musica 35.indd - La voce del popolo

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De delectatione, oder eine schauspiel
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5 • Mercoledì, 28 genna
di Patrizia Venucci Merdžo
Gentili lettori,
in queste fredde giornate invernali tutte spifferi maligni
ed aspre raffiche di bora, mi ritrovo a riflettere - nel mio
angolino preferito davanti ad una tazza di tè fumante - sul
dilettantismo in genere e, “en passant”, sull’attività amatoriale quale veicolo di perpetuamento dell’identità culturale,
umana e nazionale della CNI.
Il mondo dilettantistico genuino sarebbe composto “ da
soggetti che si dedicano all’attività artistica per il soddisfacimento d’ interessi prettamente culturali, di mero svago,
folcloristici e di solidarietà, senza alcun fine di lucro, senza
carattere di professionalità ancorché con perizia, talento
e abilità...” recita una definizione in odore di giuridicità a
proposito dei disinteressati cultori del Bello (ammesso che
oggi questo concetto esista ancora).
I termini dilettante - dilettantismo, o se preferite, amatore - amaterismo, (il secondo sembra suggerire una connessione più vicina all’amore che al diletto e quindi pare
contenere una corda semantica più profonda) di per sé non
sottintendono, né impongono limiti circa la “qualità” dell’attività che si svolge per diletto.
“Per diletto”, o per “amore” composero Borodin (chimico di professione), Rimski-Korsakov (marittimo), “dilettante” fu Mussorski, e, incredibile ma vero, grandi autodidatti furono praticamente Paganini e Chopin, come non
pochi altri maestri che tessero il percorso della storia della
Musica, assieme a mecenati illuminati che delle arti e delle
scienze fecero il proprio diletto (una razza completamente
estinta).
Considerando il dilettantismo “in micro” devo prendere atto che amatori - seguaci dell’arte di Euterpe a Fiume
furono pure l’industriale violinista (compositore) Enrico – Hinko Simonich che a scopo benefico teneva concerti nelle principali città della “defonta” Austria-Ungheria
riscontrando incondizionati successi di critica e pubblico;
come furono concertisti dilettanti gli industriali ed i professionisti di successo che fondarono la Società di Concerti di
Fiume facendosi pure protagonisti di serate musicali di li-
vello. E ancora la Filarmonica di Fiume, la Corale fiumana, i cori delle varie chiese ( la Schola Cantorum dei Cappuccini inaugurò la chiesa superiore con la “Missa Papae
Marcelli” a sei voci (!) di Palestrina), l’Orchestra sinfonica
del Silurificio... Da non dimenticare la fitta rete di Società
Filarmoniche, di bande d’ottoni, di corali ecc. che con tanto di statuto ed istruiti da ottimi maestri operavano nelle cittadine dell’Istria facendosi portatori di un messaggio di civiltà e di una nobilitante ricchezza spirituale. Ed erano tutti
dilettanti! Ed operavano tutti mossi dall’amore per l’Arte e
da un anelito volto all’ ascendente.
Quindi, alla luce di tutta questa tradizione di amaterismo musicale nostrano di ottimo livello, mi ha lasciata alquanto perplessa una dichiarazione, proveniente qualche
tempo fa dalla CI di Fiume, secondo la quale, non so più
quale maestro – in riferimento ad uno dei complessi corali
della CI - avrebbe preteso “un po’ troppo da una compagine di dilettanti”. Il diapason qualitativo del dilettantismo è
estremamente ampio e dilatabile; si va dalla “cantada” alla
buona fino alle compagini che fanno concorrenza, magari
superandole, alle formazioni di professionisti.
Ci si può adagiare sul mero folclore, sullo svago passatempo, oppure impegnarsi a volte in programmi anche più
consistenti con appagamenti e riconoscimenti notevoli, per
gli esecutori in primo luogo. Dipende tutto dai criteri, dai
gusti, dagli strumenti di sapere dei maestri come pure dalla
capacità e passione dei musici amatori.
Con tanti auguri di ulteriori felici raggiungimenti a tutti
i nostri bravi dilettanti “brindiam, brindiam nei lieti calici”!
Sempre Vostra
2 musica
Mercoledì, 28 gennaio 2009
UNIVERSITANDO Bashkim Shehu del Dipartimento di Musica della Facoltà di Filo
Il risveglio della scena m
di Daria
Deghenghi
Docenti prestigiosi
Sono tre, in nuce, le condizioni che si rende necessario soddiPOLA - Se gli ultimi due sfare quando si tratta di imbastire
anni hanno sortito una svolta ex novo un corso di laurea. Pridecisiva per il mondo accade- ma fra tutte quella di assicurare
mico polese (la fondazione del- un personale docente altamente
l’Università degli studi di Pola qualificato e possibilmente rino“Juraj Dobrila” risale appunto mato. Ed è su questo fronte preal dicembre 2006), il prossimo
sarà indubbiamente l’anno della svolta all’interno del Dipartimento di musica della Facoltà di Lettere, che sta per aumentare il numero dei suoi corsi di
laurea in funzione di un risveglio della scena pedagogicomusicale e concertistica polese
e istriana che generazioni di solisti e docenti hanno solo potuto sognare.
Anno accademico
nuovo musica nuova
Frederik Lips di Mosca, quest’ultimo attualmente il più quotato
docente e concertista di fisarmonica classica al mondo. Entrambi
svolgeranno lezioni a turni in veste di docenti straordinari in virtù dei rispettivi contratti con scadenza tra cinque anni.
Un’altra delle tre condizioni
necessarie è la domanda dell’am-
Bashkim Shehu
Per i prossimi anni si conta
di promuovere una serie di scambi
tra studenti e docenti con il College
dell’Ohio con il quale la “Juraj
Dobrila” è in attesa di stipulare
un contratto interuniversitario di
lungo respiro
A colloquio con il responsabile del dipartimento,
Bashkim Shehu, compositore
e docente ordinario dell’ateneo
Tra i docenti
il pianista
Eugen Inđić,
professore
universitario
a Parigi, il
violoncellista
russo Tonka
e Lidija Horvat
Dunjko,
soprano,
per il corso
di canto
polese, titolare della cattedra di
composizione, si scopre così
che ai due corsi, per così dire
“storici”, di pedagogia musicale e fisarmonica classica, “il
Dipartimento si sta accingendo
ad affiancarne altri tre e precisamente un corso di laurea in
pianoforte, uno per strumenti ad arco e un terzo infine di
canto. Il percorso burocratico
che porterà alla loro fondazione non è breve, e prevede, dopo
una decisione preliminare del
senato universitario, un iter di
vaglio in seno al Ministero della scienza e un’approvazione
definitiva da parte del Consiglio nazionale dell’Università.
Siccome però la fase preparatoria risulta essere a buon punto, Shehu sostiene che le prime
iscrizioni e lezioni potrebbero
decollare già in concomitanza
con l’inizio del prossimo anno
accademico”.
L’orchestra sinfonica è in costante crescita
cisamente che sono stati compiuti passi da gigante. Tra i nomi ormai “sicuri” figurano un pianista
e docente del calibro di Eugen
Inđić, professore universitario a
Parigi, ma anche il violoncellista russo Tonka e Lidija Horvat
Dunjko, soprano, per il corso di
canto, altri due docenti dell’Accademia di Zagabria per violino
e pianoforte e due ancora di Torino, dei quali Shehu per il momento preferisce non fornire i
nominativi dal momento che le
trattative sono tuttora in corso.
Fatto sta che tra breve a Pola si
potrà studiare anche canto, pianoforte, violino e violoncello, e
in un momento successivo anche
contrabbasso e viola. Per il corso
di fisarmonica classica si contano
inoltre altri due acquisti di spessore: Elzbet Moser di Hannover e
Dopo il successo dei concerti
di Natale e Capodanno
l’orchestra sinfonica non può
che guardare in alto, nella
direzione di un sempre più sottile
perfezionamento
La fame cronica di musica la si percepisce a teatro,
tuttora monco di un coro e di un’orchestra sinfonica,
e nelle sale concertistiche, spaventosamente deserte
per tutto l’anno fuorché, eccezionalmente,
in dicembre, ma anche all’università stessa,
che più di ogni altra istituzione vive drammaticamente
una incontestabile povertà spirituale
biente sociale per laureati di questo profilo. “Una domanda tanto
più marcata quanto più frustrata,
al punto da essersi trasformata ormai in fame cronica di musicisti di
professione. La si percepisce a teatro, tuttora monco di un coro e di
un’orchestra sinfonica, e nelle sale
concertistiche, spaventosamente
deserte per tutto l’anno fuorché,
eccezionalmente, in dicembre,
ma anche all’università stessa, che
più di ogni altra istituzione vive
drammaticamente questa povertà
spirituale incontestabile” dichiara Shehu.
Terza ed ultima condizione necessaria è la disponibilità ambienti atti ad accogliere le lezioni. Anche su questo fronte il senato dell’ateneo ha provveduto destinando
al Dipartimento la sede abbandonata dell’ex reparto di neurologia
del vecchio ospedale cittadino che
l’amministrazione regionale ha
ceduto per farci alloggiare il futuro campus universitario polese.
Attualmente l’edificio è in attesa
di ristrutturazione. In ogni caso,
notevoli sono stati gli sforzi profusi ai fini di un potenziamento
radicale del dipartimento che, su
disposizioni del rettore Marčelo
Dujanić, procede a ritmo incalzante in quanto “prioritario” a tutti gli
effetti.
“Attualmente all’ateneo di
Pola sono attive due orchestre
(una sinfonica di una cinquantina di elementi, e una di fisarmoniche, tra i 30 e i 35 elementi) ed
un coro misto diretti da Miroslav
Homen e Denis Modrušan, ma
anche una serie di complessi da
camera che costituiscono l’ossatura del Centro musicale fondato
in seno al dipartimento. Coro e
orchestre hanno tenuto nella sera
di San Silvestro, alla Casa delle
forze armate, il loro primo concerto di Capodanno che si spera
diventare tradizionale e segno distintivo della futura produzione
concertistica di musica classica
polese”. Si sono esibiti in veste
di solisti Lidija Dunjko Horvat,
Ronald Braus e Sofija Cingula,
nell’esecuzione di un repertorio
di tradizionale impostazione festiva che vuole i valzer di Strauss
e le più celebri arie e i duetti operettistici in primo piano. Domanda d’obbligo: quanto è “robusto”
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Mercoledì, 28 gennaio 2009
sofia di Pola: prossimamente corsi di laurea di pianoforte, archi e canto
usicale polese e istriana
L’Orchestra di fisarmoniche eccelle in ambito internazionale
proprio cancello. Sono in corso
infatti i preparativi per un grande
tour mondiale dell’Orchestra di
fisarmoniche che è una delle più
stimate al mondo in virtù dei numerosissimi primi e secondi posti
a tutte le competizioni internazionali che contano. In agenda dal 15
maggio all’8 giugno del 2009, la
nuova tournée toccherà finalmente anche Nuova Zelanda, Australia e Stati Uniti d’America. Sempre in estate, e precisamente dal
10 luglio al 27 agosto 2009, il Dipartimento proporrà una serie di
validi corsi di perfezionamento in
composizione, direzione d’orchestra, fisarmonica classica e can-
Lo scorso anno è decollata la
prima stagione concertistica in
ambito accademico. Il giovedì
sera all’Università Juraj Dobrila
è riservato ai concerti di musica
classica che hanno luogo nell’aula
magna “Tone Peruško” della
Facoltà di Lettere e Filosofia
questo primo complesso orchestrale sinfonico polese? È in grado di sostenere concerti di uno
spessore artistico adatto al nome
che porta? Bashkim Shehu non
ha dubbi. “Pure essendo alle prime armi, l’orchestra universitaria
di Pola – dice – ha sostenuto cinque esibizioni in pubblico di cui
una, al Duomo, con il Requiem di
Mozart in programma, di un successo notevole tra l’altro suffragato da ottime recensioni. È stato quello il vero banco di prova.
L’esecuzione del Requiem ma
anche altre che l’hanno preceduto, sono state apprezzate per la
produzione impegnativa e un lavoro di filigrana che ne ha caratterizzato lo svolgimento. Ormai
l’orchestra non può che guardare
in alto, nella direzione di un sempre più sottile perfezionamento”.
Lo scorso anno è decollata
anche la prima stagione concertistica in ambito accademico. Il
giovedì sera all’Università Juraj
Dobrila è riservato ai concerti di
musica classica che hanno luogo
nell’aula magna “Tone Peruško”
Tra i prossimi docenti il soprano Lidija Dunjko Horvat
della Facoltà di Lettere e Filosofia. Vi si esibiscono regolarmente
coro e orchestre, ma anche il trio,
il quartetto e il nonetto di fisarmoniche e il nuovo complesso vocale maschile (klapa) con la partecipazione di ospiti anche illustri
tra cui il pianista Eugen Inđić,
l’orchestra sinfonica dell’Acca-
demia di musica di Belgrado e
altri ancora. L’anno scorso sono
stati realizzati nell’ambito di questo programma ben 27 concerti,
e quest’anno si continua con la
dinamica prestabilita: nei limiti del possibile, un concerto per
settimana. Ma Pola non si accontenta e guarda oltre il limite del
Il Coro del Dipartimento di Musica diretto dal maestro Miroslav Homen
La nuova
tournée
dell’Orchestra
di fisarmoniche,
una delle
più stimate
al mondo,
toccherà
la Nuova
Zelanda,
l’Australia
e gli Stati Uniti
d’America
to. Per realizzare le master class
l’Ateneo chiama in aiuto due rinomati docenti americani: il compositore Larry Smith e Zvonimir
Hačko, compositore e direttore
d’orchestra. Ma i rapporti internazionali del dipartimento non
si esauriscono ancora. Per i prossimi anni si conta infatti di promuovere una serie di scambi tra
studenti e docenti con il College
dell’Ohio con il quale la “Juraj
Dobrila” è in attesa di stipulare
un contratto interuniversitario di
lungo respiro.
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musica
Mercoledì, 28 gennaio 2009
Mercoledì, 28 gennaio 2009
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NEUROMUSICOLOGIA Col monopolio dei media, persuasori occulti determinano l’involuzione della specie. La colonizzazione del cervello tramite messaggi subliminali sonori
La corruzione della memoria neuronica determinerà la Morte della Musica?
di Fabio Vidali
Le ricorrenza di Natale e Capodanno - da non molto trascorse - sono accomunate da un unico
concetto: la celebrazione dell’Inizio. Ovvero, per i credenti, la nascita del Bambinello Gesù e di un’Era
di Salvazione: per gli altri, la con-
impulsi d’esclamazione, rumori domestici ed esterni. Ed anche ciò che
è presente nel nostro DNA. In poche
parole il nostro “vivere” ed il nostro
“vissuto”. E ciò in una misura “totalizzante”, rispetto alla quale anche il
più scrupoloso dei “testamenti notarili” apparirebbe come una pallida e
lacunosa traccia.
Nell’attuale società, basata
sulla globalizzazione della
“comunicazione di massa”,
però, sempre più difficile diventa
esercitare la “libertà di rifiuto”
e di “scelta” dell’ascolto. Volenti
o nolenti, siamo costantemente
bombardati da eventi sonori
assolutamente sgradevoli e privi
di qualsivoglia valore e contenuto
artistico
venzionale nascita del Nuovo Anno,
dopo la dipartita di quello vecchio.
In ambedue le interpretazioni, è ben
sempre la Vita che rinasce attraverso la morte d’un “seme”. Nascita o
rinascita che sia, è sempre una la
loro finalità: esorcizzare la grande nemica, la Morte, celebrando
la sua sconfitta; anzi, la morte del
vecchio anno è addirittura festeggiata, nella speranza che si porti via
anche i suoi immancabili “misfatti”. A quello nuovo si spalancano
entusiastici, speranzosi e rumorosi
“ponti d’oro”. Proprio come quando, in famiglia, nasce un bambino,
subito depositario del duro compito
d’essere da lui (o lei) ripagati delle
nostre sconfitte.
Ma, in tutto questo, che c’entra la
Musica? C’entra, eccome! Perché,
al nascituro, ancora nel grembo materno, comunichiamo ed affidiamo
(senza saperlo) la nostra “memoria
musicale”, fatta di suoni, ritmi, vibrazioni di parole, “timbri”, nenie,
Queste “comunicazioni” al nascituro (come è stato scientificamente accertato) avvengono già negli ultimi 4-3 mesi di gravidanza.
La “Memoria
Neuronica
Le particolari tecniche d’indagine di cui oggi disponiamo, ci consentono di visualizzare le aree della corteccia cerebrale dove hanno
sede le diverse attività mentali, per
esempio il comportamento dell’encefalo, dove hanno sede i Neuroni.
Con Neuroni si definisce un complesso costituito da cellule nervose,
fibre nervose e dalla “arborizzazione” terminale di queste cellule e fibre. I Neuroni si strutturano in base
alle diverse sollecitazioni sonore
che ricevono, divenendo i custodi
(registratori) di tali sollecitazioni
che si accumulano e si conservano
in quella che si definisce come “Me-
moria Neuronica”. Vediamo dunque
come la Musica (dall’individuo nel
grembo, all’individuo “nato e cosciente”) interessi strettamente la
biologìa. Nella creatura ancora in
grembo, tali sollecitazioni avvengono attraverso la mediazione dell’”involucro” materno e riguardano
un ambito prevalentemente “meccanico” filtrato attraverso i riflessi nervosi (automatici e pilotati) dell’or-
te per successive frammentazioni
verso l’acuto che dà origine alla serìe dei “suoni armonici superiori” o
“ipertoni”), sia quella dei “Fluidi”
(“effetto sasso nello stagno”) che dà
origine a frequenze sempre più gravi, ovvero agli “armonici inferiori”
o “ipotoni”, data l’immersione del
nascituro nel liquido amniotico materno: effetto “stagno” che, fino al
parto, sarà prevalente nella “Memo-
Sradicata da un umano ed onesto “vivere” e “vissuto”
ed affidata al suo solo “meccanismo” naturale, anche
la “Memoria Neuronica” può essere trasformata in
“persuasore occulto” ed in prevaricazione subliminale
se sfruttata per interessi commerciali, politici o
ideologici. E su ciò bisogna vigilare
trasformata in “persuasore occulto”
ed in prevaricazione subliminale se
sfruttata per interessi commerciali,
politici o ideologici. E su ciò bisogna vigilare.
Con la forzosa
immersione
nello sgradevole
e nell’innaturale, la
“Memoria Neuronica”
dei nuovi nati
ospiterà sensazioni
sonore sgradevoli,
ripetitive fino alla
nausea, assurde
come i mugolìi e gli
zompi degli scimmioni
primati, avviate
a rifare, in direzione
opposta, la strada
dell’evoluzione
darwiniana
La truffaldina
ripetitività
Appare, a questo punto, fondamentale conoscere i “meccanismi
naturali” che presiedono alla formazione della “Memoria Neuronica” musicale. Essi sono immuni da
qualsivoglia “scelta razionale” ed
eminentemente “conservativi”. La
“Memoria Neuronica” non “sceglie” ma “registra”. L’unico tipo
di “scelta” concessa all’individuo
è successiva al primo impatto e si
può manifestare in due modi: continuare l’ascolto (quando risulti compatibile con quanto già depositato
in memoria), oppure interrompere
È un dipinto astratto? No, è la fantastica selva dei nostri “sensori”...
nalizza pesantemente e grossolanamente (senza distinzione di valori)
la musica “contemporanea” a favore del più “rassicurante” repertorio,
Il linguaggio musicale risulta
primitivizzato. In prospettiva si
andrà sempre più velocemente
verso la morte della Musica
Che pacchia! Mi succhio il ditino ed ascolto Vivaldi nel mio piccolo marsupio caldo!
ganismo cerebralmente “controllato” della madre. Coprono quasi simmetricamente già tutte le frequenze
dei suoni (alta, media e bassa). Ma
anche questa “mediazione materna”
meccanica si serve di “vie d’accesso” fra loro diverse: fondamentalmente quella che segue la Legge
delle “corde vibranti” (proceden-
Si rincorrono, si acchiappano, si trasmettono le informazioni con i loro tentacoli, gli instancabili neuroni
Possiamo, però, ancora “salvarci”
visto che l’essere umano non è
ancora un automa di “Metropolis”
né un inquilino della “Fattoria
degli animali”. Porci permettendo
ria Neuronica” del nascituro (suoni
bassi e rassicuranti). Rispetto a ciò
che avverrà alla creatura dopo la nascita e nel corso dell’esistenza, le
esperienze sonore del nascituro nel
grembo rappresenteranno un “mondo alla rovescia” (più grave) che si
farà “metro” di confronto con i suoni più acuti che conoscerà attraverso
l’orecchio e gli saranno immediatamente graditi come “novità”, anche
perché impegneranno uno “spazio”
più ristretto nella sua “Memoria
Neuronica” di quelli gravi e più “ingombranti”, e quindi richiederanno
meno “spazio” e relativa minor “fatica” per essere registrati nella “Memoria Neuronica” stessa.
In più, il “nato” assaporerà le seduzioni del “timbro”, ovverossia i
diversi “colori” che potrà assumere
la stessa “nota” (d’uguale altezza e
d’uguale nome) se emessa da voci e
strumenti diversi, proprio grazie alla
loro maggiore o minore ricchezza di
“armonici” superiori ed inferiori.
A favore dei “musicisti”, cioè di
quelli avviati precocemente allo studio ed alla pratica della Musica, sta
un altro dato scientificamente documentato: la loro dotazione di Neuroni è del 25 per cento superiore a
quella dei “non musicisti”. Lo si
vede chiaramente attraverso la “risonanza magnetica”. Nei “musicisti” operano gran numero di cellule
cerebrali, pronte a rispondere a suoni diversi ed è presente una “memoria musicale” capace di riconoscere
all’istante, anche dopo aver sentito
privi di qualsivoglia valore e contenuto artistico.
E qui scatta, in modo perverso, il meccanismo ancestrale della
irrazionalità che presiede automaticamente e “pilota” i “congegni”
della “Memoria Neuronica”. In
effetti, il “libero arbitro” del “rifiuto dell’ascolto” viene aggirato
dalla coatta e protratta “immersione” nello “sgradevole” e dal suo
costante “bombardamento” attraverso “strumenti” che si chiama-
cevano anche le loro lontanissime
antenate, affiora un interrogativo
inquietante: “quale eredità musicale consegneranno alle nuove generazioni?”.
Se guardiamo allo sviluppo storico della Musica ed ai genii che
illustrarono l’Arte dei Suoni attraverso i secoli, ci possiamo accertare senza ombra di dubbio che, fino
alla nostra generazione, la “Memoria Neuronica” ha funzionato egregiamente, assecondando lo svilup-
La dotazione di neuroni dei
musicisti professionisti è del 25 per
cento superiore a quella dei “non
musicisti”. Lo si vede chiaramente
attraverso la “risonanza magnetica”
È nato! Ora assaporerà le seduzioni dei colori musicali e degli ipertoni!
solo poche note, un brano musicale
già ascoltato o lo stile d’un compositore, e ciò gli procura un autentico
“stato di appagamento”.
Da questi risultati sperimentali è derivata una pratica empirica
oggi molto apprezzata e diffusa:
la “Musicoterapia” che, in realtà
si basa sulle valenze positive della “Memoria Neuronica”, come se
la “Memoria” di per sé stessa fosse una miracolosa panacea. Ma sradicata da un umano ed onesto “vivere” e “vissuto” ed affidata al suo
solo “meccanismo” naturale, anche
la “Memoria Neuronica” può essere
tale ascolto (quando risulti assolutamente sgradevole ed incompatibile). Nel secondo caso, il rifiuto
dell’ascolto scatterà automaticamente ogni qual volta si manifesterà tale incompatibilità assoluta.
Da ciò discende anche la precostituzione d’una “categoria” mentale
di “autodifesa” attraverso la quale
l’individuo sarà portato ad evitare
preventivamente la frequentazione di ambienti e di occasioni dove
“abitualmente” si programmano
tali forme d’ascolto “sgradevoli”.
Donde una sorta di “censura” preventiva (a scanso di “guai”) che pe-
facendo d’ogni erba un fascio. Ma
così la conservazione delle “radici”
si trasforma in morta e passiva “ripetitività” che elimina ogni possibile e necessario “aggiornamento”,
anche nei casi che risulterebbero
“compatibili” con minimo sforzo
alle “radici” stesse.
Nell’attuale società, basata sulla globalizzazione della “comunicazione di massa”, però, sempre più
difficile diventa esercitare la “libertà di rifiuto” e di “scelta” dell’ascolto. Oggi, volenti o nolenti, siamo
costantemente bombardati da eventi sonori assolutamente sgradevoli e
no Radio, Televisione, Internet,
Computer e Telefonini, complessi
e complessini da stadio, di strada,
e di balèra. Tanto che non c’è un
attimo della nostra giornata che si
possa affrancare da questi sgraditi
e non richiesti “sottofondi” sonori.
La protrazione coatta dell’ascolto sgradevole, attiva così
quel meccanismo irrazionale della
“Memoria Neuronica” che prevede la “registrazione” in detta “Memoria” anche di ciò che il nostro
“libero arbitrio” rifiuterebbe. E,
una volta (pur involontariamente)
“registrato”, anche lo “sgradevole” assicura quello “stato di appagamento” che, prima, il “riconoscimento” di ben altro “messaggio” produceva. Ma questa volta
si tratta di una vera e propria intossicazione. Per “disintossicarsi” i monaci tibetani usano i suoni
profondi del Mantra che null’altro
è se non un “massaggio” del cerebro (corteccia) che inonda e lava
i Neuroni. Ma noi, purtroppo, non
viviamo sl “Tetto del Mondo”.
Quale l’eredità
dei grembi d’oggi?
Ritornando, in chiusa, alle premesse di questo studio, cioè al fatto che anche le mamme d’oggi affidano al nascituro già nel grembo
l’eredità del loro vissuto e del loro
vivere, attraverso la “Memoria Neuronica”, come inconsciamente lo fa-
po di quest’ Arte ed evitando pericolosi “salti nella regressione”,
nonché innaturali automatismi. Ma
oggi, con la forzosa immersione
nello sgradevole e nell’innaturale,
la “Memoria Neuronica” dei nuovi nati non potrà che ospitare sensazioni sonore sgradevoli, assenti
di sviluppi artistici, ripetitive fino
alla nausea, assurde come i mugolìi e gli zompi degli scimmioni primati, avviate a rifare, in direzione
opposta, la strada dell’evoluzione darwiniana. Lo “sgradito” d’un
tempo diventerà “fonte di piacere”,
sarà “gradito” e paradossalmente ambìto e ricercato. Il linguaggio musicale sarà primitivizzato.
In prospettiva si andrà sempre più
velocemente verso la morte della Musica. Possiamo, però, ancora
salvarci e salvare, con la Musica, il
distillato più “divino” della nostra
umanità. Dato che oggi il meccanismo lo conosciamo e ciò ci consentirebbe di avviare una salutare
disintossicazione, di smascherare
i persuasori non più “occulti” rimpiattati nell’ambito subliminale,
inventori di “bisogni” inesistenti
da “soddisfare” come fa il martellamento pubblicitario che ci convince ad acquistare a caro prezzo
anche il prodotto più scadente e
ad esserne “soddisfatti”. Visto che
l’essere umano non è ancora un automa di “Metropolis” né un inquilino della “Fattoria degli animali”.
Porci permettendo.
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Mercoledì, 28 gennaio 2009
Un CD ed un concerto per i dieci anni della compagine vocale fiumana
Rivers: successo al femminile
di Helena Labus
FIUME - Con un riuscito concerto dicembrino al Teatro Nazionale Croato “Ivan de Zajc” e
l’uscita del secondo album, “Veselje ti navješćujem” – un’interessante raccolta di brani natalizi
presentati in nuovi arrangiamenti
strumentali e vocali -, il gruppo
vocale “Rivers” ha festeggiato in
bellezza i dieci anni di attività e
di grandi successi. Ma soprattutto dieci anni d’ impegno ed entusiasmo i cui risultati hanno arricchito non solo la scena musicale
fiumana, bensì anche quella nazionale.
In veste di direttrice artistica
del gruppo fin dai suoi inizi nel
1998, la connazionale Patrizia
Grbac, insegnante di pianoforte alla Scuola di musica “Ivan
Matetić-Ronjgov”, è certamente uno dei fautori dell’alta qualità che contraddistingue l’operato delle “Rivers”, basato in
primo luogo sul canto del gospel, che è “il primo amore del
gruppo” – come ci spiega Patrizia -, arricchito poi con arrangiamenti di successi internazionali e croati, ma anche con brani d’autore. Ma, incominciamo
dall’inizio.
Dopo aver frequentato la
Scuola di musica “Ivan MatetićRonjgov”, Patrizia Grbac si laurea nel 1995 in pianoforte nella
sezione fiumana dell’Accademia
di musica di Zagabria.
“Già durante gli studi all’Accademia iniziai a collaborare con
la Comunità degli Italiani di Fiume, dapprima come co-direttore
dei minicantanti assieme al maestro Severino Stepancich, poi accompagnando al pianoforte i cori
della ‘Fratellanza’ e i solisti come
Antonio Mozina – esordisce Patrizia -. Partecipai, inoltre, diverse volte al concorso ‘Istria Nobilissima’ vincendo alcuni premi.
Ad un certo punto mi fu proposto
di assistere il maestro Vinko Badjuk nel lavoro con il coro misto
della ‘Fratellanza’ e per un periodo di tempo diressi il coro femminile della SAC. Per questa via,
conobbi Ilenia Sekulić (una delle fondatrici delle ‘Rivers’, nda)
che assieme a un gruppo di ragazze aveva appena lasciato i ‘Putokazi’ e voleva fare qualcosa di
nuovo: l’idea era di cantare a più
voci. Mi chiesero di unirmi a loro
come direttrice artistica del grup-
po e in questo modo si diede vita
alla compagine ‘Rivers’.
I nostri esordi sono legati alla
Comunità degli Italiani, dove il
gruppo ottenne subito un grande
successo. Infatti, per vedere di che
‘stoffa’ fossero le ragazze, iniziammo subito con un brano a sei voci
– all’epoca eravamo in otto – e vidi
che le cose funzionavano benissimo. Dopo appena qualche mese
di lavoro, cioè nel 1999, partecipammo al concerto di Gibonni al
Palasport di Tersatto come gruppo
di supporto. Insomma, iniziammo
fin da subito a lavorare in maniera
molto seria. Qualche tempo dopo,
uscimmo dalla Comunità degli Italiani dato che le nostre idee e i nostri piani non concordavano più con
i programmi portati avanti in seno
al sodalizio. A questo punto devo
esprimere la nostra riconoscenza
al sindaco di Fiume e all’amministrazione cittadina che ha sempre
appoggiato la nostra attività”, spiega Patrizia.
- Le “Rivers” hanno iniziato
cantando il genere gospel, come
unico gruppo vocale in Croazia che
coltivasse tale tipo di musica...
“Dopo quattro-cinque anni di
lavoro abbiamo capito che basandoci soltanto sul gospel saremmo
state relegate nell’anonimato, per
cui bisognava iniziare ad ampliare il repertorio con brani che risultassero più adeguati al nostro
ambiente, ovvero con canzoni in
croato. Quindi, cinque anni fa abbiamo iniziato a frequentare i festival, iniziando con il Festival
della canzone dalmata a Sebenico dove abbiamo partecipato per
la prima volta assieme a Radojka
Šverko, seguito dal MIK (Melodie dell’Istria e del Quarnero). Lo
stesso anno, nel 2003, siamo state ingaggiate pure nell’allestimento del dramma teatrale ‘Gloria’ di
Ranko Marinković. Poco tempo
dopo abbiamo realizzato il nostro
primo album, chiamato semplicemente ‘Rivers’, che ha avuto una
tiratura di appena mille copie ma è
stato venduto in pochissimo tempo. Per questo motivo, l’album è
stato nuovamente pubblicato con
il titolo ‘Parole, parole’, che è appunto la canzone che abbiamo interpretato con successo a un’altra
edizione del Festival di Sebenico
assieme a Massimo Savić”.
- Vi soddisfa il vostro status sulla scena musicale croata? Gli autori
vi offrono le loro canzoni, magari
più spesso di prima?
La copertina del CD
celebrativo
Le magnifiche “sette”!
“Sinceramente, il nostro status
attuale non ci rende molto soddisfatte. Anche se nel corso degli
anni abbiamo instaurato contatti con persone che ci propongono
le loro canzoni da eseguire a qualche festival, devo dire che in questo
segmento siamo molto esigenti. In
primo luogo, noi non siamo composti da una voce solista accompagnata da due o tre back vocals, ma un
gruppo di sei cantanti di cui ciascuna è ugualmente importante e vuole
‘farsi sentire’ e partecipare nel canto alla pari con le altre. Per questo
motivo, i brani che scegliamo devono essere concepiti in modo da
‘sopportare’ il canto a più voci. Insomma, abbiamo bisogno di un arrangiamento ricco che deve valorizzare ciascuna di noi. Devo dire che
da questo punto di vista siamo veramente esigenti ed è difficile trovare
una canzone che si adatti alle nostre
necessità. Per fortuna tra le nostre
file possiamo contare Irena Ćepulić
che ultimamente ha iniziato a tradurre in croato brani stranieri, come
pure a scrivere testi per canzoni.
Vorrei inoltre aggiungere che negli
ultimi tempi a ricoprire il ruolo di
direttrice artistica è la nostra Katarina Jurić, anche lei musicista di professione, dato che io non riesco più
a conciliare tutti i miei obblighi con
il lavoro di direttore del gruppo. È,
infatti, molto impegnativo organizzare concerti e frequentare le prove,
figuriamoci poi quanta energia ed
entusiasmo richiede la realizzazione di altri progetti, come, per esempio, incidere un album. Per fortuna,
a curare la produzione del nostro
secondo album è stata proprio Katarina, in collaborazione con il rinomato musicista Ante Gelo. Comunque, devo precisare che da noi non
esiste effettivamente un direttore
del gruppo: ciascuna di noi porta
avanti un’importante fetta di lavoro, quindi si tratta veramente di un
impegno comune.
Possiamo avvalerci pure dell’aiuto di persone che non sono legate strettamente alla musica, ma
che hanno un ruolo comunque importante nella creazione della nostra immagine. Mi riferisco a nostro
parrucchiere Davor Perman e allo
stilista che firma i modelli da noi
indossati, Zoran Mrvoš.
Vorrei inoltre ringraziare la
sovrintendente del TNC ‘Ivan de
Zajc’, Nada Matošević, la quale ha
reso possibile la realizzazione del
nostro concerto di Natale”.
Patrizia Grbac, fondatrice delle “Rivers”
- In dieci anni di attività, le “Rivers” hanno collaborato con una serie di autori e cantanti della scena
croata. Con chi vi siete trovate più a
vostro agio?
“A dire il vero, abbiamo collaborato benissimo con tutti e ogni
esperienza ci ha regalato dei bei
ricordi. Vorrei puntualizzare, però,
che la canzone “Parole, parole” interpretata con Massimo Savić ha
segnato una svolta nella nostra carriera. È stato questo il momento in
cui abbiamo raggiunto la notorietà
a livello nazionale. Finora abbiamo lavorato con Gibonni, Radojka
Šverko, Oliver Dragojević, Marko
Tolja, mentre Jacques Houdek e Tamara Obrovac hanno collaborato al
nostro nuovo album. Tra tutti questi
personaggi potrei forse rilevare Tamara Obrovac, con la quale abbiamo lavorato in varie occasioni e la
cui sensibilità, energia, il suo carattere e le sue idee straordinarie sono
forse le più compatibili con il nostro sentire. Da lei riceviamo esattamente quello di cui abbiamo bisogno”.
- Vi è mai successo di sbagliare il testo, qualche nota, oppure di
avere qualche piccolo incidente nel
corso di un concerto?
“Succede di tutto. Ci succede di
inciampare e di cadere sul palco –
questa è la mia specialità (risata) -,
di impigliarci nei cavi dei microfo-
ni e dell’impianto acustico, di urtare l’una contro l’altra. Succede pure
che ai musicisti volino via gli spartiti e sono allora costretti a improvvisare... veramente di tutto. Ma non
c’è stato mai niente di grave”.
- Un augurio per l’anno 2009?
“Sarebbe meraviglioso trovare
uno sponsor per poter lavorare in
modo più rilassato. Sarebbe bello anche trovare un produttore che
svolgesse una parte del lavoro in
modo da permetterci di concentrarci esclusivamente sulla musica”.
- Personalmente, ami di più cantare o insegnare il pianoforte?
“Devo dire che amo ambedue le
attività perché sono legate alla musica. In un certo modo, si tratta di
due attività complementari che rendono più ricca la mia vita. Credo
che se mi occupassi esclusivamente di canto oppure di insegnamento
non sarei felice. Cantare nelle “Rivers” rappresenta per me un valore
aggiunto, un’esperienza unica che
mi ha arricchita in modo straordinario e che molte persone non potranno mai assaporare”.
- Il tuo augurio alle “Rivers” per
il futuro?
“Almeno altri dieci anni di attività, tanta salute e il desiderio di
mantenere lo stesso entusiasmo ed
amore che ci hanno animato finora
nel nostro lavoro. E spero in un successo ancora più grande...”.
musica 7
Mercoledì, 28 gennaio 2009
RICORRENZE I centoventicinque anni del Metropolitan di New York
Un “Faust” in italiano inaugurò
la storia della lirica americana
I
l Metropolitan opera House
di New York festeggia con
la presente stagione le sue
125 primavere.
L’attuale edificio dell’ente lirico nuovayorchese è situato al
Lincoln Center mentre il vecchio
e celeberrimo teatro americano che fu inaugurato il 22 ottobre
1883 - era situato tra la 39ª e la
40ª Strada a Broadway. Fu progettato da J. Cleaveland Cady su
commissione dell’alta borghesia
e andò distrutto in un incendio il
27 agosto 1892. Dopo ampi rifacimenti continuò ad essere utilizzato fino al 1966, quando fu
spostato nella sua attuale posizione al Lincoln Center. L’edificio originale, non avendo ottenuto lo status di monumento - incredibile ma vero! - fu abbattuto
nel 1967. Ciò la dice lunga sulla
mentalità americana purtroppo
eccessivamente pragmatica ed
utilitaristica che non ebbe riguardi nel demolire con il vecchio
Met un pezzo della storia della
lirica americana e mondiale.
quelle francesi e tedesche - venivano cantate in lingua italiana- e i nomi
d’arte degli artisti lirici stranieri erano obbligatoriamente “italiani”.
L’attuale Metropolitan Opera
House al Lincoln Center fu progettato dall’architetto Wallace K.
Harrison e fu inaugurato il 16 settembre 1966 con la prima mondiale di “Antonio e Cleopatra” di Samuel Barber. L’edificio è rivestito
di travertino bianco e la facciata est
è abbellita da cinque archi.
Il Metropolitan Opera House, visto da Lincoln Center Plaza. Nell’ingresso sono situati due
dipinti di Marc Chagall. Il teatro
contiene circa 4.000 spettatori su
vari livelli. Il proscenio è largo 16
metri e alto 16, Il sipario principale è damascato d’oro ed è il più
grande del mondo. Il palcoscenico
è altamente meccanizzato, questo
permette ogni settimana la rappresentazione di sette spettacoli di 4 o
5 produzioni differenti.
Il Met è conosciuto nel mondo
anche per le sue trasmissioni radio
dal vivo. La stagione radiofonica
Il “vecchio” Metropolitan andato demolito nel 1967
Il vecchio e celeberrimo teatro
americano era situato tra la 39ª
e la 40ª Strada a Broadway
Il massimo teatro del nuovo mondo fu inaugurato con il
“Faust” di Gounod nell’allestimento di una compagnia italiana con interprete principale Italo
Campanini. All’ epoca al Met di
New York tutte le opere - anche
va generalmente da dicembre a
maggio. La prima trasmissione, il
25 dicembre 1931, fu Hansel und
Gretel di Engelbert Humperdinck.
Attualmente, il direttore stabile è
il direttore d’orchestra americano
James Levine.
Il Metropolitan visto dal Lincoln Center Plaza
L’attuale teatro ha una capienza di quattromila posti
I cinquant’anni d’arte di Gino Paoli 4.100 i giovanissimi partecipanti
Gino Paoli torna con ‘’Storie’’,
l’album voluto per festeggiare il cinquantesimo anno di carriera del cantautore. Si tratta di un disco allegorico, fiabesco e molto narrativo, con
dodici tracce che raccontano piccole
e grandi storie di vita quotidiana.
La presentazione del nuovo album è avvenuta il 21 gennaio scorso all’Auditorium Parco della Musica di Roma. All’evento hanno partecipato pure Vittorio Riva Batteria, Marco Caudai Basso, Maurizio
Fiordiliso e Carlo Fimiani (chitarre)
e Gnu Quartet (Francesca Rapetti
Flauto, Roberto Izzo Violino, Raffaele Rebaudengo Viola e Stefano
Cabrera Violoncello).
Da marzo è in programma un
tour che porterà Gino Paoli all’Arena del Sole di Bologna il 18 marzo,
al Teatro Politeama di Palermo il 29
marzo, al Teatro Metropolitan di Catania il 30 marzo, al Teatro Rossini
di Civitanova M. il 3 aprile, al Teatro Augusteo di Napoli l’8 aprile, al
Teatro Alfieri di Torino il 20 aprile.
Successo della XVII Musica e Scuola in Opera
Ricorderemo che Gino Paoli
nacque Monfalcone da padre toscano, ingegnere navale, e madre giuliana. Molti suoi congiunti da parte
materna furono coinvolti nell’esodo
giuliano-dalmata e alcuni persero la
vita durante le operazioni di pulizia
etnica compiute dai reparti regolari
e paramilitari jugoslavi. Pochi mesi
dopo la sua nascita, la famiglia si trasferisce però a Genova, nel sobborgo
di Pegli, città alla quale rimarrà sempre legato.
È riconosciuto come uno dei più
grandi rappresentanti della musica
leggera italiana degli anni sessanta
e settanta.
Ha scritto ed interpretato brani
quali Il cielo in una stanza, La gatta,
Senza fine, Sapore di sale, Una lunga storia d’amore, Quattro amici; ha
partecipato a numerose edizioni del
Festival di Sanremo; ha collaborato
con numerosi colleghi alla realizzazione di album e di singoli di successo; ha composto musiche per colonne sonore di film.
FERRARA - Diciassettesima edizione di
Musica e Scuola e di Scuola in Opera al via oggi
al Ridotto del Teatro: anche quest’anno teatrale prevede un ricco programma di iniziative didattiche destinate alla formazione musicale del
pubblico di fascia scolastica, che dal 1992 affianca “Teatro Ragazzi”. L’edizione 2008 si
è chiusa con il significativo riscontro di oltre
4.100 partecipanti, provenienti dalle scuole primarie e secondarie di tutta la provincia, oltre il
dieci per cento in più della edizione 2007.
Il rapporto di collaborazione istituzionale con il Conservatorio “Frescobaldi” rimane
al centro di molte delle iniziative di Musica e
Scuola: l’Incontro con lo strumento coordinato
da Achille Galassi con le numerose formazioni
giovanili sorte in questi ultimi anni in Conservatorio, si articolerà in otto appuntamenti tra gennaio e aprile al Ridotto, rivolti ad oltre mille allievi delle primarie e secondarie inferiori. Scuole che saranno destinatarie anche della lezioneconcerto dell’orchestra a plettro “Gino Neri”
diretta da Stefano Squarzina (14 febbraio), nelle quali verrà proposta la conoscenza degli strumenti a plettro con programmi di grande immediatezza d’ascolto.
Un’ulteriore articolazione di Musica e
Scuola sarà dedicata, come da alcuni anni a
questa parte, a generi musicali che spaziano
dal classico al pop, dal jazz alla musica etnica: “Tutta un’altra musica” è stata aperta il
19 gennaio scorso a un nuovo rapporto di collaborazione, quello con la Scuola di Musica
Moderna – Associazione Musicisti di Ferrara curatrice dell’incontro L’era dello Swing
– e dei successivi Le forme del Blues (4 e 5
febbraio), Batteria che passione! (4 marzo) e
L’esecuzione e rielaborazione di un brano Pop
(5 marzo).
Il folto ed attento pubblico dei ragazzi
Per Scuola in Opera 2009 sono previste tre
iniziative: il Conservatorio “Frescobaldi” propone dal 24 al 26 marzo al Ridotto il nuovo intermezzo buffo Pimpinone di Tomaso Albinoni
che Emanuele Zanella metterà in scena con gli
allievi delle classi di canto e l’apporto di quelle di archi e clavicembalo di Roberto Anedda e
Marina Scaioli; il melologo Favole a rovescio
ideato e condotto da Gianluca Arnò e Robert
Bisha sull’omonimo lavoro di Rodari andrà in
scena il 17 e 18 aprile. Nella prima settimana
di giugno, in data da definire, è prevista infine
l’operina di Britten “Noye’s Fludde” per voce
recitante, soprano, baritono, coro di voci bianche dal pubblico e pianoforte. È uno dei titoli
didattici più importanti nel catalogo del compositore inglese. La preparazione coinvolgerà il Liceo Sociale Carducci, il Conservatorio
“Frescobaldi” e tre classi della Scuola Primaria
Alda Costa, quest’ultime attraverso un progetto
di propedeutica musicale curato da Alessandra
Morelli e Nicola Badolato.
8 musica
Mercoledì, 28 gennaio 2009
QUIZ - CHISSÀ CHI LO SA?
1. Composta nel 1886, la
suite “Il carnevale degli animali”, per due pianoforti, due violini, viola, violoncello, contrabbasso, flauto, clarinetto, armonica e xilofono, fu pensata come
un divertissement ad uso privato, tanto che l’autore proibì che
venisse data alle stampe prima
della sua morte, eccezione fatta
per il famoso “Cigno” che invece entrò nel catalogo ufficiale
delle sue composizioni. Il poetico brano è una divertente galleria in cui gli animali hanno la
voce degli strumenti musicali finendo col manifestare i caratteri e le sfumature dei sentimenti
umani. Chi ne è l’autore?
a) Claude Debussy
b) Maurice Ravel
c) Camille Saint-Saëns
2. Il “Carnevale di Venezia” è un tema popolare veneto, tra i più conosciuti ed amati,
che ispirò due noti compositori
dell’epoca del romanticismo a
comporre delle variazioni divenute con il tempo famose quanto l’originale melodia carnascialesca. Questi furono...
a) J.S.Bach e G.F.Händel
b) Frederic Chopin e Felix
Mendelssohn
c) Franz Liszt e Robert
Schumann
3. Come s’ intitola il famoso balletto composto dal grande
Igor Stravinski, basato su temi
7. “Carnaval” è una delle
composizioni più belle e ironiche composte da questo auto-
ALLEGRO CON BRIO barze barze barze
Trombone
Chi è un gentiluomo?
Uno che sa suonare il trombone, ma non lo fa.
Come definiresti un trombonista con un cercapersone e un telefono cellulare?
Un ottimista.
Che differenza c’è tra uno
scoiattolo morto sulla strada, e un
trombonista morto
sulla strada?
Forse lo scoiattolo stava andando al lavoro.
Che differenza c’è tra un cattivo oboista e un missile SCUD?
Un cattivo oboista ti può uccidere.
Sassofono
Che differenze ci sono tra un
sassofono e un tagliaerba?
1. In piccoli gruppi, i tagliaerba suonano meglio dei sassofoni.
2. I vicini si arrabbiano se
prendi in prestito un tagliaerba e
non lo restituisci.
3. La presa.
re tedesco, nel cui brano emerge una visione drammatica del
Carnevale, mentre le maschere
di Pierrot e di Arlecchino hanno
un collegamento con la morte
quale massima liberazione dello
spirito dell’individuo. Egli è...
a) Robert Schumann
b) Johannes Brahms
c) Franz Schubert
8. Gabriello Puliti, compositore e organista italiano, nato
nella cittadina toscana di Montepulciano nel 1580, è autore di
una raccolta di mascherate a tre
voci intitolata “Ghirlanda odorifera cioè mascherate a tre voci”
e pubblicata a Venezia nel 1612.
Si tratta di composizioni che offrivano una visione del mondo
tipicamente carnascialesca in
cui tutti i valori sono temporaneamente stravolti e perciò risibili e sbeffeggiabili. La raccolta
è significativa perché è legata ai
nostri territori, cioè alla…
a) Dalmazia
b) Istria
c) Slavonia
9. Chi è l’autore di una famosa rapsodia ispirata al “Carnevale di Pest”, una delle due
città che nel 1873, riunendosi,
popolari, rappresentato a Parigi
il 13 giugno del 1911?
a) Boris Godunov
b) Rusalka
c) Petruška
Che differenza c’è tra un soprano e un piraña?
Il rossetto.
Come si fa a dire quando una
soprano wagneriana è morta?
I cavalli appaiono molto sollevati.
Qual’è la prima cosa che una soprano fa la mattina?
Si veste e torna a casa.
Che differenza c’è tra una soprano e una Ferrari?
La maggior parte dei musicisti
non è mai stata in una Ferrari.
Dov’è che risuona la voce di
un tenore?
Dove ci dovrebbe essere il
cervello.
Qual’è l’ampiezza della dinamica del trombone?
ON/OFF.
E’ difficile fidarsi di uno il cui
strumento cambia forma mentre
viene suonato.
xxx
Come mai ci vogliono due
cornisti per cambiare una lampadina?
Perché ciascuno riesce a usare
solo tre o quattro dita.
Doppia ancia
Canto
Perché un fagotto è meglio di
un oboe?
Perché brucia più a lungo.
A che serve bruciare un oboe?
Per mettere un fagotto sul fuoco.
Quante soprano ci vogliono
per avvitare una lampadina?
Una: tiene ferma la lampadina mentre il mondo gira intorno a lei.
Percussione
Chi è quella persona che frequenta musicisti tutti i giorni?
Il percussionista.
Come fai a sapere che è un
percussionista quello che bussa
alla tua porta?
Il battito va a rallentare.
Alla fine dell’intervallo si sente chiamare: “Musicisti e percussionista, per favore
sul palco!”
Dall’album dei bontemponi
4. Oltre ai celeberrimi walzer viennesi, il compositore austriaco Johann Strauss figlio è
autore pure della popolare operetta...
a) Il pipistrello
b) Orfeo all’inferno
c) La vedova allegra
5. Si intitola “Un ballo in
maschera” (1859) una delle
opere più popolari del grande
compositore italiano...
a) Gioacchino Rossini
b) Gaetano Donizetti
c) Giuseppe Verdi
6. È “Masques” (Maschere) il brano per pianoforte impressionista
composto nel
1904 da...
a) Claude
Debussy
b)
Paul
Dukas
c)
Erik
Satie
crearono Budapest, e nella quale il compositore si è ispirato
alle tradizioni folkloristiche dell’Ungheria, generando un brano
virtuosistico, trascinante, dove
si colgono canti e danze tipiche
del periodo carnevalesco?
a) Franz Liszt
b) Béla Bartók
c) Antonín Dvoøák
10. Chi è l’autore dell’opera
“Benvenuto Cellini” (1852) nella quale vengono commentati
musicalmente tutti gli elementi fondamentali del Carnevale e
cioè le danze, i canti, la gioia, la
confusione e la spensieratezza,
dalla quale è tratta l’Ouverture
che prese il nome de “Il Carnevale romano”?
a) Hector Berlioz
b) Gabriel Fauré
c) Cesar Franck
Pev tutti i tvomboni e i landlev del Tirolo, mi hanno scavigato, ja!! E se mi aggvegassi a kvesti bontemponi? Pev ein krigler de kvel bon e kvalke fvitola gli fo eine serenadn, o tvombonadn, jaaa!!
Anno V / n. 35 del 28 gennaio 2009
“LA VOCE DEL POPOLO” - Caporedattore responsabile: Errol Superina
IN PIÙ Supplementi a cura di Errol Superina
Progetto editoriale di Silvio Forza / Art director: Daria Vlahov Horvat
edizione: MUSICA
Redattore esecutivo: Patrizia Venucci Merdžo / Impaginazione: Željka Kovačić
Collaboratori: Daria Deghenghi, Helena Labus e Fabio Vidali
Foto: Ivor Hreljanović
La pubblicazione del presente supplemento viene supportata dall’Unione Italiana grazie alle risorse stanziate dal Governo italiano
con la Legge 193/04, in esecuzione al Contratto N° 83 del 14 gennaio 2008, Convezione MAE-UI N° 2724 del 24 novembre 2004
Soluzioni: 1. c), 2. b), 3. c), 4. a), 5. c), 6. a), 7. a), 8. b), 9. a), 10. a).