Ministero per i Beni
e le Attività Culturali
Dipartimento dello Spettacolo dal vivo
Provincia
di Udine
IL BARBIERE
DI SIVIGLIA
MELODRAMMA BUFFO IN DUE ATTI DI CESARE STERBINI DALLA COMMEDIA OMONIMA
DI PIERRE-AUGUSTIN CARON DE BEAUMARCHAIS
Musica di
GIOACCHINO ROSSINI
Prima rappresentazione Roma, Teatro Argentina 20 febbraio 1816
Circuito 2005
ORCHESTRA DELLA SOCIETÀ FILARMONIA
CORO DEL FRIULI VENEZIA GIULIA
CAMERA DI COMMERCIO
INDUSTRIA ARTIGIANATO
E AGRICOLTURA
DI UDINE
CIRCOSCRIZIONI
del Comune di Udine
ORCHESTRA DELLA SOCIETÀ FILARMONIA
CORO DEL FRIULI VENEZIA GIULIA
IL BARBIERE
DI SIVIGLIA
MELODRAMMA BUFFO IN DUE ATTI DI CESARE STERBINI DALLA COMMEDIA OMONIMA
DI PIERRE-AUGUSTIN CARON DE BEAUMARCHAIS
Musica di
GIOACCHINO ROSSINI
Prima rappresentazione Roma, Teatro Argentina 20 febbraio 1816
Circuito 2005
IL BARBIERE DI SIVIGLIA
La commedia del signor Beaumarchais intitolata Il barbiere di Siviglia, o sia l’inutile precauzione si presenta in Roma ridotta a dramma comico col titolo di Almaviva,
o sia l’inutile precauzione all’oggetto di pienamente convincere il pubblico de’sentimenti di rispetto e venerazione che animano l’autore della musica del presente
dramma verso il tanto celebre Paesiello che ha già trattato questo soggetto sotto
il primitivo suo titolo. Chiamato ad assumere il medesimo diffìcile incarico il
signor maestro Gioacchino Rossini, onde non incorrere nella taccia d’una temeraria rivalità coll’immortale autore che lo ha preceduto, ha espressamente richiesto che Il barbiere di Siviglia fosse di nuovo interamente versifìcato, e che vi fossero aggiunte parecchie nuove situazioni di pezzi musicali, ch’eran d’altronde
reclamate dal moderno gusto teatrale cotanto cangiato dall’epoca in cui scrisse la
sua musica il rinomato Paesiello.
Con queste parole si apriva l’Avvertimento al pubblico stampato all’inizio
del libretto posto in vendita in occasione della prima rappresentazione
del capolavoro rossiniano, allestita al Teatro Argentina di Roma il 20 febbraio 1816. All’epoca il quasi ventiquattrenne Rossini, dopo un illuminante e precoce apprendistato svolto in campo strumentale con le Sonate
a quattro e in campo vocale con alcune opere serie e cantate profane, si
trovava già al traguardo di una fortunata carriera, iniziata nel 1810, di
compositore di opere buffe quali La cambiale di matrimonio, La scala di seta,
La pietra del paragone, Il signor Bruschino, L’italiana in Algeri e Il turco in
Italia. Il successo unanime ottenuto da questi lavori gli fruttava subito
una lunga scrittura e responsabilità artistiche di prestigio nei teatri di
Napoli, grazie al contatto con l’impresario Domenico Barbaja, incarichi,
questi, che si protrassero fino al 1822 e che spinsero il compositore a
cimentarsi prevalentemente nel genere serio, con lavori quali Otello ossia
il moro di Venezia, Armida, Mosè in Egitto, La donna del lago e Maometto II,
senza trascurare, nei pochi momenti liberi dall’attività svolta al Teatro
San Carlo, alcune commissioni per opere buffe, serie e semiserie, come
La gazza ladra, che gli provenivano dai teatri di Milano, Lisbona, Venezia
e, naturalmente, dal Teatro Argentina di Roma. In tale sede volle riproporre, approntando in venti giorni circa una densissima partitura, un
soggetto dell’avventuroso commediografo parigino Pierre-Augustin
Caron de Beaumarchais, Figaro, soggetto che, ripreso dal librettista e
abate romano Giuseppe Petrosellini con il titolo de II Barbiere di Siviglia
ovvero la precauzione inutile, a partire dal 1782 era già stato affrontato con
notevole successo, come riconosciuto nell’Avvertimento al pubblico, da
Giovanni Paisiello e, pochi anni dopo, da numerosi compositori tra i
quali Friedrich Ludwig Benda, Nicolò Isouard e Francesco Morlacchi.
La dichiarata cautela e il timore di affrontare un soggetto già ricco di storia musicale, spinse Rossini ad affidarsi al giovane verseggiatore Cesare
Sterbini, il quale restituì a Figaro, il barbiere di buon senso, commedian-
IL BARBIERE DI SIVIGLIA
te ma razionale e privo di scrupoli, il ruolo di protagonista assoluto dell’azione che Petrosellini aveva deviato sul comico dottor Bartolo, oltre a
porre in grande rilievo la componente utilitaristica e borghese del denaro e il coro quale amplificatore dei sentimenti e delle gesta dei protagonisti. Il fiasco di quella prima romana, presentata con il titolo di
Almaviva, o sia L’inutile precauzione, così come i numerosi incidenti che
pare capitarono in quell’occasione e le fragorose contestazioni dei sostenitori di Paisiello, nonostante la superlativa compagnia di canto scritturata, sono eventi ben noti alla storia della musica, la quale, al contrario,
ben presto dovrà annoverare Il barbiere di Siviglia, partitura che, come
consuetudine del compositore, incorpora numerose pagine già presentate in opere precedenti, tra le quali Sigismondo, Aureliano in Palmira, La
cambiale di Matrimonio, Il Signor Bruschino e, a partire dal 1816, anche la
Sinfonia introduttiva, ricavata da quella composta per Aureliano in
Palmira e utilizzata in Elisabetta, regina d’Inghilterra, tra le opere più
apprezzate ed eseguite in tutto il mondo; e la perfezione dei meccanismi
teatrali dell’opera, la comicità tesa e straniante, i serrati e cangianti procedimenti strutturali, le coraggiose deviazioni dalle consuetudini teatrali del primo Ottocento, abilmente alternate con i luoghi comuni della tradizione operistica buffa settecentesca, l’impatto vitale e immediato dei
protagonisti, le infallibili architetture dei concertati d’assieme e degli
estesi finali d’atto, non possono che confermare questa meritata fortuna.
ATTO PRIMO
È quasi l’alba in una piazza di Siviglia, dove il conte d’Almaviva, preceduto dal servo Fiorello e da alcuni musicanti, indirizza a Rosina, della
quale è innamorato, un’elegante e appassionata serenata che però non
riesce a valergli nemmeno un cenno da parte della ragazza; rassegnato,
il conte licenzia i musicanti e allontana Fiorello nel momento in cui l’arrivo di un estraneo è preannunciato da un allegro canticchiare; il conte
vorrebbe nascondersi ma riconosce ben presto in quell’importuno un
amico di antica data, Figaro, l’astuto barbiere della città, che si dichiara
senz’altro pronto, conosciuta la situazione, ad aiutarlo, convincendo
Rosina, che egli stesso ben conosce, a sposarlo.
In quell’istante la porta della casa si apre ed esce don Bartolo, anziano
medico e tutore della ragazza che, con poche e sommesse parole, lascia
intuire l’intenzione di sposare Rosina in quello stesso giorno; allora
Figaro fa scattare immediatamente il suo piano, chiede al conte di cantare ancora dichiarandosi a Rosina nelle vesti di un tale Lindoro, ottenendo in tal modo una breve e positiva risposta della ragazza.
Il piano di Figaro, evidentemente interessato alle ricchezze del conte
d’Almaviva quanto il conte è interessato all’amore di Rosina, si fa ancor
più scaltro e geniale, riuscendo a far entrare in casa di Bartolo il corteg-
IL BARBIERE DI SIVIGLIA
giatore, travestito da soldato, grazie a un falso biglietto di alloggio.
Rosina ha deciso di sposare lo sconosciuto ammiratore, gli scrive un
biglietto e pensa al modo migliore di recapitarglielo quando entra
Figaro, che è pure barbiere di Bartolo, e la mette brevemente al corrente
della passione che prova il suo amico Lindoro; la ragazza si convince che
Figaro è la persona giusta per aiutarla e risolvere la questione, quando
entra Bartolo e sottopone sospettosamente Rosina a un interrogatorio
mentre Figaro si allontana. Sopraggiunge don Basilio, imbroglione che
frequenta la casa di Bartolo con la scusa di dar lezioni di musica di
Rosina, a consigliare l’amico Bartolo di affrettare le nozze, dato che sta
per raggiungere Siviglia il temuto conte d’Almaviva, personaggio che
deve essere assolutamente eliminato, anche a costo di far uso della
calunnia. Figaro ha udito tutto, rivela a Rosina le intenzioni del vecchio
tutore, ma la ragazza, per nulla spaventata, chiede invece notizie del
giovane che parlava con lui sotto casa, riuscendo a ottenere la conferma
che quel giovane, che tra poco cercherà di introdursi in casa, è innamorato e attende soltanto un biglietto da parte di lei; Rosina finge di esitare ma poi mostra a Figaro il biglietto già preparato, un’astuzia che Figaro
approva, allontanandosi contento nel momento in cui rientra Bartolo,
divenuto ancor più sospettoso dalla macchia di inchiostro sul dito di
Rosina, che si scusa abilmente mentre viene minacciata dal tutore di
essere rinchiusa. Sopraggiunge in casa il conte d’Almaviva che, travestito da soldato e in preda a una falsa ubriachezza, mostra il falso biglietto
d’alloggio ma Bartolo, adirato, non vuole ospitarlo in casa sua; arriva
Rosina, alla quale, nella confusione nel frattempo creatasi, il conte si
rivela riuscendo a consegnarle astutamente una lettera. Bartolo se ne
accorge, pretende che il foglio gli venga consegnato, ricevendo invece da
Rosina la lista del bucato; incollerito, si scaglia contro il soldato mentre
IL BARBIERE DI SIVIGLIA
Figaro cerca di calmarlo e il litigio viene interrotto dall’arrivo della polizia. Tra lo stupore di tutti il conte, del quale si è intimato l’arresto, esce
invece riverito grazie a una carta che ha mostrato all’ufficiale di polizia.
ATTO SECONDO
Don Bartolo è nel suo studio, rincasato da poco dopo essersi recato invano al reggimento per avere notizie del soldato, che sospetta sia un emissario del conte venuto a insidiare la ragazza; sopraggiunge il conte
d’Almaviva, travestito da religioso venuto per sostituire Basilio nella
consueta lezione di canto a Rosina, e, per ingraziarsi Bartolo, gli porge
il biglietto consegnatogli da lei e che finge di aver casualmente intercettato mentre era diretto al conte; grazie a quel biglietto Bartolo potrebbe
calunniare l’innamorato, inducendo la ragazza a credere in un tradimento. Ha così inizio la lezione di canto, grazie alla quale i due giovani
si possono parlare con la complicità di Figaro, che intanto sta facendo la
barba a Bartolo, riuscendo pure a prendere la chiave della stanza di
Rosina; l’improvvisa comparsa di Basilio rischia di far saltare il piano
ma i tre giovani riescono a convincerlo, grazie anche a una borsa di
danaro, a mettersi a letto perché gravemente ammalato.
I due innamorati riescono ad architettare rapidamente una fuga notturna per andare a sposarsi ma, a causa di una frase imprudente, Bartolo
riconosce il travestimento del giovane e grida mentre tutti fuggono, non
fidandosi più nemmeno della domestica Berta, che commenta le sciocchezze avvenute in casa a causa dell’amore. Bartolo è sempre più convinto che quel giovane insegnante di musica sia lo stesso conte
d’Almaviva, manda Basilio a chiamare il notaio affinché proceda immediatamente al matrimonio e mostra a Rosina il biglietto, convincendola
che Lindoro non l’ama e vuole invece rapirla e consegnarla al conte.
Rosina, indignata, decide di sposare il tutore, il quale le promette che
chiamerà la polizia per far arrestare Lindoro e Figaro; Figaro e il conte
riescono a introdursi in casa dalla finestra, vengono male accolti dalla
ragazza che respinge Lindoro, il quale le confessa di essere il conte in
persona. Ma nel frattempo la scala alla finestra è stata tolta e gli eventi
devono essere affrontati: Basilio introduce il notaio e i due innamorati
ne approfittano, grazie alla presenza di Figaro, per stendere il contratto
nuziale. Basilio, minacciato, è messo a tacere con l’offerta di un prezioso anello e diviene testimone delle nozze assieme a Figaro; a Bartolo,
sopraggiunto con la polizia nella speranza di arrestare il conte e Figaro
e unirsi in matrimonio con Rosina, non resta che prendere atto del
matrimonio già avvenuto. La sua disperazione si placa soltanto, nel giubilo generale, dopo aver appreso che il conte gli lascerà in dono la dote
di Rosina.
David Giovanni Leonardi
LA VITA
DI GIOACCHINO ROSSINI
1792 Nasce a Pesaro da Giuseppe
Antonio, “pubblico trombetta”
(banditore) di Pesaro e da Anna
Guadarini, cantante. Il padre
integra i guadagni suonando il
corno nelle manifestazioni teatrali e nelle pubbliche accademie.
1802 Il piccolo Gioacchino inizia
a studiare presso i fratelli Luigi e
Giuseppe Malerbi a Lugo, dove
si era trasferita la famiglia.
Conosce i compositori d’oltralpe
e inizia a dare i primi saggi di
composizione.
1806 Entra nel liceo musicale di
Bologna e completa i propri studi
sotto la guida di Padre Mattei.
1810 Esordisce con enorme successo nel melodramma mettendo
in scena la Cambiale di matrimonio
(San Moisè, Venezia). D’ora innanzi la sua carriera sarà folgorante: fino al 1823, anno del suo
congedo dalle scene italiane, darà vita a ben 30 opere, fra lavori comici, buffi, seri e semiseri.
1812 È l’anno de L’inganno felice, La scala di seta, La pietra del Paragone (con la quale esordì alla
Scala), L’occasione fa il ladro e del Ciro in Babilonia, unico titolo serio assieme al Demetrio e
Polibio fra tanti buffi.
1813 Giunto, anche se appena ventenne, già alla maturità artistica, Rossini dà vita a due capolavori: il Tancredi e L’Italiana in Algeri.
1814 Il Turco in Italia.
1816 Scrive e mette in scena Il Barbiere di Siviglia e Otello.
1817 Mette in scena La Cenerentola, con la quale si congela dal genere buffo. Da questo
momento in poi Rossini si dedicherà definivamente all’opera seria, se vogliamo escludere il
breve interludio della farsa Adina, nella quale, tuttavia, pochi sono i pezzi originali e che
verrà messa in scena nel 1826.
1818 Viene rappresentato al San Carlo di Napoli Mosè in Egitto. Il successo è solo parziale e di
lì a dieci anni Rossini rimaneggerà l’opera (1827) per il teatro parigino, cambiandone il titolo
in Moïse et Pharaon.
1819 La Donna del lago.
1820 Analoga è la vicenda di Maometto II, andato in scena a Napoli e rimaneggiato nel 1826
per il pubblico francese in Le siège de Corinthe.
1822 Concluso il contratto con Barbaja, ne sposa la compagna, da tempo già sua amante, la
cantante Isabella Colbran. Mette inoltre in scena Semiramide ed inizia a gustare anche all’estero i vantaggi del suo successo, cogliendo oltretutto l’occasione per guardare al di là degli
stretti confini dei palcoscenici italiani.
1828 Va in scena Le Comte Ory, prima opera completamente in francese, per la quale Rossini
utilizza molto del materiale già composto per Il viaggio a Reims. Con il Guillaume Tell Rossini
affronta i temi e le atmosfere delle nuove tendenze romantiche: il patriottismo, il ruolo della
natura, la forza dell’amore. Per quanto egli non abbandoni completamente un certo stile classico che caratterizza le opere precedenti il Guillaume Tell costituisce anche il suo ultimo contributo alla storia del melodramma. Ammalato di nervi, perennemente ossessionato dal terrore delle malattie, ma soprattutto consapevole della propria incapacità di adeguarsi realmente alle nuove tendenze del melodramma, Rossini si limiterà d’ora in avanti a poche e sporadiche opere di carattere sacro e cameristico. Fra queste la raccolta di Péchés de viellesse (in 14
fascicoli), lo Stabat Mater e le Soirées musicales.
1832 Lascia la Colbran, incontra Olimpie Pélissier, che da questo momento in poi si dedicherà
alla sua salute e che Rossini sposerà nel 1845, dopo la morte della moglie.
1841 Riprende e completa lo Stabat Mater.
1863 Scrive la Petite messe solennelle.
1868 Muore a Passy de Paris, a dispetto della malattia e di tutte le sue fobie, alla matura età
di settantasei anni, amato e teneramente accudito dalla giovane moglie.
FEDERICO LEPRE tenore
Nato nel 1976 a Udine, ha intrapreso lo studio del canto con Mario Guggia, E. Anvelt,
Sherman Lowe ed è attualmente seguito dal M° Beniamino Prior. Ha seguito inoltre
corsi di perfezionamento con R. Blake, R. Kabaivanska, C. Desderi e R. Kettelson.
Inizialmente si è dedicato molto al repertorio sacro, soprattutto alla riscoperta di compositori e musiche locali.
Per quanto riguarda il grande repertorio sacro, vanno citate le sue interpretazioni
della Messa da Requiem, Kronungsmesse e Vesperae Solemnes de Confessore di W. A.
Mozart, la Petite Messe Solennelle di G. Rossini, il Te Deum di G. Charpentier, il Requiem
di G. Donizetti, alcune cantate e l’Oratorio di Natale di J. S. Bach, il Magnificat di A.
Vivaldi, il Requiem di A. Dvorak, il Dixit Dominus di G. F. Handel e l’esecuzione in
prima assoluta della Messa Solenne di G. Verdi al Teatro Ponchielli di Cremona.
Collabora con prestigiose formazioni corali ed orchestrali tra cui la “Fondazione
Arena” di Verona per la quale ha tenuto numerosi concerti e la “Arena Sferisterio” di
Macerata.
Ha effettuato della registrazioni televisive per RAI 1, e recentemente ha cantato in diretta su RAI 2 a fianco del soprano Katia Ricciarelli; si è esibito inoltre in occasione del XXII° Concerto “In alta quota” a Cuneo trasmesso in diretta su
RAI 3.
È risultato vincitore di importanti concorsi internazionali tra cui l’As.Li.Co. nel 2002 e, nello stesso anno, l’VIII°
Festival della Lirica di Sanremo.
Nell’ambito della musica del ‘700 ha interpretato il ruolo di Ubaldo in “Armida e Rinaldo” di G. Sarti a Faenza, edito
dalla casa discografica Bongiovanni, e Don Carissimo nella “Dirindina” di G. B. Martini.
Ha interpretato il ruolo di Daniele nella “Betly” di G. Donizetti, di Nemorino in “L’Elisir d’amore” di Donizetti, di
Paolino ne “Il matrimonio segreto” di D. cimarosa e quello di Alfredo ne “La Traviata” di G. Verdi.
È stato impegnato nelle rappresentazioni del “Falstaff” di Verdi nel ruolo di Dott. Cajus; ne “Les Contes d’Hoffmann”
di Offenbach nei 4 ruoli di Andrés, Cochenille, Frantz, Pitichinnaccio; in “Turandot” di Puccini nel ruolo di Pong, per
l’As.Li.Co.; inoltre è stato Ruiz ne “Il Trovatore” di Verdi al Teatro Comunale di Adria.
Ha partecipato con il Teatro alla Scala di Milano alle produzioni di “Le Nozze di Figaro” (Don Basilio e Don Curzio) di
W. A. Mozart diretta dal m° R. Muti e di “Madama Butterfly” (Goro) di G. Puccini diretta dal m° C. Rizzi. È inoltre stato
protagonista (nel ruolo di Beppe) dell’opera “Rita” di Donizetti a Trieste ed ha cantato nell’allestimento dell’opera “I
Pagliacci” di R. Leoncavallo, nel ruolo di Arlecchino, sempre al Teatro Verdi di Trieste. È stato anche impegnato nella
produzione dell’opera, in prima esecuzione mondiale, “Vita” di Marco Tutino per il Teatro alla Scala di Milano.
Di recente ha interpretato il ruolo de Il Conte d’Almaviva ne “Il Barbiere di Siviglia” di Rossini per il Teatro Verdi di
Salerno; e il Duca di Mantova nel “Rigoletto” di Verdi al Teatro Comunale di Atri (produzione in collaborazione con
il Teatro alla Scala di Milano). Ha inoltre debuttato nel ruolo di Edgardo nella “Lucia di Lammermoor” di Donizetti per
il Teatro La Fenice di Venezia; altro importante debutto quello nel ruolo di Fadinard ne “Il Cappello di Paglia di Firenze”
di N. Rota al Teatro Vittorio Emanuele di Messina.
Nel gennaio 2005 ha debuttato nei ruoli di Paolo Erisso e di Selimo nel “Maometto II” di Rossini al Teatro La Fenice
di Venezia (per la direzione di C. Scimone e la regia di P. L. Pizzi); in seguito ha interpretato Don Ramiro ne “La
Cenerentola” di Rossini al Teatro Politeama di Lecce.
Fra i prossimi impegni sarà Beppe/Arlecchino ne “I Pagliacci” a Trapani; ancora Almaviva ne “Il Barbiere di Siviglia” di
Rossini ed Ernesto nel “Don Pasquale” a Udine; riprenderà la produzione di “Rigoletto” (nel ruolo del Duca di
Mantova) a Teramo, sarà Don Basilio ne “Le Nozze di Figaro” per il circuito As.Li.Co. e Pedrillo ne “Il Ratto del
Serraglio” al Teatro Lirico di Cagliari.
EUGENIO LEGGIADRI - GALLANI bass-baritono
Ha studiato canto con il soprano Cecilia Fusco ed ha seguito corsi di canto ed interpretazione con diversi insegnanti (Elena Baggiore, Katia Ricciarelli, Raina
Kabainvanska, Luciana Serra).
Nel 1993 ha tenuto diversi concerti alla Televisione di Stato di Hulan-Bator (Mongolia)
in occasione della settimana di musica italiana.
Nel 1995 ha debuttato nel ruolo di Colline (Bohème) a Tarragona (Spagna) ed ha partecipato al 3° Festival d’Art Lirique di Never (Francia).
Ha interpretato il ruolo di Sigismondo nell’operetta “Al Cavallino Bianco” presso i
teatri di Adria, Bassano del Grappa e Rovigo.
Ha cantato in “Madama Butterfly” al Teatro di Trapani ed ha registrato per la Rai il “Te
Deum” di M. Charpentier.
Si è esibito con l’orchestra del Teatro Verdi di Trieste in alcune Messe di F. Schubert.
Ha cantato in Germania per eseguire la “Petite Messe Sollennelle” di G. Rossini sotto
la direzione del Maestro Giuliano Fracasso.
Ha sostenuto il ruolo di protagonista ne “Le Nozze di Figaro” e di Dottor Dulcamara (“Elisir d’Amore”) nel circuito
dei Teatri del Triveneto.
Ha cantato in “Cenerentola” nel ruolo di Alidoro nel Teatro di Tolone (Francia).
Ha sostenuto il ruolo di Blansac nell’Opera “La scala di seta” di G. Rossini nei Teatri di Manchester (Gran Bretagna),
Hannover (Germania) e Sierre (Svizzera).
Ha interpretato il ruolo di protagonista ne “Il Maestro di Cappella” al Festival di Tibor Varga a Sion (Svizzera).
Nel mese di marzo 2002 ha cantato nella parte di Don José Sandova nell’Opera “Una partita” di Zandonai Riccardo
presso il Teatro Politeama di Lecce.
Nel mese di aprile 2002 ha interpretato il ruolo di protagonista ne “Le Nozze di Figaro” presso il Teatro di Tirana
(Albania).
Svolge un’intensa attività concertistica sacro-oratoriale (Requiem di Mozart, Messe di Mozart e Schubert, Cantate di
Bach, ecc.) e lideristica.
Nel corso dell’anno 2002, è stato impegnato nella “Carmen”, presso i teatri di Como e Piacenza; nel “Barbiere di
Siviglia” a Pavia; ne “Il Campanello”, a Lucca e a Bergamo ed a Novara nel 2003.
Nel mese di gennaio 2003 ha cantato presso il Teatro di Istanbul (Turchia).
Nel mese di luglio 2003 ha interpretato il ruolo del Capiatano nell’Operetta “La Generala” presso il Teatro G. Verdi di
Trieste.
Nel mese di ottobre 2003 ha sostenuto il ruolo di don Bartolo nell’opera “Il Barbiere di Siviglia” di G. Paisiello a
Salerno nel Teatro G. Verdi.
Nel mese di giugno 2004 ha cantato presso il Teatro Odeon Erode Attico di Atene (Grecia), nell’Opera “Le Avventure
di Pinocchio”, interpretando il ruolo di Mangiafuoco, sotto la direzione del M° Donato Renzetti, opera commissionata per rappresentare l’Italia nell’anno olimpico.
Ultimi impegni “Madama Butterfly” nel Teatro di Valencia (Spagna), concerto a San Pietroburgo (Russia) e
“Cenerentola” presso il Teatro di San Gallo in Svizzera.
SABINA WILLEIT mezzosoprano
Sabina Willeit, mezzosoprano nata a Bolzano ha studiato al conservatorio “Claudio
Monteverdi” di Bolzano diplomandosi con il massimo dei voti. Prosegue i suoi studi
privatamente con il M° Alain Billard, la Sig.ra Paola Molinari e la Sig.ra Enza
Ferrari, oltre a frequentare diversi master class con Mirella Freni, Renata Scotto,
Claudio Desderi, Rockwell Blake e Bob Kettelson.
Il primo debutto in teatro avviene al Teatro Comunale di Cagliari nel “Faust” di
Gounod, successivamente canta al “Sistina” di Roma, al festival di Badkissingen
e Ludwigsburg in Germania nel ruolo di “Serpilla” nel “Il Giocatore” di L.
Cherubini.
Nel 2000 è stata ospite al Maggio Musicale Fiorentino nel ruolo di “Flora” nella
“Traviata” sotto la direzione del M° Zubin Mheta. Nello stesso anno debutta il ruolo
di “Dorabella” in “Così fan tutte” sotto la direzione del M° Claudio Desderi e la
“Seconda Norna” nella Goetterdaemmerung sotto la direzione del M° Gustav Kuhn
in occasione dei Tiroler Festspiele in Austria.
Nel 2001 vince il concorso As.Li.Co. debuttando il ruolo di “Meg” nel Falstaff in occasione di Opera Domani e il
ruolo di “Sesto” nella “Clemenza di Tito”, in diversi teatri Cremona, Brescia, Como, Pisa e Ravenna con la regia
di Pier Luigi Pizzi e sotto la direzione del M° Antonello Manacorda, ottenendo un ampio consenso da parte di
pubblico e critica. Sempre per il Circuito Lombardo debutta altri due importanti ruoli. “Nicklausse” nei “Racconti
di Hoffmann” sotto la direzione del M° Francesco Maria Colombo e “Idamante” nell’“Idomeneo” di Mozart sotto
la direzione del M° Carlo de Martini e regia di Pier Luigi Pizzi.
Sia la Clemenza di Tito come anche prossimamente l’Idomeneo (ottobre 2004) vengono riprese anche in Francia al
Teatro di Vichy e al Teatro di Massy/Parigi. Recentemente è stata ospite al Comunale di Bologna nel ruolo di
“Tisbe” nella “Cenerentola” sotto la direzione di Riccardo Frizza e la regia di Irina Brook, al Teatro Politeama di
Lecce nel ruolo della “2 Dama” nella Zauberfloete e all’Opera di Roma nel ruolo di “Tebaldo” nel Don Carlos sotto
la direzione del M° Nello Santi e accanto ad un cast di rilievo (F. Furlanetto, L. D’Intino).
Nel repertorio concertistico ha al suo attivo diversi concerti, fra i più importanti: concerto al Festival internazionale di Montepulciano con il Gloria di Vivaldi e la Nona Sinfonia di Beethoven, concerto al Cairo a Abu
Dhabi in occasione di uno scambio culturale per conto della Bertelsmannstiftung, concerto con la partecipazione del Soprano M. Caballè e la “Neue Philharmonie Westfalen” diretta dal M° Johannes Wildner, nel 2003 è
stata ospite al Teatro Filarmonico di Verona dove è stata esibita la messa in do min. di Mozart sotto la direzione del M° Christian Arming e recentemente con l’orchestra “Haydn” di Trento e Bolzano ha cantato nel
Requiem di Mozart sotto la direzione del M° Ola Rudner e “El amor brujo” di Manuel de Falla con il direttore
Guenther Neuhold.
Prossimamente nel mese di giugno 2005 debutterà il ruolo di Rosina nel barbiere di Siviglia in diverse città del
Friuli Venezia Giulia e poi sarà ospite a Losanna in Svizzera dove canterà lo Stabat Mater di Rossini con la
Lousanne Chamber Orchestra e sotto la direzione del M° Corrado Rovaris.
MASSIMILIANO FICHERA baritono
Nato ad Acireale nel 1971, all’età di quindici anni inizia lo studio del canto
con il soprano Cecilia Fusco approdando al diploma con il massimo dei voti
a soli 22 anni presso il Conservatorio G.Tartini di Trieste. Dal 1995 studia
con il Maestro Andera Genovese (che fra i suoi allievi annovera anche il
soprano Norma Fantini).
È risultato Vincitore in alcuni tra i più importanti concorsi di canto, tra i
quali: nel 1994 il Viotti di Vercelli (con medaglia d’oro), nel 1991 il
Voltolini di Mantova “Premio M° Ettore Campogalliani”, nel 1997, il
Concorso “Voci Verdiane” di Busseto, che gli ha permesso di debuttare in
Giappone.
Nel Maggio del 2002 è vincitore assoluto del Concorso Internazionale Giuseppe Di Stefano di Trapani, e nel Luglio
del 2002 del Concorso “Tito Gobbi” a Bassano del Grappa ricevendo la Targa d’onore “Tito Gobbi” per la migliore voce
di Baritono. Ancora nell’ Ottobre del 2002 ha vinto il primo premio di categoria al primo Concorso Vocale di Musica
Sacra a Roma.
Ha cantato alcuni dei principali ruoli protagonistici del repertorio romantico; alcune delle opere che ha eseguito
sono: Le Nozze di Figaro, I Puritani, La Traviata, Il Trovatore, Rigoletto, Ernani,La Bohème, Il Barbiere di Siviglia,
Carmen, Lucia di Lammermoor, Don Pasquale, La Romanziera, Pagliacci, Turandot, Cavalleria Rusticana, Le Villi,
Madama Butterfly, Simon Boccanegra, I Vespri Siciliani, Manon Lescaut, Fedora, Il Marchese di Roccaverdina,
Carmina Burana, Sinfonia n.9 di Beethoven.
Si è esibito in alcuni dei più importanti Teatri D’opera in Italia e all’estero, tra i quali: il Teatro dell’Opera di Roma,
Rossini di Pesaro, Regio di Torino, Chiabrera di Savona, Grande di Brescia, Petruzzelli di Bari, il Rendano di
Cosenza, Teatro Carignano di Torino, il Festival Puccini di Torre del Lago, il Sociale di Rovigo, il Municipale di
Piacenza, Dell’Aquila di Fermo, Civico di Vercelli, Corte Malatestiana di Fano, Ente Luglio Musicale Trapanese,
Bunkamura di Tokyo, Stadttheater di Giessen, Theatre du Casinò di Ginevra, Palacio Congresos di Granata, Teatro
Principale di Zaragoza, Lisbona, Barcelona, Parigi, Aviles, Burgos, Korea.
È presente in varie incisioni discografiche: per la casa discografica Bongiovanni, Pasqua Fiorentina di I. Capitanio,
Elvida e La Romanziera di G. Donizetti, In Filanda di P. Mascagni, Messa Solenne di A. Mazzucato. Per la casa
discografica Chicco Classic ha inciso il Requiem di G.Faurè, e per la Niccolò Le Villi di G. Puccini.
Fra gli altri, ha collaborato con artisti come Andrea Bocelli, Cecilia Gasdia, Maria Dragoni, Vincenzo La Scola, Nicola
Martinucci, Barbara Hendricks, Renato Bruson, Katia Ricciarelli.
Recentemente ha cantato ne Il Barbiere di Siviglia in Piemonte e nei Carmina Burana all’auditorium del Divino Amore
a Roma. A maggio 2005 ha vinto il concorso internazionale di canto Battistini di Rieti e prossimamente sarà impegnato a Benevento per La Bohème.
LUCA TITTOTO Basso
Nato ad Asolo (Treviso) nel 1971 dopo i primi studi musicali compiuti nella sua città
ha frequentato vari corsi di interpretazione vocale tenuti da illustri Maestri perfezionandosi poi con il tenore Beniamino Prior.
Ha partecipato più volte a prestigiosi Festival (Schladmingher Musiksommer, Festival
dell’Aurora Crotone, Asolo Musica) esibendosi in particolare nel repertorio sacro e oratoriale (Petite Messe Solemnelle di G. Rossini Grande Messa in Si minore e Passione Secondo
S. Giovanni di J.S. Bach, The Messiah di G.F. Haendel, Das Berliner Requiem di K. Weil, Te
Deum di M. A. Charpantier, Requiem di W. A. Mozart) con l’Orchestra da Camera di
Padova e del Veneto diretta dal M° H. Shelley.
Ha inoltre inciso nel 1999 per la Sarx Record di Milano il Vespro per la festa della Sensa
di L. Valvasensi.
Ha collaborato con il Teatro Olimpico di Vicenza nel 1997 nell’ambito del progetto
Costruiamo Un’Opera, cantando il ruolo del Ciambellano nell’opera per bambini Lo scoiattolo in Gamba di N. Rota e
nel 1999 prendendo parte a L’Opera delle Filastrocche di V. Savona.
Con l’Orchestra Giocosa del Friuli Venezia Giulia ha debuttato nel ruolo di Ubertone ne La Serva Padrona di G. B.
Pergolesi oltre a Don Annibale ne Il Campanello dello Speziale di G. Donizetti, Il Preposito ne Il Sasso Pagano di G.
Viozzi, Il Maestro nell’opera Da Capo di G. Giani Luporini.
Risultato più volte idoneo alle selezioni per Artisti del Coro svolte alla Fondazione Teatro Lirico G. Verdi di Trieste
collabora con lo stesso teatro anche come solista, eseguendo nel 1998 gli Spanisches Liderspiel op. 74 di R. Schumann
e nelle stagioni successive ha svolto ruoli di comprimariato in importanti produzioni tra cui Peter Grimes di B. Britten
diretto dal M° W. Bozic, Hamlet di H. Thomas diretto dal M° J.Y. Ossonce, Alcina di G.F. Haendel diretto dal M° F. M.
Bressan.
Nella Stagione Lirica 2004-2005 ha inoltre ricoperto i ruoli di Un Lakkè in Ariadne auf Naxos di R. Strauss diretto dal
M° S.A. Reck, Un Nobile in Lohengrin di R. Wagner diretto dal M° G. Neuhold e un Servo e un Sicario in Macbeth di
G. Verdi diretto dal M° E. Boncompagni.
ALESSIA NADIN mezzosoprano
Inizia la sua formazione musicale studiando pianoforte sotto la guida del M° Danilo
Zeni e conseguendo il “Compimento inferiore di pianoforte”. Avvicinatasi già al canto
grazie alla M.a Mariagrazia Biancolin e successivamente iscrittasi al Conservatorio “B.
Marcello” di Venezia, nel Giugno del 2003 si diploma in Canto Lirico con il massimo dei
voti, sotto la guida della M.a Stella Silva.
Ha preso parte a master classes presso l’Accademia Musicale Serenissima di Sacile con
la M.a Stella Silva e a Venezia con il M° Maurizio Arena. Nel maggio del 2003 esordisce
con l’intermezzo in musica “La Canterina” di F. J. Haydn, nel ruolo di Apollonia, svoltasi al Teatro Piccolo Arsenale a Venezia.
Nello stesso anno partecipa, nel ruolo di Lisetta, al dramma giocoso “Il caffè di
Campagna” di B. Galuppi svoltosi nel Palazzo Ca’ Rezzonico a Venezia.
Nel 2004 è tra i quattro finalisti, premiati con una Borsa di Studio e con dei Concerti
Premio, al Concorso “La fabbrica delle note” di Padova.
A Pieve di Soligo è Ines ne “Il Trovatore” di G. Verdi e a Venezia è Livietta ne “La partenza e il ritorno dei marinai” di
B. Galuppi.
Nello stesso anno, presso il Teatro G. Donizetti di Bergamo, partecipa alla Conferenza-Concerto per la presentazione
della nuova partitura dell’opera “Don Sébastien” di G. Donizetti ricoprendo il ruolo di Zayda.
Nel 2005 è finalista al Concorso “Comunità Europea” 2005 per giovani cantanti lirici indetto dal Teatro Lirico sperimentale “Adriano Belli” di Spoleto (PG) e ritenuta idonea.
Nel maggio del 2005 interpreta, dall’opera “La Cenerentola” di G. Rossini, il ruolo di Angelina al teatro Malibran di
Venezia.
È stata inoltre impegnata in concerti di musica sacra tra cui si segnalano gli “Inno e Responsori per il Natale” di G. A.
Perti, la Messa in C/C Major KV220 di W. A. Mozart e lo “Stabat Mater” di G. Pergolesi eseguito con l’orchestra
“Ensamble Serenissima” di Sacile.
Si segnala inoltre un’intensa attività concertistica di Musica da Camera (W. A. Mozart, M. Ravel, A. Webern, I. Stravinskij,
G. Fauré...).
Attualmente si sta perfezionando con il M° Beniamino Prior.
MIRKO QUARELLO
Nel 1997 entra al Conservatorio “A. Steffani” di Castelfranco Veneto nella classe del
maestro Adriano Tomaello, per poi proseguire gli studi con Cristina Mantese, con la
quale si diploma nell’autunno 2003 al Conservatorio “J. Tomadini” di Udine con il massimo dei voti, attualmente allievo del maestro Sherman Lowe.
Nel 1999 debutta con “Elisir d’Amore” di G. Donizetti nel ruolo di Dulcamara e all’interno dell’istituzione ha partecipato alla realizzazione de “lo Scoiattolo in gamba” di N.
Rota e de “La Traviata” di G. Verdi.
Nel 2002 ha sostenuto il ruolo di Valerio ne “Il Fanatico in Berlina” di G. Paisiello con la
direzione di Elisabetta Maschio e la regia di Enzo Dora al Teatro del Bibiena di Mantova.
Nell’ottobre 2003 interpreta il ruolo di Virgilio ne “Antinesca”, opera semiseria contemporanea di Giulia D’Andrea, con la regia di Rosalba Trevisan al Teatro Arsenale di
Venezia.
Nel gennaio 2004 interpreta il ruolo di Quince nell’opera “A Midsummer Night’s
Dream” di B. Britten con la direzione di Jonathan Webb e la regia di Lindsay Kemp nei teatri di tradizione quali Teatro
di Livorno, Teatro del Giglio di Lucca e Teatro di Pisa.
Nel maggio 2004 interpreta il ruolo del Conte Robinson nell’opera “Il Matrimonio Segreto” di D. Cimarosa con la direzione di Angelo Guaragna e la regia di Lorenza Codignola al Teatro Gustavo Modena di Genova, ripreso a settembre e
rappresentato a San Pietroburgo nel “IV International Conservatoire Week Festival”.
Nel luglio 2004 interpreta il ruolo di Betto nel “Gianni Schicchi” di G. Puccini a Pergine con la direzione di Pietro
Borgonovo e la regia di Eric Vigié.
ORCHESTRA DELLA SOCIETÀ FILARMONIA
L’Associazione “Società Filarmonìa” è sorta nel 1998 con lo scopo di promuovere la cultura musicale e proporre concerti di alto profilo artistico riunendo esperienze e competenze musicali diversificate. Musicisti operanti nelle maggiori orchestre italiane sono quindi entrati a far parte di una struttura assai duttile, al fine di assicurare la presenza
di esecutori di elevato livello e di offrire opportunità ai talenti emergenti, sia in qualità di solisti che di membri dei
due organici sinfonici costituitisi al suo interno, l’Orchestra della Società Filarmonia e “I Virtuosi di Aquileia”. La
Società Filarmonia ha promosso importanti stagioni concertistiche, dapprima, tra marzo e aprile 1999, Mozart,
Concerti e Sinfonie al Teatro Nuovo “Giovanni da Udine” di Udine, cinque appuntamenti che hanno ottenuto il prestigioso patrocinio dell’Internationale Stiftung Mozarteum Salzburg, progetto a cui è affiancata una successiva edizione tra gennaio e maggio 2001, ancora al Teatro Nuovo di Udine, seguita da una terza edizione, nel maggio 2001,
culminata nel concerto inserito nel cartellone 2000-2001 della Società dei Concerti di Parma. Nel maggio 2000 è
stato varato il progetto culturale Musica per il Friuli 2000, ricerca d’archivio, trascrizione ed esecuzione, spesso in
prima assoluta, di pagine del repertorio sinfonico e sinfonico-vocale di autori friulani, giuliani ed istriani. I tre
concerti tenuti al Teatro Nuovo “Giovanni da Udine” nel maggio 2000 e nel marzo 2003, gli appuntamenti al
Teatro “Adelaide Ristori” di Cividale del Friuli nel novembre 2000, presso la Chiesa di S. Francesco di Cividale
del Friuli e la Sala Maggiore del Mozarteum di Salisburgo nel giugno 2001, e le esecuzioni di pagine sacre in
diversi contesti liturgici presso il duomo di Udine e il duomo di Pordenone, la basilica di Aquileia e l’abbazia di
Rosazzo (Manzano), hanno riportato alla luce pagine dimenticate dei più importanti compositori della Regione
Friuli-Venezia Giulia, contribuendo notevolmente all’attuale dibattito sulla cultura e l’arte in Friuli negli ultimi
due secoli. La Società Filarmonia è stata altresì protagonista di numerosi appuntamenti concertistici di grande
rilievo, tra i quali vanno ricordati il concerto inaugurale della stessa, tenuto nell’ambito del cartellone Udine
d’Estate 1998, il “Grande Concerto d’Estate” per Udine d’Estate 1999, i concerti udinesi per il “FAI - Fondo per
l’Ambiente Italiano” del 1998 e 1999, Rossiniana in collaborazione con “Friuli Doc 1999”, il programma mozartiano presentato nel novembre 1999 nell’ambito del prestigioso cartellone concertistico del Teatro Regio di
Parma, il concerto inserito nella stagione musicale del Teatro Nuovo “Giovanni da Udine” di Udine nell’aprile
2000, l’omaggio a Giuseppe Verdi nel centenario della scomparsa, concerti sinfonico-vocali tenuti nel luglio 2001
all’Arena Alpe Adria di Lignano Sabbiadoro, Udine per il cartellone di Udine d’Estate, Aquileia e Klagenfurt, il
concerto per la Croce Rossa Italiana al Teatro Nuovo di Udine nel novembre 2001, il progetto per l’estate 2002,
“I’ mi trovai, fanciulle, un bel mattino..., Un itinerario nella fiaba musicale”, interpretato da Paolo Villaggio, il progetto per l’estate 2003, “Mediterraneo, Un itinerario fra poesia, canzone d’autore e…”, al quale hanno partecipato
le voci di Pamela Villoresi e Omero Antonutti, il concerto svolto nell’ambito del “Mittelfest” di Cividale del
Friuli, edizione 2003, il progetto Suite 1797, dedicato alla figura di Napoleone in Friuli e ai compositori contemporanei Valter Sivilotti, Marco Sofianopulo e Daniele Zanettovich, progetto inserito nel cartellone 2003-2004 del
Teatro Nuovo “Giovanni da Udine” di Udine, il Concerto-intervista “Omaggio del Friuli a Fellini” del 23 settembre 2004 con musiche di Rota. Bacalov, Plenizio eseguite da “I Virtuosi di Aquileia”, con l’intervista all’attrice
Sandra Milo curata dalla giornalista Gloria De Antoni. Il 20 maggio 2005 l’Orchestra ha riscontrato un notevole
successo nell’esecuzione dell’Opera inedita di Walter Sivilotti “Cagion d’Onore” in cartellone 2004-2005 al Teatro
Nuovo Giovanni da Udine.
Il Consiglio d’Amministrazione dell’Associazione Società Filarmonia è così formato:
Christiano Sacha Fornaciari
Presidente
Gabriele Damiani
Vice Presidente
Paolo Alberto Amodio
Consigliere
Emanuela Benedetti
Consigliere
Paolo Braida
Consigliere
Paolo Marin
Consigliere tesoriere
Mario Miconi
Consigliere
CORO DEL FRIULI VENEZIA GIULIA
Il Coro del Friuli Venezia Giulia ha debuttato presso il Teatro Nuovo di Udine nel gennaio del 2001. Negli ultimi
anni, in formazione cameristica, ha collaborato con due grandi jazzisti, John Taylor e John Surman, nell’oratorio
Proverbs and Song presentato a Udine, Modena e Ruvo di Puglia. Nello stesso periodo, ha partecipato ad un lavoro
di rivisitazione di musiche popolari friulane rilette dal musicista jazz Glauco Venier con la collaborazione del saxofonista Klaus Gesing e del trombettista Enrico Rava, lavoro quest’ultimo registrato su CD.
Nei successivi anni il coro ha proposto un repertorio che va dalla musica rinascimentale a cappella fino alle grandi
pagine sinfoniche. Da segnalare il Dixit Dominius di Haendel, la Johannes Passion e molte Cantate di Bach con
l’Orchestra Barocca “G. B. Tiepolo”, una tournèe con programma interamente dedicato alla policolorità e alla musica per doppio coro, la Petite Messe Solennelle di Rossini nella versione per due pianoforti e in quella orchestrale con
la Junge Phiharmonie Wien, i Chichester Psalms di Bernstein, il Gloria di Vivaldi, la Grande Messa in do minore di
Mozart con l’Orchestra Sinfonica del FVG. Ha inoltre preso parte, spesso inaugurandoli, a stagioni e festival musicali tra i quali Carniarmonie, Nei Suoni dei luoghi, Estate in città, Natale in musica, Talos Festival di Ruvo di Puglia,
Festival Monteverdi di Cremona, Concerti Sacri nel Duomo di S. Stefano a Vienna. L’altro Suono del Teatro
Comunale di Modena, Amici della Musica di Padova.
Il 26 novembre 2002, in occasione dell’Anno Internazionale della Montagna, il coro, in formazione virile ha cantato,
in diretta Eurovisione dal Monte Lussari, collegato via satellite con l’Orchestra Sinfonica di Pecs (H) che suonava in
Sala Nervi alla presenza di Papa Giovanni Paolo II. In collaborazione con l’Orchestra Barocca “G. B. Tiepolo” nasce
il progetto del coro che si prefigge l’obiettivo di eseguire tutte le oltre 200 Cantate di J. S. Bach nel corso degli anni,
progetto a cui hanno già preso parte artisti quali Emma Kirkby e Gustav Leonhardt. Il coro tiene circa 30 concerti
l’anno suddivisi in 10 produzioni diverse ed è stato diretto da Enzo Rojatti, Paolo Paroni, Paolo Faldi, Davide De
Lucia, Davide Pitis, Francesco Belli, Paolo Pollastri, Michael Lessky, Ernst Hoetzl, Howard Moody, Gustav Leonhart.
Il maestro del coro fin dalla sua fondazione è Cristiano Dell’Oste
ALFREDO BARCHI
Titolare dal 1989 della cattedra di Esercitazioni Orchestrali presso il Conservatorio
“J. Tomadini” di Udine, si è diplomato in oboe presso il Conservatorio “G. B.
Martini” di Bologna con il M° Siviero ed ha svolto attività concertistica con il
Sestetto Poulenc. Nel 1979 è stato premiato al 2° Concorso Internazionale di Ancona
ed è stato invitato al Festival Internazionale di Langeais. Tra le registrazioni effettuate si annoverano “Un concerto per domani”, trasmesso sulla 1° rete nazionale a
cura di G. Carli Ballola e, per “Nuovi Concertisti”, sulla 3° rete R.A.I.
In seguito ha scelto la strada della direzione d’orchestra ed ha studiato con il M°
Masini, collaborando con Daniel Oren per l’allestimento di Lucia di Lammermoor al
Teatro Regio di Parma, indi per Adriana Lecouvreur al Teatro La Fenice di Venezia. La
sua prima direzione risale al 1984 al Teatro dell’Aquila di Fermo con il Requiem di
Mozart. Dal 1991 al 1996 è stato direttore artistico e direttore principale
dell’Orchestra Filarmonica di Udine, alla direzione della quale ha eseguito il maggiore repertorio sinfonico, Don Pasquale (1995) e La Bohème (1996).
Per il ventennale del terremoto in Friuli ha diretto il Requiem di Luigi Cherubini, trasmesso sulla 1° rete nazionale. Nel 1998 è stato tra i fondatori di Società Filarmonia, di cui è direttore artistico e direttore d’orchestra principale per tutti i progetti concertistici promossi ed organizzati dalla stessa.
NICOLA PASCOLI
Dopo aver studiato pianoforte ed aver conseguito la maturità liceale ad indirizzo
musicale, inizia lo studio del canto al Conservatorio “Benedetto Marcello” di
Venezia, nella classe del Maestro Franco Ghitti e, in seguito, si diploma al
Conservatorio “Jacopo Tomadini” sotto la guida di Elena De Martin con il massimo
dei voti e la lode. Successivamente si perfeziona nello studio della tecnica e dell’interpretazione vocale sotto la guida del Maestro Beniamino Prior.
È finalista al 54° Concorso “Comunità Europea” per giovani cantanti lirici di
Spoleto, dove partecipa alla stagione del Teatro Lirico Sperimentale debuttando nell’opera “Carmen” di Bizet.
Nel 2001 prende parte al progetto “L’Arte della Fuga” curato dal Maestro Luciano
Berio, eseguendo in Italia e all’estero (Francia, Inghilterra, Olanda), composizioni di
autori contemporanei in prima assoluta. Al concorso As.Li.Co. di Milano, ha vinto
l’idoneità al ruolo principale per l’opera “Idomeneo” di Mozart, cantando la medesima opera nel Circuito dei Teatri Lombardi (Como, Cremona, Brescia, Pavia) e in Francia, nei Teatri d’opera di
Vichy e Parigi-Massy, ottenendo significativi consensi da parte della critica.
Si è anche avvicinato allo studio della musica barocca esibendosi nell’opera “La caduta de’ decemviri” di
Alessandro Scarlatti al Festival di Barga ed al Teatro dei Rozzi di Siena. Recentemente, ha partecipato alla produzione dell’“Alceste” di C. W. Gluck al Teatro Regio di Parma, sotto la direzione di Bruno Bartoletti. Inoltre, ha frequentato a Milano i corsi internazionali di alto perfezionamento di direzione d’orchestra tenuti dal Maestro Julius
Kalmar.
ANTONIO PETRIS
Inizia gli studi musicali al Conservatorio di Udine; contemporaneamente si diploma
all’Accademia d’Arte Drammatica in Recitazione e consegue il Diploma di Laurea in
Conservazione dei Beni Musicali. Si trasferisce a Londra, dove ha modo d’avvicinarsi al teatro musicale in qualità di aiuto regista. Ritornato in Italia collabora all’allestimento di numerose opere, tra le quali: Turandot, La Traviata, Rigoletto, Il Trovatore,
Aida, Carmen, Lucia di Lammermoor.
Dal 1998 firma le sue prime regie: Rigoletto, La Traviata, Il Barbiere di Siviglia,
Trovatore, Nabucco, Tosca, Hymnus (Teatro dell’opera di Maribor, in collaborazione
con il compositore).
Nel 2002 firma Die Zauberflote (regia, scene e costumi) Teatro Municipale di Grenoble
(Francia); Carmen Teatro Le Manège, La Roche sur Yon (Francia), Nabucco e Carmen,
Francoforte (Germania). Nel gennaio 2003 collabora con Denis Krief, all’allestimento dell’opera Un ballo in maschera nel Teatro comunale di Bologna e alla ripresa, nei
teatri di Ferrara, Reggio Emilia, Piacenza e Modena. Successivamente allestisce Aida per il Teatro dell’opera di stato
di Plovdiv, Nabucco e Aida per il Festival di: Monschau, Schwentzingen, Heidelberg e Berlino. Nel 2004 firma regia
e scene per La serva padrona di G. B. Pergolesi e Il telefono di G. Menotti, Francia. Collabora nuovamente con Denis
Krief nell’opera Lucia di Lammermoor di G. Donizetti, per il Teatro comunale di Cagliari. Nel 2005 firma regia scene
e costumi per: Idomeneo di W. A. Mozart, Teatro Csokonai, Debrecen Ungheria. Insegna Arte scenica al Conservatorio
e all’Università di Como.
FILIPPO GUGGIA
Figlio d’arte, nasce a Vienna il 26 febbraio 1972.
Studia varie discipline artistiche quali: la danza, la musica, la recitazione, il canto.
Come assistente alla regia debutta nel 1990 con Madama Butterfly al “Dallas Opera House”, poi con Boheme ed Elisir
d’amore a Udine.
Nel ’95 firma la regia di Don Pasquale per l’orchestra Filarmonica di Udine.
Dopo un anno apre la sartoria teatrale F.G.TEATRO focalizzando la propria attenzione sui costumi, produce e fa
assistenza a vari spettacoli quali: Elisir d’Amore, Butterfly, Ritratto, Traviata, Tosca, Andrea Chenier, oltre alla produzione operistica, disegna e crea costumi storici.
Firma di spettacoli di prosa, fa l’assistente di sartoria al Teatro Nuovo di Udine e agli enti ed agenzie di produzione locali e nazionali.
Nel 2001 realizza e firma i costumi per Il Gabbiano (A.Cecov) regia di E.Nekrosius, per il Teatro Stabile
d’Innovazione del Friuli Venezia Giulia, ne segue la tournee nazionale.
Nel 2002, firma e realizza i costumi per Sogno di una notte….del 45, regia di G. Bonanni per l’Accademia degli
Sventati, che partecipa al Mittelfest di Cividale del Friuli.
Alla fine del 2003 realizzerà e firma i costumi dell’opera: Don Pasquale (G. Doninzetti) nell’ambito dell’allestimento per il concorso Battistini nella città di Rieti e per il Comune di Carrara nel 2004.
Da settembre 2004 comincia la collaborazione con la sartoria FARANI di Roma, per la quale lavora a prestigiose
messe in scena di Franca Squarciapino - VESPRI SICILIANI al teatro Massimo di Palermo, TRISTANO ED ISOTTA
al teatro San Carlo di Napoli, LE GENIE DE LA FORETE al teatro Studio24 di Lione, CELEBRATION al teatro
RondPoint di Parigi .
Nell’estate 2005, in Friuli, firmerà i costumi di BARBIERE DI SIVIGLIA, regia scene e costumi per DON
PASQUALE e costumi per un adattamento in commedia dell’arte delle BARUFFE CHIGGIOTTE.
SARTORIA FARANI
La Sartoria “FARANI” viene inaugurata a Roma, nella sede storica di V.le Mazzini, nel
Settembre 1962.
Piero Farani, parmigiano di nascita, dopo un apprendistato prima, collaborazione poi presso
la Sartoria Anna Mode, decide di mettersi in proprio supportato dai molteplici impegni dall’amico Danilo Donati e dall’atmosfera elettrica del momento storico.
Sono i magici anni ’60, si creano i costumi per i più svariati settori dello spettacolo.
La televisione produce memorabili trasmissioni: Studio Uno, Scala Reale, Canzonissima,
tutte con firme prestigiose come lo stesso Donati, Folco, Colabucci.
Ancora indimenticabili sceneggiati come “Leonardo”, “I Camaleonti”, ecc.
Negli stessi anni Donati collabora con i più grandi registi italiani: Pasolini, Zeffirelli (Oscar
’68 ai costumi per “Giulietta e Romeo”), Fellini (Oscar ’76 per “Casanova”), Lattuada e molti
altri.
“La Bibbia” di J. Huston e “Barbarella” di Vadim, sono solo alcuni titoli di film usciti dalla
Sartoria Farani.
Gli anni ’80 e ’90 sono caratterizzati da un intensificarsi di impegni teatrali e lirici con i più
importanti Teatri del mondo, grazie a preziose collaborazioni con grandi costumisti: Ezio
Frigerio e Franca Squarciapino, Lele Luzzati e Santuzza Calì, Mauro Pagano e tanti tanti altri.
Fin dal suo arrivo a Roma, Farani inizia a collezionare abiti autentici che vanno dalla metà
del ‘700, fino alle grandi sartorie di alta moda degli anni ’50 e ’60.
Prima di andarsene ha lasciato al C.S.A.C. dell’Università di Parma una donazione di circa
250 abiti che rappresentano i lavori più significativi della Sartoria, nonché una piccola storia
del costume rappresentata dai vari costumisti che vi hanno collaborato.
Si ringrazia:
Pro Loco Fagagna - Pro Latisana - Pro San Vito - Pro Sesto
Beniamino Prior e Enza Ferrari per la gentile collaborazione artistica
CIRCOSCRIZIONI
del Comune di Udine
Comune
di San Vito al Tagliamento
UDINESTATE
2005
CAMERA DI COMMERCIO
INDUSTRIA ARTIGIANATO
E AGRICOLTURA
DI UDINE
Comune
di Latisana
Comune
di Fagagna
Comune
di Fiume Veneto
Centro Full Service
Comune
di Sesto al Reghena