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CLASSIFICAZIONE DEL SEME IN RELAZIONE ALLA
CONSERVABILITA’
Semi ortodossi
Semi subortodossi
Semi recalcitranti
CLASSIFICAZIONE DEL SEME IN RELAZIONE ALLA
CONSERVABILITA’
Semi ortodossi
- sopportano una forte disidratazione (fino all’8-10% o meno)
- possono essere conservati in contenitori ermetici a basse
temperature:
da 0 a –5°C per periodi inferiori a 5 anni
tra –15 e –8°C per tempi molto lunghi
Acero campestre, frassino, ciliegio, carpino bianco, faggio,
betulla, ontano, tiglio e i semi delle conifere
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CLASSIFICAZIONE DEL SEME IN RELAZIONE ALLA
CONSERVABILITA’
Semi subortodossi
- conservati nelle stesse condizioni utilizzate per gli
ortodossi veri
- mantengono la loro vitalità per periodi più brevi
- hanno un alto contenuto di lipidi (noce) o tegumenti
sottili (pioppi e salici)
CLASSIFICAZIONE DEL SEME IN RELAZIONE ALLA
CONSERVABILITA’
Semi recalcitranti
non possono essere essiccati
- al disotto di un certo valore di umidità in genere elevato
(40-48%), senza che la loro vitalità sia danneggiata
possono essere conservati
- per tempi molto brevi, ghiande, castagne
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FATTORI CHE INFLUISCONO SULLA FACOLTA’
GERMINATIVA DEL SEME
• Andamento
stagionale
•Grado di maturità del seme
•Trattamento dei coni e dei frutti
•Tecnica di estrazione e di preparazione
del seme
• Contenuto di umidità
• Temperatura di conservazione
Contenuto d’umidità
Semi ortodossi: la maggior parte dei semi di
latifoglie richiede un contenuto di umidità dell’89%;
vari
semi
di
conifere
possono
essere
essiccati fino a un contenuto di umidità pari al 47% o meno senza perdere la vitalità.
Semi recalcitranti: il contenuto di umidità è
elevato dal 25 al 50%.
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Temperatura di conservazione
Più bassa è la temperatura, più il metabolismo è rallentato, meno intensa è la
respirazione, la produzione di CO2, di vapore d’acqua e di calore.
Il contenuto di umidità del seme e la temperatura di conservazione sono
strettamente legati nel definire le condizioni ottimali di conservazione dei
semi ortodossi e recalcitranti e nel determinare la resistenza al freddo dei
semi.
I semi ortodossi con contenuto di umidità del 7-8% possono tollerare
temperature di conservazione fino a –30°°C. Per i semi recalcitranti la
temperatura solitamente non deve scendere al di sotto di –3°°C.
METODI DI CONSERVAZIONE
•- Semi di facile conservazione
pini, larici, cipressi, molte leguminose, picee, eucalipti, ontani: disseccamento
accentuato, temperatura prossima allo 0°
° C, umidità del 4-7%.
recipienti ermeticamente chiusi.
•-
Semi di difficile conservazione
olmi, pioppi, salici: temperatura inferiore a 0°
° C, umidità del 3-9%;
abete bianco: temperatura inferiore allo 0°
° C, umidità del 6-7%.
recipienti ermeticamente chiusi.
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•Semi che non tollerano il disseccamento, neanche
temperature,
e
la
chiusura
ermetica
(ghiande,
a basse
castagne):
conservazione fino a primavera, in sabbia o torba in locali aerati;
conservazione per periodi più lunghi (1-2 anni), a 3-4°
° con il 30-45%
di umidità (anche a –5°
° C).
•Semi con caratteristiche intermedie, vari semi di latifoglie di
dimensioni medie e con dormienza profonda (aceri, carpini, faggio,
frassini, tigli)
1.fino a primavera in sabbia asciutta, in locali freschi, ben aerati
2. in cella frigorifera a 3-5°
° in sabbia umida
3. periodi più lunghi: recipienti chiusi, carpino bianco, frassino
maggiore, tiglio a -4°
° /-10°
° ; faggio a –10°
° con 9-10% umidità
Determinazione del contenuto d’umidità
Pesare i frutti o i semi prima e dopo l’essiccazione; la differenza tra il peso
fresco ed il peso secco corrisponde alla quantità d’acqua evaporata.
Seccare i semi ad una temperatura costante di 105°°C per 24 ore (48 per le
ghiande o le castagne).
Il contenuto di umidità è espresso dalla perdita di peso che si ha con
l’essiccamento, calcolata in percento del peso fresco.
CU= (PF-PS) /PF x100
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CONSERVAZIONE DELLE GHIANDE
coperchio semi-ermetico
scambi gassosi
bidone in polietilene
tubo perforato
SISTEMA SUZSKA
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Sistemazione dei contenitori in celle refrigerate
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IMBALLAGGIO E CARTELLINATURA PER LA SPEDIZIONE DEI SEMI
Decreto legislativo del 10 novembre 2003, 386
relativo alla COMMERCILIZZAZIONE DEI
MATERIALI FORESTALI DI MOLTIPLICAZIONE
disciplina anche la “CARTELLINATURA”
Giallo: identificato alla fonte
Verde: selezionato
Rosa:qualificato
Blu: controllato
CONDIZIONI DI CONSERVAZIONE DEI SEMI IN USO ALLO
STABILIMENTO DI PIEVE S.STEFANO
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QUALITA’ DEL SEME E VALORE COLTURALE
Per le attività vivaistiche è necessario disporre di seme di buona qualità che
condiziona i seguenti aspetti:
•Migliore conservabilità del seme
•Minimo spreco
•Uniformità del materiale vivaistico ottenuto
•Maggiore possibilità di successo della produzione vivaistica
•Possibilità di applicare tecniche avanzate per l’allevamento in vivaio
Fattori che condizionano la qualità del seme:
•Corredo genetico
•Età e tipo di gestione a cui è sottoposta la pianta madre
•Condizioni climatiche e fisiologiche della pianta madre durante la formazione
del seme
•Grado di maturità del seme al momento della raccolta
•Tecnica di raccolta
•Lavorazione del seme (attacchi di patogeni durante la raccolta, pulizia ed
estrazione, essiccamento)
•Metodi di conservazione
•Incompleta interruzione della dormienza
•Pretrattamento
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DETERMINAZIONE DEL VALORE COLTURALE
Il valore colturale (Vc) del seme dipende dal grado di
purezza (P) e dalla facoltà germinativa (G)
Vc = PxG/100
Grado di purezza
Esprime la quantità del seme puro, di semi estranei e di
materiale inerte che costituiscono il campione
Il grado di purezza (espresso in percento) =
Peso del seme puro/peso del seme puro + peso delle
impurità e moltiplicato 100
Facoltà germinativa: percentuale dei semi in grado
di germinare in condizioni favorevoli
Percentuale di germinazione:
(Numero di semi germinati/Numero totale di semi)X100
Energia germinativa: percentuale dei semi che germinano
Prontamente
Tempo medio di germinazione T=Σgt/ Σg, tempo necessario
per avere il 50% della capacità germinativa del lotto.
g è il numero di semi germinati in ciascun intervallo di tempo
t è il valore medio di ogni intervallo di tempo, misurato dai
giorni decorsi dall’inizio della prova
Σg è il numero di semi complessivamente germinati alla fine
della prova
Es: osservazioni ad intervalli di 4 giorni per 24 giorni totali (4,8,12,16,20,24)
Gli intervalli di tempo sono: 6, 10,14,18,22
I semi germinati in ogni intervallo sono: 12,15,18,21,23
T= (12x6)+(15x10)+(18x14)+(21x18)+(23x22)/89=15
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• Velocità di germinazione: Inverso del tempo medio di germinazione
• Percento di nascite (levata): n°
° di piantine che nascono (espresso in
percento)/numero dei semi impiegati
• Percento di piantine: n°
°di semenzali (espresso in percento)presenti
dopo un certo periodo di tempo / numero di semi impiegati
- LA GERMINAZIONE
Nella germinazione sono coinvolti i seguenti processi:
• assorbimento dell’acqua per imbibizione
• inizio distensione e divisione cellulare
• aumento degli enzimi e dell’attività enzimatica
• trasformazione delle sostanze di riserva
• traslocazione di sostanze nutritive alle parti in
accrescimento
• aumento della respirazione e dell’assimilazione
• aumento della divisione cellulare
differenziazione delle cellule in tessuti ed organi vari del
semenzale.
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La germinazione si può considerare conclusa quando i
semenzali hanno sviluppato una superficie fotosintetica in
grado di provvedere alla sintesi dei carboidrati.
I fattori che inducono la germinazione sono l’acqua, l’ossigeno e
la temperatura.
Il substrato usato è la carta bibula, per i semi medi e piccoli. La
sabbia silicea, la torba, la vermiculite o perlite per i semi grossi.
La temperatura ottimale va dai 16° ai 25°
La luce può favorire (fotoblastici positivi) od ostacolare la
germinazione (fotoblastici negativi).
- PROVE DI GERMINAZIONE
Si conducono in armadi di germinazione con
temperatura e luminosità controllate.
Capsule Petri, con un disco di carta bibula inumidita,
come contenitori per i semi.
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Le prove di germinazione possono durare dalle 3 alle 4
settimane. Un tempo maggiore per i semi che
necessitano del pretrattamento.
Per convenzione i semi si considerano germinati quando
hanno sviluppato una radichetta lunga almeno 4 volte la
lunghezza del seme.
- Saggi rapidi
a. Prova del taglio:
• Esame esterno
• Esame interno
• Prova dello schiacciamento per semi piccoli
(ontano, cipressi)
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a. Metodi biochimici:
colorimetrici:
• con sostanze colorate (carminio di indaco) che
colorano i tessuti morti
• con sostanze incolori (sali di tetrazolo) che
colorano i tessuti vivi
Saggio degli embrioni isolati
• Germinazione degli embrioni su carta
bibula umida per 1-2 settimane
•
d. Metodo radiografico
Radiografie mediante raggi Roentgen di modesto
potere penetrante e debole intensità. Metodo non
distruttivo, evidenzia lo sviluppo dell’embrione.
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LA DORMIENZA
Stato fisiologico , dovuto a cause fisiche e/o
fisiologiche intrinseche, che impedisce la germinazione,
anche in condizioni ambientali favorevoli.
Il grado di dormienza varia tra le specie, tra lotti di
seme differenti di una stessa specie e anche nell’ambito
dello stesso lotto. Ogni seme ha una sua dormienza.
La dormienza , a differenza di quanto avviene in
natura, rappresenta in vivaio un fattore negativo.
La dormienza è data da:
• impermeabilità o scarsa permeabilità dei tegumenti
seminali (acqua, ossigeno)
• Immaturità dell’embrione
• Blocco metabolico dell’embrione (presenza di
inibitori e/o mancanza di sostanze che inducono la
germinazione )
• Combinazione di due o più fattori
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Trattamenti per interrompere la dormienza
1. Scarificazione:
abrasione dei tegumenti esterni del seme,
soprattutto di quelli particolarmente duri e
impermeabili che impongono una dormienza fisica,
che può essere eseguita con mezzi meccanici, fisici
o chimici.
- Scarificazione meccanica: può essere
eseguita con apparecchi costituiti da un
cilindro di metallo, rivestito internamente da
carta vetrata, e da una serie di alette centrali
che, girando ad alta velocità, scagliano i semi
contro la parete e intaccano i tegumenti
(1200 rpm x 1 minuto).
- Scarificazione meccanica: con taglio manuale
di una piccola porzione di tegumento (1 mm2)
- Scarificazione chimica: con acido solforico o
soda caustica. Attualmente sconsigliata.
- Scarificazione fisica: Immersione in acqua,
inizialmente bollente, per 12-24 ore;
Immersione in acqua a 60-70°C sino a
raffreddamento.
Successiva asciugatura del seme in ambiente ventilato e
semina.
Stratificazione:
Procedimento consistente nella
disposizione a strati dei semi in un substrato
soffice ed umido costituito generalmente da
torba, agriperlite, sabbia o vermiculite al fine
di rimuovere la dormienza.
- stratificazione fredda o vernalizzazione:
stratificazione a basse temperature (tra
+2°C e +6°C) in ambienti controllati o
all’aperto (cassoni, buche)
- stratificazione calda o estivazione:
stratificazione a +20°C
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- stratificazione senza substrato:
stratificazione del seme con se stesso.
Immersione del seme in acqua per 24-48
ore; sgocciolamento; sistemazione in
sacchi di plastica in frigorifero a +3°C.
Effetti della stratificazione:
o rimozione dei diversi tipi di dormienza;
o aumento della velocità ed uniformità
germinativa;
o maggior percento di piante;
o maggiore resa del seme;
o minimizzazione delle differenze qualitative
delle sementi imputabili alle diverse
tecniche di raccolta, lavorazione e di
conservazione.
Specie i cui semi richiedono la stratificazione:
abete bianco, ginepro, pino strobo, pino
marittimo, aceri, faggio, frassini, ecc.
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