comunicazioni di ricerca - CRA-MPF

2001/1
COMUNICAZIONI DI RICERCA
dell’Istituto Sperimentale per l’Assestamento Forestale e per l’Alpicoltura
PRODUZIONE E QUALITÀ DI UNA
NUOVA CULTIVAR DI SALVIA
IPERICO, ISSOPO, ROSMARINO
E VERGA D’ORO COLTIVATI A
DIVERSE DENSITÀ D’IMPIANTO
VALUTAZIONE DI POPOLAZIONI
SPONTANEE DI IPERICO
COMITATO DI REVISIONE
(Referees Committee)
Lucio Barabesi
(Dipartimento di Metodi Quantitativi, Università di Siena)
Giovanni Bernetti
(professore a riposo, Università di Firenze)
Remo Bertani
(Società RDM, Firenze)
Edoardo Biondi
(Dipartimento di Biotecnologie Agrarie e Ambientali, Università di Ancona)
Carlo Blasi
(Dipartimento di Biologia Vegetale, Università La Sapienza di Roma)
Andrea Cavallero
(Istituto di Scienza delle Coltivazioni, Università di Torino)
Piermaria Corona
(Dipartimento di Scienze e Tecnologie Ambientali Forestali, Università di Firenze)
Adriano Cumer
(Centro Interregionale, Roma)
Roberto Del Favero
(Dipartimento Territorio e Sistemi Agroforestali, Università di Padova)
Vittorio Dellacecca
(Dipartimento di Agronomia, Università di Bologna)
Walther Dietl
(Eidgenossische Forschungsanstalt für Landwirtschaftlicher Pflanzenbau, Zurigo, Svizzera)
Lorenzo Fattorini
(Dipartimento di Metodi Quantitativi, Università di Siena)
Mario Fedrizzi
(Dipartimento di Informatica, Università di Trento)
Enrico Feoli
(Dipartimento di Biologia, Università di Trieste)
Sten Folving
(Institute for Remote Sensing Applications, Joint Research Centre E.C. Ispra, Varese)
Chlodwig Franz
(Institut für Angewandte Botanik der Veterinärmedizinischen Universität, Wien, Austria)
Bruno Giau
(Dipartimento di Economia e Ingegneria Agraria, Forestale e Ambientale, Università di Torino)
Amerigo Hofmann
(Dipartimento Agricoltura e Foreste della Regione Toscana, Firenze)
Cesare Lasen
(Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, Feltre, Belluno)
Claudio Leto
(Dipartimento di Agronomia, Coltivazioni erbacee e Pedologia, Università di Palermo)
Franco Malossini
(Dipartimento di Scienze della Produzione Animale, Università di Udine)
Maurizio Merlo
(Dipartimento Territorio e Sistemi Agroforestali, Università di Padova)
Paolo Parrini
(Dipartimento di Agronomia Ambientale e Produzioni Vegetali, Università di Padova)
Fortunato Pesarin
(Dipartimento di Statistica, Università di Padova)
Paolo Talamucci
(Dipartimento di Scienze Agronomiche e Gestione del Territorio Agroforestale, Università di Firenze)
Marcello Tomaselli
(Dipartimento di Biologia Evolutiva, Università di Parma)
Fabio Veronesi
(Dipartimento di Biologia Vegetale e Biotecnologie Agroambientali, Università di Perugia)
Umberto Ziliotto
(Dipartimento Territorio e Sistemi Agroforestali, Università di Padova)
Direzione, amministrazione, redazione:
Istituto Sperimentale per l'Assestamento Forestale e per l'Alpicoltura
piazza Nicolini, 6 - 38050 VILLAZZANO (Trento) - Tel. 0461/381111 - Telefax 0461/381131
www.isafa.it - e-mail: [email protected]
In copertina Cover:
(sopra) Hypericum perforatum; Hyssopus officinalis
(sotto) Rosmarinus officinalis, Salvia officinalis, Solidago virgaurea
PRESENTAZIONE
Il fascicolo 2001/1 di “Comunicazioni di ricerca” edito dall’Istituto Sperimentale per
l’Assestamento Forestale e per l’Alpicoltura di Trento, contiene 3 pubblicazioni riguardanti cinque specie diverse: salvia, issopo, rosmarino, verga d’oro ed iperico.
Le prove sperimentali descritte nei successivi articoli sono state eseguite nell’ambito dell’attività ordinaria della Sezione di Alpicoltura, ad eccezione di quella sulla salvia che afferisce
al progetto “IPPO”, Incremento della Produzione di Piante Officinali, tuttora in atto. In quest’ultimo articolo si descrivono le caratteristiche morfologiche e si forniscono i risultati produttivi e
qualitativi ottenuti da una prova di confronto fra una salvia selezionata dall’ISAFA con altre cv.
in commercio. Questo lavoro è la naturale continuazione dell’attività di miglioramento genetico
già avviata dall’ISAFA su questa specie durante i due precedenti progetti.
Segue un articolo dedicato agli effetti della densità d’impianto sulla resa e la qualità di
iperico, issopo, rosmarino e verga d’oro.
L’ultima prova riguarda la valutazione produttiva e qualitativa di popolazioni spontanee di
iperico reperite in alcune località della penisola e confrontate con la cv. Topaz. Ultimamente
questa pianta, grazie alle sue proprietà antidepressive, è divenuta molto popolare e la consistente domanda di iperico da parte delle industrie erboristico-farmaceutiche, ha determinato
un incremento notevole della superficie investita a tale specie nel nostro paese.
Dr. ssa Carla Vender
(Responsabile del gruppo di
ricerca sulle piante officinali)
ISAFA Comunicazioni di ricerca 2001/1
1
INDICE/CONTENTS
Caratteristiche morfologiche, produttive e qualitative di una
nuova varietà sintetica di salvia confrontata con altre cultivar
Morphological, productive and qualitative characteristics of
a new synthetic variety of sage compared with other cultivars
(Aiello N., Scartezzini F., Vender C., D’Andrea L., Albasini A.)
pag.
Valutazione produttiva e qualitativa di popolazioni spontanee
di iperico (Hypericum perforatum L.). Risultati del primo anno
Productive and qualitative evaluation of St. John’s Wort
(Hypericum perforatum L.) wild populations. First year results
(Aiello N., Scartezzini F., Vender C.)
pag. 17
Ricerche su iperico, issopo, rosmarino e verga d’oro coltivati
a diverse densità d’impianto in Trentino
Research on St. John’s Wort, hyssop, rosemary and common
golden rod grown at different planting density in Trentino
(Aiello N., Scartezzini F., D’Andrea L., Albasini A., Rubiolo P.)
pag. 23
ISAFA Comunicazioni di ricerca 2001/1
5
3
Nicola Aiello*, Fabrizio Scartezzini*, Carla Vender*,
Laura D’Andrea*, Albano Albasini**
CARATTERISTICHE MORFOLOGICHE,
PRODUTTIVE E QUALITATIVE DI UNA NUOVA
VARIETÀ SINTETICA DI SALVIA CONFRONTATA
CON ALTRE CULTIVAR
Morphological, productive and qualitative characteristics of
a new synthetic variety of sage compared with other cultivars
Parole chiave: Salvia officinalis, resa in cimette, resa in foglie, contenuto in olio, composizione dell’olio essenziale.
Key words: Salvia officinalis, leafy shoots yield, leaves yield, oil content, essential oil composition.
(*) Istituto Sperimentale per l’Assestamento Forestale e per l’Alpicoltura – Villazzano (Trento).
(**) Dipartimento di Scienze Farmaceutiche – Facoltà di Farmacia di Modena e Reggio Emilia.
Pubblicazione n. 35 del Progetto finalizzato “Incremento della Produzione di Piante Officinali” finanziato dal
Ministero delle Politiche Agricole e Forestali.
ISAFA Comunicazioni di ricerca 2001/1
5
1 Introduzione
La salvia (Salvia officinalis L., fam. Labiatae), è
un suffrutice caratteristico dell’area circummediterranea, con areale che si estende dalla Spagna alla
penisola Balcanica. In quest’area sono endemiche
anche altre specie quali la S. lavandulifolia Vahl.,
ricca in canfora, con foglie strette ed acuminate,
tipica della Spagna e la S. triloba L., ricca in 1,8cineolo, con foglie simili alla S. officinalis, ma dotata
di lobi basali, diffusa nell’isola di Creta ed in Sicilia
(1).
Grazie alle loro proprietà antisettiche, antidiaforetiche, antinfiammatorie della mucosa orofaringea,
ecc., le foglie essiccate, l’olio essenziale, l’estratto
fluido e la tintura sono utilizzati in fitoterapia. Le
industrie cosmetiche e farmaceutiche impiegano
inoltre l’olio e/o vari tipi di estratti di salvia per la
preparazione di prodotti per l’igiene personale quali
saponi, detergenti, creme, dentifrici, ecc.
Essendo una pianta aromatico-condimentaria è
molto usata in cucina e nell’industria alimentare
dove, oltre che per le sue proprietà aromatiche, è
apprezzata anche come fonte di antiossidanti naturali. Nel suo estratto sono infatti presenti: rosmanolo, carnosolo, acido carnosico ed acido rosmarinico.
Le sostanze che caratterizzano l’olio di salvia
sono i tuioni (α e ß-tuione) e la canfora, chetoni non
privi di una certa tossicità, presenti anche in altre
specie (es. assenzio romano, tanaceto, tuia), che le
conferiscono l’aroma caratteristico ed il sapore
amarognolo. Altri componenti presenti sono i monoterpeni (α-pinene, canfene, ß-pinene, mircene, limonene), gli eteri (1,8-cineolo), gli alcooli (borneolo)
ed i sesquiterpeni (ß-cariofillene, humulene ecc.).
Nella Farmacopea Ufficiale Italiana (4) sono
descritte sia le caratteristiche della droga di salvia
(Salviae folia: foglie essiccate con almeno l’1,5 % di
olio essenziale) che dell’olio essenziale (Salviae
aetheroleum: contenuto superiore a 28 % di composti carbonilici calcolati come tuione). Nel suo
testo BRUNETON (3) riporta la resa in olio essenziale
(0,8-2,5 %) ed un profilo, definito dalle norme NFT,
relativo ai componenti principali dell’olio, quali αtuione (18-43 %), ß-tuione (3-8,5 %), canfora (4,524,5 %) e cineolo (5,5-13 %).
La salvia coltivata in Italia, circa 30 ha (5) oltre
alla produzione vivaistica di piante in vaso, è costituita da popolazioni molto eterogenee sia per la
forma ed il colore delle foglie che per la qualità dell’olio essenziale. Secondo BEZZI (2) le risorse genetiche di questa specie sono rappresentate dalle
popolazioni spontanee, dalle popolazioni domesticate e coltivate (le più diffuse) e dalle cultivar (di
costituzione straniera).
Di fronte a questa situazione di estrema variaISAFA Comunicazioni di ricerca 2001/1
bilità, fu intrapreso nei precedenti progetti finalizzati
sulle piante officinali, un lungo lavoro di selezione e
di caratterizzazione di diversi cloni allo scopo di
costituire varietà di salvia produttive e con buone
caratteristiche dell’olio essenziale.
Al termine del lavoro di selezione sono stati
individuati cinque cloni con i quali è stato allestito
un campo di polincrocio per l’ottenimento del seme
di base della sintetica denominata Syn 1.
La prova di seguito descritta ha riguardato il
confronto fra le caratteristiche produttive e qualitative di questa nuova varietà sintetica di salvia rispetto a quelle di altre varietà od ecotipi.
2 Materiali e metodi
La prova è stata allestita a Villazzano di Trento
(370 m s.l.m.) presso la sede dell’I.S.A.F.A. ed ha
avuto durata biennale (1997/98).
Il clima della zona è temperato subcontinentale
e la Figura 1 illustra l’andamento meteorologico
relativo ai due anni di prova, confrontato con la
media poliennale ‘79-‘96. Per quanto riguarda la
pioggia, nel 1997 (849 mm) è piovuto circa un 25 %
in meno rispetto al polennio (1113 mm) ed in particolare è caduta una quantità di pioggia inferiore al
normale da febbraio alla 1a decade di giugno, in
luglio, agosto e settembre ed in tutto il mese di ottobre. Al contrario è caduta molta pioggia nel mese di
giugno (256 mm rispetto a 109 mm) e, in novembre
e dicembre, ha piovuto circa il doppio del solito.
Per quanto riguarda le temperature, non si sono
discostate dalla norma tranne che in autunno in cui
le minime sono state inferiori alla media nell’ultima
decade di ottobre. Il 1998 invece ha avuto più o
meno la stessa piovosità del poliennio (1076 mm
rispetto a 1112 mm) ed in particolare sono stati
molto piovosi i mesi di aprile ed ottobre, mentre le
precipitazioni sono state scarse in febbraio, marzo,
agosto novembre e dicembre. Relativamente alla
temperatura, le minime sono state più elevate del
normale e superiori a zero nelle ultime due decadi
di febbraio; per contro nella 3a decade di ottobre, la
temperatura è caduta bruscamente e si è mantenuta più bassa del solito sia in novembre che in
dicembre. Anche la temperatura massima è stata
molto più elevata rispetto al poliennio nelle ultime
due decadi di febbraio ed ha continuato a mantenersi di qualche grado più alta del solito in quasi
tutte le decadi fino ad agosto.
Il terreno dove è stata impiantata la prova è di
medio impasto tendente al limoso, a reazione alcalina, molto calcareo, ma con calcare attivo normale,
ben dotato di sostanza organica e degli elementi
nutritivi principali.
In Tabella 1 sono riportate le operazioni agro7
°C
mm
210
32
200
30
190
28
180
26
170
24
160
150
22
140
20
130
18
120
16
110
14
100
12
90
80
10
70
8
60
6
50
4
40
2
30
0
20
-2
10
-4
0
I
II III
G
I
II
F
III
I
II III
M
I
II
A
III
I
II III
M
I
II III
G
I
II
L
III
I
II
A
III
I
II III
S
I
II III
O
Pioggia 79/96
Pioggia 1997
Pioggia 1998
Temp. min. 79/96
Temp. min. 1997
Temp. mass.1997
Temp. min. 1998
Temp. mass.1998
I
II III
N
I
II III
D
Temp. mass.79/96
Figura 1 - Andamento termopluviometrico decadico relativo al poliennio 1979/96 ed agli anni 1997 e 1998
(Villazzano , 370 m s.l.m.)
Figure 1 - Ten days data of the mean temperature and of the rainfall for the period 1979/96 and for the
years 1997 and 1998 (Villazzano, 370 m a.s.l.)
nomiche eseguite, i parametri rilevati e le modalità
di campionamento effettuate.
La prova è stata realizzata per trapianto di
piantine ottenute da seme utilizzando due varietà,
Bona (polacca) ed Extrakta (tedesca) e due ecotipi,
uno di origine albanese denominato Dajti ed uno
italiano fornito dalla ditta SAIS di Cesena, da noi
denominato Romagna.
Le parcelle avevano una superficie di 4,7 m2,
ed erano composte da 3 file distanti 0,65 m e lunghe 2,4 m. La distanza delle piante sulla fila era di
0,2 m pari a 7,7 piante/m2.
È stato adottato uno schema sperimentale a
blocchi randomizzati con quattro ripetizioni.
Nel primo anno di prova è stata eseguita un’unica raccolta mentre l’anno dopo, a causa delle
temperature miti di febbraio e di marzo, lo sviluppo
vegetativo della coltura è risultato anticipato, per
cui è stato possibile effettuare tre tagli anziché due,
8
come avviene di norma.
Il campione, costituito da cimette di lunghezza
variabile, è stato ottenuto tagliando con delle
cesoie dieci piante della fila centrale a circa 10-15
cm da terra. Le piante si trovavano in fase vegetativa nelle due raccolte autunnali (settembre ’97 e
’98) mentre erano all’inizio della fioritura o con qualche pianta già in fioritura nei primi due tagli del
secondo anno.
I dati morfologici, produttivi e qualitativi relativi
alle varie raccolte (una nel ’97 e tre nel ’98), sono
stati sottoposti all’analisi della varianza. I dati del
primo ed unico taglio del ’97 e la somma dei tagli
del ’98 (dati produttivi) sono stati elaborati a blocco
randomizzato, mentre i dati dei tre tagli del secondo
anno sono stati elaborati utilizzando uno schema
fattoriale che ha evidenziato l’interazione delle cultivar con le raccolte. Per la valutazione delle medie
ci si è avvalsi del test di Duncan.
ISAFA Comunicazioni di ricerca 2001/1
Tabella 1 - Operazioni colturali eseguite e parametri rilevati
Table 1 - Field operations carried out and recorded parameters
Operazioni colturali
Precessione colturale:
Preparazione del terreno:
Data di trapianto:
Concimazione annuale (kg/ha):
Controllo infestanti:
Irrigazione:
Trattamenti antiparassitari:
Date di raccolta:
prato naturale
aratura e fresatura
26 maggio 1997
50 N (+ 50 dopo il 1° e 2° taglio), 100 P2O5, 150 K2O
lavorazioni meccaniche tra le file e scerbature sulla fila
per aspersione e secondo l'andamento meteorologico
n. 3 contro l'oidio (Rubigan); n. 2 contro le cicaline (Decis)
3 settembre 1997; 5 maggio, 22 giugno e 22 settembre 1998
Parametri rilevati e dimensione del campione
su 5 piante
Altezza piante (cm):
Lunghezza e larghezza della
lamina e lunghezza del picciolo (cm): su 5 foglie prelevate al 5° nodo partendo dall'apice
Lunghezza internodo (cm):
tra il 4° ed il 5° nodo partendo dall'apice di 5 germogli
Percentuale di foglie sugli steli:
sul fresco e sul secco (45°C) su 2 piante rappresentative
Produzione di cimette fresche (t/ha): su 10 piante
Sostanza secca (%):
su campione di cimette essiccato a 105 °C
Resa in sostanza secca (t/ha):
calcolata
Contenuto in olio (% v/p):
distillazione di 500 g di cimette fresche congelate
Resa in olio (l/ha):
calcolata
Composizione dell'olio:
analisi gascromatografica eseguita con apparecchio Perkin Elmer
mod. Σ3B munito di detector a ionizzazione di fiamma, colonna
capillare Elwett Packard di 25 m al 5 % di fenilmetilsilicone, gas di
trasporto idrogeno, temperatura iniettore e detector 250 °C, programmata da 60 a 190 °C a 4 °C/', isoterma finale di 5'.
3 Risultati
Primo anno di coltivazione
Nella Tabella 2 sono riportati i caratteri morfologici rilevati prima del taglio eseguito nel settembre
1997. Le cultivar Extrakta, Syn 1 e Romagna sono
risultate mediamente più alte (46 cm) rispetto a
Bona e Dajti (32 cm), mentre per la lunghezza dell’internodo si è segnalata l’Extrakta con l’internodo
più lungo (4,9 cm) e la Dajti con quello più corto
(2,5 cm). Per quanto riguarda le caratteristiche
fogliari, la lunghezza del picciolo è risultata simile in
tutte le cv. (4,7 cm), mentre per le dimensioni delle
foglie, Extrakta è risultata con le foglie più lunghe.
Minori differenze sono emerse riguardo alla larghezza della lamina, mentre nel rapporto lunghezza/larghezza della lamina la cv. Dajti si caratterizza
per un lembo lungo e stretto.
La produzione sia fresca che secca di cimette
(Tab. 3) è stata simile fra le cv. in prova ed è risultata in media di 13,7 e di 3,3 t/ha rispettivamente; lo
stesso dicasi per la produzione di foglie per ettaro,
risultata di 10,8 t (fresche) e 2,5 t (secche). Per
ISAFA Comunicazioni di ricerca 2001/1
quanto riguarda il contenuto (%) di olio, Dajti è risultata la cv. più ricca (0,45 %) non differenziandosi
statisticamente da Syn 1, che a sua volta è risultata
simile alle altre. Anche per la resa in olio per ettaro
vale quanto appena scritto e cioè: Dajti e Syn 1
sono state le più produttive (media = 58,5 l/ha),
seguite da Extrakta e Romagna (media = 53 l/ha),
mentre Bona ha fornito la resa più bassa (41 l/ha).
In Tabella 4 sono riportati i dati rappresentativi
della qualità dell’olio. Per quanto riguarda i monoterpeni non si riscontrano differenze statistiche fra
le varie cv. ad eccezione di Syn 1 che presenta il
valore più basso (9,9 %). Riguardo ai chetoni, Syn 1
e Romagna, sono risultate particolarmente ricche in
α-tuione (> 35 %), mentre scarse sono risultate
Dajti e Bona (< 25 %); il β-tuione è oscillato da circa
il 6 % di Extrakta e Syn 1 al 2,2 % di Dajti, che, al
contrario, è risultata particolarmente ricca in canfora (29,9 %), seguita da Bona (25,4 %). Extrakta e
Bona sono risultate le più ricche in cineolo (> 8 %)
seguite da Romagna e Syn 1 (circa 6 %). Per i
sesquiterpeni si registra solo una differenza statistica fra Bona (14 %) ed Extrakta e Romagna con una
media del 10,2 %.
9
Tabella 2 - 1997. Caratteristiche morfologiche delle piante
Table 2 - 1997. Morphological characteristics of the plants
Taglio unico (3 settembre) / Only cut (September 3rd)
Varietà/ecotipo
Altezza
piante
(cm)
Bona
Dajti
Extrakta
Syn1
Romagna
33
32
46
46
45
B
B
A
A
A
Media
C.V. (%)
40 A
12,3 A
Lunghezza
internodo
(cm)
3,6
2,5
4,9
4,2
3,2
Lunghezza
picciolo
(cm)
AB
CA
AA
AB
BC
3,6 AA
12,6 AA
Lamina fogliare
lunghezza larghezza lungh./largh.
(cm)
(cm)
4,7
4,3
4,9
4,9
4,9
10,3
10,3
12,0
10,1
10,2
B
B
A
B
B
4,7
6,5
10,6 A
6,5A
3,4
2,7
3,5
3,2
3,1
AA
BA
AA
AA
AB
3,0
3,9
3,5
3,1
3,3
3,2 AA
6,5 AA
CA
AA
BA
BC
BC
3,4 AA
5,1 AA
I dati seguiti da lettere diverse sono statisticamente differenti fra loro per P<0,01.
Tabella 3 - 1997. Produzione di cimette e di foglie, contenuto (%) e resa in olio essenziale
Table 3 - 1997. Leafy shoots and leaves production, essential oil content (%) and yield
Taglio unico (3 settembre) / Only cut (September 3rd)
Varietà/ecotipo
Resa in cimette (t/ha)
Resa in foglie (t/ha)
fresche
secche (1)
fresche secche (2)
Bona
Dajti
Extrakta
Syn 1
Romagna
11,8
13,2
14,7
14,0
14,7
a3,0
a3,1
a3,4
a3,5
a3,3
a9,9
11,1
11,1
10,1
11,6
Media
C.V. (%)
13,7
10,2
a3,3
10,4
10,8
10,1
Olio essenziale
(% v/p)
(l/ha)
a2,4a
a2,6a
a 2,5a
a 2,3a
a 2,5a
0,35
0,45
0,37
0,42
0,36
41
59
54
58
52
a 2,5a
10,4
0,39 aa
01,1 aa
ba
aa
ba
ab
ba
ba
aa
ab
aa
ab
53 aa
15 aa
(1) Sostanza secca.
(2) Droga secca (45°C).
I dati seguiti da lettere diverse sono statisticamente differenti fra loro per P<0,05.
Secondo anno di coltivazione
Nella Tabella 5 sono descritti i parametri morfologici relativi ai tre tagli eseguiti nel ‘98. Lo sviluppo
in altezza delle piante al primo taglio (28 cm) è
stato ovviamente inferiore a quello rilevato nei due
successivi. Nella media dei tre tagli le piante più
alte sono risultate quelle delle cultivar Syn 1 e
Romagna (media 40 cm) seguite da Bona ed
Extrakta (37 cm), entrambe più alte di Dajti (27 cm),
ad habitus semi-prostrato.
Per quanto riguarda la lunghezza dell’internodo, si nota una netta diminuzione fra le prime due
raccolte (media 6 cm) e la terza (2,9 cm). Nella
media Syn 1 ed Extrakta hanno gli internodi più lun10
ghi seguite da Bona e Romagna. Anche in questo
carattere, Dajti conferma il suo habitus più compatto.
La lunghezza del picciolo ha lo stesso andamento di quello dell’altezza delle piante e cioè il
suo sviluppo al primo taglio (1,9 cm) è stato inferiore a quello rilevato nei due successivi (media 4,3
cm). Nella media Dajti ha il picciolo più corto.
Per quanto riguarda le caratteristiche delle
foglie, la lunghezza della lamina è risultata maggiore al terzo taglio (9,2 cm), rispetto agli altri due
(media 7,6 cm). Nella media Dajti, Extrakta e Bona
superano gli 8 cm. La larghezza del lembo fogliare
non è variata fra le raccolte ed è risultata in media
di 2,6 cm; fra le cultivar invece, nella media dei
ISAFA Comunicazioni di ricerca 2001/1
Tabella 4 - 1997. Componenti principali (%) dell'olio essenziale
Table 4 - 1997. Main compounds (%) of the essential oil
Taglio unico (3 settembre) / Only cut (September 3 rd)
Varietà/ecotipo
Monoterpeni (1)
α-tuione
(%)
Bona
Dajti
Extrakta
Syn 1
Romagna
14,7
16,8
13,7
9,9
16,0
Media
C.V. (%)
14,2
11,4
Chetoni (%)
A
A
A
B
A
24,5
23,2
31,9
38,5
36,8
β-tuione
B
B
AB
A
A
31,0
15,0
5,2
2,2
6,0
6,2
4,4
4,8
11,8
AB
C
A
A
B
1,8-cineolo Sesquiterpeni (2)
canfora
25,4
29,9
17,6
15,3
14,2
20,5
13,1
A
A
B
B
B
(%)
8,3
3,2
8,5
5,8
6,2
6,4
15,0
A
C
A
B
B
(%)
14,0
13,7
10,3
12,2
10,1
A
AB
B
AB
B
12,1
13,0
(1) α-pinene, β-pinene, canfene, mircene e limonene.
(2) β-cariofillene, α-humulene ed altri sesquiterpeni.
I dati seguiti da lettere diverse sono statisticamente differenti fra loro per P<0,01.
tagli, si sono avute differenze significative benché
le variazioni siano state molto contenute.
Il rapporto lunghezza/larghezza delle foglie è
cresciuto leggermente al terzo taglio, grazie all’aumentata lunghezza delle foglie in quest’ultimo,
rispetto agli altri due. Nella media si evidenzia Dajti
con delle foglie lunghe e strette al contrario di
Bona, risultata col rapporto più basso e quindi con
la foglia più ovale. Le altre tre cv. hanno caratteristiche intermedie.
In Tabella 6 sono riportati i risultati produttivi
dei 3 tagli eseguiti nel ’98 e la loro somma. Come si
può osservare, la resa in cimette fresche ad ettaro è
stata superiore nel secondo taglio (20,4 t) rispetto
agli altri due (media 16 t). Significativa pure l’interazione cv x taglio in cui Syn 1 al secondo taglio con
25,6 t, seguita da Romagna con 21,7 t, ha fatto
registrare il dato più elevato. Solo l’ecotipo Dajti ha
fornito una resa di cimette fresche simile in tutti i
tagli, le altre cv. al contrario hanno avuto sbalzi produttivi più (Bona e Romagna) o meno (Extrakta)
marcati ed in generale hanno dato produzioni simili
al primo ed al terzo taglio ed una resa più elevata al
secondo. A questo andamento ha fatto eccezione
Syn 1 che al terzo taglio ha dato una resa più bassa
rispetto agli altri due tagli.
La resa in cimette secche si è diversificata
invece fra il primo taglio, più basso (2,3 t) e gli altri
due (media 3,3 t). Questo fatto mette in evidenza
che il primo taglio era molto acquoso e che il contenuto di sostanza secca delle foglie è andato gradualmente aumentando con i tagli successivi.
Significativa pure l’interazione cv. x taglio in cui Syn
1 e Romagna, sia al secondo che al terzo taglio
hanno dato le rese più elevate, seguite da Extrakta
ISAFA Comunicazioni di ricerca 2001/1
(3° taglio) e Bona (2° taglio).
Andamento analogo a quello già commentato
per le cimette secche, ha avuto la produzione di
foglie fresche, in cui il primo taglio ha dato una resa
inferiore (7,8 t) agli altri due (media 12 t). Nella
media dei tre tagli, Syn 1 ha dato la produzione più
elevata (12,1 t), seguita da Romagna. La resa in
foglie essiccate, tipo di prodotto idoneo per l’erboristeria, è invece cresciuta in maniera significativa da
un taglio all’altro, raddoppiando dal primo (1,4 t) al
terzo taglio (2,8 t/ha). Nella media dei tagli e con
una resa superiore alle 2 t/ha di foglie essiccate,
confermano la loro superiorità Syn 1 e Romagna.
L’interazione tagli x varietà è risultata significativa
(P< 0,05 %) ed è interessante notare come Syn 1
già al secondo taglio dia una resa elevata e simile a
quella del terzo.
Il contenuto in olio è cresciuto costantemente
fra le raccolte, passando dallo 0,11 della prima allo
0,36 % della terza raccolta. Dajti e Romagna si confermano per il più alto contenuto di olio (0,26 %)
anche nella media dei tagli. Significativa pure l’interazione cultivar x taglio in cui si segnalano Dajti
(0,44 %) e Romagna (0,38 %) al terzo taglio, con i
valori più elevati. Relativamente alla resa (l/ha) in
olio essenziale, il primo taglio (19 l) è stato molto
inferiore agli altri due (media 49 l). Nella media dei
tagli le cv. più produttive risultano Syn 1 e Romagna
con 44l/ha, seguite da Dajti. Dall’interazione significativa tagli x varietà emergono con i valori assoluti
più elevati, Dajti con 65 l al terzo taglio, seguita da
Syn 1 e Romagna con 56 l (media secondo e terzo
taglio).
Per quanto riguarda la resa complessiva ad
ettaro ottenuta sommando i dati produttivi dei tre
11
Tabella 5 - 1998. Caratteristiche morfologiche delle piante
Table 5 - 1998. Morphological characteristics of the plants
Epoca di
Varietà/ecotipo
raccolta
1° taglio
(5 maggio)
2° taglio
(22 giugno)
3° taglio
(22 settembre)
Media
dei 3 tagli
Altezza
Lunghezza
Lungh.
piante
(cm)
internodo
(cm)
picciolo
(cm)
GH
H
FG
EF
FG
28 B
5,6 A
Bona
Dajti
Extrakta
Syn 1
Romagna
47
26
45
46
46
7,0
4,1
7,0
7,4
6,3
Media
42 A
6,4 A
Bona
Dajti
Extrakta
Syn 1
Romagna
39
31
38
43
41
3,1
2,2
3,6
3,0
2,7
Media
38 A
2,9 B
4,4 A
9,2 A
2,8
Bona
Dajti
Extrakta
Syn 1
Romagna
37
27
37
41
39
5,2
3,9
5,5
5,5
4,7
3,5 A
3,1 B
3,4 A
3,6 A
3,7 A
8,1
8,7
8,6
7,7
7,8
2,8
2,4
2,7
2,6
2,6
Media gen.
36
5,0
3,5
8,2
2,6
3,2
C.V. (%)
6,8
9,7
7,3
7,1
8,4
7,4
B
C
B
A
AB
FG
G
EF
FG
FG
AB
C
A
A
B
1,9 B
4,3
3,6
4,2
4,2
4,3
4,1 A
4,4
3,9
4,4
4,7
4,5
7,2
8,1
7,5
7,1
7,4
EF
CF
DF
F
DF
2,6
2,5
2,6
2,5
2,5
lungh./largh.
Media
AB
E
AB
A
BC
1,8
1,8
1,7
2,0
2,2
largh.
(cm)
25
24
29
33
30
CD
F
DE
AC
BD
CD
CD
CD
BC
D
lungh.
(cm)
Bona
Dajti
Extrakta
Syn 1
Romagna
A
GH
AB
A
A
5,5
5,4
5,8
6,3
5,2
Lamina fogliare
7,5 B
2,5
8,2
7,4
8,7
7,4
7,4
2,9
2,4
2,6
2,5
2,4
CF
DF
BD
DF
DF
7,8 B
9,0
10,6
9,5
8,5
8,5
2,8
3,3
2,9
2,9
2,9
3,0 b
2,8
3,2
3,3
3,0
3,1
2,6
BC
A
AB
BE
BE
AB
A
A
B
B
C
BC
BC
BC
BC
BC
BC
B
BC
BC
3,1 b
3,0
2,3
2,9
2,8
2,8
3,0
4,5
3,3
3,0
3,0
BC
A
BC
BC
BC
3,4 a
A
B
A
AB
AB
2,9
3,7
3,2
3,0
3,0
C
A
B
BC
BC
I dati seguiti da lettere diverse sono statisticamente differenti fra loro per P<0,05 (minuscole) e per P<0,01 (maiuscole).
tagli, in generale possiamo notare che le cultivar si
sono differenziate fra loro in tutti i parametri rilevati,
tranne che nella resa in foglie fresche che è stata
mediamente di 31,9 t. Riguardo alla produzione
totale di cimette (fresche e secche), foglie (secche)
ed olio essenziale si evidenzia sempre la Syn 1
seguita dalla cv. Romagna. I dati più interessanti
sono senz’altro quelli della produzione di foglie
(p.s.) in cui solo la Syn 1 supera le 7 t e quelli della
resa in olio dove entrambe le cv. danno una resa
elevata, pari a circa 130 l per ettaro.
I risultati analitici dell’olio essenziale sono riportati in Tabella 7. Da questa tabella si evince che i
monoterpeni ed il cineolo, passando dalle prime
due raccolte alla terza, sono calati, mentre i chetoni
hanno avuto un andamento opposto. In particolare
12
l’α-tujone dal primo al terzo taglio è quasi raddoppiato, passando dal 14,2 al 27,8 %, il β-tuione ha
avuto un incremento molto più modesto (da 2,8 a
3,7 %), ma significativo, mentre il contenuto in
canfora è aumentato considerevolmente passando
dal 2,4 al 13,4 e poi al 19,8 %. Un andamento fortemente decrescente hanno avuto invece i sesquiterpeni passati dal 41,6 al 22 ed infine al 14,9 %.
Nella media dei tre tagli le cultivar si differenziano in tutti i parametri rilevati ad eccezione dei
sesquiterpeni che si aggirano mediamente attorno
al 26 %. Per il contenuto di monoterpeni emerge
Dajti seguita da Extrakta. Romagna fa registrare il
tenore più basso di monoterpeni (12,9 %) e quello
più elevato di α-tuione (28,4 %). Le cultivar col
tenore più basso di α-tuione sono Bona e Dajti
ISAFA Comunicazioni di ricerca 2001/1
Tabella 6 -1998. Produzione di cimette e di foglie, contenuto (%) e resa in olio essenziale
Table 6 - 1998. Leafy shoots and leaves production, essential oil content (%) and yield
Epoca di
raccolta
Varietà/ecotipo
1° taglio
(5 maggio)
Bona
Dajti
Extrakta
Syn 1
Romagna
14,6
17,3
16,3
19,3
16,3
Media
16,8 b
2,3 B
21,0
13,6
19,9
25,6
21,7
3,3
2,2
3,1
4,1
3,8
2° taglio
Bona
(22 giugno) Dajti
Extrakta
Syn 1
Romagna
Media
3° taglio
Bona
(22 settembre) Dajti
Extrakta
Syn 1
Romagna
Somma dei
3 tagli (4)
Resa in cimette (t/ha)
fresche
secche (1)
E
BE
CE
BD
CE
1,9
2,6
2,1
2,6
2,2
B
E
BC
A
AB
E
DE
E
CE
E
AC
E
BD
A
AB
Resa in foglie (t/ha)
fresche secche (2)
Olio essenziale
(% v/p)(3)
(l/ha)
6,1
8,4
7,5
8,9
8,0
1,1
1,6
1,2
1,7
1,4
0,10
0,13
0,10
0,10
0,14
7,8 B
1,4 C
0,11 C
19 B
12,4
8,4
11,3
13,8
11,7
2,2
1,4
2,0
2,6
2,1
0,18
0,21
0,21
0,24
0,25
38
29
42
60
53
g
eg
fg
df
fg
bd
fg
de
ac
cd
F
EF
F
F
EF
DE
CD
CD
CD
C
14
22
16
19
22
G
FG
G
FG
FG
DE
EF
CD
AB
AC
20,4 a
3,3 A
11,5 A
2,0 B
0,22 B
44 A
13,9
15,1
14,7
16,5
15,5
3,2
3,3
3,4
3,7
3,5
11,9
12,6
12,0
13,6
12,7
2,6
2,8
2,6
3,0
2,7
0,32
0,44
0,34
0,33
0,38
44
65
49
53
59
12,6 A
2,8 A
0,36 A
30,4
29,5
30,8
36,6
32,3
5,8
5,8
5,8
7,3
6,3
0,20
0,26
0,22
0,22
0,26
E
DE
E
CE
CE
BD
BD
AC
AB
AB
B
A
B
B
AB
Media
15,1 b
Bona
Dajti
Extrakta
Syn 1
Romagna
49,3
46,0
50,9
61,4
53,5
Media
52,2
9,0
31,9
6,2
0,23
117
C.V. %
8,2
8,3
10,6
10,2
12,10
9,6
B
B
B
A
AB
3,4 A
ab
a
ab
a
a
8,2
8,0
8,6
10,4
9,5
B
B
B
A
AB
b
b
b
a
b
C
A
BC
BC
A
CD
A
BD
AC
AB
54 A
95
116
107
132
133
B
AB
AB
A
A
(1) Sostanza secca.
(2) Droga secca.
(3) Cimette fresche congelate.
(4) Media dei 3 tagli nel caso del contenuto di olio.
I dati seguiti da lettere diverse sono statisticamente differenti fra loro per P<0,05 (minuscole) e per P<0,01 (maiuscole).
(media 16 %). Romagna si pone al primo posto
anche per il contenuto di β-tuione (3,8 %) seguita
da Extrakta e Syn 1. Dajti non raggiunge nemmeno
il 2 % di β-tuione, ma in compenso ha il contenuto
più elevato di canfora (16,5 %), Bona ed Extrakta
ne contengono una quantità media (circa il 12 %),
Romagna e Syn 1 invece circa il 10 %. Extrakta è
invece la più ricca di cineolo (9,4 %) seguita da Syn
1, Bona e Romagna. Interazioni significative sono
emerse per il contenuto di monoterpeni e di canfora. In particolare il contenuto di monoterpeni è stato
abbastanza costante fra i tagli in Syn 1 e Romagna;
ISAFA Comunicazioni di ricerca 2001/1
in Bona, Dajti ed Extrakta il loro valore si è abbassato solo nella terza raccolta. Il contenuto di canfora è
aumentato in tutte le cultivar durante le raccolte, ma
non alla stessa stregua. Il valore più elevato (26 %)
è stato raggiunto da Dajti al terzo taglio.
4 Conclusioni
La prova sperimentale, allestita nel 1997 nei
dintorni di Trento e proseguita l’anno successivo, ha
dimostrato che le potenzialità produttive della
13
Tabella 7 -1998. Componenti principali (%) dell'olio essenziale
Table 7 - 1998. Mean compounds (%) of the oil
Epoca di
raccolta
Varietà/ecotipo Monoterpeni (1)
Chetoni (%)
(%)
α-tuione
β-tuione
1° taglio
(5 maggio)
2° taglio
(22 giugno)
Bona
Dajti
Extrakta
Syn 1
Romagna
16,6
20,4
20,3
14,3
14,2
Media
2,0
4,6
1,6
1,3
2,7
17,2 A
14,2 C
2,8 B
2,4 C
Bona
Dajti
Extrakta
Syn 1
Romagna
15,3
21,2
17,2
16,6
12,6
14,0
14,0
19,7
22,4
25,8
3,7
1,8
3,5
3,1
3,8
Media
16,6 A
19,2 B
3,1 AB 13,4 B
9,0 A
22,0
12,9
16,5
16,1
16,1
11,9
22,6
23,3
26,1
29,4
37,4
4,0
2,2
4,0
3,6
4,3
19,6
26,0
21,5
14,6
17,0
5,1
3,5
7,6
6,7
5,4
17,9
14,8
11,5
16,4
13,8
Media dei
3 tagli
ce
b
bc
bc
e
12,9
18,8
11,8
12,3
11,1
EF
CD
F
F
F
BC
A
B
E
D
9,1
9,9
10,2
10,2
9,3
Sesquiterpeni (2)
(%)
4,4
1,4
2,7
2,0
3,3
bd
a
b
b
de
H
G
H
H
GH
1,8-cineolo
(%)
11,1
11,4
11,6
15,2
21,8
3° taglio
Bona
(22 settembre) Dajti
Extrakta
Syn 1
Romagna
b
a
a
be
be
canfora
43,0
39,9
41,4
46,1
37,6
9,8 A
9,1
8,4
10,3
9,6
7,6
41,6
23,4
21,9
20,7
19,2
24,9
Media
14,7 B
27,8 A
3,7 A
19,8 A
5,7 B
14,9
Bona
Dajti
Extrakta
Syn 1
Romagna
14,9
19,4
17,9
15,6
12,9
15,9
16,2
19,1
22,2
28,4
4,1
1,8
3,4
2,9
3,8
11,5
16,5
11,6
9,4
10,3
7,7
7,2
9,4
8,8
7,5
28,1
25,5
24,5
27,2
25,4
Media gen.
16,1
20,4
3,2
11,9
8,1
26,2
C.V. (%)
12,7
13,0
24,5
8,6
15,6
15,5
CD
A
AB
BC
D
D
D
C
B
A
A
C
AB
B
AB
B
A
B
C
C
BC
C
A
AB
BC
(1) α-pinene, β-pinene, canfene, mircene e limonene.
(2) β-cariofillene, α-humulene ed altri sesquiterpeni.
I dati seguiti da lettere diverse sono statisticamente differenti fra loro per P<0,05 (minuscole) e per P<0,01 (maiuscole).
varietà sintetica Syn 1, costituita presso l’ISAFA,
sono elevate.
Nel primo anno le cultivar a confronto si
sono differenziate solo per il contenuto e la resa in
olio, dove si sono distinte Dajti e Syn 1; nel secondo
anno invece sono emerse differenze significative
nei principali parametri rilevati ed in particolare Syn
1 si è distinta, insieme a Romagna, per la resa in
cimette e foglie essiccate e per quella in olio.
L’olio della Syn 1 ha una composizione equilibrata e la qualità del 3° taglio soddisfa i parametri
previsti dalla Farmacopea Ufficiale Italiana (almeno
28 % di tuioni totali). A tale riguardo, è opportuno
14
segnalare che, solo l’olio di Extrakta, Syn 1 e
Romagna al terzo taglio possiedono tali caratteristiche, mentre ciò non si verifica nei tagli precedenti,
fatta eccezione per Romagna al 2° taglio.
Da ciò se ne deduce che negli ambienti del
Nord Italia, solo il prodotto che si ottiene alla fine
dell’estate è idoneo alla distillazione, mentre il
primo, od eccezionalmente i primi due, devono
essere utilizzati per ottenere droga secca.
Ottimi risultati ha dato anche l’ecotipo
Romagna, che non si è discostato da Syn 1 né nella
produzione di cimette secche né in quella di olio,
dimostrandosi il più ricco di tuioni nella media dei
ISAFA Comunicazioni di ricerca 2001/1
tre tagli.
Adatto alla produzione di olio essenziale è
anche risultato l’ecotipo di origine albanese il cui
tenore in olio è risultato il più elevato in assoluto e la
cui resa non si è diversificata da Syn 1. Il suo olio si
caratterizza per l’elevato contenuto in canfora,
caratteristica non molto positiva per l’uso erboristico o farmaceutico.
Le due varietà Bona ed Extrakta hanno fornito
produzioni inferiori alle attese, probabilmente perché sono state selezionate per ambienti con caratteristiche pedoclimatiche diverse. Soprattutto la cv.
Bona sembra non prestarsi alla produzione di olio
essenziale sia per il basso tenore in olio, sia per il
suo scarso contenuto di tuioni.
ISAFA Comunicazioni di ricerca 2001/1
Bibliografia
1) B EZZI A., 1988 - La coltivazione della salvia
(Salvia officinalis L.). Annali ISAFA, Vol. XI: 267304.
2) Bezzi A., 1996 - Selezione clonale e costituzione
di varietà di salvia. Atti del Convegno
Internazionale “Coltivazione e miglioramento di
Piante Officinali”, Trento 2-3 giugno 1994: 97-117.
3) BRUNETON J., 1993 – Pharmacognosie. Lavoisier,
Paris: 438-439.
4) FARMACOPEA UFFICIALE ITALIANA, 1991 – Droghe
vegetali e preparazioni. Poligrafico e Zecca dello
Stato, Roma: 272-279.
5) MARZI V., 1999 – Dossier Piante officinali - La
situazione e le prospettive in Italia. Terra e Vita n.
7:1-16.
15
16
RIASSUNTO
SUMMARY
Durante il biennio 1997/98 sono state valutate
le caratteristiche morfologiche, produttive e qualitative di una nuova varietà sintetica (Syn 1) di salvia
costituita dall’ISAFA a confronto con 2 varietà straniere (Bona ed Extrakta) e due ecotipi, uno di origine italiana fornito dalla ditta SAIS ed un altro di origine albanese (Dajti). I parametri rilevati sono stati
la produzione fresca e secca di cimette e di foglie,
il tenore in olio essenziale, la resa in olio e la sua
composizione.
I tagli complessivamente eseguiti sono stati
quattro: uno nell’autunno del 1997 e gli altri tre
rispettivamente in maggio, giugno e settembre
1998. Al 1° taglio la resa in cimette e foglie secche
è stata mediamente di 3,3 e 2,5 t/ha. Nel 2° anno
(somma di 3 tagli), la Syn 1 ha superato le due
varietà e l’ecotipo albanese nella produzione di
cimette fresche (61,4 t/ha) e secche (10,4 t/ha) e
tutte le altre nella resa in foglie secche (7,3 t/ha).
Relativamente alla resa in olio essenziale, la Syn 1
con 132 l/ha, ha superato solo Bona (95 l/ha). Il
contenuto di olio e la sua composizione sono risultati diversi fra i tagli e fra le cv. a confronto. In
generale dal 1° al 3° taglio il contenuto di olio
essenziale si è innalzato (da 0,11 a 0,36 % v/p) e la
stessa tendenza hanno avuto pure l’α-tuione e la
canfora, mentre i sesquiterpeni hanno avuto un
andamento opposto.
During the years 1997/98 the morphological
characters and yielding capacity of a new synthetic
variety (Syn 1) of sage bred at the ISAFA, was compared with two foreign varieties (Bona and Extrakta)
and two ecotypes, one of Italian origin, the other
coming from Albania (Dajti). The parameters recorded were: the fresh and dry production of leafy
shoots and leaves, the oil percentage, the oil yield
and its composition.
The cuts carried out were 4 in all: the 1st in
September ’97, the others respectively in May, June
and September 1998. At the 1st cut the dry leafy
shoots and leaves yield resulted on average 3.3
and 2.5 t/ha. In the 2nd year (sum of 3 cuts), Syn 1
exceeded the two varieties and the Albanian ecotype in the fresh (61.4 t/ha) and dry (10.4 t/ha) leafy
shoots yield. Regarding the dry leaves yield Syn 1
was superior (7.3 t/ha) to all varieties, while its
essential oil yield (132 l/ha) was superior to that of
Bona (95 l/ha). The oil content and its composition
varied among cuts and cultivars. In general the oil
content increased from the 1st (0.11 %) to the 3rd
(0.36 % v/w) cut and the same trend was recorded
also for the α-thujone and camphor percentage,
while sesquiterpenes had an opposite trend.
ISAFA Comunicazioni di ricerca 2001/1
Nicola Aiello, Fabrizio Scartezzini, Carla Vender
VALUTAZIONE PRODUTTIVA E QUALITATIVA
DI POPOLAZIONI SPONTANEE DI IPERICO
(Hypericum perforatum L.).
RISULTATI DEL PRIMO ANNO
Productive and qualitative evaluation of St. John’s Wort
(Hypericum perforatum L.) wild populations.
First year results
Parole chiave: Hypericum perforatum, resa in droga, contenuto in ipericina, resa in ipericina.
Key words: Hypericum perforatum, drug yield, hypericin content, hypericin yield.
Istituto Sperimentale per l’Assestamento Forestale e per l’Alpicoltura – Villazzano di Trento.
ISAFA Comunicazioni di ricerca 2001/1
17
1 Introduzione
L’iperico o erba di S. Giovanni (Hypericum
perforatum L., fam. Guttiferae), è diffuso in tutta la
penisola e si trova nei luoghi aridi e negli incolti fino
a 1600 m di altitudine (PIGNATTI, 1982).
In passato era utilizzato prevalentemente nella
preparazione di oleoliti per la cicatrizzazione delle
ferite, da qualche anno invece il suo impiego come
antidepressivo ha assunto un notevole interesse e
da studi farmacologici e clinici, soprattutto tedeschi
ed americani, è risultato efficace nelle forme lievi e
moderate di depressione (MONTI e GALANTE, 1998).
La droga è rappresentata dalle sommità fiorite
ed i principi attivi responsabili dell’attività antidepressiva sono i naftodiantroni (ipericina, pseudoipericina, ecc.) ed un derivato della floroglucina (l’iperforina).
Qualche anno fa l’iperico si coltivava solo su
piccole superfici in Piemonte, perché richiesto dall’industria liquoristica; negli ultimi anni invece la sua
coltivazione si è diffusa, non solo in questa regione,
ma anche in Lombardia, Veneto, Abruzzo, ed in
misura minore in altre regioni, raggiungendo una
superficie complessiva di circa 100 ha.
L’aumentato interesse per la coltivazione dell’iperico si è scontrato con la difficoltà di reperire
seme di buona qualità, da destinare alla semina
diretta od alla produzione delle piantine da trapiantare. Nella gran parte dei casi i produttori si sono
rivolti al mercato sementiero estero dove era disponibile (dal 1982) la cultivar polacca Topaz e più
recentemente le cv. Anthos, Elixir ecc. Attualmente
in tutti i paesi interessati alla coltura dell’iperico
sono in corso programmi di selezione per ottenere
nuove varietà con valide caratteristiche produttive e
qualitative e soprattutto dotate di una certa resistenza all’antracnosi (Colletotrichum gloeosporioides Penz), malattia risultata particolarmente temibile.
Alla luce di quanto sopra menzionato, con la
presente ricerca si sono volute confrontare le popolazioni spontanee raccolte in quattro regioni italiane
(Piemonte, Trentino, Veneto e Puglia) con la cv. di
iperico commercialmente più diffusa (Topaz) al fine
di valutarne il portamento, la resa in sommità fiorite,
il contenuto in ipericina e l’eventuale resistenza o
tolleranza all’antracnosi.
2 Materiali e metodi
La prova è stata allestita nel 1999 a Villazzano
di Trento (370 m s.l.m.) presso la sede dell’ISAFA
ed è tuttora in corso. Il terreno, precedentemente
occupato da prato naturale, risulta di medio impasto tendente al limoso (Tab. 1)
ISAFA Comunicazioni di ricerca 2001/1
Tabella 1 - Caratteristiche fisico-chimiche del terreno
Table 1 - Physical and chemical characteristics of soil
Sabbia (%)
28
Limo (%)
57
Argilla (%)
15
pH (elettrometrico in H2O-rapporto 1:2,5)
7,78
Calcare (%) (carbonati-calcimetro De Astis)
61,4
Calcare attivo (%) (metodo Galet)
1,05
Sostanza organica (%)
(ossidaz. con bicrom.-fatt. 1,72)
3,94
Azoto totale (%) (metodo Kjeldahl)
0,24
P2O5 (ppm) (metodo Olsen)
35
K2O (ppm) (estraz. con ammonio acet.)
168
Il clima della zona è temperato subcontinentale.
Dal punto di vista meteorico l’anno di prova è stato
più piovoso (1182 mm) rispetto al poliennio 1979/98
(1098 mm), mentre le temperature minime e massime sono risultate simili a quelle del poliennio, con
valori più alti nelle massime di aprile, giugno e
luglio (prima decade) e più bassi nelle minime
(seconda decade di febbraio e terza di novembre)
(Fig. 1).
La preparazione del terreno è consistita in un’aratura e successiva fresatura prima del trapianto.
I semi delle popolazioni provenivano dal
Piemonte (Pancalieri - Torino), dal Veneto (Badia
Calavena – Verona), dal Trentino (Vigo Cavedine,
Pozze, Levico, Roncegno, Borgo Valsugana Trento) e dalla Puglia (Putignano - Bari), mentre
quelli della cv. Topaz sono stati forniti dalla ditta
Chrestensen di Erfurt (Germania).
Le piantine sono state prodotte nella serra
dell’ISAFA seminando i semi in semenzaio agli inizi
di marzo. Dopo circa 1 mese dalla semina le plantule sono state ripicchettate in contenitori alveolati.
Il trapianto in campo è avvenuto il 15 maggio,
quando le piantine erano ben sviluppate ed avevano poco più di 2 mesi.
Lo schema sperimentale adottato è stato quello
a blocchi randomizzati con quattro ripetizioni.
Le parcelle avevano una superficie di 4 m2 ed
erano composte da 4 file lunghe 2 m. La densità
d’impianto era di 10 piante/m2 (50 x 20 cm).
Grazie alla buona dotazione del terreno non è
stata eseguita nessuna concimazione organica o
chimica.
Dopo il trapianto è stata eseguita un’irrigazione
per far attecchire le piantine; le altre irrigazioni sono
state effettuate secondo le necessità dettate dall’andamento meteorologico stagionale.
Durante la coltura sono state eseguite tre fresa19
°C
30
mm
140
28
130
26
120
24
110
22
100
20
90
18
16
80
14
70
12
60
10
50
8
40
6
4
30
2
20
0
10
-2
-4
0
I
II III
G
I
II III
F
Pioggia 79/98
I
II III
M
I
II III
A
Pioggia 1999
I
II III
M
I
II III
G
Temp. min. 79/98
I
II III
L
I
II III
A
Temp. mass.79/98
I
II III
S
I
II III
O
I
II III
N
Temp. min. 1999
I
II III
D
Temp. mass.1999
Figura 1 - Andamento termopluviometrico decadico relativo al poliennio 1979/98 ed all’anno 1999
(Villazzano, 370 m s.l.m.)
Figure 1 - Ten days data of the mean temperature and of the rainfall for the period 1979/98 and for
the year 1999 (Villazzano, 370 m a.s.l.)
ture tra le file ed altrettante scerbature sulle file.
Il taglio è stato effettuato in fase di piena fioritura, e cioè il 16 agosto per la cv. Topaz e la popolazione “Pancalieri”, il 26 agosto per “Pozze” e “Vigo
Cavedine” ed il 14 settembre 1999 per “Levico”,
“Roncegno”, “Borgo Valsugana”.
Prima della raccolta sono state rilevate le fallanze e l’altezza delle piante (10 misure per parcella).
Il taglio è stato eseguito a circa 5 cm dal terreno,
raccogliendo tutte le piante presenti in ciascuna
parcella. Dal materiale raccolto è stato prelevato un
campione parcellare per la determinazione della
sostanza secca (105° C); un altro campione, costituito dalle quattro ripetizioni di ogni tesi ed essiccato a 40 °C, è servito per la valutazione qualitativa
(titolazione dei diantroni ipericinici espressi come
ipericina, mediante spettrofotometro Beckman
Model 25).
I dati relativi alle fallanze (trasformati con la formula di Bliss), all’altezza delle piante, alla produzione (fresca e secca) ed alla qualità (contenuto e
resa in ipericina) dell’unica raccolta del primo anno
20
di coltivazione sono stati sottoposti all’analisi della
varianza e le medie sono state valutate mediante il
test di Duncan.
3 Risultati e discussione
Per quanto riguarda il portamento, ad eccezione
chiaramente della cv. Topaz, si è osservato una
certa eterogeneità fra le popolazioni spontanee. In
particolare “Pancalieri” e “Vigo Cavedine” hanno
evidenziato una ridotta emissione di germogli basali, con fusto principale piuttosto grosso ed un portamento assurgente, mentre le rimanenti quattro
popolazioni presentavano un notevole accestimento ed uno sviluppo piuttosto cespitoso, estendendosi nelle interfile adiacenti, senza presentare un fusto
principale prevalente e con un diametro dei fusti
nettamente inferiore, soprattutto nei confronti di
“Pancalieri”. In relazione a quest’ultimo tipo di
ISAFA Comunicazioni di ricerca 2001/1
Tabella 2 - Fallanze, altezza delle piante, resa in droga fresca e secca, contenuto e resa in ipericina
Table 2 - Missing plants, plants height, fresh and dry drug yield, content and yield hypericin
Unico taglio (piante intere) / Only cut (whole plants)
Popolazione/Cultivar
Fallanze
(%)
Altezza piante
(cm)
Pancalieri
Vigo Cavedine
Pozze
Levico
Roncegno
Borgo Valsugana
Topaz
25,0
36,9
6,3
21,2
23,8
6,9
8,1
33,7
33,6
32,2
28,2
28,9
29,2
35,4
Media
C.V.(%)
18,3
77,3
31,6
8,3
AB
AB
AB
B
B
B
A
Produzione
fresca (t/ha) secca (t/ha) (*)
4,26
3,93
4,95
4,93
5,49
6,83
6,97
5,34
14,90
B
B
B
B
AB
A
A
1,23
1,02
1,32
1,46
1,65
1,98
1,87
CD
D
CD
BCD
ABC
A
AB
1,50
14,36
Ipericina
(%) (**)
(kg/ha)
0,130
0,054
0,073
0,059
0,062
0,050
0,066
1,6
0,5
1,0
0,9
1,0
1,0
1,3
0,071
1,0
(*) Sostanza secca.
(**) Campione misto di 4 ripetizioni.
I dati seguiti da lettere diverse sono statisticamente differenti fra loro per P<0,01.
accrescimento le popolazioni “Levico”, “Borgo
Valsugana” e “Roncegno” hanno mostrato una fase
vegetativa più prolungata, raggiungendo quella di
piena fioritura circa un mese dopo.
Per quanto concerne la sensibilità all’antracnosi
la popolazione di “Vigo Cavedine” si è dimostrata
più soggetta, mentre Topaz e “Pancalieri” sono
risultate le più resistenti. Le rimanenti popolazioni
presentavano una sensibilità intermedia.
Le piante delle popolazioni di “Badia Calavena”
e “Putignano” hanno avuto uno sviluppo ridotto e si
sono rivelate molto sensibili all’antracnosi, con conseguente scarsa sopravvivenza. Per questo motivo
le parcelle di queste due popolazioni sono state
abbandonate.
Le fallanze sono state notevoli nelle popolazioni,
ad eccezione di “Pozze” e “Borgo Valsugana” con
6,3 e 6,9 % rispettivamente. La percentuale più alta
si è riscontrata in “Vigo Cavedine” con il 37 %, tuttavia a causa del C.V. % elevato non si sono evidenziate differenze significative.
La cv. Topaz (35,4 cm) si è distinta, in maniera
statisticamente significativa, solo da tre popolazioni
(“Levico”, “Roncegno” e “Borgo Valsugana”) per
l’altezza delle piante.
Per quanto riguarda la produzione fresca e
secca (6,8 e 2 t/ha) si è messa in luce la popolazione “Borgo Valsugana” che, con una percentuale
contenuta di fallanze, si è collocata a livello della
cultivar di confronto, senza differenziarsi significativamente da “Roncegno”, che però ha evidenziato
più fallanze (23,8 %). “Vigo Cavedine” ha fornito la
ISAFA Comunicazioni di ricerca 2001/1
produzione in fresco e secco più bassa (3,9 e 1
t/ha), anche a causa delle considerevoli fallanze. In
Germania BOMME (1992) ha ottenuto rese variabili
da 2,5 a 5,5 t/ha di droga secca.
Il contenuto di ipericina è risultato più elevato in
“Pancalieri” (0,13 %), mentre Topaz ha riportato lo
0,066 %. Un buon contenuto di ipericina si è ottenuto anche con “Pozze” (0,073 %), mentre le altre
popolazioni hanno fatto registrare valori oscillanti
dallo 0,050 allo 0,062 %. I riferimenti normativi
disponibili sono rappresentati dalla Farmacopea
Europea III (Suppl. 2000) che prevede un contenuto minimo dello 0,08 % e dalla Deutscher
Arzneimittelcodex (1986) (LE MONOGRAFIE TEDESCHE,
1996) che riporta invece lo 0,04 %. La resa media
in ipericina è stata di 1 kg/ha, con un valore massimo di 1,6 kg/ha per “Pancalieri” ed un minimo per
“Vigo Cavedine” (0,5 kg/ha). I dati relativi al contenuto ed alla resa in ipericina non sono stati elaborati statisticamente perché ottenuti da un unico campione misto.
3 Conclusioni
Dai risultati ottenuti nel primo anno di coltivazione si è dimostrata interessante, per il contenuto
(%) in ipericina, la popolazione “Pancalieri”; mentre per la produzione di droga fresca e secca si è
evidenziata la popolazione “Borgo Valsugana”.
21
Bibliografia
BOMME U., 1992 - Kulturanleitung für Johanniskraut
(Hypericum perforatum L.). Drogenreport Jg. 5,
Heft 7: 15-18.
E U R O P E A N P H A R M A C O P O E I A , 2000 – Hypericum
(Hyperici herba). 3 rd Edition (Supplement
2000): 813.
22
LE MONOGRAFIE TEDESCHE (a cura di R. Longo), 1996
– Iperico. Studio edizioni, Milano.
MONTI L., GALANTE M.A., 1998 – L’attività antidepressiva di Hypericum per foratum L.. Acta
Phytotherapeutica, Vol. I, n. 1: 20-24.
PIGNATTI S., 1982 - Flora d’Italia (Vol. I): 350.
RIASSUNTO
SUMMARY
In una prova sperimentale otto popolazioni
spontanee di iperico, raccolte in quattro regioni italiane (Piemonte, Trentino, Veneto e Puglia), sono
state confrontate con la cv. Topaz. La densità d’impianto adottata è stata di 10 piante/m2.
Le popolazioni “Pancalieri” e “Vigo Cavedine”
hanno manifestato un portamento assurgente, con
pochi germogli basali ed un grosso fusto principale, mentre le altre presentavano uno sviluppo piuttosto cespitoso ed un notevole accestimento.
La cv. Topaz e la popolazione “Pancalieri” si
sono dimostrate più tolleranti all’antracnosi
(Colletotrichum gloeosporioides Penz).
Le fallanze sono state mediamente del 18 %,
con un massimo del 37 % per la popolazione “Vigo
Cavedine” ed un minimo del 6 % per “Pozze”.
Le popolazioni “Borgo Valsugana” e “Roncegno”
hanno fornito una produzione media di droga fresca (6,16 t/ha) e secca (1,82 t/ha) simile a quella
della cv. Topaz.
Il contenuto più elevato in ipericina si è avuto
nella popolazione “Pancalieri” (0,13 %).
In an experimental trial eight St. John’s Wort wild
populations collected in four Italian regions
(Piemonte, Trentino, Veneto and Puglia) were compared with the cv. Topaz. The adopted stand density was 10 plants/m2.
The “Pancalieri” and “Vigo Cavedine” accessions showed an upright growth habit with few
basal leafy shoots and a thick mean stem, while the
others presented a bunching development.
The cv. Topaz and the “Pancalieri” accession
resulted more tolerant to wilt (Colletotrichum gloeosporioides Penz).
Missing plants were 18 % in average with a
maximum value (37 %) for “Vigo Cavedine” and a
minimum (6 %) for “Pozze”.
The “Borgo Valsugana” and “Roncegno” accessions gave an average production of fresh (6.16
t/ha) and dried (1.82 t/ha) drug similar to that of cv.
Topaz.
The best hypericin content (0.13 %) was recorded in the “Pancalieri” accession.
ISAFA Comunicazioni di ricerca 2001/1
Nicola Aiello1, Fabrizio Scartezzini1, Laura D’Andrea1,
Albano Albasini2, Patrizia Rubiolo3
RICERCHE SU IPERICO, ISSOPO, ROSMARINO
E VERGA D’ORO COLTIVATI A DIVERSE DENSITÀ
D’IMPIANTO IN TRENTINO
Research on St. John’s Wort, hyssop, rosemary and
common golden rod grown at different
planting density in Trentino
Parole chiave: Hypericum perforatum, Hyssopus officinalis, Rosmarinus officinalis, Solidago virgaurea, densità
d’impianto, resa in droga, contenuto e composizione dell’olio essenziale, contenuto in ipericina,
contenuto in flavonoidi.
Key words:
Hypericum perforatum, Hyssopus officinalis, Rosmarinus officinalis, Solidago virgaurea, planting
density, dry drug yield, content and composition of essential oil, hypericin content, flavonoids
content.
(1) Istituto Sperimentale per l’Assestamento Forestale e per l’Alpicoltura - Villazzano di Trento.
(2) Dipartimento di Scienze Farmaceutiche - Facoltà di Farmacia di Modena e Reggio Emilia.
(3) Dipartimento di Scienza e Tecnologia del Farmaco - Facoltà di Farmacia di Torino.
Il lavoro va così attribuito: impostazione delle prove, rilievi di campo, elaborazione dei dati e stesura dell’articolo
a N. Aiello e F. Scartezzini; impostazione delle prove e rilievi di campo per l’issopo ed il rosmarino a L. D’Andrea;
analisi chimica dell’olio d’issopo (A. Albasini) e di rosmarino (P. Rubiolo).
ISAFA Comunicazioni di ricerca 2001/1
23
siva fittezza, mentre altre (menta piperita, papavero
sonnifero e maggiorana), al contrario, richiedano
proprio impianti fitti per esprimere al meglio le loro
caratteristiche qualitative.
Con il presente lavoro si è voluto valutare l’effetto di diverse densità d’impianto sulla resa in
droga e sul contenuto in oli essenziali e/o in principi
attivi di quattro specie officinali: iperico (Hypericum
per foratum L., fam. Hypericaceae), issopo
(Hyssopus officinalis L., fam. Labiatae), rosmarino
(Rosmarinus officinalis L., fam. Labiatae) e verga
d’oro (Solidago virgaurea L., fam. Asteraceae).
1 Introduzione
La densità d’impianto svolge un ruolo importante sulla produzione delle specie coltivate,
influendo sia sul rendimento che sulla qualità in
senso lato. Nelle grandi colture, a seconda del prodotto da ottenere (semi, radici ecc.), l’investimento
agisce in modo determinante sia sul numero di spighe, calatidi, baccelli, ecc. per pianta che sul
numero e la pezzatura di tuberi o radici.
Anche nelle piante officinali (aromatiche,
medicinali e da profumo) il cui prodotto finale è
costituito da parti diverse della pianta (pianta intera,
infiorescenze, foglie, semi, radici ecc.), valgono in
generale le stesse regole delle grandi colture.
Inoltre, in queste specie, è importante conoscere
l’influenza della densità non solo sulla produttività,
ma anche sulla qualità, intesa come contenuto in
principi attivi od in olio essenziale. Alcuni autori
(CATIZONE et al., 1986) riportano, come talune specie officinali (calendula, cardo mariano e carvi)
siano molto sensibili, in termini produttivi, all’ecces-
2 Materiali e metodi
Le prove sono state allestite a Villazzano di
Trento (370 m s.l.m.) presso la sede dell’ISAFA ed
hanno avuto durata biennale (1998/99).
Il clima della zona è temperato subcontinentale. Il 1998 è stato un anno leggermente meno piovoso (1076 mm) rispetto al poliennio 1979/97
mm
210
°C
32
200
30
190
28
180
26
170
24
160
150
22
140
20
130
18
120
16
110
14
100
12
90
80
10
70
8
60
6
50
4
40
2
30
0
20
-2
10
-4
0
I
II III
G
I
II
F
III
I
II III
M
I
II
A
III
I
II III
M
I
II III
G
I
II
L
III
I
II
A
III
I
II III
S
I
II III
O
Pioggia 79/97
Pioggia 1998
Pioggia 1999
Temp. min. 79/97
Temp. min. 1998
Temp. mass.1998
Temp. min. 1999
Temp. mass.1999
I
II III
N
I
II III
D
Temp. mass.79/97
Figura 1 - Andamento termopluviometrico decadico relativo al poliennio 1979/97 ed agli anni 1998 e 1999
(Villazzano, 370 m s.l.m.)
Figure 1 - Ten days data of the mean temperature and of the rainfall for the period 1979/97 and for the
years 1998 and 1999 (Villazzano, 370 m a.s.l.)
ISAFA Comunicazioni di ricerca 2001/1
25
(1099 mm) con precipitazioni molto abbondanti
nella prima decade di ottobre; il 1999 è stato invece molto più piovoso (1182 mm), con piogge
abbondanti nella seconda decade di agosto e
settembre e nella terza di ottobre. Per quanto
riguarda le temperature, nel novembre e dicembre
1998 e nel febbraio 1999 la temperatura minima è
risultata più bassa rispetto alla media poliennale;
quella massima invece non si è discostata dalla
media del poliennio (Fig. 1).
In tutte le prove sono stati adottati schemi sperimentali a blocchi randomizzati rispettivamente
con tre (iperico e issopo) e quattro ripetizioni
(rosmarino e verga d’oro).
I campi sperimentali sono stati collocati su
terreni pianeggianti, aventi una tessitura da sabbiolimosa a medio impasto e reazione da leggermente
alcalina ad alcalina, le cui principali caratteristiche
fisico-chimiche sono riportate in Tabella 1.
Le piantine, prodotte nella serra dell’ISAFA,
sono state trapiantate con pane di terra.
Per quanto riguarda le dimensioni delle par-
celle, le densità adottate e le epoche d’impianto si
deve far riferimento alla Tabella 2.
Il controllo delle malerbe è stato effettuato
mediante fresature tra le file e scerbature sulle file.
L’irrigazione è stata eseguita dopo il trapianto,
per favorire l’attecchimento delle piantine, ed in
seguito sono state effettuate adacquature di soccorso.
Prima della raccolta sono state contate le
piante presenti e misurate le altezze delle piante
per parcella.
La raccolta è stata effettuata su una (issopo e
rosmarino) o due file centrali (iperico e verga d’oro)
della parcella.
Per ogni specie sono stati prelevati due campioni, uno per la determinazione della sostanza
secca (105 °C) ed un altro per la droga secca
(40 °C). Nel caso dell’issopo e del rosmarino sono
stati raccolti altri due campioni: uno per ottenere la
percentuale sul secco (40 °C) di foglie e infiorescenze sugli steli e l’altro per valutare il contenuto
in olio essenziale. A questo scopo un campione di
Tabella 1 - Caratteristiche del terreno dei campi sperimentali
Table 1 - Soil characteristics of the experimental fields
Caratteristiche fisico-chimiche
Campo sperimentale di:
iperico
44
issopo
28
rosmarino
52
verga d'oro
29
Limo (%)
48
57
30
60
Argilla (%)
8
15
18
11
pH (elettrometrico in H2O-rapporto 1:2,5)
8,09
7,78
7,51
7,77
Calcare (%) (carbonati-calcimetro De Astis)
18,74
64,40
30,89
56,04
Calcare attivo (%) (metodo Galet)
1,15
1,05
0,50
1,14
Sost. organica (%) (ossidaz. con bicrom.-fatt. 1,72)
1,73
3,94
3,72
5,89
Azoto totale (%) (metodo Kjeldahl)
0,08
0,24
0,23
0,29
P2O5 (ppm) (metodo Olsen)
19
35
40
83
K2O (ppm) (estraz. con ammonio acet.)
77
168
70
266
Sabbia (%)
Tabella 2 - Data di trapianto, densità d'impianto e caratteristiche delle parcelle delle quattro specie
Table 2 - Transplanting date, planting density and plot characteristics of the four species
Specie
Iperico
Issopo
Rosmarino
Verga d'oro
26
Trapianto
Densità d'impianto
(data)
(piante/m2)
Parcella
superficie (m )
n. file
lunghezza file (m)
27.04.1998
05.08.1998
31.03.1998
13.05.1998
5-6,3-8-10-12,5
4,2-5,6-8,3
1-1,3-2
5,6-6,7-8,3-11,1
8,0
6,5
9,0
7,2
4-5
3
3
4
4,0
3,6
3,0
3,0
2
ISAFA Comunicazioni di ricerca 2001/1
1 kg di rametti o germogli fioriti veniva prelevato,
posto in congelatore e successivamente distillato
per 2 ore in corrente di vapore mediante un distillatore artigianale della ditta Albrigi.
I campioni di iperico e di verga d’oro sono
stati inviati ad un laboratorio chimico privato, che
ha determinato il contenuto di diantroni ipericinici
(espressi come ipericina) per la prima specie ed il
titolo in flavonoidi totali (espressi come rutina triidrato) per la seconda, mediante spettrofotometro
Beckman Model 25. I campioni di olio di issopo e di
rosmarino invece sono stati analizzati mediante
analisi gascromatografica rispettivamente dal
Dipartimento di Scienze Farmaceutiche della
Facoltà di Farmacia di Modena e Reggio Emilia e
dal Dipartimento di Scienza e Tecnologia del
Farmaco della Facoltà di Farmacia di Torino.
I dati morfologici, produttivi e qualitativi sono
stati sottoposti, separatamente prova per prova,
all’analisi della varianza e le medie sono state valutate con il test di Duncan.
state raccolte soltanto alcune cime fiorite, tagliate a
20-30 cm dalla sommità, al solo fine di valutare il
contenuto di ipericina.
Issopo
Per l’issopo sono state adottate tre densità
d’impianto (Tab. 2), ottenute variando la distanza
sulle file (20, 30 e 40 cm) e mantenendo quella tra
le file a 60 cm.
La semina in semenzaio è avvenuta agli inizi
di maggio 1998, con successivo ripicchettamento
dopo circa un mese. Il seme è stato raccolto da
una popolazione, in conservazione presso l’azienda
dell’ISAFA da molto tempo.
Non sono state effettuate concimazioni organiche o chimiche.
Le raccolte sono state effettuate nell’anno
successivo all’impianto (1999): in fase di piena fioritura (21 luglio) ed in autunno (7 ottobre), tagliando
le piante della fila centrale a 12-15 cm da terra.
Nella primavera del 2000 la prova è stata
abbandonata a causa dell’elevata mortalità delle
piante.
Iperico
Per l’iperico sono state confrontate cinque
densità d’impianto (Tab. 2), ottenute variando sia la
distanza sulla fila (20-25-40 cm) che quella tra le
file (40-50 cm). Le piantine sono state prodotte
nella serra dell’ISAFA seminando in semenzaio
(febbraio) i semi della cv. Topaz, dopo averli immersi in una soluzione contenente acido gibberellico
(400 ppm) per 24 ore. Circa un mese dopo la semina le plantule sono state ripicchettate in contenitori
alveolati.
Per quanto riguarda la concimazione, prima
dell’impianto sono stati distribuiti 100 kg/ha di P2O5
(perfosfato triplo 46 %) e 200 kg/ha di K2O (solfato
potassico 50 %). L’azoto è stato distribuito in copertura (50 kg/ha), quando la coltura iniziava a “chiudere” le file e dopo la prima raccolta (50 kg/ha).
La raccolta (pianta intera) è stata effettuata
allo stadio di piena fioritura (dal 27 luglio al 5 agosto
1998), tagliando le piante a circa 10 cm da terra.
Nel marzo dell’anno successivo, dopo aver
asportato la parte epigea secca, sono state interrate con una fresatura tra le file le stesse dosi di
fosforo e di potassio impiegate l’anno precedente,
con l’aggiunta di 50 kg/ha di azoto (nitrato ammonico 26 %).
La raccolta (8 luglio 1999) è stata eseguita, in
fase di fioritura avanzata, tagliando soltanto la parte
terminale delle piante, per una lunghezza di circa
40 cm, dato che le piante erano molto più alte, lignificate e con pochissime foglie nella parte sottostante, rispetto al primo anno.
All’inizio di ottobre si è avuta la seconda fioritura, ma a causa dell’alta moria di piante, sono
ISAFA Comunicazioni di ricerca 2001/1
Rosmarino
Per il rosmarino sono state adottate tre densità d’impianto (Tab. 2), ottenute variando la distanza sulle file (100, 75 e 50 cm) mentre quella tra le
file era di 100 cm.
Agli inizi di marzo 1998 è stata effettuata la
preparazione del terreno e la concimazione con
100 kg/ha di P2O5 (perfosfato triplo 46 %) e 150
kg/ha di K2O (solfato potassico 50 %). In seguito
non sono state effettuate altre concimazioni chimiche.
Le piantine erano state ottenute da talee prelevate nell’agosto 1997 da una collezione di piante
allevate presso l’azienda dell’Istituto. Tali piante
erano state fornite, come propria selezione resistente al freddo, dal dr. C. Rey del Centre des Fougères
(RAC), Conthey (Svizzera).
In entrambi gli anni le raccolte sono state
eseguite in settembre, così da permettere una certa
ripresa dell’attività vegetativa prima dei rigori invernali. Il taglio è stato eseguito a 20-25 cm (1° anno)
ed a 30-35 cm da terra (2° anno) per favorire il
ricaccio, in quanto la parte basale dei fusti, con il
passare degli anni, va incontro a lignificazione.
Nella primavera del terzo anno la prova è stata
abbandonata perché solo alcune piante sono
sopravvissute al freddo invernale.
Verga d’oro
Per la verga d’oro sono state realizzate quattro
densità d’impianto (Tab. 2), ponendo le piantine a
30, 25, 20 e 15 cm di distanza sulle file ed a 60 cm
27
tra le file.
Prima dell’impianto si è concimato con 50, 70 e
120 kg/ha di N (nitrato ammonico), P2O5 (perfosfato
minerale) e K2O (solfato potassico) rispettivamente.
Analoga concimazione è stata ripetuta nella primavera del secondo anno di coltivazione.
Il trapianto è stato eseguito utilizzando piantine
derivanti da seme prodotto da una ditta sementiera
tedesca ed allevate in serra per circa 2 mesi.
L’11 agosto 1999 (stadio di piena fioritura) si è
proceduto al taglio delle sommità fiorite, aventi una
lunghezza di circa 40 cm.
3 Risultati e discussione
Iperico
Al momento della raccolta del primo anno non
sono state riscontrate fallanze e l’altezza media
delle piante variava da 44 a 47 cm.
Nel secondo anno le piante hanno raggiunto
un’altezza media di 113-123 cm e le fallanze sono
state osservate solo nella densità più fitta (8 % in
media).
In Tabella 3 sono riportati i dati produttivi, il contenuto (%) e la resa in ipericina (g/ha).
Nel prodotto fresco (pianta intera) relativo al
primo taglio del 1998 solo la densità più bassa (5
piante/m2) con 6 t/ha si è discostata significativamente dalle altre, che hanno fornito in media 10,3
t/ha; nel prodotto secco invece solo le densità
estreme (5 e 12,5 p./m2) si sono differenziate fra
loro con 1,7 e 3,5 t/ha rispettivamente [B OMME
(1992) riporta rese di 2,5-5,5 t/ha di droga secca].
Il tenore in ipericina è risultato mediamente
basso (0,024 %) ed inferiore al minimo (0,04 %)
previsto dalla Deutscher Arzneimittelcodex (1986)
(LE MONOGRAFIE TEDESCHE, 1996). A causa del C.V.
elevatissimo, e nonostante che passando da 5 a
12,5 p./m2, la resa ad ettaro in ipericina sia più che
raddoppiata (da 391 g a 805 g), non si sono riscontrate differenze significative fra i trattamenti.
Nel primo taglio del 2° anno (1999) non sono
emerse differenze significative fra le diverse den-
Tabella 3 - Iperico - Resa in droga fresca e secca e contenuto di ipericina
Table 3 - St. John's Wort - Fresh and dry drug yield and hypericin content
1998 - 1° taglio (piante intere) / 1998 - 1st cut (whole plants)
Piante/m2
Produzione
Ipericina
(n.)
fresca (t/ha)
secca (t/ha) (*)
(%)
(g/ha)
5
6,3
8
10
12,5
6,0 B
9,3 A
9,1 A
10,9 A
11,9 A
1,7 B
2,8 AB
2,7 AB
2,8 AB
3,5 A
0,023
0,024
0,025
0,026
0,023
391
672
675
728
805
Media
C.V.(%)
9,4
12,0
2,7
14,6
0,024
52,2
654
49,1
1999 - 1° taglio (sommità fiorite) /1999 - 1st cut (flowering tops)
Piante/m2
Produzione
Ipericina
(n.)
fresca (t/ha)
secca (t/ha) (*)
(%)
(g/ha)
5
6,3
8
10
12,5
13,0
13,2
11,8
10,0
10,9
4,0
4,1
3,6
3,1
3,4
0,061
0,071
0,074
0,085
0,065
2440
2911
2664
2635
2210
Media
C.V.(%)
11,8
14,1
3,6
14,1
0,071
30,8
2572
31,1
(*) Sostanza secca
I dati seguiti da lettere diverse sono statisticamente differenti fra loro per P<0,01.
28
ISAFA Comunicazioni di ricerca 2001/1
Tabella 4 - Issopo - Resa in parte aerea (germogli fioriti, foglie ed infiorescenze freschi e secchi) ed in olio
Table 4 - Hyssop - Aerial part (fresh and dried fowering shoots and leaves + inflorescences) and oil yield
1° taglio (21 luglio 1999) / 1st cut (21st July 1999)
Piante/m2
(n.)
4,2
5,6
8,3
Media
C.V.(%)
Produzione fresca
(t/ha)
15,27 B
17,54 AB
21,22 A
18,01
6,46
Produzione secca
(t/ha/s.s.)
4,53 B
5,32 B
6,32 A
5,39
4,44
Foglie e infiorescenze
secche (t/ha) (*)
2,21
2,38
2,80
2,46
9,24
Contenuto di
olio (% v/p)
0,14
0,15
0,11
0,13
14,13
Resa in olio
(l/ha)
21,6
25,9
24,3
23,9
18,8
Foglie e infiorescenze
secche (t/ha) (*)
1,00 B
1,35 AB
1,51 A
1,29
8,05
Contenuto di
olio (% v/p)
0,13
0,13
0,11
0,12
16,29
Resa in olio
(l/ha)
8,3
11,4
10,8
10,2
22,5
2° taglio (7 ottobre 1999) / 2nd cut (7th October 1999)
Piante/m2
(n.)
4,2
5,6
8,3
Media
C.V.(%)
Produzione fresca
(t/ha)
6,26 b
8,71 a
9,85 a
8,27
9,77
Produzione secca
(t/ha/s.s.)
1,49 b
2,02 a
2,27 a
1,93
11,89
Somma dei 2 tagli / Sum of 2 cuts
Piante/m2
(n.)
4,2
5,6
8,3
Produzione fresca
(t/ha)
21,52 B
26,25 AB
31,07 A
Produzione secca
(t/ha/s.s.)
6,03 C
7,34 B
8,59 A
Foglie e infiorescenze
secche (t/ha)
3,21 b
3,73 b
4,31 a
Resa in olio
(l/ha)
29,9
37,3
35,1
Media
C.V.(%)
26,28
5,57
7,32
3,57
3,75
6,39
34,1
15,0
(*) Droga secca (40 °C).
I dati seguiti da lettere diverse sono statisticamente differenti fra loro per P<0,01 (maiuscole) e per P<0,05 (minuscole).
sità d’impianto in nessuno dei parametri rilevati.
La produzione fresca è stata mediamente di 11,8,
quella secca di 3,6 t/ha [BOMME (1992) riporta produzioni di 0,5-5,5 t/ha di droga secca]. Occorre
tener presente che in questo caso il prodotto era
costituito dalle sole sommità fiorite e questo spiega il contenuto più alto di ipericina (0,071 %). Il
dato più evidente risulta tuttavia essere quello
della resa ad ettaro di ipericina (2572 g), quasi
quadruplicata rispetto all’anno precedente, nonostante che i valori produttivi, sia freschi che secchi, pur se riferiti a differenti porzioni di piante,
siano abbastanza vicini.
Dall’analisi dei campioni raccolti in ottobre del
2° anno si è osservata una forte variabilità nel contenuto di ipericina.
ISAFA Comunicazioni di ricerca 2001/1
Issopo
Nel primo taglio le fallanze sono risultate di
1,9, 0 e 3,7 % rispettivamente dalla densità più alta
a quella più bassa, mentre nel secondo non si sono
verificate altre fallanze.
L’altezza media delle piante è risultata di 85
cm alla prima e di 65 cm alla seconda raccolta.
Nel 1° taglio la più elevata produzione fresca
(21,2 t/ha) e secca (6,3 t/ha) di germogli fioriti si è
avuta con la densità più alta (Tab. 4). Nel caso del
prodotto fresco la densità più fitta si è differenziata
significativamente solo da quella meno fitta, mentre
in quello secco si è diversificata da entrambi gli
investimenti più radi. Nessuna differenza statistica
si è evidenziata fra i trattamenti nel caso della resa
in droga secca delle sole foglie ed infiorescenze
(2,5 t/ha in media).
29
Nel 2° taglio le migliori produzioni sono state
ottenute con le densità più fitte (5,6 e 8,3 p./m2). Per
quanto riguarda la resa in droga secca di foglie e
infiorescenze invece, si è evidenziata in maniera
altamente significativa la densità più elevata (1,5
t/ha), simile tuttavia a quella intermedia (1,4 t/ha).
Sommando i dati delle due raccolte si osservano differenze altamente significative fra i trattamenti. In particolare si evidenzia la densità più fitta
(8,3 p./m2) con 8,6 t/ha come prodotto secco, mentre quella in germogli fioriti freschi (31,1 t/ha) è statisticamente simile a quella ottenuta con la densità
intermedia. Per quanto riguarda la droga secca di
foglie + infiorescenze è sempre la densità più alta
che si differenzia significativamente dalle altre due
(4,3 t/ha).
La percentuale di foglie + infiorescenze
rispetto agli steli valutata sulla droga secca non
varia sostanzialmente fra le diverse densità d’impianto, mentre aumenta fra il primo (44 %) ed il
secondo raccolto (63 %).
Per quanto concerne il contenuto in olio
essenziale non si sono evidenziate differenze significative fra le densità, ed il dato è risultato mediamente
stabile fra il primo (0,13 %) ed il secondo taglio (0,12
%). Le rese in olio essenziale sono state in media di
circa 24 l nel primo e 10 l nel secondo taglio.
In Tabella 5 sono riportati i dati medi delle
analisi dei campioni di olio essenziale relativi ai due
tagli. Tra i trattamenti infatti, probabilmente a causa
dell’elevato C.V., non sono emerse differenze significative. I valori dei componenti principali β-Pinene
(18 %), Pinocanfone (26 %) ed Isopinocanfone (22
%) sono risultati più bassi di quelli riportati in letteratura (FENAROLI 1963).
Rosmarino
Nel primo anno di allevamento non si sono
verificate fallanze, nel secondo invece sono state
mediamente dell’8,8 %.
Come era da attendersi, al momento della
raccolta del primo anno, le piante della densità
meno fitta (1 p./m2), avendo più spazio a disposizione, mostravano uno sviluppo vegetativo cespitoso,
quelle della densità più fitta (2 p./m2) uno sviluppo
assurgente, mentre quelle dell’investimento di 1,3
p./m2 avevano un portamento intermedio.
Per quanto riguarda l’altezza delle piante non
si sono riscontrate differenze significative fra le
varie densità sia nel primo, con una media di 75
cm, che nel secondo anno, con 92 cm.
Nel primo anno la densità più fitta si è differenziata significativamente dalle altre due nella produzione fresca (6,8 t/ha) e secca (2,2 t/ha) di
rametti e di foglie essiccate (1,3 t/ha); nel secondo
anno invece, nonostante una percentuale più alta di
fallanze (12,5 %), la produzione maggiore, anche
se non statisticamente differente, si è raggiunta con
la densità intermedia, che ha reso 13,3, 4,3 e 2,4
t/ha rispettivamente. Se si sommano i dati produttivi
delle due annate si evidenziano differenze significative fra le densità più fitte e quella meno fitta sui
rametti freschi (18,6 t/ha in media) e sulle foglie
secche (3,4 t/ha in media), mentre ciò non avviene
sui rametti secchi (Tab. 6).
La percentuale di foglie rispetto agli steli
determinata sulla droga secca non si differenzia
statisticamente fra le densità sia nel primo (52 %)
che nel secondo anno di coltivazione (56 %).
Tabella 7 - Rosmarino - Composizione dell'olio essenziale (%)
Table 7 - Rosemary - Essential oil composition (%)
Tabella 5 - Issopo - Composizione dell'olio essenziale (%)
Table 5 - Hyssop - Essential oil composition (%)
Costituenti
α-Pinene
Sabinene
β-Pinene
Mircene
Limonene
Borneolo
Pinocanfone
Isopinocanfone
α-Terpineolo
Cariofillene
γ-Elemene
Sesquiterpeni
1° taglio (*)
2° taglio (*)
0,9
1,9
16,2
2,0
5,4
1,7
26,0
22,0
2,5
2,3
3,6
1,6
1,0
1,8
19,0
1,7
3,8
1,9
25,9
21,2
2,2
3,4
3,5
1,8
(*) Su campione fresco congelato.
30
Costituenti
α-Pinene
Canfene
β-Pinene
Mircene
1,8-Cineolo
Limonene
Canfora
Borneolo
α-Terpineolo
Verbenone
Bornile acetato
1° anno (*)
2° anno (*)
8,2
5,8
7,4
2,1
16,4
3,7
32,4
3,1
1,7
3,5
1,9
7,8
5,6
7,2
2,1
17,2
3,0
33,2
3,2
1,7
3,6
1,6
(*) Su campione fresco congelato.
I risultati relativi al contenuto di olio essenziale (in media 0,72 % nel primo e 0,57 % nel secondo
anno) ed alla sua composizione non sono stati elaborati statisticamente, in quanto si disponeva di un
ISAFA Comunicazioni di ricerca 2001/1
Tabella 6 - Rosmarino - Altezza delle piante, resa in rametti freschi e secchi ed in foglie secche
Table 6 - Rosemary - Plants height, fresh and dried leafy twigs and dried leaves yield
Primo anno / First year
Piante/m2
(n.)
Altezza
(cm)
Rametti freschi
(t/ha)
Rametti secchi
(t/ha) (*)
Foglie secche
(t/ha) (**)
1
1,3
2
76,6
72,6
75,0
3,88 B
4,38 B
6,84 A
1,26 B
1,46 B
2,20 A
0,72 B
0,77 B
1,27 A
Media
C.V.(%)
74,8
7,9
5,03
11,9
1,64
11,7
0,92
16,5
Secondo anno / Second year
Piante/m2
(n.)
Fallanze
(%)
Altezza
(cm)
Rametti freschi
(t/ha)
Rametti secchi
(t/ha) (*)
Foglie secche
(t/ha) (**)
1
1,3
2
5,5
12,5
8,5
89,5
96,6
89,3
10,37
13,26
12,70
3,31
4,30
3,86
1,96
2,41
2,40
Media
C.V.(%)
8,8
46,2
91,8
8,8
12,11
16,1
3,82
18,7
2,26
15,7
Totale (1° + 2° anno) / Total (1st + 2nd year)
Piante/m2
(n.)
1
1,3
2
Media
C.V.(%)
Rametti freschi
(t/ha)
14,25 b
17,64 ab
19,54 a
17,14
12,1
Rametti secchi
(t/ha) (*)
4,57
5,76
6,06
5,46
13,8
Foglie secche
(t/ha) (**)
2,68 b
3,18 ab
3,67 a
3,18
13,8
(*) Sostanza secca.
(**) Droga secca (40 °C).
I dati seguiti da lettere diverse sono statisticamente differenti fra loro per P<0,01 (maiuscole) e per P<0,05 (minuscole).
solo dato (campione misto di 4 ripetizioni) per densità e per raccolta. Non essendo emerse differenze
sostanziali fra le densità d’impianto sono stati riportati solo i dati medi relativi ai due anni di raccolta
(Tab. 7). Dal punto di vista qualitativo l’olio ottenuto
presenta un alto contenuto di canfora ed una percentuale di Borneolo totale ed esterificato più
bassa rispetto a quella riportata dalla FARMACOPEA
ITALIANA (1991).
Verga d’oro
Nel primo anno di coltivazione non è stata eseguita la raccolta, in quanto solo alcune piante, e
non in tutte le parcelle, erano fiorite. Nel secondo
ISAFA Comunicazioni di ricerca 2001/1
anno è stata effettuata un’unica raccolta (11 agosto), perché dopo il 1° taglio la coltura non ha più
prodotto fiori.
L’altezza delle piante al momento della raccolta
variava mediamente da 120 a 140 cm.
Le fallanze sono state limitate, e comunque
inferiori al 5 %, tranne che nella densità meno fitta
dove si è raggiunto il 6,3 %.
Dall’elaborazione statistica non sono emerse differenze significative fra le diverse densità nella produzione di sommità fiorite (Tab. 8), che è risultata
mediamente bassa e pari a 10,4 (fresca) ed a 3 t/ha
(secca). In letteratura si riportano produzioni di 6
t/ha di droga secca, con una densità d’impianto di
6,7 p./m2 e la raccolta di uno strato fiorito di 60 cm
31
Tabella 8 - Verga d'oro - Resa in sommità fiorite fresche e secche e contenuto e resa in flavonoidi totali
Table 8 - Common golden rod - Fresh and dried flowering tops yield and total flavonoids content and yield
Piante/m2
Produzione
Flavonoidi totali
(n.)
fresca (t/ha)
secca (t/ha) (*)
(%) (**)
5,6
6,7
8,3
11,1
9,43
9,71
12,04
12,27
2,74
2,75
3,40
2,95
2,95 ab
3,08 ab
2,68 b
3,31 a
Media
C.V.(%)
10,36
15,6
2,96
14,5
3,01
8,9
(kg/ha)
81
85
91
98
89
15,5
(*) Sostanza secca.
(**) % di s.s. espressa come rutina triidrato.
I dati seguiti da lettere diverse sono statisticamente differenti fra loro per P<0,05.
(L ÜCK et al., 1999) e di 4,9 e 5,9 t/ha di droga
secca, con 7,5 e 10 p./m2 rispettivamente e l’asportazione di circa 85 cm di sommità fiorite (JOKELA e
GALAMBOSI, 1998).
Per quanto riguarda il contenuto in flavonoidi
totali invece, si è riscontrata una differenza significativa tra i trattamenti ed inspiegabilmente il valore
più basso ha coinciso con la densità di 8,3 piante/m2, densità in cui la produzione di sommità fiorite
è stata relativamente più elevata. Nelle altre tesi il
contenuto di flavonoidi totali è risultato simile (3 %
in media) e pari a circa il doppio di quello minimo
previsto dal Deutscher Arzneimittelcodex e dallo
Standardzulassung (1986) tedeschi (LE MONOGRAFIE
TEDESCHE, 1996). La resa in flavonoidi è risultata in
media di 89 kg/ha.
PELZMANN, 1999); tuttavia il contenuto in olio essenziale sul fresco è risultato piuttosto basso rispetto a
quello descritto in letteratura.
Nel rosmarino la resa in rametti freschi e
foglie essiccate è risultata più interessante (vedi 2°
anno e/o somma dei raccolti) con le due densità più
fitte, mentre il contenuto e la qualità dell’olio non
sono stati influenzati dalla densità. Purtroppo i freddi invernali, tipici dell’ambiente di prova diverso da
quello tradizionale di crescita del rosmarino, determinando la morte di molte piante, non hanno permesso una più completa valutazione produttiva.
Nella prova condotta sulla verga d’oro si può
concludere che nell’ambiente di prova le densità
adottate non hanno influito in maniera significativa
sulla resa in sommità fiorite. In generale la produzione è risultata piuttosto bassa, ma con un buon
contenuto di flavonoidi totali.
3 Conclusioni
Nell’iperico la densità ottimale risulterebbe quella di 6,3 p./m2 che, al 1° anno, ha fornito una produzione simile a quella delle densità più fitte, mentre
nel 2° anno ha fatto registrare il risultato migliore,
pur non essendo emerse differenze statisticamente
significative fra i trattamenti. In generale occorre
notare che le produzioni ottenute sono state mediobasse, soprattutto quelle del 2° anno, in quanto la
moria di molte piante a causa dell’antracnosi, ha
annullato la possibilità di eseguire il 2° taglio.
Nell’issopo la densità più fitta (8,3 p./m2), sia
singolarmente che nella somma dei tagli, ha fornito
la resa più elevata. Le densità non hanno influito
invece sul contenuto e la resa in olio. In generale i
risultati produttivi ottenuti sono stati buoni rispetto a
quelli, realizzati in pieno campo, da altri Autori
(CATIZONE et al., 1986; HORNOK, 1992; DACHLER e
32
ISAFA Comunicazioni di ricerca 2001/1
Bibliografia
BOMME U., 1992 - Kulturanleitung für Johanniskraut
(Hypericum perforatum L.). Drogenreport Jg. 5,
Heft 7: 15-18.
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– Coltivazione delle piante medicinali e aromatiche. Pàtron Editore, Bologna: 50; 193-196.
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Jg. 12, Heft 22: 3-8.
RIASSUNTO
SUMMARY
Si riportano i risultati di prove sperimentali di
densità d’impianto condotte su iperico (5-6,3-8-1012,5 piante/m2), issopo (4,2-5,6-8,3 p./m2), rosmarino (1-1,3-2 p./m2) e verga d’oro (5,6-6,7-8,3-11,1
p./m2).
Nella prova sull’iperico (cv. Topaz) si è evidenziata la densità di 6,3 p./m2 con la quale si è
ottenuta una produzione secca (2,8 t/ha come
pianta intera) simile a quella degli investimenti più
fitti nel 1° anno ed una resa più alta (4,1 t/ha come
sommità fiorite) nel secondo. Il contenuto e la resa
in ipericina sono stati mediamente di 0,024 % e
654 g (1° anno) e di 0,071 % e 2572 g (2° anno)
rispettivamente.
Nella prova sull’issopo la produzione totale di
germogli fioriti freschi e secchi e di foglie + infiorescenze secche (due raccolte al 2° anno) è risultata
maggiore con la densità di 8,3 p./m2. La densità
d’impianto non ha influito sul contenuto (0,13 %),
sulla resa totale (34,1 l/ha) o sulla composizione
dell’olio essenziale.
Nella prova sul rosmarino la produzione di
rametti freschi (6,8 t/ha) e di foglie secche (1,3 t/ha)
è risultata significativamente più elevata con la densità di 2 p./m2 nel primo anno, mentre nel secondo
la resa media è stata 12,1 e 2,3 t/ha rispettivamente. Il contenuto di olio essenziale sul prodotto fresco
è stato di 0,72 % nel primo e 0,57 % nel secondo
anno e non si è avuta una sostanziale variazione
della sua composizione.
Nella prova sulla verga d’oro non si sono
avute differenze significative fra i trattamenti. La
resa media in sommità fiorite (2° anno) è risultata di
3 t/ha/s.s. con il 3 % di flavonoidi totali.
Results of planting density experimental trials
carried out on St. John’s Wort (5-6.3-8-10-12.5
plants/m2), hyssop (4.2-5.6-8.3 p./m2), rosemary (11.3-2 p./m2) and common golden rod (5.6-6.7-8.311.1 p./m2) are reported.
In the St. John’s Wort (cv. Topaz) trial the 6.3
p./m2 planting density gave a dried production (2.8
t/ha as whole plant) similar to that obtained with
thicker plantings in the 1st year and higher yield (4.1
t/ha as flowering top) in the second. The content
and yield hypericin resulted on average 0.024 %
and 654 g (1st year) and 0.071 % and 2572 g (2nd
year) respectively.
In the hyssop trial the fresh and dried flowering
shoots and dried leaves + inflorescences total yield
(2 harvests in the 2nd year of cultivation) was highest
with 8.3 p./m2. The planting density did not influence the content (0.13 %), total yield (34.1 l/ha) or
essential oil composition.
In the rosemary trial the fresh leafy twigs (6.8
t/ha) and dried leaves (1.3 t/ha) production resulted
significantly higher with 2 p./m2 in the 1st year of cultivation, while in the 2nd year the average yield was
12.1 and 2.3 t/ha respectively. The essential oil content on the fresh matter was 0.72 % in the 1st and
0.57 % in the 2nd year and no variations were observed on its composition.
In the common golden rod trial there was no
significant difference among the treatments. The
flowering tops average yield (2nd year) resulted 3
t/ha/d.m. with the 3 % of total flavonoids.
ISAFA Comunicazioni di ricerca 2001/1
33
Finito di stampare
nel mese di aprile 2001
dalla Lineagrafica Bertelli snc - Trento
La versione completa dello studio in formato PDF
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