Il Teatro Verdi saluta il 2015 a passo di tango. Di Chiara Botrugno

Dic 28, 2015
Posted by Redazione news, Teatro 0
Il Teatro Verdi saluta il 2015 a passo di tango. Di Chiara Botrugno
Martedì 29 dicembre (ore 20.30) proseguono gli appuntamenti del Nuovo Teatro Verdi e
per l’occasione il palcoscenico del politeama brindisino si tinge di “rosso passione”.
L’anno solare della nona stagione si conclude appunto sui passi del tango argentino, il
protagonista di «Revelación». Lo spettacolo, nella sua prima tappa nazionale, è stato
presentato per la prima volta lo scorso anno al «Festival Internazionale del Tango» di
Buenos Aires, acquisendo fin da subito risonanza a livello mondiale.Acclamato dalla
critica, mescola ballo, musiche e narrazione. Non è semplice tango ma, attraverso l’amore
tra due ballerini, racconta una storia di passione e mistero. Lo spettacolo è ideato e diretto
da Adriano Mauriello che, in questa intervista, mette a nudo la vera anima di
«Revelación».
Coreografo e ballerino, nel 1997 l’incontro con il tango segna una svolta nella sua
vita artistica.
«Una sera del lontano 1997, mi recai con alcuni amici presso la Galleria Umberto I di Napoli, dove un’orchestra suonava le note del tango
argentino. Non conoscevo bene questa forma di danza. Chiesi informazioni ai musicisti, e da quel momento iniziai a documentarmi e
studiare. Il mio primo incontro con il tango, dunque, è stato casuale. Un vero e proprio amore a prima vista, un amore che non ho mai più
lasciato».
Cos’è l’ANITA e in quale territorio opera?
«L’ANITA (Accademia Nazionale Italiana Tango Argentino) è un’accademia che ha lo scopo di promuovere e divulgare il tango in Italia e
in Europa. È inoltre impegnata nell’organizzazione di festival, eventi, incontri culturali e corsi di tango. Nel 2009 inizia l’attività di
produzione di spettacoli teatrali, costituendo una propria compagnia. Infatti, è proprio l’accademia ANITA a firmare lo spettacolo».
Tango, passione e mistero… come possiamo definire lo spettacolo?
«Revelación è uno spettacolo suggestivo, intrigante, nel quale si fondono, in maniera elegante, diversi stili di tango. Potremmo definire il
finale come multiforme: il pubblico ne diviene il protagonista, in quanto abbiamo cercato di lasciare agli spettatori la libertà di interpretare
lo spettacolo e giungere così ad una propria idea di conclusione».
Il tango è considerato “un sentimento che si balla”. In base alla sua esperienza cosa può aggiungere a tale definizione?
«Il tango è uno stile di vita, è arte, cultura e ballo. Il periodo che ho trascorso a Buenos Aires mi ha permesso di capire molte cose su questa
sensuale forma di danza: il tango non è un ballo maschilista, come molti credono, ma in realtà pone la donna nella condizione di esprimere
la propria femminilità. E l’uomo dovrebbe ballare per lei, rispettandola».
Lo spettacolo è stato presentato nel 2014 al “Festival Internazionale del Tango” di
Buenos Aires. Com’è stato selezionato dal Governo Argentino?
«Il Festival di Buenos Aires rappresenta uno degli eventi più popolari in Argentina, la
massima espressione del tango. Per un mese, nella capitale confluiscono esperti ed
appassionati da tutto il mondo. La selezione segue un iter molto lungo: il governo apre un
bando dove tutti possono presentare le loro idee artistiche e, successivamente, una
commissione di esperti individua diverse compagnie. Alla fine, solo una avrà l’opportunità
di esibirsi, come ospite, in occasione della chiusura del festival. Lo scorso anno questo
onore è spettato a noi».
Come ha risposto la critica allo spettacolo?
«Il riscontro, sia da parte della critica che del pubblico, è stato molto positivo. Un insieme
di numerosi fattori vincenti ha permesso di esprimerci al massimo. Otto coppie di
orchestrali eseguono le musiche e gli arrangiamenti originali di Lisando Adrover; mentre Laura Rotta e Romina Levin sono le due
coreografe che, insieme a me, hanno realizzato gli allestimenti su cui danzano le otto coppie di ballerini».
Per concludere. Perché vedere lo spettacolo? Cosa lo differenzia dai comuni allestimenti di tango?
«È uno spettacolo che sicuramente incuriosisce. La fusione di diversi stili di tango si sviluppa attorno ad un soggetto teatrale. L’originalità
di «Revelación» risiede proprio nella contaminazione tra coreografia, recitazione e musiche dal vivo. Ho voluto, infatti, inserire un cameo
realizzato intorno ad un’aria tratta dalla Tosca, “E lucevan le stelle”, suonata per la prima volta con il bandoneon, un tipico strumento
argentino».
«Ogni tango è differente ed ha differenti colori. Sono umori sui quali noi danziamo e non sono mai gli stessi» Carlos Gavito.
Chiara Botrugno