Avellino, dal 2 al 15 settembre 2013 VENTI ANNI DI

Avellino, dal 2 al 15 settembre 2013
VENTI ANNI DI “AVELLINOJAZZ”:
DAL 2 AL 15 SETTEMBRE DUE SETTIMANE
PER TRASFORMARE AVELLINO
NELL’OFFICINA DEL JAZZ,
DAI LABORATORI CON GRANDI ARTISTI INTERNAZIONALI
AI CONCERTI IN CITTA’
AVELLINO – Compie vent’anni “Avellino Jazz”. Vent’anni di musica,
concerti, laboratori, workshop, improvvisazione, formazione e tanto altro, che
quest’anno troveranno espressione dal 2 al 15 settembre presso il
prestigioso complesso monumentale dell’ex Carcere Borbonico, grazie
alla collaborazione della Soprintendenza per i BAP di Salerno e Avellino, e in
importanti
punti
di
ritrovo
della
città
grazie
alla
collaborazione
di
appassionati imprenditori avellinesi. Prodotto e promosso da Fond Mus It,
direzione artistica “Aborismi” Francesca Brini, direzione artistica AvellinoJazz
Paolo
Godas
e
Giuseppe
Vietri,
coordinamento,
allestimenti
e
organizzazione Maria De Biase Madia, l'evento conferma la cifra artistica
dell’evento, con un linguaggio innovativo e musica non scontata: il
festival prevede laboratori di improvvisazione a cura di Marcello Giannini
e Renato Grieco del collettivo Crossroads Improring, e laboratori di musica
d'insieme a cura di Hobby Horse, una mostra d'arte collettiva di artisti
provenienti da varie parti del mondo, installazioni audiovisive, l’installazione
video di Antonello Matarazzo “People Connection“,
visual mapping, una
mostra fotografica sul jazz e un laboratorio di ceramica per i più
piccoli. Due settimane, dal 2 al 15 settembre, durante le quali sarà sempre
possibile visitare mostre e farsi coinvolgere dalle installazioni e dai lavori di
arte visuale, oltre che dalle performance estemporanee d’arte.
La prima settimana avrà come tema “Aborismi… non chiamatelo jazz” e
si svolgerà interamente nel complesso monumentale dell’ex Carcere Borbonico.
Prevede: laboratorio di ceramica (dal 3 al 5 settembre dalle 11 alle 13 e dalle
16,30 alle 19) a cura di Alma Di Donato e Mario Pagano; spazio alla musica
lunedì 2 settembre, alle ore 22,30, al BlackHouseBluseCafè Dj set con
Vinilgianpy, che presenterà “Aborismi, selezione jazz in vinile”. Martedì 3
settembre, alle ore 12.30, dj set Stefano Brin! con house_jazz. Giovedì 5
settembre, alle ore 17,30, Vj set e concerto rock del gruppo “Il paese che
brucia”; venerdì 6 settembre, alle ore 19,30, Vj set Klein (visual), Dj set
Pic1(hip hop) e performance musicale del gruppo Addubbagò (reggae e hip
hop), Eko 121 e Flash Connected (hip hop, soul, funky e jazz). Sabato 7
settembre, alle ore 21, Dj set Nkt (dubstep e drum&bass), Dj set e Mapping
Kanaka project.
La seconda settimana di “Avellino Jazz” (dal 9 al 15 settembre) sarà
interamente dedicata al jazz. Una parte importante sarà dedicata ai
laboratori, aperti a musicisti di qualunque età, di tutti i livelli e a tutti gli
strumenti, con 12 partecipanti al massimo per laboratorio.
Il 10 settembre, dalle 15.30 alle 19, presso la sala Ripa del complesso
monumentale dell’ex carcere borbonico, laboratorio di improvvisazione a
cura di Marcello Giannini (chitarra) e Renato Grieco (contrabbasso) dal
collettivo Crossroads Improring. Partendo dalle loro prime esperienze di musica
libera da schemi e dalle loro collaborazioni con altri musicisti ed altri collettivi,
spiegheranno
come
hanno
sviluppato
la
loro
personale
visione
dell'improvvisazione in solo e d'insieme, su quali parametri muoversi per
improvvisare, come si è sviluppata l'idea di collettivo, con quali schemi gestire
una conduction di un ensamble e su quale materiale lavorare, l'improvvisazione
nell'elettronica, quali ascolti sono necessari per avere una visione più ampia
sull'improvvisazione, come hanno riportato queste esperienze anche in contesti
di improvvisazione più canonica o di musica con schemi ben precisi.
Il secondo laboratorio si terrà il 12, 13 e 14 settembre, dalle ore 15 alle ore
19, presso la sala Ripa, e sarà curato da Hobby Horse e Dan Kinzelman al
sassofono, clarinetti, flauti, tastiere, percussioni e voce, Joe Rehmer al
contrabbasso, tastiere e voce e Stefano Tamborrino alla batteria, percussioni
e voce. Il laboratorio consiste in due prove collettive con gli Hobby Horse per
preparare 20-30 minuti di musica da suonare insieme al trio durante il concerto
finale. Gli allievi saranno invitati a partecipare subito al mondo musicale degli
Hobby Horse, permettendo un confronto immediato e diretto con i maestri su
tanti argomenti. Criticità di tecnica strumentale, armonia, improvvisazione e
interpretazione tematica per solisti e gruppi verranno affrontate in tempo reale
con un feedback immediato da parte degli Hobby Horse, con grande enfasi sul
dialogo
musicale
(interplay),
uno
degli
aspetti
più
belli
e
divertenti
dell'improvvisazione.
Dopo i laboratori spazio ai concerti (tutti ad ingresso libero). Si comincia il 9
settembre, alle ore 19, presso l’ex Carcere Borbonico, con i Sinjarmajazz.
Una lunga esperienza nei suoni del jazz; con organici di formazioni spesso
eterogenee, questo ensamble nel corso degli anni ha dedicato al jazz ed
all'improvvisazione numerosi progetti, proponendo una lettura personale della
pratica improvvisativa. La formazione irpinia compie, per l'inaugurazione del
cartellone dei concerti di Avellino Jazz, un omaggio alla sua lunga storia,
presentando Open Suite. SinjarmaJazz ha conosciuto e suonato con tantissimi
musicisti e ha elaborato varie composizioni, che in questi anni hanno guidato la
musica del gruppo verso un idioma originale e multiforme. Open Suite è
l'omaggio a questa storia di musica, con protagonisti alcuni tra i tanti artisti
che l'hanno alimentata.
Il
10
settembre,
alle
ore
21.30,
in
Via
Circumvallazione
(Fiorangelo), “ImproNotte”. Una serata dedicata all'improvvisazione, con vari
musicisti che si alterneranno in vari set, formati al momento, senza nulla di
prestabilito, lasciando scorrere il fluido creativo e l'interplay. La serata è in
collaborazione con il Crossroad Improring, un collettivo che da anni si riunisce
ogni settimana per seguire quello che succede e quello che succederà nella
musica e nel jazz. Nessuna partitura, nessuna tonalità a cui poggiarsi: solo
ritmo, istinto, interplay e le storie, l'esperienza, la cultura di ciascuno.
Crossroads Improring mira a estendere l'idea della libera improvvisazione
coinvolgendo musicisti provenienti dalla pratica dei generi più diversi, dal jazz
al rock, dall'elettronica all'hip hop. L’obiettivo finale è la creazione di una forma
libera da connotazioni stilistiche prestabilite, un viaggio all'interno dei percorsi
dei singoli musicisti, che si affidano alle evoluzioni del momento. E’
composizione estemporanea, che nasce da un flusso di improvvisazione,
basata sul rispetto degli spazi sonori, sulla ricerca delle soluzioni più disparate
e sulla partecipazione.
Il 12 settembre, alle ore 21, presso il Caffè Letterario, “Hirpus Duo”,
Pasquale Innarella e Carmine Ioanna. Il Duo di Pasquale Innarella ai
sassofoni e Carmine Ioanna alla fisarmonica, è un duo che utilizza musiche
proprie, classici del jazz, canzoni latino americane e brani o frammenti
provenienti da ogni parte del mondo. Tutti i brani diventano a volte un
romantico soffio oppure un vorticoso e intrigante spunto per le improvvisazioni
che a loro volta possono secondo il caso restare collegate alla parte armonica,
melodica del brano, oppure allontanarsi per dipingere nuovi scenari e poi
rientrare nella poetica del tema di partenza o andare verso altri brani, altri
suoni, altri umori.
Il 13 settembre, alle ore 21, presso l’ex Carcere Borbonico, concerto
degli “Slivovitz”. Nascono nel settembre 2001 e da allora non hanno mai
smesso di muoversi, crescere, cambiare forma e direzione, sempre nel solco
della musica strumentale intorno al jazz rock dai toni etnici.
Nevrotici, irrequieti e naturalmente tesi al movimento, in questi anni, a partire
da Napoli hanno suonato in tutta Italia, toccando l’Ungheria, la Spagna, la
Serbia e l’Austria. Con la formazione originale (Domenico Angarano al basso,
Stefano Costanzo alla batteria, Derek Di Perri all’armonica, Marcello Giannini
alle chitarre, Pietro Santangelo ai sassofoni, Riccardo Villari al violino) hanno
registrato il primo omonimo disco tra il 2004 ed il 2005, editi da Ethnoworld
(Milano), arricchiti dalla presenza della voce di Ludovica Manzo. Hanno
registrato il secondo disco al caldo dell’estate napoletana 2007 presso gli studi
Megaride. Nei nuovi brani spicca
l’utilizzo
“strumentale”
della voce
e
l’intrecciarsi dei diversi strumenti a disposizione, mai relegando nessun
elemento del gruppo al ruolo di mero accompagnatore. Il forte impatto live
denota un chiaro ascendente rock sulla sezione ritmica, mitigato dalle innate
capacità improvvisative dei solisti; il tutto fuso in strutture complesse che
rimandano al jazz-rock più puro dei primi anni settanta ma con risonanze
etniche dal mediterraneo all’area balcanica. Il disco, dal titolo “Hubris”,
impreziosito da ospiti come Giovanni Imparato (voce e percussioni in
“CaldoBagno”), Marco Pezzenati (vibrafono in “Mangiare”) e Ugo Santangelo
(chitarra acustica in “Co2”), è stato missato a Londra, presso gli studi della
SAE da Luca Barassi e masterizzato a Roma da Fabrizio de Carolis presso lo
studio “Reference”. “Hubris” da settembre 2009 è distribuito in tutto il mondo
dalla MoonJune Records di Leonardo Pavkovic.
Il 14 settembre, alle ore 21, presso il lounge “Martella”, Hobby Horse in
concerto, con Dan Kinzelman al sassofono, clarinetti, flauti, tastiere,
percussioni e voce, Joe Rehmer al contrabbasso, tastiere e voce, Stefano
Tamborrino alla batteria, percussioni e voce. Incrocio coinvolgente tra
improvvisazioni ipnotiche ed esplosiva dinamicità, la musica degli Hobby Horse
varca i confini di genere con influenze free jazz, ambient, rock e sprazzi di
musica elettronica. Il repertorio proposto consiste principalmente in pezzi
originali composti appositamente per la formazione, con l’aggiunta di qualche
brano di autori come Tom Waits, Robert Wyatt e Thelonius Monk. L’interplay del
gruppo è di livello altissimo e gli anni di esperienza condivisa hanno reso
possibile un dialogo fresco, coinvolgente e sorprendente tra i musicisti. Gli
Hobby Horse nascono nel 2008 con un repertorio ben radicato nella tradizione,
ma il gruppo si è subito mosso verso orizzonti nuovi. Durante gli ultimi anni
hanno esplorato i propri limiti timbrici utilizzando strumenti inusuali (flauti di
latta
e
a
coulisse,
glockenspiel,
melodica,
sintetizzatori
ed
altri)
e
sperimentando l’uso della voce, fino ad ottenere una ricchezza sonora quasi
orchestrale e un impatto sorprendente per una formazione così piccola.
Il 15 settembre, alle ore 21, presso il ristorante “Blob”, El Hadji Mbaye e i
tamburi di Gorèe. I Tamburi di Gorée sono un gruppo musicale che nasce
nell'isola di Gorée, in Senegal, dall'iniziativa di alcuni membri del gruppo Africa
Djembe, con l'intento di fare rivivere le radici musicali tradizionali del loro
Paese e dell'Africa occidentale, in particolare della tradizione
musicale
mandinga e wolof. Nel 1988 successivamente alla registrazione del Cd
omonimo, il gruppo si trasferisce a Roma dove risiede attualmente. I loro
spettacoli sono eseguiti con strumenti a percussione e a corda, e con l'impiego
di variopinti costumi propone i cori, i ritmi e le danze africane tradizionali.
I ritmi del repertorio hanno radici nella storia dell'isola da cui provengono,
l'isola degli schiavi, la "porta" della tratta verso l'America, situata di fronte
Dakar e patrimonio dell'Unesco. Molti dei ritmi che propongono sono proprio
quelli che furono trasportati con le navi attraverso l'atlantico per sbarcare in
America e porre le radici del jazz e della musica nera americana.
Alcuni di loro vantano collaborazioni con alcuni tra i più importanti artisti del
panorama musicale africano come Youssou N'Dour e Miriam Makeba.
Avellino Jazz si presenta per la prima volta nel settembre 1993, all'ex
Carcere Borbonico, con
Enrico Rava, artista che non ha bisogno di
presentazioni, che tiene a battesimo il festival. Il trombettista, per tre volte
presente in cartellone,ha così consolidato nel tempo un rapporto d'amicizia
con Avellino Jazz. Nel 1993, musicista jazz dell'anno, presentò ad Avellino
l'European
Jazz
Quartet,
con
Palle
Danielsson
al
contrabbasso,
Jon
Christiansen alla batteria ed un giovanissimo Roberto Cecchetto alla
chitarra. Negli anni il Festival ha avuto ospiti artisti internazionali tra i quali
Steve Coleman, Hamid Drake, William Parker, John Tchicai, i migliori
musicisti italiani come Giulio Capiozzo, James Senese, Paolino Dalla
Porta, Pasquale Innarella, Antonello Salis, Roberto Cecchetto, Michele
Rabbia, Fabrizio Sferra, Gianluca Petrella, e
i migliori tra i giovani
musicisti italiani, Mauro Ottolini (musicista jazz dell'anno 2012), Giovanni
Guidi, Tony Cattano, Domenico Caliri.
Avellino Jazz ha sempre provato a coniugare la qualità artistica con la massima
partecipazione del pubblico, garantendo sempre l'ingresso libero. Inoltre
numerosi sono stati i laboratori, le iniziative di sensibilizzazione con le
scuole,le attività di guide all'ascolto ed incontri con giornalisti e studiosi sul
jazz ed i suoi protagonisti e sull'improvvisazione.
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