ARKETIPO CROMOLOGY IL COLORE NELL’ARCHITETTURA DI DAVIDE CATTANEO 11 SITI PRODUTTIVI, 9 HUB LOGISTICI, 400 PUNTI VENDITA DI PROPRIETÀ, PIÙ DI 8.500 PARTNER RIVENDITORI INDIPENDENTI, 100 RICERCATORI E TECNICI, 10 LABORATORI R&D PER OLTRE 4.000 DIPENDENTI CHE OPERANO TUTTI I GIORNI PER SVILUPPARE SOLUZIONI INNOVATIVE DEDICATE ALLA PITTURA DECORATIVA. SONO ALCUNI NUMERI DEL GRUPPO CROMOLOGY, ATTORE INTERNAZIONALE NEL MERCATO DELLE PITTURE, CON MARCHI LEADER COME MAXMEYER, DUCO, SETTEF, VIERO, BALDINI VERNICI IN ITALIA E ALTRE FIRME DI PRESTIGIO IN EUROPA. 118 C R O M O L O G Y INTERVIS TA C romology è il quarto più importante produttore europeo di pitture decorative di qualità, che distribuisce in più di 50 Paesi nel mondo, con una presenza diretta in 9 nazioni. L’Italia riveste da sempre un ruolo strategico per il Gruppo grazie alle competenze tecniche e creative superiori a quelle di altri mercati. Proprio per questo Cromology ha deciso di realizzare il “Global Centre of Excellence for Tinting Systems” nello stabilimento di Porcari (Lucca). Per comprendere al meglio le strategie del Gruppo e indagare l’approccio con il mondo della progettazione abbiamo intervistato il Dottor Massimiliano Bianchi, Direttore Generale Cromology Italia. Questo numero di Arketipo è interamente dedicato al tema del Colore. Qual è l’approccio strategico del vostro Gruppo e quanto è importante per voi il rapporto con i professionisti della progettazione? La missione del nostro Gruppo è quella di anticipare e rispondere ai bisogni di tutti i professionisti che si occupano di colore in edilizia e architettura. Non a caso il pay off del logo Cromology è “The art of professional painting.” Noi viviamo di colore. I nostri 10 laboratori R&D e il nostro “Global Centre of Excellence for Tinting Systems” lavorano costantemente allo sviluppo di collezioni nuove e innovative, sia dal punto di vista cromatico che delle prestazioni. Abbiamo anche interessanti collaborazioni con player importanti nel mondo del colore, come Pantone, realtà con la quale da diverso tempo sviluppiamo e firmiamo delle collezioni colore dedicate al mercato italiano. Il rapporto con i progettisti è di assoluta centralità strategica, specialmente per marchi come Settef e MaxMeyer il cui obiettivo è di essere la scelta privilegiata nel mondo professionale. Come molte aziende del nostro Musée d’Orsay, Parigi Dal 2011 il Gruppo Cromology intrattiene una partnership con il Museo d’Orsay, per il cui interno sono stati utilizzati i colori del Gruppo. 119 ARKETIPO I N T E R V I S T A Torre Agbar, Barcellona, Spagna Edificio di 144 m, 38 piani. Per il progetto sono stati utilizzati 40 colori differenti del Gruppo Cromology settore, in passato abbiamo coltivato maggiormente i rapporti con le rivendite, tralasciando in parte gli altri attori e decisori della filiera, in particolare i progettisti. Negli ultimi due anni, invece, abbiamo sviluppato e realizzato un piano di azioni volto a intensificare il contatto con i progettisti, mettendo sul piatto un importante investimento. Facendo questo non abbiamo ridotto la nostra attenzione alle rivendite, anzi, abbiamo creato nuove opportunità anche per loro. Avete costatato una maggiore attenzione all’innovazione e alla performance dei sistemi costruttivi proposti da parte dei progettisti? La nostra percezione, ricavata da un contatto quotidiano con i progettisti negli ultimi due anni, è che in realtà il mondo della progettazione non è, nel nostro settore, alla ricerca dell’innovazione fine a sé stessa. Piuttosto abbiamo potuto costatare una maggiore ricerca della qualità, in termini di prodotti e servizi. Le responsabilità dei progettisti sia in fase di progettazione che di direzione ed esecuzione dei lavori sono sempre maggiori. Solo prodotti di qualità garantita e un supporto professionale alla scelta e alla progettazione riducono il rischio di errori e conseguenze onerose. In quest’ottica abbiamo sviluppato la linea ResolvingPlus di MaxMeyer, che propone delle soluzioni a esigenze molto sentite da parte degli operatori professionali: smacchiabile al 100%, garantisce copertura totale su macchie di fumo, alimenti e aloni causati dall’acqua, ha caratteristiche termoisolanti e riduce notevolmente i tempi di applicazione. Abbiamo rilevato anche una forte richiesta di formazione e informazione nell’ambito della riqualificazione e manutenzione degli edifici: è in questo segmento che cresce il mercato ed è qui che i progettisti hanno esigenza di essere supportati. In questo ambito proponiamo ai progettisti una vasta gamma di soluzioni, tra cui i sistemi di isolamento termico a cappotto Thermophon di Settef, disponibili per ogni tipo di esigenza: con isolante in EPS, lana di roccia, sughero, fibra di legno, PIR e specifici per case in legno o per interventi di applicazione di cappotto su cappotto esistente. Per consentire la massima libertà progettuale, anche in caso di ristrutturazione e riqualificazione energetica, abbiamo sviluppato una gamma di colori termoriflettenti, Thermocolor di Settef, che consente di realizzare facciate dai colori pieni o scuri anche in caso di cappotto e una gamma di rivestimenti, Evocative Tech di Settef, che consente di riprodurre effetti quale la pietra e il travertino anche sul cappotto, senza appesantire la facciata e ottenendo lo stesso effetto estetico dei materiali lapidei. Come valutate e affrontate la digitalizzazione di processi e prodotti? L’Italia registra un ritardo nell’adozione del BIM, “Building Information Modeling” o “Modello di Informazioni di un Edificio”, la rappresentazione digitale di caratteristiche fisiche e funzionali di un oggetto. Sappiamo che questo sistema è ormai uno standard in altri Paesi europei ed extraeuropei. Il BIM presenta notevoli vantaggi quali maggiore efficienza e produttività, riduzione di errori, tempi e costi e un controllo più puntuale e coerente del progetto. 120 C R O M O L O G Y L’Italia non potrà non approfittare di questa opportunità. Per quanto concerne il nostro Gruppo, sempre nell’ottica di supporto ai progettisti, abbiamo realizzato e messo a disposizione gli oggetti BIM di 16 sistemi a cappotto dei brand Settef e Viero. Iniziativa molto apprezzata dai progettisti. Molti di loro li hanno già utilizzati nell’ambito dei loro progetti. In che modo lo stesso colore può produrre effetti differenti in base al materiale su cui viene applicato? Come valutate questo binomio superficie-cromia? I progettisti sono disposti a seguire i vostri consigli per individuare la soluzione più idonea per ogni specifico rivestimento? La percezione del colore è influenzata da due fenomeni principali: il colore e l’apparenza. Il nostro occhio, o meglio il nostro cervello, non percepisce mai il colore come elemento a sé stante, ma sempre come un’unione fra colore, superficie e luce. Per comprendere meglio cosa significa, possiamo fare riferimento alla variazione di colore che possiamo osservare in una scarpa in nabuk: in base all’inclinazione del pelo superficiale, il nostro cervello percepisce il colore in modo diverso. Lo stesso accade per una diversa texture di un prodotto verniciante: superfici diverse modificano la percezione di colore che arriva al nostro cervello. Nella realizzazione di un colore, si tiene conto della colorabilità del prodotto e del range di colori che si desidera ottenere. Il nostro reparto ricerca e sviluppo, in collaborazione con il reparto colorimetria, seleziona materia prima e processo produttivo in modo che la reazione tra prodotto e coloranti ci conduca all’effetto finale desiderato: valutiamo, tra le altre cose, il gamut (spazio colore realizzabile), l’effetto visivo finale del colorato e l’applicabilità. Cromology Italia offre un servizio di consulenza specifico per progettisti, un servizio che è cambiato molto nel tempo. Fino a pochi anni fa il progettista richiedeva consigli sul tipo di ciclo applicativo da utilizzare, oggi desidera ricevere consigli anche sul range di colori utilizzabili, elemento fondamentale ad esempio per i rivestimenti a cappotto. I progettisti seguono i nostri consigli: è nel loro interesse ottenere risultati eccellenti sia dal punto di vista cromatico che delle prestazioni e della durata. Per il 2017 il nostro marchio MaxMeyer sta sviluppando un percorso di formazione – webinar, manuali, e-book – sul colore per progettisti, ci aspettiamo una grande partecipazione. Il colore ha bisogno della luce per esprimersi al meglio, sia che si tratti di ambienti interni che esterni? Anche la texture della superficie ovviamente cambia la percezione del colore. Come valutate questa interazione e come consigliate i progettisti nella scelta dei colori in base alla disposizione dell’edificio? I laboratori Cromology sono dotati di cabine luci per la valutazione del colore sotto diverse sorgenti luminose standard, tutti i nostri prodotti, sia per interni che per esterni, vengono valutati sotto almeno tre illuminanti diversi: luce del sole, luce calda, luce fredda. I N T E R V I S T A C R O M O L O G Y Michel Djaoui ARKETIPO Mur des Canuts, Lione, Francia. Il trompe l’oeil più grande d’Europa: 1.200 m2 di estensione e impiego di 300 colori diversi del Gruppo Cromology 122 L’elemento illuminazione è particolarmente importante per le applicazioni indoor: una luce fredda può completamente andare a distruggere l’effetto di “calore” che il progettista o il committente cercavano di ottenere con la scelta di una tinta pastello, ad esempio di colore giallo. Durante i corsi di formazione sul colore, organizzati presso la nostra accademia CromoCampus (www.cromocampus.it), forniamo molti esempi pratici al fine di indicare una strada da seguire per non commettere errori. Per quanto riguarda l’esterno, durante la consulenza viene valutata l’esposizione dell’edificio, ciò che lo circonda dal punto di vista cromatico e i regolamenti, piani del colore e vincoli ambientali vigenti nella zona. Tutti questi elementi insieme aiutano a ottimizzare la scelta del prodotto, con la relativa texture e il colore. Quali caratteristiche tecniche specifiche devono avere le soluzioni per esterno rispetto a quelle solitamente utilizzate per gli spazi indoor? I prodotti per esterno devono essere solidi agli agenti atmosferici quali pioggia, neve, nebbia e resistenti ad ambienti marini ricchi di salsedine. Devono inoltre garantire una bassa presa di sporco e ottima resistenza ai raggi ultravioletti del sole. È necessario inoltre che siano additivati con soluzioni specifiche efficaci contro la formazione di funghi e alghe, devono essere idrofobici, e, infine, devono essere resistenti nel tempo. Questo ultimo punto è molto importante, in quanto ripristinare un prodotto verniciante in esterno prevede sempre l’utilizzo di ponteggi o di piattaforme aeree, con costi molto elevati. Per questo motivo tutti i nostri prodotti per esterno, prima di essere commercializzati, vengono testati per una esposizione in esterno attraverso prove di laboratorio specifiche e prove reali di applicazione in cantieri test. Ci sono dei colori di tendenza che potete indicare nell’interior e nell’architettura contemporanea? Cromology Italia ha istituito un osservatorio per studiare le tendenze colore. In generale, le “tendenze colore” hanno un ciclo di vita molto più veloce rispetto al passato: mentre 10 anni fa un range colori poteva essere valido per 5-8 anni, adesso la vita media è di 2 anni. Attualmente, nell’interior design, per quanto concerne le vernici, siamo ritornati a colori neutri, poco saturi. Bianchi in nuance gialla e arancio in questo momento sono i colori più richiesti. I beige molto tendenti al grigio, i crema, i vaniglia, i grigi e i taupe seguono subito dopo. Sono spariti quasi del tutto i colori accesi nei toni del giallo dell’arancio e del rosso. Nella gamma del rosso la tendenza è spostata verso il bordeaux, il giallo verso i toni intermedi e l’arancio verso il color cipria. Anche per quanto riguarda i colori per esterno siamo tornati a tonalità poco sature: gialli pastello, beige, tortora, grigi chiari fino ai toni medi sono i più richiesti. Notiamo inoltre la tendenza ad avere tre toni di colori per l’edificio: uno per le grandi superfici, uno per le fasce intorno a porte e finestre e uno per sottotetti, sottogronda e terrazzi. Negli edifici industriali e artigianali, invece siamo in controtendenza. Sono molto usati i colori accesi del rosso, del giallo del blu, normalmente sapientemente alternati con colori neutri quali grigi, bianchi e beige. Museo Tropicale, Amsterdam. Per il restauro dei soffitti storici sono stati utilizzati i prodotti Cromology CROMOLOGY ITALIA SPA VIA IV NOVEMBRE, 4 55016 Z.I. PORCARI (LUCCA) NUMERO VERDE: 800 825161 FAX: 199119977 WWW.CROMOLOGY.IT 123