Il Festival La Versiliana presenta per l’edizione 2014 una novità di assoluto effetto scenografico. Una location suggestiva per un progetto di grande fascino. Per la prima volta il Festival della Versiliana raddoppia il proprio palcoscenico e presenta un ciclo di 6 performance artistiche sulla rotonda del Pontile di Marina di Pietrasanta. Una cornice ideale che sposa alla perfezione il progetto di Sergio Maifredi “Odissea – un racconto mediterraneo” Dal 15 luglio al 19 agosto 2014 ODISSEA – UN RACCONTO MEDITERRANEO Rotonda del Pontile – Marina di Pietrasanta Progetto e regia Sergio Maifredi Produzione Teatro Pubblico Ligure in collaborazione con La Corte Ospitale Ideato e diretto da Sergio Maifredi, e prodotto da Teatro Pubblico Ligure e da Corte Ospitale il progetto “Odissea un racconto Mediterraneo” sarà presentato sulla rotonda del Pontile di Marina di Pietrasanta, nell’ambito della 35 edizione del Festival della Versiliana dal 15 Luglio al 19 agosto con sei spettacoli affidati ai grandi cantori del teatro contemporaneo: Moni Ovadia il 15 Luglio, Davide Enia il 22 Luglio, Giuseppe Cederna il 29 Luglio, Paolo Rossi il 5 agosto, Amanda Sandrelli il 12 agosto, Tullio Solenghi il 19 Agosto. Attori nel ruolo di rapsodi che guardano negli occhi il proprio pubblico senza protezioni date da schermi, belle luci o musica ma affrontando a mani nude la parola. E per farlo sono chiamati dalla regia di Sergio Maifredi a leggere i versi di Omero e a raccontare le avventure dei personaggi più famosi e suggestivi come in puntate di una fiction, la prima della storia della letteratura occidentale. “Sono particolarmente felice di poter presentare al Festival della Versiliana il progetto Odissea Un racconto Mediterraneo” dichiara Sergio Maifredi “ e lo sono per due motivi: il primo è sicuramente il prestigio del Festival e la location ideale che il Festival ci ha dedicato; il secondo motivo è perché ad invitarmi è stato Luca Lazzareschi che fu Odisseo in una splendida Odissea, realizzata per l’INDA nel 2001, a cui il nostro lavoro dichiaratamente si ispira.” “L’Odissea è un arco che scavalca le epoche. E’ la classicità e al tempo stesso la modernità,” racconta Sergio Maifredi presentando il progetto ”inventa il flash back tremila anni prima del cinema americano, cala Odisseo all’Inferno duemila anni prima di Dante. Calipso oggi scolpisce in un sms il suo ultimo pensiero per Odisseo e Odisseo twitta la strage dei Proci anziché affidarla a Femio il cantore, padre di tutti gli uffici stampa del mondo. Ma la forza dell’Odissea resta immutata.” Odissea – Un racconto mediterraneo restituisce alla narrazione orale, al cantore vivo e in carne ed ossa di fronte a noi, le pagine dell’Odissea che dagli anni della scuola abbiamo letto in silenzio. L’Odissea è la prima fiction a episodi. Questa è una delle sue forze. I racconti vivono assoluti. Il “montaggio” avviene nella testa dello spettatore che può conoscere o ignorare gli episodi precedenti. Odissea – Un racconto mediterraneo è una rotta, la rotta di Odisseo, ed è la rotta che unisce le sponde del mediterraneo da Est a Ovest da Nord a Sud.. Grazie quindi al Festival della Versiliana ed al suo direttore artistico, Luca Lazzareschi per la grande opportunità di presentare qui, nella prossima estate, sei episodi, sei tappe fondamentali, del nostro lavoro. Ricchezza del progetto è una pluralità di cantori che trasportano con sè il proprio bagaglio e lo restituiscono con note a margine diverse ed uniche. Sono compagni di viaggio. I sei racconti che tratteggeranno la tappa del viaggio di Odissea al Festival della Versiliana 2014 sono Odisseo e la gara dell’arco, affidato a Moni Ovadia il 15 Luglio, La discesa agli inferi con Davide Enia il 22 Luglio; a Giuseppe Cederna Odisseo ed i Feaci, il 29 Luglio, La maga Circe, con Paolo Rossi, il 5 agosto; La ninfa Calipso, con Amanda Sandrelli il 12 agosto Tullio Solenghi con Odisseo e Penelope il 19 agosto Tutti gli spettacoli si svolgono alla Rotonda del Pontile di Marina di Pietrasanta, iniziano alle ore 21,30 ed hanno la durata di circa 1ora e 15 minuti. Gli spettacoli ODISSEA – UN RACCONTO MEDITERRANEO Progetto e regia di SERGIO MAIFREDI MONI OVADIA (Canto XXI) - Odisseo e la gara dell’arco martedì 15 Luglio 2014 Penelope ha deciso di porre fine all'attesa: sarà sposa di chi, tra i proci, saprà tendere l'arco di Odisseo. I pretendenti si preparano alla sfida; tra loro, sotto i dimessi stracci del medico, si cela Odisseo. Quando l'arco sarà nelle sue mani, Odisseo non esiterà a stoccare il dardo che trafiggerà la gola del più arrogante dei pretendenti. Le porte della reggia si serrano come le reti di una tonnara. La mattanza ha inizio. Moni Ovadia, in una lectio magistralis, ci farà riscoprire il rito civile della lettura ed i due grandi viaggi che segnano la civiltà occidentale, il viaggio di Odisseo e il viaggio di Abramo. Ovadia corre sulle onde dell'Odissea arrivando all'Itaca di quello straordinario poeta che è Kostantinos Kavafis. ODISSEA – UN RACCONTO MEDITERRANEO Progetto e regia di SERGIO MAIFREDI DAVIDE ENIA (Canto XI) – La discesa agli Inferi martedì 22 luglio 2014 Omero fa scendere Odisseo all’inferno duemila anni prima di Dante. Anche questo viaggio deve affrontare Odisseo. Incontrerà Elpènore, il suo amico, morto da poco: ubriaco è caduto dal tetto della casa di Calipso e l’anima è scesa giù agli inferi. Poi Odisseo incontrerà sua madre. L’aveva lasciata viva a Itaca, partendo per Ilio. Non fa a tempo a piangere, Odisseo, che già arriva l’anima dell’indovino Tiresia che gli predice il futuro. Quello prossimo fatto di viaggi e stragi. E quello che arriverà: Odisseo dopo aver ricomposto l’ordine, dopo aver ucciso i proci, dovrà affrontare un ultimo viaggio, questa volta per terra, fino a genti che non conoscono il sale. Il viaggio agli inferi continua: a Odisseo viene incontro l’ombra di Achille a rievocare i fantasmi di una guerra ormai lontana dieci anni. ODISSEA – UN RACCONTO MEDITERRANEO Progetto e regia di SERGIO MAIFREDI GIUSEPPE CEDERNA (Canti V-VIII) - Odisseo e i Feaci martedì 29 luglio 2014 Odisseo è approdato con l’aiuto degli Dèi all’isola dei Feaci. Vi arriva nudo e sporco di salsedine. Lo accoglierà Nausicaa, la figlia del re Alcìnoo, e lo porterà alla reggia. Odisseo non si rivelerà subito. Solo nel momento in cui il cantore, richiesto da Alcinoo, canterà le gesta immortali di Odisseo, il nostro eroe piangendo rivelerà al re il suo vero nome. A quel punto Odisseo si fa cantore a sua volta, in un gioco di specchi con Omero il suo creatore, e proseguirà lui la narrazione delle sue avventure. Alcinoo gli concederà le navi per ritornare, non senza ulteriori affanni, a Itaca. Giuseppe Cederna, con passione, interpreta, commenta e crea ponti di parole tra un brano ed un altro; sottolineando sfumature e passaggi che ad una lettura solitaria potrebbero sfuggire. Cederna sa commuoverci, sorprenderci ed affascinarci, con la forza e la leggerezza di uno scalatore in parete verso la vetta della letteratura occidentale. ODISSEA – UN RACCONTO MEDITERRANEO Progetto e regia di SERGIO MAIFREDI PAOLO ROSSI (Canto X) – La maga Circe martedì 5 agosto 2014 Il dio Eolo ha dato a Odisseo l'otre che imprigiona i vènti contrari al ritorno ad Itaca. I compagni di Odisseo aprono l'otre, i vènti si scatenano e i marinai sono in balìa del mare per nove giorni. I giganti Lestrigoni massacrano parte dei compagni di Odisseo, indi finalmente giungono all'isola di Circe. La bella dea trasforma gli uomini in porci facendo loro scordare il ritorno. Odisseo riuscirà a liberare i suoi compagni ed a riprendere il viaggio. Paolo Rossi trova infiniti spunti da questo canto per chiosare ogni suo pensiero sulle donne di Omero e non solo. La sua lettura sa restituirci anfratti dell'Odissea che altrimenti rischiano di perdersi, fagocitati dall'insieme. ODISSEA – UN RACCONTO MEDITERRANEO Progetto e regia di SERGIO MAIFREDI AMANDA SANDRELLI (Canto V) – La ninfa Calipso martedì 12 agosto 2014 Calipso, colei che nasconde. E’ nella sua isola che Odisseo si trova ormai da sette anni quando Atena implora gli altri dèi di accorgersi di questo eroe che ancora non ha fatto ritorno a casa dopo la guerra di Troia. Calipso gli ha offerto l’immortalità e la sua bellezza eterna. Odisseo sa a cosa rinuncia ma non vuole smettere il essere uomo mortale. Calipso, piangendo, lo lascerà riprendere il suo viaggio. Amanda Sandrelli, con forza e dolcezza, da vita ad una umanissima Calipso e sceglie di accostarla, per contrasto, ad una Clitemnestra contemporanea. Racconterà quindi di due abbandoni vissuti in modo diametralmente opposto. Racconterà di due donne che sono due volti della stessa Luna. ODISSEA – UN RACCONTO MEDITERRANEO Progetto e regia di SERGIO MAIFREDI TULLIO SOLENGHI (Canto XXIII) – Odisseo e Penelope martedì 19 agosto 2014 In Penelope Odisseo ritrova un suo doppio. Penelope è astuta almeno quanto il suo sposo. E’ stata astuta nel tener testa ai pretendenti, inventando l’eterno gioco della tela, ed è astuta ora nel saggiare chi dice d’esserle marito. E se Telemaco e la Nutrice possono credere che l’uomo che hanno davanti è il re di Itaca, che è tornato, che ha ucciso i proci ed ha ristabilito l’ordine, a Penelope questo non basta. Lo mette alla prova ancora una volta. Ordina alle ancelle di spostare il letto nuziale. Solo lei e Odisseo sanno che quel letto è intagliato nel tronco di un secolare ulivo che affonda le radici nella terra dei padri. “Nessun umano lo può spostare!” dice lo straniero. E Penelope si scioglie in un pianto trattenuto da vent’anni. La notte la passeranno ad aversi e a ritrovarsi. Raccontandosi due decenni trascorsi nell’attesa e nel ritorno. Direzione artistica Sergio Maifredi Direttore produzione e comunicazione Lucia Lombardo venerdì 18 luglio PRIMA NAZIONALE Il Teatro de Gli Incamminati presenta DIPARTITA FINALE di Franco Branciaroli con in ordine anagrafico: Gianrico Tedeschi, Ugo Pagliai, Franco Branciaroli e Massimo Popolizio Un supercast di attori guadagna l’immortalità Quattro star del teatro per Dipartita Finale di Branciaroli Non si era mai vista prima d’ora una locandina teatrale con su scritto interpreti in ordine anagrafico, ma è proprio così che si annuncia Dipartita Finale, con Gianrico Tedeschi 94 anni, Ugo Pagliai 76 anni, Franco Branciaroli 66 anni, Massimo Popolizio 53 anni Dopo l’apprezzata edizione di Finale di Partita di Beckett del 2006, Franco Branciaroli da autore firma, con questo Dipartita Finale, un testo ascrivibile alla stessa atmosfera dell’assurdo. È la storia di tre clochard, Pol, Pot e il Supino, comicamente alle prese con le questioni ultime, cui li costringe Toto, travestimento della morte. Oltre allo stesso Branciaroli, che ricoprirà proprio questo ruolo, ad interpretarlo ci sarà un cast esemplare di attori: Gianrico Tedeschi, Ugo Pagliai e Massimo Popolizio, presentati in locandina in ordine anagrafico. E il fine metafisico, quello di un mondo affossato dall’assenza di valori e che affida la propria longevità alla scienza, in assenza di una fede nell’immortalità, è perseguito con strumenti irresistibilmente divertenti. “È una parodia, un western, un gioco da ubriachi sulla condizione umana dei nostri tempi, con tre barboni che giacciono in una baracca sulle rive di un fiume, forse del Tevere, e con la morte, nei panni di Totò menagramo, che li va a trovare impugnando la falce”, con le parole dello stesso Branciaroli. Il finale, a sorpresa, è lieto per tre quarti. Riflessioni dell’autore Ci si difende dall’angoscia da sempre. L’angoscia è la mancata perfezione della vita. Affidarsi a Dio, venirne uccisi per salvarsi, addirittura ucciderlo per questo: finora. E’ morto, adesso, per chi lo percepisce davvero. Non morto per noi, non più; scomparso. I più lo ignorano nel profondo perché indifferenti. Con Lui tutto ciò che è assoluto valore è scomparso. Però l’angoscia resta e cresce: vieppiù. La realtà è senza ideale, la natura senza luce. Ebbene, l’opera d’arte (sperando che sia arte) deve essere capace, oggi, di suscitare in qualcuno la convinzione che in essa sia presente quel senso ultimo del mondo che è il trovarsi privi di Dio; e naturalmente la disperazione che ne consegue. Di aver perso il rimedio per allontanare la sofferenza e la morte. Il sapere umano pensa già alla costruzione di una vita umana in cui sofferenza e morte siano allontanate il più possibile: la realizzazione di un mondo nuovo che anticipi l’Apocalisse: nuova terra, nuovo cielo. La scienza, la potenza umana, sostituisce Dio. Si assomigliano molto, Dio e scienza, più di quanto solitamente si creda. La scienza adesso non limita nessuna azione; non vi è morale o etica perché non c’è più nessun valore assoluto, nessun Dio. Non ci sarà nessuna “natura” da rispettare. Si andrà oltre la “natura”. Ci si difende dall’angoscia cercando la forza più potente: il sapere umano, o meglio, la “tecnica” che ne è conseguenza. Si potrà diventare anche immortali. Tutti i limiti saranno valicati. Immortale non è eterno; qualcuno tenterà di lasciare aperta la porta al divino, al passato di una cultura immensa da cui non si può prendere un definitivo congedo. Franco Branciaroli sabato 19 luglio Junior BallettO di ToscanA Giselle Balletto in un atto unico - Musica Adolphe Adam Drammaturgia, regia e coreografia Eugenio Scigliano Luci Carlo Cerri in collaborazione con Andrea Narese Costumi Santi Rinciari realizzati da Opificio della Moda e del Costume Vincitore del premio Danza & Danza come miglior produzione italiana 2013. Personaggi e Interpreti Giselle: Laura Massetti / Lucia Zimmardi Educatore: Mirko De Campi / Luca Cesa Istitutrice: Giovanna Pagone / Chiara Afilani / Eleonora Peperoni Studentesse: Chiara Afilani - Sofia Barilli - Giulia Cella - Martina Consoli - Elena Martinelli - Eleonora Peperoni - Myriam Tomé Lucia Zimmardi / Giorgia Drago - Carolina Giornelli - Sofia Manca - Elena Pera Studenti: Luca Cesa - Joseph Caldo - Francesco Lucia - Alberto Tardanico - Giovanni Visone / Giovanni Imbroglia - Lorenzo Savino durata 70 minuti circa Compagnia Junior BdT Formazione di tirocinio professionale Associazione culturale no-profit “Danza / Scuola Toscana” Presidente legale rappresentante Riccardo Donnini Direzione artistica Cristina Bozzolini COMPAGNIA JUNIOR BALLETTO DI TOSCANA La Compagnia giovanile “Junior BallettO di ToscanA”, fondata e diretta da Cristina Bozzolini, costituisce la struttura produttiva di tirocinio professionale della Scuola del Balletto di Toscana, oggi uno dei più qualificati enti di alta formazione per danzatori classici e contemporanei, a livello europeo. La compagnia rappresenta una occasione di debutto sulle scene per un selezionato organico, mediamente di 18/20 elementi, giovani danzatori tra i 16 ed i 21 anni. Il programma artistico rich iama la linea culturale, impressa nella cronaca della danza italiana per un quindicennio (1985 – 2000), dalla mitica formazione del BallettO di ToscanA, sempre guidata da Cristina Bozzolini, con l’affermazione del primato della coreografia e della danza pura, articolata per linee trasversali in una pluralità di linguaggi espressivi, dal neoclassico al contemporaneo, al modern-jazz ed all’hip-hop, sempre valorizzata dalla creatività sia di autori di grande prestigio, nazionale ed internazionale, che emergenti di sicuro talento. Il repertorio in essere della Compagnia, prima con Silvia Chirico, in qualità di “maitre de ballet” ed assistente alle coreografie e dal settembre 2012 con Sabrina Vitangeli, già prima ballerina di MaggioDanza, accanto a creazioni di Maestri della coreografia italiana, quali Mauro Bigonzetti e Fabrizio Monteverde, vede la presenza di opere già di affermati autori quali Eugenio Scigliano, Eugenio Buratti, Cristina Rizzo, Michele Merola, Alessandro Bigonzetti, Francesco Nappa ed Arianna Benedetti. EUGENIO SCIGLIANO – Coreografo: Nato a Cosenza nel 1968, ha iniziato i propri studi di danza con Maestri provenienti dall’Opera di Bucarest (Cecilia Covaci, Ilie Suciu, Alecu Ma-rin); Nella stagione 1992-93 lascia temporaneamente il BdT per una importante esperienza professionale come solista nell’English National Ballet, dove interpreta importanti ruoli nel Lago dei Cigni della Struchkova, in Romeo e Giulietta di Ashton ed in Sphinx di Tetley. Rietrato nel BdT riprende il suo ruolo da protagonista nelle creazioni dei più apprezzati autori italiani, quali Bigonzetti, Monteverde e Sieni, nonché in quelle di importanti Coreografi europei quali Van Manen, Bruce, Preljocaj, Gelabert, Christie, Wubbe. Dalla metà degli anni ‘90, su invito di Cristina Bozzolini, crea le sue prime coreografie: Passaggio su musica di Bach, Quasi una fantasia su musica di H. Gorecki, Noon su musica di E. Serra e Grief su musica di R. Sakamoto, tutte per il BdT. Nel 2001, su invito di Mauro Bigonzetti entra nell’Aterballetto, partecipando come solista alla ripresa del repertorio della Compagnia ed alla messa in scena delle coreografie di Bigonzetti e Forsythe e crea nello stesso anno il balletto Blu su musica di A. Part. Conclusa la sua esperienza di danzatore, dal 2004 si dedica interamente alla coreografia ed all’in-segnamento come “free lance”, consolidando poi uno speciale rapporto di solidale impegno artistico con Cristina Bozzolini. Nel 2007 crea, per lo Junior BdT, un doppio passo a due Dust, su musica di F. Chopin e nel marzo 2008 una nuova scrittura coreografica del balletto Jeux, su musica di C. Debussy. Nel 2009 crea per l’Aterballetto il balletto Casanova, e nel 2010 realizza per lo Junior BdT la coreografia ...chi vuol esser lieto sia..del doman non v’è certezza su musiche di A. Capezon e Autori Vari. Nel 2014, la Compagnia Aterballetto debutterà con una sua nuova creazione ispirata al Don Chisciotte di Miguel de Cervantes. mercoledì 23 luglio La dodicesima notte di William Shakespeare traduzione Patrizia Cavalli musiche di scena Nicola Piovani con e regia Carlo Cecchi cast in via di definizione produzione MARCHE TEATRO in collaborazione con Estate Teatrale Veronese Carlo Cecchi torna a Shakespeare per misurarsi con La dodicesima notte. Una commedia corale, fondata sugli scambi di identità e di genere e sugli equivoci. Il testo shakespeariano permetterà ancora una volta a Carlo Cecchi, regista e anche interprete nelle vesti di Malvolio, di orchestrare un gioco attoriale straordinario, lavorando sulla stilizzazione e sull’essenza dei personaggi, attraverso quella maestria che ha fatto di lui il più moderno tra i grandi interpreti del teatro italiano. Lo spettacolo debutterà in luglio a Verona nell’ambito del Festival Shakespeariano. La tournée invernale prenderà il via da febbraio 2015. CARLO CECCHI Figura di primo piano nel panorama teatrale nazionale, Carlo Cecchi frequenta l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica come attore all’inizio degli anni Sessanta, successivamente viene influenzato dal Living Theatre, lavora a lungo con Eduardo De Filippo. Stringe un sodalizio artistico con la scrittrice Elsa Morante e con il critico Cesare Garboli. Dal 1968 dirige molti spettacoli e interpreta molti ruoli. Memorabili le sue interpretazioni di numerose opere Shakespeariane: da La tempesta ad Amleto (in più di una versione), dal Sogno di una notte d’estate a Misura per misura. Il suo repertorio è però vastissimo e spazia da Beckett (indimenticabile un suo Finale di partita) a Pirandello (memorabile il Sei personaggi in cerca d’autore in tournée per 4 stagioni), da Cechov a Molière a numerosi altri autori contemporanei portati da lui per la prima volta in scena in Italia. Analoghe considerazioni valgono per il cinema, dove va ricordato in particolare per Morte di un matematico napoletano di Mario Martone e dove ha lavorato con registi come Bernardo Bertolucci (Io ballo da sola), Pupi Avati, Ferzan Ozpetek e Cristina Comencini e nell’opera prima di Valeria Golino Miele, presentato all’ultima edizione del festival di Cannes lo scorso Maggio. È vincitore di 5 premi UBU, l'ultimo dei quali nel 2013 come miglior attore protagonista per La serata a Colono di Elsa Morante, diretto da Mario Martone. COMIX venerdì 25 luglio Una creazione di EMILIANO PELLISARI Un piccolo gioiello di physical theatre . Dal mondo dei fumetti tante piccole grandi storie fantastiche dove il gesto atletico e la comicità creano un mix di comicità e divertimento. Uno spettacolo che nasce dalle suggestioni dei cartoni animati e dall'arte grafica dove si realizzano i sogni eterni dell'uomo: volare nel cielo come uccelli, nuotare dentro il mare come pesci o scomporre il corpo umano e farlo scomparire come fantasmi. COMIX è gioia in movimento, gesto atletico e divertimento. COMIX è presentato da Emiliano Pellisari Studio e NoGravity ltd Danzatori: Mariana Porceddu, Julien Lambert , Antonella Perazzo, Rosario Amato, Lucia Orrù, Pierpaolo Trani, Valentina Iaia. Musiche : Jazz e classica con Billy Evans, George Gershwin, Emir Kusturica, Bob McFerry, Scott Joplin, Django Reinhardt, Gene Harris, Bill Evans, Miles Davis, Jan Garbareck, Nino Rota, John Coltrane, Dave Brubake ideazione sonora e art direction: Emiliano Pellisari e Mariana Porceddu consulente musicale: Domenico Bulla editing/mix: Davide Terrile/Gli Artigiani Studio Coreografie: Emiliano Pellisari e Mariana Porceddu Costumi: Emiliano Pellisari, Mariana Porceddu, Giulia Romolini Scenografie e Attrezzi di scena: Emiliano Pellisari Disegno Luci: Emiliano Pellisari Grafica e vidéo : BATO Rigger Cataldo Cannillo Genere: physical theatre/new magic Durata: 1h 20’ senza intervallo sabato 26 luglio FRANCO BATTIATO PROGETTO JOE PATTI (experimental live group) musica elettronica sperimentale Franco Battiato torna alla Versiliana questa volta con il progetto Joe Patti (experimental live group). Questa volta a farla da padrone sarà la musica elettronica, da sempre uno dei grandi amori di Battiato, con tutti i riferimenti alla sua produzione anni ’70 (e ad album come “Fetus”, “Pollution”, “Sulle corde di Aries”, “Clic” e “M.lle le gladiator”) e alcune improvvisazioni. Per questo concerto Battiato si presenterà sul palco con sintetizzatore, tastiera e pianoforte, accompagnato dal suo inseparabile ingegnere del suono Pino “Pinaxa” Pischetola qui ai live electronics e dal pianista Carlo Guaitoli, non mancheranno le canzoni rivisitate in questa formazione. IL BUGIARDO domenica 27 luglio di Carlo Goldoni con Maurizio Lastric, Michele di Mauro e la Popular Shakespeare Kompany regia VALERIO BINASCO Musiche originali Arturo Annecchino Scene e Costumi Carlo de Marino Luci Pasquale Mari Produzione Oblomov Films Srl in collaborazione con il Festival Estate Teatrale Veronese e la Versiliana Festival E’ una commedia celeberrima, ricca di gag e trovate comiche: gli equivoci che danno vita alla storia. Goldoni è un autore moderno, con lampi di vera contemporaneità. Il Bugiardo offre molte occasioni per una regia ispirata dal gioco del teatro, che si avvale di un gruppo di attori formidabili, capaci di trascinare il pubblico e di sorprenderlo continuamente. Il Bugiardo è un punto di arrivo importante per la nostra Kompany, Tratteremo Goldoni così come abbiamo trattato Shakespeare : cercando di evidenziarne al massimo la forza poetica e i sentimenti più coinvolgenti Note di Valerio Binasco giovedì 31 luglio I LEGNANESI presentano La vita è fatta a scale… con Antonio Provasio - Enrico Dalceri - Luigi Campisi Regia Antonio Provasio Testi di Felice Musazzi, Antonio Provasio UNA SERATA DI RISATE SENZA SOSTA CON LA COMICITÀ IRRESISTIBILE DE I LEGNANESI Continua anche d’estate il grande successo dopo quasi 50.000 spettatori solo a Milano I Legnanesi confermano il loro successo anche nella stagione 2013/2014 in cui stanno collezionando premi e record di pubblico (quasi 50.000 spettatori solo a Milano nella stagione invernale, una strabiliante esperienza con il pubblico del Sistina di Roma in piedi ad applaudirli per la seconda stagione consecutiva, per un totale di 100 repliche in più di 35 città, a testimonianza che l’Italia ha voglia di sorridere, almeno a teatro) e sono pronti a calcare il palcoscenico della Versiliana (tornano così in Versilia con emozione dopo alcuni spettacoli alla Bussola Domani negli anni Ottanta) con “La vita è fatta a scale…”, in cui la famiglia Colombo regalerà agli spettatori risate senza sosta con le loro nuove irresistibili avventure. “ Basta, non ce la facciamo più, ormai da anni la crisi ci attanaglia - si sfoga la Teresa - e sulle coste Albanesi sono già stati avvistati i primi gommoni carichi di Italiani!” La storia continua, la crisi avanza, e l’unica soluzione per le donne del cortile sembra quella di vendere le loro case ed emigrare, inseguendo il “sogno americano”: la famiglia Colombo e le donne del cortile partono alla conquista degli Stati Uniti. Per la Teresa, la Mabilia e il Giovanni sarà la prima volta in aeroporto: tra check-in, boarding pass e scale mobili ne combineranno di tutti i colori. Alla fine, riusciranno a partire? La terra promessa, il posto dove rifarsi una vita, resta quella d'un tempo, l’America, ma scopriranno che l’ “America” si può trovare anche in Italia, basta farsi forza gli uni con gli altri e restare uniti nelle difficoltà. Tornati dal viaggio oltreoceano, la situazione non è migliorata: stress, guai e ancora guai, neanche l’ombra di un euro - anzi, addirittura più squattrinati di prima - la Teresa e il Giovanni, tra un battibecco e l’altro, dovranno affrontare l’esaurimento nervoso di Mabilia e assistere la malata che finirà ricoverata in un ospedale psichiatrico. Quando finalmente la Mabilia verrà dimessa, eccoli finalmente di nuovo al completo: la famiglia Colombo, nell’amato cortile, alle prese con i “soliti problemi” della “solita povera gente”. Fra pazzia, deliri e ancora tante risate la Teresa, la Mabilia e il Giovanni saranno ancora una volta protagonisti di momenti di esilarante comicità tra imprevedibili situazioni grottesche, capaci però allo stesso tempo di sdrammatizzare, con un’ironia pungente ma mai volgare, il periodo di grande crisi che sta attraversando il nostro Paese. Dal 1949 interpreti della tradizione teatrale italiana, gli spettacoli de I Legnanesi sono un tuffo nel passato per ricordare (o riscoprire) la cultura popolare e raccontare, nello stesso tempo, storie di tutti i giorni attraverso una comicità pulita, dedicata alla gente comune, nel singolare “italiandialetto”, un mix di italiano e dialetto lombardo che ne costituisce una delle cifre più caratteristiche. Riconosciuti tra le principali e più conosciute compagnie dialettali d'Italia e d'Europa, oggi la Compagnia porta in scena le storie, i costumi e le tradizioni lombarde ma è ampiamente apprezzata anche fuori dalla Lombardia, grazie a un intervento di modernizzazione dei testi originali e alla scelta di temi universali (la famiglia, il lavoro, la crisi economica, i rapporti di vicinato), con riferimenti sempre attuali al costume e alla politica nazionale. Anche questa volta i tre strepitosi protagonisti (Antonio Provasio-Teresa, Enrico Dalceri-Mabilia e Luigi Campisi-Giovanni) racconteranno le loro vicende quotidiane, universali, semplici ma profonde allo stesso tempo, con quella vìs comica che li contraddistingue e li rende così amati dal pubblico: una formula ormai collaudata per oltre due ore di spettacolo tutto al maschile. sabato 2 agosto ATERBALLETTO Don Q. Don Quixote de la Mancha Coreografia di Eugenio Scigliano Musiche: musica classica spagnola, Kimmo Pohjonen Scene e Luci di Carlo Cerri Video di Carlo Cerri e OOOPStudio Costumi di Kristopher Millar and Lois Swandale Essere artista ha sempre significato possedere ragione e sogni ( Th.Mann). Archetipo di una particolare natura umana – quella del 'dreamer'- proprio per questo elevato a mito capace di attraversare epoche e culture e incarnazione di uno stato dello spirito e della mente del tutto e meravigliosamente 'a-normali' da evocare alla bisogna, Don Chisciotte è stato anche e più volte frequentato dal teatro di danza, perché il coreografo interessato a evocare attraverso la metafora del movimento una condizione che fa delle azioni il frutto talvolta bizzarro di un mondo interiore acceso di sogni e ideali, trova nell'Hidalgo di Cervantes la sintesi perfetta e la fonte inesauribile di ispirazione. Perché Don Chisciotte è uno e centomila e ognuno può ritrarre il 'suo' Don Chisciotte. Come fa Eugenio Scigliano, nel nuovo progetto per Aterballetto, in cui il coreografo empaticamente si riflette nel suo personaggio e ne traduce lo spaesamento umano e la necessità di non abdicare ai propri ideali anche se la realtà congiura per soffocarli. In una Spagna che stava mutando rapidamente, che stava abbandonando le sue regole e i suoi valori, il Don combatte l'angoscia e l'incertezza di tempi rozzi e confusi restando fedele ai suoi sogni e al suo codice morale e regalandone i segreti al suo amico Sancho. Allo stesso modo, in un periodo altrettanto disorientante e dettato da mutamenti repentini e francamente oscuri, il Cavaliere di Scigliano viene a incarnare l'essenza dell''essere artista', rivendicando il potere della sensibilità e la sua missione di “ tener desto -nonostante tutto- il senso di meraviglia nel mondo”. E se la bellezza, in qualche modo, ci salverà, anche l'alter ego del Don, Sancho Panza grazie alla condivisione delle esperienze di vita con l'amico, imparerà a goderne per sopravvivere alle fatiche dell'esistenza. Il lavoro si sviluppa su musiche spagnole dal XVII secolo a oggi e composizioni del finlandese Kimmo Pohjonen. Realizzazione costumi: Sartoria Aterballetto - Giuseppina Carbosiero, Francesca Messori Realizzazione scene: Minelli Restauratori, Gubbio - Scenografie Peroni Balletto per tutta la Compagnia. Durata: ca. 47 minuti Rain Dogs Coreografia di JOHAN INGER Musica TOM WAITS Scene e Costumi JOHAN INGER Luci PETER LUNDIN Inizia a piovere; quel cane che, curioso e sicuro del suo olfatto si era mosso oltre i suoi soliti confini, alla scoperta di ciò che vive lontano, perde improvvisamente la strada del ritorno, la pioggia ha inesorabilmente cancellato tutte le tracce. E’ questa l’immagine da cui prende forma “Rain Dogs”, si materializza a rappresentare quelle complessità e quelle contraddizioni che caratterizzano il rapporto con il mondo e che segnano le relazioni con gli altri. Quando la ricerca di un senso perde ogni punto di riferimento, l’incertezza e il disorientamento sembrano rendere impossibile il ritorno a casa, a ciò era e che non è più. Questo è il momento in cui la solitudine e lo smarrimento si manifestano attraverso le più diverse sfumature; con ironia e drammaticità, con leggerezza o disperazione. Il tentativo di ritrovare la via in una sorta di “ scivolosa crisi d’identità” diviene condizione esistenziale. “Ho pensato che se fossi riuscito a catturare anche solo un po’ di tutto questo allora, forse, sarei riuscito a fare ciò che volevo” Rain Dogs, è il desiderio affrontare questi temi non nuovi, attraverso atmosfere e sensazioni in qualche modo altre, c’è infatti “un carattere esotico in Tom Waits che richiama gli Stati Uniti di Charles Bukowski, c’è un odore, ci sono dei colori che la sua voce riesce a catturare e che ci portano – come ascoltatori – a fare molte associazioni. Non sono stato letterale in questo lavoro ma c’è qualcosa di estremamente terreno ma allo stesso tempo intellettuale e acuto in Tom Waits. Ho sentito che la sua voce funzionava bene con il mio movimento e il mondo che immaginavo; ho sentito che le sue storie e i suoi ritmi erano in sintonia con il mio linguaggio e con la mia idea. Non è certo la prima volta che tratto temi come la solitudine e le relazioni ma in questo caso la musica mi ha permesso di trovare “un’entrata diversa”, ho lavorato sugli stessi concetti ma attraverso la prospettiva di Tom Waits. Per questo non è stato affatto difficile connettere la musica alla danza.” Durata: 35' ca interpreti: 9 danzatori domenica 3 agosto ANGELO PINTUS 50 sfumature di Pintus Pintus è il comico più rappresentativo del programma televisivo Colorado. Per la prima volta si presenta in teatro con un proprio spettacolo:"50 SFUMATURE DI...PINTUS" nel quale esprime tutto il suo talento di grande intrattenitore, sia comico che musicale. “Care donne, a differenza di quelle di grigio, le sfumature di Pintus vi faranno ridere!!! La comicità è dappertutto… Nei politici che litigano… In alcune storie assurde di alcuni programmi televisivi... e nelle pubblicità... Mi fa ridere la vita…Mi fanno ridere tante cose… Ognuna con la propria sfumatura…Le sfumature di Pintus…” martedì 5 agosto Compañia Española de Danza MIGUEL ÁNGEL BERNA presenta ... bailando mi tierra! MUDÉJAR con MIGUEL ÁNGEL BERNA Manuela Adamo - María Alayeto - Francisco Morgado - Ana Duro - Yasmina Sánchez- Pablo Pérez Dopo la trionfale tournèe di debutto in Italia della primavera 2012 e dopo il clamoroso successo al Teatro Romano di Verona nel quadro dell’Estate Teatrale Veronese scorsa, si è reso disponibile a partecipare al festival della Versiliana l’acclamato Miguel Angel Berna con il suo Bailando mi tierra… Mudejar. Coreografo e direttore della Compagnia Stabile di Saragozza, Berna è uno dei “grandi” di Spagna, eroe moderno di una danza antica, la jota, sempre viva in Aragona da più di mille anni. Virtuoso delle nacchere - strumento protagonista della sua danza - Eleganza della silhouette, stile, temperamento, finezza e potenza insieme, sono le qualità – proprie solo di un danzatore spagnolo - che hanno fatto trionfare Berna sulle scene più prestigiose di tutto il mondo, dall’Inghilterra alla Grecia, dal Giappone a Cuba, dalla Francia al Brasile agli Stati Uniti. Ballerino dall’età di otto anni,professionista dal 1990, giovane dall’eterna giovinezza propria di alcuni grandi ballerini maschi, nel corso della sua carriera ha portato in scena numerosi spettacoli tra cui Entre dos (1993), Rasmia (1999), La Templanza (2000), Tierra de Aragon (2002), e Mudéjar (2006). Coreografo e ballerino nel film Iberia di Carlos Saura, ha tenuto master class per la Compañia Nacional de España e per il New York City Ballet. MUDÉJAR ci conduce nelle più intime e remote fibre della nostra identità: i quattro fiumi del paradiso - l’acqua, il vino, il latte, il miele -, le quattro stagioni, i quattro punti cardinali della dimensione umana, i quattro segreti che ci sovrastano - il tempo, la storia, il mondo, la vita -, i quattro stadi della evoluzione dell’essere, i quattro lati della piramide.... Dal quadrato come forma perfetta, simbolo di Dio e della dimensione umana, discende la perfezione suprema del doppio quadrato della stella Mudéjar, essenza cui è improntata la danza di Miguel Ángel Berna che sintetizza l’anima Mudéjar in un solo meraviglioso elemento: le nacchere. Dall’arabo Mudajjan, Mudéjar indica lo stile elaborato nel medioevo da quei musulmani iberici rimasti nei territori della Spagna conquistati dai sovrani cristiani nei 750 anni della Reconquista. L’Arte Mudéjar - dall’architettura alla decorazione alla musica alla danza – incorpora nel nuovo stile cristiano elementi di ispirazione araba” “meraviglioso ballerino di grande personalità, Berna ha creato una nuova tecnica coreografica utilizzando i codici propri del folclore.” - Sandro Cappelletto - Direttore Artistico Accademia Filarmonica Romana “…non c’è enfasi ma malizioso corteggiamento e allegria infranta dal tormento del solo Berna, infuocato da una passionalità/velocità che dialoga con il ritmo …” Marinella Guatterini - Il Sole24Ore “…un’apoteosi di tecnica, sensualità ed emozioni che lascia il pubblico con il fiato sospeso” - Barbara Caffi - La Provincia Cremona mercoledì 6 agosto ANGELO BRANDUARDI IL ROVO E LA ROSA Ballate d’amore e di morte La qualifica di menestrello gli piace, e non poco. Un menestrello del Duemila, naturalmente, dal gusto molto deciso, capace in quarant’anni passati sul palco, in studio o in biblioteca tra codici antichi, di conquistarsi l’affetto del pubblico. Così con il suo ultimo lavoro, “Il Rovo e la Rosa – Ballate d’amore e di morte”, Angelo Branduardi guarda al XVI secolo e pesca a piene mani nella tradizione del periodo elisabettiano, puntando a saldare produzione pop e lavoro di ricerca. In particolare riapre il grande libro delle “Child Ballads”, ovvero la monumentale antologia che il musicologo Francis J. Child raccolse nell’Ottocento compendiando il patrimonio culturale del folk inglese, scozzese ed irlandese poi trasmigrato anche in America, e Branduardi si sofferma sulle arie dell’età Elisabettiana in voga a cavallo tra Cinque e Seicento. “Il Rovo e la Rosa” sarà al centro del tour della prossima estate, e nuovamente il prossimo inverno nei teatri, come filo rosso di una antologia che proporrà, tra gli altri, i sempreverdi La Luna, Confessioni di un malandrino, Il dono del cervo… Si tratta quindi di un lavoro di “distruzione e ricostruzione” non solo musicale, ma anche sul piano dei testi, per riportarli a una versione allo stesso tempo fedele all’originale ed inedita. Il concerto è costruito all’insegna del “meno c’è, più c’è”: Branduardi lavora per sottrazione, anziché per addizione, cercando essenzialità e pulizia, cerca il vuoto (al contrario dei barbari che ne avevano terrore); più che a riempire gli spazi con arrangiamenti su arrangiamenti, punta a lasciare anche i giusti silenzi, con l’obiettivo di permettere alle frasi musicali di respirare e di manifestarsi pienamente. Branduardi invita così il pubblico ad entrare in quello che lui definisce una sorta di “giardino segreto” da frequentare all’alba, in punta di piedi (scalzi), costruito su suoni che sono allo stesso tempo antichi e moderni, cogliendone le suggestioni e gli umori, ascoltando l’eco senza tempo di quegli antichi racconti popolari di amore e di morte, di incanti e avventure, tramandati per secoli e tutt’ora presenti nella memoria collettiva delle genti al di qua e al di là dell’Atlantico. venerdì 8 agosto Luciano Carratoni presenta BALLETTO DI ROMA Consorzio Nazionale del Balletto CONTEMPORARY TANGO coreografia e regia MILENA ZULLO con KLEDI KADIU Musiche Francisco Canaro, Lucio Demare, Juan D’Arienzo, Carlos Gardel, Astor Piazzola, Osvaldo Pugliese, Anibal Troilo, Angel Villoldo, maitre de ballet e assistente alle coreografie Piero Rocchetti scene e costumi Giuseppina Maurizi light designer Emanuele De Maria L'opera, attraverso l'uso del linguaggio contemporaneo, vuole raccontare un ballo: il tango sociale, che sempre di più sembra diffondersi nel nostro pianeta. Segnale ulteriore del fenomeno della globalizzazione che ancora una volta anche in questo ambito, come nel linguaggio della danza tutta, contamina, unisce, condivide. Il Tango sociale vissuto non più semplicemente come un ballo, con i suoi passi tipici, ma capace di divenire "racconto" di un modo di sentire tanto diffuso e così capace anche di percorrere con la sua musica ormai tutti i continenti della terra. L’opera creata per il Balletto di Roma esplora una nuova contaminazione tra il linguaggio contemporaneo ed il “minimalismo” dell’incontro tra corpi che parlano di tango: incontro di un linguaggio popolare e sociale con il più ricco e variegato modulo del balletto. Lo spettacolo narra l'abbraccio del tango, dentro il quale si colmano bisogni, aspettative, sogni, desideri e oblii, un abbraccio che ciascuno esprime arricchendolo del proprio sé e portando in esso tutta quella memoria, consapevole e non, che la vita gli ha tracciato nel corpo. Attraverso un rito che si consuma sempre uguale, in ogni dove, attraversando il tempo, la sala da ballo, propriamente detta Milonga, detta un codice di comportamento, attraverso il quale prende forma il ballo. L'uomo e la donna si ritrovano, come dentro una scatola nuova, superando ogni confine dentro quel mistico abbraccio, ritrovando in se stessi virilità e femminilità, che in questo ballo non hanno crisi di individualità. Preziosa e speciale diviene la partecipazione straordinaria di Kledi Kadiu, grazie al quale la virilità contenuta in questa danza diverrà ulteriore protagonista. sabato 9 agosto Compagnia Corrado Abbati CANTANDO SOTTO LA PIOGGIA (SINGIN’ IN THE RAIN) Musiche di Nacio Herb Brown Esclusiva Nazionale Coproduzione e allestimento , UP-STAGE, LONDON Coreografie di GIADA BARDELLI Direzione musicale di MARIA GALANTINO regia di CORRADO ABBATI Cantando sotto la pioggia”, il più grande e il più amato di tutti i musical sul grande schermo, è la nuova produzione di Inscena-Compagnia Corrado Abbati per la stagione teatrale 20132014. Due ore di piacere continuo, di gioia contagiosa e di musica famosissima. Uno spettacolo pieno di fascino con gags divertenti, momenti di profondo sentimento ed una forte originalità. Chi ha amato il film con Gene Kelly sarà coinvolto dall’energia dei vivaci interpreti, dalle impennate coreografiche, dal nuovo e sorprendente allestimento e da una regia scattante. “Cantando sotto la pioggia” ha dunque tutto ciò che si può desiderare da un leggendario musical che ci riporterà nell’elegante e affascinante Hollywood di quando il cinema passava al sonoro.” Corrado Abbati Don, un giovane attore di varietà, decide di tentare la fortuna passando al cinema. Viene ingaggiato per affiancare la bellissima attrice Lina Lamont in un film muto e la pellicola ottiene uno strepitoso successo. Lina si innamora di Don e confondendo la finzione con la realtà pensa di costituire con lui una coppia. Quando Don conosce Kathy, una giovane cantante ballerina e si innamora di lei, la gelosia di Lina è incontenibile e l’attrice cerca con ogni mezzo di fare licenziare la rivale. Nel frattempo il cinema sta vivendo il passaggio dal muto al sonoro e il produttore, poiché non vuole rimanere indietro, mette in lavorazione un film sonoro. Le parti principali vengono assegnate a Don e Lina, ma lei ha una voce inadatta al mezzo cinematografico. Cosmo Brown, amico di Don, propone di infarcire la trama di qualche canzone e di far doppiare Lina da Kathy. Il film ha un successo clamoroso e gli attori vengono invitati a cantare le canzoni davanti a un pubblico. Kathy, nascosta dietro una tenda, doppia Lina ma… domenica 10 agosto Paolo Recalcati per Sagapò music presenta Monica Guerritore – Giovanni Nuti Mentre rubavo la vita…! Monica Guerritore & Giovanni Nuti cantano Alda Merini Uno spettacolo folle e commovente che unisce per la prima volta sul palco due grandi interpreti dello spettacolo e della musica: Monica Guerritore e il cantante e musicista Giovanni Nuti. S’intitola … Mentre rubavo la vita…! il concerto esclusivo - che si è svolto in anteprima nazionale il 19 ottobre scorso, al teatro Trianon di Napoli - e in cui i due artisti cantano, accompagnati da una band di sei elementi gli appassionati e dolorosi testi della grande Alda Merini. Dopo essere andata in scena col musical End of the Rainbow dedicato a Judy Garland, Monica Guerritore stupisce ancora una volta il suo pubblico con un’ora appassionante di immagini, parole, danza, musica e passione. «Nessuna donna resta indifferente davanti alla forza, all’energia libera, vitale, colorata, sensuale di Alda Merini – dice Guerritore –. La musica di Nuti rende travolgenti i suoi testi. Io stessa ne rimango stupita. Al pubblico piacerà enormemente: ballerà, riderà e piangerà insieme a noi!». Nuti, che firma anche le musiche dello spettacolo, ha avuto una collaborazione unica e irripetibile, durata sedici anni, con la grande poetessa, che lei stessa amava definire un «matrimonio artistico». «Solo un’artista eclettica e sensibile come Monica può trasmettere a pieno l’intensità, il carattere, l’ironia, lo struggimento, la magica follia di una personalità immensa come quella di Alda Merini – dice Nuti –. Sentirla per la prima volta cantare i suoi versi sulle mie note è stato emozionante». Nato da un’idea di Rossella Martini, lo spettacolo è prodotto da Paolo Recalcati per Sagapò Music, con la regia e il disegno luci di Mimma Nocelli. I componenti della band sono Stefano Cisotto, (direzione musicale e tastiere), Massimo Ciaccio (basso), Daniele Ferretti (pianoforte), Massimo Germini (chitarra), Sergio Pescara (batteria) e Simone Rossetti Bazzaro (violino). Il fonico di sala è Max Capellini. I testi delle canzoni sono di Alda Merini le musiche di Giovanni Nuti Testo teatrale e drammaturgia di Monica Guerritore regista assistente Lucilla Mininno Regia Mimma Nocelli Coreografie di Federico Patrizi - Costumi di Walter Azzini Stefano Cisotto, direzione musicale e tastiere - Massimo Ciaccio, basso - Daniele Ferretti, pianoforte - Massimo Germini, chitarra - Sergio Pescara, batteria - Simone Rossetti Bazzaro, violino fonico di sala, Max Capellini Da un’idea di Rossella Martini Monica Guerritore: Nata a Roma da genitori di origini napoletane e calabresi, esordisce nel 1974, a soli sedici anni, sotto la regia di Giorgio Strehler che la sceglie per interpretare Ania ne Il giardino dei ciliegi. Dal teatro approda ben presto al cinema dove si distingue per alcune scelte molto coraggiose: interpreta per il regista Gabriele Lavia film dal forte contenuto sessuale Scandalosa Gilda (1985) e Sensi (1986). Nel corso della sua carriera ha interpretato oltre 60 film per il cinema e la tv e lavorato con i più grandi registi, tra i quali, Vittorio De Sica, Luigi Comencini, Salvatore Samperi, Pasquale Festa Campanile, Mauro Bolognini, Mimmo Calopresti, Pappi Corsicato, Giuseppe Bertolucci e Ferzan Özpetek. Tra i suoi successi cinematografici si ricordano l’acclamato La lupa, insieme a Giancarlo Giannini, Raoul Bova e Michele Placido, Un giorno perfetto di Özpetek, che conquista consensi al Festival del cinema di Venezia nel 2008, La fabbrica dei tedeschi sulla tragedia della Thyssen-Krupp, La bella gente con Antonio Catania e Elio Germano, per la regia di Ivano De Matteo e le recenti commedie La peggior settimana della mia vita di Alessandro Genovesi e Come non detto. In tv è stata protagonista di fiction che hanno registrato record di ascolti, come Amanti e segreti, Exodus: i clandestini Giovanni Nuti: Toscano di Viareggio e milanese di adozione, ha all’attivo otto album e ha collaborato con Enrico Ruggeri, Roberto Vecchioni, Lucio Dalla, Mango, Enzo Avitabile, Milva, Dario Gay, Marco Ferradini e Simone Cristicchi. Nel 1993 incontra Alda Merini e dalla loro collaborazione durata sedici anni – che Merini definiva «matrimonio artistico» – sono nati numerosi spettacoli che li vedono protagonisti insieme sul palcoscenico e quattro cd: Milva canta Merini (2004), ritorno discografico della “Rossa”, di cui Giovanni Nuti firma tutte le musiche; Poema della croce, una moderna opera sacra rappresentata anche nel Duomo di Milano e definita da Sua Eminenza card. Gianfranco Ravasi «opera di finissima e intensa esegesi musicale» della «grande poesia di Alda Merini»; Rasoi di seta, con ventuno liriche della poetessa milanese musicate dal cantautore, tra cui Poeti, duetto con Simone Cristicchi; Una piccola ape furibonda, con otto testi inediti di Merini, pubblicato il 21 giugno 2010. Nel 2012 esce Una pequeña abeja enfurecida – Giovanni Nuti canta Alda Merini in spagnolo con la partecipazione straordinaria di Lucia Bosé che ha curato le versioni in castigliano di tutte le poesie-canzoni. martedì 12 agosto AILEY II The Next Generation of Dance Troy Powell, Direttore Artistico Gli astri nascenti della Danza Moderna I danzatori della Ailey II sono noti per la loro straordinaria capacità di coinvolgere il pubblico e di impostare le loro performance su forza e agilità. Sotto la direzione artistica di Troy Powell, questa compagnia acclamata dai critici presenta spettacoli coinvolgenti e porta avanti in tutto il mondo il proprio impegno nella formazione alla danza. Lo spirito della compagnia emerge ogni volta che i danzatori si esibiscono nel loro repertorio, che include le creazioni senza tempo di Alvin Ailey e nuove coreografie di importanti autori contemporanei. Il programma include il classico senza tempo Revelations di Alvin Ailey e creazioni di altri coreografi contemporanei. La Compagnia Ailey II è una compagnia d’eccezione che unisce lo spirito e l’energia dei migliori talenti della giovane danza americana e la passione e la creatività dei migliori coreografi emergenti. Ailey II nasce nel 1974 e incarna l’intento pionieristico di Alvin Ailey di fondare una vasta comunità culturale che propone spettacoli di danza, programmi di formazione e altre iniziative rivolte al pubblico. Dopo il tour negli Stati Uniti e all’estero, la compagnia si esibisce ogni primavera per la stagione annuale di New York all’Ailey Citigroup Theater. In passato la compagnia è stata ospite dell’Apollo Theater e del Joyce Theater. Il repertorio della compagnia include creazioni a firma di: Alvin Ailey, Talley Beatty, Donald Byrd, Ulysses Dove, George W. Faison, Lar Lubovitch, Judith Jamison, Robert Battle (direttore artistico dell’Alvin Ailey American Dance Theater) e di coreografi emergenti, quali: Sidra Bell, Thang Dao, Carlos dos Santos e Christopher L. Huggins. Con la direzione artistica di Sylvia Waters (dal 1974 al 2012) la Ailey II è diventata una delle compagnie di danza più famose negli Stati Uniti, unendo un’intesa attività di tournée e vari programmi di coinvolgimento del pubblico. Con il nuovo direttore artistico Troy Powell la compagnia continua a sviluppare la sua missione con nuova energia. TROY POWELL, Direttore Artistico Troy Powell è nato a New York, ha iniziato a studiare danza all’età di nove anni alla Ailey School. Dopo gli studi alla High School of Performing Arts, è diventato membro della Ailey II. Nel 1991 è entrato a far parte dell’Alvin Ailey American Dance Theater. Per dieci anni ha preso parte alle tournée della compagnia negli Stati Uniti, in Sud America, in Europa e in Sud Africa, prima di diventare insegnante principale della Ailey School e coreografo residente della Ailey II. Ha curato le coreografie per l’Alvin Ailey American Dance Theater, l’Ailey II, il Dallas Black Dance Theater, la National Dance Company of the Bahamas e l’Alaska Dance Theater e per tre episodi di Sesame Street. È stato artista ospite di varie compagnie, tra le quali: Batsheva Dance Company, Dallas Black Dance Theater e Complexions. Ha lavorato ad una pubblicità per la American Express insieme all’Alvin Ailey American Dance Theater; ha partecipato inoltre ai programmi televisivi: The Colored Museum di George C. Wolfe; Great Performances: Dance In America nello speciale A Hymn for Alvin Ailey, con le coreografie di Judith Jamison, per la PBS; America’s Next Top Model e So You Think You Can Dance nella recente versione polacca. …Dalla stampa… “Il futuro è decisamente loro.” The New York Times “Energia fuori dal comune.” The New Yorker “I ballerini si sono dimostrati instancabili, bravissimi e molto eleganti nei movimenti.” Los Angeles Times “Secondi a nessuno.” Dance Magazine mercoledì 13 agosto RENZO ARBORE e l’Orchestra Italiana Al Festival della Versiliana il ritorno di un big della musica italiana per uno spettacolo che si preannuncia ancora una volta un grande show. Dalle canzoni napoletane ai grandi successi televisivi a quelle sonorità che Arbore chiama le canzoni della memoria con escursioni verso le musiche del sud del mondo. Il tour di Renzo Arbore L’Orchestra Italiana è approdato sul palco dei più prestigiosi teatri d’Italia e del resto del mondo: New York, Londra, Parigi, Mosca, Tokyo, Caracas, Buenos Aires, San Paolo, Rio de Janeiro, Toronto, Montreal, Sidney, Melbourne, Pechino, Shanghai…e addirittura in questi ultimi anni sembrerebbe essersi rafforzato il ruolo per così dire “istituzionale” dell’Orchestra Italiana con Arbore ormai diffusamente riconosciuto come autentico “ambasciatore” della musica e della cultura “italiana” nel mondo. Sono passati ormai più di vent’anni da quando Renzo Arbore, grande appassionato di tutta la musica e profondo estimatore della Canzone Napoletana Classica, volle inseguire un suo personale "sogno": quello di far nascere una sua orchestra, un'orchestra "italiana" con chitarre, mandolini, voci e cori dei musicisti, percussioni, fisarmonica e tastiere, per rilanciare in Italia e all'estero la Canzone Napoletana Classica. Partito dal modello un pò naif delle orchestre napoletane, quelle dei primi del '900, dove le voci ricche di pathos dei cantanti si sposavano con i ritmi coinvolgenti delle strade di Napoli, recuperato in prima fila il suono dei dimenticati mandolini, Arbore si diverte anche a sperimentare originali contaminazioni con alcune sonorità e ritmi: rock, blues, country, reggae, sudamericani. Immesse così nuove energie ritmiche a supporto di inedite ed accattivanti sonorità, Arbore e L'Orchestra Italiana riescono a riportare all'attenzione del grande pubblico, italiano ed estero, la melodia classica napoletana come musica di "oggi", ancora viva e capace di esprimere le emozioni più intense e travolgenti. Impresa non facile nè scontata, semmai controtendenza... Nelle mani di Arbore e dei suoi 15 talentuosi musicisti (tutti grandi solisti del proprio strumento) sono tornate così a risplendere di nuova luce alcune preziose gemme di questo patrimonio, in una costante rivisitazione in cui viene esaltata la poesia, il divertimento, la straordinaria "bellezza", la "contemporaneità". Ricordiamone alcune: "Era de maggio", "Voce 'e notte", "Luna Rossa" "Malafemmena", "Dicitincello vuje", "Reginella", "Munasterio 'e Santa Chiara", "Comme facette mam¬meta", "Aummo... aummo", "'O Sarracino", "Chella lIà" etc. ma anche "Silenzio cantatore", "Scetate", "Mandulinata a Napule", "LI'arte d"o sole", ''l' te vurria vasà", "Na sera e maggio", "Canzone appassiunata", "Canzone Marenara", "Te voglio bene assaje", e tante altre "prudentemente" rivisitate. Grandi anime e voci ispiratrici quelle di Roberto Murolo e Renato Carosone, affettuosamente ricordate da Arbore in ogni suo concerto. giovedì 14 agosto Il Rossetti – Teatro Stabile del Friuli Venezia-Giulia, Bags Live e Malguion srl presentano OBLIVION in OtHello, la H è muta… Gli OBLIVION sono : Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda e Fabio Vagnarelli testi di Davide Calabrese e Lorenzo Scuda - arrangiamenti musicali di Lorenzo Scuda al piano Denis Biancucci - consulenza registica di Giorgio Gallione Instancabili e in continuo fermento creativo, i cinque Oblivion presentano al Festival della Versiliana il nuovo lavoro “Othello, la H è muta” che ha debuttato al Ravello Festival in occasione delle celebrazioni wagneriane e verdiane. Insieme da dieci anni, interpreti dell’irresistibile parodia “I Promessi sposi in 10 Minuti” (che suYouTube ha ormai ottenuto tre milioni di visualizzazioni) e con centinaia di date al loro attivo (sono più di 110 le repliche solo nella scorsa stagione), i cinque sono sempre richiestissimi da tutti i teatri italiani per la loro personalissima comicità che mixa la tradizione comica italiana e una preparazione tecnica vocale di indiscutibile qualità. In “Othello, la H è muta” gli Oblivion demoliscono a colpi di grottesca ironia sia l'Othello di Shakespeare che l'Otello di Verdi in uno show in cui, oltre a cantare, recitano e si dirigono, con musiche tutte dal vivo e un soggetto unico. Al loro fianco sul palco, il maestro Denis Biancucci, sesta entità di questo delirio teatrale, che li accompagna al pianoforte e ingaggia con loro anche un esilarante match a colpi musicali. La consulenza registica è di un grande nome del teatro italiano: Giorgio Gallione. In novanta minuti il quintetto gioca a tutto campo con arie d'opera, canzoni pop, citazioni irriverenti e gag esilaranti. Le vicende di Otello, Desdemona, Cassio e Iago vengono rivisitate passando per Elio e le Storie Tese, Gianna Nannini, Lucio Battisti, Rettore, i classici Disney, l'Ave Maria (quella di Schubert ma non solo...), Little Tony, Pupo e molti altri. Nello stesso modo anche le arie di Verdi vengono riviste e mixate con il coro della Champions League, con Freddy Mercury, con l'Hully Gully, mentre i testi di Shakespeare vengono riscritti in stile Ligabue, Vasco Rossi, Dario Fo. “Othello, la H è muta” diventa uno spasso nel quale la parodia, genere teatrale del quale gli Oblivion sono maestri, non riguarda solo le vicende, ma si estende alle note di Verdi e alle parole di Boito e Shakespeare. Un esperimento ardito che i cinque artisti affrontano con totale naturalezza. Varietà di linguaggi, “esercizi di stile” e tante citazioni pop per uno show che non mancherà di divertire e conquistare ogni tipo di pubblico teatrale, dal più esigente al più scanzonato. Due secoli di critica musicale e teatrale condensati in una rivoluzionaria scoperta: la differenza tra l’Otello verdiano e quello shakespeariano? E’ l’H…. E così si compie il misfatto e il doppio bicentenario Verdi–Wagner viene comicamente profanato alla maniera degli Oblivion… L’inevitabile si è compiuto.Gli Oblivion accolgono la sfida lanciata dalla numerologia dando vita ad un evento eccezionale: OTHELLO, LA H E’ MUTA. Il Moro ritorna per l’ultima volta in scena amato e tradito dai cinque alfieri canterini. Un’orgia tra Wagner, Verdi e Shakespeare nella quale a Rossini spetta il ruolo di voyeur. Un pianista con un piano ben preciso accompagnerà gli Oblivion in un percorso shakespeariano alternativo ma completo: da Otello a BalOtello in tutti i modi, in tutti i Mori, in tutti gli Iaghi. OTHELLO, LA H E’ MUTA si impone senza dubbio come la versione definitiva del Moro di Venezia e per questa ragione avrebbe meritato scenografie faraoniche e costumi sgargianti. Ma così non sarà. In scena si consumerà la gelosia. Quella verso gli allestimenti degli Enti Lirici. Musica, passione e intrighi tra un Cassio e l’altro. Una corsa contro il tempo cercando il fazzoletto Tempo: una partita a cinque giocata attorno al letto di Desdemona: il posto più morbido dove mettere il naso. (n.d.a.) sabato 16 agosto IVAN PUTROV MEN IN MOTION Quando a danzare è la bellezza maschile: il gala di stelle guidato da Ivan Putrov attraverso i brani coreografici che esplorano la bellezza della forma maschile in movimento. Un viaggio alla riscoperta dell’importanza del ruolo maschile nella storia del balletto, spaziando dalle coreografie del balletto classico a quello moderno. Questo è ‘Men in Motion’, ideato da Ivan Putrov, prodotto dal Sadler’s Wells Theatre, il tempio della danza londinese, e presentato alla 35 edizione del Festival della Versiliana. “…lavorare a questo programma – dice l’ex primo ballerino del Royal Ballet - per me è un continuo studio che mi permette di esplorare diverse possibilità e ricercare continuamente coreografie che possano colpire ed emozionare il pubblico. Come ogni ricerca artistica, se talvolta ti senti bloccato e indeciso su come procedere, c’è sempre la possibilità di una scoperta, qualcosa di inaspettato che apre nuovi orizzonti. E’ meraviglioso quando l’arte in tutta la sua complessità e mistero porta ispirazione e speranza per il futuro…” Ivan Putrov Men in Motion ha debuttato a gennaio 2012 al Sadler’s Wells di Londra È nato a Kiev. ha studiato all’Istituto coreografico di Kiev e alla Royal Ballet School. Dopo il diploma viene invitato da Sir Anthony Dowell ad unirsi al Royal Ballet, dove viene nominato primo ballerino. Il suo repertorio include i ruoli principali del balletto classico e di coreografie a firma di MacMillan, Ashton, Balanchine, Fokine, Tetley, Cranko, Bournonville, Robbins, Zamuel, Forsythe, Kylián, Maliphant, De Frutos, Duato e McGregor. Si è inoltre esibito anche con altre compagnie, tra queste le compagnie di balletto nazionali in Ungheria, Ucraina, Lituania, con la Vienna Staatsoper e il Royal Ballet nei più prestigiosi teatri del mondo. Durante la sua carriera ha ricevuto numerosi premi: primo premio del Prix de Lausanne, Medaglia d’oro al Concorso internazionale di balletto Serge Lifar, Medaglia d’oro al Festival Nijinsky, Critics’ Circle National Dance Award, Medaglia al lavoro e ai successi ottenuti da parte del Presidente dell’Ucraina ed è stato insignito del titolo di Artista Emerito dell’Ucraina. Ivan Putrov ha inoltre collaborato con Mario Testino, Johnnie Shand-Kidd, Philip Haas, Nick Knight e Sam Taylor-Wood per progetti fotografici e video. Nel 2011 ha interpretato il ruolo di Karl in “The Most Incredible Thing”, coreografia di Javier De Fruto creata appositamente per Ivan Putrov che dopo aver ascoltato la partitura del film “La corazzata di Potemkin” eseguita dai Pet Shop Boys, ha suggerito di farne un balletto. Nel 2012 Ivan Putrov ha presentato lo spettacolo “Men in Motion” al Sadler’s Wells. Programma provvisorio Le Spectre de la Rose Musica Carl Maria von Weber Coreografia Michel Fokine Danzano Vadim Muntagirov, Daria Klimentova Danza Andrej Merkurjev Lacrimosa Musica Wolfgang Amadeus Mozart Coreografia Guala Pandi Danza Marian Walter Le Train Bleu Musica Darius Milhaud Coreografia Bronislava Nijinska Danza Vadim Muntagirov NEW solo by Ondiviela Musica TBA Coreografia Ludovic Ondiviela Danza Marian Walter L'après-midi d'un faune Musica Claude Debussy Coreografia Vaslav Nijinsky Danzano Igor Kolb, Daria Klimentova Adagio Musica J.S.Bach Coreografia Alexey Miroshnichenko Danza Andrej Merkurjev Beginning Musica Erik Satie Coreografia Vladimir Varnava Danza Igor’ Kolb Petruška Musica Igor’ Stravinskij Coreografia Mikhail Fokin Volver, Volver Musica Buika Coreografia Arthur Pita Sound design Frank Moon Danza Edward Watson TBA duet Musica TBA Coreografia TBA Danzano Ivan Putrov, Edward Watson NEW duet by Leung Musica TBA Coreografia Peter Leung Danzano Ivan Putrov, Marijn Rademaker Affi Musica Johnny Cash Coreografia Marco Goecke Danza Marijn Rademaker. Domenica 17 agosto Enrico Brignano Nato a Roma nel quartiere di Dragona,di origini siciliane ed abruzzesi, nonché, come indica il cognome, piemontesi, è cresciuto all'Accademia per giovani comici creata da Gigi Proietti, partecipa come comico e barzellettiere alla prima edizione del programma La sai l'ultima?, in onda su Canale 5. Nel 1992 è ospite nella prima edizione del programma televisivo Scherzi a parte condotto da Teo Teocoli e Gene Gnocchi. Dal 1998 al 2000 è Giacinto in Un medico in famiglia; la serie tv gli offre una maggiore visibilità e soprattutto un riconoscimento da parte del pubblico che lo segue anche in teatro con estremo interesse; del 1999 è il primo spettacolo tutto suo, Io per voi un libro aperto, da Ostia Antica, trasmesso in diretta anche da Mediaset su Canale 5. Nel2000 gira il suo primo film da regista e protagonista Si fa presto a dire amore al fianco di Vittoria Belvedere. Inizia l'ascesa nel mondo dello spettacolo grazie alle tournée estive di teatro e cabaret e nel 2001 Carlo Vanzina lo sceglie per il ruolo di Francesco nel film South Kensington dove recita al fianco di Rupert Everett. Interrompe la carriera cinematografica per dedicarsi maggiormente alla sua vera passione, il teatro, e così scrive e interpreta diversi spettacoli prima di tornare nuovamente sul grande schermo al fianco di Vincenzo Salemme e Giorgio Panariello con i quali girerà altri film negli anni successivi. Nel 2007 conduce un quiz su Rai 2, dal titolo Pyramid, con Debora Salvalaggio. Dal 2007 al 2011 fa parte del cast dei comici di Zelig che lo ha definitivamente consacrato come uno dei mi- gliori comici italiani degli ultimi anni. Nel 2010 interpreta a teatro il ruolo di Rugantino, opera del 1962 di Garinei e Giovannini, ruolo che in passato hanno vestito grandi attori come Nino Manfredi, Toni Ucci, Enrico Montesano, Adriano Celentano e Valerio Mastandrea. Nel 2012 è guest-star nella serie televisiva I Cesaroni 5 le cui riprese sono iniziate il 14 luglio 2011. Sempre nello stesso anno è ospite nel programma Panariello non esiste e conduce Le Iene, con Ilary Blasi e Luca Argentero, quest'ultimo sostituito da Alessandro Gassman e in seguito da Pippo Baudo e Claudio Amendola. Inoltre è una seconda volta ospite (e vittima) a Scherzi a parte condotto questa volta da Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu. Sabato 28 aprile 2012 ha fatto parte della giuria speciale nel talent show Amici di Maria De Filippi. Grazie al successo ottenuto dal suo primo monologo, sarà presente nel programma in tutte le serate successive in veste di comico. Il 19 maggio durante la finale all'Arena di Verona condanna gli assassini dell'attentato di Brindisi: “Non siete uomini e non siete nemmeno bestie perché loro queste atrocità non le commettono. Mi auguro che finiate nella caldaia dell’Inferno”. Il 17 agosto 2013 riceve a Catanzaro il "Riccio d'Argento" della 27ª edizione di Fatti di Musica, Rassegna-Premio ai Migliori Live d'Autore dell'anno diretta da Ruggero Pegna, per il nuovo spettacolo "Il meglio d'Italia". Sempre nel 2013 viene scelto per doppiare il simpatico pupazzo di neve parlante Olaf nel nuovo film Disney Frozen - Il regno di ghiaccio . Dal 28 febbraio 2014 conduce per quattro venerdì il programma su Rai1 "Il meglio d'Italia". lunedì 18 agosto Gaetano Triggiano Real Illusion Per la prima volta Gaetano Triggiano partecipa al Festival della Versiliana e lo fa con il suo nuovo one man show “Real Illusion”. Uno spettacolo dove la magia, i sogni e le illusioni diventano realtà. Sul palco tutta l’energia, la passione e l’abilità di Gaetano Triggiano nella sfida di dare vita a situazioni surreali attraverso apparizioni, colpi di scena e trasformazioni ad una velocità estrema, per un’ esperienza coinvolgente e spettacolare. Un viaggio tra realtà e immaginazione, in uno spazio senza tempo, per scoprire l’essenza stessa della magia. Gaetano Triggiano trasporterà il pubblico in un mondo in cui ogni limite razionale è superato e dove le leggi della fisica sono sconvolte. Un viaggio attraverso storie avventurose, momenti di sospensione e di tensione, ma anche momenti brillanti e divertenti, tra le sue più grandi e incredibili illusioni. Energia, velocità, forza, passione, poesia, amore, mistero e soprattutto magia sono gli ingredienti del sorprendente spettacolo del più veloce illusionista. Sul palcoscenico Gaetano è affiancato da un cast di speciali ballerini ed accompagnato dall’originale e coinvolgente colonna sonora del maestro Angelo Talocci. I testi sono scritti con Alessio Tagliento, autore di programmi televisivi tra cui Zelig, Colorado Cafè e Quelli che il Calcio. La direzione artistica è affidata al geniale Arturo Brachetti, attore, autore e regista di straordinarie commedie e musical di successo internazionale. Uno spettacolo di effetti speciali e grandi illusioni che farà divertire e sognare ad occhi aperti adulti e bambini, che trasporterà il pubblico nell’incanto della magia. Gaetano Triggiano è un brillante artista e illusionista. La sua passione è nata in un giorno d’estate del 1985, quando suo padre Giuseppe decise di portare l’intera famiglia a vedere uno spettacolo di magia. Fu così che Gaetano scoprì di nutrire per questa forma d’arte una vera e propria passione. Da quel giorno Gaetano ha studiato con i più grandi maestri, i più grandi professionisti della magia. Ed è studiando e muovendo i primi passi in questo mondo, del quale desiderava fortemente far parte, che nel 1998 a Roma incontrò Arturo Brachetti, il cui contributo e la cui collaborazione sono stati, nei primi anni di Gaetano come professionista, estremamente preziosi. Gaetano ha ottenuto numerosi riconoscimenti tra cui il Mandrake d’Or a Parigi nel 2007, come miglior artista magico. Con i suoi originali spettacoli ha raccolto successi dall’Europa all’Asia, e ha stupito milioni di spettatori attraverso le televisioni di tutto il mondo. Negli anni hanno collaborato con Gaetano i migliori professionisti dello spettacolo, dal più grande trasformista al mondo, Arturo Brachetti, al regista del Cirque du Soleil, Serge Denoncourt. E’ consulente artistico di importanti produzioni, ha collaborato come regista allo spettacolo Panariello Non Esiste di Giorgio Panariello, fondendo l’arte magica alla comicità, per creare una innovativa esperienza visiva. mercoledì 20 agosto Les Ballets Trockadero de Monte Carlo Dopo il grande successo del 2012, i più noti “boy ballerinas” del mondo tornano alla Festival della Versiliana per il più divertente spettacolo di danza che si sia mai visto. Fondati nel 1974 da un gruppo di appassionati di danza che si divertivano a mettere in scena in modo scherzoso il balletto classico tradizionale presentandolo in parodia e en travesti, LES BALLETS TROCKADERO DE MONTE CARLO presentano i loro primi spettacoli Off-Off-Broadway a tarda sera. Ben presto, i Trocks, come vengono affettuosamente chiamati, si sono guadagnati un’ottima recensione di Arlene Croce sul New Yorker; questa, insieme alle successive entusiastiche critiche sul New York Times e sul The Village Voice, permise loro di conquistare il consenso del pubblico e della critica. A metà del 1975, il loro amore nei confronti della danza, il loro approccio comico e la scoperta che gli uomini riescano a danzare sulle punte senza cadere rovinosamente a terra, viene notato non solo a New York ma ben oltre. Articoli ed interviste pubblicati su Variety, Oui, The London Daily Telegraph e le foto di Richard Avedon su Vogue, rendono la Compagnia famosa a livello nazionale ed internazionale. La stagione 1975-76 è caratterizzata da una piena crescita professionale. La Compagnia viene inserita nel National Endowment for the Arts Touring Program e assume a tempo pieno un maestro di ballo per le classi e le prove quotidiane. Sempre in questa stagione intraprendono i loro primi tour negli Stati Uniti e in Canada. Da allora fare e disfare valigie, impacchettando grossi tutù e scarpette da punta giganti, correndo tra un aereo e l'altro e tra un pullman e l'altro; questa è la routine quotidiana della Compagnia. Fin dagli inizi i Trocks si affermano in tutto il mondo come un nuovo fenomeno nella danza e partecipano a numerosi festival di danza in tutto il mondo. Hanno partecipato a Festival di danza in giro per il mondo e a vari programmi televisivi oltre che a eventi esclusivi. Le numerose tournée dei Trocks ottengono ovunque un enorme successo di pubblico e critica. La Compagnia si è esibita in oltre 30 paesi e in 500 città in tutto il mondo a partire dalla sua fondazione nel 1974. In tutti questi anni lo scopo originario de LES BALLETS TROCKADERO DE MONTE CARLO non è cambiato. La Compagnia è sempre e comunque formata da ballerini (uomini) professionisti che si esibiscono nel vasto repertorio di balletto e di danza moderna, nel pieno rispetto delle regole canoniche del balletto classico tradizionale. L'aspetto comico nei loro spettacoli viene raggiunto esagerando le manie, gli incidenti ed esasperando le caratteristiche tipiche della danza rigorosa. Vedere degli uomini danzare in tutti i ruoli possibili - con i loro corpi pesanti che delicatamente si bilanciano sulle punte come cigni, silfidi, spiritelli acquatici, romantiche principesse, angosciate donne Vittoriane, ecc. - valorizza lo spirito della danza come forma d'arte, deliziando e divertendo sia il pubblico più esperto che meno preparato. LES BALLETS TROCKADERO DE MONTE CARLO Eugene McDougle Direttore generale Tory Dobrin Direttore artistico Isabel Martinez Rivera Direttore associato BALLERINI Gerd Tord e Pavel Tord Olga Supphozova e Yuri Smirnov Moussia Shebarkarova e Vyacheslav Legupski Natalie Kleptopovska e Nicholas Khachafallenjar Sonia Leftova e Andrei Leftov Ida Nevasayneva e Velour Pilleaux Varvara Bratchikova e Sergey Legupski Helen Highwaters e Vladimir Legupski Alla Snizova e Innokenti Smoktumuchsky Yakatarina Verbosovich e Roland Deaulin Nadia Doumiafeyva e Kravlji Snepek Maya Thickenthighya e Mikhail Mypansarov Lariska Dumbchenko e Pepe Dufka Nina Immobilashvili e Stanislas Kokitch Maria Paranova e Boris Nowitsky Eugenia Repelskii e Jacques d’Aniels Bernd Burgmaier Robert Carter Paolo Cervellera Loic Consalvo Boysie Dikobe Paul Ghiselin Giovanni Goffredo Duane Gosa Carlos Hopuy Chase Johnsey Philip Martin-Nielson Carlos Miller Raffaele Morra Alberto Pretto Carlos Renedo Joshua Thake PROGRAMMA LAGO DEI CIGNI (Atto II) Musica P.I. Čajkovskij Coreografia da Lev Ivanovich Ivanov Costumi Mike Gonzales Scene Jason Courson Luci Kip Marsh PAS DE DEUX A SORPRESA GRAND PAS DE QUATRE musica di Cesare Pugni coreografia da Jules Perrot costumi di Mike Gonzales scene e luci di Kip Marsh Estratti da LA NAIADE ET LE PECHEUR (La Naiade e il Pescatore) Musica di Cesare Pugni Coreografia da Jules Perrot e Marius Petipa Allestimento di Raffaele Morra da Pyotr Gusev Costume di Jeffrey Sturdivant Luci di Emily Mcgillicuddy LES BALLETS TROCKADERO DE MONTE CARLO, Inc. è una Compagnia di danza no-profit, riconosciuta dallo Stato di New York. Eugene McDougle, Presidente; Lucille Lewis Johnson, VicePresidente; Vaughan de Kirby, Vice-Presidente; Tory Dobrin, Segretario/Tesoriere. giovedì 21 agosto GIUSEPPE GIACOBAZZI in DEL MIO MEGLIO di e con Andrea Sasdelli "... Del mio meglio... Anche se il dubbio amletico resta: ma del meglio per chi? Per me? Per il pubblico? Per gli addetti ai lavori? Poi mi sono venute in mente le parole del mio babbo, che mi diceva sempre: Giuseppe se vuoi rendermi fiero, fai sempre del tuo meglio. Così ho capito. Questo doveva essere semplicemente "Del mio meglio" G.G. "Del mio meglio" raccoglie vent'anni di palcoscenico. Vent'anni di monologhi in quello che non vuole essere un percorso storico, ma più una sorta di "album delle figurine". Sarà una raccolta delle migliori "storie" che Giuseppe ha fatto conoscere ed apprezzare tra spettacoli e apparizioni tv. Il tema portante sarà, come sempre, la quotidianità, messa alla berlina e dissacrata con la lente dell'ironia e la comicità... Il tutto condito in salsa romagnola, che trasforma ogni cosa raccontata da Giacobazzi, in qualcosa di unico ed assolutamente originale. "Del mio meglio" è uno spettacolo della durata di un ora e mezza, composto da cavalli di battaglia, uniti con maestria e fluidità, affinché il pubblico possa riascoltare i "pezzi di cabaret" che più ha amato in questi anni. venerdì 22 agosto STADIO Immagini del vostro amore Il POP-ROCK D'AUTORE degli STADIO, tra BALLATE e LIVE. Gli Stadio sono Gaetano Curreri, Andrea Fornili, Roberto Drovandi e Giovanni Pezzoli. Produttore e autore è Saverio Grandi, che ha scritto con Curreri i più grandi "successi" della band. Le canzoni degli Stadio sono, finalmente, dopo “anni di indagini”, un "caso risolto" nella musica italiana: il loro è "pop-rock d'autore", sono l'unica band italiana che riesce a coniugare il "pop-rock" con la grande musica d'autore, e sono un unico, stimato "laboratorio" di canzoni di successo per sé e per altri. Il linguaggio della canzone si evolve continuamente e gli Stadio hanno un “pubblico generazionale” grazie alla loro duttilità musicale e alla versatilità della penna d'autore che firma con loro splendide canzoni. I loro dischi (ogni volta tra i primi nelle classifiche di vendita) rivelano, così, una storia musicale che interseca quella di illustri colleghi, con cui hanno condiviso il palco, hanno provato, arrangiato, prodotto e suonato nelle grandi produzioni discografiche, scrivendo canzoni e continuando a scriverle. Con Vasco Rossi, per cominciare, legato da un’amicizia di lunga data con Curreri, con cui ha firmato, per citare dei titoli, “La faccia delle donne”, “Acqua e sapone”, “Bella più che mai”, “Il Temporale”, “Lo zaino” per gli Stadio, e “Rewind”, “Ti prendo e ti porto via”, “Buoni o cattivi”, “Un senso”, “E adesso che tocca a me” e “Non vivo senza te” per Vasco. Senza dimenticare le produzioni dei primi album e di canzoni come Laura Pausini (“Benedetta passione”), per Irene Grandi (“La Patty Pravo (“Dimmi che non vuoi morire”, producendo pure un intero lavoro discografico). Con Lucio Dalla gli Stadio hanno iniziato a pubblicare “Albachiara” e “Jenny”. Ad oggi, la “premiata ditta” ha scritto per tua ragazza sempre” e “Prima di partire per un lungo viaggio”, quest'ultima composta con Roberto Drovandi) e per album (insieme hanno scritto “Grande figlio di puttana”, “Chi te l’ha detto” o “Porno in tv”) suonando per anni nei suoi dischi e nei “live” (parliamo degli album più noti del cantautore e dei tour, dal 1979 al 1988, come “Banana Republic”, con Francesco De Gregori, Luca Carboni ha firmato il suo primo testo per loro: “Navigando controvento”; eppoi “C’è”, “Allo stadio”, “Dentro le scarpe”, “Vorrei”, “Puoi fidarti di me”, “Canzoni alla radio”, “Pelle a pelle”, tra le altre. Con Francesco Guccini hanno collaborato per “Swatch”, “Per la bandiera”, “Jimmy” e “Una casa nuova”. Ma tante altre sono le collaborazioni d’autore che scopriremo man mano. "Chiedi chi erano i Beatles" è la loro canzone-manifesto, rappresenta una metafora generazionale, come un filo di Arianna riavvolge storie, miti e passioni “DallAmeriCaruso” e “DallaMorandi”!). Scoperto dagli Stadio e da Curreri (con cui scrisse “Fragole buone buone” e “Ci sei perchè), (su tutte quella per i Beatles, icone del tempo e delle mode). Negli anni il linguaggio della Canzone si è evoluto, divenendo stereotipato o trascendendo ogni schema convenuto: gli Stadio hanno sempre mantenuto una propria coerenza - declinando la loro duttilità musicale con l'inibitoria versatilità proprio della penna d'autore. “Chiedi chi erano i Beatles” delinea bene la filosofia del gruppo (ossia, la memoria come collante delle emozioni e dei ricordi, come slancio ideale e indefinito) e la loro storia di musicisti e di uomini, storia che è ancora tutta da ascoltare, cominciando dal nuovo album.