relazione tecnica illustrativa impianto di climatizzazione

POR CALABRIA FESR 2007/2013 ASSE II - ENERGIA
OBIETTIVO SPECIFICO 2.1 - LINEA DI INTERVENTO 2.1.2.1
AVVISO PUBBLICO PER IL SOSTEGNO ALLA REALIZZAZIONE DI
MODELLI PER LA DIMINUIZIONE DEI CONSUMI NEGLI USI FINALI
SOSTITUZIONE DELL'IMPIANTO DI CLIMATIZZAZIONE
CENTRALIZZATO PRESSO LA FACOLTA' DI INGEGNERIA CON UN
NUOVO IMPIANTO CENTRALIZZATO AD ALTA EFFICIENZA CON
POMPE DI CALORE AD ESPANSIONE DIRETTA E VOLUME DI
REFRIGERANTE VARIABILE
RELAZIONE TECNICA ILLUSTRATIVA
IMPIANTO DI CLIMATIZZAZIONE
INDICE
1 GENERALITÀ
1.1 DESCRIZIONE DELL’EDIFICIO
1.2 DESCRIZIONE DEGLI IMPIANTI ESISTENTI
1.3 SUDDIVISIONE DEGLI IMPIANTI
2 NORMATIVA TECNICA DI RIFERIMENTO
3.1. LEGGI E REGOLAMENTI
3.2. NORME UNI
3 LIVELLI DI RUMOROSITÀ DEGLI IMPIANTI
4 CRITERI DI PROGETTO
4.1 4.2 4.3 4.4 IL CONTROLLO DEL BENESSERE AMBIENTALE.
ACCORGIMENTI PER IL RISPARMIO ENERGETICO.
SCELTA DEL TIPO DI IMPIANTO
DATI DI PROGETTO
4.4.1 Condizioni termoigrometriche esterne
4.4.2 Condizioni termoigrometriche interne
4.4.3 Determinazione dei carichi termici invernali
4.4.4 Determinazione dei carichi termici estivi
5 DESCRIZIONE DELLE OPERE DA REALIZZARE
5.1 5.2 5.3 5.4 IMPIANTO DI CLIMATIZZAZIONE VRF
IMPIANTO DI ARIA PRIMARIA SALE CONSIGLIO
NUOVA ALIMENTAZIONE AULA MAGNA
TERMOREGOLAZIONE DEGLI IMPIANTI
5.4.1 Termoregolazione delle unità di trattamento dell’aria
5.4.2 Sistema di gestione e controllo impianti VRF
6 VERIFICHE FUNZIONALI E COLLAUDI DEGLI IMPIANTI
6.1 VERIFICHE E PROVE PRELIMINARI
6.2 COLLAUDI DEFINITIVI
6.3 DICHIARAZIONE DI CONFORMITÀ E STATO DI FATTO
7 7.1 7.2 7.3 7.4 7.5 7.6 MANUTENIBILITÀ ED ACCESSIBILITA IMPIANTI
SCELTA DI APPARECCHIATURE/COMPONENTI STANDARDIZZATI
ISPEZIONABILITÀ DEGLI IMPIANTI
SICUREZZA NELL’ESERCIZIO DEGLI IMPIANTI
PERCORSI DI MANUTENZIONE
COMPONENTI DI CONTROLLO (SUPERVISIONE)
COMPONENTI AI PIANI
2 3 3 3 5 5 6 9 10 11 11 12 13 13 13 13 13 15 15 19 21 21 23 24 26 26 26 27 28 28 28 28 29 29 30 1
GENERALITÀ
La presente relazione ha per oggetto l'esecuzione dei lavori occorrenti per la sostituzione dell’impianto di climatizzazione
centralizzato installato presso la Facoltà d’Ingegneria di Reggio Calabria con un nuovo impianto di climatizzazione ad
alta efficienza con pompe di calore ad espansione diretta a volume di refrigerante variabile del tipo VRF.
Il progetto è stato redatto per partecipare all’avviso pubblico bandito dalla Regione Calabria per il sostegno alla
realizzazione di modelli per la diminuzione dei consumi negli usi finali. L’intervento rientra nell’ambito di un progetto POR
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Gli impianti a fluido, proposti e di cui qui di seguito se ne espongono le caratteristiche, rappresentano una soluzione alle
molteplici esigenze oggi richieste alla parte impiantistica di un edificio come quello della Facoltà di Ingegneria, con locali
di differente destinazione d’uso e con diverse esigenze, che vuole comunque mantenere alto il livello di qualità degli
ambienti interni ed il benessere degli occupanti. In particolare grande importanza riveste la flessibilità e la adattabilità
che debbono avere gli impianti proposti, vista la notevole evoluzione tecnologica in atto. Pertanto proporre, come è stato
fatto nel presente progetto una soluzione modulare e totalmente flessibile rappresenta indubbiamente una scelta
intelligente ed in linea con gli standard europei.
Questo approccio consentirà di sviluppare gradualmente l’integrazione dei sistemi coinvolti e di evolvere in funzione
delle necessità della committenza, costretta a misurarsi con i costi benefici derivanti da una attenta progettazione iniziale
(costi di impianto) e da una accurata gestione e manutenzione degli impianti (costi di esercizio).
I lavori da realizzare includono tutte le opere civili necessarie (realizzazione delle strutture di supporto delle
apparecchiature in copertura, previa verifica della consistenza strutturale dei solai sui quali verranno posati le strutture
stesse, successivo rifacimento dell’impermeabilizzazione, opere di protezione dagli agenti atmosferici delle
apparecchiature installate all’esterno, e quant’altro necessario per consegnare l’impianto perfettamente funzionante e
completo di tutte le apparecchiature, materiali ed accessori d’installazione.
La descrizione tecnica, di seguito riportata, ha lo scopo di indicare la soluzione impiantistica proposta, soluzione che
sarà appaltata successivamente al finanziamento attraverso procedura pubblica come previsto dalla legge vigente.
La posizione, il tipo e le quantità dei componenti dell’impianto da realizzare sono validi e coordinati con le altre opere,
rimarrà tuttavia l'obbligo di verificare in sede esecutiva una verifica delle opere da eseguire prima dell’inizio lavori per
adeguare al dettaglio tali componenti.
L’impianto previsto si intende completo e perfettamente funzionante, completo di tutte le apparecchiature e di tutti i
materiali principali ed accessori di installazione, di consumo e di tutto quanto necessario per la sua completa
realizzazione ad eccezione di quanto non specificatamente indicato nel computo metrico estimativo.
Le immagini ed i disegni contenuti nella presente relazione sono a titolo esclusivamente indicativo al fine di meglio
illustrare e rappresentare le scelte impiantistiche ed i concetti contenuti nella presente relazione e non costituiscono un
vincolo per l’Appaltatore e/o la Committente sulle caratteristiche dei prodotti per i quali si rimanda al disciplinare tecnico
prestazionale .
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1.1 DESCRIZIONE DELL’EDIFICIO
L’edificio oggetto dell’intervento è la facoltà di ingegneria di Reggio Calabria sita in località Feo di Vito. Il complesso e
composto da tre edifici disposti su più piani fuori terra adibiti ad usi diversi nell’ambito delle attività di interesse e
specializzazioni tipiche della facoltà.
In particolare l’edificio denominato come EDIFICIO I è disposto su 7 livelli fuori terra. Ai piani più bassi si trovano i
laboratori mentre al piano 3 si trovano le aule ed infine agli ultimi piani trovano posto gli studi del personale docente e
dei ricercatori. Ai piani alti su due livelli trova posto anche la sala del consiglio di facoltà.
Il secondo edificio denominato EDIFICIO II è invece più basso disposto su 4 livelli fuori terra. Anche per il secondo
edificio ai piani alti trovano posto gli studi del personale docente mentre al piano terra si trovano le aule grandi mentre al
primo piano altri laboratori.
L’edificio denominato EDIFICIO III è l’edificio in cui sono ubicate l’aula magna e la biblioteca.
1.2 DESCRIZIONE DEGLI IMPIANTI ESISTENTI
Attualmente la facoltà è servita da un impianto ad acqua di tipo tradizionale con radiatori ed aria primaria per le aree
comuni e i laboratori mentre con fan-coil ed aria primaria per gli studi e le aule. Gli impianti sono alimentati ad acqua
calda/refrigerata prodotta dalla centrale termica con generatori di calore a combustione alimentati a gasolio e da una
centrale frigorifera con refrigeratori d’acqua condensati ad aria funzionanti elettricamente.
Il fluido termovettore prodotto stagionalmente è fatto circolare all’interno degli edifici attraverso una distribuzione
realizzata con linee in acciaio nero rivestite esternamente con isolante in elastomero.
La tipologia impiantistica esistente porta ad un elevato dispendio economico dovuto alla centralizzazione dell’impianto
che non consente una corretta flessibilità e gestione nel funzionamento delle diverse zone dell’edificio.
Attraverso la stima dei carichi termici estivi ed invernali e dalla simulazione del comportamento termico dell’edificio sono
state effettuate delle valutazioni energetiche che hanno portato alla scelta degli impianti descritti di seguito ai paragrafi
successivi.
1.3 SUDDIVISIONE DEGLI IMPIANTI
Il presente progetto dei lavori da eseguire più specificamente descritti nel seguito, possono essere sinteticamente
riassunti secondo i seguenti punti:

Nuovo sistema di climatizzazione del tipo ad alta efficienza ad espansione diretta VRF per gli edifici I e II

Aria primaria e VRF per la sala consiglio

Nuovo sistema di produzione del fluido termovettore per l’edificio III con una pompa di calore del tipo aria-acqua

Building automation
Per il funzionamento degli impianti suddetti dovranno essere realizzate delle nuove centrali tecnologiche diverse per le
tre utenze. Le centrali tecnologiche sono state individuate sulla copertura dei diversi edifici sia in funzione di una migliore
collocazione rispetto alla zona servita sia rispetto alla disponibilità dei locali tecnici necessari per la specifica utenza.
Le centrali frigorifere a servizio dell’impianto di climatizzazione, sono le più numerose, vista la specifica richiesta della
committenza di rendere quanto più possibile autonomi e indipendenti gli impianti per le tre diverse utenze ed al
contempo l’esigenza di avere un impianto flessibile in termini di realizzazione e messa in servizio.
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Gli impianti sono stati suddivisi con la stessa logica con la quale sono state scelte le relative centrali, sempre nel rispetto
del criterio guida di garantire la massima flessibilità ed economia di esercizio oltre che la possibilità di monitorare per
singola zona la ripartizione dei costi di gestione.
Data la notevole importanza del fabbricato, il controllo del funzionamento delle apparecchiature e dei parametri climatici
di tutte le stanze climatizzate avverrà a distanza tramite il sistema di building automation, come meglio descritto di
seguito.
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NORMATIVA TECNICA DI RIFERIMENTO
L’impianto dovrà essere realizzato in modo compiuto ed in conformità di leggi, norme, prescrizioni, regolamenti e
raccomandazioni emanati da tutti gli Enti e Autorità riconosciuti, agenti in campo nazionale e locale, preposti al controllo
ed alla sorveglianza della regolarità della sua esecuzione, direttamente o indirettamente interessata dai lavori:
 Normative ISPESL, ASL e ARPA;
 Leggi e decreti;
 Disposizioni dei vigili del fuoco di qualsiasi tipo;
 Norme CEI;
 Norme UNI;
 Regolamento e prescrizioni Comunali relative alla zona di realizzazione dell'opera.
Se esplicitamente richiesto o nei casi in cui la normativa nazionale risulti lacunosa, saranno utilizzati standard di
riferimento riconosciuti su scala internazionale quali per esempio ASHRAE, SMACNA, NFPA ecc.
In particolare verrà rispettato quanto elencato alle voci seguenti, compresi successivi
aggiornamenti e/o integrazioni anche se non specificati.
3.1. LEGGI E REGOLAMENTI
Si intendono applicate, a titolo esemplificativo e non limitativo, le seguenti leggi e regolamenti:
- L. n° 10 del 09/01/1991: “Norme per l’attuazione del Piano Energetico Nazionale in materia di uso razionale
dell’energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia”;
- D.P.R. n° 412 del 26/08/1993: “Regolamento recante norme per la progettazione, l’installazione, l’esercizio e la
manutenzione degli impianti termici degli edifici”;
- DPR n. 551 del 1999 “Regolamento recante modifiche al DPR 26 agosto 1993, n. 412, in materia di progettazione,
installazione, esercizio e manutenzione degli impianti termici degli edifici ai fini del contenimento dei consumi di
energia”;
- L. n° 46 del 05/03/1990: “Norme per la sicurezza degli impianti”;
- D.P.R. n° 447 del 06/12/1991: “Regolamento di attuazione della legge 5 marzo 1990 n. 46, in materia di sicurezza
degli impianti”;
- D.L. n° 626 del 19/09/1994: “Attuazioni delle direttive CEE riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute
dei lavoratori sul luogo di lavoro”;
- D.Lgs. n. 494 del 14/08/1996: “Attuazione della Direttiva CEE 92/57, concernente le prescrizioni minime di sicurezza
e salute da attuare nei cantieri temporanei o mobili”;
- DPR 23 marzo 1998, n.126. Regolamento recante norme per l’attuazione della direttiva 94/9/CE, in materia di
apparecchi e sistemi di protezione destinati ad essere utilizzati in atmosfera potenzialmente esplosiva (Direttiva
ATEX).
- DMICA 02 aprile 1998. Modalità di certificazione delle caratteristiche e delle prestazioni energetiche degli edifici e
degli impianti ad essi connessi.
- D.P.R. n. 551/99 “Regolamento recante modifiche al decreto del Presidente della Repubblica 26/08/1993, n.412, in
materia di progettazione, installazione, esercizio e manutenzione degli impianti termici degli edifici, ai fini del
contenimento dei consumi di energia”.
- D.Leg.vo del 25/02/2000 n.93. Attuazione della direttiva 97/23/CE in materia di attrezzature a pressione (PED)
- D.M. 31 maggio 2001. Elenco di norme armonizzate concernente l'attuazione della direttiva 94/9/CE in materia di
apparecchi e sistemi di protezione destinati ad essere utilizzati in atmosfera potenzialmente esplosiva.
- Circ. 02 Aprile 2002 n.17. Applicazione del DPR 22 Ottobre 2001 n.462 "Regolamento di semplificazione del
procedimento per la denuncia di installazioni e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, di dispositivi
di messa a terra e di impianti elettrici pericolosi".
- D.M. 30 settembre 2002. Secondo elenco riepilogativo di norme armonizzate, adottate ai sensi dell'art. 3 del decreto
del Presidente della Repubblica 23 marzo 1998, n. 126, concernente l'attuazione della direttiva 94/9/CE in materia di
apparecchi e sistemi di protezione destinati ad essere utilizzati in atmosfera potenzialmente esplosiva.
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- Direttiva 2002/91/CE – Direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio del 16.12.2002 sul rendimento energetico
nell’edilizia.
- Legge Regionale n° 39 del 21/12/2004 - Norme per il risparmio energetico negli edifici e per la riduzione delle
emissioni inquinanti e climalteranti.
- D.Lgs. n° 192 del 19/08/2005 “Attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell'edilizia”
- D.Lgs. n° 311 del 29/12/2006 “Disposizioni correttive e integrative al decreto legislativo 19 agosto 2005, n.192,
recante attuazione della direttiva 2002/91/CE, relativa al rendimento energetico nell’edilizia”
- D.P.R. n. 59 del 2 aprile 2009 - Regolamento di attuazione dell'articolo 4, comma 1, lettere a) e b), del decreto
legislativo 19 agosto 2005, n. 192, concernente attuazione della direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico in
edilizia.
- D.M. 26 giugno 2009 – Linee Guida nazionali per la Certificazione Energetica degli edifici
- Legge 29 gennaio 2009 – Conversione in legge Decreto anti-crisi
- LEGGE n. 447 del 26/10/1995: “Legge quadro sull’inquinamento acustico”;
- DPCM del 01/03/1991: “Limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti abitativi e nell’ambiente esterno”;
- DPCM 14/11/1997 “Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore”;
- LEGGE n. 47 del 1985 Art. 26 ”Norme in materia di controllo dell'attività urbanistico edilizia, sanzioni, recupero e
sanatoria delle opere edilizie”;
- LEGGE n. 13 del 1989 “Disposizioni per favorire il superamento e l'eliminazione delle barriere architettoniche negli
edifici privati”;
- DPR n. 547 del 1955 “Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro” aggiornato con le modifiche apportate
dalla Legge 2 maggio 1983, n. 128; dalla Legge 5 novembre 1990, n. 320; dal D.Lgs. 19 settembre 1994, n. 626; dal
D.Lgs. 19 marzo 1996, n. 242; dal D.Lgs 14 agosto 1996, n. 493; dal D.Lgs 4 agosto 1999, n. 359 e dal DPR 22
ottobre 2001, n. 462;
- R.D. 12-5-1927 n°824 Approvazione del Regolamento per l'esecuzione del R.D. del 09-07-1926 n°1331
- Decreto 13/12/93
Approvazione modelli relazioni tecniche di cui art. 28 Legge n.° 10 del 9/01/91
- C.M.I n°. 231/F 13/12/93
Chiarimenti e indicazioni interpretative su art. 28 del D.P.R. n.412 del 26/08/93
- C.M.I n°. 233/F 12/04/94
Chiarimenti e indicazioni interpretative su art. 11 del D.P.R. n. 412 del 26/08/93
- DPR 14/01/1997
Approvazione dell’atto di indirizzo e coordinamento alle regioni ed alle province autonome di
Trento e Bolzano, in materia di requisiti strutturali, tecnologici,ed organizzativi minimi per l’esercizio delle attività
sanitarie da parte delle strutture pubbliche e private
- D.M. 10-3-1977
Determinazione delle zone climatiche e dei valori minimi e massimi dei relativi coefficienti
volumici globali di dispersione termica
- D.M. 12/04/96 Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e
l’esercizio degli impianti termici alimentati da combustibili gassosi.
- D.P.C.M. 01/03/91 Limiti di esposizione a rumore negli ambienti abitativi e nell'ambiente esterno
- D.M. 23-9-1957
Capitolato-programma tipo per impianti di riscaldamento e di condizionamento
- C.M. sanità 1/2/62 n.13
Erogazione di acqua potabile negli edifici
- C.M. sanità 16/10/64 n.183
Erogazione d'acqua potabile negli edifici
- D.L.15-8-91 n°277
Attuazione delle direttive CEE in materia di protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da
esposizione ad agenti chimici, fisici e biologici durante il lavoro
3.2. NORME UNI
Si intendono applicate, a titolo esemplificativo e non limitativo, le seguenti norme UNI:
- UNI 5364 del settembre 1976. Impianti di riscaldamento ad acqua calda. Regole per la presentazione dell’offerta e
per il collaudo.
- UNI 8854 del 1986 Impianti termici ad acqua calda e/o surriscaldata per il riscaldamento degli edifici adibiti ad attività
industriale e artigianale. Regole per l' ordinazione, l' offerta e il collaudo.
- UNI 8852 del gennaio 1987. Impianti di climatizzazione invernali per gli edifici adibiti ad attività industriale ed
artigianale. Regole per l'ordinazione, l'offerta ed il collaudo.
- UNI 8065 del 1989 Trattamento dell’acqua negli impianti termici ad uso civile.
- UNI 9953 del 1993 Recuperatori di calore aria-aria negli impianti di condizionamento dell'aria. Definizioni,
classificazione, requisiti e prove.
- UNI 10348 del 1993 Riscaldamento degli edifici. Rendimenti dei sistemi di riscaldamento. Metodo di calcolo.
- UNI 10349 del 1994 Riscaldamento e raffrescamento degli edifici. Dati climatici
- UNI 10351 del 1994 - Materiali da costruzione. Conduttività termica e permeabilità al vapore.
- UNI 10355 del 1994 - Murature e solai. Valori della resistenza termica e metodo di calcolo.
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- UNI 10339 del giugno 1995. Impianti aeraulici ai fini del benessere. Generalità, classificazione e requisiti. Regole per
la richiesta d’offerta. l’offerta, l’ordine e la fornitura.
- UNI 10347 del 1995 - Riscaldamento e raffrescamento degli edifici - Energia termica scambiata tra una tubazione e
l’ambiente circostante - Metodo di calcolo
- UNI 8884 del febbraio 1998. Caratteristiche e trattamento delle acque dei circuiti di raffreddamento e di
umidificazione.
- UNI EN ISO 10211-1 del 1998 Ponti termici in edilizia - Flussi termici e temperature superficiali – Metodi generali di
calcolo.
- UNI ENV 12097 del 1999 – Ventilazione negli edifici - Rete delle condotte - Requisiti relativi ai componenti atti a
- facilitare la manutenzione delle reti delle condotte
- UNI EN ISO 6946 del 1999 Componenti e elementi per edilizia - Resistenza termica e trasmittanza termica - Metodo
di calcolo.
- UNI EN ISO 6946 del 1999 Componenti e elementi per edilizia - Resistenza termica e trasmittanza termica - Metodo
di calcolo.
- UNI EN ISO 7345 del 1999 Isolamento termico – Grandezze e definizioni
- UNI EN 410 del 2000 Vetro per edilizia – Determinazione delle caratteristiche luminose e solari delle vetrate
- UNI EN 1886 del giugno 2000. Ventilazione degli edifici. Unità di trattamento dell’aria. Prestazioni meccaniche.
- UNI EN 1507 luglio 2008 – Ventilazione degli edifici - Condotte rettangolari di lamiera metallica - Requisiti di
resistenza e di tenuta
- UNI EN 12237 giugno 2004 – Ventilazione degli edifici - Reti delle condotte - Resistenza e tenuta delle condotte
circolari di lamiera metallica
- UNI ENV 12599 settembre 2001 – Ventilazione per edifici - Procedure di prova e metodi di misurazione per la presa
in consegna di impianti installati di ventilazione e di condizionamento dell'aria.
- UNI EN 832 del 2001 Prestazione termica degli edifici - Calcolo del fabbisogno di energia per il riscaldamento Edifici residenziali.
- UNI EN ISO 13370 del 2001 – Prestazione termica degli edifici – Trasferimento di calore attraverso il terreno –
Metodi di calcolo.
- UNI EN 13789 del 2001 – Prestazione termica degli edifici - Coefficiente di perdita di calore per trasmissione Metodo di calcolo
- UNI EN ISO 14683 del 2001 Ponti termici in edilizia - Coefficiente di trasmissione termica lineica – Metodi
semplificati e valori di riferimento
- UNI EN 12524 del 2001 Materiali e prodotti per edilizia - Proprietà igrometriche - Valori tabulati di progetto
- UNI EN ISO 10077-1 del 2002 Prestazione termica di finestre, porte e chiusure - Calcolo della trasmittanza termica Metodo semplificato
- UNI EN ISO 10077-2 del 2002 Prestazione termica di finestre, porte e chiusure - Calcolo della trasmittanza termica Metodo numerico per i telai
- UNI EN 378 emessa in 4 parti tra il 2002 e il 2003 - Impianti di refrigerazione e pompe di calore - Requisiti di
sicurezza ed ambientali
- UNI EN ISO 10211-2 del 2003 Ponti termici in edilizia - Flussi termici e temperature superficiali – Ponti termici lineari.
- Raccomandazioni CTI 03/3 limitatamente al calcolo del fabbisogno di energia termica utile per la produzione di
acqua calda per usi igienico – sanitari.
- UNI EN 13788 del 2003 – Prestazione igrotermica dei componenti e degli elementi per edilizia – Temperatura
superficiale interna per evitare l'umidità superficiale critica e condensazione interstiziale - Metodo di calcolo
- UNI EN ISO 16484 del 2004 – Automazione degli edifici e sistemi di controllo (BACS) – Parti 2-3-6.
- UNI EN 14511 del 2004 Condizionatori, refrigeratori di liquido e pompe di calore con compressore elettrico per il
riscaldamento e il raffreddamento – Parti 1-2-3-4.
- UNI EN 13053 del 2004 Ventilazione degli edifici - Unità di trattamento dell'aria - Classificazioni e prestazioni per le
unità, i componenti e le sezioni.
- UNI EN 15927-1 del 2004 Prestazione termoigrometrica degli edifici – Calcolo e presentazione dei dati climatici.
Medie mensili dei singoli elementi meteorologici.
- UNI EN 779 del 2005 Filtri d’aria antipolvere per ventilazione generale.
- UNI EN ISO 13791 del 2005 - Prestazione termica degli edifici - Calcolo della temperatura interna estiva di un locale
in assenza di impianti di climatizzazione - Criteri generali e procedure di validazione.
- UNI EN ISO 13792 del 2005 - Prestazione termica degli edifici - Calcolo della temperatura interna estiva di un locale
in assenza di impianti di climatizzazione – Metodi semplificati.
- UNI 10379 del 2005 – Riscaldamento degli edifici. Fabbisogno energetico convenzionale normalizzato.
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- UNI EN ISO 13790 del 2005 - Prestazione termica degli edifici - Calcolo del fabbisogno di energia per il
riscaldamento.
- UNI EN 13779 del 2005 - Ventilazione degli edifici non residenziali - Requisiti di prestazione per i sistemi di
ventilazione e di condizionamento.
- UNI EN 12828 del 2005 Impianti di riscaldamento negli edifici - Progettazione dei sistemi di riscaldamento ad acqua.
- UNI EN 673 del 2005 Vetro per edilizia – Determinazione della trasmittanza termica (valore U) – Metodo di calcolo
- UNI 10412-1 del 2006 Impianti di riscaldamento ad acqua calda - Requisiti di sicurezza - Parte 1: Requisiti specifici
per impianti con generatori di calore alimentati da combustibili liquidi, gassosi, solidi polverizzati o con generatori di
calore elettrici.
- UNI 11169 del 2006 Impianti di climatizzazione degli edifici - Impianti aeraulici ai fini di benessere – Procedure per il
collaudo.
- UNI EN 13384 del 2006 Camini – Metodi di calcolo termico e fluido dinamico. Parti 1-2-3
- UNI EN 14908 del 2006: Comunicazione aperta dei dati per l'automazione, la regolazione e la gestione tecnica degli
edifici - Protocollo di rete per gli edifici - Parte 1: Livello di protocollo
- UNI EN 14908 del 2006: Comunicazione aperta dei dati per l'automazione, la regolazione e la gestione tecnica degli
edifici - Protocollo di gestione della rete - Parte 2: Comunicazione tramite doppino telefonico
- UNI CEN/TS 15231 del 2006 Comunicazione aperta dei dati per l'automazione, la regolazione e la gestione tecnica
degli edifici - Integrazione di funzionalità (mapping) tra LONWORKS e BACnet
- UNI EN 12831 del 2006 Impianti di riscaldamento negli edifici – Metodo di calcolo del carico termico di progetto.
- UNI EN ISO 7730 del 2006 Ergonomia degli ambienti termici
- UNI EN 12097 Rete delle condotte ai componenti atti a facilitare la manutenzione delle reti delle condotte
- UNI TS 11300 Parti 1 & 2 del 2008 Prestazioni energetiche degli edifici
- UNI EN 1507 del 2008 Ventilazione negli edifici – Condotte rettangolari di lamiera metallica – Requisiti di resistenza
e di tenuta
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LIVELLI DI RUMOROSITÀ DEGLI IMPIANTI
I limiti di accettabilità del livello sonoro sono quelli indicati dalle norme UNI-CTI 8199; ove necessario devono essere
adottati opportuni accorgimenti atti ad attenuare il rumore.
L'impianto dovrà inoltre rispondere alla Legge Quadro sull’inquinamento acustico n° 447 del 26/10/1995 e dovrà infine
soddisfare il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 1° marzo 1991 riguardante i limiti massimi di
esposizione al rumore negli ambienti abitativi e nell'ambiente esterno.
Il rumore generato dai macchinari dovrà essere conforme a quanto richiesto da :
D.P.C.M. 1/3/91 "limiti massimi di esposizione al rumore nell'ambiente esterno",
D. Leg. n°277 del 15/8/91 “attuazione delle direttive CEE in materia di protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti
da esposizione ad agenti chimici fisici e biologici durante il lavoro”
Legge 26/10/1995 N°447 “Legge quadro sull’inquinamento acustico”
Decreto 11/11/1996 “Applicazione del criterio differenziale per gli impianti a ciclo produttivo continuo”
D.P.C.M. 14/11/1997 “Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore”
D.P.C.M. 05/12/1997 “Determinazione dei requisiti acustici passivi degli edifici”
Decreto 16/03/1998 “ Tecniche di rilevamento e misurazione dell’inquinamento acustico”
Le verifiche relative ai rumori presenti all'interno ed all'esterno dei fabbricati, in contraddittorio con la D.L., e le eventuali
necessarie opere di insonorizzazione saranno a totale carico dell'aggiudicatario della gara d'appalto.
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4
CRITERI DI PROGETTO
Nell'osservanza dei criteri guida fissati, i criteri progettuali, adottati per ciascuno degli impianti, sono stati quelli di far
corrispondere, ogni impianto, alle effettive esigenze del servizio, offrendo soluzioni nel rispetto delle garanzie:
 di progetto, a scopo dimostrativo, che garantisca le migliori condizioni operative, del comfort ambientale, e della
sicurezza attiva e passiva agli occupanti;
 di risparmio energetico, considerando gli impianti integrati con le strutture dell'edificio, ed utilizzando tecniche di
distribuzione dei fluidi moderne, in accordo con la tendenza della attuale tecnologia;
 di continuo ed ottimale funzionamento, perché gli impianti sono concepiti con ottimi materiali, con protezione e
riserve opportune, con le aggiornate norme tecniche, ben sezionati per la manutenzione ordinaria e straordinaria;
 di durata nel tempo e di affidabilità, perché le apparecchiature sono state individuate e selezionate tra quelle dei
migliori costruttori utilizzando schemi semplici e sicuri e protezioni a prova di deterioramento;
 di economia d'esercizio, sia per le spese di gestione che per quelle di manutenzione.
La struttura in questione sarà dotata di un impianto di climatizzazione in grado di ottenere, in qualsiasi stagione ed in
qualsiasi condizione climatica esterna, le condizioni di "comfort" ambientali.
Tali condizioni dipendono da una serie di fattori, alcuni dei quali sono funzione delle persone presenti negli ambienti (tipo
di attività svolta, grado di isolamento del vestiario, etc.), altri sono dipendenti dalla progettazione dell'impianto
(temperatura, umidità relativa, velocità dell'aria, purezza dell'aria, etc.)
L'architettura degli edifici e l’orientamento planimetrico, che determinano rientrate di calore (specie per irraggiamento)
differenziate, per l’esposizione alle varie ore del giorno, sia in inverno (recupero del calore solare) che in estate, e
l'accurato studio delle rientrate di calore e delle dispersioni, unito al calcolo dell'irraggiamento effettivo alle diverse ore
del giorno per le varie stagioni, e non ultima la grande inerzia termica dell’edificio caratterizzato da murarute portanti del
tipo a sacco molto spesse, hanno fornito interessanti indicazioni per la redazione della progettazione degli impianti di
climatizzazione. In particolare visto il lento mutare delle condizioni termiche della struttura che avrebbe caratterizzato
lunghi tempi per la messa a regime dell’impianto ci interessava sviluppare un sistema che riuscisse a portare
velocemente a regime almeno il microclima interno, quello legato allo spazio occupato, sfruttando comunque la capacità
di accumulo dell’energia solare da parte dell’edificio sia d’inverno sia d’estate nel primo caso per fornire apporti gratuiti in
regime di riscaldamento e nel secondo per attenuare i picchi di carico dovuti all’irraggiamento nelle ore centrali del
giorno.
In ragioni di queste considerazioni si è pensato ad un impianto modulare con facili tempi di messa a regime e che
garantisse un livello di climatizzazione differenziato per ciascun ambiente a diversa esposizione.
Gli edifici saranno provvisti di impianto di climatizzazione suddiviso in zone impiantistiche omogenee, tale da assicurare
nei rispettivi locali le condizioni termoigrometriche di massimo comfort, le condizioni di massima igienicità dell’aria nel
rispetto della normativa vigente.
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Di seguito sono riassunte le scelte progettuali più significative ai fini del benessere ambientale e del risparmio energetico
adottate nella progettazione degli impianti al fine di rendere gli stessi impianti tecnologicamente ed energeticamente
avanzati e con una grande flessibilità d'uso, come meglio descritto nel prosieguo della relazione.
4.1
IL CONTROLLO DEL BENESSERE AMBIENTALE.
La corsa alla migliore offerta, con ribassi spesso esasperati, alla quale è tipico assistere negli ultimi anni, l’aumento dei
costi dell’energia, e la necessaria diminuzione dei consumi energetici richiesta dai committenti, hanno frenato
l’introduzione degli accorgimenti più idonei al raggiungimento delle condizioni di massimo benessere per i fruitori degli
ambienti condizionati.
In particolare, se da un lato si legifera sull’isolamento termico ed acustico degli edifici per ottenere risparmi energetici e
bassi inquinamenti acustici dall’altro ci si preoccupa della salute degli occupanti di un edificio (DPR 246/93) evitando
formazione di gas nocivi, presenza di particelle e gas pericolosi, emissione di radiazioni pericolose, formazione di
umidità.
E’ stato questo l’obiettivo che ci siamo prefissi per quel che riguarda il benessere ambientale che dipende tra gli altri da
due parametri climatici temperatura e velocità terminale dell’aria in ambiente che influenzano in modo determinante la
percezione di comfort degli occupanti.
In tal senso nella redazione del progetto dell’impianto di condizionamento abbiamo posto l’attenzione sui seguenti
principali parametri:
controllo della temperatura in ogni ambiente ( tra 18 e 26 °C), con possibilità di taratura locale nel campo +/- 1 °C;
contenimento della velocità terminale dell’aria ambiente al valore massimo di 0,10 m/s (diffusione dell’aria a bassa
velocità terminale Vt);
contenimento massimo dell’inquinamento acustico dovuto all’impianto (minima velocità di funzionamento delle
apparecchiature ventilanti e diffusione di aria primaria a bassa Vt);
4.2
ACCORGIMENTI PER IL RISPARMIO ENERGETICO.
A seguito della specifica richiesta della Committenza di porre la massima attenzione al contenimento dei consumi
energetici, per ottenere minori costi di gestione in termini d’energia e di manutenzione, abbiamo indirizzato la
progettazione dell’impianto dell’intero edificio intendendolo come un “sistema” non dissipatore d’energia ma in grado di
“autoregolarsi” in funzione delle condizioni climatiche esterne per mantenere le migliori condizioni di comfort senza
sprechi energetici.
Le principali soluzioni tecniche utilizzate per raggiungere questo obiettivo sono state:
 utilizzo di sistemi ad volume di refrigerante variabile per la produzione dell’energia frigorifera ad elevati COP
invernale ed EER estiva
 sistema di regolazione e gestione del tipo a microprocessore, centralizzato, per la regolazione della temperatura
dei locali condizionati, entro i limiti stabiliti, per evitare sprechi energetici.
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4.3
SCELTA DEL TIPO DI IMPIANTO
L’impianto previsto per il riscaldamento e raffrescamento dell’edificio utilizzerà un nuovo sistema centralizzato di
climatizzazione in grado di assicurare, all’interno degli ambienti, ottimali condizioni di comfort in qualunque periodo
dell’anno. Negli ambienti in oggetto è già presente un impianto di ventilazione forzata con Unità di Trattamento Aria che
garantisce un adeguato rinnovo dell’aria all’interno dei locali. Il livello di ricambio considerato nei locali uffici è pari a 25
mc/h a persona come richiesto dalla UNI 10339.
In particolare per venire incontro alla necessità di avere un impianto di climatizzazione in grado di soddisfare
contemporaneamente diverse esigenze quali la gestione centralizzata, la flessibilità, la versatilità di applicazioni, la
possibilità di suddividere l'impianto in zone con controllo modulare e non ultimo il risparmio energetico, si è pensato di
utilizzare due diversi sistemi di climatizzazione.
Il primo del tipo ad espansione diretta a volume di refrigerante variabile, denominato VRF, funzionante con gas
refrigerante ecologico R410A, servirà per abbattere il carico termico estivo ed invernale dell’edificio, il secondo di tipo
tradizionale ad acqua calda/refrigerata a servizio delle le centrali di trattamento aria servirà per la produzione di energia
termica o frigorifera per il controllo dell’aria primaria, che date le condizioni variabili dell’elevato affollamento dei locali
serviti richiedono un maggior controllo della qualità e quantità dell’aria immessa.
Questa scelta impiantistica è stata determinata oltre che da chiare esigenze architettoniche, che imponevano a ragione
la minima interferenza con l’edificio e le sue componenti rilevanti (volte, pavimenti, etc..), anche da valutazioni di
carattere energetico che hanno fornito una chiara indicazione in tal senso. Poiché al mutare delle condizioni climatiche,
e al variare quindi della radiazione solare e della temperatura esterna nell'arco di una stagione o addirittura nell'arco
della stessa giornata, le richieste di caldo o di freddo all'interno dei locali sono variabili, la possibilità di usufruire di un
sistema molto flessibile, che moduli la potenza termica adattandola alle richieste dell'ambiente, permette un
considerevole risparmio energetico.
Con la configurazione adottata dell’impianto di climatizzazione siamo riusciti a coniugare l’esigenza di un impianto misto,
fan-coil + aria primaria, per mantenere la possibilità di un elevato controllo della qualità dell’aria e dell’umidità in
particolare per gli ambienti affollati, con la necessità gestionale di un impianto altamente flessibile e modulare come il
sistema VRF per utilizzarne in più i vantaggi legati all’ottimo controllo della variabilità dei carichi termici degli ambienti
rispetto all’impianto tradizionale.
Per meglio distribuire la potenza termica richiesta, gli ambienti climatizzati sono stati suddivisi su diverse zone
impiantistiche, individuate raggruppando gli ambienti secondo una configurazione che permettesse la maggiore
autonomia possibile dei diversi uffici, ottenendo più zone impiantistiche indipendenti.
Le macchine interne di climatizzazione sono state scelte in funzione di una ottimale distribuzione dell’aria. Negli ambienti
più ampi si è scelto di utilizzare macchine interne del tipo a controsoffitto prevedendo la realizzazione di quest’ultimo per
il mascheramento impiantistico.
Negli ambienti più piccoli si è previsto l’utilizzo di macchine a parete generalmente al di sopra dei varchi d’entrata.
Trattandosi di un edificio esistente gli impianti di condizionamento sono stati progettati per limitare al massimo l’impatto
sull’edificio. I componenti scelti per gli impianti sono stati integrati con il contesto architettonico. Per consentire un basso
impatto acustico oltre che visivo, e stata posta particolare attenzione anche sulla localizzazione delle unità poste
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all’esterno, in genere più rumorose, studiando nello specifico una sistemazione in locali ad esse dedicate,
mascherandole dalla vista esterna ed insonorizzandole per abbattere il rumore prodotto dai ventilatori in funzione.
La modularità di questo impianto di climatizzazione permetterà, inoltre, un’elevata flessibilità nell’esecuzione
nell’intervento di ristrutturazione: infatti, organizzando il cantiere per piani e/o per corpi dell’edificio, è possibile limitare il
disagio legato al trasferimento provvisorio del personale in altre sedi, consentendo di occupare i locali una volta ultimati i
lavori, potendo rendere perfettamente funzionanti gli impianti delle aree già completate, pur con lavori in corso o da
iniziare nelle restanti parti dell’immobile.
4.4
DATI DI PROGETTO
Il progetto dell’impianto, descritto nel paragrafo precedente e riportato nei disegni allegati, è stato eseguito sulla base dei
dati e delle prescrizioni di seguito specificati.
4.4.1
Condizioni termoigrometriche esterne
temperatura invernale:
3 °C
umidità relativa invernale:
70 %
temperatura estiva:
35 °C
umidità relativa estiva:
50 %
4.4.2
Condizioni termoigrometriche interne
temperatura invernale:
20 ± 1 °C
umidità relativa invernale:
50%
temperatura estiva:
26 ± 1 °C
umidità relativa estiva:
50%
4.4.3
Determinazione dei carichi termici invernali
Il calcolo del carico termico invernale è stato condotto secondo le raccomandazioni contenute nelle norme UNI CTI
7357/74.
Non si è pertanto tenuto conto degli apporti di calore dovuti alla presenza di persone o alla dissipazione di potenza
all’interno dei locali, né del contributo della radiazione solare. L’orientamento dei vari elementi costruttivi è stato valutato
introducendo i seguenti coefficienti di maggiorazione delle dispersioni termiche:
NORD
1,20
EST
1,15
OVEST
1,10
SUD
1,00
Per orientamenti intermedi, si è proceduto con un’interpolazione lineare.
4.4.4
Determinazione dei carichi termici estivi
Nel calcolo del carico termico estivo si è tenuto conto degli apporti di calore sensibile e latente dovuti, nelle condizioni di
progetto, a:
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
radiazione solare;

trasmissione di calore attraverso i vari materiali costituenti l'edificio a causa della differenza di temperatura esistente
tra aria esterna e aria interna;

presenza di persone all'interno dei locali condizionati (ai fini del calcolo, gli apporti di calore pro capite sono stati
considerati pari a 60 W/persona di calore sensibile e a 70 W/persona di calore latente);

dissipazione di potenza elettrica da apparecchiature elettriche e per illuminazione;

ricambi d'aria.
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5
DESCRIZIONE DELLE OPERE DA REALIZZARE
5.1
IMPIANTO DI CLIMATIZZAZIONE VRF
I sistemi VRF sono idonei a rispondere alle esigenze di comfort a livello individuale e di funzionalità impiantistica in modo
da far fronte alle continue necessità di flessibilità che derivano dall’evoluzione nel tempo degli ambienti di lavoro. Tali
caratteristiche suggeriscono, come destinazione prevalente, quella del terziario: uffici, banche, edifici storici, sale di
esposizione, alberghi, centri commerciali ecc..
Questo tipo di impianto rappresenta un sistema di climatizzazione estremamente evoluto che permette la
climatizzazione con controllo individuale delle condizioni ambientali e che risulta in grado di adattarsi all’espansione delle
esigenze, tipiche degli edifici più sofisticati, offrendo la possibilità di apportare successive modifiche nella disposizione
dei locali o di aggiungere unità interne supplementari (fino al limite massimo proprio dell’unità esterna), adattandosi
perfettamente ad applicazioni tipiche degli interventi di ristrutturazioni specie se trattasi di edifici storici, come nel nostro
caso.
L’impianto VRF servirà per riscaldare e raffrescare tutti gli ambienti che sono occupati da persone, uffici, corridoi
principali e sale riunioni. Come consuetudine non è previsto la climatizzazione estiva dei servizi igienici.
Nel caso specifico l’impianto di climatizzazione sarà del tipo ad espansione diretta ad inverter per la variazione di
velocità dei compressori, a pompa di calore e volume di refrigerante variabile, denominato VRF funzionante con gas
refrigerante ecologico R410A.
Il fluido refrigerante R-410A. è una miscela quasi azeotropica di due refrigeranti idrofluorocarburi, pertanto esenti da
cloro. I due refrigeranti che compongono la miscela sono R32 e R125 chimicamente stabili. Il fluido R-410A,
contrariamente ai clorofluorocarburi (CFC), ormai non più consentiti dalle leggi 549/91 e 179/97, e agli
idroclorofluorocarburi (HCFC) quali l’R22, la cui produzione è destinata ad essere interrotta nei prossimi anni, presenta
caratteristiche tali da non arrecare danni allo strato di ozono e, nello stesso tempo, assicura rendimenti pari a quelli
ottenibili in precedenza con i CFC o HCFC.
Per effetto di un ciclo termodinamico particolare in inverno l’unità esterna sottrae calore all’aria e l’unità interna lo
trasferisce agli ambienti da riscaldare. In estate il ciclo è inverso: l’unità interna sottrae calore all’ambiente e l’unità
esterna lo trasferisce all’aria. L’energia primaria utilizzata dal sistema è quella elettrica, il fluido che fa da vettore per il
calore è denominato gas refrigerante.
In generale il sistema è composto da una unità posta all’esterno e da una o più unità poste all’interno dell’ambiente
distribuite nei vari locali, collegate fra di loro mediante una coppia di tubazioni in rame.
Le unità interne saranno quasi tutte del tipo in vista, ad esclusione di alcune unita di tipo canalizzato poste nella sala
consiglio, di taglie diverse a seconda delle differenti esigenze termiche dei locali serviti.
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Le unità saraanno installatee sopra la porta nelle pareti lato corridoio per gli studi mentre
m
nei locaali grandi saraanno installatee
le unità a casssette a 4 vie a controsoffittto. Le tubaziooni del refrigerrante correrannno in controssoffitto lungo il corridoio perr
servire le uniità in ambientee. L’evacuazioone della conddensa prodottta dalle unità interne
i
in estaate avverrà, dove possibile,,
per gravità atttraverso una rete di tubaziooni in PP a paavimento fino a confluire nei pluviali più viicini.
Ove non preesente sarà realizzato
r
il controsoffitto
c
in cartongessso per la collocazione dellla macchina interna ed ill
mascherameento delle tubaazioni varie.
Il sistem
ma di collegam
mento frigorifeero (denominaato REFNET) presenta carratteristiche dii
semplicittà e flessibbilità tali da permettere la riconfiguurabilità impiaantistica conn
spostamento, aggiuntaa, distacco di unità terminali.
Il sistema di regolazione della
d
temperaatura ambientee è particolarm
mente curato, infatti ogni uunità interna è dotata di unn
regolatore di temperatura a microprocessore che ag isce su una valvola
v
elettronnica d’espanssione che varia il volume dii
refrigerante in risposta allee variazioni di temperatura dell’ambientee. In questo modo
m
il sistem
ma mantiene lee temperaturee
confortevoli aad un livello costante senzza gli sbalzi ttipici dei sisteemi on-off. L’uutente, operaando sul comaando a bordoo
macchina puuò variare l’im
mpostazione della
d
temperattura entro i lim
miti che sonoo imposti dal comando cenntralizzato. Laa
precisione deel controllo della temperaturra interna è asssicurata nellaa misura di 0,5 °C.
Caratteristicaa fondamentale dell’impiantto sarà la cappacità di manntenere in funzione i diverssi sistemi ancche in caso dii
avaria o arreesto di una singola unità interna conse ntendone le operazioni
o
di manutenzionee senza disattivare l’interoo
impianto. Atttraverso la linea bus le unità
u
riuscirannno ad alimeentare la valvvola LEV perrmettendo in caso di nonn
alimentazione elettrica di posizionarsi in posizionee di OFF sennza comprom
mettere il funzzionamento del
d sistema e
c
intrinseca dell sistema è una particolarittà delle schedda elettronicaa
consentirne il funzionameento. Questa caratteristica
dell’unità inteerna.
Le unità esteerne sono annch’esse dotate di controlloo a microproccessore che abbinato
a
alla variazione dii capacità deii
compressori,, assicura un funzionament
f
o efficiente in tutte le fasi del
d ciclo operaativo del sistem
ma adeguanddo il volume dii
gas refrigeraante alle effeettive esigenzze dell’ambieente, anche con temperature esterne critiche. In particolare ill
funzionamennto dell’intero impianto propoosto è assicurrato anche in condizioni
c
clim
matiche estrem
me quali:
temperatura esterna a bulbbo secco = daa -5°C a +43°C
C (funzionameento in raffreddamento);
mento in riscaldamento).
temperatura esterna a bulbbo umido = daa -20°C a +166°C (funzionam
Il sistema dii controllo prooporzionale-inntegrale-derivaativo (PID) coon circuito auutomatico di bbilanciamentoo consente dii
ottenere una grande flessiibilità impiantisstica (il volum
me di refrigerannte è regolatoo in risposta allle variazioni di
d carico dellee
unità interne) con lunghezzza effettiva fino
f a 150 m,, dislivelli finoo a 50 m tra unità
u
esterna e interne (400 m se l’unitàà
u
interne) e dislivelli masssimi di 15 m tra le unità intterne.
esterna è a qquota inferioree rispetto alle unità
In condizioni di bassa capaacità (funzionaamento di unaa sola unità innterna) il sistem
ma permette ddi intervenire controllando
c
ill
funzionamennto dello scam
mbiatore di caloore e dei venttilatori con, eventualmente, attivazione di una valvola di
d by-pass perr
consentire il buon funzionaamento dell’im
mpianto.
Tutte le unitàà, interne ed esterne
e
di un piano
p
sono coollegate fra di loro con una linea di trasm
missione dati che fa capo add
un comandoo centralizzatoo a sua voltaa collegato aalla postazionne centrale deel sistema dii Building Auutomation. Daa
entrambe le postazioni è possibile acccedere alle funnzioni di conttrollo e diagnoosi del sistem
ma VRF. L’attiivazione dellee
mediante i meedesimi rilevattori di presennza persona che
c azionanoo
unità internee potrà avvennire, ad orari predefiniti, m
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l’impianto di illuminazione,, per effetto della modularittà e rapidità di
d avviamento tipica di quessto impianto, sarà
s possibilee
mento dell’efficienza.
attivare anchhe una sola unnità interna per ogni zona, s enza deperim
Contrariamennte agli impiaanti a ventilcoonvettori funzzionanti ad acqua,
a
la com
mmutazione st
stagionale (risscaldamento /
raffrescamennto) non richieede operazioni particolari da eseguire sul posto, innfatti è istantaanea e può essere
e
anchee
eseguita a ddistanza dalla postazione centrale.
c
La rrapidità di commutazione consente
c
all’im
mpianto di risspondere allee
repentine varriazioni delle condizioni
c
clim
matiche esternne tipiche dellee mezze stagiooni.
Le prestazionni descritte, unite alla bassissima inerziaa dell’impiantoo nelle fasi transitorie di avvviamento e sppegnimento, a
parità di poteenza attiva installata, riducono di fatto il coonsumo di energia primariaa in modo conssiderevole.
Il contenimennto dei consumi energetici è garantito daal funzionameento dell’invertter che adeguua la potenza assorbita allee
reali esigenze impiantistichhe. L’inverter consente di a deguare, istannte per istantee, la potenza eelettrica assorrbita alla realee
richiesta dell’’utenza, evitanndo gli sprechhi tipici dei sisttemi con funzionamento On/Off.
s
VRF, così come la pompa di calore tradizionaale, poggerannno, mediantee
Le unità esteerne motocondensanti dei sistemi
supporti antivvibranti, su apppositi basameenti di supportto, in particolaare modo per le unità poste sulla coperturra dell’edificio,,
per consentire la ripartizioone dei carichi sulle struttture portanti e sul solaio. Nei locali in ccorrispondenzza delle unitàà
morosità dei veentilatori dellee
esterne, saraanno utilizzati silenziatori e ed accorgimeenti mirati per contenere l’eeventuale rum
apparecchiatture. Di seguito sono raffiggurati due divversi esempi di canalizzazzione dell’ariaa di espulsionne delle unitàà
esterne.
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La modulariità di questoo impianto di
d climatizzazzione permettterà, inoltre, un’elevata flessibilità neell’esecuzionee
nell’intervento di ristrutturrazione; infatti, organizzanddo il cantieree procedendo per piani e//o per corpi dell’edificio,
d
è
possibile limitare il disagio legato al trasferimento provvvisorio del peersonale in alttre sedi, conseentendo di occupare i localii
p
rendeere perfettameente funzionannti gli impianti delle aree giàà completate, pur con lavorii
una volta ultimati i lavori, potendo
in corso o daa iniziare nelle restanti parti dell’immobile..
I sistemi VRFF permettono il collegamentto ad un sisteema di controlllo generale deegli impianti, ssistema di Building
Managementt System (BMS), comunicanndo tramite prrotocollo BACnnet (connessioone mediante Ethernet) e consentendo
c
il
collegamentoo di 256 unità attraverso Gaateway BACneet.
5.2
IMPIAANTO DI ARIA PRIMARIA
P
SALE
E CONSIGLIO
Per effetto deella relativameente elevata occupazione,
o
ttipica dei granndi ambienti, quali
q
le sale leettura e le sale conferenze,,
si rende opportuna in questi ambienti, per garanntire ottimali condizioni
c
di comfort in ttermini di quaalità dell’aria,,
l’installazionee di un impiaanto di ventilaazione forzataa a portata vaariabile che garantisca un adeguato rinnovo dell’ariaa
all’interno deei locali in funzzione dell’effetttiva occupazioone dei locali. Il livello di riccambio consid erato sarà pari a 40 mc/h a
persona com
me richiesto daalla UNI 103399.
Per la sala cconferenze è stato invece studiato un ssistema di disstribuzione dell’aria primariaa che prevede la mandataa
dell’aria sem
mpre al di soppra della zonaa occupata daalle persone ma
m ad una quuota più basssa, mentre la ripresa verràà
realizzata atttraverso un caanale centrale posto in alto nnegli spazi consentiti dalle travi
t
reticolari..
Dalla centralee posta sulla copertura
c
dell’edificio partirranno I canali di mandata peer raggiungeree attraverso un
u primo trattoo
verticale all’innterno di caveedi la quota al di sotto del baallatoio della sala
s per proseguire il percorrso a vista sul fondo.
L’aria a servvizio delle salaa consiglio veerrà trattata inn apposita cenntrale di trattaamento aria : 3500÷5000 mc/h
m posta inn
copertura
Al fine di riduurre i consumi energetici, la centrale di traattamento ariaa includerà un recuperatoree di calore chee consentirà loo
scambio term
mico tra l’aria in ingresso e l’aria estratta.
L’aria in uscita dalle centraali sarà convoogliata all’interrno di canali inn lamiera che,, dopo il percoorso in cavediio, correrannoo
generalmentee a soffitto in vista.
v
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Nel tratto a vvista i canali saranno
s
del tipo spiroidale a sezione ovale per contenere al massiimo l’altezza della
d
sezione..
Anche in questo caso come per le saale lettura è sstato scelto un sistema di distribuzione ad alta induzzione con deii
microugelli di mandata insstallati sulla paarte bassa deei due canali. L’aria
L
di ripressa espulsionee verrà estrattaa a due quotee
diverse: una parte dell’estrrazione avverrà direttamentte dal canale di ripresa cenntrale attraversso dei microuggelli di ripresaa
posizionati nella parte altaa del canale inn modo da naasconderli alla vista dall’inteerno della salaa; la restante parte dell’ariaa
d due griglie di ripresa poste più in bassso sottopavim
mento in fondo rispetto allaa
sarà estratta ad una quotaa più bassa da
zona occupata.
mi di distribuzioone dell’aria in ambiente enntrambe con un sistema dii
In particolaree sono stati sttudiati due diffferenti sistem
distribuzione dell’aria ad alta induzione attraverso miccrougelli installati nei canali. La diffusionee “puntiforme”” realizzata daa
tanti piccoli ddiffusori perm
mette una miglliore miscelazzione dell’aria, eliminando i flussi che geenerano correenti d’aria. Glii
ugelli di lancio in gomma convogliano i getti di aaria e produccono un effettto ad alta innduzione chee favorisce laa
miscelazionee del fluido, la lunghezza del lancio è funzzione della portata unitaria.
Il principio ddi funzionameento del canale “spiral jeet”, come è denominato
d
sul
s mercato, sfrutta il fennomeno fisicoo
dell’induzionee. Questo efffetto è ottenutto con una pparticolare foraatura dal canale, opportunnamente equippaggiati di unn
piccolo diffussore installato a pressione prima
p
di montaare il canale. Questi
Q
ugelli montati
m
su tuttaa la lunghezzaa del canale e
a seconda deel diametro suu di una o duee file, ottengo no una miglioore omogeneizzzazione dellaa temperatura senza crearee
correnti d’ariaa. Lo standardd di produzionne prevede unn certo numerro di forature in grado di acccogliere altreettanti ugelli dii
lancio, quelli eccedenti il numero calcolaato possono eessere chiusi con
c tappi.
Il montaggio degli ugelli, da realizzare nella fase di poosa, deve esseere eseguito secondo
s
la dire
rezione del fluiido:
- immissione, l’ugello versoo l’esterno
- estrazione, l’ugello deve essere montaato rivolto versso l’interno dell canale
Gli ugellli montati nel senso dell’immissione, asssumono una inclinazione dii
circa 700 gradi dalla normale
n
del condotto
c
menttre possono essere
e
ruotatii
liberameente a 360° inn modo da indirizzare i singooli getti in direezioni diverse..
Da 0° a 35 gradi l’incllinazione e ruootabile a 360°°.
Per la ssala consiglio caratterizzataa da una dopppia altezza e da un soffittoo
con sisttema di travi reticolari a vista è stato
to adottato un sistema dii
distribuzzione ad alta induzione coon mandate ddell’aria dall’allto con canalii
circolari che attraversseranno centraalmente a vistaa la sala. A vaalle delle unitàà
canalizzzate saranno installati sui caanali dei diffussori ad alta indduzione con laa
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possibilità di modificare l’assetto del lancio nelle diverse stagioni in funzione della temperatura di mandata.
La rete di canalizzazioni di mandata in lamiera zincata in uscita dall’UTA percorreranno prima un tratto verticale in
apposito cavedio per poi attraversare a vista la sala.
L’aria viziata di espulsione sarà prelevata direttamente da griglie di ripresa installate sotto le sedute nelle gradinate della
sala. L’espulsione di questa aria all’esterno avverrà dopo lo scambio termico nei recuperatori di calore, per consentire un
pretrattamento dell’aria di mandata ed un conseguente risparmio energetico.
In uscita dalla centrale oltre che al canale di mandata ci saranno anche i due canali della presa dell’aria esterna e
dell’espulsione, due tronchi ognuno dei quali proseguirà in verticale entro un cavedio posto alle spalle della parete
dell’ascensore interno alla sala fino a raggiungere delle apposite griglie poste all’esterno copertura dell’edificio.
La regolazione di temperatura avverrà mediante apparecchiature a microprocessore connesse alla postazione
centralizzata del sistema di Building Automation. Le funzioni svolte dalle centrali di trattamento aria per il controllo dei
parametri microclimatici sono molto importanti ai fini del raggiungimento degli obiettivi progettuali e si presterà
particolare cura nella concezione del sistema di controllo.
5.3
NUOVA ALIMENTAZIONE AULA MAGNA
Per l’Aula Magna sarà modificato il sistema di alimentazione installando una pompa di calore a servizio esclusivo
dell’edificio III. La pompa di calore sarà monoblocco con a bordo gli accessori di pompaggio per rendere autonomo
l’impianto. Le caratteristiche della pompa di calore sono riportate nelle schede del disciplinare tecnico.
Insieme alla sostituzione del sistema di alimentazione saranno realizzate anche tutte le opere accessorie necessarie per
il funzionamento dell’impianto. In particolare la macchina di climatizzazione sarà posizionata in uno spazio dedicato
all’esterno a quota +88,00 nel quale già sono presenti alcuni macchinari da dismettere.
Le linee di derivazione di tali macchine frigorifere saranno condotte attraverso un percorso all’esterno fino alla Centrale
Termofrigorifera situata a quota +77,00. All’interno della Centrale verranno intercettate le linee presenti a servizio
dell’Aula Magna in modo da collegarle alla nuova centrale di produzione.
Il Gruppo previsto sarà a recupero parziale di calore per la produzione di acqua calda sanitaria che sarà posta a servizio
delle utenze più prossime alla Centrale stessa.
5.4
TERMOREGOLAZIONE DEGLI IMPIANTI
Per il sistema di regolazione e controllo degli impianti meccanici è stata adottata una tecnologia di ultima generazione
con la peculiarità che il Bus di processo è privo di master della comunicazione ed è uno standard BACnet, utilizzabile su
diversi mezzi fisici di trasmissione standard quali LON, Ethernet, RS485,RS232, ecc..
L’utilizzo di tale tipologia di bus permetterà il collegamento dei controllori ad un sistema di supervisione centralizzata che
potrà essere previsto in futuro.
I controllori, già in questa fase, possono comunicare tra di loro in rete LON direttamente senza l’interposizione di alcun
dispositivo hardware aggiuntivo, in particolare si è pensato di posizionare in centrale termica un display a cristalli liquidi
grafico in grado di svolgere le seguenti funzioni:
a)
Visualizzazione e gestione di tutte le variabili di ciascuna periferica senza nessuna distinzione
b)
Gestione allarmi con finestra pop-up per riconoscimento, cancellazione, help con segnale sonoro e led di
segnalazione
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c)
Visualizzazione trend/storici
d)
Gestione grafica dei programmi orari
e)
Struttura gerarchica delle variabili per accesso strutturato
Regolatori DDC
I regolatori previsti sono essenzialmente di due tipologie :
- Modulari
- Compatti
I regolatori modulari hanno i convertitori di segnale I/O in moduli esterni montati su una barra ed una capacità di punti
controllati molto superiore a quelli compatti e una maggiore flessibiltà nell’eventuale ampliamento dei punti controllati.
Pertanto, tali regolatori sono stati previsti nel controllo e regolazione della centrale termofrigorifera,in cui provvederanno
oltre agli avviamenti ad orario delle pompe, dei gruppi frigoriferi, delle caldaie anche al controllo della portata variabile
delle pompe in funzione della pressione del circuito idraulico.
I regolatori compatti hanno i convertitori di segnale I/O integrati all’interno e una capacità di punti controllati ben
definita a seconda dei modelli e saranno utilizzati per il controllo delle centrali trattamento aria. Il sistema compatto
garantisce inoltre la possibilità di installare i controllori vicino al processo che dovranno controllare, diminuendo così i
costi di cablaggio.
Ogni C.T.A., infatti, avrà il suo regolatore dedicato montato nel suo apposito quadro di regolazione vicino al quadro
elettrico di potenza. Oltre alle normali funzioni di regolazione di temperatura provvederà alla gestione del free-coolig
delle serrande sfruttando al max. la capacità di raffreddamento dell’aria esterna. Sarà infine previsto il comando orario
del ventilatore e tutte le funzioni di monitoraggio ed anomalia della C.T.A.
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5.4.1
Terrmoregolazio
one delle un
nità di trattam
mento dell’aaria
Ciascuna dellle unità di tratttamento aria sarà costituitoo da un sistem
ma di termoreggolazione in grrado di regolaare le seguentii
funzioni:

Tem
mperatura dell’aria di mandaata

Umiidità invernalee dell’aria ambbiente
I punti di misurazione saraanno:

Sonnda di temperaatura sulla mandata dell’ariaa

Sonnda di umidità sulla ripresa dell’aria
d
La regolazionne della tempeeratura avverrrà mediante aapertura o chiuusura della valvola a solenooide che regollerà l’ingressoo
o meno di fluuido refrigerante all’interno della
d batteria.
La regolazionne di umidità invernale avveerrà mediante un umidificatoore a pacco coon pompetta pper l’acqua.
I segnali di coomando sarannno:

Seggnale on/off di apertura/chiusura sulla valvvola a solenoiide

Seggnale on/off suulla pompa di immissione
i
deell’acqua di um
midificazione
Sulla centralina di regolazzione verrà im
mpostato il seet-point della temperatura
t
di
d mandata (222° C in inverno, 24 °C inn
a
In bbase al confroonto fra il setppoint ed i valoori di temperattura e umiditàà
estate) e dell’umidità relattiva dell’aria ambiente.
misurati, la centralina invieerà un segnalee di comando on/off alla valvola a solenoiide ed all’umiddificatore.
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5.4.2
Sistema di gestione e controllo impianti VRF
La gestione dell'impianto (comandi di avviamento/arresto, programmazione oraria, impostazione dei valori di
temperatura ambiente, ecc.) dovrà essere affidata a centraline elettroniche di comando distribuite ai vari piani
dell'edificio; gli ambienti chiusi saranno dotati anche di comandi locali. L'intero impianto infine sarà collegato ad un
sistema remoto di supervisione centralizzata.
Il sistema di controllo degli impianti può essere strutturato su più livelli gestionali.
La flessibilità del sistema consente comunque la possibilità di espandere il sistema di controllo fino a livelli gestionali
sempre più complessi.
1° Livello di controllo (comando remoto utente)
Il singolo utente, mediante apposito comando locale, ha la possibilità di modificare i principali parametri di
funzionamento della singola unità interna (o delle unità interne controllate dal medesimo comando) quali la velocità del
ventilatore, la temperatura desiderata, la direzione di mandata dell’aria, la temporizzazione del funzionamento, ecc.
2° Livello di controllo (comando centralizzato)
Il livello di controllo immediatamente superiore è rappresentato dalla possibilità di sovrintendere al funzionamento di un
numero molto elevato di unità interne, anche collegate a differenti unità esterne. Questa forma di controllo, è prioritario
rispetto a quello fornito dal comando remoto utente, consente la gestione delle unità interne, per le quali è possibile
variare, singolarmente o per gruppi, tutte le modalità di lavoro: impostazione della temperatura, avviso di filtri sporchi,
funzione di avvio sequenziale, impostazione di più programmi di temporizzazione, indicazione dei codici di anomalia,
ecc.
3° Livello di controllo (gestione Intelligent Manager)
Si tratta di un sistema di gestione computerizzato che permette il controllo di tutte le unità interne (sistemi mono e multisplit) ed ha la possibilità di gestire fino a 19 segnali esterni per ogni intelligent Processing Unit o iPU (contatti da segnali
esterni o impulsi da contatori di energia) ad integrazione del sistema di climatizzazione.
Per linee generali, il sistema si compone di interfaccia hardware, personal computer e software gestionale.
4° Livello di controllo (Building Management System)
La crescente complessità impiantistica e gestionale degli edifici comporta spesso la necessità di avere un controllo
completo e integrato dei sistemi di condizionamento, illuminazione, antintrusione, antincendio, ecc.
Mediante dedicati protocolli di dialogo è possibile consentire l’integrazione del sistema di controllo degli impianti di
condizionamento con altri sistemi di controllo nel quadro di un più complesso sistema di gestione dell’intero edificio, ad
esempio e possibile collegare il sistema VRF al sistema di Building Management System (BMS) comunicando tramite
protocollo BACnet (connessione mediante Ethernet) e consentendo il collegamento fino a 256 unità attraverso Gateway
BACnet.
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6
6.1
VERIFICHE FUNZIONALI E COLLAUDI DEGLI IMPIANTI
VERIFICHE E PROVE PRELIMINARI
Le verifiche e le prove dell'impianto saranno in parte effettuate durante l'esecuzione dei lavori, in parte appena ultimato
l'impianto, prima della dichiarazione di ultimazione dei lavori.
Esse consisteranno nelle seguenti operazioni:

verifica preliminare, intesa ad accertare che la fornitura del materiale costituente l'impianto, qualitativamente e
quantitativamente, corrisponda alle prescrizioni contrattuali;

prova idraulica a freddo, consistente nella pressatura dell'impianto fino ad una pressione pari ad 1,5 volte la
pressione massima di esercizio. Si riterrà positivo l'esito della prova quando non si verifichino fughe o deformazioni
permanenti;

prove preliminari di circolazione dei fluidi riscaldanti, raffreddanti, umidificanti e deumidificanti e dell’aria percorrente
i vari circuiti ed attraversante le diverse bocchette.
Le prove dovranno accertare la perfetta tenuta delle tubazioni e dei canali, nonché il mantenimento dell'assetto regolare
anche a seguito delle massime variazioni di temperatura.
Per quanto riguarda i circuiti dell’acqua, si dovrà in particolare portare il fluido termovettore alle temperature massime e
minime di esercizio previste in progetto, mantenendole per il tempo necessario per l'accurata ispezione di tutto il
complesso delle condutture e dei componenti. Si riterrà positivo il risultato della prova quando le dilatazioni non abbiano
dato luogo a fughe o deformazioni permanenti e quando i vasi di espansione contengano a sufficienza tutta la variazione
di volume dell'acqua dell'impianto.
Le verifiche e le prove preliminari di cui sopra saranno eseguite dal Direttore dei Lavori in contraddittorio con
l'Appaltatore e di esse e dei risultati ottenuti sarà compilato regolare verbale.
Il Direttore dei Lavori, ove si trovi ad eccepire in ordine a quei risultati, perché non conformi alle prescrizioni contrattuali,
emetterà il verbale di ultimazione dei lavori solo dopo aver accertato, facendone esplicita dichiarazione nel verbale
stesso, che da parte dell'Appaltatore siano state eseguite tutte le modifiche, aggiunte, riparazioni e sostituzioni
necessarie.
Resta inteso che nonostante l'esito favorevole delle verifiche e prove preliminari suddette, l'Appaltatore rimarrà
responsabile delle deficienze che abbiano a riscontrarsi in seguito, anche dopo il collaudo, e fino al termine del periodo
di garanzia.
6.2
COLLAUDI DEFINITIVI
Il collaudo dell’impianto verrà effettuato sia nelle condizioni di funzionamento invernale che in quelle di funzionamento
estivo, durante la prima stagione invernale ed estiva successiva alla consegna dell'impianto, almeno due mesi dopo il
completamento dell'edificio e non prima che gli impianti abbiano funzionato regolarmente per i due mesi antecedenti il
collaudo stesso. Il collaudo sarà effettuato con modalità da convenire tra il Collaudatore e l'Appaltatore, e facendo
particolare riferimento alle prescrizioni del presente Capitolato ed alle norme UNI 5104, UNI 5364, UNI 8199 e
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successive integrazioni o sostituzioni. Durante il collaudo l'Appaltatore dovrà prestare al Collaudatore, che sarà
designato dal Committente, la necessaria assistenza e fornire tutte le apparecchiature necessarie. Del collaudo sarà
redatto regolare verbale.
Le prove dovranno accertare la funzionalità dell'impianto e la sua rispondenza, oltre che al presente Capitolato Tecnico
e agli altri documenti contrattuali, alle norme CEI, ISPESL (ex ANCC, ENPI), VV.F. ed alle altre disposizioni di legge, in
materia di impianti, vigenti all'epoca dell’esecuzione dei lavori.
Verranno effettuate, in particolare, misure di temperatura, di umidità relativa, di velocità dell’aria, di livello di rumore e di
portata dell'acqua nei vari circuiti costituenti il nuovo impianto; saranno inoltre verificate le prestazioni delle macchine
alle diverse condizioni operative e il corretto funzionamento dei relativi organi di controllo e di sicurezza.
Per la purezza dell’aria dovranno essere misurate le grandezze che hanno maggiore influenza, quali: portata d’aria
esterna, portata d’aria di ricircolo, ecc.
Misure di temperatura e di umidità relativa: verranno verificati i limiti prescritti in vari punti dei locali ad un’altezza di 1,5
m dal pavimento.
Misure di velocità dell’aria: verrà misurata la velocità dell’aria in vari punti dei locali.
6.3
DICHIARAZIONE DI CONFORMITÀ E STATO DI FATTO
A lavori ultimati l’Appaltatore dovrà consegnare al Committente tutti i disegni di as-built su supporto magnetico, quotati,
completi di tavole, schemi elettrici, schemi a blocchi e particolari costruttivi, delle opere eseguite.
I detti disegni dovranno essere aggiornati in modo da lasciare un’esatta documentazione di come sono state realizzate
realmente le opere.
Dovranno inoltre essere forniti i certificati di collaudo, le garanzie delle ditte fornitrici, dichiarazioni di conformità ai sensi
della Legge n.46/90, gli allegati obbligatori e le schede tecniche di tutti i materiali ed apparecchiature installate.
Tutta la documentazione dovrà essere fornita in tre copie su supporto cartaceo debitamente sottoscritta dall’Impresa e
timbrata da tecnico abilitato per il rilascio di quanto richiesto, iscritto ad albo professionale.
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7
MANUTENIBILITÀ ED ACCESSIBILITA IMPIANTI
7.1
SCELTA DI APPARECCHIATURE/COMPONENTI STANDARDIZZATI
Apparecchiature di tipo diverso e più frammentate avrebbero richiesto più manutenzione, maggiori scorte di magazzino e
minore flessibilità/facilità di intervento in caso di interventi ordinari/straordinari. Una attenta riflessione di questi aspetti
gestionali ci ha portato alla decisione di adottare per quanto possibile sistemi ed apparecchiature ad alta affidabilità di
tipo standardizzato tutte collegate ad un sistema di supervisione in grado di monitorare costantemente lo stato di
funzionamento, le avarie e i parametri di processo.
7.2
ISPEZIONABILITÀ DEGLI IMPIANTI
In genere la complessità degli impianti porta spesso al rischio di avere locali tecnici con spazi ridotti per il passaggio
delle persone o controsoffitti di impossibile accessibilità per le operazioni ordinarie di manutenzione.
Nell’intervento in esame sono stati evitate le possibili interferenze e cosi come per le reti primarie sono state studiate
delle soluzioni distributive ottimali con componenti posizionati in modo facilmente raggiungibile dai corridoi senza
interferire con gli occupanti.
Le apparecchiature di controllo ai piani sono state previste in posizioni facilmente visibili agli addetti alla manutenzione
facilitando le visite di controllo e gli interventi.
All’interno dell’edificio, tutti gli elementi impiantistici di collegamento (tubazioni e canali aria con relativi organi di
intercettazione, cavi elettrici, ecc.) verranno posati nei controsoffitti per i percorsi orizzontali e in appositi cavedi per i
percorsi verticali. I controsoffitti, ove esistenti, potranno ospitare anche apparecchiature per il condizionamento, corpi
illuminanti, ecc.
Gli organi di intercettazione saranno distribuiti sulla linea in corrispondenza di ogni derivazione con particolare
riferimento all’uscita dalle colonne montanti in cavedio ed all’allaccio ai terminali.
Negli impianti termofluidici in particolare nella progettazione esecutiva saranno razionalizzate le posizioni delle valvole
per lo spurgo dell’aria dalle tubazioni che saranno rese facilmente accessibili ed ispezionabili per le operazioni di routine
nella conduzione e manutenzione degli impianti a fluido.
7.3
SICUREZZA NELL’ESERCIZIO DEGLI IMPIANTI
Il problema della sicurezza impiantistica in generale investe alcuni aspetti principali:
la sicurezza per gli utenti e per gli operatori esposti ai rischi derivanti dal malfunzionamento di un impianto (ad es.
fughe di gas, esplosioni, correnti vaganti, etc..);
la sicurezza in caso di black-out degli impianti (ad esempio i problemi che si verificano nel caso in cui si fermi
l’impianto di condizionamento di una sala operatoria);
la sicurezza degli addetti della manutenzione preposti alla conduzione e controllo degli impianti.
Nel nostro caso specifico ci interessa particolarmente quest’ultimo punto riguardante la sicurezza per il personale
addetto alla gestione e manutenzione degli impianti esposto quotidianamente ai rischi più disparati.
Per ridurre al massimo i rischi derivanti dal servizio sono stati adottati una serie di misure preventive e protettive con
particolare riferimento ai luoghi ed alle zone che presentano maggiori problematiche.
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Sono stati inddividuati gli acccessi agli imppianti da zone protette, e soono state indivviduati i percorrsi ottimali di manutenzione
m
e
E’ stato inoltrre individuato a quota -5.00 un locale tecnnico a servizioo degli operatoori della manuutenzione.
7.4
PERCCORSI DI MANUUTENZIONE
Tutti i percorrsi di manutennzione sono ottimizzati
o
per consentire il libero passaggio e accessoo ai componenti di linea. Inn
particolare soono stati studiati dei percorrsi di manutennzione liberi coon accessi daa luoghi protettti adeguatameente illuminatii
e con facile ddeflusso attravverso le vie di fuga previste nell’edificio.
Durante tuttoo il percorso soono previsti dispositivi di siccurezza antinccendio per eveentuale interveento.
Sono inoltre state st udiate apposite misure preventive e prrotettive per tutelare il piùù
possibilee l’incolumità ddegli operatorri.
L’accessso alle tubaziooni è facilitato dalla loro collocazione in caavedi ispezionnabili.
Gli orgaani di intercetttazione sarannno posizionati in corrisponndenza del primo
p
tratto inn
uscita daai cavedi.
7.5
COMPPONENTI DI CO
ONTROLLO (SU
UPERVISIONE)
In tutti i pianni nelle varie zone
z
impiantisstiche sarannoo dislocati gli organi di reggolazione e coontrollo. E’ staata studiata e
garantita l’acccessibilità di tutti questi coomponeti in ccampo evitanddo il tradizionale
posizionnamento in coontrosoffitto e
colocandoli iin apposite cassette incassate a paretee, dotate di sportello,
s
per favorire gli innterventi di manutenzione,
m
,
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riparazione e sostituzionee senza ricorrrere a fastidioosi e dispersiivi smontaggi dei controsooffitti stessi. Anche
A
tutti glii
elementi in aambiente di rileevazione e seettaggio dei paarametri ambientali sarannoo ubicati in poosizioni standaard facilmentee
accessibili e senza interferrenze con il layout degli arreedi e/o attrezzzature dei vari locali.
7.6
COMPPONENTI AI PIAANI
Per gli impiaanti di condizzionamento, nel
n rispetto ddelle indicaziooni del progeetto base, vieene mantenutto l’opportunoo
frazionamentto degli impiannti, tale da gaarantirne la fleessibilità operaativa, la facilitàà di manutenzzione e il conttrollo dei costii
di gestione.
In fase di prrogettazione esecutiva gli impianti verraanno sviluppaati con lo scoopo di persegguire le seguenti soluzionii
tecniche:

riduzionee delle operazzioni di manuteenzione ai piaani e creazionee di accessi risservati alla maanutenzione;

massimaa ispezionabiliità degli impianti riducendo al mimino indispensabile lee tratte “sottotrraccia”;

possibilittà di intercettaare o parzializzzare le zone in assenza deel personale o a regime nottturno in modo da limitare i
consumii nelle ore di basso
b
utilizzo;

elevata sstandardizzazzione dei componenti in moodo da ridurre al minimo le scorte di partti di ricambio e semplificaree
le proceddure di manuttenzione;

facilie e chiara individduazione del guasto
g
attraveerso il sistemaa di building automation
a
coon conseguennte attivazionee
dei centrri assistenza specializzati
s
per consentire interventi miraati con consegguente celere ripristino degli impianti.
Generalmentte la distribuzzione dell’aria sarà realizzaata con canalli di mandata e ripresa cosstruiti in acciaaio zincato dii
forma rettanggolare. Tale soluzione è opperata al fine ddi ottimizzare lo sfruttamentto degli spazi tecnici disponnibili in cavedii
verticali e in controsoffittoo (un canale rettangolare i ngombra menno a parità di sezione utilee di passaggio e consentee
maggiore fleessibilità di installazione). Tutti
T
i canali di aria esterrna e di mandata sarannoo coibentati (ee rivestiti conn
lamierino di aalluminio se inn vista).
Per facilitaare l’ispezionaabilità delle reti
r aeraulichee saranno preedisposti degli sportelli
a
tenuta perr poter introduurre sonde di ispezione e/o robot per vverificare perioodicamente loo
stato di coonservazione delle parti im
mpiantistica intterne ai cana li e delle pareeti interne deii
canali stesssi.
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I cavedi saraanno completaati con panneelli asportabili,, in modo da consentire (aanche a compplesso funzionnante) tutte lee
operazioni eeventualmentee necessarie sui montanti impiantistici, evitando inuutili costi relattivi a rotture e successivii
ripristini.
Per tutti i terminali aeraulici ed idraulicci sarà garanntita la taraturra e la perfettta pulizia deggli stessi e di tutte le partii
s
individduati oltre allee posizioni di installazione,,
accessorie nnonché la sosttituibilità di quuest’ultime. Innquest’ottica saranno
dettate dalla funzionalità degli
d
impianti, anche degli aaccorgimenti per
p la facile isspezionabilità dei terminali e degli organii
di intercettazzione senza innterferire con lo svolgimentoo delle funzionni all’interno degli
d ambienti,, evitando cossì un possibilee
fastidio agli ooccupanti.
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