Prot. n. ASS/DIR/02/43663 data 8 novembre 2002 Ai Direttori Generali e Sanitari delle Aziende USL e delle Aziende Ospedaliere della regione Emilia-Romagna RR-ACF Al Commissario Straordinario degli Istituti Ortopedici Rizzoli Ai Direttori dei Dipartimenti di Sanità Pubblica delle Aziende USL della regione Emilia-Romagna Ai Direttori Sanitari dei Presidi Ospedalieri della regione Emilia-Romagna Circolare n. 19 Ai Direttori del Programma Tossicodipendenze Ai Direttori degli Istituti Penitenziari della regione Emilia-Romagna Ai Legali Rappresentanti degli Enti Ausiliari All'AIOP, ANISAP, ARIS e p.c. Ai Direttori degli Istituti di Igiene dell’Università di Parma, Modena e Reggio Emilia, Bologna, Ferrara Ai Sindacati Medici dei Medici di Medicina Generale e Pediatri di Libera Scelta Ai Presidenti degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri Ai Collegi provinciali degli Infermieri Professionali Oggetto: Aggiornamento delle raccomandazioni per la chemioprofilassi con antiretrovirali dopo esposizione occupazionale e non occupazionale all’HIV – Indicazioni sulle misure da adottare in seguito ad esposizione accidentale a rischio di infezione da HBV, HCV, HIV. Si trasmette in allegato il documento approvato dalla Commissione Nazionale per la lotta contro l’AIDS e le malattie infettive emergenti e riemergenti in data 25/05/2002 (allegato 1). Tali raccomandazioni integrano e sostituiscono parzialmente (in particolare per l’offerta della Profilassi Post Esposizione – PPE - in base alla valutazione del rischio) le linee guida del 1998, trasmesse con nota dell’Assessorato alla Sanità in data 21/04/1998. Nell'invitare ad aggiornare i protocolli attualmente in uso, si invita a diffondere fin da ora la presente nota alle Unità Operative interessate, coinvolgendo sia i Pronto Soccorso e le Unità Operativa di Malattie Infettive, sia i Servizi di Protezione e Prevenzione e i Medici Competenti, sia infine tutti i servizi territoriali sanitari e socio-assistenziali interessati , anche privati, tramite i Dipartimenti delle Cure Primarie. Per supportare il lavoro di revisione e aggiornamento dei protocolli e relativi percorsi, in particolare per quanto riguarda la gestione delle esposizioni occupazionali e non occupazionali a rischio infettivo da HBV, HCV ed HIV, il Servizio di Sanità Pubblica di questa Direzione ha recentemente esaminato i protocolli attualmente in uso da parte delle Aziende Sanitarie della Regione Emilia Romagna, anche a seguito di alcune segnalazioni di disservizi occorsi a cittadini vittime di punture accidentali. Tale approfondito esame, svolto con il supporto di un gruppo di lavoro appositamente creato, ha evidenziato una disomogeneità di comportamenti con particolare riferimento alla gestione delle esposizioni accidentali non occupazionali. In questi casi spesso non esiste alcun protocollo operativo per cui il cittadino, spesso allarmato per l’incidente occorso, non è in grado di individuare un servizio di riferimento. Si sottolinea inoltre che i vari aspetti della gestione dell’infortunio (valutazione del rischio, profilassi farmacologica, profilassi immunitaria attiva e passiva, follow-up) comportano l’intervento di vari servizi sanitari con percorsi attualmente non sempre lineari e integrati. Tali evidenze e la recente pubblicazione delle “Linee guida per la gestione delle esposizioni occupazionali a rischio di HBV, HCV ed HIV e profilassi post-esposizione” predisposte a cura del Centers for Disease Control and Prevention (USA) pubblicato su MMWR 29 giugno 2001 / Vol. 50 / No. RR—11, suggeriscono l’opportunità di fornire indicazioni organizzative ed operative in modo che tutte le Aziende USL e Ospedaliere adeguino ed aggiornino i propri protocolli sulla base dei criteri di seguito esposti: INDICAZIONI ORGANIZZATIVE Pur non esistendo una rilevazione sistematica e completa nel territorio regionale sugli eventi accidentali a rischio infettivo, si stima che il numero di incidenti occupazionali/anno in strutture ospedaliere pubbliche sia circa di 3.000, mentre il numero di incidenti in persone non esposte professionalmente o esposte in strutture sanitarie e socio-assistenziali private sia circa pari a 1000. Per poter mettere in atto tempestivamente gli interventi preventivi più efficaci nei confronti delle infezioni da HBV, HCV ed HIV, nonché per valutare correttamente le conseguenze dell’esposizione a rischio, l’evento accidentale deve essere gestito dalle strutture delle Aziende Sanitarie sia quando l’esposizione avviene a seguito di incidenti occupazionali (sia nei dipendenti dell’Azienda Sanitaria che nei dipendenti di strutture sanitarie private), sia quando si verifica un’esposizione non occupazionale. 2 Gli operatori sanitari ed i servizi potenzialmente coinvolti nei vari aspetti della gestione di un evento accidentale a rischio infettivo sono i seguenti: Pronto Soccorso Direzione Sanitaria Servizio Prevenzione e Protezione e Medico competente aziendale Unità Operativa Malattie Infettive o Consulente specialista in Malattie Infettive Servizio di Igiene e Sanità Pubblica Medico di Medicina Generale Pediatra di Libera Scelta E’ fondamentale che il protocollo aziendale individui e specifichi esattamente le competenze, le modalità di collaborazione ed i percorsi, semplici e logici, da seguire per completare l’iter nelle sue varie fasi (valutazione, interventi preventivi, follow-up) considerando anche la frequenza stimata degli eventi. E’ opportuno che venga individuato un servizio di riferimento che si deve occupare di coordinare i vari interventi e di seguire nel tempo l’evento: si propone la Direzione Sanitaria od il Servizio di Prevenzione e Protezione/Medico competente per i dipendenti dell’Azienda USL ed Ospedaliera ed il Servizio di Igiene e Sanità Pubblica del Dipartimento di Sanità Pubblica per tutti gli altri casi (operatori sanitari di altre strutture, incidenti occupazionali in settori diversi dalla sanità, cittadini). INDICAZIONI OPERATIVE Punto di primo intervento Normalmente la persona vittima dell’esposizione a rischio (specie se si tratta di una puntura da ago o tagliente a possibile rischio infettivo) si reca presso il Pronto Soccorso, servizio disponibile tutti i giorni, 24 ore su 24, ove viene garantito il primo intervento di emergenza. Il punto d’accoglienza dovrà provvedere a: 1) Valutare il rischio infettivo sulla base di: Caratteristiche dell’evento accidentale (tipo di esposizione e di contaminazione) Caratteristiche del paziente fonte se conosciuto (HBsAg+, anti HCV+, anti HIV +) Suscettibilità dell’esposto nei confronti di HBV, HCV o HIV (vaccinato, malattia pregressa…) La valutazione deve essere svolta tempestivamente in particolare qualora esista un rischio infettivo per HIV, situazione in cui la profilassi farmacologica post-esposizione (PPE) deve essere instaurata senza ritardo (preferibilmente entro 1-4 ore, è sconsigliata quando sono trascorse oltre 72 ore dall’esposizione). Almeno nel caso in cui sia raccomandata la PPE, negli ospedali dove sia presente l’Unità Operativa di Malattie Infettive, occorre che il Pronto Soccorso invii il cittadino con procedura d’urgenza al Reparto Malattie Infettive. In caso contrario provvederà in proprio alla fornitura di uno “start-kit” con i farmaci necessari per i primi 1-3 giorni. 2) Trattare la parte esposta (lavaggio e medicazione). 3) Somministrare la profilassi anti-tetanica se necessaria. 4) Eseguire il prelievo al tempo-zero, se possibile, con conseguente semplificazione dei percorsi per il cittadino o l’operatore esposto. 5) Somministrare la profilassi anti HBV se necessaria (HBIg e 1° dose di vaccino). Questi interventi andrebbero infatti eseguiti tempestivamente in caso di rischio. Se non fosse possibile eseguirli presso il Pronto Soccorso, occorrerà indirizzare la persona al servizio 3 competente che dovrà instaurare la profilassi quanto prima nei giorni seguenti (non c’è evidenza di efficacia nel caso i provvedimenti vengano intrapresi dopo una settimana dall’evento). 6) Compilare la denuncia di infortunio professionale (INAIL) per gli incidenti di tipo occupazionale 7) Dare informazione chiara, preferibilmente tramite indicazioni scritte preparate ad hoc) su dove e come la persona esposta all’evento dovrà rivolgersi per eseguire o proseguire la profilassi (farmacologica o immunitaria) ed il follow-up. Sarà necessario valutare come e se il Pronto Soccorso può far fronte a tali compiti, garantendo l’adeguata tempestività o se sia più opportuno inviare le persone esposte al rischio presso il Reparto di Malattie Infettive, almeno durante il periodo diurno. Valutazione della sorgente di infezione E’ possibile normalmente eseguirla solo negli incidenti di tipo occupazionale in operatori sanitari. Ove non sia stata eseguita al livello del punto di primo intervento, può essere avviata in un secondo tempo e secondo questi principi: Cercare le informazioni già disponibili (cartella clinica, esami ematici eseguiti nel passato ecc.) Testare il paziente fonte per HBsAg, anti-HCV ed anti-HIV impiegando preferibilmente test rapidi. Si ricorda che per procedere alla ricerca dell’anti-HIV è necessario acquisire il consenso informato ai sensi della Legge n. 135 del 05/06/1990, art. 5. Per sorgenti sconosciute stimare il rischio di infezione da HBV, HCV ed HIV. Non è opportuno testare aghi o siringhe per determinarne l’eventuale contaminazione Valutazione della persona esposta Valutare la presenza di immunità nei confronti dell’HBV (ciclo vaccinale completo eseguito nel passato, risposta anticorpale post-vaccinale, presenza di anti-HBs e/o altri markers indicativi di infezione pregressa) Valutare la presenza di anti-HCV ed anti-HIV (vedi anche punto “prelievo al tempozero”) Esami ematici al tempo zero e follow-up E’ opportuno ricercare nella persona vittima dell’esposizione accidentale, nel momento della valutazione al tempo zero, i seguenti parametri: HBsAg HBsAb con titolazione HbcAb HCV Ab HIV Ab Transaminasi Dopo 6 settimane: HIV Ab in caso di rischio fortemente sospetto. Dopo 3 mesi: HIV Ab in caso di rischio fortemente sospetto. Transaminasi in caso di rischio da HCV. 4 Dopo 6 mesi: tutti i markers eseguiti al tempo zero con eventuali esclusioni sulla base delle caratteristiche del paziente fonte. Se fosse importante una diagnosi precoce di un’infezione da HCV è possibile determinare l'HCV-RNA dopo 4-6 settimane dall'esposizione In caso di positività ad un test immuno-enzimatico (EIA) è necessaria la conferma con test supplementari. Raccomandare al soggetto esposto di segnalare al medico ogni malattia acuta che si dovesse verificare durante il follow-up. Raccomandare alla persona esposta di usare precauzioni per prevenire trasmissioni secondarie durante il follow-up. Per la ricerca dell'HIV Ab è necessario ottenere il consenso informato ai sensi della Legge n. 135 del 05/06/1990 art.5. Profilassi in caso di esposizione a rischio di HBV HBIg Vaccino anti-epatite B con ciclo accelerato a 4 dosi (0, 1 mese, 2 mesi, 6-12 mesi) Per le indicazioni operative fare riferimento al Decreto Ministeriale 20/11/2000 "Protocollo per l'esecuzione della vaccinazione contro l'epatite virale di tipo B" e alla nota della Regione Emilia-Romagna del 12/01/2001 che si allega in copia (allegato 2). Profilassi in caso di esposizione a rischio di HCV Non è raccomandata alcuna profilassi. Profilassi in caso di esposizione a rischio di HIV Valutare la prescrizione di terapia antiretrovirale (PEP) preferibilmente entro 1-4 ore dall'esposizione. E' raccomandato iniziare la PPE con un regime a tre farmaci. E' necessario acquisire il consenso informato alla PPE o il rifiuto della stessa. Accertare un'eventuale gravidanza in atto. Monitorare la tossicità dei farmaci. Proseguire la PPE per quattro settimane se tollerata. Monitoraggio degli eventi Per meglio gestire gli episodi relativi a operatori e cittadini esposti a rischio accidentale di infezione appare opportuno raccogliere in una scheda di valutazione i seguenti dati: Dati anagrafici Data e tipologia dell’esposizione Caratteristiche del paziente fonte Suscettibilità dell’esposto Profilassi immunitaria attiva e passiva instaurata Risultato degli esami al tempo-zero e nel successivo follow-up Farmaci e modalità della terapia antiretrovirale La disponibilità di tale scheda renderebbe semplice anche il monitoraggio degli eventi sia per quanto riguarda il loro numero che la loro tipologia. 5 Per favorire l’adesione di tale strumento da parte di tutte le realtà, si tramette anche una proposta possibile di scheda per la gestione e il monitoraggio degli eventi accidentali (allegato 3). Oneri economici della profilassi Gli oneri economici relativi agli interventi di profilassi instaurati (con particolare riferimento alla PPE) in caso di incidenti occupazionali sono a carico della Struttura di cui la persona esposta all'evento accidentale è dipendente ai sensi del D.Lvo 626/94 e successive integrazioni e modifiche. Gli oneri economici relativi agli incidenti non occupazionali sono a carico del S.S.R e non soggetti alla partecipazione alla spesa da parte del cittadino, in quanto compresi nei livelli essenziali di assistenza e riconducibili ad interventi di tipo preventivo, ai sensi dell’art.1, comma 4 lettera a) del DLgs n.124/98, poiché finalizzati alla prevenzione dell’insorgenza di malattie infettive conseguenti all’esposizione accidentale. Il Direttore Generale Franco Rossi Allegati: c.s.i. 6