DEL POPOLO il pentagramma ce vo /la .hr dit w.e ww & musica An no V De delectatione, oder eine schauspiel das den geist erfreut 9 200 o i • n. 3 5 • Mercoledì, 28 genna di Patrizia Venucci Merdžo Gentili lettori, in queste fredde giornate invernali tutte spifferi maligni ed aspre raffiche di bora, mi ritrovo a riflettere - nel mio angolino preferito davanti ad una tazza di tè fumante - sul dilettantismo in genere e, “en passant”, sull’attività amatoriale quale veicolo di perpetuamento dell’identità culturale, umana e nazionale della CNI. Il mondo dilettantistico genuino sarebbe composto “ da soggetti che si dedicano all’attività artistica per il soddisfacimento d’ interessi prettamente culturali, di mero svago, folcloristici e di solidarietà, senza alcun fine di lucro, senza carattere di professionalità ancorché con perizia, talento e abilità...” recita una definizione in odore di giuridicità a proposito dei disinteressati cultori del Bello (ammesso che oggi questo concetto esista ancora). I termini dilettante - dilettantismo, o se preferite, amatore - amaterismo, (il secondo sembra suggerire una connessione più vicina all’amore che al diletto e quindi pare contenere una corda semantica più profonda) di per sé non sottintendono, né impongono limiti circa la “qualità” dell’attività che si svolge per diletto. “Per diletto”, o per “amore” composero Borodin (chimico di professione), Rimski-Korsakov (marittimo), “dilettante” fu Mussorski, e, incredibile ma vero, grandi autodidatti furono praticamente Paganini e Chopin, come non pochi altri maestri che tessero il percorso della storia della Musica, assieme a mecenati illuminati che delle arti e delle scienze fecero il proprio diletto (una razza completamente estinta). Considerando il dilettantismo “in micro” devo prendere atto che amatori - seguaci dell’arte di Euterpe a Fiume furono pure l’industriale violinista (compositore) Enrico – Hinko Simonich che a scopo benefico teneva concerti nelle principali città della “defonta” Austria-Ungheria riscontrando incondizionati successi di critica e pubblico; come furono concertisti dilettanti gli industriali ed i professionisti di successo che fondarono la Società di Concerti di Fiume facendosi pure protagonisti di serate musicali di li- vello. E ancora la Filarmonica di Fiume, la Corale fiumana, i cori delle varie chiese ( la Schola Cantorum dei Cappuccini inaugurò la chiesa superiore con la “Missa Papae Marcelli” a sei voci (!) di Palestrina), l’Orchestra sinfonica del Silurificio... Da non dimenticare la fitta rete di Società Filarmoniche, di bande d’ottoni, di corali ecc. che con tanto di statuto ed istruiti da ottimi maestri operavano nelle cittadine dell’Istria facendosi portatori di un messaggio di civiltà e di una nobilitante ricchezza spirituale. Ed erano tutti dilettanti! Ed operavano tutti mossi dall’amore per l’Arte e da un anelito volto all’ ascendente. Quindi, alla luce di tutta questa tradizione di amaterismo musicale nostrano di ottimo livello, mi ha lasciata alquanto perplessa una dichiarazione, proveniente qualche tempo fa dalla CI di Fiume, secondo la quale, non so più quale maestro – in riferimento ad uno dei complessi corali della CI - avrebbe preteso “un po’ troppo da una compagine di dilettanti”. Il diapason qualitativo del dilettantismo è estremamente ampio e dilatabile; si va dalla “cantada” alla buona fino alle compagini che fanno concorrenza, magari superandole, alle formazioni di professionisti. Ci si può adagiare sul mero folclore, sullo svago passatempo, oppure impegnarsi a volte in programmi anche più consistenti con appagamenti e riconoscimenti notevoli, per gli esecutori in primo luogo. Dipende tutto dai criteri, dai gusti, dagli strumenti di sapere dei maestri come pure dalla capacità e passione dei musici amatori. Con tanti auguri di ulteriori felici raggiungimenti a tutti i nostri bravi dilettanti “brindiam, brindiam nei lieti calici”! Sempre Vostra 2 musica Mercoledì, 28 gennaio 2009 UNIVERSITANDO Bashkim Shehu del Dipartimento di Musica della Facoltà di Filo Il risveglio della scena m di Daria Deghenghi Docenti prestigiosi Sono tre, in nuce, le condizioni che si rende necessario soddiPOLA - Se gli ultimi due sfare quando si tratta di imbastire anni hanno sortito una svolta ex novo un corso di laurea. Pridecisiva per il mondo accade- ma fra tutte quella di assicurare mico polese (la fondazione del- un personale docente altamente l’Università degli studi di Pola qualificato e possibilmente rino“Juraj Dobrila” risale appunto mato. Ed è su questo fronte preal dicembre 2006), il prossimo sarà indubbiamente l’anno della svolta all’interno del Dipartimento di musica della Facoltà di Lettere, che sta per aumentare il numero dei suoi corsi di laurea in funzione di un risveglio della scena pedagogicomusicale e concertistica polese e istriana che generazioni di solisti e docenti hanno solo potuto sognare. Anno accademico nuovo musica nuova Frederik Lips di Mosca, quest’ultimo attualmente il più quotato docente e concertista di fisarmonica classica al mondo. Entrambi svolgeranno lezioni a turni in veste di docenti straordinari in virtù dei rispettivi contratti con scadenza tra cinque anni. Un’altra delle tre condizioni necessarie è la domanda dell’am- Bashkim Shehu Per i prossimi anni si conta di promuovere una serie di scambi tra studenti e docenti con il College dell’Ohio con il quale la “Juraj Dobrila” è in attesa di stipulare un contratto interuniversitario di lungo respiro A colloquio con il responsabile del dipartimento, Bashkim Shehu, compositore e docente ordinario dell’ateneo Tra i docenti il pianista Eugen Inđić, professore universitario a Parigi, il violoncellista russo Tonka e Lidija Horvat Dunjko, soprano, per il corso di canto polese, titolare della cattedra di composizione, si scopre così che ai due corsi, per così dire “storici”, di pedagogia musicale e fisarmonica classica, “il Dipartimento si sta accingendo ad affiancarne altri tre e precisamente un corso di laurea in pianoforte, uno per strumenti ad arco e un terzo infine di canto. Il percorso burocratico che porterà alla loro fondazione non è breve, e prevede, dopo una decisione preliminare del senato universitario, un iter di vaglio in seno al Ministero della scienza e un’approvazione definitiva da parte del Consiglio nazionale dell’Università. Siccome però la fase preparatoria risulta essere a buon punto, Shehu sostiene che le prime iscrizioni e lezioni potrebbero decollare già in concomitanza con l’inizio del prossimo anno accademico”. L’orchestra sinfonica è in costante crescita cisamente che sono stati compiuti passi da gigante. Tra i nomi ormai “sicuri” figurano un pianista e docente del calibro di Eugen Inđić, professore universitario a Parigi, ma anche il violoncellista russo Tonka e Lidija Horvat Dunjko, soprano, per il corso di canto, altri due docenti dell’Accademia di Zagabria per violino e pianoforte e due ancora di Torino, dei quali Shehu per il momento preferisce non fornire i nominativi dal momento che le trattative sono tuttora in corso. Fatto sta che tra breve a Pola si potrà studiare anche canto, pianoforte, violino e violoncello, e in un momento successivo anche contrabbasso e viola. Per il corso di fisarmonica classica si contano inoltre altri due acquisti di spessore: Elzbet Moser di Hannover e Dopo il successo dei concerti di Natale e Capodanno l’orchestra sinfonica non può che guardare in alto, nella direzione di un sempre più sottile perfezionamento La fame cronica di musica la si percepisce a teatro, tuttora monco di un coro e di un’orchestra sinfonica, e nelle sale concertistiche, spaventosamente deserte per tutto l’anno fuorché, eccezionalmente, in dicembre, ma anche all’università stessa, che più di ogni altra istituzione vive drammaticamente una incontestabile povertà spirituale biente sociale per laureati di questo profilo. “Una domanda tanto più marcata quanto più frustrata, al punto da essersi trasformata ormai in fame cronica di musicisti di professione. La si percepisce a teatro, tuttora monco di un coro e di un’orchestra sinfonica, e nelle sale concertistiche, spaventosamente deserte per tutto l’anno fuorché, eccezionalmente, in dicembre, ma anche all’università stessa, che più di ogni altra istituzione vive drammaticamente questa povertà spirituale incontestabile” dichiara Shehu. Terza ed ultima condizione necessaria è la disponibilità ambienti atti ad accogliere le lezioni. Anche su questo fronte il senato dell’ateneo ha provveduto destinando al Dipartimento la sede abbandonata dell’ex reparto di neurologia del vecchio ospedale cittadino che l’amministrazione regionale ha ceduto per farci alloggiare il futuro campus universitario polese. Attualmente l’edificio è in attesa di ristrutturazione. In ogni caso, notevoli sono stati gli sforzi profusi ai fini di un potenziamento radicale del dipartimento che, su disposizioni del rettore Marčelo Dujanić, procede a ritmo incalzante in quanto “prioritario” a tutti gli effetti. “Attualmente all’ateneo di Pola sono attive due orchestre (una sinfonica di una cinquantina di elementi, e una di fisarmoniche, tra i 30 e i 35 elementi) ed un coro misto diretti da Miroslav Homen e Denis Modrušan, ma anche una serie di complessi da camera che costituiscono l’ossatura del Centro musicale fondato in seno al dipartimento. Coro e orchestre hanno tenuto nella sera di San Silvestro, alla Casa delle forze armate, il loro primo concerto di Capodanno che si spera diventare tradizionale e segno distintivo della futura produzione concertistica di musica classica polese”. Si sono esibiti in veste di solisti Lidija Dunjko Horvat, Ronald Braus e Sofija Cingula, nell’esecuzione di un repertorio di tradizionale impostazione festiva che vuole i valzer di Strauss e le più celebri arie e i duetti operettistici in primo piano. Domanda d’obbligo: quanto è “robusto” musica 3 Mercoledì, 28 gennaio 2009 sofia di Pola: prossimamente corsi di laurea di pianoforte, archi e canto usicale polese e istriana L’Orchestra di fisarmoniche eccelle in ambito internazionale proprio cancello. Sono in corso infatti i preparativi per un grande tour mondiale dell’Orchestra di fisarmoniche che è una delle più stimate al mondo in virtù dei numerosissimi primi e secondi posti a tutte le competizioni internazionali che contano. In agenda dal 15 maggio all’8 giugno del 2009, la nuova tournée toccherà finalmente anche Nuova Zelanda, Australia e Stati Uniti d’America. Sempre in estate, e precisamente dal 10 luglio al 27 agosto 2009, il Dipartimento proporrà una serie di validi corsi di perfezionamento in composizione, direzione d’orchestra, fisarmonica classica e can- Lo scorso anno è decollata la prima stagione concertistica in ambito accademico. Il giovedì sera all’Università Juraj Dobrila è riservato ai concerti di musica classica che hanno luogo nell’aula magna “Tone Peruško” della Facoltà di Lettere e Filosofia questo primo complesso orchestrale sinfonico polese? È in grado di sostenere concerti di uno spessore artistico adatto al nome che porta? Bashkim Shehu non ha dubbi. “Pure essendo alle prime armi, l’orchestra universitaria di Pola – dice – ha sostenuto cinque esibizioni in pubblico di cui una, al Duomo, con il Requiem di Mozart in programma, di un successo notevole tra l’altro suffragato da ottime recensioni. È stato quello il vero banco di prova. L’esecuzione del Requiem ma anche altre che l’hanno preceduto, sono state apprezzate per la produzione impegnativa e un lavoro di filigrana che ne ha caratterizzato lo svolgimento. Ormai l’orchestra non può che guardare in alto, nella direzione di un sempre più sottile perfezionamento”. Lo scorso anno è decollata anche la prima stagione concertistica in ambito accademico. Il giovedì sera all’Università Juraj Dobrila è riservato ai concerti di musica classica che hanno luogo nell’aula magna “Tone Peruško” Tra i prossimi docenti il soprano Lidija Dunjko Horvat della Facoltà di Lettere e Filosofia. Vi si esibiscono regolarmente coro e orchestre, ma anche il trio, il quartetto e il nonetto di fisarmoniche e il nuovo complesso vocale maschile (klapa) con la partecipazione di ospiti anche illustri tra cui il pianista Eugen Inđić, l’orchestra sinfonica dell’Acca- demia di musica di Belgrado e altri ancora. L’anno scorso sono stati realizzati nell’ambito di questo programma ben 27 concerti, e quest’anno si continua con la dinamica prestabilita: nei limiti del possibile, un concerto per settimana. Ma Pola non si accontenta e guarda oltre il limite del Il Coro del Dipartimento di Musica diretto dal maestro Miroslav Homen La nuova tournée dell’Orchestra di fisarmoniche, una delle più stimate al mondo, toccherà la Nuova Zelanda, l’Australia e gli Stati Uniti d’America to. Per realizzare le master class l’Ateneo chiama in aiuto due rinomati docenti americani: il compositore Larry Smith e Zvonimir Hačko, compositore e direttore d’orchestra. Ma i rapporti internazionali del dipartimento non si esauriscono ancora. Per i prossimi anni si conta infatti di promuovere una serie di scambi tra studenti e docenti con il College dell’Ohio con il quale la “Juraj Dobrila” è in attesa di stipulare un contratto interuniversitario di lungo respiro. 4 musica Mercoledì, 28 gennaio 2009 Mercoledì, 28 gennaio 2009 5 NEUROMUSICOLOGIA Col monopolio dei media, persuasori occulti determinano l’involuzione della specie. La colonizzazione del cervello tramite messaggi subliminali sonori La corruzione della memoria neuronica determinerà la Morte della Musica? di Fabio Vidali Le ricorrenza di Natale e Capodanno - da non molto trascorse - sono accomunate da un unico concetto: la celebrazione dell’Inizio. Ovvero, per i credenti, la nascita del Bambinello Gesù e di un’Era di Salvazione: per gli altri, la con- impulsi d’esclamazione, rumori domestici ed esterni. Ed anche ciò che è presente nel nostro DNA. In poche parole il nostro “vivere” ed il nostro “vissuto”. E ciò in una misura “totalizzante”, rispetto alla quale anche il più scrupoloso dei “testamenti notarili” apparirebbe come una pallida e lacunosa traccia. Nell’attuale società, basata sulla globalizzazione della “comunicazione di massa”, però, sempre più difficile diventa esercitare la “libertà di rifiuto” e di “scelta” dell’ascolto. Volenti o nolenti, siamo costantemente bombardati da eventi sonori assolutamente sgradevoli e privi di qualsivoglia valore e contenuto artistico venzionale nascita del Nuovo Anno, dopo la dipartita di quello vecchio. In ambedue le interpretazioni, è ben sempre la Vita che rinasce attraverso la morte d’un “seme”. Nascita o rinascita che sia, è sempre una la loro finalità: esorcizzare la grande nemica, la Morte, celebrando la sua sconfitta; anzi, la morte del vecchio anno è addirittura festeggiata, nella speranza che si porti via anche i suoi immancabili “misfatti”. A quello nuovo si spalancano entusiastici, speranzosi e rumorosi “ponti d’oro”. Proprio come quando, in famiglia, nasce un bambino, subito depositario del duro compito d’essere da lui (o lei) ripagati delle nostre sconfitte. Ma, in tutto questo, che c’entra la Musica? C’entra, eccome! Perché, al nascituro, ancora nel grembo materno, comunichiamo ed affidiamo (senza saperlo) la nostra “memoria musicale”, fatta di suoni, ritmi, vibrazioni di parole, “timbri”, nenie, Queste “comunicazioni” al nascituro (come è stato scientificamente accertato) avvengono già negli ultimi 4-3 mesi di gravidanza. La “Memoria Neuronica Le particolari tecniche d’indagine di cui oggi disponiamo, ci consentono di visualizzare le aree della corteccia cerebrale dove hanno sede le diverse attività mentali, per esempio il comportamento dell’encefalo, dove hanno sede i Neuroni. Con Neuroni si definisce un complesso costituito da cellule nervose, fibre nervose e dalla “arborizzazione” terminale di queste cellule e fibre. I Neuroni si strutturano in base alle diverse sollecitazioni sonore che ricevono, divenendo i custodi (registratori) di tali sollecitazioni che si accumulano e si conservano in quella che si definisce come “Me- moria Neuronica”. Vediamo dunque come la Musica (dall’individuo nel grembo, all’individuo “nato e cosciente”) interessi strettamente la biologìa. Nella creatura ancora in grembo, tali sollecitazioni avvengono attraverso la mediazione dell’”involucro” materno e riguardano un ambito prevalentemente “meccanico” filtrato attraverso i riflessi nervosi (automatici e pilotati) dell’or- te per successive frammentazioni verso l’acuto che dà origine alla serìe dei “suoni armonici superiori” o “ipertoni”), sia quella dei “Fluidi” (“effetto sasso nello stagno”) che dà origine a frequenze sempre più gravi, ovvero agli “armonici inferiori” o “ipotoni”, data l’immersione del nascituro nel liquido amniotico materno: effetto “stagno” che, fino al parto, sarà prevalente nella “Memo- Sradicata da un umano ed onesto “vivere” e “vissuto” ed affidata al suo solo “meccanismo” naturale, anche la “Memoria Neuronica” può essere trasformata in “persuasore occulto” ed in prevaricazione subliminale se sfruttata per interessi commerciali, politici o ideologici. E su ciò bisogna vigilare trasformata in “persuasore occulto” ed in prevaricazione subliminale se sfruttata per interessi commerciali, politici o ideologici. E su ciò bisogna vigilare. Con la forzosa immersione nello sgradevole e nell’innaturale, la “Memoria Neuronica” dei nuovi nati ospiterà sensazioni sonore sgradevoli, ripetitive fino alla nausea, assurde come i mugolìi e gli zompi degli scimmioni primati, avviate a rifare, in direzione opposta, la strada dell’evoluzione darwiniana La truffaldina ripetitività Appare, a questo punto, fondamentale conoscere i “meccanismi naturali” che presiedono alla formazione della “Memoria Neuronica” musicale. Essi sono immuni da qualsivoglia “scelta razionale” ed eminentemente “conservativi”. La “Memoria Neuronica” non “sceglie” ma “registra”. L’unico tipo di “scelta” concessa all’individuo è successiva al primo impatto e si può manifestare in due modi: continuare l’ascolto (quando risulti compatibile con quanto già depositato in memoria), oppure interrompere È un dipinto astratto? No, è la fantastica selva dei nostri “sensori”... nalizza pesantemente e grossolanamente (senza distinzione di valori) la musica “contemporanea” a favore del più “rassicurante” repertorio, Il linguaggio musicale risulta primitivizzato. In prospettiva si andrà sempre più velocemente verso la morte della Musica Che pacchia! Mi succhio il ditino ed ascolto Vivaldi nel mio piccolo marsupio caldo! ganismo cerebralmente “controllato” della madre. Coprono quasi simmetricamente già tutte le frequenze dei suoni (alta, media e bassa). Ma anche questa “mediazione materna” meccanica si serve di “vie d’accesso” fra loro diverse: fondamentalmente quella che segue la Legge delle “corde vibranti” (proceden- Si rincorrono, si acchiappano, si trasmettono le informazioni con i loro tentacoli, gli instancabili neuroni Possiamo, però, ancora “salvarci” visto che l’essere umano non è ancora un automa di “Metropolis” né un inquilino della “Fattoria degli animali”. Porci permettendo ria Neuronica” del nascituro (suoni bassi e rassicuranti). Rispetto a ciò che avverrà alla creatura dopo la nascita e nel corso dell’esistenza, le esperienze sonore del nascituro nel grembo rappresenteranno un “mondo alla rovescia” (più grave) che si farà “metro” di confronto con i suoni più acuti che conoscerà attraverso l’orecchio e gli saranno immediatamente graditi come “novità”, anche perché impegneranno uno “spazio” più ristretto nella sua “Memoria Neuronica” di quelli gravi e più “ingombranti”, e quindi richiederanno meno “spazio” e relativa minor “fatica” per essere registrati nella “Memoria Neuronica” stessa. In più, il “nato” assaporerà le seduzioni del “timbro”, ovverossia i diversi “colori” che potrà assumere la stessa “nota” (d’uguale altezza e d’uguale nome) se emessa da voci e strumenti diversi, proprio grazie alla loro maggiore o minore ricchezza di “armonici” superiori ed inferiori. A favore dei “musicisti”, cioè di quelli avviati precocemente allo studio ed alla pratica della Musica, sta un altro dato scientificamente documentato: la loro dotazione di Neuroni è del 25 per cento superiore a quella dei “non musicisti”. Lo si vede chiaramente attraverso la “risonanza magnetica”. Nei “musicisti” operano gran numero di cellule cerebrali, pronte a rispondere a suoni diversi ed è presente una “memoria musicale” capace di riconoscere all’istante, anche dopo aver sentito privi di qualsivoglia valore e contenuto artistico. E qui scatta, in modo perverso, il meccanismo ancestrale della irrazionalità che presiede automaticamente e “pilota” i “congegni” della “Memoria Neuronica”. In effetti, il “libero arbitro” del “rifiuto dell’ascolto” viene aggirato dalla coatta e protratta “immersione” nello “sgradevole” e dal suo costante “bombardamento” attraverso “strumenti” che si chiama- cevano anche le loro lontanissime antenate, affiora un interrogativo inquietante: “quale eredità musicale consegneranno alle nuove generazioni?”. Se guardiamo allo sviluppo storico della Musica ed ai genii che illustrarono l’Arte dei Suoni attraverso i secoli, ci possiamo accertare senza ombra di dubbio che, fino alla nostra generazione, la “Memoria Neuronica” ha funzionato egregiamente, assecondando lo svilup- La dotazione di neuroni dei musicisti professionisti è del 25 per cento superiore a quella dei “non musicisti”. Lo si vede chiaramente attraverso la “risonanza magnetica” È nato! Ora assaporerà le seduzioni dei colori musicali e degli ipertoni! solo poche note, un brano musicale già ascoltato o lo stile d’un compositore, e ciò gli procura un autentico “stato di appagamento”. Da questi risultati sperimentali è derivata una pratica empirica oggi molto apprezzata e diffusa: la “Musicoterapia” che, in realtà si basa sulle valenze positive della “Memoria Neuronica”, come se la “Memoria” di per sé stessa fosse una miracolosa panacea. Ma sradicata da un umano ed onesto “vivere” e “vissuto” ed affidata al suo solo “meccanismo” naturale, anche la “Memoria Neuronica” può essere tale ascolto (quando risulti assolutamente sgradevole ed incompatibile). Nel secondo caso, il rifiuto dell’ascolto scatterà automaticamente ogni qual volta si manifesterà tale incompatibilità assoluta. Da ciò discende anche la precostituzione d’una “categoria” mentale di “autodifesa” attraverso la quale l’individuo sarà portato ad evitare preventivamente la frequentazione di ambienti e di occasioni dove “abitualmente” si programmano tali forme d’ascolto “sgradevoli”. Donde una sorta di “censura” preventiva (a scanso di “guai”) che pe- facendo d’ogni erba un fascio. Ma così la conservazione delle “radici” si trasforma in morta e passiva “ripetitività” che elimina ogni possibile e necessario “aggiornamento”, anche nei casi che risulterebbero “compatibili” con minimo sforzo alle “radici” stesse. Nell’attuale società, basata sulla globalizzazione della “comunicazione di massa”, però, sempre più difficile diventa esercitare la “libertà di rifiuto” e di “scelta” dell’ascolto. Oggi, volenti o nolenti, siamo costantemente bombardati da eventi sonori assolutamente sgradevoli e no Radio, Televisione, Internet, Computer e Telefonini, complessi e complessini da stadio, di strada, e di balèra. Tanto che non c’è un attimo della nostra giornata che si possa affrancare da questi sgraditi e non richiesti “sottofondi” sonori. La protrazione coatta dell’ascolto sgradevole, attiva così quel meccanismo irrazionale della “Memoria Neuronica” che prevede la “registrazione” in detta “Memoria” anche di ciò che il nostro “libero arbitrio” rifiuterebbe. E, una volta (pur involontariamente) “registrato”, anche lo “sgradevole” assicura quello “stato di appagamento” che, prima, il “riconoscimento” di ben altro “messaggio” produceva. Ma questa volta si tratta di una vera e propria intossicazione. Per “disintossicarsi” i monaci tibetani usano i suoni profondi del Mantra che null’altro è se non un “massaggio” del cerebro (corteccia) che inonda e lava i Neuroni. Ma noi, purtroppo, non viviamo sl “Tetto del Mondo”. Quale l’eredità dei grembi d’oggi? Ritornando, in chiusa, alle premesse di questo studio, cioè al fatto che anche le mamme d’oggi affidano al nascituro già nel grembo l’eredità del loro vissuto e del loro vivere, attraverso la “Memoria Neuronica”, come inconsciamente lo fa- po di quest’ Arte ed evitando pericolosi “salti nella regressione”, nonché innaturali automatismi. Ma oggi, con la forzosa immersione nello sgradevole e nell’innaturale, la “Memoria Neuronica” dei nuovi nati non potrà che ospitare sensazioni sonore sgradevoli, assenti di sviluppi artistici, ripetitive fino alla nausea, assurde come i mugolìi e gli zompi degli scimmioni primati, avviate a rifare, in direzione opposta, la strada dell’evoluzione darwiniana. Lo “sgradito” d’un tempo diventerà “fonte di piacere”, sarà “gradito” e paradossalmente ambìto e ricercato. Il linguaggio musicale sarà primitivizzato. In prospettiva si andrà sempre più velocemente verso la morte della Musica. Possiamo, però, ancora salvarci e salvare, con la Musica, il distillato più “divino” della nostra umanità. Dato che oggi il meccanismo lo conosciamo e ciò ci consentirebbe di avviare una salutare disintossicazione, di smascherare i persuasori non più “occulti” rimpiattati nell’ambito subliminale, inventori di “bisogni” inesistenti da “soddisfare” come fa il martellamento pubblicitario che ci convince ad acquistare a caro prezzo anche il prodotto più scadente e ad esserne “soddisfatti”. Visto che l’essere umano non è ancora un automa di “Metropolis” né un inquilino della “Fattoria degli animali”. Porci permettendo. 6 musica Mercoledì, 28 gennaio 2009 Un CD ed un concerto per i dieci anni della compagine vocale fiumana Rivers: successo al femminile di Helena Labus FIUME - Con un riuscito concerto dicembrino al Teatro Nazionale Croato “Ivan de Zajc” e l’uscita del secondo album, “Veselje ti navješćujem” – un’interessante raccolta di brani natalizi presentati in nuovi arrangiamenti strumentali e vocali -, il gruppo vocale “Rivers” ha festeggiato in bellezza i dieci anni di attività e di grandi successi. Ma soprattutto dieci anni d’ impegno ed entusiasmo i cui risultati hanno arricchito non solo la scena musicale fiumana, bensì anche quella nazionale. In veste di direttrice artistica del gruppo fin dai suoi inizi nel 1998, la connazionale Patrizia Grbac, insegnante di pianoforte alla Scuola di musica “Ivan Matetić-Ronjgov”, è certamente uno dei fautori dell’alta qualità che contraddistingue l’operato delle “Rivers”, basato in primo luogo sul canto del gospel, che è “il primo amore del gruppo” – come ci spiega Patrizia -, arricchito poi con arrangiamenti di successi internazionali e croati, ma anche con brani d’autore. Ma, incominciamo dall’inizio. Dopo aver frequentato la Scuola di musica “Ivan MatetićRonjgov”, Patrizia Grbac si laurea nel 1995 in pianoforte nella sezione fiumana dell’Accademia di musica di Zagabria. “Già durante gli studi all’Accademia iniziai a collaborare con la Comunità degli Italiani di Fiume, dapprima come co-direttore dei minicantanti assieme al maestro Severino Stepancich, poi accompagnando al pianoforte i cori della ‘Fratellanza’ e i solisti come Antonio Mozina – esordisce Patrizia -. Partecipai, inoltre, diverse volte al concorso ‘Istria Nobilissima’ vincendo alcuni premi. Ad un certo punto mi fu proposto di assistere il maestro Vinko Badjuk nel lavoro con il coro misto della ‘Fratellanza’ e per un periodo di tempo diressi il coro femminile della SAC. Per questa via, conobbi Ilenia Sekulić (una delle fondatrici delle ‘Rivers’, nda) che assieme a un gruppo di ragazze aveva appena lasciato i ‘Putokazi’ e voleva fare qualcosa di nuovo: l’idea era di cantare a più voci. Mi chiesero di unirmi a loro come direttrice artistica del grup- po e in questo modo si diede vita alla compagine ‘Rivers’. I nostri esordi sono legati alla Comunità degli Italiani, dove il gruppo ottenne subito un grande successo. Infatti, per vedere di che ‘stoffa’ fossero le ragazze, iniziammo subito con un brano a sei voci – all’epoca eravamo in otto – e vidi che le cose funzionavano benissimo. Dopo appena qualche mese di lavoro, cioè nel 1999, partecipammo al concerto di Gibonni al Palasport di Tersatto come gruppo di supporto. Insomma, iniziammo fin da subito a lavorare in maniera molto seria. Qualche tempo dopo, uscimmo dalla Comunità degli Italiani dato che le nostre idee e i nostri piani non concordavano più con i programmi portati avanti in seno al sodalizio. A questo punto devo esprimere la nostra riconoscenza al sindaco di Fiume e all’amministrazione cittadina che ha sempre appoggiato la nostra attività”, spiega Patrizia. - Le “Rivers” hanno iniziato cantando il genere gospel, come unico gruppo vocale in Croazia che coltivasse tale tipo di musica... “Dopo quattro-cinque anni di lavoro abbiamo capito che basandoci soltanto sul gospel saremmo state relegate nell’anonimato, per cui bisognava iniziare ad ampliare il repertorio con brani che risultassero più adeguati al nostro ambiente, ovvero con canzoni in croato. Quindi, cinque anni fa abbiamo iniziato a frequentare i festival, iniziando con il Festival della canzone dalmata a Sebenico dove abbiamo partecipato per la prima volta assieme a Radojka Šverko, seguito dal MIK (Melodie dell’Istria e del Quarnero). Lo stesso anno, nel 2003, siamo state ingaggiate pure nell’allestimento del dramma teatrale ‘Gloria’ di Ranko Marinković. Poco tempo dopo abbiamo realizzato il nostro primo album, chiamato semplicemente ‘Rivers’, che ha avuto una tiratura di appena mille copie ma è stato venduto in pochissimo tempo. Per questo motivo, l’album è stato nuovamente pubblicato con il titolo ‘Parole, parole’, che è appunto la canzone che abbiamo interpretato con successo a un’altra edizione del Festival di Sebenico assieme a Massimo Savić”. - Vi soddisfa il vostro status sulla scena musicale croata? Gli autori vi offrono le loro canzoni, magari più spesso di prima? La copertina del CD celebrativo Le magnifiche “sette”! “Sinceramente, il nostro status attuale non ci rende molto soddisfatte. Anche se nel corso degli anni abbiamo instaurato contatti con persone che ci propongono le loro canzoni da eseguire a qualche festival, devo dire che in questo segmento siamo molto esigenti. In primo luogo, noi non siamo composti da una voce solista accompagnata da due o tre back vocals, ma un gruppo di sei cantanti di cui ciascuna è ugualmente importante e vuole ‘farsi sentire’ e partecipare nel canto alla pari con le altre. Per questo motivo, i brani che scegliamo devono essere concepiti in modo da ‘sopportare’ il canto a più voci. Insomma, abbiamo bisogno di un arrangiamento ricco che deve valorizzare ciascuna di noi. Devo dire che da questo punto di vista siamo veramente esigenti ed è difficile trovare una canzone che si adatti alle nostre necessità. Per fortuna tra le nostre file possiamo contare Irena Ćepulić che ultimamente ha iniziato a tradurre in croato brani stranieri, come pure a scrivere testi per canzoni. Vorrei inoltre aggiungere che negli ultimi tempi a ricoprire il ruolo di direttrice artistica è la nostra Katarina Jurić, anche lei musicista di professione, dato che io non riesco più a conciliare tutti i miei obblighi con il lavoro di direttore del gruppo. È, infatti, molto impegnativo organizzare concerti e frequentare le prove, figuriamoci poi quanta energia ed entusiasmo richiede la realizzazione di altri progetti, come, per esempio, incidere un album. Per fortuna, a curare la produzione del nostro secondo album è stata proprio Katarina, in collaborazione con il rinomato musicista Ante Gelo. Comunque, devo precisare che da noi non esiste effettivamente un direttore del gruppo: ciascuna di noi porta avanti un’importante fetta di lavoro, quindi si tratta veramente di un impegno comune. Possiamo avvalerci pure dell’aiuto di persone che non sono legate strettamente alla musica, ma che hanno un ruolo comunque importante nella creazione della nostra immagine. Mi riferisco a nostro parrucchiere Davor Perman e allo stilista che firma i modelli da noi indossati, Zoran Mrvoš. Vorrei inoltre ringraziare la sovrintendente del TNC ‘Ivan de Zajc’, Nada Matošević, la quale ha reso possibile la realizzazione del nostro concerto di Natale”. Patrizia Grbac, fondatrice delle “Rivers” - In dieci anni di attività, le “Rivers” hanno collaborato con una serie di autori e cantanti della scena croata. Con chi vi siete trovate più a vostro agio? “A dire il vero, abbiamo collaborato benissimo con tutti e ogni esperienza ci ha regalato dei bei ricordi. Vorrei puntualizzare, però, che la canzone “Parole, parole” interpretata con Massimo Savić ha segnato una svolta nella nostra carriera. È stato questo il momento in cui abbiamo raggiunto la notorietà a livello nazionale. Finora abbiamo lavorato con Gibonni, Radojka Šverko, Oliver Dragojević, Marko Tolja, mentre Jacques Houdek e Tamara Obrovac hanno collaborato al nostro nuovo album. Tra tutti questi personaggi potrei forse rilevare Tamara Obrovac, con la quale abbiamo lavorato in varie occasioni e la cui sensibilità, energia, il suo carattere e le sue idee straordinarie sono forse le più compatibili con il nostro sentire. Da lei riceviamo esattamente quello di cui abbiamo bisogno”. - Vi è mai successo di sbagliare il testo, qualche nota, oppure di avere qualche piccolo incidente nel corso di un concerto? “Succede di tutto. Ci succede di inciampare e di cadere sul palco – questa è la mia specialità (risata) -, di impigliarci nei cavi dei microfo- ni e dell’impianto acustico, di urtare l’una contro l’altra. Succede pure che ai musicisti volino via gli spartiti e sono allora costretti a improvvisare... veramente di tutto. Ma non c’è stato mai niente di grave”. - Un augurio per l’anno 2009? “Sarebbe meraviglioso trovare uno sponsor per poter lavorare in modo più rilassato. Sarebbe bello anche trovare un produttore che svolgesse una parte del lavoro in modo da permetterci di concentrarci esclusivamente sulla musica”. - Personalmente, ami di più cantare o insegnare il pianoforte? “Devo dire che amo ambedue le attività perché sono legate alla musica. In un certo modo, si tratta di due attività complementari che rendono più ricca la mia vita. Credo che se mi occupassi esclusivamente di canto oppure di insegnamento non sarei felice. Cantare nelle “Rivers” rappresenta per me un valore aggiunto, un’esperienza unica che mi ha arricchita in modo straordinario e che molte persone non potranno mai assaporare”. - Il tuo augurio alle “Rivers” per il futuro? “Almeno altri dieci anni di attività, tanta salute e il desiderio di mantenere lo stesso entusiasmo ed amore che ci hanno animato finora nel nostro lavoro. E spero in un successo ancora più grande...”. musica 7 Mercoledì, 28 gennaio 2009 RICORRENZE I centoventicinque anni del Metropolitan di New York Un “Faust” in italiano inaugurò la storia della lirica americana I l Metropolitan opera House di New York festeggia con la presente stagione le sue 125 primavere. L’attuale edificio dell’ente lirico nuovayorchese è situato al Lincoln Center mentre il vecchio e celeberrimo teatro americano che fu inaugurato il 22 ottobre 1883 - era situato tra la 39ª e la 40ª Strada a Broadway. Fu progettato da J. Cleaveland Cady su commissione dell’alta borghesia e andò distrutto in un incendio il 27 agosto 1892. Dopo ampi rifacimenti continuò ad essere utilizzato fino al 1966, quando fu spostato nella sua attuale posizione al Lincoln Center. L’edificio originale, non avendo ottenuto lo status di monumento - incredibile ma vero! - fu abbattuto nel 1967. Ciò la dice lunga sulla mentalità americana purtroppo eccessivamente pragmatica ed utilitaristica che non ebbe riguardi nel demolire con il vecchio Met un pezzo della storia della lirica americana e mondiale. quelle francesi e tedesche - venivano cantate in lingua italiana- e i nomi d’arte degli artisti lirici stranieri erano obbligatoriamente “italiani”. L’attuale Metropolitan Opera House al Lincoln Center fu progettato dall’architetto Wallace K. Harrison e fu inaugurato il 16 settembre 1966 con la prima mondiale di “Antonio e Cleopatra” di Samuel Barber. L’edificio è rivestito di travertino bianco e la facciata est è abbellita da cinque archi. Il Metropolitan Opera House, visto da Lincoln Center Plaza. Nell’ingresso sono situati due dipinti di Marc Chagall. Il teatro contiene circa 4.000 spettatori su vari livelli. Il proscenio è largo 16 metri e alto 16, Il sipario principale è damascato d’oro ed è il più grande del mondo. Il palcoscenico è altamente meccanizzato, questo permette ogni settimana la rappresentazione di sette spettacoli di 4 o 5 produzioni differenti. Il Met è conosciuto nel mondo anche per le sue trasmissioni radio dal vivo. La stagione radiofonica Il “vecchio” Metropolitan andato demolito nel 1967 Il vecchio e celeberrimo teatro americano era situato tra la 39ª e la 40ª Strada a Broadway Il massimo teatro del nuovo mondo fu inaugurato con il “Faust” di Gounod nell’allestimento di una compagnia italiana con interprete principale Italo Campanini. All’ epoca al Met di New York tutte le opere - anche va generalmente da dicembre a maggio. La prima trasmissione, il 25 dicembre 1931, fu Hansel und Gretel di Engelbert Humperdinck. Attualmente, il direttore stabile è il direttore d’orchestra americano James Levine. Il Metropolitan visto dal Lincoln Center Plaza L’attuale teatro ha una capienza di quattromila posti I cinquant’anni d’arte di Gino Paoli 4.100 i giovanissimi partecipanti Gino Paoli torna con ‘’Storie’’, l’album voluto per festeggiare il cinquantesimo anno di carriera del cantautore. Si tratta di un disco allegorico, fiabesco e molto narrativo, con dodici tracce che raccontano piccole e grandi storie di vita quotidiana. La presentazione del nuovo album è avvenuta il 21 gennaio scorso all’Auditorium Parco della Musica di Roma. All’evento hanno partecipato pure Vittorio Riva Batteria, Marco Caudai Basso, Maurizio Fiordiliso e Carlo Fimiani (chitarre) e Gnu Quartet (Francesca Rapetti Flauto, Roberto Izzo Violino, Raffaele Rebaudengo Viola e Stefano Cabrera Violoncello). Da marzo è in programma un tour che porterà Gino Paoli all’Arena del Sole di Bologna il 18 marzo, al Teatro Politeama di Palermo il 29 marzo, al Teatro Metropolitan di Catania il 30 marzo, al Teatro Rossini di Civitanova M. il 3 aprile, al Teatro Augusteo di Napoli l’8 aprile, al Teatro Alfieri di Torino il 20 aprile. Successo della XVII Musica e Scuola in Opera Ricorderemo che Gino Paoli nacque Monfalcone da padre toscano, ingegnere navale, e madre giuliana. Molti suoi congiunti da parte materna furono coinvolti nell’esodo giuliano-dalmata e alcuni persero la vita durante le operazioni di pulizia etnica compiute dai reparti regolari e paramilitari jugoslavi. Pochi mesi dopo la sua nascita, la famiglia si trasferisce però a Genova, nel sobborgo di Pegli, città alla quale rimarrà sempre legato. È riconosciuto come uno dei più grandi rappresentanti della musica leggera italiana degli anni sessanta e settanta. Ha scritto ed interpretato brani quali Il cielo in una stanza, La gatta, Senza fine, Sapore di sale, Una lunga storia d’amore, Quattro amici; ha partecipato a numerose edizioni del Festival di Sanremo; ha collaborato con numerosi colleghi alla realizzazione di album e di singoli di successo; ha composto musiche per colonne sonore di film. FERRARA - Diciassettesima edizione di Musica e Scuola e di Scuola in Opera al via oggi al Ridotto del Teatro: anche quest’anno teatrale prevede un ricco programma di iniziative didattiche destinate alla formazione musicale del pubblico di fascia scolastica, che dal 1992 affianca “Teatro Ragazzi”. L’edizione 2008 si è chiusa con il significativo riscontro di oltre 4.100 partecipanti, provenienti dalle scuole primarie e secondarie di tutta la provincia, oltre il dieci per cento in più della edizione 2007. Il rapporto di collaborazione istituzionale con il Conservatorio “Frescobaldi” rimane al centro di molte delle iniziative di Musica e Scuola: l’Incontro con lo strumento coordinato da Achille Galassi con le numerose formazioni giovanili sorte in questi ultimi anni in Conservatorio, si articolerà in otto appuntamenti tra gennaio e aprile al Ridotto, rivolti ad oltre mille allievi delle primarie e secondarie inferiori. Scuole che saranno destinatarie anche della lezioneconcerto dell’orchestra a plettro “Gino Neri” diretta da Stefano Squarzina (14 febbraio), nelle quali verrà proposta la conoscenza degli strumenti a plettro con programmi di grande immediatezza d’ascolto. Un’ulteriore articolazione di Musica e Scuola sarà dedicata, come da alcuni anni a questa parte, a generi musicali che spaziano dal classico al pop, dal jazz alla musica etnica: “Tutta un’altra musica” è stata aperta il 19 gennaio scorso a un nuovo rapporto di collaborazione, quello con la Scuola di Musica Moderna – Associazione Musicisti di Ferrara curatrice dell’incontro L’era dello Swing – e dei successivi Le forme del Blues (4 e 5 febbraio), Batteria che passione! (4 marzo) e L’esecuzione e rielaborazione di un brano Pop (5 marzo). Il folto ed attento pubblico dei ragazzi Per Scuola in Opera 2009 sono previste tre iniziative: il Conservatorio “Frescobaldi” propone dal 24 al 26 marzo al Ridotto il nuovo intermezzo buffo Pimpinone di Tomaso Albinoni che Emanuele Zanella metterà in scena con gli allievi delle classi di canto e l’apporto di quelle di archi e clavicembalo di Roberto Anedda e Marina Scaioli; il melologo Favole a rovescio ideato e condotto da Gianluca Arnò e Robert Bisha sull’omonimo lavoro di Rodari andrà in scena il 17 e 18 aprile. Nella prima settimana di giugno, in data da definire, è prevista infine l’operina di Britten “Noye’s Fludde” per voce recitante, soprano, baritono, coro di voci bianche dal pubblico e pianoforte. È uno dei titoli didattici più importanti nel catalogo del compositore inglese. La preparazione coinvolgerà il Liceo Sociale Carducci, il Conservatorio “Frescobaldi” e tre classi della Scuola Primaria Alda Costa, quest’ultime attraverso un progetto di propedeutica musicale curato da Alessandra Morelli e Nicola Badolato. 8 musica Mercoledì, 28 gennaio 2009 QUIZ - CHISSÀ CHI LO SA? 1. Composta nel 1886, la suite “Il carnevale degli animali”, per due pianoforti, due violini, viola, violoncello, contrabbasso, flauto, clarinetto, armonica e xilofono, fu pensata come un divertissement ad uso privato, tanto che l’autore proibì che venisse data alle stampe prima della sua morte, eccezione fatta per il famoso “Cigno” che invece entrò nel catalogo ufficiale delle sue composizioni. Il poetico brano è una divertente galleria in cui gli animali hanno la voce degli strumenti musicali finendo col manifestare i caratteri e le sfumature dei sentimenti umani. Chi ne è l’autore? a) Claude Debussy b) Maurice Ravel c) Camille Saint-Saëns 2. Il “Carnevale di Venezia” è un tema popolare veneto, tra i più conosciuti ed amati, che ispirò due noti compositori dell’epoca del romanticismo a comporre delle variazioni divenute con il tempo famose quanto l’originale melodia carnascialesca. Questi furono... a) J.S.Bach e G.F.Händel b) Frederic Chopin e Felix Mendelssohn c) Franz Liszt e Robert Schumann 3. Come s’ intitola il famoso balletto composto dal grande Igor Stravinski, basato su temi 7. “Carnaval” è una delle composizioni più belle e ironiche composte da questo auto- ALLEGRO CON BRIO barze barze barze Trombone Chi è un gentiluomo? Uno che sa suonare il trombone, ma non lo fa. Come definiresti un trombonista con un cercapersone e un telefono cellulare? Un ottimista. Che differenza c’è tra uno scoiattolo morto sulla strada, e un trombonista morto sulla strada? Forse lo scoiattolo stava andando al lavoro. Che differenza c’è tra un cattivo oboista e un missile SCUD? Un cattivo oboista ti può uccidere. Sassofono Che differenze ci sono tra un sassofono e un tagliaerba? 1. In piccoli gruppi, i tagliaerba suonano meglio dei sassofoni. 2. I vicini si arrabbiano se prendi in prestito un tagliaerba e non lo restituisci. 3. La presa. re tedesco, nel cui brano emerge una visione drammatica del Carnevale, mentre le maschere di Pierrot e di Arlecchino hanno un collegamento con la morte quale massima liberazione dello spirito dell’individuo. Egli è... a) Robert Schumann b) Johannes Brahms c) Franz Schubert 8. Gabriello Puliti, compositore e organista italiano, nato nella cittadina toscana di Montepulciano nel 1580, è autore di una raccolta di mascherate a tre voci intitolata “Ghirlanda odorifera cioè mascherate a tre voci” e pubblicata a Venezia nel 1612. Si tratta di composizioni che offrivano una visione del mondo tipicamente carnascialesca in cui tutti i valori sono temporaneamente stravolti e perciò risibili e sbeffeggiabili. La raccolta è significativa perché è legata ai nostri territori, cioè alla… a) Dalmazia b) Istria c) Slavonia 9. Chi è l’autore di una famosa rapsodia ispirata al “Carnevale di Pest”, una delle due città che nel 1873, riunendosi, popolari, rappresentato a Parigi il 13 giugno del 1911? a) Boris Godunov b) Rusalka c) Petruška Che differenza c’è tra un soprano e un piraña? Il rossetto. Come si fa a dire quando una soprano wagneriana è morta? I cavalli appaiono molto sollevati. Qual’è la prima cosa che una soprano fa la mattina? Si veste e torna a casa. Che differenza c’è tra una soprano e una Ferrari? La maggior parte dei musicisti non è mai stata in una Ferrari. Dov’è che risuona la voce di un tenore? Dove ci dovrebbe essere il cervello. Qual’è l’ampiezza della dinamica del trombone? ON/OFF. E’ difficile fidarsi di uno il cui strumento cambia forma mentre viene suonato. xxx Come mai ci vogliono due cornisti per cambiare una lampadina? Perché ciascuno riesce a usare solo tre o quattro dita. Doppia ancia Canto Perché un fagotto è meglio di un oboe? Perché brucia più a lungo. A che serve bruciare un oboe? Per mettere un fagotto sul fuoco. Quante soprano ci vogliono per avvitare una lampadina? Una: tiene ferma la lampadina mentre il mondo gira intorno a lei. Percussione Chi è quella persona che frequenta musicisti tutti i giorni? Il percussionista. Come fai a sapere che è un percussionista quello che bussa alla tua porta? Il battito va a rallentare. Alla fine dell’intervallo si sente chiamare: “Musicisti e percussionista, per favore sul palco!” Dall’album dei bontemponi 4. Oltre ai celeberrimi walzer viennesi, il compositore austriaco Johann Strauss figlio è autore pure della popolare operetta... a) Il pipistrello b) Orfeo all’inferno c) La vedova allegra 5. Si intitola “Un ballo in maschera” (1859) una delle opere più popolari del grande compositore italiano... a) Gioacchino Rossini b) Gaetano Donizetti c) Giuseppe Verdi 6. È “Masques” (Maschere) il brano per pianoforte impressionista composto nel 1904 da... a) Claude Debussy b) Paul Dukas c) Erik Satie crearono Budapest, e nella quale il compositore si è ispirato alle tradizioni folkloristiche dell’Ungheria, generando un brano virtuosistico, trascinante, dove si colgono canti e danze tipiche del periodo carnevalesco? a) Franz Liszt b) Béla Bartók c) Antonín Dvoøák 10. Chi è l’autore dell’opera “Benvenuto Cellini” (1852) nella quale vengono commentati musicalmente tutti gli elementi fondamentali del Carnevale e cioè le danze, i canti, la gioia, la confusione e la spensieratezza, dalla quale è tratta l’Ouverture che prese il nome de “Il Carnevale romano”? a) Hector Berlioz b) Gabriel Fauré c) Cesar Franck Pev tutti i tvomboni e i landlev del Tirolo, mi hanno scavigato, ja!! E se mi aggvegassi a kvesti bontemponi? Pev ein krigler de kvel bon e kvalke fvitola gli fo eine serenadn, o tvombonadn, jaaa!! Anno V / n. 35 del 28 gennaio 2009 “LA VOCE DEL POPOLO” - Caporedattore responsabile: Errol Superina IN PIÙ Supplementi a cura di Errol Superina Progetto editoriale di Silvio Forza / Art director: Daria Vlahov Horvat edizione: MUSICA Redattore esecutivo: Patrizia Venucci Merdžo / Impaginazione: Željka Kovačić Collaboratori: Daria Deghenghi, Helena Labus e Fabio Vidali Foto: Ivor Hreljanović La pubblicazione del presente supplemento viene supportata dall’Unione Italiana grazie alle risorse stanziate dal Governo italiano con la Legge 193/04, in esecuzione al Contratto N° 83 del 14 gennaio 2008, Convezione MAE-UI N° 2724 del 24 novembre 2004 Soluzioni: 1. c), 2. b), 3. c), 4. a), 5. c), 6. a), 7. a), 8. b), 9. a), 10. a).