FITCH RATINGS INTERNATIONAL PUBLIC FINANCE PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO ANALISI DEL CREDITO Valuta estera Lungo periodo Breve periodo Valuta locale Lungo periodo (n.a. = non assegnato) AA+ F1+ n.a. Prospettive di rating Stabili Analisti Mauro Crisafulli (Milano) +39 2 879087203 [email protected] Nicolas Painvin (Parigi) +33 1 44299128 [email protected] Dati riassuntivi 31.12.2001 Entrate correnti (m. €) Debito (M.€) Margine corrente/entrate correnti (%) Servizio del debito/entrate correnti Debito/entrate correnti (%) Debito/saldo corrente (anni) Saldo corrente/spese in conto capitale (%) 2.943,7 0,0 32,7 0,0 0,0 0,0 68,3 31.12.2000 2.848,2 0,1 35,8 0,0 0,0 0,0 87,3 RAGIONI ALLA BASE DEL RATING Il rating della provincia di Trento riflette la sua ampia autonomia legislativa e finanziaria, l’eccellente andamento finanziario, l’assenza di indebitamento, un’economia solida e un’ottima qualità di gestione. La Provincia rimane esposta alle decisioni fiscali del governo centrale e ai cicli economici locali. La valutazione AA+ viene assegnata anche al programma MTN da 500 milioni di euro, che servirà a finanziare gli investimenti. La valutazione di lungo periodo della Provincia è lievemente sopra il rating dell’Italia, attualmente pari a AA, Prospettive Stabili. Le ragioni alla base di ciò sono da ricercare essenzialmente nell’eccezionale stato e autonomia della Provincia nel contesto italiano, che gode infatti di un elevato livello di autonomia legislativa e finanziaria, tutelata dalla costituzione italiana in seguito ad un accordo internazionale con l’Austria. Il Trentino è una piccola provincia con 478.000 abitanti, strategicamente posizionata nel ricco nord-est dell’Italia. La sua economia è dinamica, diversificata e basata su piccole e medie imprese (PMI). La Provincia gode inoltre di un elevato PIL pro-capite, un basso livello di disoccupazione e un elevato livello occupazionale. I risultati della Provincia sono eccellenti da anni, con ampi margini correnti. Buoni flussi di cassa e condizioni di tesoreria favorevoli dimostrano la capacità della Provincia di gestire e mantenere la sua robusta posizione di liquidità. Le entrate provinciali derivano soprattutto dalle imposte nazionali riscosse dallo stato sul territorio e restituite alla Provincia. Se Trento non ha margine di manovra sulle imposte statali, gode tuttavia di una buona flessibilità sulle entrate, con un certo grado di autonomia nell’imposizione di nuovi tributi, modificazione delle aliquote dei propri tributi e definizione delle tariffe dei servizi che fornisce. La spesa corrente è ben diversificata, senza eccessive concentrazioni in nessun particolare settore. Trento è uno dei pochi enti locali italiani ad avere un bilancio della sanità in pareggio. La comunità trae vantaggio dall’elevato livello di spesa in conto capitale della Provincia, che fino ad ora è stato interamente auto-finanziato, senza fare ricorso al debito e con ampio spazio di manovra in tempi di bisogno, compresa la possibilità di ricorrere all’indebitamento. PROSPETTIVE La prospettiva stabile indica che si prevede che i fondamentali del credito della Provincia rimangano molto solidi nel lungo periodo, nonostante il previsto aumento del suo rapporto di indebitamento. PUNTI DI FORZA - Autonomia finanziaria e legislativa, garantita costituzionalmente Economia solida Eccellenti risultati con flessibilità operativa Assenza di debito PUNTI DEBOLI - Dipendenza dalle decisioni dello stato in materia fiscale Sensibilità all’economia locale IL GOVERNO E IL CONTESTO POLITICO La Provincia Autonoma di Trento ha una storia e uno stato giuridico unici nel contesto italiano, con poteri e autonomia simili a quelli di una regione italiana a statuto speciale. La sua ampia autonomia finanziaria e legislativa è tutelata dalla costituzione italiana, sulla base di un accordo internazionale (v. Cenni storici). La tradizionale stabilità politica, assieme al forte senso di unità e appartenenza fra la popolazione, ha rafforzato lo speciale stato della Provincia. Un piccolo territorio con una storia e un patrimonio unici: la Provincia Autonoma di Trento (“Trento”) e la Provincia Autonoma di Bolzano, nel nord-est dell’Italia, formano insieme la regione Trentino Alto-Adige. Particolari caratteristiche di Trento: - ampia autonomia legislativa e finanziaria, tutelata dalla costituzione italiana sulla base di un accordo internazionale con l’Austria; autonomia di Trento all’interno della Regione Trentino Alto-Adige, che le dà funzioni e poteri simili a quelli di una regione a statuto speciale. Ampia autonomia: il governo centrale mantiene poteri esclusivi solo su polizia, giustizia, difesa, politica estera e pensioni. I poteri non esclusivi (dove la Provincia ha ampia discrezionalità di gestione e finanziamento) includono sanità, istruzione, strade e trasporti. Tutte le altre responsabilità sono di competenza esclusiva della Provincia. L’ampia autonomia finanziaria della Provincia le conferisce il potere di imporre tributi propri e il diritto a trattenere la gran parte delle imposte dirette e indirette riscosse dallo stato sul territorio. Fitch Ratings riconosce lo status unico del Trentino nel contesto italiano, ma è anche consapevole che esiste un certo livello di esposizione alle decisioni del governo centrale in materia fiscale (v. Finanze: Entrate). L’autonomia della Provincia, tutelata dallo Statuto Speciale, è attuata e integrata da leggi speciali, dette norme di attuazione, che non possono essere unilateralmente modificate dalle leggi ordinarie dello stato. Il governo centrale non può legiferare su aspetti collegati all’autonomia della Provincia senza avere negoziato e ricevuto il consenso di una commissione speciale, detta commissione paritetica. Quest’ultima è composta da membri nominati sia dal governo centrale e dalle due province autonome. Nel corso degli anni la Provincia è diventata un negoziatore esperto, ottenendo spesso buoni risultati. L’ultima riforma costituzionale del 2001, che ha aumentato l’autonomia delle regioni italiane ordinarie, ha ulteriormente consolidato e legittimato l’autonomia della Provincia, sebbene non abbia avuto un impatto particolarmente forte. Cenni storici Fino al 1918 Trento era parte dell’Impero austro-ungarico (Austria) Nel 1918, dopo la Prima Guerra Mondiale, i confini settentrionali dell’Italia vennero spostati oltre le Alpi e Trento e Bolzano furono annesse all’Italia. Durante il periodo fascista (1922-1943), il programma del governo italiano di intensa “italianizzazione” e l’introduzione dell’italiano come lingua ufficiale si scontrarono con una violenta opposizione. Nel 1946, dopo la Seconda Guerra Mondiale, fu firmato l’accordo storico fra i governi italiano e austriaco, il cosiddetto Accordo Degasperi-Gruber. L’accordo rappresentò la base dello Statuto Speciale della Regione, approvato con una legge costituzionale nel 1948, che garantiva un’ampia autonomia alla regione, riconoscendo il diverso patrimonio culturale, storico e linguistico del Trentino Alto-Adige. Tuttavia la popolazione di lingua tedesca continuò a chiedere una maggiore autonomia, ricevendo il sostegno dell’Austria, garante speciale dell’autonomia regionale. L’Austria dichiarò l’autonomia concessa dal governo italiano insufficiente. Tra i due paesi andò crescendo una forte tensione e la questione venne discussa, su richiesta di Vienna, alle Nazioni Unite, che consigliò ad Austria ed Italia di avviare negoziati diretti. Nel 1971 fu firmato e ratificato un nuovo accordo, in base al quale le due province di Trento e Bolzano avrebbero ottenuto dall’Italia maggiore autonomia legislativa e amministrativa, mentre l’Austria non avrebbe interferito negli affari interni delle province. L’accordo divenne la base costituzionale su cui nel 1972 fu redatto un nuovo Statuto Speciale, ai sensi del quale Trento e Bolzano diventavano due province autonome. Il nuovo statuto spostava l’ampia autonomia legislativa, finanziaria e amministrativa dal livello regionale al livello delle province di Trento e Bolzano. Stabilità politica e forte consenso intorno all’autonomia: gli organi di governo della Provincia sono il Consiglio provinciale con 35 seggi (organo legislativo), la Giunta provinciale (organo esecutivo) e il Presidente della Provincia, che è il capo dell’esecutivo e rappresenta ufficialmente la Provincia. A partire dalle prossime elezioni del 2003, il presidente della Provincia verrà eletto direttamente dagli elettori; fino ad ora veniva invece eletto dal consiglio. Le ultime elezioni si sono tenute nel 1998. Il risultato ha portato alla formazione di un governo di coalizione di centro-sinistra con 19 seggi al consiglio provinciale. La Provincia è sempre stata governata da coalizioni di centro o di centro-sinistra, con un’opposizione di centro-destra collaborante. Nel corso degli anni ciò ha garantito l’unità e la stabilità della giunta provinciale e la tutela e la conservazione degli interessi comuni, come l’autonomia della Provincia. La politica dell’attuale amministrazione si svolge in due ambiti principali: Internazionalizzazione di Trento: aumentare i collegamenti e l’integrazione della Provincia con i territori vicini (per es. il Tirolo), attraverso sinergie ed alleanze nell’economia, nella cultura e nella politica; Qualità del territorio provinciale: migliori infrastrutture di elevata qualità (per es. migliorare gli accessi alla Provincia) e politiche volte a migliorare la sicurezza e la protezione dell’ambiente. RISULTATI SOCIOECONOMICI Dato lo stretto legame fra entrate ed economia locale, l’andamento socioeconomico della regione è un fattore importante per valutare la capacità di credito della Provincia. Trento gode di un andamento demografico positivo, sostento dai flussi migratori. La Provincia gode inoltre di un basso livello di disoccupazione, rispetto alla media nazionale e internazionale. L’alto valore di partecipazione al mercato del lavoro è un punto di forza dell’economia, che si rivela dinamica, diversificata e basata su piccole e medie imprese (PMI). Negli ultimi anni la crescita del PIL della Provincia è stata in linea con la media nazionale. La provincia si concentra sui fattori socioeconomici: l’amministrazione, consapevole dell’importanza strategica dell’ambiente locale, svolge un ruolo attivo a sostegno dell’economia locale. Le infrastrutture, i servizi e le risorse umane sono i fattori principali su cui incentrare la crescita economica e il sostegno. Popolazione in crescita grazie ai flussi migratori: la Provincia di Trento ha una popolazione di 478.000 abitanti (0,8% della popolazione italiana), di cui circa un quarto risiede nella città di Trento. Dall’inizio degli anni ’80 la popolazione è cresciuta del 6,6% (Italia: 0,2%) grazie a significativi flussi migratori e un saldo naturale positivo. I residenti stranieri rappresentano il 3% della popolazione della Provincia. La popolazione sopra i 65 anni è pari al 17,9% del totale, appena sotto la media nazionale (18%). In futuro, secondo l’ISTAT (Istituto nazionale di statistica) la popolazione di Trento dovrebbe crescere ulteriormente (soprattutto grazie ai flussi migratori), mentre il peso degli abitanti sopra i 65 anni di età dovrebbe salire, aumentando anche se in misura limitata la pressione sulla spesa sanitaria. Piena occupazione: il tasso di disoccupazione ha continuato a scendere dal 1995 (quando era pari al 5,6%) fino a raggiungere il 3,3% nel 2001. Questa percentuale va confrontata con una media nazionale del 9,5% e con la media delle regioni del nord dell’Italia, circa il 4%. La Provincia di Trento è caratterizzata non solo da una situazione di piena occupazione, ma anche da una domanda di forza lavoro non soddisfatta. Questa situazione è stata compensata dai sostenuti flussi migratori sopra menzionati, che hanno permesso di coprire la domanda di manodopera, soprattutto per i lavori a bassa retribuzione. Un altro elemento positivo del mercato del lavoro provinciale è l’elevato livello di partecipazione, misurato in base alla percentuale di occupati rispetto alla popolazione sopra i 15 anni. Questo valore ha raggiunto un eccezionale 53,2% nel 2000, contro una media nazionale del 48,2%. Un’economia piccola e dinamica trainata dalle PMI: Trento rappresenta solo l’1% del PIL nazionale (circa 10 miliardi di euro nel 2001), sebbene il PIL pro-capite sia molto elevato (nel 2001 il PIL pro-capite era del 25% superiore alla media nazionale) . La crescita del PIL è stata dell’1,9%, in linea con la media italiana. La tendenza economica appare instabile, sebbene le previsioni per i prossimi anni indichino che la crescita del PIL provinciale supererà quella italiana. L’economia di Trento è discretamente diversificata, dinamica e caratterizzata da un numero consistente di piccole e medie imprese, la maggior parte delle quali esporta all’estero. Le imprese artigiane tradizionali, radicate nella cultura e nella tradizione locale, formano il tessuto dell’economia e possono contare su un’estesa rete di strutture (per esempio le cooperative di credito che fanno credito alle aziende locali, i programmi di formazione e ricerca e le scuole professionali). Il settore principale della Provincia in termini economici è il terziario (2000: 66% del Valore Aggiunto V.A. della Provincia rispetto al 69% dell’Italia), di cui la pubblica amministrazione fa la parte del leone (17,5% del V.A. provinciale, rispetto a una media nazionale del 13,4%). Questo fattore rappresenta una protezione nel caso di cicli economici negativi. Anche il turismo contribuisce significativamente alle attività economiche (6,8% del V.A.). Il comparto industriale contribuisce con il 30,8% del V.A. (28,3% in Italia). I principali settori industriali sono il metalmeccanico, la carta, la lavorazione del legno e la produzione di gomma, trasformazione alimentare e macchinari non elettrici. L’agricoltura (3,2 del V.A. a Trento, rispetto al 2,7% in Italia) è famosa per la produzione di mele (20% della produzione italiana) e vini di qualità. Economia sostenuta da infrastrutture adeguate: anche se la gran parte del territorio provinciale è montuoso e poco idoneo alla realizzazione di infrastrutture, Fitch considera la Provincia ben attrezzata. Tuttavia l’attuale giunta è fortemente impegnata a sostenere e favorire l’ambiente economico attraverso investimenti volti a migliorare ed allargare la rete viaria e ferroviaria. Inoltre esiste un sistema di previdenza sociale di alta qualità. FINANZE: ENTRATE La Provincia gode di un’ampia autonomia in materia fiscale, tutelata dalla costituzione italiana. La gran parte delle entrate viene dalle imposte statali restituite alla Provincia. Trento è esposta alle decisioni in materia fiscale del governo centrale, ma tutto sommato dispone di un buon grado di flessibilità. Le entrate sono legate all’andamento dell’economia locale, ma non vengono vincolate, lasciando alla Provincia piena autonomia sul loro utilizzo. Le entrate in conto capitale sono spese per intero e in maniera efficiente. Entrate, il peso sostanziale delle imposte: il gettito fiscale rispetto alle entrate correnti, già eccezionale nel 1997 e pari all’84%, è ulteriormente aumentato negli anni successivi grazie all’introduzione dell’IRAP (Imposta sulle attività produttive), raggiungendo un livello del 95% nel 2001. Il sistema finanziario provinciale è altamente diversificato e caratterizzato da un notevole grado di autonomia, come dimostrato nella corrispondente tabella (v. Autonomia fiscale unica). Scomposizione del gettito fiscale (M. €) 1997 1998 1999 2000 2001 Totale tributi propri IRAP Addizionale IRPEF Tasse automobilistiche Altro 33,2 0,0 0,0 0,0 33,2 368,8 312,5 21,7 0,0 34,6 400,7 317,1 21,7 42,3 19,6 361,7 275,3 22,2 41,2 23,0 379,3 268,0 40,8 46,5 24,0 Totale tributi devoluti IRPEF IRPEG IVA Accisa oli minerali Imposta sui guadagni da capitale Altro Totale tributi 2.193,6 540,7 58,4 425,1 162,7 82,6 2.392,7 645,6 85,7 448,3 167,8 80,1 2.185,4 701,9 90,1 506,1 181,8 82,6 2.350,5 754,0 123,9 561,9 175,6 60,7 2.408,4 792,8 129,1 546,4 165,3 90,4 924,1 2.226,8 965,2 2.761,5 622,9 2.586,1 674,4 2.712,2 684,4 2.787,7 I tributi sono strettamente correlati all’economia: dato il peso sostanziale dei tributi rispetto al V.A. della Provincia (circa il 28%), esiste uno stretto legame fra entrate e andamento dell’economia locale. I tributi sono dunque molto sensibili ai cicli economici. Questo rischio è mitigato dalla solida, dinamica e diversificata economia di Trento e dai suoi eccellenti risultati di bilancio. Fitch calcola che un aumento negativo dell’1% del PIL avrebbe solo un leggerissimo effetto sui margini correnti (2,3%). Esposizione alle decisioni fiscali dello stato, ma ampio margine di flessibilità sulle entrate: Trento è in una certa misura esposta alle decisioni del governo in materia fiscale. Lo stato può modificare le aliquote e la base imponibile dei tributi devoluti. Sebbene la Provincia non abbia alcuna influenza sulla base imponibile dei tributi devoluti, ciò non significa che ne risenta negativamente. Qualsiasi eventuale riduzione della pressione fiscale attuata dal governo centrale andrà ad alimentare l’economia locale e quindi le sue finanze. Inoltre, la Provincia gode di un solido meccanismo protettivo, riconosciuto nel suo statuto. Per ogni imposta nazionale che viene introdotta, Trento ne trattiene il 90% del gettito riscosso sul suo territorio. Autonomia fiscale unica Tutela costituzionale dell’autonomia finanziaria della Provincia. Stretto legame fra gettito fiscale e andamento dell’economia locale. Facoltà della Provincia di (i) imporre tributi (per es. tasse sul turismo), in conformità con la Costituzione e in coordinamento con il sistema fiscale e finanziario pubblico”; e (ii) facoltà di modificare le aliquote dei propri tributi. Il gettito non è vincolato; la Provincia ha la massima autonomia sul suo utilizzo. La Provincia è autorizzata a ricevere il 90% del gettito riscosso sul suo territorio per qualsiasi nuovo tributo introdotto dallo stato. Lo stato italiano è responsabile della riscossione. Tributi devoluti: 10/10 dell’imposta sul consumo di energia elettrica; 9/10 dell’IRPEF, dell’IRPEG (imposta sulle società), dell’accisa sugli oli minerali, la tassa sui guadagni capitali; 7/10 dell’IVA; 4/10 dell’IVA sulle importazioni; 9/10 di tutti gli altri tributi devoluti. La legge finanziaria nazionale per il 2003 dovrebbe ridurre la pressione fiscale sulle aziende e sulle persone fisiche. Ciò provocherà una riduzione delle entrate per Trento di 25 milioni di euro. Tuttavia questa diminuzione sarà compensata dalla quota provinciale (90%) delle entrate del condono fiscale nazionale, che si prevede porterà nelle casse della Provincia circa 35 milioni di euro. Se è vero che lo spazio di manovra sui tributi devoluti rimane limitato, la Provincia gode invece di un certo margine nell’imporne di nuovi. Per quanto concerne le fonti proprie di entrate, Trento potrebbe guadagnare fino a 100 milioni di euro in gettito fiscale aggiuntivo, circa il 3,4% delle entrate correnti del 2001, se utilizzasse al massimo la propria flessibilità fiscale. La Provincia ha anche la facoltà di imporre nuovi tributi in settori che sono di propria esclusiva competenza (per es. il turismo). La Provincia sta inoltre negoziando con lo stato il riconoscimento di un’ulteriore quota di gettito (circa 2 miliardi di euro). Esiste poi una certa flessibilità nella definizione delle tariffe dei servizi forniti dalla Provincia. Per esempio in materia di sanità la Provincia di Trento è libera di introdurre il co-pagamento da parte degli assistiti. Tuttavia la Provincia non ritiene di dover modificare la pressione fiscale per stimolare la crescita economica. Uso efficiente dei trasferimenti in conto capitale: le entrate in conto capitale, composte perlopiù da trasferimenti statali ed europei, sono cresciute nel corso degli anni fino a raggiungere un livello di 237,2 milioni di euro nel 2001 (il Tasso di Crescita Composto Annuale, 1997-2001 è del 28%); i trasferimenti statali sono usati soprattutto per finanziarie gli investimenti in edilizia popolare, istruzione, sanità, ambiente e agricoltura. I fondi europei vengono utilizzati per sostenere la conversione economica e sociale di aree caratterizzate da difficoltà strutturali (soprattutto regioni rurali e montane) e aiutare le aziende e i lavoratori ad adattarsi alle nuove condizioni di lavoro, permettendo loro di competere in maniera più efficiente sul mercato mondiale del lavoro. Trento è riuscita nel corso degli anni ad utilizzare pienamente ed efficientemente i fondi europei. FINANZE: SPESA La spesa corrente della Provincia è altamente diversificata, senza particolari concentrazioni in singoli settori. La Provincia è uno dei pochi governi locali italiani a gestire un bilancio sanitario in pareggio. La comunità gode di un elevato livello di spese in conto capitale. Trento inoltre dispone di una buona flessibilità sugli investimenti da utilizzare in caso di bisogno. Spese correnti crescenti e diversificate: la spesa corrente di Trento, composta principalmente (70%) da sanità, personale e trasferimenti ai comuni, è aumentata al Tasso di Crescita Composto Annuale del 6,1% nel periodo 1997-2001. Spesa corrente (M. €) 1997 1998 1999 2000 2001 Enti istituzionali Personale Beni e servizi Trasferimenti Comuni Sanità Aziende Varie Altro Totale spesa corrente 8,2 432,1 79,3 1.032,0 161,0 469,0 15,0 386,0 13,9 1.565,0 8,2 446,9 83,8 1.125,6 178,1 531,5 14,6 401,4 9,0 1.673,4 8,1 467,7 92,7 1.188,0 194,7 565,2 14,3 413,8 8,2 1.764,7 8,1 467,9 95,3 1.259,3 197,8 602,3 14,4 435,8 8,2 1.829,8 8,6 490,6 103,0 1.367,5 213,5 695,3 15,8 442,9 12,8 1.982,4 Trasferimenti alla sanità: non vi è una reale concentrazione di questa spesa, come succede invece in altre regioni italiane. I trasferimenti alla sanità hanno rappresentato nel 2001 il 35% della spesa corrente (rispetto al 70-80% di altre regioni italiane). La gestione della sanità, rispetto alla gran parte delle regioni italiane, non rappresenta un tema negativo per la Provincia. Costi del personale (24% della spesa corrente): le spese sono aumentate notevolmente all’inizio degli anni ’90 a causa di un forte incremento nel numero di impiegati pubblici (nel 1997 la Provincia ha acquisito la responsabilità finanziaria di circa 5.700 insegnanti di scuola elementare). Tuttavia dal 1997 i costi per il personale sono aumentati quasi interamente in linea con l’inflazione. Trasferimenti ai comuni (11% della spesa corrente): la Provincia ha la responsabilità esclusiva, e poteri esclusivi, sul finanziamento delle spese dei comuni, senza intervento dello stato. Per il periodo 2000-2002 la Provincia ha concesso di dare ai suoi 223 comuni il 22,1% dei tributi devoluti. Questa somma è distribuita ai comuni in base a criteri oggettivi (per es. numero di residenti anziani, turisti e caratteristiche geografiche). Inoltre, per garantire la stabilità e la solidità fiscale, la Provincia ha siglato con i comuni un “patto di stabilità interna” (simile al patto nazionale), in conseguenza del quale nessun comune ha subito un dissesto finanziario; si nota invece che in generale essi hanno un livello di indebitamento basso e un solido andamento finanziario. Bilancio sanitario in pareggio: il settore sanitario trentino è autonomo e dal 1995 non ricorre più ai contributi del Sistema Sanitario Nazionale, ma si auto-finanzia. La Provincia ha istituito l’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari, che incorpora 11 ASL e ne coordina le attività. Inoltre la Provincia è responsabile del contratto degli addetti, che ha sostituito il contratto nazionale. Il bilancio trentino ha poi assorbito i costi delle persone assistite (anziani, invalidi, ecc.). La Provincia non ha un deficit di bilancio nella sanità e ha un saldo sanitario in pareggio. Il Trentino può contare su un elevato livello di prestazioni e servizi sanitari e una buona strategia di monitoraggio e razionalizzazione della spesa sanitaria. I costi della sanità potrebbero però aumentare in futuro a causa della crescente pressione esercitata dalle persone sopra i 65 anni di età. Consistenti spese in conto capitale, buona flessibilità: nel periodo 1997-2001 le spese in conto capitale ammontavano a 1280 miliardi di euro, con un tasso di crescita composto annuo del 2,4%, rappresentando quasi il 42% delle spese totali. Gli investimenti più importanti nella regione sono sempre sostenuti dalla giunta provinciale. Le spese in conto capitale possono essere suddivise in: spese rigide (circa l’11%); spese semi-rigide, soprattutto investimenti di medio periodo, 3-4 anni (circa il 52%); e spese flessibili (37%), dove la Provincia ha discrezionalità assoluta in ogni momento circa le somme e i criteri di stanziamento. Ciò le consente di avere una buona flessibilità di spesa in caso di riduzione delle risorse disponibili. SITUAZIONE E TENDENZA DEL BILANCIO I risultati di bilancio della Provincia sono eccellenti da anni, con ampi margini correnti. Le spese in conto capitale sono state interamente auto-finanziate, senza ricorrere al credito. Fitch è dell’opinione che il rischio derivante da un più ampio settore pubblico sia basso. La Provincia di Trento è titolare di quote di capitale di alcune aziende ad alto reddito e basso indebitamento. Eccezionale andamento finanziario: negli ultimi anni l’andamento finanziario di Trento è stato eccellente, e regge bene il confronto con enti simili in Italia e anche con le migliori province estere. Nonostante un tasso di crescita composto annuo delle entrate correnti del 2,7%, rispetto ad un tasso di crescita composto annuo delle spese correnti del 6% per il periodo 1997-2001, i margini correnti hanno continuato ad essere alti e piuttosto stabili. I dati di pre-chiusura del 2002 indicano che la performance della Provincia continua ad essere buona e addirittura in via di miglioramento. I sostanziali margini correnti, associati a consistenti entrate in conto capitale e un forte avanzo di amministrazione hanno permesso alla Provincia di auto-finanziare le spese e gli investimenti in conto capitale, senza ricorrere all’indebitamento. 50% 2.000 40% 1.600 30% 1.200 20% 800 10% 400 0% E U R ml n 0 1996 1997 1998 1999 2000 2001 -10% -400 Margine corrente/Entrate correnti (%) Saldo prima delle dinamiche del debito/Entrate totali Margine corrente (EUR mln) (%) Fitch prevede che, data la buona flessibilità sulle entrate e le spese e le prudenti politiche adottate, la Provincia riuscirà presumibilmente a mantenere i suoi risultati a questo eccezionale livello anche nei prossimi anni. Settore pubblico: la Provincia di Trento possiede quote di capitale di diverse aziende in vari settori: trasporti (Atesina, FTM, Interbrennero e Autostrada del Brennero), aeroporti (Verona e Trento), informatica e telecomunicazioni (Informatica Trentina) e servizi finanziari (Mediocredito e Tecnofin Trentina). Tutte queste società hanno riportato un utile nel 2001 e hanno un indebitamento limitato. Fitch ritiene che l’esposizione al rischio dell’amministrazione provinciale in queste società sia basso. Aziende del settore pubblico 2001 (M. €) Quota (%) Giro d'affari Utile e perdita Debiti Atesina Tecnofin Trentina Aeroporto Caproni Ferrovia Trento Malè Informatica Trentina Interbrennero Mediocredito T.A.A. Aeroporto Catullo Austrada del Brennero 100,0 94,0 86,7 68,2 51,0 28,4 21,0 18,4 4,2 46,3 n.d. 0,5 17,9 31,0 1,3 37,1 210,4 0,1 0,8 0,1 0,2 3,5 0,7 5,6 1,7 2,9 0,0 0,0 0,6 0,0 0,0 0,0 7,7 0,0 DEBITO E LIQUIDITÀ La Provincia di Trento non ha debiti. Tuttavia si prevede che il suo indebitamento crescerà dopo il programmato acquisto di alcune centrali idroelettriche. Buoni flussi di cassa indicano la capacità della Provincia di gestire bene la sua posizione di liquidità, che rimane robusta. La Provincia gode inoltre di buone condizioni di tesoreria. Assenza di debito, acquisizioni programmate e con ricorso al debito: Trento non incorre in nuovi debiti finanziari da cinque anni e dal 1997 la Provincia è senza debiti, con investimenti interamente auto-finanziati. Fitch è consapevole che la Provincia potrebbe ricorrere al credito in futuro, se gli investimenti saranno giudicati di importanza strategica per la modernizzazione e lo sviluppo economico del suo territorio e se daranno un considerevole ritorno (come l’acquisizione Genco). Tuttavia la posizione debitoria della Provincia dovrebbe cambiare in seguito alla prevista acquisizione di alcune centrali idroelettriche attualmente di proprietà dell’Enel, il monopolio nazionale dell’elettricità. Fitch ritiene che gli acquisiti daranno probabilmente un utile, che sarà impiegato per ripagare eventuali debiti sostenuti per finanziare l’acquisto. Inoltre Trento è responsabile di una piccola quota di servizio del debito (circa 1,5 milioni di euro all’anno) su prestiti sottoscritti in passato dai comuni. Trento, che è responsabile del finanziamento dei comuni (circa il 40% delle loro entrate totali) non garantisce il loro debito, fatta salva una quota minoritaria di 10 milioni di euro. Il debito totale dei comuni della provincia era di 481 milioni di euro alla fine del 2001, rispetto a 582 milioni di euro alla fine del 1999. Fitch non ritiene che questo sia un rischio per le finanze provinciali. Buona posizione di liquidità: nel 2001 la Provincia ha riportato una liquidità di 250 milioni di euro, custodita presso la Tesoreria Centrale e il tesoriere della Provincia, con una media annua di 305 milioni di euro nel periodo 1997-2001. Gli estratti conto del tesoriere (v. tabella corrispondente) indicano flussi di cassa equilibrati nel corso degli anni, un segno della capacità della Provincia di gestire bene la sua liquidità. EURm FLUSSI DI CASSA 4 3,5 3 2,5 2 1,5 1 0,5 0 riscossioni pagamenti 1997 1998 1999 2000 2001 Solide condizioni di liquidità: la Provincia può attingere fondi per necessità finanziarie da un conto anticipazioni di tesoreria/cassa tenuto presso il tesoriere della Provincia fino al 30% delle sue entrate fiscali (circa 836 milioni di euro). La Provincia utilizza solo una piccola parte di questa somma in periodi in cui si concentrano i pagamenti. Questo costo è più che compensato dagli interessi attivi. Trento gode di eccellenti condizioni di tesoreria. A partire dal 2003 la Provincia avrà un tasso di interesse passivo (sulle anticipazioni di cassa) molto più basso rispetto all’interesse attivo (sulle giacenze di cassa). ALLEGATO A PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO (M. €) 1997 1998 1999 2000 2001 2002 Tributi Tributi propri Tributi devoluti Trasferimenti Altro Entrate correnti 2.226,8 33,2 2.193,6 352,5 56,6 2.635,9 2.761,5 368,8 2.392,7 48,1 48,0 2.857,6 2.586,1 400,7 2.185,4 54,0 65,7 2.705,8 2.712,2 361,7 2.350,5 67,5 68,5 2.848,2 2.787,7 379,3 2.408,4 86,2 69,8 2.943,7 2.918,9 390,0 2.528,9 375,9 66,8 3.361,6 Spese correnti Margine corrente -1.565,0 -1.673,4 -1.764,7 -1.829,8 -1.982,4 -2.126,8 1.070,9 1.184,2 Interessi pagati -0,1 0,0 Saldo corrente 1.070,8 1.184,2 Entrate in conto capitale Spese in conto capitale Saldo in conto capitale 941,1 0,0 941,1 1.018,4 0,0 1.018,4 87,1 104,4 167,5 154,4 -1.279,3 -1.381,1 -1.165,6 -1.166,0 -1.192,2 -1.276,7 -998,1 Saldo prima delle dinamiche del debito - 121,4 961,3 0,0 961,3 1.234,8 0,0 1.234,8 237,2 235,9 -1.407,3 -1.530,5 1.011,6 -1.170,1 -1.294,6 - 92,5 - 57,0 6,8 - 208,8 - 59,8 - 1,0 0,0 0,0 0,0 - 0,1 0,0 - 0,1 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 - 1,0 0,0 - 0,1 - 0,1 0,0 0,0 Risultato di competenza - 122,4 - 92,5 - 57,1 6,7 - 208,8 - 59,8 Avanzo di amministrazione iniziale Assestamento Risultato di competenza annuale Avanzo di amministrazione a fine anno 247,0 114,2 -122,4 238,8 238,8 101,6 -92,5 247,9 247,9 53,1 -57,1 243,9 243,9 48,7 6,7 299,3 299,3 241,9 -208,8 332,4 n.d. n.d. -59,8 n.d. 0,0 0,2 0,2 0,0 0,2 0,2 0,0 0,1 0,1 0,0 0,1 0,1 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 42,4 41,8 40,4 37,6 25,2 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 n.d. 670,0 360,0 23,8 211,9 250,2 n.d. Pagamento del debito Nuovi prestiti Aumento netto del debito (diminuz.) Debito Breve periodo Lungo periodo Debito totale Fidejussioni Debito della sanità Giacenze di Tesoreria n.d. ALLEGATO B PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO (M. €) Principali indicatori Margini correnti/entrate correnti (%) Margini correnti/spese correnti (%) Saldo corrente/entrate correnti (%) Saldo prima delle dinamiche del debito/entrate totali (%) Crescita delle entrate correnti (% annua di cambiamento) Crescita delle spese correnti (% annua di cambiamento) Indice di indebitamento Debito (% annua di cambiamento) Interessi pagati/entrate correnti (%) Servizio del debito/entrate correnti (%) Servizio del debito/margini correnti (%) Debito/entrate correnti (%) Debito/saldo correnti (anni) Debito/V.A. Debito pro-capite (Euro) Indicatori delle entrate Entrate tributarie/entrate correnti (%) Trasferimenti correnti/entrte correnti (%) Entrate correnti/entrate totali (%) Entrate totali pro-capite (Euro) 1997 1998 1999 2000 2001 2002 40,6 68,4 40,6 -4,5 41,4 70,8 41,4 -3,1 34,8 53,3 34,8 -2,0 35,8 55,7 35,8 0,2 32,7 48,5 32,7 -6,6 36,7 58,1 36,7 -1,7 15,2 8,4 -5,3 5,3 3,4 14,2 26,1 6,9 5,5 3,7 8,3 7,3 -88,2 0,0 0,0 0,1 0,0 0,0 0,0 0,4 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,4 -50,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,2 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,2 84,5 13,4 96,8 5.824,6 96,6 1,7 96,5 6.302,1 95,6 2,0 94,2 6.064,4 95,2 2,4 94,9 6.282.2 -100,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 94,7 2,9 92,5 6.626.2 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 n.d. 0,0 86,8 11,2 93,4 7.494,8 Indici di spesa Spese per il personale/spese correnti (%) 27,6 26,7 26,5 25,6 24,7 24,7 Spese in conto capitale/spese totali (%) 45,0 45,2 39,8 38,9 41,5 41,8 Saldo corrente/spese inconto capitale -89,8 -92,8 -94,3 -100,7 -82,2 -95,4 nette (%) Spese totali pro-capite (Euro) 6.084,06 6.498,94 6.184,68 6.268,02 7.061,88 7.619,38 Finanziamento delle spese in conto capitale Saldo corrente/spese in conto capitale (%) Entrate in conto capitale/spese in conto capitale (%) Nuovo debito/spese in conto capitale (%) 83,7 6,8 85,7 7,6 80,7 14,4 87,3 13,2 68,3 16,9 80,7 15,4 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0