromessi: il suo tetto apribile - si ripiega in 18 secondi e può
essere sollevata in 21, a velocità che possono arrivare ai
48 km/h - stabilisce un primato in quanto a dimensioni, diventando il più grande in circolazione. L’insonorizzazione che offre è eccellente, sembra di avere un vero
tetto in alluminio sopra la testa che non dà fastidio
nemmeno ai più alti di statura, poi una volta scoperta la
Evoque non cede all’aria che proviene da fuori, la qualità dei materiali fa sì che si possa stare comodi e godersi il viaggio - neanche uno scricchiolio a disturbare. Il
cambio automatico a nove rapporti, sviluppato da ZF,
si adatta allo stile di guida ed alla tipologia di percorso anche grazie alle comode palette situate dietro al
volante, proprio come sulle auto da corsa. In questo
modo risulta davvero piacevole da guidare sulle strade
di tutti i giorni: anzitutto la città dove questo SUV compatto sa farsi notare. Poi come dicevamo ci sono i percorsi extraurbani dove poter utilizzare Evoque Convertible, che nonostante la sua mole mantiene una guida
pulita e permette di godersi il viaggio - magari con la
capote aperta ora che la bella stagione è ormai alle
porte! Infine in autostrada la sua linea, pensata per non
creare troppi attriti con l’aria, fa sì che la vettura possa
viaggiare in modo silenzioso e con rispetto per i consumi. Gli occupanti potranno così godersi il percorso
senza disturbi quando la capote sarà chiusa, grazie alla
sua struttura multistrato che permette di lasciare fuori
sia i rumori sia le condizioni atmosferiche, creando così
all’interno un clima ideale. Il peso in più (oltre 200 kg),
dovuto al fatto che perdendo il tetto si è irrobustita per
essere più sicura, la penalizza un po’ nelle prestazioni
ed anche nel modo in cui deve essere guidata: sebbene
venga subito da spingere con una vettura del genere
ed il volante risulti molto preciso, il rollio accentuato e
la frenata che affonda in avanti quando si schiaccia sul
pedale lo sconsigliano. Non si può certo definirlo un
difetto, dal momento che questo SUV è pensato per
viaggi rilassanti, in compagnia delle persone a cui si
tiene di più. Se si è dei tipi avventurosi ed allo stesso tempo si adorano i panorami, Evoque Convertible
è proprio l’auto adatta: possiamo dire che il suo secondo habitat naturale è il fuoristrada, in quanto permette di usare la trazione integrale, di cui in casa Land
Rover vanno davvero fieri ed a giusta ragione, avendo una tradizione molto lunga. Premendo un pulsante
sulla consolle con lei arriverete solo dove poche altre
vetture come lei osano. I sistemi di sicurezza intervengono per dare una mano: in discesa la velocità viene
mantenuta costante, il sistema Terrain Response ha dei
sensori che riconoscono il tipo di terreno che state affrontando (sabbia, neve o fango) ed imposteranno la
modalità di guida migliore. Si possono addirittura guadare fiumi grazie ad un monitoraggio della profondità,
che mostra sul monitor centrale in tempo reale il livello
d’acqua. Ed in più, con il vantaggio della capote aperta,
godersi il panorama offerto dalla natura è ancora più
spettacolare. Parlando ancora degli interni, lo spazio
non manca davvero mai ed anche il baule ha un carico
sufficiente per i viaggi, in più grazie ad un passante è
possibile caricare anche oggetti di lunghe dimensioni
come sci o tavole da surf. Anche in termini di sicurezza
il livello è davvero alto: anzitutto il sistema di roll-bar
che, nel malaugurato caso di ribaltamento, protegge
gli occupanti fuoriuscendo dalla carrozzeria. Ci sono
poi monitor che avvisano se un’auto è alle nostre spalle, permettendoci così manovre in tutta sicurezza. Se
si abbandona la corsia di marcia senza volerlo ecco allora che il volante vibra e ci consiglia di raddrizzarci,
intervenendo anche da solo se necessario. La linea di
Evoque Convertible è decisamente diversa da tutte le
altre vettura e tanti elementi la caratterizzano, come
gli alti fari full-led adattivi, la calandra ad esagoni, le
grosse feritoie che rendono il suo aspetto ancora più
imponente, le nervature nelle fiancate, i grandi cerchi
in lega e l’estrattore d’aria posteriore che integra i due
tubi di scarico. Ecco come si ottiene una vettura adatta
a tutte le stagioni.
cilindrata cm3: 1999
Potenza massima kW (CV)/giri: 132
(180)/4000
coppia max Nm/giri: 430/n.d.
Emissione di co2 grammi/km: 149
Trazione: Integrale
Velocità massima (km/h): 195
accelerazione 0-100 km/h (s): 10,3
consumo medio (km/l): 17,5
lunghezza/larghezza/altezza (cm):
437/198/161
Passo (cm): 266
Peso in ordine di marcia (kg): 1967
Range Rover Evoque Convertible:
da 53.400 a 63.800 €