OSSERVATORIO ASTRONOMICO GALILEO GALILEI 28019 SUNO (NO) - Tel. 032285181 - 032285210 apansuno @ tiscalinet.it www.apan.it BOLLETTINO N. 278 Mercoledì 2 novembre 2011, dopo le ore 21, in osservatorio, per i tradizionali incontri del primo mercoledì di ogni mese, vi sarà una serata di osservazioni al telescopio. La Luna sarà al primo quarto per cui particolarmente interessante. Si potranno osservare le costellazioni del cielo autunnale quali il Pegaso, il Capricorno, l’Auriga, Andromeda, il Perseo e gli oggetti del cielo profondo. Giove sarà visibile verso est tutta notte nella costellazione dell’Ariete. Sarà l’oggetto più luminoso del cielo in questo periodo.. Marte sarà visibile a tarda notte nel Leone ma sarà poco luminoso in quanto molto distante. Saturno sorgerà al mattino poco prima del Sole ma sarà molto basso all’orizzonte. Mercurio e Venere saranno visibili poco dopo il tramonto del Sole in congiunzione.nella Bilancia molto bassi all’orizzonte ovest, immersi nel bagliore solare. Nelle serate dei giorni 1, 3 e 4 novembre dovrebbero esserci delle serate per le scuole. La conferma degli incontri dipenderà dalle condizioni meteo. RECENSIONI EMILIO SASSONE CORSI OCCHI AL CIELO Il telescopio, storia, evoluzione, consigli pratici Gremese Editore – Brossura - Ed. 2010 – pag. 160 - € 18.00 Il telescopio è lo strumento che più di ogni altro ha cambiato la conoscenza scientifica dell'uomo e la sua concezione dell'universo. Questo libro parla della storia avventurosa del telescopio, a partire dalla sua invenzione per arrivare fino agli enormi e complessi strumenti di oggi e di domani, e di come la sua evoluzione abbia consentito uno straordinario sviluppo dell'astronomia e dell'astrofisica. È stato Galileo a inventare il telescopio? E perché Newton ne ha creato uno a specchi? Perché è necessario costruire strumenti sempre più imponenti? In che modo l'atmosfera terrestre impedisce l'osservazione del cielo? Qual è oggi il telescopio più grande? Queste sono alcune delle domande a cui Occhi al cielo vuole rispondere. L'autore ha inoltre avuto modo di visitare molti osservatori astronomici in giro per il mondo, e nella seconda parte del volume racconta l'emozione di questi indimenticabili viaggi in Cile, alle Canarie, in Arizona, alle Hawaii. L'ultimo capitolo del libro è dedicato a tutti coloro che, progettando di comprare un telescopio, vogliono essere informati sui passi da compiere prima di impegnarsi nell'acquisto e su come orientarsi nell'ampia offerta oggi esistente sul mercato. Che tipo di caratteristiche occorre valutare? E quali sono e quanto costano i principali accessori? (a cura di Silvano Minuto) MERIDIANE E QUADRANTI SOLARI Continuiamo ad esaminare i quadranti in comune di Sizzano dal signor Ernesto e dal figlio Emiliano Turolla. In Via G. Marconi si trova un semplice quadrante ad ore francesi. Realizzato nel 2000 è in ottime condizioni. I colori sono varie gradazioni di beige, marmorizzati. I caratteri delle linee orarie sono romani e lo gnomone obliquo, all’estremità, è munito di foro gnomonico. Vi sono le curve solstiziali e la linea equinoziale. Le linee orarie sono spostate a sinistra del valore della costante locale, ma non vi è presenza dell’equazione del tempo, perciò il quadrante indica l’ora vera del meridiano centrale del nostro fuso orario. Il mezzogiorno solare vero di Sizzano è indicato dalla linea oraria munita di campanella. Il quadrante è declinante a sud-est e le linee orarie spaziano dalle 6 del mattino alle 15 del pomeriggio. È riportato il seguente motto “NIHIL TEMPORE PRETIOSIUS”, ed a sinistra l’anno di realizzazione e le sigle degli autori. (a cura di Salvatore Trani) DIARIO ASTRONOMICO – NOVEMBRE 2011 Data Ora (TT) Fenomeno 1 1 2 2 3 4 4 11 00 23 48 06 54 17 38 20 10 20 20 21 02 5 8 9 9 9 10 10 10 14 00 14 19 18 26 21 51 22 08 05 43 06 00 18 28 10 11 21 16 04 06 11 12 18 28 17 27 Minima librazione lunare in longitudine. Visibile il lembo occidentale Mercurio 2° a SSW di Venere Urano 13’ a nord della stella SAO 128569 di mag. 6.3 Luna: Primo Quarto Minimo di Algol, ben osservabile Mercurio 25’ a sud di Delta Scorpii (Dschubba ) mag. 2.3 La Luna occulta la stella 51 Aquarii di mag. 5.8. La scomparsa avviene dietro il lembo oscuro. Occultazione visibile in tutto il Paese Massima librazione lunare in latitudine. Visibile il polo sud Luna all’apogeo (406 177 Km) Luna 4.4° a nord di Giove Venere 4° a nord di Alfa Scorpii (Antares) mag. 1.0 Nuttuno stazionario in AR (moto da retrogrado a diretto) Marte 1.4° a nord di Alfa Leonis (Regolo) mag. 1.3 Mercurio 1.9° a nord di Alfa Scorpii (Antares) mag. 1.0 La Luna (piena) occulta la stella 45 Arietis di mag. 5.8 con riapparizione sul lembo oscuro. Occultazione non visibile solo da parte della Sicilia, Calabria e Puglia, dove per alcune zone è radente Luna Piena La Luna occulta la stella delta Arietis di mag. 4.4. Scomparsa dietro il lembo illuminato. La riapparizione si verifica alle 05 08, quando nel Meridione ha inizio l’alba. Occultazione visibile in tutto il Paese Luna 3.5° a sud di M 45 (Pleiadi) Luna 5.1° a nord di Alfa Tauri (Aldebaran) . Migliori condizioni di osservabilità dopo la levata della Luna, attorno alle 17 50 13 14 16 09 28 09 28 05 44 17 04 46 17 18 18 09 00 04 10 04 35 18 19 20 20 16 09 01 42 00 00 03 58 20 21 22 21 42 01 00 04 55 22 19 18 23 24 24 25 25 21 50 00 21 10 35 07 09 07 20 26 09 57 27 04 35 29 20 00 Mercurio 2° a SSW di Venere Mercurio alla massima elongazione est (22.8°) dal Sole La Luna occulta la stella 74 Geminorum di mag. 5.0. La scomparsa avviene dietro il lembo illuminato dal Sole. Occultazione visibile da tutto il Paese, ma nel chiarore dell’alba per le regioni centro-meridionali e orientali La Luna occulta la stella 29 Cancri di mag. 5.9. Riapparizione dal lembo oscuro. Occultazione visibile da tutto il Paese Massima librazione lunare in longitudine. Visibile il lembo orientale Minimo di Algol, ben osservabile Massimo dello sciame meteorico delle Leonidi, osservabili dall’11 novembre al 24 novembre Luna: Ultimo Quarto Luna 6.3° a sud di Alfa Leonis (Regolo) Massima librazione lunare in latitudine. Visibile il polo nord La Luna occulta la stella 62 Leonis di mag. 6.0. Riapparizione dal lembo oscuro. Occultazione visibile in tutto il Paese Nettuno in quadratura con il Sole Minimo di Algol, ben osservabile Massimo dello sciame meteorico delle Alfa Monocerotidi, osservabili dal 16 al 26 novembre. Attività sporadica Luna 2.7° a sud di Alfa Virginis (Spica) mag. 1.0 e tre ore più tardi con Saturno (7° a sud del pianeta). Migliori condizioni di osservabilità dopo la levata della Luna, attorno alle 04 50 del giorno seguente Minimo di Algol, ben osservabile Luna al perigeo (359 691 Km) Mercurio stazionario in AR (moto da diretto a retrogrado) Luna Nuova Eclisse parziale di Sole, magnitudine 0.90, invisibile dall’Italia. Si osserva in Antartide, Oceano Australe, parte del Sud Africa, Tasmania e Nuova Zelanda Luna 56’ a nord di Mercurio. Migliori condizioni di osservabilità poco dopo il tramonto, attorno alle 17 10 Luna 2.4° a nord di Venere. Migliori condizioni di osservabilità prima che la Luna tramonti, attorno alle 17 50 del giorno precedente Massima librazione lunare in longitudine. Visibile il lembo occidentale TT – 1 minuto = TU (TT tempo terrestre – TU tempo universale) Tempo civile = TU più 1 ora o 2 ore (nel periodo di ora legale) INQUINAMENTO LUMINOSO Condannato per omissione atti d’ufficio Finalmente è stata emessa una sentenza di condanna in un processo penale a carico del responsabile di un Ufficio Tecnico per violazione della L.R. 23/2000 del Lazio sull'inquinamento luminoso. Il Tribunale Collegiale di Frosinone ha oggi condannato il Geom. Pietro Alessandrini, Responsabile U.T. di Supino, per omissioni di atti di ufficio. La denuncia è stata presentata da Mario di Sora per aver il Geometria installato impianti non conformi alla L.R. 23/2000. Con diffida del 29/11/2005 invitato il Geom. Alesandrini a modificare gli impianti. Lo stesso però non procedeva e non rispondeva entro 30 gg. per esporre i motivi del ritardo. A seguito di mia denuncia il P.M. (tanto per cambiare) chiedeva l'archiviazione e provocava la pronta reazione con atto di opposizione. Il GIP rigettava la richiesta di archiviazione e disponeva di farsi il processo in cui l'Osservatorio di Campo Catino, tramite il dott. Di Sora si è costituito parte civile. Dopo un'istruttoria durata per un anno e tre udienze oggi il Geom. Alessandrini è stato condannato a: 500 E di multa, interdizione dai pubblici uffici per un anno, risarcimento danni in favore dell'Osservatorio e pagamento di spese legali. Un precedente che speriamo servirà a tutti in Italia. IMPARARE GLI ALLINEAMENTI Un osservatore che per la prima volta affronta un cielo stellato con la volontà di riconoscere le costellazioni, può essere preso dallo sconforto: le stelle sono tante, più o meno luminose, più o meno vicine fra loro; orientarsi in un mare così caotico può sembrare difficile. Quando si inizia ad osservare il cielo, occorre innanzitutto cercare delle forme caratteristiche, dette asterismi. Fondamentale per l'apprendimento è un cielo non inquinato e buio, possibilmente sgombro da intralci fisici (come montagne alte molto vicine) che impediscano l'osservazione di grandi aree della volta celeste. I - Riconoscere il Grande Carro (o Orsa Maggiore) – 31.3.2011 II – Riconoscere la Stella Polare – 30.4.2011 III – Cassiopeia – 31.5.2011 IV – Costellazioni circumpolari – 28.7.2011 V – Cefeo – 31.8.2011 VI – Drago – 30.9.2010 Perseo La costellazione di Perseo è solo parzialmente circumpolare; tuttavia, ad eccezione dei mesi centrali della primavera, è sempre presente ed osservabile nel cielo italiano. Da qui irradia, nel mese di agosto, il famoso sciame meteorico noto come Perseidi, che causa la cosiddetta pioggia di stelle cadenti del 10 agosto. La costellazione si può individuare con facilità a partire da Cassiopea, grazie all'allineamento delle sue stelle γ e δ: collegandole e proseguendo all'incirca nella stessa direzione, si raggiunge un gruppo di stelle più o meno luminose, fra le quali spicca la α Persei, nota come Mirphak. Queste stelle, ad eccezione di Mirphak, appartengono ad un'unica grande associazione stellare, nota come Associazione di Perseo. Il resto della costellazione si estende verso sud. Il periodo più favorevole alla sua osservazione è quello che va da ottobre a marzo, quando è ben visibile per intero anche nelle ore della prima serata. Da: Osservare il Cielo – Corso per imparare a riconoscere stelle e costellazioni – Recensito il 15.2.2011 L’UOMO GENIO DELL’AURORA BOREALE L'UOMO-GENIO DELL'AURORA BOREALE : Kristian Birkeland (1867-1917). Kristian Birkeland nacque nella allora capitale della Norvegia Cristiania (che dal 1925 si chiamerà Oslo), fu un validissimo scienziato fautore dell'indipendenza della Norvegia dalla Svezia, studiò con una puntigliosa spedizione, 1899-1900, presso ed oltre il circolo Polare Artico, la causa delle stupende aurore boreali. Subito comprese che l'aurora boreale, sottratta a qualsiasi precisa spiegazione non sembrava appartenere alla Terra ma allo Spazio. Per i Lapponi l'aurora boreale era un fenomeno potente e spaventoso, i vichinghi pensavano che fosse un messaggio del Dio Odino. Gli stessi Lapponi credevano che Dio avesse donato loro l'aurora boreale per compensarli del poco Sole. In Islanda rappresentava gli spiriti di coloro che, morti, cercavano di comunicare con i familiari ancora in vita. Nella spedizione in Finnmark, al nord della penisola scandinava, portò molti strumenti scientifici fra i quali un anemometro per misurare la velocità del vento ed un elettrometro per misurare l'elettricità presente nell'atmosfera . La Norvegia era il posto migliore della Terra per studiare l'aurora boreale perché la Corrente del Golfo, proveniente dal Centro dell'America, lambiva la costa occidentale mitigando le punte più estreme del freddo artico. Attorno al 450 a.C. Anassimene ipotizzò che le aurore boreali fossero vapori ardenti che cadevano dal Cielo, Aristotele (384-322 a.C.) aveva inserito le aurore boreali nella categoria generale delle comete (!). Galileo Galilei (1564-1642) chiamò l'aurora boreale (difficoltosa da vedersi alle nostre latitudini ) alba settentrionale e, come molto tempo prima Aristotele, aveva assistito ad una manifestazione di aurora boreale di color rosa, infatti alle basse latitudini l'aurora boreale si tinge rosso-rosa. Birkeland si trova d'accordo con la voce popolare locale che dice che più la temperatura è bassa più l'aurora boreale è luminosa. Kristian Birkeland, che anche per altro sfiorò il Premio Nobel, fu anche un proficuo inventore, chiarì che l'Aurora Boreale era un fenomeno causato dalla interazione delle particelle solari con il campo magnetico terrestre. E così è. Uranio ZZ CETI Le stelle di questo tipo (altrimenti note come stelle DAV), sono una classe di variabili caratterizzate da variazioni di luminosità modeste (0,001-0,2 magnitudini circa) con periodi da 30 a 1200 secondi. La loro posizione sul diagramma Hertsprung-Russel li identifica come nane bianche che sono entrate nella fascia di instabilità. Queste stelle sono di massa intermedia (6-8 masse solari) e sono riuscite a conservare idrogeno nell’involucro esterno (da qui il nome alternativo di stelle DAV-DA tipo spettrale che contraddistingue le stelle che hanno solo le righe di assorbimento dell’idrogeno nel loro spettro). La temperatura superficiale delle stelle ZZ Ceti è di circa 12.000 Kelvin e le pulsazioni responsabili della loro variabilità sono il risultato della ionizzazione e ricombinazione dell’idrogeno nel guscio. LUTETIA, L’ASTEROIDE CHE VOLEVA ESSERE UN PIANETA Il passaggio ravvicinato della sonda spaziale Rosetta ha permesso non solo di stabilirne con precisione le dimensioni ma anche di studiarne la struttura geologica L'analisi dei dati forniti dalla sonda spaziale Rosetta dell'ESA - illustrati in tre articoli pubblicati sulla rivista Science, ha permesso di ottenere un quadro dettagliato di 21 Lutetia, un asteroide che per la struttura appare essere più un planetesimo, ossia il precursore pianeta, che un aggregato di detriti quali sembrano essere solitamente gli asteroidi. Di fatto 21 Lutetia sembra essere un "sopravvissuto" all'era primordiale del sistema solare, sulla quale può quindi fornire importanti informazioni. Il passaggio ravvicinato di Rosetta a soli 3170 chilometri dal corpo celeste, ha permesso di stabilirne con precisione le dimensioni (121 chilometri di lunghezza, 101 di altezza e 75 di larghezza), ma anche di studiarne la struttura geologica. I dati raccolti dallo strumento "Osiris", di cui è co-responsabile Cesare Barbieri, dell'Università di Padova e dell'INAF, indicano che alcune regioni della sua superficie sono databili a circa 3,6 miliardi di anni, un'età che lo pone tra i primi corpi che abbiano popolato il sistema solare, anche se altre zone sembrano invece avere solo 50-80 milioni di anni. Sempre grazie a Osiris è stato possibile stabilire la densità di 21 Lutetia, che è pari a 3,4 grammi per centimetro cubo (quella media della Terra è di 5,5 grammi per centimetro cubo). Si tratta di un valore elevato per un asteroide che potrebbe far supporre che nel corso della sua esistenza Lutetia abbia subito un processo di fusione interna, dovuta al riscaldamento generato dal decadimento di materiali radioattivi. Questo fenomeno potrebbe aver prodotto la separazione di un nucleo ferroso, un mantello e una crosta di silicati leggeri. Questa possibilità contrasta però con i dati rilevati da un altro strumento a bordo di Rosetta, lo spettrometro VIRTIS (Visible and Infrared Thermal Imaging Spectrometer). "I dati provenienti da VIRTIS dimostrano come la superficie di Lutetia sia estremamente uniforme dal punto di vista della sua composizione e abbia mantenuto le caratteristiche di una crosta primordiale, ovvero formata da materiali assimilabili a meteoriti primitive, come condriti carbonacee ed enstatitiche", dice Fabrizio Capaccioni, dell'INAF-IFSI di Roma, responsabile di ricerca per VIRTIS e coautore dell'articolo a prima firma di Angioletta Coradini, ricercatrice INAF e planetologa di fama internazionale recentemente scomparsa. Proprio questa osservazione, combinata con le informazioni sull'età, permette di ipotizzare che Lutetia sia un planetesimo fossile che ha attraversato indenne la storia del sistema solare. VIRTIS ha anche permesso di determinare la temperatura superficiale di Lutetia, che oscilla tra -210 e -28 gradi centigradi. Ma non solo. L'analisi dei dati raccolti dallo strumento ha rivelato che l'asteroide possiede una superficie ricoperta da uno strato di polvere molto fine e omogeneo, con particelle delle dimensioni comprese tra 50 e 100 milionesimi di metro, molto simile per struttura a quella che ricopre la Luna, la regolite. "È molto strano che un corpo celeste delle dimensioni di Lutetia abbia una superficie così omogenea come quella mostrata dalle osservazioni di Rosetta", sottolinea Capaccioni. "Ciò, insieme con la sua elevata densità, fa supporre che, se nel passato sono effettivamente avvenuti processi di stratificazione nella struttura dell'asteroide, essi hanno avuto luogo solo al suo interno, senza influenzare i materiali superficiali che hanno invece mantenuto proprietà tipiche di una crosta primordiale di tipo condritico". Fonte: Rivista Le Scienze ERIS, IL GEMELLO DI PLUTONE Il pianeta nano sembra avere una superficie molto riflettente, il che fa ipotizzare che essa sia uniformemente coperta da un sottile strato di ghiaccio. Il diametro del pianeta nano Eris è stato misurato accuratamente per la prima volta durante il suo transito davanti a una stella debole: i valori ottenuti mostrano che si tratta quasi di un gemello identico di Plutone. Ma le osservazioni effettuate nel 2010 dai telescopi situati in Cile, compresi il telescopio TRAPPIST e quelli dell'osservatorio di La Silla dell'ESO, riservano anche qualche altra sorpresa: Eris sembra avere una superficie molto riflettente, il che fa ipotizzare che essa sia uniformemente coperta da un sottile strato di ghiaccio, probabilmente frutto della condensazione e della solidificazione dell'umidità atmosferica. Secondo quanto riferito sull'ultimo numero della rivista Nature, l'occultazione di una stella debole distante da parte del pianeta nano distante Eris, avvenuta nel novembre dello scorso anno, è un evento molto raro, e la sua osservazione è stata resa ancora più difficoltosa proprio dalla distanza del pianeta e dalle sue dimensioni molto limitate. La stella candidata all'occultamento è stata identificata studiando le immagini del telescopio da 2,2 metri dell'Osservatorio di La Silla e le osservazioni sono state pianificate attentamente e poi effettuate da un gruppo di internazionale di astronomi, tra cui quello del telescopio TRAPPIST (TRAnsiting Planets and PlanetesImals Small Telescope). Mentre le precedenti osservazioni che utilizzavano altri metodi avevano indicato che Eris potesse essere del 25 per cento più grande di Plutone, con una stima di 3000 chilometri per il diametro, le nuove misurazioni indicano invece un diametro di 2326 chilometri, con un'accuratezza di 12 chilometri. Plutone, per confronto, ha un diametro compreso tra 2300 e 2400 chilometri: l'incertezza è dovuta alla difficoltà di misurazione dovuta alla presenza di un'atmosfera che rende impossibile la rilevazione diretta mediante gli occultamenti. Fonte: Rivista Le Scienze IMMAGINI La Luna alle 4:15 del 18/10/2011 ripresa da Oreste Lesca MATERIA OSCURA: SEMPRE PIÙ FITTO IL MISTERO Secondo il modello cosmologico standard, dovrebbe trovarsi prevalentemente al centro delle galassie, ma nuove misurazioni contraddicono questa previsione Dopo aver completato questo studio, sulla materia oscura ne sappiamo meno di quanto ne sapessimo prima": è questo il commento di Matt Walker, dello Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics a una ricerca i cui risultati sono in corso di pubblicazione sull'Astrophysical Journal. Il modello cosmologico standard descrive un universo dominato da energia oscura e materia oscura; quest'ultima dovrebbe essere costituita da particelle esotiche "fredde" (ossia dotate di un movimento lento) che si aggregano insieme gravitazionalmente. Ai primordi dell'universo, nel corso del tempo gli ammassi di materia oscura, accrescendosi, avrebbero attratto anche la materia normale innescando attorno a sé la formazione delle galassie: se non vi fosse il contributo gravitazionale della materia oscura, le stelle animate da un movimento veloce sarebbero inesorabilmente dovute sfuggire. Nuove misurazioni eseguite dal gruppo di ricerca diretto da Matt Walker su due galassie nane (la galassia della Fornace e quella dello Scultore) mettono però in questione questo modello, avendo mostrato che in esse la materia oscura non sembra affatto concentrata al centro, ma distribuita in modo uniforme. "Le nostre misurazioni contraddicono una previsione di base relativa alla struttura della materia oscura fredda nelle galassie nane. A meno che i teorici non riescano a modificare questa previsione, la materia oscura fredda è in contraddizione con i nostri dati osservativi", ha dichiarato Walker. Si stima che le galassie nane - che contano fra uno e 10 milioni di stelle - siano composte fino al 99 per cento da materia oscura e questo le rende oggetti di osservazione privilegiati degli astronomi che cercano di capire la materia oscura. Alcuni ricercatori hanno ipotizzato che le interazioni tra la materia ordinaria e oscura potrebbero sortire l'effetto di diffondere la materia oscura, ma le simulazioni eseguite sulla base dei modelli attuali non mostrano alcun fenomeno del genere. Se queste ultime osservazioni fossero confermate, dicono i ricercatori, si dovrebbe concludere o che la materia normale influenza la materia oscura più del previsto, oppure che la materia oscura non sia "fredda". Fonte: Rivista Le Scienze LA COSTRUZIONE DEL PLANETARIO IN OSSERVATORIO Proseguono i lavori per la costruzione del planetario in Osservatorio entro la sala conferenze. Due immagini di Oreste Lesca mostrano, a sinistra, lo stato dei lavori nella scorsa settimana. A destra si vede quello che è stato fatto questa settimana da Giuseppe Bianchi, Enrico Capra e Silvano Minuto. Il foro circolare nel soffitto è stato interamente rivestito con pannelli in legno ed è pronto per l’installazione della cupola emisferica. Presto inizieranno i lavori per la realizzazione della cupola che fungerà da schermo per la proiezione dell’immagine del cielo stellato. FLY ME TO THE MOON Il cratere Gemino Nella quadrante nord-est, nella regione sud-orientale del cratere Atlas possiamo osservare il cratere "Mercurius", una formazione circolare di 70 Km con versanti abbastanza scoscesi su cui si trovano Mercurius B a nord-est e Mercurius F e G a sud-ovest. Sulle alte pareti si trova Mercurius L a sudovest. Il fondo è piatto con un piccolo cratere a nord e un piccolo rilievo centrale. Il suo periodo di formazione è sconosciuto. Il periodo migliore per l’osservazione è 2 giorni dopo la Luna Nuova oppure 1 giorno dopo la Luna Piena. Alcuni dati: Longitudine: 66.2° Est Latitudine: 46.6° Nord Quadrante: Nord-Est Area: Regione Sud-Orientale del cratere Atlas Origine del nome: Dettagli: Mercurio Personaggio mitologico: dio romano Fatti notevoli: Messaggero dell'Olimpo. Dio dei mercanti e dei ladri. Nome dato da Langrenus: Hugenii Nome dato da Hevelius: Nome non assegnato Nome dato da Riccioli: Osymandies Nelle foto una ripresa a largo campo della zona del cratere "Mercurius ". Lo strumento minimo per poter osservare questo cratere è un rifrattore da 60mm. Davide Crespi LA COSTELLAZIONE DI OFIUCO Il nome Ofiuco deriva dalla parola greca ofiokos che significa "colui che tiene il serpente": difatti la costellazione del Serpente attraversa nel cielo quella dell'Ofiuco, come se l'animale fosse stretto tra le mani di quest'ultimo. C'è una grande varietà di interpretazioni sull'identità del personaggio, ma secondo gli astronomi greci, si tratterebbe di Asclepio (in latino: Aesculapius), figlio di Coronide e Apollo, il dio del Sole. La madre, dopo aver concepito il figlio dal dio, ebbe una relazione con il mortale Ischys. Un corvo, un tempo candido uccello sacro ad Apollo, comunicò la notizia al dio che per la furia prima mutò in nero il colore del sacro animale e poi fece morire nelle fiamme la giovane donna rea del tradimento: il dio però, mosso da compassione, salvò il fanciullo che aveva in grembo. Affidato all'educazione del centauro Chirone (in Centauro), il giovane Asclepio divenne ben presto abile nelle arti curative, al punto da essere considerato da molti mitografi il padre della medicina. Un giorno questi venne chiamato dal re Minosse per curargli il figlio, Glauco, morto annegato in un vaso di miele. Mentre osservava il suo corpo esanime, Asclepio notò un serpente nell'intento di attorcigliarsi alla verga di legno che portava con sé: con uno scatto repentino uccise l'animale utilizzando lo stesso bastone. Ad un tratto però un altro serpente si sarebbe introdotto nella stanza, recando in bocca un’erba magica che risuscitò il suo compagno lo stesso Asclepio si impadronì di un pezzetto di quell’erba e utilizzò per riportare in vita Glauco. Per questo motivo ancora oggi il simbolo della medicina è un serpente attorcigliato ad un bastone, in ricordo del portentoso evento. Dopo quell'episodio, Asclepio divenne famoso per la sua capacità di resuscitare i morti (alcuni dicono che anche Ippolito, figlio di Teseo, venne da lui resuscitato): tale potere non era per nulla gradito a Ade, il dio dei morti, che vedendo minacciato il suo regno, chiese a Zeus di intervenire. Il padre degli dei, forse un po' troppo drasticamente, colpì a morte con un fulmine il figlio di Apollo, il quale infiammato dall'ira uccise per vendetta i tre Ciclopi che forgiavano le saette e, indignato, disertò l’Olimpo. Zeus quindi per placarne l'ira, immortalò Asclepio nel firmamento, sotto forma di costellazione. Il suo culto si diffuse a Roma, in seguito a una pestilenza (291 a.C.): vi ebbe onori sotto il nome di Esculapio (Aesculapius). Secondo i Libri Sibillini, Esculapio avrebbe sostituito nel culto le quattro divinità romane della Salute: Strenia, Salus, Carna (o Carda), Febris. (Cfr. Apollodoro, Biblioteca, III; Igino, Favole, XLIX) La stella più brillante dell'Ofiuco è Ras Alhague, che in arabo significa "la testa di colui che raccoglie il serpente". Segue Cebalrai, dalla parola araba che significa "il cane del pastore", poiché gli arabi vedevano nel gruppetto di stelle nei suoi dintorni un pastore (Ras Alhague) con il suo gregge e il suo cane. (a cura di Barbara Soldà) Hanno collaborato Silvano Minuto Salvatore Trani Davide Crespi Barbara Soldà Sandro Baroni Oreste Lesca Vittorio Sacco