LILT - LEGA ITALIA LOTTA AI TUMORI SEZIONE DI NAPOLI

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LILT - LEGA ITALIA LOTTA AI TUMORI SEZIONE DI NAPOLI
INTERVISTA AL PRESIDENTE
PROF. ADOLFO GALLIPOLI D’ERRICO
Descrizione sintetica del profilo storico e organizzativo dell’ente non profit, nonché dell’attività svolta ed i
principali obiettivi perseguiti.
La LILT opera nel campo dei tumori in Italia da oltre 80 anni ed oggi é l’unico Ente Pubblico sotto l’Alto
Patronato del Presidente della Repubblica, a carattere associativo, che svolge attività nei settori oncologici della
prevenzione primaria e secondaria, diagnosi precoce, assistenza, riabilitazione, educazione sanitaria e ricerca. La
LILT-Napoli é stata una delle prime Sezioni Provinciali create. La Sezione di Napoli e le altre sezioni locali
campane sono associazioni di volontariato non riconosciute che operano nel settore socio-sanitario.
Quale ruolo svolge la sua organizzazione nel panorama regionale della ricerca bio-medica?
La LILT Napoli ha attualmente avviato 76 progetti che riguardano i rami di attività statutari, dalla prevenzione
alla ricerca scientifica di base.
Un terzo dei 76 riguarda la ricerca scientifica.
Come viene svolta l’attività di ricerca dalla sua ONP e presso quali strutture?
Una volta recuperati i fondi si analizzano le richieste pervenute per il finanziamento di progetti. In genere si tratta
di ricercatori che si appoggiano a strutture sanitarie pubbliche. La bontà progettuale viene valutata dal Comitato
Scientifico (in alcuni casi ricorriamo anche alla consulenza esterna per la valutazione dei progetti). Sempre si
tratta di progetti anonimi che non influenzino i valutatori, anche se si conosce però da quale struttura pubblica sia
stato proposto.
I progetti possono essere finanziati anche dalle aziende farmaceutiche. A conferma della validità della funzione
delle ONP nel panorama sanitario e della ricerca in genere, pensi che le aziende farmaceutiche richiedono la
mediazione di organismi terzi come la LILT per velocizzare i rapporti con le strutture pubbliche. Cioé loro
preferiscono dare a noi le risorse sapendo che noi lavoriamo in maniera sinergica con l’IRRCS Pascale.
Parliamo anche di beni strumentali per la diagnostica (una ricerca importante che abbiamo concluso riguarda
l’individuazione di un nuovo marker per il tumore della prostata di cui si sentirà parlare). Le aziende donano a noi
che in maniera rapida “giriamo” al Pascale (lo diamo in comodato d’uso perché tutti i beni sono di proprietà della
LILT Nazionale in Roma. Se l’azienda dovesse donare al Pascale direttamente si impelagherebbe in un dedalo
burocratico molto complesso. Noi invece, in tre passaggi, garantiamo efficienza e risultato.
I progetti finanziati a studiosi presso le strutture pubbliche devono essere vidimati prima della presentazione dal
direttore sanitario o generale della struttura stessa.
Come valuta la politica regionale per i finanziamenti alle ONP? Le risorse della sua organizzazione sono
sufficienti? Nel panorama nazionale e locale si ricorre sempre più al Fund Raising per il recupero di forme
finanziarie alternative, incluse le partnership con grandi aziende con cui sostenere progetti di lungo periodo. Che
ne pensa?
La presidente del consiglio regionale Lonardo-Mastella disse l’anno scorso che 2 milioni di Euro erano stati
stanziati per la prevenzione oncologica ma poi erano serviti per pagare gli stipendi arretrati. Non si potevano
lasciare le famiglie dei lavoratori in difficoltà….
Quindi, a parte gli 80 mila euro che abbiamo annualmente dalle Regione, non esiste una politica regionale in tal
senso. Loro devono innanzitutto imparare a scremare le molteplici richieste che arrivano dal non profit, di cui una
parte deriva da quel non profit clientelare o non fattivo.
Il fund raising é uno strumento centrale per noi, rappresenta la maggiore fetta dei nostri 3 milioni di bilancio. In
tal senso sfonda una porta aperta.
Quali sono le oggettive difficoltà che in Campania si incontrano nello svolgere attività di Fund raising?
A noi, devo dire con franchezza, i soldi non mancano anche se sarebbe meglio averne altri. Io stesso sono un
intrepido promoter e raccoglitore volontario, conosco molti imprenditori ed il mondo bancario. Facciamo eventi
importanti dove partecipa il gotha dell’imprenditoria e dell’economia locale.
Come vengono distribuite le risorse raccolte? Nell’assegnazione di esse si tiene conto ad es. di un modello
territoriale in base alla provenienza delle risorse raccolte? Quale influenza detiene un finanziatore nel
determinare la scelta di una specifica ricerca?
Come da statuto la bontà progettuale é l’elemento premiante, anche al cospetto di finanziatori importanti che
vorrebbero scegliere la destinazione dei fondi.
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Interviste non profit sanità
A quali attori del comparto sanitario vengono trasferiti i risultati scientifici conseguiti? (es. comunità scientifica,
sistema sanitario, etc.)
Alla comunità scientifica, cui chiediamo se “per piacere vogliono semplicemente menzionarci” per il contributo.
Vista la diffusione e l’importanza assunta dal non profit nella ricerca medica, l’obiettivo del presente studio
consiste anche nell’individuare le relazioni che intercorrono tra ONP e gli attori locali, pubblici e privati del
settore. Le domande che seguono, quindi, sono direzionate in tal senso.
Descrizione del rapporto relazionale e contrattuale che si ha con il mondo della ricerca sanitaria pubblica.
A questa domanda si trova risposta nella numero 3. Il rapporto é continuo e diretto. Contrattualmente il passaggio
é semplice: noi finanziamo…
Descrizione del rapporto relazionale e contrattuale che si ha con il mondo della ricerca sanitaria privata. C’é
una buona propensione a fare rete e a mettere in comune strategie, strumenti e obiettivi?
Descrizione del rapporto relazionale e contrattuale che si ha con il mondo istituzionale regionale.
Voglio inoltre specificare che la linea strategica della LILT nei rapporti con le Istituzioni pubbliche é di tipo
collaborativo, integrativo e non sostitutivo.
Ciò nonostante anche per noi accade di non essere adeguatamente riconosciuti, gratificati, nonostante il contributo
alla collettività.
Noi comunque siamo “interni” al Pascale e siamo partner di diversi ed importanti progetti.
Cosa bisognerebbe fare a suo avviso per favorire lo sviluppo delle sinergie fra tutti gli attori di tale settore?
Semplicemente fare “rete”.
In ogni tentativo di applicazione della ricerca di base in medicina bisogna assolutamente coinvolgere
maggiormente i Medici di base.
Come si caratterizzano le ONP del Mezzogiorno nell’ambito
dell’evoluzione storica ed organizzativa della ricerca sanitaria, rispetto al resto dell’Italia? Quali difficoltà
incontrano?
Se rispetto al resto d’Italia, le ONP di ricerca od altro svolgono un ruolo minore, rappresentato dalla forbice che
divide il Nord dal Sud.
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