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OSSERVATORIO ASTRONOMICO GALILEO
GALILEI
28019 SUNO (NO) - Tel. 032285181 - 032285210
apansuno @ tiscalinet.it
www.apan.it
BOLLETTINO N. 278
Mercoledì 2 novembre 2011, dopo le ore 21, in osservatorio, per i tradizionali incontri del primo
mercoledì di ogni mese, vi sarà una serata di osservazioni al telescopio.
La Luna sarà al primo quarto per cui particolarmente interessante. Si potranno osservare le
costellazioni del cielo autunnale quali il Pegaso, il Capricorno, l’Auriga, Andromeda, il Perseo e gli
oggetti del cielo profondo.
Giove sarà visibile verso est tutta notte nella costellazione dell’Ariete. Sarà l’oggetto più luminoso del
cielo in questo periodo..
Marte sarà visibile a tarda notte nel Leone ma sarà poco luminoso in quanto molto distante.
Saturno sorgerà al mattino poco prima del Sole ma sarà molto basso all’orizzonte.
Mercurio e Venere saranno visibili poco dopo il tramonto del Sole in congiunzione.nella Bilancia
molto bassi all’orizzonte ovest, immersi nel bagliore solare.
Nelle serate dei giorni 1, 3 e 4 novembre dovrebbero esserci delle serate per le scuole. La conferma
degli incontri dipenderà dalle condizioni meteo.
RECENSIONI
EMILIO SASSONE CORSI
OCCHI AL CIELO
Il telescopio, storia, evoluzione, consigli pratici
Gremese Editore – Brossura - Ed. 2010 – pag. 160 - € 18.00
Il telescopio è lo strumento che più di ogni altro ha cambiato la
conoscenza scientifica dell'uomo e la sua concezione
dell'universo. Questo libro parla della storia avventurosa del
telescopio, a partire dalla sua invenzione per arrivare fino agli
enormi e complessi strumenti di oggi e di domani, e di come la
sua evoluzione abbia consentito uno straordinario sviluppo
dell'astronomia e dell'astrofisica. È stato Galileo a inventare il
telescopio? E perché Newton ne ha creato uno a specchi?
Perché è necessario costruire strumenti sempre più imponenti?
In che modo l'atmosfera terrestre impedisce l'osservazione del
cielo? Qual è oggi il telescopio più grande? Queste sono
alcune delle domande a cui Occhi al cielo vuole rispondere.
L'autore ha inoltre avuto modo di visitare molti osservatori
astronomici in giro per il mondo, e nella seconda parte del volume
racconta l'emozione di questi indimenticabili viaggi in Cile, alle
Canarie, in Arizona, alle Hawaii. L'ultimo capitolo del libro è dedicato a tutti coloro che, progettando di
comprare un telescopio, vogliono essere informati sui passi da compiere prima di impegnarsi
nell'acquisto e su come orientarsi nell'ampia offerta oggi esistente sul mercato. Che tipo di
caratteristiche occorre valutare? E quali sono e quanto costano i principali accessori?
(a cura di Silvano Minuto)
MERIDIANE E QUADRANTI SOLARI
Continuiamo ad esaminare i
quadranti in comune di Sizzano dal
signor Ernesto e dal figlio Emiliano
Turolla.
In Via G. Marconi si trova un
semplice quadrante ad ore francesi.
Realizzato nel 2000 è in ottime
condizioni.
I colori sono varie gradazioni di
beige, marmorizzati. I caratteri delle
linee orarie sono romani e lo
gnomone obliquo, all’estremità, è
munito di foro gnomonico.
Vi sono le curve solstiziali e la linea
equinoziale. Le linee orarie sono
spostate a sinistra del valore della
costante locale, ma non vi è
presenza dell’equazione del tempo,
perciò il quadrante indica l’ora vera del meridiano centrale del nostro fuso orario.
Il mezzogiorno solare vero di Sizzano è indicato dalla linea oraria munita di campanella. Il quadrante
è declinante a sud-est e le linee orarie spaziano dalle 6 del mattino alle 15 del pomeriggio. È riportato
il seguente motto “NIHIL TEMPORE PRETIOSIUS”, ed a sinistra l’anno di realizzazione e le sigle
degli autori.
(a cura di Salvatore Trani)
DIARIO ASTRONOMICO – NOVEMBRE 2011
Data
Ora (TT)
Fenomeno
1
1
2
2
3
4
4
11 00
23 48
06 54
17 38
20 10
20 20
21 02
5
8
9
9
9
10
10
10
14 00
14 19
18 26
21 51
22 08
05 43
06 00
18 28
10
11
21 16
04 06
11
12
18 28
17 27
Minima librazione lunare in longitudine. Visibile il lembo occidentale
Mercurio 2° a SSW di Venere
Urano 13’ a nord della stella SAO 128569 di mag. 6.3
Luna: Primo Quarto
Minimo di Algol, ben osservabile
Mercurio 25’ a sud di Delta Scorpii (Dschubba ) mag. 2.3
La Luna occulta la stella 51 Aquarii di mag. 5.8. La scomparsa avviene dietro il
lembo oscuro. Occultazione visibile in tutto il Paese
Massima librazione lunare in latitudine. Visibile il polo sud
Luna all’apogeo (406 177 Km)
Luna 4.4° a nord di Giove
Venere 4° a nord di Alfa Scorpii (Antares) mag. 1.0
Nuttuno stazionario in AR (moto da retrogrado a diretto)
Marte 1.4° a nord di Alfa Leonis (Regolo) mag. 1.3
Mercurio 1.9° a nord di Alfa Scorpii (Antares) mag. 1.0
La Luna (piena) occulta la stella 45 Arietis di mag. 5.8 con riapparizione sul
lembo oscuro. Occultazione non visibile solo da parte della Sicilia, Calabria e
Puglia, dove per alcune zone è radente
Luna Piena
La Luna occulta la stella delta Arietis di mag. 4.4. Scomparsa dietro il lembo
illuminato. La riapparizione si verifica alle 05 08, quando nel Meridione ha inizio
l’alba. Occultazione visibile in tutto il Paese
Luna 3.5° a sud di M 45 (Pleiadi)
Luna 5.1° a nord di Alfa Tauri (Aldebaran) . Migliori condizioni di osservabilità
dopo la levata della Luna, attorno alle 17 50
13
14
16
09 28
09 28
05 44
17
04 46
17
18
18
09 00
04 10
04 35
18
19
20
20
16 09
01 42
00 00
03 58
20
21
22
21 42
01 00
04 55
22
19 18
23
24
24
25
25
21 50
00 21
10 35
07 09
07 20
26
09 57
27
04 35
29
20 00
Mercurio 2° a SSW di Venere
Mercurio alla massima elongazione est (22.8°) dal Sole
La Luna occulta la stella 74 Geminorum di mag. 5.0. La scomparsa avviene
dietro il lembo illuminato dal Sole. Occultazione visibile da tutto il Paese, ma nel
chiarore dell’alba per le regioni centro-meridionali e orientali
La Luna occulta la stella 29 Cancri di mag. 5.9. Riapparizione dal lembo oscuro.
Occultazione visibile da tutto il Paese
Massima librazione lunare in longitudine. Visibile il lembo orientale
Minimo di Algol, ben osservabile
Massimo dello sciame meteorico delle Leonidi, osservabili dall’11 novembre al
24 novembre
Luna: Ultimo Quarto
Luna 6.3° a sud di Alfa Leonis (Regolo)
Massima librazione lunare in latitudine. Visibile il polo nord
La Luna occulta la stella 62 Leonis di mag. 6.0. Riapparizione dal lembo oscuro.
Occultazione visibile in tutto il Paese
Nettuno in quadratura con il Sole
Minimo di Algol, ben osservabile
Massimo dello sciame meteorico delle Alfa Monocerotidi, osservabili dal 16 al 26
novembre. Attività sporadica
Luna 2.7° a sud di Alfa Virginis (Spica) mag. 1.0 e tre ore più tardi con Saturno
(7° a sud del pianeta). Migliori condizioni di osservabilità dopo la levata della
Luna, attorno alle 04 50 del giorno seguente
Minimo di Algol, ben osservabile
Luna al perigeo (359 691 Km)
Mercurio stazionario in AR (moto da diretto a retrogrado)
Luna Nuova
Eclisse parziale di Sole, magnitudine 0.90, invisibile dall’Italia. Si osserva in
Antartide, Oceano Australe, parte del Sud Africa, Tasmania e Nuova Zelanda
Luna 56’ a nord di Mercurio. Migliori condizioni di osservabilità poco dopo il
tramonto, attorno alle 17 10
Luna 2.4° a nord di Venere. Migliori condizioni di osservabilità prima che la Luna
tramonti, attorno alle 17 50 del giorno precedente
Massima librazione lunare in longitudine. Visibile il lembo occidentale
TT – 1 minuto = TU (TT tempo terrestre – TU tempo universale)
Tempo civile = TU più 1 ora o 2 ore (nel periodo di ora legale)
INQUINAMENTO LUMINOSO
Condannato per omissione atti d’ufficio
Finalmente è stata emessa una sentenza di condanna in un processo penale a carico del
responsabile di un Ufficio Tecnico per violazione della L.R. 23/2000 del Lazio sull'inquinamento luminoso.
Il Tribunale Collegiale di Frosinone ha oggi condannato il Geom. Pietro Alessandrini, Responsabile
U.T. di Supino, per omissioni di atti di ufficio.
La denuncia è stata presentata da Mario di Sora per aver il Geometria installato impianti non conformi
alla L.R. 23/2000. Con diffida del 29/11/2005 invitato il Geom. Alesandrini a modificare gli impianti. Lo
stesso però non procedeva e non rispondeva entro 30 gg. per esporre i motivi del ritardo.
A seguito di mia denuncia il P.M. (tanto per cambiare) chiedeva l'archiviazione e provocava la pronta
reazione con atto di opposizione. Il GIP rigettava la richiesta di archiviazione e disponeva di farsi il
processo in cui l'Osservatorio di Campo Catino, tramite il dott. Di Sora si è costituito parte civile. Dopo
un'istruttoria durata per un anno e tre udienze oggi il Geom. Alessandrini è stato condannato a: 500 E
di multa, interdizione dai pubblici uffici per un anno, risarcimento danni in favore dell'Osservatorio e
pagamento di spese legali.
Un precedente che speriamo servirà a tutti in Italia.
IMPARARE GLI ALLINEAMENTI
Un osservatore che per la prima volta affronta un cielo stellato con la volontà di riconoscere le
costellazioni, può essere preso dallo sconforto: le stelle sono tante, più o meno luminose, più o meno
vicine fra loro; orientarsi in un mare così caotico può sembrare difficile. Quando si inizia ad osservare
il cielo, occorre innanzitutto cercare delle forme caratteristiche, dette asterismi.
Fondamentale per l'apprendimento è un cielo non inquinato e buio, possibilmente sgombro da intralci
fisici (come montagne alte molto vicine) che impediscano l'osservazione di grandi aree della volta celeste.
I - Riconoscere il Grande Carro (o Orsa Maggiore) – 31.3.2011
II – Riconoscere la Stella Polare – 30.4.2011
III – Cassiopeia – 31.5.2011
IV – Costellazioni circumpolari – 28.7.2011
V – Cefeo – 31.8.2011
VI – Drago – 30.9.2010
Perseo
La costellazione di Perseo è solo parzialmente circumpolare; tuttavia, ad eccezione dei mesi centrali
della primavera, è sempre presente ed osservabile nel cielo italiano. Da qui irradia, nel mese di
agosto, il famoso sciame meteorico noto come Perseidi, che causa la cosiddetta pioggia di stelle
cadenti del 10 agosto. La costellazione si può individuare con facilità a partire da Cassiopea, grazie
all'allineamento delle sue stelle γ e δ: collegandole e proseguendo all'incirca nella stessa direzione, si
raggiunge un gruppo di stelle più o meno luminose, fra le quali spicca la α Persei, nota come
Mirphak.
Queste stelle, ad eccezione di Mirphak, appartengono ad un'unica grande associazione stellare, nota
come Associazione di Perseo. Il resto della costellazione si estende verso sud. Il periodo più
favorevole alla sua osservazione è quello che va da ottobre a marzo, quando è ben visibile per intero
anche nelle ore della prima serata.
Da: Osservare il Cielo – Corso per imparare a riconoscere stelle e costellazioni – Recensito il 15.2.2011
L’UOMO GENIO DELL’AURORA BOREALE
L'UOMO-GENIO DELL'AURORA BOREALE : Kristian Birkeland (1867-1917).
Kristian Birkeland nacque nella allora capitale della Norvegia Cristiania (che dal 1925 si chiamerà
Oslo), fu un validissimo scienziato fautore dell'indipendenza della Norvegia dalla Svezia, studiò con
una puntigliosa spedizione, 1899-1900, presso ed oltre il circolo Polare Artico, la causa delle
stupende aurore boreali.
Subito comprese che l'aurora boreale, sottratta a qualsiasi precisa spiegazione non sembrava
appartenere alla Terra ma allo Spazio.
Per i Lapponi l'aurora boreale era un fenomeno potente e spaventoso, i vichinghi pensavano che
fosse un messaggio del Dio Odino. Gli stessi Lapponi credevano che Dio avesse donato loro l'aurora
boreale per compensarli del poco Sole.
In Islanda rappresentava gli spiriti di coloro che, morti, cercavano di comunicare con i familiari ancora
in vita.
Nella spedizione in Finnmark, al nord della penisola scandinava, portò molti strumenti scientifici fra i
quali un anemometro per misurare la velocità del vento ed un elettrometro per misurare l'elettricità
presente nell'atmosfera .
La Norvegia era il posto migliore della Terra per studiare l'aurora boreale perché la Corrente del
Golfo, proveniente dal Centro dell'America, lambiva la costa occidentale mitigando le punte più
estreme del freddo artico.
Attorno al 450 a.C. Anassimene ipotizzò che le aurore boreali fossero vapori ardenti che cadevano
dal Cielo, Aristotele (384-322 a.C.) aveva inserito le aurore boreali nella categoria generale delle
comete (!).
Galileo Galilei (1564-1642) chiamò l'aurora boreale (difficoltosa da vedersi alle nostre latitudini ) alba
settentrionale e, come molto tempo prima Aristotele, aveva assistito ad una manifestazione di aurora
boreale di color rosa, infatti alle basse latitudini l'aurora boreale si tinge rosso-rosa.
Birkeland si trova d'accordo con la voce popolare locale che dice che più la temperatura è bassa più
l'aurora boreale è luminosa.
Kristian Birkeland, che anche per altro sfiorò il Premio Nobel, fu anche un proficuo inventore, chiarì
che l'Aurora Boreale era un fenomeno causato dalla interazione delle particelle solari con il campo
magnetico terrestre.
E così è.
Uranio
ZZ CETI
Le stelle di questo tipo (altrimenti note come stelle DAV), sono una classe di variabili caratterizzate da
variazioni di luminosità modeste (0,001-0,2 magnitudini circa) con periodi da 30 a 1200 secondi. La
loro posizione sul diagramma Hertsprung-Russel li identifica come nane bianche che sono entrate
nella fascia di instabilità.
Queste stelle sono di massa intermedia (6-8 masse solari) e sono riuscite a conservare idrogeno
nell’involucro esterno (da qui il nome alternativo di stelle DAV-DA tipo spettrale che contraddistingue
le stelle che hanno solo le righe di assorbimento dell’idrogeno nel loro spettro).
La temperatura superficiale delle stelle ZZ Ceti è di circa 12.000 Kelvin e le pulsazioni responsabili
della loro variabilità sono il risultato della ionizzazione e ricombinazione dell’idrogeno nel guscio.
LUTETIA, L’ASTEROIDE CHE VOLEVA ESSERE UN PIANETA
Il passaggio ravvicinato della sonda spaziale Rosetta ha permesso non solo di stabilirne con
precisione le dimensioni ma anche di studiarne la struttura geologica
L'analisi dei dati forniti dalla sonda spaziale Rosetta dell'ESA - illustrati in
tre articoli pubblicati sulla rivista Science, ha permesso di ottenere un
quadro dettagliato di 21 Lutetia, un asteroide che per la struttura appare
essere più un planetesimo, ossia il precursore pianeta, che un aggregato
di detriti quali sembrano essere solitamente gli asteroidi. Di fatto 21
Lutetia sembra essere un "sopravvissuto" all'era primordiale del sistema
solare, sulla quale può quindi fornire importanti informazioni.
Il passaggio ravvicinato di Rosetta a soli 3170 chilometri dal corpo
celeste, ha permesso di stabilirne con precisione le dimensioni (121
chilometri di lunghezza, 101 di altezza e 75 di larghezza), ma anche di
studiarne la struttura geologica.
I dati raccolti dallo strumento "Osiris", di cui è co-responsabile Cesare Barbieri, dell'Università di
Padova e dell'INAF, indicano che alcune regioni della sua superficie sono databili a circa 3,6 miliardi
di anni, un'età che lo pone tra i primi corpi che abbiano popolato il sistema solare, anche se altre zone
sembrano invece avere solo 50-80 milioni di anni.
Sempre grazie a Osiris è stato possibile stabilire la densità di 21 Lutetia, che è pari a 3,4 grammi per
centimetro cubo (quella media della Terra è di 5,5 grammi per centimetro cubo). Si tratta di un valore
elevato per un asteroide che potrebbe far supporre che nel corso della sua esistenza Lutetia abbia
subito un processo di fusione interna, dovuta al riscaldamento generato dal decadimento di materiali
radioattivi. Questo fenomeno potrebbe aver prodotto la separazione di un nucleo ferroso, un mantello
e una crosta di silicati leggeri.
Questa possibilità contrasta però con i dati rilevati da un altro strumento a bordo di Rosetta, lo
spettrometro VIRTIS (Visible and Infrared Thermal Imaging Spectrometer).
"I dati provenienti da VIRTIS dimostrano come la superficie di Lutetia sia estremamente uniforme dal
punto di vista della sua composizione e abbia mantenuto le caratteristiche di una crosta primordiale,
ovvero formata da materiali assimilabili a meteoriti primitive, come condriti carbonacee ed
enstatitiche", dice Fabrizio Capaccioni, dell'INAF-IFSI di Roma, responsabile di ricerca per VIRTIS e
coautore dell'articolo a prima firma di Angioletta Coradini, ricercatrice INAF e planetologa di fama
internazionale recentemente scomparsa.
Proprio questa osservazione, combinata con le informazioni sull'età, permette di ipotizzare che
Lutetia sia un planetesimo fossile che ha attraversato indenne la storia del sistema solare.
VIRTIS ha anche permesso di determinare la temperatura superficiale di Lutetia, che oscilla tra -210
e -28 gradi centigradi. Ma non solo. L'analisi dei dati raccolti dallo strumento ha rivelato che
l'asteroide possiede una superficie ricoperta da uno strato di polvere molto fine e omogeneo, con
particelle delle dimensioni comprese tra 50 e 100 milionesimi di metro, molto simile per struttura a
quella che ricopre la Luna, la regolite.
"È molto strano che un corpo celeste delle dimensioni di Lutetia abbia una superficie così omogenea
come quella mostrata dalle osservazioni di Rosetta", sottolinea Capaccioni. "Ciò, insieme con la sua
elevata densità, fa supporre che, se nel passato sono effettivamente avvenuti processi di
stratificazione nella struttura dell'asteroide, essi hanno avuto luogo solo al suo interno, senza
influenzare i materiali superficiali che hanno invece mantenuto proprietà tipiche di una crosta
primordiale di tipo condritico".
Fonte: Rivista Le Scienze
ERIS, IL GEMELLO DI PLUTONE
Il pianeta nano sembra avere una superficie molto riflettente, il che fa ipotizzare che essa sia
uniformemente coperta da un sottile strato di ghiaccio.
Il diametro del pianeta nano Eris è stato misurato accuratamente per la
prima volta durante il suo transito davanti a una stella debole: i valori
ottenuti mostrano che si tratta quasi di un gemello identico di Plutone.
Ma le osservazioni effettuate nel 2010 dai telescopi situati in Cile, compresi
il telescopio TRAPPIST e quelli dell'osservatorio di La Silla dell'ESO,
riservano anche qualche altra sorpresa: Eris sembra avere una superficie
molto riflettente, il che fa ipotizzare che essa sia uniformemente coperta da
un sottile strato di ghiaccio, probabilmente frutto della condensazione e
della solidificazione dell'umidità atmosferica.
Secondo quanto riferito sull'ultimo numero della rivista Nature,
l'occultazione di una stella debole distante da parte del pianeta nano
distante Eris, avvenuta nel novembre dello scorso anno, è un evento molto raro, e la sua
osservazione è stata resa ancora più difficoltosa proprio dalla distanza del pianeta e dalle sue
dimensioni molto limitate.
La stella candidata all'occultamento è stata identificata studiando le immagini del telescopio da 2,2
metri dell'Osservatorio di La Silla e le osservazioni sono state pianificate attentamente e poi effettuate
da un gruppo di internazionale di astronomi, tra cui quello del telescopio TRAPPIST (TRAnsiting
Planets and PlanetesImals Small Telescope).
Mentre le precedenti osservazioni che utilizzavano altri metodi avevano indicato che Eris potesse
essere del 25 per cento più grande di Plutone, con una stima di 3000 chilometri per il diametro, le
nuove misurazioni indicano invece un diametro di 2326 chilometri, con un'accuratezza di 12
chilometri. Plutone, per confronto, ha un diametro compreso tra 2300 e 2400 chilometri: l'incertezza è
dovuta alla difficoltà di misurazione dovuta alla presenza di un'atmosfera che rende impossibile la
rilevazione diretta mediante gli occultamenti.
Fonte: Rivista Le Scienze
IMMAGINI
La Luna alle 4:15 del 18/10/2011 ripresa da Oreste Lesca
MATERIA OSCURA: SEMPRE PIÙ FITTO IL MISTERO
Secondo il modello cosmologico standard, dovrebbe trovarsi prevalentemente al centro delle
galassie, ma nuove misurazioni contraddicono questa previsione
Dopo aver completato questo studio, sulla materia oscura ne sappiamo
meno di quanto ne sapessimo prima": è questo il commento di Matt Walker,
dello Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics a una ricerca i cui
risultati sono in corso di pubblicazione sull'Astrophysical Journal. Il modello
cosmologico standard descrive un universo dominato da energia oscura e
materia oscura; quest'ultima dovrebbe essere costituita da particelle
esotiche "fredde" (ossia dotate di un movimento lento) che si aggregano
insieme gravitazionalmente.
Ai primordi dell'universo, nel corso del tempo gli ammassi di materia oscura,
accrescendosi, avrebbero attratto anche la materia normale innescando
attorno a sé la formazione delle galassie: se non vi fosse il contributo gravitazionale della materia
oscura, le stelle animate da un movimento veloce sarebbero inesorabilmente dovute sfuggire.
Nuove misurazioni eseguite dal gruppo di ricerca diretto da Matt Walker su due galassie nane (la
galassia della Fornace e quella dello Scultore) mettono però in questione questo modello, avendo
mostrato che in esse la materia oscura non sembra affatto concentrata al centro, ma distribuita in modo uniforme.
"Le nostre misurazioni contraddicono una previsione di base relativa alla struttura della materia
oscura fredda nelle galassie nane. A meno che i teorici non riescano a modificare questa previsione,
la materia oscura fredda è in contraddizione con i nostri dati osservativi", ha dichiarato Walker.
Si stima che le galassie nane - che contano fra uno e 10 milioni di stelle - siano composte fino al 99
per cento da materia oscura e questo le rende oggetti di osservazione privilegiati degli astronomi che
cercano di capire la materia oscura.
Alcuni ricercatori hanno ipotizzato che le interazioni tra la materia ordinaria e oscura potrebbero
sortire l'effetto di diffondere la materia oscura, ma le simulazioni eseguite sulla base dei modelli attuali
non mostrano alcun fenomeno del genere. Se queste ultime osservazioni fossero confermate, dicono
i ricercatori, si dovrebbe concludere o che la materia normale influenza la materia oscura più del
previsto, oppure che la materia oscura non sia "fredda".
Fonte: Rivista Le Scienze
LA COSTRUZIONE DEL PLANETARIO IN OSSERVATORIO
Proseguono i lavori per la costruzione del planetario in Osservatorio entro la sala conferenze.
Due immagini di Oreste Lesca mostrano, a sinistra, lo stato dei lavori nella scorsa settimana. A destra
si vede quello che è stato fatto questa settimana da Giuseppe Bianchi, Enrico Capra e Silvano
Minuto. Il foro circolare nel soffitto è stato interamente rivestito con pannelli in legno ed è pronto per
l’installazione della cupola emisferica.
Presto inizieranno i lavori per la realizzazione della cupola che fungerà da schermo per la proiezione
dell’immagine del cielo stellato.
FLY ME TO THE MOON
Il cratere Gemino
Nella quadrante nord-est, nella regione sud-orientale del cratere Atlas possiamo osservare il cratere
"Mercurius", una formazione circolare di 70 Km con versanti abbastanza scoscesi su cui si trovano
Mercurius B a nord-est e Mercurius F e G a sud-ovest. Sulle alte pareti si trova Mercurius L a sudovest. Il fondo è piatto con un piccolo cratere a nord e un piccolo rilievo centrale. Il suo periodo di
formazione è sconosciuto. Il periodo migliore per l’osservazione è 2 giorni dopo la Luna Nuova oppure
1 giorno dopo la Luna Piena.
Alcuni dati:
Longitudine: 66.2° Est
Latitudine: 46.6° Nord
Quadrante: Nord-Est
Area: Regione Sud-Orientale del cratere Atlas
Origine del nome:
Dettagli: Mercurio
Personaggio mitologico: dio romano
Fatti notevoli: Messaggero dell'Olimpo. Dio dei mercanti e dei ladri.
Nome dato da Langrenus: Hugenii
Nome dato da Hevelius: Nome non assegnato
Nome dato da Riccioli: Osymandies
Nelle foto una ripresa a largo campo della zona del cratere "Mercurius ". Lo strumento minimo per
poter osservare questo cratere è un rifrattore da 60mm.
Davide Crespi
LA COSTELLAZIONE DI OFIUCO
Il nome Ofiuco deriva dalla parola greca ofiokos che significa "colui che tiene il serpente": difatti la
costellazione del Serpente attraversa nel cielo quella dell'Ofiuco, come se l'animale fosse stretto tra le
mani di quest'ultimo.
C'è una grande varietà di interpretazioni sull'identità del personaggio, ma secondo gli astronomi greci,
si tratterebbe di Asclepio (in latino: Aesculapius), figlio di Coronide e Apollo, il dio del Sole. La madre,
dopo aver concepito il figlio dal dio, ebbe una relazione con il mortale Ischys. Un corvo, un tempo
candido uccello sacro ad Apollo, comunicò la notizia al dio che per la furia prima mutò in nero il colore
del sacro animale e poi fece morire nelle fiamme la giovane donna rea del tradimento: il dio però,
mosso da compassione, salvò il fanciullo che aveva in grembo.
Affidato all'educazione del centauro Chirone (in Centauro), il giovane Asclepio divenne ben presto
abile nelle arti curative, al punto da essere considerato da molti mitografi il padre della medicina.
Un giorno questi venne chiamato dal re Minosse per curargli il figlio, Glauco, morto annegato in un
vaso di miele. Mentre osservava il suo corpo esanime, Asclepio notò un serpente nell'intento di
attorcigliarsi alla verga di legno che portava con sé: con uno scatto repentino uccise l'animale
utilizzando lo stesso bastone. Ad un tratto però un altro serpente si sarebbe introdotto nella stanza,
recando in bocca un’erba magica che risuscitò il suo compagno lo stesso Asclepio si impadronì di un
pezzetto di quell’erba e utilizzò per riportare in vita Glauco.
Per questo motivo ancora oggi il simbolo della medicina è un serpente attorcigliato ad un bastone, in
ricordo del portentoso evento. Dopo quell'episodio, Asclepio divenne famoso per la sua capacità di
resuscitare i morti (alcuni dicono che anche Ippolito, figlio di Teseo, venne da lui resuscitato): tale
potere non era per nulla gradito a Ade, il dio dei morti, che vedendo minacciato il suo regno, chiese a
Zeus di intervenire. Il padre degli dei, forse un po' troppo drasticamente, colpì a morte con un fulmine
il figlio di Apollo, il quale infiammato dall'ira uccise per vendetta i tre Ciclopi che forgiavano le saette
e, indignato, disertò l’Olimpo. Zeus quindi per placarne l'ira, immortalò Asclepio nel firmamento, sotto
forma di costellazione.
Il suo culto si diffuse a Roma, in seguito a una pestilenza (291 a.C.): vi ebbe onori sotto il nome di
Esculapio (Aesculapius). Secondo i Libri Sibillini, Esculapio avrebbe sostituito nel culto le quattro
divinità romane della Salute: Strenia, Salus, Carna (o Carda), Febris. (Cfr. Apollodoro, Biblioteca, III;
Igino,
Favole,
XLIX)
La stella più brillante dell'Ofiuco è Ras Alhague, che in arabo significa "la testa di colui che raccoglie il
serpente". Segue Cebalrai, dalla parola araba che significa "il cane del pastore", poiché gli arabi
vedevano nel gruppetto di stelle nei suoi dintorni un pastore (Ras Alhague) con il suo gregge e il suo
cane.
(a cura di Barbara Soldà)
Hanno collaborato
Silvano Minuto
Salvatore Trani
Davide Crespi
Barbara Soldà
Sandro Baroni
Oreste Lesca
Vittorio Sacco
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