3-fascicolo 11-02-2006 9:41 Pagina 1 in questo fascicolo pagina 1. METODO O METODI? 2. GESTIONE DEL TEMPO 3. DOVE STUDIARE? 4. LO STUDIO DI GRUPPO 5. PRENDERE APPUNTI 6. LEGGERE E COMPRENDERE Fasi della lettura Blocchi di comprensione: che fare? 7. MEMORIZZARE E APPRENDERE Come funziona la nostra memoria Regole per usare al meglio la memoria Quando la memoria inganna… Tecniche e suggerimenti Stili di apprendimento Stili di pensiero ● ● ● ● ● ● 7 9 14 16 18 23 25 27 ● 28 28 31 32 34 42 46 Bibliografia e Sitografia 51 Elenco fascicoli dell’opera 52 Credits 56 3-fascicolo 11-02-2006 9:41 Pagina 2 L’idea di realizzare una “raccolta di fascicoli” focalizzati su specifiche tematiche, il cui filo conduttore fosse quello delle “Strategie di adattamento alla realtà universitaria”, nasce in seguito all’organizzazione di due cicli d’incontri destinati agli iscritti dell’Università degli Studi di Milano, svolti tra il settembre 2003 e il maggio 2005. Gli argomenti affrontati, nel corso di sette appuntamenti, sono stati scelti tra quelli emersi più frequentemente nelle esperienze di contatto quotidiano con gli studenti, quindi: l’adattamento alla realtà universitaria, la motivazione, il metodo di studio, la gestione dello stress e dell’ansia e la comunicazione efficace in sede d’esame. A conclusione degli incontri, cui hanno partecipato oltre mille studenti, numerose sono state le richieste di poter disporre dei materiali utilizzati nei vari moduli, anche da parte di chi non aveva avuto la possibilità di essere presente. Si è così stabilito di dedicare un fascicolo ad ognuna delle tematiche dibattute in quelle sedi, come occasione per approfondire gli argomenti e per raggiungere un numero superiore di studenti, attraverso uno strumento di lavoro facilmente fruibile. GLI AUTORI Ogni fascicolo è stato curato dal personale del Cosp, che ha collaborato all’organizzazione dei cicli d’incontri, con la supervisione dei docenti Simonetta Betti e Riccardo Sciaky, ricercatori dell’Istituto di Psicologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia. (RI)SCOPRIRE IL PROPRIO METODO DI STUDIO Lo studente strategico COME NASCE • SUGGERIMENTI PER STUDIARE MEGLIO ALLA STATALE Introduzione COME LEGGERLO L’obiettivo che ci si è posti in ogni fascicolo è stato quello di analizzare le problematiche più comuni degli studenti universitari, per offrire un insieme di riflessioni e strumenti utili ad affrontare positivamente i momenti di difficoltà che si possono incontrare. Questo progetto, come si è detto, ha visto coinvolti orientatori e consulenti psicologici con alle spalle percorsi di formazione ed esperienze differenti, ma che hanno in comune un aspetto fondamentale: il confronto quotidiano con gli studenti dell’Ateneo. Proprio in virtù delle diverse provenienze e competenze degli autori, al lettore non sfuggirà la “doppia anima” di questo manuale: una psicologica, l’altra pragmatica. Ogni argomento quindi è stato trattato considerando le due diverse valenze. Ma anche se vengono riportati riferimenti a teorie ed esperimenti psicologici, questo non è un testo di psicologia e non va letto come tale. Nel diversi fascicoli si possono ritrovare citazioni di personaggi famosi, brevi novelle, storie zen ed aneddoti, perché pensiamo che a volte una metafora o un breve episodio di vita vissuta possa avere più impatto di molte teorie astratte, ma soprattutto perché la nostra intenzione è quella di creare degli strumenti speriamo utili, ma non dogmatici. (RI)SCOPRIRE IL PROPRIO METODO DI STUDIO In sostanza nessuno dei fascicoli presenta verità assolute e nessuno dirà cosa fare per riuscire all’Università: semplicemente verranno riportati dei suggerimenti che diversi studenti hanno trovato utili. In conclusione, queste pubblicazioni dovrebbero essere considerate come un supporto pratico in più agli studenti dell’Ateneo: per vivere e studiare meglio. A CHI È RIVOLTO Sebbene qualsiasi studente possa avere accesso a tutti i fascicoli, ognuno di questi è stato idealmente pensato e costruito per una specifica categoria di utente. In questo modo, è possibile accedere direttamente al fascicolo che più risponde alle problematiche tipiche della fase di studio e adattamento che si sta affrontando, per trovare indicazioni, suggerimenti, spunti di riflessione. Questo fascicolo è stato scritto pensando sia agli studenti del primo anno che devono mettere a nuova prova i metodi di studio usati in passato, sia a coloro che si rendono conto di non ottenere i risultati sperati pur impegnandosi molto. I fattori che entrano in gioco nella scelta del metodo di studio più adatto sono collegati alle caratteristiche di personalità, alle materie e al contesto. La scelta del proprio metodo ideale pertanto non può prescindere da questi fattori. Lo studente strategico Le due strutture collaborano da tempo per fornire un sostegno mirato agli studenti dell’Ateneo: il Cosp, istituito nel 1999, svolge un’attività d’informazione, consulenza e orientamento rivolta a tutti gli studenti durante il loro percorso formativo - soprattutto nelle tappe fondamentali rappresentate dal passaggio dalla scuola superiore all’Università e da quest’ultima al mondo del lavoro. L’Istituto di Psicologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia ha avviato nel 2003 un servizio di counseling dedicato agli iscritti all'Università degli Studi di Milano, con lo scopo di fornire un aiuto per superare momenti di difficoltà e di stress che incidono sul benessere individuale, in particolare - ma non solo - sull'adattamento all'ambiente universitario e sul rendimento negli studi. • SUGGERIMENTI PER STUDIARE MEGLIO ALLA STATALE 3-fascicolo 11-02-2006 9:41 Pagina 4 3-fascicolo 11-02-2006 9:41 Pagina 6 René Descartes, Discorso sul metodo 6 ” (RI)SCOPRIRE IL PROPRIO METODO DI STUDIO Tanto per fare un esempio, il metodo di studio di uno dei nostri consulenti consiste nel cancellare con l’evidenziatore tutte le parti di un libro che non sono importanti, lasciando invece ciò che è fondamentale ricordare. E’ un metodo che neppure quel consulente consiglierebbe ad alcuno: richiede più tempo della normale sottolineatura, è poco logico e ribalta la legge visiva per cui ciò che viene evidenziato dovrebbe saltare all’occhio. Eppure su di lui funziona perfettamente, quindi non lo cambierebbe mai con un sistema differente. Riflettere sul proprio metodo di studio, sulle strategie che si usano per facilitare il ricordo, sulle proprie preferenze, quindi rendere espliciti quei processi che vengono messi in atto implicitamente, è un traguardo fondamentale per capire come migliorare e dove intervenire. Nelle prossime pagine si forniranno suggerimenti, spunti, metodi che lo studente può sperimentare e successivamente decidere se utilizzare o meno. Un sistema che funziona in novanta casi su cento, tuttavia, risulta comunque inutile per dieci persone. Se il proprio metodo funziona, se fornisce i risultati sperati, non ha senso modificarlo. Viceversa, se non si è soddisfatti dei risultati conseguiti, vale la pena di provare qualcosa di differente: nella peggiore delle ipotesi si rimarrà nella medesima condizione, se funziona, il vantaggio è evidente. pag. Lo studente strategico “ Il mio scopo non è insegnare il metodo che tutti dovrebbero seguire per guidare bene la propria ragione, ma soltanto rivelare come ho cercato di guidare la mia. Indiscutibilmente lo studio è la componente fondamentale della vita accademica e se ci sono problemi su questo fronte è bene affrontarli subito. Alcuni studenti hanno sviluppato un metodo personale durante le superiori, un metodo che in diversi casi riusciranno ad adattare con successo al nuovo contesto. Non è però raro approdare all’Università e scoprire che ciò che ha funzionato egregiamente in passato non produce i risultati attesi. Solo in questo secondo caso è necessario rifornire la propria “cassetta degli attrezzi” di nuovi strumenti di lavoro che ciascuno studente individuerà: il punto è che non si può prendere il metodo di studio di un altro e limitarsi a copiarlo. • SUGGERIMENTI PER STUDIARE MEGLIO ALLA STATALE 1. METODO O METODI? 7 3-fascicolo 11-02-2006 9:41 Pagina 8 Tempo disponibile: 2 minuti 1. Secondo il criterio alfabetico, qual è la prima parola che si trova nel vocabolario? 2. Scrivere qualsiasi cosa nel riquadro seguente: Il motivo per cui è stato proposto questo gioco è di fornire la giusta “chiave di lettura” rispetto ai suggerimenti, ai sistemi e ai metodi che verranno proposti nei paragrafi seguenti. Chi ha l’impressione d’impegnarsi molto e ottenere poco dovrebbe in sostanza chiedersi se sta affrontando le cose nel modo giusto e magari provare qualcuna delle alternative proposte. Chi trova già semplice e proficuo il proprio metodo, può invece utilizzarli per un confronto. Un buon sistema di studio dovrebbe tenere in considerazione diversi fattori: tempi e luoghi, abilità, strategie disponibili, risorse e preferenze di chi deve apprendere. Questi sono i temi che verranno quindi presi in esame in questo fascicolo. 2. GESTIONE DEL TEMPO 3. Disegnare un triangolo con due righe: 4. Qual era l’isola più grande prima che venisse scoperta l’Australia? Ci siete riusciti? E’ stato difficile? Siete sicuri di non aver fatto errori? E’ possibile controllare qui sotto. 1. La risposta è la parola “A”, che per l’appunto è una preposizione semplice. QUALSIASI COSA 2. 3. 4. A prescindere dal fatto che sia stata scoperta o meno, l’isola più grande è sempre l’Australia. 8 (RI)SCOPRIRE IL PROPRIO METODO DI STUDIO La sensazione di perdere tempo è spesso fonte di stress. Lo stato di benessere delle persone dipende anche dall’uso che fanno del proprio tempo. Il primo passo per vivere bene, all’Università come nel lavoro o nella vita familiare, è gestire ottimamente il tempo, in modo da assolvere compiti ed impegni, senza rinunciare a rapporti sociali, hobby e sport. Alcune attività svolte quotidianamente consumano le nostre energie, altre ricaricano e altre ancora richiedono un dispendio di energia da un lato, ma un acquisto dall’altro, perché sono impegnative, ma anche piacevoli. Nel disegno riportato di seguito vengono esemplificate alcune delle attività più comuni e la loro “valenza energetica”. Per un buon adattamento psico-fisico vi deve essere equilibrio tra le attività a segno + e quelle a segno —, proprio come in una dieta alimentare vi deve essere un giusto apporto di carboidrati, proteine e grassi. pag. • SUGGERIMENTI PER STUDIARE MEGLIO ALLA STATALE Per introdurre ora le tematiche classicamente associate al metodo di studio (appunti, lettura, memoria, apprendimento, strategie e tecniche…), proponiamo di seguito un piccolo gioco, che alla fine vuole semplicemente trasmettere una “morale”: Qual è la “morale”? Che la via più logica è sempre la più semplice e breve, ma non necessariamente quella a cui si pensa prima. Quindi, se un compito sembra troppo difficile, forse lo si sta affrontando nel modo sbagliato. Lo studente strategico Esiste tuttavia una certezza incrollabile: nessun metodo di studio può garantire buoni risultati a prescindere dal tempo e dall’impegno dello studente. Si può rendere l’apprendimento più organico, duraturo e appagante, ma nessun sistema può produrre risultati istantanei e senza sforzo. 9 3-fascicolo 11-02-2006 9:41 Pagina 10 La dieta del tempo Come bisogna allora comportarsi nella gestione dei tempi? SVAGO + –> + –> RIPOSO LAVORO STUDIO - La dieta del tempo non è universale. Non esiste una regola standard su quante ore si debbano dedicare allo studio o al riposo. La medesima attività può avere effetti diversi su persone differenti o sulla stessa persona in momenti diversi. La velocità di apprendimento e i ritmi biologici cambiano da persona a persona, così come le preferenze in fatto di hobby e tempo libero. E’ pertanto necessario trovare la propria “dieta temporale” adeguata. La frenesia e l’ozio sono due poli opposti che producono effetti differenti, ma ugualmente negativi per il benessere personale. 10 (RI)SCOPRIRE IL PROPRIO METODO DI STUDIO ● mantenere un livello di attività ottimale, evitando uno stile di vita convulso, ma anche di oziare per giorni; ● contenere lo stress entro livelli gestibili: un certo livello di stress rende vigili e migliora la memoria, troppo impedisce la concentrazione; ● rilassarsi giornalmente, nei week-end e nelle vacanze annuali, per rinnovare le energie. Nella maggior parte dei casi, il problema principale non è avere poco tempo, ma gestirlo efficacemente. A questo proposito, l’agenda è il miglior alleato di uno studente universitario alle prime armi. Questo prezioso strumento non dovrebbe essere usato unicamente come promemoria degli impegni, ma soprattutto come mezzo di pianificazione. Molte agende includono dei planner come quello esemplificato nelle pagine seguenti, in cui è possibile a colpo d’occhio visualizzare la situazione settimanale, mensile ed annuale. Se non si è abituati a organizzare le proprie giornate, questa attività di programmazione può sembrare una perdita di tempo, ma è meglio spendere cinque minuti al giorno, che procedere senza un piano a breve e lungo termine. Soprattutto quando si studia per un esame, si ha all’inizio l’impressione che vi sia moltissimo tempo per prepararsi, salvo poi trovarsi in difficoltà gli ultimi giorni o non riuscire a conciliare lo studio con le lezioni, gli impegni, lo svago. L’agenda serve A ER/AGEND O-VALUTARE proprio ad evitare ciò. IL PLANN AUT PO DI MODO HA LO SCO CORSO, IN IN I R O V A L I PRI ARE I PRO IC IF D O M PETTARE DA TI PER RIS IA N E M A T R O A ANS COMP NZE SENZ LE SCADE pag. Lo studente strategico + +/- –> –> –> RELAZIONI SOCIALI –> CURA DI SÈ • SUGGERIMENTI PER STUDIARE MEGLIO ALLA STATALE Buone regole sono: 11 3-fascicolo 11-02-2006 9:41 Pagina 12 Facciamo un esempio pratico di preparazione di un esame: Obiettivo: preparare l’esame di Criminologia in due mesi Volume dell’esame: 4 libri suddivisi in 27 capitoli (in media 35 pagine a capitolo) Identificare con chiarezza quello che bisogna fare: definire obiettivi, concreti e realistici. ● Priorità di tempo Alcune attività non sono in sé molto importanti, ma talvolta diventano urgenti se bisogna rispettare una scadenza. 2 Planner DICEMBRE Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì sabato Domenica 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 18 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 GENNAIO Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì sabato Domenica 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 ● lezione ● impegni ● studio ● ripasso ● svago Tempo disponibile per lo studio (tolti impegni programmati, lezioni, svago e ripasso): 27 giorni = 1 capitolo al giorno Tempo disponibile per il ripasso: 5 giorni 12 (RI)SCOPRIRE IL PROPRIO METODO DI STUDIO Stabilire un livello di priorità ● Priorità d’importanza Alcune attività sono molto importanti, ma possono essere svolte in un periodo di tempo più lungo. ● Priorità di tempo e importanza Certe attività sono contemporaneamente urgenti e importanti e sono ovviamente quelle a cui si deve dare la precedenza. 3 Alternare attività molto impegnative con altre piacevoli o che richiedono meno concentrazione. 4 Riservarsi margini di flessibilità, per far fronte agli imprevisti. 5 Controllare il procedere delle operazioni. 6 Giudicare il successo ottenuto. Programmare un’agenda non significa però esserne schiavi. La programmazione stessa deve essere flessibile e realistica: occorre includere margini di discrezionalità e recupero, nonché la possibilità di fronteggiare gli imprevisti o le occasioni non programmate che sarebbe un peccato perdere. pag. Lo studente strategico 1 • SUGGERIMENTI PER STUDIARE MEGLIO ALLA STATALE Una buona pianificazione segue delle regole: 13 3. DOVE STUDIARE? La risposta alla domanda è al contempo semplice e complessa: nel luogo più adatto al proprio stile di concentrazione, scelto fra una gamma limitata di possibilità. Ci sono persone che hanno una grande capacità di concentrazione. Possono studiare in treno, in una mensa brulicante di chiacchiere o con lo stereo in sottofondo. E’ pur vero in linea di massima che un luogo silenzioso è sempre da preferirsi - la concentrazione richiede più energie se l’ambiente non la favorisce - eppure vi sono persone paradossalmente distratte dal silenzio. Sono persone che entrano in uno stato di contatto così profondo con quanto leggono da escludere la maggior parte degli stimoli esterni: perdono la cognizione del tempo e del rumore. In alcuni casi tale esperienza può apparire vagamente disorientante e così preferiscono studiare in luoghi dove c’è un po’ di movimento. Non a caso, alcuni preferiscono studiare in cucina o con la televisione accesa, nonostante nella stanza accanto sia disponibile uno studio tranquillo. Ciascuno sa cosa lo aiuta e cosa lo disturba. Vi sono del resto persone che hanno bisogno di assoluto silenzio per concentrarsi, ma non sempre ciò è possibile, soprattutto se trascorrono molte ore in Università e devono sfruttare le ore di pausa tra una lezione e l’altra per studiare. 14 (RI)SCOPRIRE IL PROPRIO METODO DI STUDIO Esistono ovviamente aule studio e biblioteche presso ogni Ateneo, ma non sempre queste sono abbastanza capienti o silenziose. Quando non è disponibile il luogo adatto, non resta che provare ad adattarsi a ciò che si ha. Un modo può essere quello di utilizzare il walkman o un lettore MP3. Può essere utile ascoltare musica senza parole (classica ad esempio) o qualche brano che si conosce molto bene (sempre senza parole o in una lingua ignota): gli stimoli acustici non-verbali sempre uguali tendono ad essere ignorati dopo un po’ e quindi fungono da “isolante”. E’ quello che accade quando entra in azione il frigorifero di casa: fa rumore, ma lo si conosce e ci si è abituati, quindi generalmente la nostra attenzione non ne viene richiamata. Un’altra possibilità è quella di “mormorare” quanto si legge: in genere questo sistema rallenta un po’ la velocità rispetto alla lettura mentale, ma può in parte isolare dagli stimoli esterni. Si può anche provare a concentrare lo studio nelle ore più tranquille, come la mattina presto o la notte… sempre che ciò non disturbi i propri ritmi biologici e comunque senza esagerare. STESSI ZA DI SE N E C S O N APIRE LA CO NTE PER C È IMPORTA ERE DI PIÙ. D COME REN E PROVARE BB E R E BISOGN ZARE A N AD A LIZ UDINI IE ABIT AZIONI LE PROPR UALI SITU Q IN E IR R PER SCOP ONO SI OTTENG TATI I RISUL I MIGLIOR DIZIONI ELLE CON U Q E R A IC E REPL Lo studente strategico Il realismo è fondamentale: se ci si rende conto che per apprendere il contenuto di un capitolo occorrono due ore, non si può programmare la propria agenda inserendovi lo studio di tre capitoli all’ora. Non importa se il compagno di studi sostiene di poter memorizzare un manuale in una notte. Se alla fine della giornata o della settimana non si è in pari rispetto alla programmazione, occorre vedere cosa non ha funzionato, in modo da porvi rimedio per tempo. • SUGGERIMENTI PER STUDIARE MEGLIO ALLA STATALE 3-fascicolo 11-02-2006 9:41 Pagina 14 pag. 15 3-fascicolo 11-02-2006 9:41 Pagina 16 ● la possibilità di riconoscere gli altri come “confrontabili”, legata a differenze di capacità e preparazione non troppo grandi tra i membri del gruppo (omogeneità del gruppo); ● la centralità del compito, quindi dello studio, rispetto ad altre attività; ● la presenza di percorsi (tempi e argomenti) e obiettivi (l’esame) chiari e condivisi, da sviluppare e raggiungere insieme; ● la creazione di un piccolo gruppo (da 2 a 5/6 persone al massimo) per favorire il coinvolgimento di tutti e il confronto. 16 RUPPO LO STUDIO DI G COSTITUISCE INDUBBIAMENTE ORTO UN VALIDO SUPP NE IO ALLA PREPARAZ DI UN ESAME (RI)SCOPRIRE IL PROPRIO METODO DI STUDIO Miglioramento del metodo di studio ● Confronto del proprio metodo di studio con quello dei compagni. • SUGGERIMENTI PER STUDIARE MEGLIO ALLA STATALE Il gruppo è, in generale, una sede privilegiata di apprendimento e confronto. Anche nello studio vale questo principio, ma occorre definire a che condizione e con quali presupposti “operativi”. Lo studio è, infatti, prima di tutto un’attività personale e il gruppo trova il suo ruolo corretto solo in una fase successiva ad una prima comprensione e memorizzazione dei contenuti del testo da preparare. E’ possibile collaborare con gli altri se si possiedono almeno le conoscenze base sui testi e gli argomenti dell’esame, in modo da sfruttare il gruppo come luogo di confronto, approfondimento, ripasso e memorizzazione. Oltre a questo presupposto fondamentale, esistono anche altre condizioni importanti che permettono di sfruttare al meglio lo studio di gruppo: Alcuni dei vantaggi dello studio in gruppo, riconducibili sia al miglioramento del proprio metodo di studio che alla preparazione personale, sono: ● Scoperta di nuovi metodi di studio diversi dal proprio e apprendimento di nuove strategie d’azione. ● Conoscenza e valutazione delle proprie risorse/carenze nello studio. Preparazione dell’esame ● Possibilità di provare ad esporre quanto studiato, verificando carenze e punti critici. ● Riduzione dell’ansia da esame, vissuto non più come problema personale ma del gruppo. ● Valutazione del proprio livello di preparazione rispetto al gruppo. ● Possibilità di simulare l’esame. ● Raccolta di un numero maggiore di informazioni sugli argomenti di studio e sull’esame stesso (domande frequenti, modalità di esame...). ● Possibilità di chiarimento sugli argomenti non capiti o poco chiari attraverso il supporto degli altri. ● Conferma e supporto dell’autostima e della convinzione di poter superare l’esame. pag. Lo studente strategico 4. LO STUDIO DI GRUPPO 17 Un principe spadaccino desideroso di migliorare l’arte della scherma si reca dal migliore maestro zen del suo paese. Il maestro accetta di diventare suo insegnante a una condizione: il giovane deve stare in cucina, sempre con la spada al suo fianco, tenerla pulita e in ordine e in più deve preparare i pasti, imparando a selezionare, a dosare i giusti ingredienti, a combinarli e a cucinarli. Il giovane, desideroso d’imparare, accetta, anche se non capisce cosa c’entri l’arte del cucinare con l’arte della spada. La finestra della cucina si affaccia sul cortile dove il maestro zen dà lezioni di spada. Così il giovane, sempre con la spada al suo fianco, mentre pela patate, affetta cipolle e pulisce il lavello, guarda le lezioni del maestro. Tutto il giorno assiste a tutte le lezioni. All’inizio gli allievi gli sembrano tutti bravi, ma dopo un po’ di tempo è già in grado di notare una buona mossa e poi la differenza tra una buona mossa e una mossa sbagliata. E intanto continua a riordinare, a dosare gli ingredienti giusti per un buon pasto… e a guardare lezioni. E ogni volta che chiede al maestro se è arrivata per lui l’ora di cominciare le lezioni, il maestro risponde che non è ancora pronto, che deve prima migliorare l’ordine della cucina, gli ingredienti e il sapore dei suoi cibi. Passa ancora del tempo e il giovane principe ora comincia ad anticipare persino alcune osservazioni del maestro. Un giorno, il maestro entra silenziosamente in cucina, e improvvisamente sfida il giovane. Questi molto rapidamente sfodera la spada, sempre pronta al suo fianco, e ingaggia un vero combattimento col maestro: riesce a parare colpi che non avrebbe mai immaginato e si accorge di aver imparato tante mosse mentre credeva di limitarsi a guardare gli altri. Liberamente tratto da: Consuelo Casula, Giardinieri, principesse, porcospini. Metafore per l'evoluzione personale e professionale 18 (RI)SCOPRIRE IL PROPRIO METODO DI STUDIO Questa breve storia zen sottolinea l’importanza di osservare con attenzione gli altri prima di potersi mettere al lavoro in forma diretta. Molti studenti sottovalutano l’importanza di prendere appunti, la considerano una perdita di tempo e in effetti degli appunti presi nel modo sbagliato servono a poco. Dei buoni appunti costituiscono invece una prima forma di elaborazione su quanto è da apprendere, quindi un modo per capire cosa serve veramente, come organizzare i materiali e come riassumerli in forme concettuali comprensibili a colpo d’occhio. Confrontiamo gli appunti presi a lezione con quelli che si elaborano nel corso dello studio personale. APPUNTI PRESI DURANTE LA LEZIONE DEL DOCENTE Finalità Metodo ● Mantenere viva l’attenzione. ● Annotare i suggerimenti bibliografici del docente. ● Tenere traccia delle spiegazioni utili a capire i manuali da studiare per l’esame. ● Approfondire gli argomenti. ● Capire quali sono gli argomenti più importanti. ● Intuire a quali aspetti si può dedicare uno studio meno approfondito. ● Apprendere la terminologia da utilizzare. Lo studente strategico 5. PRENDERE APPUNTI • SUGGERIMENTI PER STUDIARE MEGLIO ALLA STATALE 3-fascicolo 11-02-2006 9:41 Pagina 18 ● Non serve scrivere tutto: sarebbe impossibile e inutile. ● Annotare i concetti principali con un breve riassunto, degli schemi o delle parole chiave. ● Si possono usare abbreviazioni e simboli, purché siano chiari a distanza di tempo. ● Rivedere gli appunti presi a lezione a breve distanza di tempo (al massimo il giorno successivo) per assicurarsi che siano ancora chiari. ● Annotare la data degli appunti di una materia. ● Dare un titolo che ne specifichi il contenuto. ● Tenere gli appunti di ogni materia distinti dagli altri. pag. 19 Di seguito si trova un esempio pratico di appunti presi durante lo studio personale. In questo esempio il testo originale di 116 parole è stato riassunto in 40 parole/concetti chiave, riportando in ordine logico i termini principali. Non è ovviamente l’unico sistema valido per prendere appunti. Ugualmente utili possono essere riassunti, scalette e disegni. Ciò che realmente differenzia i buoni appunti da quelli inutili è la capacità di “rievocare” nella mente di chi li consulta, in tempi più brevi di quelli necessari a rileggere il testo, la struttura portante del discorso originario, inclusi i contenuti non “riscritti” direttamente nello schema. In linea di massima degli appunti efficaci sono lunghi meno di un terzo del testo originario, pur riportando in ordine logico (o cronologico) le date salienti, i nomi e i termini che sono da ricordare, ma è più difficile memorizzare. Se si è sicuri di ricordare un concetto e di saperlo collocare giustamente nel contesto, è inutile trascriverlo negli appunti. APPUNTI PRESI DURANTE LO STUDIO PERSONALE Finalità Metodo 20 ● Schematizzare, riassumere. ● Rielaborare personalmente il materiale, favorendo la comprensione e la memorizzazione. ● Creare collegamenti. ● Facilitare il ripasso. Alcuni esempi: ● Scrivere dei riassunti dei capitoli (in questo caso è bene annotare chiaramente i riferimenti, quindi il titolo del capitolo, la pagina, il paragrafo). ● Costruire schemi, diagrammi e mappe (anche in questo caso è opportuno annotare i riferimenti) che sfruttino delle parole chiave in grado di evocare concetti e teorie. ● Annotare ciò che risulta poco comprensibile, per ricordarsi di colmare la lacuna. ● Annotare ciò che è difficile ricordare (es.: date, successioni cronologiche, legami tra autori e teorie): lo scrivere facilita il ricordo e consente di rintracciare subito le informazioni da memorizzare invece di ricercarle in diversi punti dei testi. (RI)SCOPRIRE IL PROPRIO METODO DI STUDIO Testo da apprendere Nella classificazione leibniziana, oscure sono le conoscenze che non rendono possibile nemmeno l’identificazione del contenuto percepito, mentre chiare sono quelle che la rendono possibile. Le conoscenze chiare, a loro volta, possono essere confuse, quando del contenuto percepito non siamo in grado di isolare le singole componenti, o distinte quando possiamo individuarne un certo numero. Se l’individuazione delle componenti del contenuto percepito è esaustiva ed enumera tutte quelle semplici non ulteriormente scomponibili, abbiamo una conoscenza adeguata, se invece questo processo di analisi non arriva agli elementi primi, abbiamo una conoscenza chiara e distinta ma inadeguata. Infine, una conoscenza è simbolica se mediata da simboli o segni, intuitiva se il suo contenuto è colto istintivamente e senza mediazioni.1 1 Tratto da: Lo studente strategico Una breve nota a parte meritano le diapositive utilizzate da molti docenti durante la lezione: affannarsi a copiare tutto è solo una perdita di tempo, è meglio annotare le spiegazioni e richiedere i materiali al docente al termine della lezione. Se ciò non è possibile, ci si può accordare con un compagno: uno annota le diapositive, l’altro le spiegazioni. Gli appunti presi a lezione sono quindi una prima forma di elaborazione personale. Farsi passare gli appunti da un compagno non ha il medesimo valore perché non facilitano il ragionamento individuale e poi possono risultare indecifrabili, sia per la grafia che per il modo in cui sono espressi i concetti. Tuttavia in alcuni casi non se ne può fare a meno, quindi è bene richiederli a chi scrive in modo leggibile, utilizza uno stile di elaborazione simile al proprio e sia eventualmente disposto a spiegare i passaggi non chiari. • SUGGERIMENTI PER STUDIARE MEGLIO ALLA STATALE 3-fascicolo 11-02-2006 9:41 Pagina 20 D’Angelo Paolo, Franzini Elio, Scaramuzza Gabriele, Estetica, Ed. Cortina, 2002, pag. 106. pag. 21 3-fascicolo 11-02-2006 9:41 Pagina 22 Appunti sul testo CONOSCENZE CONOSCENZA –>–> ––> > OSCURE = CHIARE = SIMBOLICA = INTUITIVA = contenuto percepito non identificabile contenuto percepito identificabile mediata da simboli si coglie senza mediazioni ––> ––> > > CONFUSE = DISTINTE = singole distinguibili N. componenti non componenti identificabili ADEGUATE INADEGUATE = = individua tutte le componenti non individua tutte le componenti Capire un testo non significa trasferire nella memoria quanto scritto in una pagina, ma mettere in relazione i concetti contenuti nel testo con le informazioni che già si possiedono. Il primo passo per leggere in modo efficace è quello di capire i meccanismi che entrano in gioco nella lettura. I nostri occhi non seguono il testo con un movimento continuo e fluido, ma E RA EF FICAC U T T E L per “scatti”: la velocità di lettura A N U E QUINDI , O T S E dipende dal numero di parole che si T L E D ENSIONE, R P M O riescono a cogliere in ogni scatto. C A U LA S L’80% A T N E La maggior parte delle persone S E R RAPP DI O S S E ha una velocità di lettura C O R P DEL E N IO Z A compresa fra 200 e 400 parole Z IZ MEMOR al minuto. Velocità di lettura e capacità di comprensione non dipendono però solo dal “colpo d’occhio”, ma anche dal: ● Genere di testo: un fumetto, un libro di narrativa, un manuale di biologia. ● Scopo della lettura: per divertirsi, per documentarsi, per prepararsi a un esame. ● Bagaglio di conoscenze: più si conosce un argomento, più è semplice inserire nuove conoscenze che riguardano il medesimo argomento. Una lettura lenta non aiuta necessariamente a capire di più: concentrandosi troppo su brevi sezioni di testo, si può perdere il significato complessivo. Chi legge lentamente: ● Ha l’abitudine di pronunciare i suoni delle parole mentalmente o muovendo le labbra. Lo studente strategico CLASSIFICAZIONE DELLE CONOSCENZE SECONDO LEIBNIZ • SUGGERIMENTI PER STUDIARE MEGLIO ALLA STATALE 6. LEGGERE E COMPRENDERE ● Tende a seguire il testo con un dito, una matita o un righello. 22 (RI)SCOPRIRE IL PROPRIO METODO DI STUDIO pag. 23 3-fascicolo 11-02-2006 9:41 Pagina 24 Per capire meglio i meccanismi della lettura proponiamo un piccolo esperimento: è possibile leggere le seguenti parole e frasi incomplete? FASI DELLA LETTURA Pre-lettura S_GN_FI_AT_ –> In algebra le lettere sono usate per rap- LEGGERE: sintesi, titoli, paragrafi La biologia è una sc- Il cervello umano elabora le informazioni raccolte da ogni scatto oculare in tempi più brevi rispetto a quelli necessari alla lettura lineare, lettera dopo lettera, tipica dei bambini piccoli. Bastano pochi indizi per capire il senso di una parola o di una frase. Per questo motivo, generalmente, si comprende meglio e più rapidamente un testo se non si legge ad alta voce. 24 OSSERVARE: tabelle, grafici, figure Nella pre-lettura quindi non bisogna leggere il libro di testo dall’inizio alla fine, ma sfogliarlo, prendere confidenza con gli argomenti in esso trattati e con la sua struttura. 2. Lettura OBIETTIVO –> INDIVIDUARE: tematiche centrali Individuare domande, problemi e contenuti INDIVIDUARE: relazioni tra tematiche > –>– Probabilmente non si sarà incontrata alcuna difficoltà: la mente umana colma automaticamente le lacune grazie ai legami che crea tra materiale presente e conoscenze disponibili. IDENTIFICARE: parole chiave ed esempi > > –– Ferrovie: proclamato lo _______ nazionale in seguito all’incidente costato la vita a 17 _______ Identificare il tema centrale del testo > –>– OBIETTIVO UN_VE_S_TÁ INDIVIDUARE: argomentazioni su cui si basano le tematiche NON PERDERSI NEI DETTAGLI Alcune persone, tuttavia, dichiarano di ricordare meglio quando leggono ad alta voce. Questo può dipendere dal fatto che preferiscono sfruttare la memoria uditiva, anziché quella visiva. A volte leggere ad alta voce può anche essere funzionale se si studia in ambienti rumorosi, così da coprire il brusio di sottofondo. La lettura vera e propria inizia a questo punto. Si leggono tutti i capitoli del testo, identificando per ognuno di essi le tematiche centrali e le relazioni fra di esse, cercando di ricostruire il percorso logico dell’autore e le argomentazioni su cui basa le affermazioni. (RI)SCOPRIRE IL PROPRIO METODO DI STUDIO pag. Lo studente strategico 1. –> GR_MM_T_ _A • SUGGERIMENTI PER STUDIARE MEGLIO ALLA STATALE Per una lettura funzionale allo studio bisognerebbe rispettare tre fasi. 25 3-fascicolo 11-02-2006 9:41 Pagina 26 Soprattutto quando si affronta una materia per la prima volta può capitare di non comprendere dei termini o delle teorie. In questo caso è inutile continuare a leggere ignorando il problema ma occorre invece: ● Rendersi conto di non aver capito. ● Identificare gli elementi che hanno causato il blocco (termini ignoti, riferimenti a basi teoriche non conosciute); ● Scegliere la strategia più appropriata per risolvere il problema. Le strategie che possono essere utilizzate sono: ● Analisi del contesto: a volte si può capire il significato di un termine semplicemente intuendone la funzione all’interno del contesto. 3. Post-lettura –>–> –> CHIARIRE: parole, tabelle, concetti non compresi CHIEDERE: ciò che non si è capito Porsi domande sui contenuti > –>– OBIETTIVO CREARE ASSOCIAZIONI USARE TECNICHE MNEMONICHE Questa è la fase finale in cui l’elaborazione personale deve essere più intensa, al fine della memorizzazione, perché solo ciò che si comprende si ricorda a lungo termine. È la fase in cui bisogna affrontare tutti i dubbi lasciati in sospeso, costruire schemi/appunti in cui i contenuti del libro siano posti in relazione logica tra loro e con gli altri testi d’esame. E’ a questo punto che è più utile ricorrere alle tecniche che facilitano il ricordo (vedi pag. 34 e seguenti). 26 (RI)SCOPRIRE IL PROPRIO METODO DI STUDIO ● Uso di dizionari: non solo quello della lingua italiana, ma anche quello specifico della materia. Esistono ad esempio atlanti storici, geografici e di anatomia, dizionari di matematica, statistica, fisica, chimica, psicologia… ● Uso di altri testi tecnici. ● Richiesta di chiarimenti a compagni/professori. I professori non sono disponibili solo a lezione, ma anche nei loro orari di ricevimento. Un testo può essere difficile da comprendere perché non si presta attenzione al filo conduttore seguito dall’autore. BASE SCRITTO IN È O R IB L I ENTE OGN A: LO STUD IC G O L A R UTTU TURA E A UNA STR TALE STRUT A E IR L A IS ENTE DEVE R ERSONALM P A L R A R O RIELAB pag. • SUGGERIMENTI PER STUDIARE MEGLIO ALLA STATALE BLOCCHI DI COMPRENSIONE: CHE FARE? Lo studente strategico Potrebbero emergere dei dubbi legati al testo, parti difficili da comprendere perché mancano delle conoscenze pregresse o per la poca chiarezza espositiva. Ciò che non si capisce deve essere chiaramente individuato e messo da parte per porvi rimedio successivamente. Non bisogna però perdersi nei dettagli del libro (riferimenti statistici, date di eventi secondari, esemplificazioni, riferimenti bibliografici…): alcune informazioni sono accessorie ed è altamente improbabile che i docenti le richiedano. Cercare di ricordare tutto è superfluo e notevolmente frustrante. Nella fase di lettura bisogna quindi distinguere i contenuti principali da quelli accessori. Questa fase generalmente deve essere ripetuta almeno due o tre volte: nel primo passaggio si legge tutto, nel secondo già si possono sottolineare le parti più importanti e prendere delle annotazioni, tralasciando i contenuti accessori, in modo che dal terzo passaggio in poi ci si possa concentrare solo sul materiale rilevante. 27 3-fascicolo 11-02-2006 9:41 Pagina 28 ● Termini che introducono le conclusioni dell’autore (es.: per questa ragione, di conseguenza…). ● Espressioni che aprono alle riformulazioni (es.: in altre parole, ovvero…). ● Espressioni che specificano i rapporti tra le idee (es.: in seguito, perciò, però, nonostante…). Leggi, in sequenza, le parole scritte di seguito e ripetine quante più riesci subito dopo: Molti studenti sono preoccupati dall’idea di dover memorizzare quanti più dettagli possibili dei testi e imputano le proprie difficoltà ad una cattiva memoria. La verità è che il vero problema non è quasi mai da ricercarsi in eventuali limiti della mente: se un testo è stato letto, compreso ed elaborato a livello personale, questo verrà anche ricordato nelle sue linee fondamentali. Il funzionamento e la capienza della memoria di persone diverse sono pressoché simili, ciò che cambia è il modo in cui viene usata. Proviamo quindi a capire cos’è la memoria, come funziona e come sfruttarla al meglio. Cavallo, tavolo, dentifricio, avvelenare, isterico, morbidezza, cavolfiore, ginocchio, aereo, pompiere Quante parole hai ricordato in sequenza? c. Recupero Se non si è utilizzata nessuna tecnica di memorizzazione nell’esperimento, il quantitativo di numeri o parole che si è riusciti a ricordare in sequenza, nei due esercizi precedenti, dà un’idea dello span (ampiezza) di memoria a breve termine. Circa l’89% delle persone dimostra di avere uno span pari a 7 unità + o - 2 (quindi tra 5 e 9). In realtà la MBT può contenere ben più di sette elementi se questi vengono raggruppati (es.: invece di 3 e 5 si ricorda il numero 35). Un aspetto interessante che riguarda la MBT è che, quando si cerca di ricordare una lista di parole o numeri, i primi elementi e gli ultimi hanno più probabilità di essere ricordati rispetto a quelli centrali. (RI)SCOPRIRE IL PROPRIO METODO DI STUDIO pag. COME FUNZIONA LA NOSTRA MEMORIA La memoria è la capacità di conservare nella nostra mente, per un certo periodo di tempo o per sempre, le informazioni. La memoria è la conseguenza di un processo distinto in tre fasi successive: 28 Leggi in sequenza, i numeri scritti di seguito e ripetine quanti più riesci subito dopo: Quanti numeri hai ricordato in sequenza? 7. MEMORIZZARE E APPRENDERE –> Se il lettore vuole scoprire quanto sia sviluppata la sua memoria a breve termine, può fare il piccolo esperimento riportato di seguito. 3, 5, 6, 1, 3, 9, 4, 5, 4, 7 ● Esempi (es.: per esempio, un caso…). a. Acquisizione In questa fase entra in azione la memoria a breve termine (MBT), che ha la funzione di trattenere le informazioni solo temporaneamente. È la memoria che viene utilizzata per esempio per ricordarsi un numero di telefono il tempo necessario a comporlo sul cellulare dopo averlo letto sulla rubrica. b. Ritenzione –> • SUGGERIMENTI PER STUDIARE MEGLIO ALLA STATALE ● Termini che indicano l’ordine con cui vengono presentati i concetti (es.: in primo luogo, poi, inoltre, infine…). a. Acquisizione Lo studente strategico A questo fine è importante identificare i segnali logici che legano le parti del testo. Un termine nuovo, ad esempio, è spesso seguito da una definizione, un concetto complesso è generalmente descritto ed esemplificato. Può essere quindi utile prestare attenzione a: 29 La MBT è una sorta di “lavagna” dove annotare temporaneamente le informazioni affinché queste vengano “cancellate” o, al contrario, “immagazzinate” nella memoria a lungo termine. Il passaggio delle informazioni dal primo tipo di memoria al secondo richiede la ripetizione, mentale o verbale, delle informazioni. Se il materiale ha un senso l’immagazzinamento è più rapido. Ad esempio è più facile ricordare in sequenza le parole “mio nonno ha partecipato alla guerra del ’15-‘18” rispetto a “guerra alla nonno mio ‘15 partecipato ’18 ha del”… eppure i vocaboli usati sono i medesimi. Altre invece sono delle viuzze da cui si passa raramente, quindi bisogna concentrarsi ad ogni svolta per andare da un luogo ad un altro, fermarsi a leggere i cartelli, ma poi si procede. Infine da alcune vie si è passati solo una volta diverso tempo fa: è buio, magari il percorso nel frattempo è stato ricoperto dalla boscaglia: la via non si intravede a occhio nudo e si finisce col dubitare che esista davvero. REGOLE PER USARE AL MEGLIO LA MEMORIA Dalla conoscenza dei meccanismi di funzionamento della memoria si possono ricavare dei principi per migliorarne le prestazioni: 1. Poiché il passaggio dalla memoria a breve termine (temporanea) a quella a lungo termine (potenzialmente permanente) richiede un’elaborazione personale, è indubbiamente utile: ● ripetere/rielaborare più volte il materiale da ricordare; ● dare un senso al materiale, perché risulti chiaro (ciò che si capisce, si ricorda). 2. Sfruttare gli effetti primacy e recency, quindi studiare per primi o ripassare per ultimi gli argomenti più difficili da ricordare. 3. Poiché le informazioni archiviate nella memoria a lungo termine sono più facilmente reperibili quando vengono utilizzate spesso (fase di recupero), a distanza di tempo è bene rivedere il materiale memorizzato. b. Ritenzione Quando le informazioni sono state ripetute e comprese, si verifica un passaggio dalla memoria a breve termine alla memoria a lungo termine. Diciamo che quest’ultimo tipo di memoria è proprio formidabile perché riesce a contenere migliaia di informazioni anche per tutta la vita. Se si è letto un manuale e lo si è capito, questo rimane archiviato nel proprio cervello. Ovviamente non è come avere una fotocopia del libro nella testa, ma ciò che si è compreso ed elaborato resta. c. Recupero Se è vero che la memoria a lungo termine può preservare le informazioni per tutta la vita, allora perché non si riesce a ricordare la sequenza dei pianeti del sistema solare dopo averla studiata, memorizzata e ripetuta correttamente più volte in terza superiore? Ecco che entra in gioco il recupero. Il fatto che un’informazione esista da qualche parte nel cervello non significa automaticamente che sia immediatamente recuperabile. È come se la mente umana fosse un’immensa rete stradale percorsa da migliaia di strade che si intersecano tra loro. Alcune strade sono state percorse centinaia di volte e quindi sono ampie e ben segnate: si trovano subito e le si percorre a gran velocità. 30 (RI)SCOPRIRE IL PROPRIO METODO DI STUDIO A volte si ha l’impressione di non ricordare quasi nulla di ciò che si è studiato tempo addietro. Eppure, dopo ogni ripasso, qualsiasi studente impiega sempre meno per richiamare alla memoria i contenuti, fino ad essere in grado di farlo automaticamente, senza bisogno di rileggere il testo. pag. Lo studente strategico Questi due effetti prendono il nome di primacy (priorità) e recency (recenza). I primi elementi di una lista sono ricordati più facilmente perché vengono ripetuti mentalmente più volte, mentre gli ultimi sono quelli appena registrati e quindi più “freschi”. • SUGGERIMENTI PER STUDIARE MEGLIO ALLA STATALE 3-fascicolo 11-02-2006 9:41 Pagina 30 31 3-fascicolo 11-02-2006 9:41 Pagina 32 QUELLO CHE NON SA ORA Es.: nella mia memoria non sono presenti nozioni sul medioevo COSA NON POTRÀ MAI SAPERE Es.: anche sforzandomi non imparerò mai a memoria la tavola periodica COSA CONOSCE PARZIALMENTE Es.: ricordo i primi tre re di Roma e forse, sforzandomi, posso ricordare anche gli altri, ma non in successione CIÒ CHE È IN GRADO DI RICORDARE FACILMENTE Es.: so di poter elencare in qualsiasi momento la successione delle note musicali Inoltre, TUTTI sono in grado di effettuare delle stime soggettive sulla difficoltà del materiale da studiare ancor prima di leggerlo completamente. 32 I “cassetti” che possono tornare utili andrebbero riaperti e riordinati regolarmente, altrimenti ci si dimentica cosa contengono o addirittura in quale ripiano dell’enorme “cassettiera mentale” stanno. Ma se generalmente si è consapevoli del proprio livello di preparazione, perché a volte si pensa di sapere tutto e non si supera l’esame? Escludendo i casi di “oblio” temporaneo determinato da fattori emotivi o le bocciature causate da un’esposizione orale o scritta non adeguata, si tratta generalmente di un problema di stima errata. SI, IN MOLTI CA ELLE STIME L’ ERRORE N ONOSCENZA DIPENDE PRIA C RETTA SULLA PRO E NON COR N IO Z A IP IC SAME DA UN’ANT URA DELL’ E SULLA NAT Questa auto-consapevolezza circa ciò che si sa di sapere e di non sapere viene chiamata metamemoria. La maggior parte degli studenti al momento del ripasso è in grado di giudicare quali parti del testo conosce bene, quali ha appreso in modo parziale e quali invece proprio non ricorda… eppure sa queste cose anche senza doverle ripetere dall’inizio alla fine ad alta voce, per verificare le proprie supposizioni. Per usare una metafora, è come se la mente fosse una cassettiera: qualcuno chiede se conosciamo la teoria darwiniana dell’evoluzione e immediatamente si è consapevoli che essa è ben riposta in perfetto ordine nel cassetto in basso a destra, insieme ad altre nozioni che riguardano Charles Darwin ed argomenti correlati. Se la domanda riguardasse invece Lamarck si potrebbe essere consapevoli del fatto che, da qualche parte, si è messo via qualcosa… però è necessario spulciare in vari cassetti per tirare fuori tutto ciò che lo riguarda. E se si fosse interrogati su Carneade? Molti risponderebbero “Carneade! Chi era costui?”. Lo studente che si autoesamina tende ad interrogarsi su ciò che sa e con l’impostazione che gli è più congeniale. Farsi interrogare da qualche compagno o assistere agli appelli d’esame precedenti il proprio, può ovviare a questo problema. Le stime di conoscenza sbagliate sono fra le cause principali d’insuccesso nell’esame, quindi non è un problema di memoria più o meno affidabile, ma di previsioni errate o al più di mancanza di metodo. Esercitare la memoria non serve a svilupparla (il cervello non è un muscolo), ma e’ utile per imparare come essa va usata, apprendendo tecniche, strategie e metodi per facilitare l’immagazzinamento e il recupero, ma anche accrescendo le proprie conoscenze, così da facilitare i collegamenti con i nuovi materiali. (RI)SCOPRIRE IL PROPRIO METODO DI STUDIO pag. Lo studente strategico Ognuno è in grado di dire: • SUGGERIMENTI PER STUDIARE MEGLIO ALLA STATALE Non si saprebbe in quale cassetto cercare, si dubiterebbe addirittura dell’esistenza di un cassetto che lo contenga… eppure chiunque abbia letto i Promessi sposi dovrebbe averlo incontrato almeno in un’occasione. QUANDO LA MEMORIA INGANNA… 33 3-fascicolo 11-02-2006 9:41 Pagina 34 Alcune tecniche sono semplicissime ed utilizzate addirittura dalla tradizione popolare: TECNICHE TRADIZIONALI Esempi ● La filastrocca “Are ere ire l'acca va a dormire!” Rime è usata per ricordare una regola ortografica Il recupero è facilitato dai ● “Trenta giorni ha novembre, con april, giugno suggerimenti e settembre, di ventotto ce n’è uno, tutti derivanti dalle parole gli altri ne han trentuno”, per ricordare che rimano fra loro il numero di giorni in ogni mese Acronimi Ovvero parole artificiali in cui ogni lettera funge da suggerimento per il recupero di altre parole ● DNA è l’acronimo di acido desossiribonucleico (Desoxyribonucleic Acid) e ogni lettera dell’acronimo funge da richiamo di memoria ● Alcune parole possono essere usate come se fossero acronimi: per ricordare che la capitale del Vietnam del nord è Hanoi, mentre quella del sud è Saigon si può associare l’iniziale “S” di “Saigon” alla parola “Sud” Acrostici Sono frasi in cui le prime lettere di ogni parola fungono da suggerimento per il recupero di altre informazioni 34 ● La frase “Come Quando Fuori Piove” è usata dai giocatori di poker per stabilire la priorità di vincita nel caso di parità di punteggio (Cuori, Quadri, Fiori, Picche) (RI)SCOPRIRE IL PROPRIO METODO DI STUDIO ● Grand-pére (nonno in lingua francese) grande-pera ● Lumière Auguste e Louis lumiera di agosto e luglio ● Ankara (città dell’Anatolia) Ancora ● Streptococco (batterio)/stretto-cocco Tutti questi sistemi possono tornare utili in contesti limitati, per ricordare poche parole o concetti, ma non certo per memorizzare interi manuali. Esaminiamo di seguito alcune tecniche più complesse, utili per lo studio accademico, suddivise tra visive e verbali. TECNICHE VISIVE Flowchart: evidenziano dinamiche ed interconnessioni. Sono particolarmente utili quando si devono memorizzare sequenze relative a processi che richiedono più passaggi, rappresentati da frecce disposte secondo un preciso ordine. Proviamo a riassumere un breve testo di biologia attraverso questa tecnica. “Le onde sonore viaggiano attraverso il meato uditivo esterno e provocano la vibrazione della membrana timpanica (o timpano). Tali vibrazioni vengono poi trasmesse ai tre ossicini dell’orecchio medio: il martello, l’incudine e la staffa. Le vibrazioni della staffa trasmettono le vibrazioni ad una membrana chiamata la finestra ovale, che a sua volta trasferisce le vibrazioni al liquido contenuto nella coclea (da Kokhilas = chiocciola). La coclea è un lungo tubo a spirale con al centro una struttura membranosa che si snoda quasi fino al suo apice. pag. • SUGGERIMENTI PER STUDIARE MEGLIO ALLA STATALE Esistono sistemi e strategie utilizzabili in fase di acquisizione di nuove informazioni che, tramite una codifica/elaborazione ottimale, facilitano il recupero. La funzionalità delle tecniche dipende dalle caratteristiche del materiale da memorizzare (date, numeri, nomi, vocaboli stranieri, teorie) e dalle preferenze personali (memoria visiva, uditiva, motoria). Associazioni fonetiche Possono risultare utili per ricordare parole straniere, nomi, riferimenti geografici o termini non conosciuti. Basta associare la nuova parola da ricordare con qualcosa di noto e foneticamente simile Lo studente strategico TECNICHE E SUGGERIMENTI 35 3-fascicolo 11-02-2006 9:42 Pagina 36 Nello schema è stata ad esempio rappresentata la cronologia dell’evoluzione della specie degli ominidi in modo da poter verificare a colpo d’occhio il periodo temporale in cui ha vissuto ogni ominide e le compresenze di alcune specie. IL BRANO PRECEDENTE SI PUÒ SCHEMATIZZARE CON LA TECNICA DELLA FLOWCHART IN QUESTO MODO: (RI)SCOPRIRE IL PROPRIO METODO DI STUDIO – – – – – – – – 3.5 3.0 2.5 2.0 1.5 1.0 0.5 0 Milioni di anni { –> Pinel John P.J., Biopsicologia, EdiSES, 1991, pagg. 265, 266 – – – – 4.0 { –> FINESTRA TONDA ORGANO DEL CORTI (> –> FINESTRA OVALE COCLEA 2 Tratto da: 36 { DISPERSIONE VIBRAZIONI –> MARTELLO INCUDINE STAFFA (> –> TIMPANO { VIBRAZIONI ORECCHIO MEDIO –> –> ONDE SONORE (> –> H. ABILIS A. RAMIDUS { (> VIBRAZIONI H. ERECTUS A. AFRICANUS A. AFARENSIS A. ROBUSTUS H. SAPIENS H. SAPIENS NEANDERTALENSIS H. SAPIENS SAPIENS Gerarchie: consentono di organizzare le informazioni in strutture progressivamente più inclusive. Sono ideali per rappresentare sistemi complessi costituiti da più sottoparti. È sufficiente indicare all’inizio della gerarchia l’elemento che comprende gli altri e quindi rappresentare man mano che si scende gli elementi inclusi, come in una sorta di “matriosca”. pag. Lo studente strategico Sono particolarmente adatte per sequenze temporali, mostrando sia la successione di eventi, che la contemporaneità. Le linee temporali possono essere rappresentate in modo semplice, con una linea su cui collocare gli eventi. • SUGGERIMENTI PER STUDIARE MEGLIO ALLA STATALE Time line: consentono di rappresentare eventi multipli Questa membrana interna contiene l’organo recettore uditivo, l’organo del Corti. Le vibrazioni della finestra ovale viaggiano attraverso il liquido nel dotto superiore della coclea fino all’apice e poi tornano indietro attraverso il liquido del dotto inferiore fino a un’altra membrana elastica, la finestra rotonda, che ha la funzione di disperdere la pressione prodotta nella coclea dalle vibrazioni. Queste onde che viaggiano avanti e indietro lungo la coclea deformano la membrana interna in particolari punti, a seconda della frequenza delle vibrazioni. Tali deformazioni stimolano l’organo del Corti in essa contenuto.” 2 37 3-fascicolo 11-02-2006 9:42 Pagina 38 TECNICHE VERBALI Sistema nervoso PERIFERICO autonomo simpatico Sistema nervoso CENTRALE somatico parasimpatico midollo encefalo cervelletto cervello tronco encefalico Tabelle di relazione: mostrano come un insieme di elementi sia correlato ad un altro e consentono un rapido confronto basato sulla presenza/assenza di caratteristiche. È necessario creare una tabella in cui su ogni colonna è rappresentata una proprietà la cui presenza o assenza è da verificare per ogni elemento riportato sulle righe. Nella seguente tabella, ad esempio, sono riportate le proprietà delle operazioni sui numeri naturali, mentre in riga si leggono appunto le operazioni. commutativa somma sottrazione moltiplicazione divisione 38 x x associativa x x dissociativa x x invariantiva x x (RI)SCOPRIRE IL PROPRIO METODO DI STUDIO Un buon riassunto include gli elementi principali da ricordare, in una forma verbale rielaborata personalmente. Sarebbe poco utile proporre di seguito un esempio di riassunto, poiché questa tecnica è quella che più probabilmente tutti hanno avuto modo di usare quando è stato chiesto loro di fare la schedatura di un libro letto. La lunghezza del riassunto non dipende tanto dalla lunghezza del testo originale, quanto dallo scopo per cui è creato. In linea di massima un buon riassunto non è più lungo di un terzo, un quarto del testo originale… ma questa non è una buona regola se si deve riassumere il romanzo “Guerra e pace”. Profili: condensano i punti salienti del testo in strutture verbali più brevi. Ogni testo segue uno schema, che può essere del tipo: tesi, elementi di sostegno, critiche, esempi, conclusioni. Un altro schema frequente è quello del tipo: antecedenti, nascita di una teoria/movimento, contesti di affermazione, apice della diffusione e declino. In realtà le strutture logiche che reggono un brano possono essere differenti, ma spesso si ripetono all’interno dello stesso manuale. Astrarre queste “scalette” può essere utile per riassumere, confrontare e ricordare meglio. Proviamo ad applicare questa tecnica al seguente stralcio. La filosofia della mente è lo studio filosofico della natura della mente. Uno dei problemi fondamentali in questo campo è il problema anima-corpo o mente-corpo. La prospettiva sostanzialista sostiene che la mente è un’entità singola, che ha probabilmente il proprio fondamento nel cervello, ma essenzialmente distinta da esso, con un’esistenza autonoma. pag. • SUGGERIMENTI PER STUDIARE MEGLIO ALLA STATALE – – – – – – – – – – – CERVELLO Riassunti: consentono di organizzare ed astrarre le informazioni Lo studente strategico Lo schema seguente, riportato come esempio, rappresenta le strutture e sottostrutture cerebrali. 39 3-fascicolo 11-02-2006 9:42 Pagina 40 3 Liberamente tratto dal sito: Esistenza di due prospettive in contrapposizione. Capostipiti delle due prospettive. Assunti base delle due prospettive. Conclusioni logiche deducibili dalle due prospettive. Principali sostenitori delle due prospettive. Critiche alle due prospettive. Il profilo logico del brano può essere quindi esplicitato ed usato per riassumerlo nel seguente modo: PROSPETTIVA SOSTANZIALISTA PROSPETTIVA FUNZIONALISTA Capostipite: Platone Assunti base: Capostipite: Aristotele Assunti base: 1. 2. La mente è un’entità singola 1. La mente ha un’esistenza autonoma dal cervello La mente è un’entità composita 2. Ogni evento mentale è legato ad una funzione cerebrale 3. L’unico elemento che accomuna i processi mentali è la coscienza Conclusioni: a. La mente è una manifestazione dell’anima b. La mente sopravvive alla morte del corpo Conclusioni: a. La mente non può esistere senza il cervello Principale sostenitore: George Berkeley vescovo anglicano, XVIII secolo b. La mente non può sopravvivere alla morte del corpo Critica: I fenomeni della mente sono spiegabili solamente con processi cerebrali Principale sostenitore: Thomas Henry Huxley - biologo, XIV secolo Critica: Esistono processi mentali inconsci Lo studente strategico ● ● ● ● ● ● • SUGGERIMENTI PER STUDIARE MEGLIO ALLA STATALE La struttura del brano può essere ricondotta alla forma: Questa prospettiva, facente capo a Platone, viene assunta all’interno del pensiero cristiano. Nella sua forma estrema, si integra con la prospettiva teologica e conclude che la mente è un’entità completamente separata dal corpo, una manifestazione fisica dell’anima, in grado di sopravvivere alla morte del corpo. Un esponente di spicco della prospettiva sostanzialista è George Berkeley, vescovo anglicano e filosofo del XVIII secolo. Egli sostiene che la materia non esiste, e che ciò che gli uomini percepiscono come mondo materiale non è nient’altro che un’idea nella mente di Dio: quindi la mente umana è una pura manifestazione dell’anima. La dottrina di Berkeley viene attaccata da T.H. Huxley, biologo del XIX secolo, allievo di Charles Darwin, il quale afferma che i fenomeni della mente sono spiegabili esclusivamente a partire dai processi cerebrali. Ogni evento mentale ha un fondamento fisico. Huxley dà così luogo alla moderna prospettiva funzionalista. Tale prospettiva, facente capo ad Aristotele, sostiene che “mente” è soltanto un termine utilizzato per comodità, ma in realtà rappresenta una moltitudine di funzioni con poco in comune tra loro, tranne il fatto che gli uomini sono coscienti della loro esistenza. Gli attributi che denominiamo collettivamente “mente” sono strettamente legati alle funzioni del cervello e non hanno esistenza autonoma rispetto a questo – né possono quindi sopravvivere alla sua morte. La mente è una manifestazione soggettiva della coscienza: nient’altro che la facoltà del cervello umano di essere cosciente della sua stessa esistenza. Il razionalismo di Huxley, in ogni caso, viene scosso all’inizio del XX secolo dalla teoria dell’inconscio di Sigmund Freud: i processi mentali di cui gli uomini sono soggettivamente coscienti sono solo una piccola parte dell’intera attività mentale.3 http://www.wikipedia.org 40 (RI)SCOPRIRE IL PROPRIO METODO DI STUDIO pag. 41 STILI DI APPRENDIMENTO Gli stili di apprendimento sono i modi privilegiati dalle persone per acquisire ed elaborare nuove informazioni. Alcuni studenti apprendono e ricordano più facilmente informazioni visive (figure, schemi, immagini, grafici) che informazioni verbali (parole pronunciate e scritte), altri invece preferiscono le esemplificazioni pratiche. Quindi non si tratta solo di “cosa fare” ma anche di “come farlo”. QUESTIONARIO SUGLI STILI DI APPRENDIMENTO 4 Di seguito ti verranno proposte dieci terne di frasi che esprimono concetti molto simili. Indica con una crocetta quella che più si avvicina al tuo abituale modo di esprimerti. Non esistono risposte giuste o sbagliate, ma soltanto diverse modalità espressive: rispondi quindi con immediatezza, senza riflettere troppo. Prima di esaminare meglio gli stili di apprendimento, bisogna sottolineare che, a prescindere da quali siano i propri metodi e le proprie preferenze, è importante: 1. A • Come vedi la situazione? B • Secondo te, come si mette la situazione? C • Cosa ne dici della situazione? ● Avere fiducia nelle proprie capacità di apprendimento. ● Essere consapevoli delle proprie strategie. 2. A • Prendi contatto con quel tale B • Vedi un po’ cosa vuole quel tale C • Senti un po’ cosa vuole quel tale 3. A • Voglio toccare con mano B • Voglio sentire direttamente C • Voglio vedere di persona 4. A • Bisogna osservare le regole della prudenza B • Bisogna ascoltare la voce della prudenza C • Bisogna muoversi con prudenza Le convinzioni sono una forza potentissima che agisce sul comportamento. Hanno lo scopo di fornire motivazioni e prospettive, affinché il comportamento effettivo possa svilupparsi e innalzarsi fino a corrispondervi. Le convinzioni tuttavia non corrispondo necessariamente alla realtà. In seguito ad una frustrazione ad esempio può sorgere una convinzione limitante. Convinzioni come “non ho tempo a sufficienza”, “questo esame non lo passerò mai”, “il professore ce l’ha con me”, possono limitare la ricerca delle risorse disponibili e delle competenze. Anche ai migliori studenti può capitare di non superare un esame. Di fronte agli insuccessi è poco produttivo cercare di rimediare procedendo per tentativi ed errori. 42 E’ invece più produttivo analizzare gli elementi in gioco per elaborare delle strategie mirate. Per agire in questo modo tuttavia, ciascuno deve essere consapevole delle proprie risorse e dello stile di apprendimento a lui più congeniale. Proprio perché non esiste un unico modo d’imparare, di seguito viene proposto un breve questionario per la valutazione dello stile di apprendimento. Si tratta di un semplice strumento che potrebbe aiutare lo studente a conoscere meglio le proprie caratteristiche. (RI)SCOPRIRE IL PROPRIO METODO DI STUDIO Lo studente strategico La scelta di un tipo di tecnica o di un’altro dipende in larga misura dalle preferenze individuali, ma anche dal tipo di materiale da studiare. Un bravo studente generalmente conosce più tecniche e le può quindi selezionare in relazione al contesto, anche creando se necessario degli “ibridi” tra tecniche differenti. • SUGGERIMENTI PER STUDIARE MEGLIO ALLA STATALE 3-fascicolo 11-02-2006 9:42 Pagina 42 4 Questionario liberamente tratto da: Bandler Richard, Grinder John, La struttura della magia, Astrolabio, 1981. pag. 43 3-fascicolo 11-02-2006 9:42 Pagina 44 A • Me la vedo brutta B • Mi suona male C • Si mette male 7. A • Senti! Senti! B • Ma guarda un po’! C • Ma va là! 8. A • Puoi scoprire cosa hanno in mente? B • Puoi sentire cosa hanno in mente C • Puoi vedere cosa hanno in mente? Chi ha ottenuto un punteggio più alto nella tipologia V è probabile preferisca apprendere con modalità basate sul leggere, sul guardare. Generalmente per ricordare tende a “visualizzare” i testi nella mente, è quindi il tipo di persona che può non riuscire a richiamare alla memoria un concetto, ma stranamente sa dire che è scritto nella parte finale della pagina destra, proprio sotto il grafico. Utile per organizzare lo studio può essere l’uso di colori nella sottolineatura dei testi, ove ogni tinta è associata ad una specifica funzione (esempio: evidenziare in rosso le parole chiave, in verde gli esempi, in blu gli assunti base…). I tipi di tecniche più congeniali sono quelli visivi (flowchart, timeline, gerarchie, tabelle di relazione). Strumenti fondamentali diventano la carta, la matita, gli evidenziatori. E’ necessario esercitarsi a passare dagli elementi visivi alle parole. Tipologia 9. A • Non ci vedo chiaro B • Non mi quadra C • Non mi suona giusto 10. A • Non vuol sentire altre ragioni che le parole B • Non vuol vedere punti di vista diversi dai suoi C • Non vuole confrontarsi con le opinioni degli altri Segna nella seguente griglia le risposte che hai fornito A B C 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 V C U C V U C U V V U C C V U V U C U V C C U V V C U TOT. 44 V = TOT. U = = Stile visivo TOT. C U V C = (RI)SCOPRIRE IL PROPRIO METODO DI STUDIO U = Stile uditivo Chi ha ottenuto un punteggio più alto nella tipologia U è probabile preferisca apprendere con modalità basate sull’ascolto e la discussione. Estremamente utile quindi è il tempo dedicato alle lezioni in aula, in cui si ha la possibilità di sentir parlare il docente. Lo studio in gruppo può ugualmente essere molto vantaggioso, soprattutto se si ha la possibilità di ascoltare le esposizioni di altri studenti. Generalmente chi ha uno stile uditivo sente il bisogno di ripetere ad alta voce anche più volte i testi studiati per memorizzarli. Uno strumento che può rivelarsi congeniale è il registratore, sia a lezione che nello studio individuale. Le tecniche preferite sono spesso quelle verbali, quindi riassunti e profili. Tipologia C = stile cinestesico o motorio Chi ha ottenuto un punteggio più alto nella tipologia C è probabile preferisca apprendere facendo. È il tipo di studente che per esempio ricorda benissimo ogni passaggio di un esperimento quando ha avuto la possibilità di vederlo realizzato sul campo, quindi nella sua forma concreta. pag. • SUGGERIMENTI PER STUDIARE MEGLIO ALLA STATALE 6. V Lo studente strategico Tipologia A • Ha preso una cantonata B • Ha visto lucciole per lanterne C • Ha capito Roma per toma 5. 45 STILI DI PENSIERO Così come le persone manifestano delle preferenze nel modo in cui rappresentano le informazioni per ricordarle, esistono anche delle propensioni nel modo di pensare per affrontare un compito. Sternberg, uno psicologo americano dell’Università di Yale, sostiene che le persone possono “appartenere” a quattro stili di pensiero: 5 5 Liberamente tratto da: Sternberg Robert J. , Stili di pensiero - Differenze individuali nell'apprendimento e nella soluzione dei problemi, Ed. Erickson, 1998 46 (RI)SCOPRIRE IL PROPRIO METODO DI STUDIO È deciso, a volte assolutista GERARCHICO Stabilisce una gerarchia di obiettivi e distribuisce le risorse OLIGARCHICO È motivato da più obiettivi di uguale importanza percepita Può perdersi in dettagli organizzativi o avere priorità divergenti rispetto a quelle di altri Ha difficoltà nel distribuire le risorse ANARCHICO Ha un approccio casuale ai problemi Possiede creatività Chi ha uno stile monarchico probabilmente preferisce lo studio universitario a quello delle scuole superiori perché, invece di studiare diverse materie nello stesso giorno, può organizzarsi in modo da preparare un esame alla volta. Lo studente monarchico si trova a proprio agio quando può sviscerare un argomento dall’inizio alla fine prima di passare ad un altro. I corsi che non spaziano troppo tra campi differenti sono quelli che probabilmente predilige. Agli esami può tendere a sviscerare fino in fondo un quesito prima di passare ad altro, quindi è meno propenso a fare collegamenti autonomi o a spaziare in campi differenti. Il momento della tesi è spesso il più soddisfacente proprio perché richiede una forte canalizzazione su un argomento specifico. Le difficoltà che possono derivare da questo stile di pensiero sono costituite dalla tendenza a fissarsi su una sola cosa. pag. Lo studente strategico Molti studenti ritroveranno poco scarto nelle differenze di punteggi tra uno stile e l’altro, questo perché nei processi di memorizzazione spesso si utilizzano più canali. Ad ogni modo, appartenere ad uno stile rappresentazionale piuttosto che ad un altro non significa non poter utilizzare metodi differenti, ma semplicemente preferire alcune strategie di apprendimento rispetto ad altre. La scelta di metodi e tecniche tuttavia è vero che dipende in buona parte dalle preferenze, ma anche dal tipo di materiale da memorizzare. A volte quindi è utile avvalersi di strategie meno congeniali al proprio stile di apprendimento, ma più efficaci per l’organizzazione del materiale di studio specifico. MONARCHICO Si dedica completamente a una sola cosa MEGLIO ALLA STATALE Tutte le tecniche possono essere congeniali, sia quelle visive che quelle uditive, ma è necessario che siano ripetute a livello motorio. È probabile infatti che sia proprio l’atto di scrivere e riscrivere riassunti, appunti, schemi o tabelle a facilitare l’apprendimento. A chi rientra in questa tipologia può capitare di essere sicuro di ricordare un concetto solo nel momento in cui lo scrive, quindi anche in questo caso sono strumenti preziosi la carta e la penna, perlomeno quando non si ha la possibilità di fare pratica diretta. • SUGGERIMENTI PER STUDIARE 3-fascicolo 11-02-2006 9:42 Pagina 46 47 Chi ha uno stile oligarchico riesce generalmente ad adattarsi facilmente alla vita accademica. Lo studente oligarchico spesso tende ad avere più interessi (ma non troppi) che considera egualmente importanti. Risulta essere maggiormente orientato verso corsi che lasciano aperte più possibilità di studiare materie differenti, di spaziare in più campi del sapere. Può sentirsi a suo agio nel preparare più esami contemporaneamente, anche contenutisticamente molto differenti. Le difficoltà possono talvolta nascere quando si devono attribuire delle priorità alle cose da fare, perché chi ha uno stile gerarchico considera tutto ugualmente rilevante. Per ottenere risultati migliori, lo studente oligarchico dovrebbe cercare di concentrarsi soprattutto nell’organizzazione dei piani di studio e nello stabilire le priorità. mentale e creatività, perché di solito preferisce ricercare soluzioni nuove ed originali là dove altri applicano un sistema consolidato. Le difficoltà possono sorgere quando lo studio è caotico e si fatica a portare a termine compiti che richiedono tempi di realizzazione molto lunghi. Chi ha uno stile anarchico, tuttavia, se riesce ad incanalare il proprio estro, è il genere di persona che arriva dove altri falliscono, proprio perché vede oltre le strutture preordinate. Analogamente a quanto detto per gli stili di apprendimento, anche nel caso degli stili di pensiero preferire uno stile anziché un altro non significa essere solo in un certo modo. La maggior parte delle persone oscilla fra due o più stili, e il propendere per l’uno o per l’altro dipende anche dalla natura del compito da affrontare. Una persona può essere monarchica mentre scrive la tesi ed anarchica nella gestione del tempo libero. Indubbiamente scegliere un corso di studio o un lavoro in cui si può utilizzare in prevalenza lo stile preferito aiuta a sentirsi più soddisfatti. Appartenere ad uno stile piuttosto che ad un altro non significa comunque non essere in grado al momento del bisogno di comportarsi diversamente, ma preferire, a parità di condizioni, usare le proprie abilità in un certo modo. Essere affiancati da compagni con differenti stili di pensiero rispetto al proprio può inizialmente creare qualche attrito, ma anche costituire una grande risorsa. Chi ha uno stile anarchico può essere poco tollerante verso le istituzioni accademiche, che per natura non sono molto flessibili. Lo studente anarchico può passare da un interesse all’altro e può essere poco costante. Può non sopportare gli schemi precostituiti ed accettare poco l’autorità. É maggiormente orientato verso corsi di laurea che più richiedono apertura 48 (RI)SCOPRIRE IL PROPRIO METODO DI STUDIO pag. Lo studente strategico Chi ha uno stile gerarchico è generalmente a proprio agio all’Università perché è portato a creare piani e a gestire le priorità in base al tempo disponibile. Lo studente gerarchico è in grado di portare avanti più esami contemporaneamente e agli esami tende a strutturare la propria esposizione in modo articolato, con molti collegamenti. Chi è troppo gerarchico rischia però di perdersi nei dettagli organizzativi, talvolta dimentico del fatto che le altre persone possono avere piani differenti o una percezione diversa delle priorità. • SUGGERIMENTI PER STUDIARE MEGLIO ALLA STATALE 3-fascicolo 11-02-2006 9:42 Pagina 48 49 3-fascicolo 11-02-2006 9:42 Pagina 50 Bibliografia 1. Anolli Luigi e Legrenzi Paolo • Manuale di psicologia generale • Ed. Il Mulino, 2001 3. Bauer Beatrice, Bagnato Gabriella • Studiare all’università • Ed. EGEA, 1994 4. Casula Consuelo • Giardinieri, principesse, porcospini. Metafore per l'evoluzione personale e professionale • Ed. Franco Angeli, 2003 5. Ciuffoli Fabio • Problem solving con creatività • Ed. Franco Angeli, 2001 6. Cornoldi Cesare • Metacognizione e Apprendimento • Ed. Il Mulino, 1995 7. D’Angelo Paolo, Franzini Elio, Scaramuzza Gabriele Estetica • Ed. Cortina, 2002 8. Darley John M., Glucksberg Sam, Kinchla Ronald A. • Psicologia, I - Sensazione e percezione, apprendimento e processi cognitivi, motivazione ed emozione Ed. Il Mulino, 2000 9. Darley John M., Glucksberg Sam, Kinchla Ronald A. • Psicologia, II - Sviluppo, personalità e psicologia clinica. Psicologia sociale • Ed. Il Mulino, 1999 Lo studente strategico 10. Hermann Douglas, Raybeck Douglas, Gruneberg Michael Improving memory and study skills: advances in theory and practice Hogrefe & Huber publisher, 2002 • SUGGERIMENTI PER STUDIARE MEGLIO ALLA STATALE 2. Bandler Richard, Grinder John • La struttura della magia • Ed. Astrolabio, 1981 11. Mariani Luciano • Strategie per Imparare • Ed. Zanichelli, 1996 12. Owen Nick • The magic of metaphor • Crown House Publishing, 2001 13. Pinel John P.J. • Biopsicologia • Ed. EdiSES, 1991 14. Senzaki Nyogen e Reps Paul (a cura di) • 101 storie zen • Ed. Adelphi, 2001 15. Sternberg Robert J. • Stili di pensiero • Ed. Erickson, 1998 Sitografia http://www.wikipedia.org 50 (RI)SCOPRIRE IL PROPRIO METODO DI STUDIO pag. 51 3-fascicolo 11-02-2006 9:42 Pagina 52 Fascicoli dell’opera 1. INTRAPRENDERE UN PERCORSO ACCADEMICO 4. AFFRONTARE L’ESAME L’importanza di comunicare efficacemente Comunicazione verbale Comunicazione non verbale L’esame orale L’esame scritto Stress e ansia da esame: strategie di controllo Cambiamento e transizione Vivere positivamente il passaggio dalla scuola all’Università 5. AUTOSTIMA E VALORIZZAZIONE DI SÉ 2. IL RUOLO DELLA MOTIVAZIONE NELLO STUDIO Cos’è la motivazione Fattori determinanti, problematiche e suggerimenti L’autostima L’empowerment Fronteggiare le critiche Come superare limiti ed ostacoli Il decalogo dello studente strategico 6. COME TI AIUTA L’UNIVERSITÀ 3. (RI)SCOPRIRE IL PROPRIO METODO DI STUDIO Metodo o metodi? Gestione del tempo Dove studiare? Lo studio di gruppo Prendere appunti Leggere e comprendere Memorizzare e apprendere 52 Tutorato e segreterie didattiche I servizi del Cosp - Centro per l’Orientamento allo Studio e alle Professioni Didattica online Corsi di preparazione ai test d’ingresso e agli esami Corsi propedeutici e integrativi Collaborazioni studentesche Ufficio Disabilità e handicap Le parole dello studente Unimi Indirizzi utili pag. 53 3-fascicolo 11-02-2006 9:42 Pagina 54 APPUNTI Lo studente strategico • SUGGERIMENTI PER STUDIARE MEGLIO ALLA STATALE APPUNTI 54 (RI)SCOPRIRE IL PROPRIO METODO DI STUDIO pag. 55 3-fascicolo 11-02-2006 9:42 Pagina 56 A cura di Angela Gambirasio Emiliano Santini Centro per l’Orientamento allo Studio e alle Professioni (COSP) Università degli Studi di Milano Supervisione scientifica Simonetta Betti Docente della Facoltà di Medicina e Chirurgia Dipartimento di Scienze Medico-chirurgiche • Università degli Studi di Milano Riccardo Sciaky Docente della Facoltà di Medicina e Chirurgia Istituto di Psicologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia • Università degli Studi di Milano Coordinamento redazionale ed editoriale Alessia Accatino Giovanna Amatruda Rita D’Amico Centro per l’Orientamento allo Studio e alle Professioni (COSP) Università degli Studi di Milano Responsabile del progetto Patrizia Vardanega Centro per l’Orientamento allo Studio e alle Professioni (COSP) Università degli Studi di Milano Grafica e impaginazione Cristina Cordani • Show box Illustrazioni Elena Locatelli Stampa ArtiGraficheTurati 56