Testo Maria Grazia Bellisario(application/msword

La responsabilità dell’intervento statale, attraverso politiche di sostegno e promozione delle arti, non
afferisce solo alla sfera dei doveri fondanti di uno Stato di diritto, come previsto dal mandato
costituzionale, ma si rivela immediatamente anche una necessità morale che consolida la propria identità e
ragione d’essere per la sorprendente ricchezza e varietà della ricerca e della proposta concettuale ed
estetica delle più giovani generazioni.
Ed è così che il Premio Un’opera per il castello, promosso congiuntamente dalla Soprintendenza Speciale
per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico e per il Polo museale della città di Napoli e dal
Servizio architettura e arte contemporanee del Ministero per i beni e le attività culturali, giunto alla sua
seconda edizione, conferma l’impegno della nostra Amministrazione a un costante sostegno alla creatività
giovanile, e nello stesso tempo, ci mostra che la produzione artistica può esprimersi ad ottimi livelli anche o forse soprattutto - nei momenti più complessi e dell’economia e della politica di un Paese.
In particolare, l’impegno profuso dalla Direzione Generale PaBAAC attraverso il Servizio architettura e arte
contemporanee è indirizzato a sostenere e a promuovere, con un’attenta politica di programmazione che si
avvale dello strumento del Piano dell’arte contemporanea, la realizzazione di esposizioni, concorsi,
acquisizioni di opere nelle collezioni pubbliche volti alla promozione dell’arte contemporanea sul territorio
ed a creare nuovi impulsi verso la conoscenza, la comprensione dell’arte e la sua valorizzazione.
Nello specifico, il Premio promosso per Castel Sant’Elmo, ideato dalla Soprintendenza napoletana, ha
inaugurato un percorso che, con sempre maggiore impulso nel tempo, si auspica possa diventare un punto
di riferimento dedicato ai giovani artisti per misurasi con la critica, sviluppare idee e metterle a profitto,
puntando ad innescare un virtuoso processo di circolazione e condivisione di progetti, energie e creatività.
Lo spazio della memoria. La memoria dello spazio è il titolo che Angela Tecce, curatrice del concorso, ha
scelto per l'edizione 2012 di questo premio. Diversamente da quello della passata stagione, che aveva
suggerito una riflessione sulla funzione dell’arte e su quella del pubblico, il tema della seconda edizione si
riferisce, invece, a una dimensione ugualmente poetica ed evocativa, ma più mirata a un’indagine rivolta a
'qualità' ancestrali e collettive, assecondando un’esigenza molto attuale nelle arti contemporanee di
riappropriazione della loro capacità di farsi tramite con la realtà e, al tempo stesso, di divenire strumento di
decodifica della stessa.
La qualità estetica e di ricerca che contraddistingue anche questa edizione del concorso sostanzia di
contenuti validi le motivazioni che un intervento statale deve e vuole riscontrare nel sostegno della giovane
creatività artistica.
Rispondendo al tema richiesto dal bando di quest’anno - Lo spazio della memoria. La memoria dello spazio
– il lavoro di Rosy Rox, artista napoletana così come lo era la vincitrice dello scorso premio, Daniela Di
Maro, è riuscito a interpretare lo spazio e il tempo di Castel Sant’Elmo, inteso come luogo sospeso, castello
immerso in un tempo indefinito, in bilico tra la storia collettiva e quella individuale.
Anche quest’anno si è sentita l’esigenza di conferire una menzione speciale, tra i dieci progetti finalisti, a un
altro lavoro, di ampio respiro sociale, Nuvole rosse di Valentina Lapolla, che ha riportato “nel presente di
Castel Sant’Elmo la memoria dimenticata della realtà industriale di Bagnoli” e focalizza l’attenzione sulla
realtà postindustriale flegrea, accendendo su di essa un faro, prima che la violenza della cronaca più
recente ci obbligasse a rivolgere lì insistentemente il nostro sguardo con l’incendio doloso di Città della
Scienza.
L’impronta ‘etica’ che si è voluta dare a questa menzione va proprio in una direzione che rafforza le ragioni
dell’impegno economico e dell’investimento professionale del Ministero, incoraggiando, pertanto, anche
quelle ricerche estetiche e artistiche sensibili a tematiche più strettamente riconducibili all’ambito della
riflessione sociale, come è già avvenuto, per l’edizione 2011, quando la menzione speciale fu attribuita al
progetto di Francesco Fossati, Follow me, without exception “…per la particolare attenzione dedicata al
coinvolgimento delle differenti abilità del pubblico dell’arte contemporanea e del museo in genere”.
Mentre, dunque, la giuria nel 2011, premiando il progetto di Daniela Di Maro, Anastatica sensibile, ne ha
apprezzato, in particolare, il contenuto poetico e visivo in sintonia con il tema indicato nel bando, la nuova
Commissione giudicante – presieduta dal Soprintendente Fabrizio Vona e della quale ho avuto il piacere di
far parte - ha selezionato con attenzione i dieci progetti finalisti e ha proclamato vincitore il progetto di
Rosy Rox, Tempo interiore perché, così motiva, “dialoga in maniera critica con l’edificio monumentale di
Castel Sant’Elmo e realizza una sintesi tra la storia e lo spazio preesistente attivando un originale sistema di
segni all’interno della Piazza d’Armi”.
Si è premiata dunque una giovane artista napoletana, la cui installazione entrerà stabilmente a far parte di
quel nucleo di opere che negli anni si è costituito a Sant’Elmo, imprimendo a questo museo napoletano una
inequivocabile vocazione per il contemporaneo.
Nel nostro percorso di sostegno e vicinanza alle arti contemporanee, secondo una visione di rafforzamento
del territorio e, al tempo stesso, di messa in Rete delle singole realtà per la costituzione di ampia politica
strategica di impulso culturale e ricchezza reale, l’alto profilo qualitativo delle esperienze artistiche
premiate e, più complessivamente, di quelle che partecipano al bando di concorso, fortificano la nostra
convinzione sulla necessità di indirizzare parte delle risorse del MiBAC a una politica di sostegno della
creatività artistica giovanile, lavorando sui Premi e Concorsi, sulle acquisizioni e sulle attività espositive.
Nel concreto sviluppo del rapporto tra le amministrazioni statale e territoriali e la complessità di soggetti
che operano nel settore, auspichiamo che si possa dare vita a breve a quella Rete del contemporaneo, che
si immagina piattaforma di interessi e di strategie comuni, volano di promozione e di valorizzazione, di
didattica e di comunicazione, di programmazione e di progettazione, come è chiaramente emerso già in
occasione della giornata di studi, promossa dal Servizio architettura e arte contemporanee e dalla
Soprintendenza napoletana nel dicembre 2012.
Un punto di partenza dal quale, d’accordo con enti territoriali, istituzioni pubbliche e private, intendiamo
proseguire per aprire un nuovo e concreto futuro ‘sostenibile’ per le arti contemporanee in Italia.
Maria Grazia Bellisario
Direttore del Servizio architettura e arte contemporanee
Direzione Generale per il paesaggio, le belle arti, l’architettura e
l’arte contemporanee
Ministero per i beni e le attività culturali