UNIVERSITÁ DEGLI STUDI DI VERONA Facoltà di Medicina e Chirurgia CORSO DI LAUREA IN TECNICHE DI RADIOLOGIA MEDICA, PER IMMAGINI E RADIOTERAPIA Presidente: Prof. Marco Ferdeghini TESI DI LAUREA ESPOSIZIONE DEL TSRM AL CAMPO MAGNETICO STATICO: NUOVE METODICHE DI RILEVAZIONE Relatore: Ing. Luciano Mirarchi Correlatore: Dott. Aldo Valentini Laureanda: Antonella Caltagirone Anno Accademico 2009 - 2010 INDICE INTRODUZIONE 1. TIPI DI MAGNETE 1.1 Il magnete resistivo 1.2 Il magnete permanente 1.3 Il magnete a superconduttore 1 3 3 4 4 2. EFFETTI BIOLOGICI DELL’ESPOSIZIONE A CAMPI MAGNETICI STATICI 6 3. STANDARD DI SICUREZZA E LIVELLI DI ESPOSIZIONE IN RISONANZA MAGNETICA NUCLEARE: NORMATIVA ITALIANA 8 3.1 Misure per la sicurezza dei lavoratori ai campi magnetici statici 4. LINEE GUIDA INTERNAZIONALI SUI LIMITI DI ESPOSIZIONE A CAMPI MAGNETICI STATICI 4.1 Limiti di esposizione professionali 11 11 12 5. STUDIO SULLA VALUTAZIONE DELL’ESPOSIZIONE AL CAMPO MAGNETICO STATICO IN PROSSIMITA’ DEL MAGNETE DI RISONANZA 14 6. RILEVATORI DI CAMPO MAGNETICO 19 6.1 L’effetto Hall 20 7. DOSIMETRI PERSONALI 21 7.1 Materiali e metodi 7.2 Riduzione dell’esposizione del T.S.R.M. 8. SISTEMA PER IL RILEVAMENTO DEI CAMPI MAGNETICI STATICI MAFISS 8.1 Dosimetro per campi magnetici (MFD) 8.2 Unità per la ricarica dei dosimetri (DRU) 22 34 35 35 36 8.3 Unità computer remota (LCU) 8.4 Descrizione delle operazioni 8.5 Specifiche tecniche del Mafiss 9. SISTEMA PER IL RILEVAMENTO DEI CAMPI MAGNETICI STATICI TALETE 9.1 Unità di monitoraggio personale 9.2 Base 9.3 Software 9.4 Report 9.5 Certificazione del sistema Talete 36 38 39 40 41 42 43 45 45 10. CONCLUSIONI 47 RINGRAZIAMENTI 48 BIBLIOGRAFIA GENERALE 49 INTRODUZIONE La Risonanza Magnetica Nucleare (RMN) è una tecnica di indagine sulla materia basata su principi fisici che utilizzano la misurazione della precessione dello spin di protoni sottoposti ad un campo magnetico e radiofrequenze. Questa metodica è sicuramente quella che ha avuto il più rapido sviluppo nella diagnostica per immagini ed è in continua evoluzione. La Risonanza Magnetica Nucleare ha un vasto campo di applicabilità, anche perché può avvalersi di sostanze (mezzi di contrasto paramagnetici) che, somministrate al paziente, si distribuiscono nell'organismo, facilitandone la definizione delle varie parti. Essa combina i vantaggi delle altre tecniche di imaging esistenti, senza tuttavia spartirne gli svantaggi. Come la Tomografia Assiale Computerizzata (TAC) fornisce immagini tomografiche ed è dotata di eccellente risoluzione spaziale e di contrasto, come l’Ecotomografia (ETG) non usa radiazioni ionizzanti e produce immagini orientabili variamente, come la Medicina Nucleare, infine è in grado di fornire informazioni sui processi metabolici a livello tissutale. Si tratta di una tecnica abbastanza recente e tuttavia in rapida espansione: il numero di installazioni RM è in progressiva crescita e continue sono le innovazioni tecnologiche che interessano le varie componenti sia software che hardware del sistema RM. Come la TAC anche la RMN ha avuto dapprima un impatto clinico nel campo neurologico, e solo successivamente ha trovato, e sta trovando, utili campi di applicazione clinica nell’imaging del resto del corpo. Con questa tecnica molte malattie e alterazioni degli organi interni possono essere visualizzate e quindi facilmente diagnosticate. Tramite la RMN sono ben visibili i tessuti molli ed è possibile la discriminazione tra tipologie di tessuti non apprezzabile con altre tecniche radiologiche di imaging. Si è molto dibattuto in merito agli effetti biologici del campo magnetico statico sul corpo umano, e quindi sui rischi da esso derivanti ma ci sono pareri discordanti a riguardo. 1 In ogni caso non esistono al momento fonti certe inerenti all’effetto biologico del campo magnetico statico, dunque il pensiero comune è quello di mantenere l’esposizione a tali forze di campo al livello più basso possibile sia per il paziente che per l’operatore (principio di precauzione). Con l’arrivo dei rilevatori di campo magnetico statico portabili dall’operatore, nelle diagnostiche di Risonanza Magnetica, l’esposizione per l’operatore sanitario esposto sarà ulteriormente controllata, con lo scopo di tutelarne la salute stessa. La mia tesi pone come obiettivo quello di verificare, con un piccolo studio, l’effettiva precisione di questa tecnologia e, infine, di raccogliere un insieme di consigli riguardanti il comportamento da assumere all’interno della diagnostica di Risonanza Magnetica, in modo da mantenere l’esposizione al campo magnetico statico al livello più basso possibile. 2 1.TIPI DI MAGNETE La parte principale del tomografo RM è il magnete che produce un campo magnetico statico, che deve essere il più possibile omogeneo all’interno del volume di acquisizione e stabile nel tempo. Ogni tipo di magnete presenta dei vantaggi e degli svantaggi sia sul piano tecnologico che su quello dell’investimento monetario necessario per il loro acquisto e mantenimento. I magneti si distinguono per le loro caratteristiche costruttive in tre categorie: * Resistivi = utilizzati per campi magnetici da 0,002 a 0,35 Tesla * Permanenti = utilizzati per campi magnetici da 0,01 a 0,35 Tesla * Superconduttivi = utilizzati per campi magnetici da 0,20 a 11,7 Tesla 1.1 IL MAGNETE RESISTIVO Il magnete resistivo è costituito da un avvolgimento elettrico percorso continuamente da corrente e raffreddato ad acqua. Per le elevate potenze necessarie all’alimentazione del magnete (circa 35 KW), si possono realizzare solo campi relativamente bassi: fino a 0,35 Tesla. A loro svantaggio c’è l’elevato consumo di energia elettrica, la necessità di un sistema di raffreddamento ad acqua, e la loro alta sensibilità ai disturbi esterni. A loro vantaggio solo la semplicità di spegnimento del campo magnetico a inutilizzo dell’apparecchiatura o in caso di emergenza. 3 1.2 IL MAGNETE PERMANENTE Il magnete permanente è costituito da una serie di blocchi di materiale ferromagnetico con il quale si possono realizzare solo campi magnetici relativamente bassi, fino a circa 0,35 Tesla. Impiegati soprattutto nei sistemi aperti a basso campo, sono molto pesanti ma, a loro vantaggio, non richiedono liquidi criogeni e non consumano energia elettrica per il mantenimento del campo magnetico. Sono però molto sensibili alla temperatura e devono quindi essere costantemente riscaldati ad una temperatura di 24°- 32° mentre l’ambiente circostante viene costantemente climatizzato a 23°- 25° per stabilizzare il flusso termico. Poiché variazioni della temperatura comportano un’instabilità del campo magnetico con effetti apprezzabili sulla qualità d’immagine, qualora si spegnesse anche per poche ore l’impianto di climatizzazione della sala magnete, si devono di conseguenza attendere molte ore per riottenere la necessaria qualità di campo magnetico. 1.3 IL MAGNETE A SUPERCONDUTTORE I magneti superconduttivi sono degli elettromagneti. Il magnete a superconduttore è un elettromagnete che genera un forte campo magnetico omogeneo dell’ordine dei Tesla e trova impiego per la massima parte su sistemi classici a tunnel. Il magnete a superconduttore necessita per il suo funzionamento di un sistema di raffreddamento a gas criogeni. In particolare l’elio liquido permette all’avvolgimento del magnete di rimanere ad una temperatura molto bassa alla quale si verifica il fenomeno della conduttività: il filo metallico non offre più nessuna resistenza al passaggio della corrente e quindi non si dissipa energia. 4 In questo stato la corrente presente nell’avvolgimento si mantiene quasi all’infinito senza bisogno di un’alimentazione esterna. Il magnete a superconduttore è alimentato solo durante la fase d’installazione del tomografo RM. Il suo circuito elettrico è tale che, se poi chiuso su se stesso, riesce a “intrappolare” la corrente che circola al suo interno mantenendo costante così il campo magnetico. L’elio liquido, però, evapora lentamente, e deve essere quindi rabboccato periodicamente. In caso di un abbassamento critico del livello dell’elio, il superconduttore perde la sua principale caratteristica e, per effetto della dissipazione termica, si ha l’azzeramento della corrente circolante, il conseguente spegnimento del campo magnetico e la quasi totale evaporazione dell’elio presente nel magnete. Questo fenomeno viene comunemente chiamato “Quench” del magnete: nel giro di alcuni secondi grandi quantità di elio gassoso si generano all’interno del magnete e devono essere evacuate all’esterno. Il Quench può anche essere comandato manualmente, in caso di emergenza, per ottenere un rapido spegnimento del campo magnetico. Il Quench volontario si deve considerare una procedura di emergenza riservata nei casi in cui è in pericolo la vita. In tutti gli altri casi è possibile effettuare una procedura di spegnimento lento del campo detta “Ramp down” che evita la perdita totale dell’elio liquido contenuto nel magnete. Il magnete a superconduttore è normalmente utilizzato per ottenere elevati campi magnetici omogenei. Le sue linee di campo si estendono normalmente anche all’esterno del magnete fino ad essere, in taluni casi, di intensità tale da interessare oltre il locale contenente il tomografo altri ambienti circostanti contigui. Per limitare questo effetto, i moderni magneti hanno all’interno un riavvolgimento del filo superconduttore che, creando all’esterno un campo magnetico opposto a quello principale, limita la dispersione verso l’esterno delle linee di campo (fringe field) mantenendo invece invariata la sua intensità all’interno del tunnel. Questa caratteristica si chiama schermatura attiva (Active Shield). 5 In passato non esisteva questo tipo di schermatura e la limitazione del campo disperso era ottenuta con l’aggiunta di strutture ferromagnetiche poste attorno al magnete. In questo caso si parlava di “Passive Shield”. Dato che questo sistema influiva molto sull’omogeneità finale del campo del magnete questo tipo di schermatura è stato definitivamente abbandonato. 2. EFFETTI BIOLOGICI DELL’ESPOSIZIONE A CAMPI MAGNETICI STATICI Gli effetti biologici relativi al campo magnetico statico (B 0) di un tomografo di Risonanza Magnetica, possono essere suddivisi in: - EFFETTI MAGNETO-MECCANICI - EFFETTI ELETTRODINAMICI -EFFETTI MAGNETO-MECCANICI: sono associati ai moti di traslazione ed orientazione indotti dal campo su molecole diamagnetiche, paramagnetiche e ferromagnetiche. 1. Nelle sostanze diamagnetiche, quando sono immerse in un campo magnetico, al loro interno vengono indotte delle correnti che generano un debole campo magnetico che ha verso opposto a quello esterno. 2. Le sostanze paramagnetiche vengono attraversate da correnti che generano un campo concorde con quello applicato. 3. Le sostanze ferromagnetiche, generano un campo facilmente rilevabile anche in presenza di un debole campo magnetico applicato. 6 Molecole con proprietà diamagnetiche e paramagnetiche caratterizzate da anisotropia nella suscettibilità magnetica (cioè la suscettibilità varia con la direzione del campo applicato) risentono di una coppia di forze, proporzionale al momento magnetico delle molecole, al campo statico e all’angolo compreso tra essi, che tende ad orientare le molecole minimizzando la loro energia libera (es. globuli rossi falciformi). -EFFETTI ELETTRODINAMICI: derivano dall’interazione del campo statico con le correnti ioniche prodotte dal movimento di elettroliti all’interno del corpo. Tali interazioni producono due tipi di effetti: 1) La generazione di una forza frenante esercitata sulla propagazione dei potenziali d’azione lungo le fibre dei nervi periferici e le reti neuronali del sistema nervoso centrale. 2) La generazione di potenziali elettrici quando il flusso di una soluzione elettrolitica (es. il sangue in un vaso) attraversa un campo magnetico. Tuttavia, questi potenziali elettrici indotti non sono sufficienti ad interferire con la funzionalità delle membrane cellulari. Nell’uomo sono stati riscontrati i seguenti effetti: · Per un’esposizione di 35-150 Gauss (NB: 1 Gauss = 0.0001 Tesla, e 1 Tesla = 10000 Gauss) di durata varia: aumento della pressione arteriosa e leucopenia. · Per un’esposizione di 350-3500 Gauss per 4 ore: riferita insonnia, cefalea, parestesie, precordi algie e alterazione dell’EEG. · Per un’esposizione di 1.5 – 2 Tesla (15000-20000 Gauss): riportata nausea, confusione mentale, bradi-tachicardia, ipotensione, astenia, vertigini, prurito, bruciore e arrossamento delle mani. · Osservate anomalie dell’onda T. · Sensazioni luminose alla periferia del campo visivo. 7 · Campi di 0.5 -1 T inducono rotazioni misurabili dei bastoncelli retinici. · Crasi ematica, disturbi sistema neurovegetativo. · Orientamento macromolecolare indotto da campi magnetici di 350 mT su emazie falciformi. 3. STANDARD DI SICUREZZA E LIVELLI DI ESPOSIZIONE IN RISONANZA MAGNETICA NUCLEARE: NORMATIVA ITALIANA I dispositivi basati sul fenomeno della Risonanza Magnetica Nucleare (RMN) trovano ampia applicazione nella diagnostica medica consentendo una visualizzazione sia bidimensionale che tridimensionale molto dettagliata, sia dal punto di vista anatomico che funzionale, degli organi del paziente sottoposto ad indagine. Tali sistemi sottopongono il paziente, contemporaneamente, ad un campo magnetico statico di alta intensità, ad un campo elettromagnetico a radiofrequenza ed a campi magnetici lentamente variabili nel tempo (chiamati gradienti) per consentire la corretta visualizzazione e localizzazione di eventuali lesioni. Pertanto, i tomografi a RMN, pur fornendo indubbi benefici diagnostici, possono diventare potenziali sorgenti di rischio per i pazienti ma anche per gli operatori a causa dell'emissione di diverse componenti dello spettro elettromagnetico. Questi agenti fisici sono tutti compresi nella regione a più bassa frequenza dello spettro elettromagnetico e sono incapaci di produrre fenomeni di ionizzazione quando interagiscono con la materia. Per questo motivo i campi utilizzati nella RMN rientrano nella denominazione di radiazioni non ionizzanti (NIR). In Italia, le apparecchiature a RMN per uso medico o di ricerca sono regolate da una specifica normativa che prevede la messa in sicurezza dell'impianto ed idonee misure protezionistiche per gli operatori ed i pazienti. Nella tabella 1. sono riportati i riferimenti normativi, gli articoli attualmente vigenti e quelli abrogati: 8 Tabella 1. DECRETI ARTICOLI E ALLEGATI ARTICOLI VIGENTI ABROGATI D.M. 29/11/85 - tutti gli articoli D.M. 02/08/91 articolo 7 e allegati da 1 e 6 1,2,3,4,5 e 6 D.M. 03/08/93 articoli 2, 4, 5 ed allegati A e B 1e3 D.P.R. 542/94 tutti gli articoli - Esistono, inoltre sentenze della Corte Costituzionale interpretative delle norme. Nel regolamento emanato con il D.P.R. 542/94 sono individuate e classificate in gruppi le apparecchiature diagnostiche a RMN che devono essere autorizzate da parte del Ministero o della Regione e quelle che non necessitano di autorizzazione per l’installazione e l’uso. I diversi regimi autorizzativi dipendono dal valore del campo statico di induzione magnetica dell’apparecchiatura e dalla possibilità di eseguire esami diagnostici sull’intero corpo o sui soli arti come riassunto nella tabella2.: Tabella 2. CLASSIFICAZIONE CMS UTILIZZO AUTORIZZAZIONE Settoriali Inferiore a 0,5 T e clinico Non necessaria clinico Regione o Prov. riservate ad arti Gruppo A Inferiore a 2 T Auton. Gruppo B Superiore a 2 T ricerca Ministero della Sanità Il DPR 542/94 impone che le apparecchiature a RMN operino sotto la responsabilità di un Medico Specialista in Radiologia il quale ha il compito di gestire la sicurezza 9 dell’impianto in collaborazione con l’Esperto Responsabile della Sicurezza che è un laureato con particolari conoscenze specifiche sulla RMN. La figura del Medico Responsabile dell’impianto è sempre richiesta mentre quella dell’Esperto Responsabile della Sicurezza è obbligatoria per le apparecchiature che necessitano di autorizzazione (Tabella 3.). Tabella 3. CLASSIFICAZIONE MEDICO ESPERTO APPARECCHIATURA RM RESPONSABILE RESPONSABILE ALLA SICUREZZA Settoriale obbligatorio non obbligatorio Gruppo A obbligatorio obbligatorio Gruppo B obbligatorio obbligatorio La protezione e sorveglianza delle persone esposte comprende la stesura, da parte dell’Esperto Responsabile in collaborazione con il Medico responsabile, di un Regolamento di sicurezza che dovrà contenere anche le indicazioni di tutti i casi di possibile controindicazione all’analisi RMN e/o all’esposizione al campo magnetico statico, ai campi elettromagnetici lentamente variabili e ai campi a radiofrequenza generati durante il funzionamento dell’apparecchiatura nonché i potenziali rischi derivanti dall’uso. 10 3.1 MISURE PER LA SICUREZZA DEI LAVORATORI AI CAMPI MAGNETICI STATICI La normativa vigente stabilisce limiti di esposizione in funzione dell’intensità del campo e della parte esposta. Nella tabella seguente sono riportati i limiti di esposizione, contenuti negli allegati 1 e 4 del D.M. 02/08/91, ritenuti accettabili per il corpo intero e gli arti (Tabella 4.): Tabella 4. PARTE ESPOSTA INTENSITÀ DI DURATA MASSIMA CAMPO MASSIMO DELL’ESPOSIZIONE corpo 200 mT 1 ora/giorno corpo 2T 15 min/giorno arti 2T 1 ora/giorno arti 4T 15 min/giorno 4. LINEE GUIDA INTERNAZIONALI SUI LIMITI DI ESPOSIZIONE A CAMPI MAGNETICI STATICI Il rapido sviluppo nell’industria e in medicina di tecnologie che usano campi magnetici statici ha prodotto un aumento dell’esposizione umana a questi campi ed ha portato a numerosi studi scientifici sui loro possibili effetti. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha recentemente prodotto un documento di criteri sanitari relativamente ai campi elettrici e magnetici statici, nell’ambito dell’Environmental Health Criteria Programme (OMS 2006), che funge da database scientifico per lo sviluppo delle linee guida che vengono descritte nel presente documento e che sostituiscono quelle pubblicate dall’ICNIRP nel 1994 (ICNIRP 1994). 11 4.1 LIMITI DI ESPOSIZIONE PROFESSIONALI I limiti per esposizioni professionali di queste linee guida vengono applicati a coloro che sono esposti a campi magnetici statici per l’esecuzione delle loro normali attività lavorative o per compiti loro assegnati. Si raccomanda che l’esposizione professionale della testa e del tronco non superi un valore di picco spaziale dell’induzione magnetica pari a 2 T, tranne nella seguente circostanza: per attività lavorative per cui si rendano necessarie esposizioni al di sopra di 2 T, si possono consentire esposizioni fino a 8 T se l’ambiente è controllato e se vengono messe in atto adeguate procedure di lavoro che controllino gli effetti indotti dal movimento. Gli effetti sensoriali dovuti al movimento all’interno del campo possono essere evitati rispettando le restrizioni di base fissate nelle linee guida per i campi ELF. Se limitate alle estremità, sono accettabili esposizioni massime fino a 8 T. Lo sviluppo di linee guida per i campi magnetici statici pone due difficili problemi. In primo luogo se, e in quale misura, le linee guida debbano consentire la possibilità che, in alcuni lavoratori esposti, si manifestino effetti sensoriali temporanei, senza conseguenze note a lungo termine o patologiche. In secondo luogo, quanto le restrizioni debbano proibire livelli di esposizione superiori a quelli a cui arrivano le esperienze sull’uomo e per i quali quindi non vi siano effetti nocivi noti, ma interrogativi dovuti alla mancanza di conoscenze. Riguardo al primo problema l’ICNIRP ritiene che esistano situazioni professionali in cui, con adeguate informazioni e addestramento, è ragionevole che i lavoratori accettino volontariamente e consapevolmente la possibilità di effetti sensoriali transitori come la nausea, perché non si ritiene che questi portino a effetti sanitari a lungo termine o patologici. Riguardo al secondo aspetto, l’ICNIRP ritiene che le esposizioni consentite dalle linee guida debbano basarsi su livelli per i quali vi sia un’evidenza apprezzabile sull’uomo e che non si dovrebbe oltre questi semplicemente per mancanza di evidenze di effetti nocivi. 12 Dopo la pubblicazione delle linee guida del 1994, ci sono stati diversi studi su soggetti esposti a campi magnetici statici fino a 8 T (Kangarlu et al 1999; Chakeres et al 2003a, 2003b; Glover et al 2007). Al di sopra di 2 T sono stati occasionalmente osservati, in qualche persona, effetti transitori come vertigini, nausea e fosfeni, ma non si è trovata alcuna evidenza di effetti sanitari irreversibili o gravi. Poiché il sistema vestibolare è stimolato in modo ottimale da campi elettrici indotti e da correnti indotte di bassa frequenza (attorno a 1 Hz) (Stephen et al 2005) a livelli inferiori alle soglie per la stimolazione nervosa (Glover et al, 2007), si considera che la protezione da vertigini e nausea fornisca un’adeguata protezione anche dagli altri effetti delle correnti indotte nella testa e nel tronco, come la stimolazione dei nervi periferici. Nei luoghi di lavoro in generale, il limite di esposizione è fissato a 2 T per prevenire vertigini, nausea ed altre sensazioni; tuttavia, per specifiche applicazioni professionali, quando l’ambiente è controllato e sono messe in atto adeguate procedure di lavoro, è accettabile l’esposizione fino a 8 T. Il grado di queste sensazioni dipende molto da fattori individuali come la propensione personale a malesseri dovuti al moto e la velocità di movimento nel campo; quindi, se un individuo sperimenta tali effetti, può evitarli o ridurli al minimo muovendosi il più lentamente possibile. Sulla base di modelli del flusso sanguigno in vasi più di quelli della testa e del tronco, nonché dell’esperienza fornita dalle sorgenti esistenti, non si prevedono effetti nocivi nelle estremità a seguito di esposizioni fino a 8 T. Non vi sono dati su cui poter basare, per le estremità, un limite di esposizione più alto. 13 Tabella 5 . Limiti di esposizione professionale ai campi magnetici statici ESPOSIZIONE PROFESSIONALE INDUZIONE MAGNETICA Esposizione della testa e del tronco 2T Esposizione delle estremità 8T L’ICNIRP raccomanda che questi limiti siano operativamente considerati come limiti di esposizione di picco spaziale. Per specifiche applicazioni professionali può essere giustificata l’esposizione fino a 8 T se l’ambiente è controllato e se si applicano adeguate procedure di lavoro per controllare effetti indotti dal movimento. Non sono disponibili informazioni sufficienti su cui basare limiti di esposizione oltre 8 T. 5. STUDIO SULLA VALUTAZIONE DELL’ESPOSIZIONE AL CAMPO MAGNETICO STATICO IN PROSSIMITA’ DEL MAGNETE DI RISONANZA Nella diagnostica di Risonanza Magnetica, il personale sanitario può essere esposto al campo magnetico statico pur trovandosi al di fuori del tomografo RM. Il movimento del corpo attraverso il campo magnetico statico generato dal magnete superconduttore principale può provocare l'induzione di campi elettrici e correnti elettriche nei tessuti. Recentemente uno studio - H. Wang, A. Trakic, F. Liu, and S. Crozier: “Numerical Field Evaluation of Healthcare Workers When Bending Towards High-Field MRI Magnets”. Magnetic Resonance in Medicine 59:410–422 (2008) - molto accurato presenta una valutazione degli effetti del campo magnetico statico al quale sono sottoposti gli operatori nel piegarsi verso il gantry di tre tipi di magnete superconduttore (1,5 T, 4 T, e 7 T). Le simulazioni sono state effettuate con dei modelli anatomicamente equivalenti a soggetti maschili e femminili. I risultati delle indicano che l’operatore è soggetto ad 14 alterazioni fisiologiche dovute al campo magnetico, in particolare quando l'operatore RM è flesso in vicinanza del magnete principale. Oltre a esercitare forze idrodinamiche traslazionali sulla carica in movimento del flusso sanguigno, forti campi magnetici statici potrebbero anche comportare l'induzione di correnti nel corpo. Inoltre i movimenti del corpo attorno a un magnete superconduttore da 4 T possono indurre degli effetti a livello fisiologico nei tessuti in prossimità del campo magnetico. Un certo numero di risposte fisiologiche sono state riportate, come mal di testa, nausea, vertigini, fosfeni (luce che lampeggia), torpore e formicolio, perdita di propriocezione ed equilibrio, e un sapore metallico in bocca associati ad un vigoroso movimento della testa. L'obiettivo della ricerca riportata è quello di valutare l’esposizione a varie angolazioni di piegamento in relazione alla distanza dal gantry (Fig. 1). Sono state eseguite varie misure di campo magnetico per i tessuti del sistema nervoso centrale, cuore, muscoli, pelle, e grasso. Sono stati utilizzati due modelli di corpo suddivisi in voxel e nei quali è stato possibile discriminare 40 tipi di tessuti, ognuno con un proprio valore di conducibilità per simulare la flessione verso i campi magnetici statici effettuata dai lavoratori durante l'assistenza sanitaria. Ogni voxel nella metà superiore del modello di corpo è fisicamente ruotato in avanti di un determinato angolo, rispetto al perno. La metà inferiore dei voxels del modello rimane ferma. Tramite retroproiezione è stato fatto combaciare ogni voxel del modello in posizione eretta con quello durante il piegamento. Questo imita grossolanamente il naturale allungamento dei muscoli, i tessuti e dello scheletro mentre il corpo è in piegamento. Durante il piegamento del modello di corpo il vettore velocità | max| è tangente alla traiettoria circoscritta dai voxels in fase di rotazione. Poiché la velocità angolare è costante e la distanza tra i voxels e il centro di rotazione (pivot) è variabile, la velocità dei voxels più lontani dal pivot è più grande e per quelli che sono più vicini al pivot, le velocità tangenziali totali sono più piccole: | v| = wB ∙ rV 15 dove | v| è il modulo della velocità totale dei voxels (indice V-esimo) in ms-1, wB è la velocità angolare della metà superiore del modello di corpo in rads -1, e rV è il raggio o distanza tra il voxels V e il pivot in metri. La velocità totale voxel dipendente è poi suddivisa nella sua componente vettoriale relativamente alla direzione del moto e all'angolo di piegamento f. Le grandezze della componente vettoriale sono quindi utilizzate per valutare il campo elettrico primario 1. Poiché la metà del modello di corpo sottostante al pivot è assunta essere ferma, non ha nessuna componente della velocità e quindi non vi sono campi elettrici indotti. Fig. 1 - Piegamento del modello di corpo in direzione del gantry. La distanza minima tra la superficie del modello e il bordo del tomografo RM è stata assunta di 10 mm, vale a dire, al modello del corpo non è permesso di toccare o coincidere fisicamente con uno dei sistemi di risonanza magnetica, in quanto ciò potrebbe alterare i valori risultanti dalle misurazioni del campo. 16 I modelli di corpo erano di fronte all'ingresso del tomografo e si trovavano ad una certa distanza da questo tale che ci sarebbe stato una distanza minima di 10 mm tra la testa e la fine del tomografo quando il modello del corpo si fosse trovato piegato in un angolo f= 90°. In altre parole, il modello della testa non sporge all'interno del gantry. Nella simulazione l'angolo di curvatura è stato variato da f= 0 ~ 80° con incrementi di Δf=5°. Una serie di studi computazionali indica che vi sia un risultato differente a seconda delle dimensioni dei voxels sui calcoli di campo elettrico e la densità di corrente. Per esempio, al diminuire della dimensione del voxel, il valore di picco della densità di corrente aumenta. Da questi risultati registrati durante le varie fasi di piegamento del modello di corpo in differenti angolazioni e distanze di fronte al tomografo RM si nota che il picco dei campi aumenta quando il corpo è piegato nell'angolo massimo di 80° ed è posizionato vicino al bordo interno del magnete superconduttore. Il picco registrato nel modello di corpo femminile è sempre un po’ più grande rispetto a quello indotto nel maschio e questa differenza aumenta con l’aumentare del campo magnetico statico. Questa differenza è probabilmente una conseguenza delle disparità anatomiche tra i modelli maschili e femminili. Tuttavia, non esiste una legge che stabilisca il rapporto tra l’induzione in situ del campo elettrico e l’intensità di campo magnetico statico a causa dell'effetto di differenti profili di campo. Il picco registrato di valori di campo indotto nei modelli di corpo aumenta di intensità all’aumentare della forza del campo magnetico statico, anche se non è stata stabilita alcuna relazione matematica conclusiva. Inoltre, i campi indotti aumentano all’aumentare dell’angolo di piegamento. Sono state eseguite dodici simulazioni. La Fig. 2 mostra i risultati selezionati in termini di profili sagittali di campo elettrico indotto lungo l'asse centrale del modello di corpo femminile ottenuti nel corso di movimenti di flessione di fronte a tutti e tre i magneti superconduttori all’angolo di piegamento che corrisponde al caso peggiore. Inoltre, in esposizioni al campo statico, la quantità di campo indotto dipende in larga misura dalla velocità totale del comparto dei tessuti in cui i campi sono valutati e 17 quindi dalla velocità di movimentazione del corpo nel campo. Pertanto, elevati valori di campo elettrico indotto sono notevoli nelle periferie della testa e del tronco (maggiore velocità), con bassi valori di campo elettrico nella parte inferiore del corpo vicino alla flessione del perno (velocità minore). Ne consegue che l'induzione di campi elettrici nel cuore (che si trova vicino al centro del tronco) rispetto ad altri tessuti vicino alla superficie del corpo è ragionevolmente piccolo, come le Fig. 1 e 2 mostrano. Notiamo inoltre che i campi indotti al di sotto del pivot sono pari a zero in esposizioni a campi statici (Fig. 2), la restante parte del corpo, cioè gambe e bacino, viene considerata stazionaria in quella regione. Nella Fig. 2, si evidenzia che, poiché le regioni al di sotto del pivot del corpo sono più lontane dai campi magnetici di forte intensità delle bobine di gradiente, l'induzione è minima. Poiché la densità di corrente si riferisce al campo elettrico moltiplicato per la conducibilità dei tessuti, elevati valori di densità di corrente si verificano quando si hanno elevati valori di campo elettrico combinati con elevate conducibilità, come nei muscoli e nel liquor. Dai risultati illustrati nella Fig. 2, le intensità maggiori di campo sono indotte nel tronco encefalico, nel cervelletto, nei lobi temporali e frontali, nella superficie del cervello, negli occhi, nel naso, nella bocca, nella tiroide e nel tessuto muscolare della parte superiore della schiena. Fig. 2 - Distribuzione dell’intensità di corrente nel modello femminile esposto al campo magnetico di 1.5T, 4T, 7T, e all’angolo massimo di piegamento di 80°. Frequentemente sono state riportate le risposte fisiologiche di eccitazione nervosa sotto i 4 T, quali mal di testa (superficie del cervello), nausea e 18 vertigini (cervello in generale), fosfeni (occhi), intorpidimento e formicolio (schiena muscolare), perdita di propriocezione ed equilibrio, e un gusto metallico in bocca (naso e bocca). Inoltre, il livelli di campo indotto nel modello femminile durante la flessione verso il gantry sono più grandi di quelli stimolati nel maschio, in particolare nella pelle, grasso, tessuto muscolare e tessuto cerebrale. Secondo questo studio l’esposizione dell’operatore al campo magnetico statico e la conseguente presenza di correnti indotte può superare i limiti definiti nelle linee guida ICNIRP per l’intensità del campo magnetico statico. Questo suggerisce chiaramente che possono essere indotte delle correnti nel sistema nervoso centrale e in altri tessuti del corpo anche durante semplici movimenti di flessione verso il gantry di un magnete di 1.5 T. 6. RILEVATORI DI CAMPO MAGNETICO La dosimetria in campo radiologico è una disciplina tecnico-scientifica che valuta, sia sperimentalmente che mediante calcoli teorici, le distribuzioni dell’assorbimento delle radiazioni ionizzanti quando esse interagiscono con il corpo umano. In Risonanza Magnetica non si può parlare di dosimetria ma di rilevazione, in quanto il campo magnetico statico non viene assorbito dal corpo umano. Poiché le ditte utilizzano impropriamente la denominazione “dosimetro” per analogia con le radiazioni ionizzanti, da qui in poi userò il termine “dosimetria”, anche se impreciso. Attraverso l’utilizzo di dosimetri per risonanza magnetica è possibile registrare la presenza e l’intensità del campo magnetico, in modo da monitorare l’esposizione dell’operatore a tali forze di campo ed assicurare che tale esposizione sia mantenuta nei limiti previsti dalla legge. Attualmente in Italia esistono due ditte che producono dosimetri per risonanza magnetica, Te.Si.A Srl (Mafiss) (sito: http://www.tesiasrl.it/) e TECNORAD Srl (Talete) (sito: http://www.tecnorad.it/) che offrono commercialmente il primo ed 19 unico sistema di dosimetria personale per campi magnetici statici, prodotto e brevettato da AITECH (sito: http://www.aitech.rm.it ). I dosimetri per risonanza magnetica sfruttano dei sensori ad effetto Hall per generare un segnale elettrico proporzionale al campo magnetico da misurare. 6.1 L’EFFETTO HALL L'effetto Hall consiste nella formazione di una differenza di potenziale sulle facce opposte di un conduttore elettrico dovuta a un campo magnetico perpendicolare alla corrente elettrica che scorre in esso. Quando sui terminali di un conduttore si applica una tensione V, questa, crea un flusso di elettroni dal punto A verso il punto B. Se si Fig. 3 - Schema simbolico di un sensore ad effetto Hall avvicina un magnete al conduttore (Fig.4), il flusso di elettroni subisce una deviazione dal percorso rettilineo, con un certo addensamento verso il punto D ed un diradamento nella zona prossima al punto C su di loro agisce la forza di Lorentz: dove: · q è la carica dell'elettrone pari a −1,6 · 10−19 C. · v è la velocità dell'elettrone e B è il campo magnetico Fig. 4 – Interpretazioni schematiche dell'effetto Hall 20 Il risultato elettrico più appariscente è quello della presenza di una tensione, fra i punti C e D, segnalata dall'indice del voltmetro. Invertendo le polarità del magnete, anche la corrispondente concentrazione di elettroni e la deviazione dell'indice dello strumento si invertono. Con il risultato che il punto C è questa volta più negativo del punto A e l'indice del voltmetro flette verso i valori positivi. In generale, dunque, la tensione di Hall si manifesta quando un campo magnetico di intensità H coinvolge, trasversalmente, un conduttore percorso da corrente ed è rilevabile fra le estremità delle due sezioni perpendicolari. 7. DOSIMETRI PERSONALI La correlazione tra l’esposizione del personale sanitario al campo magnetico statico e gli eventuali effetti biologici derivanti è piuttosto complessa, in quanto i fattori che possono influenzarla sono molteplici, tra i quali: A. Parametri legati alla sorgente del campo magnetico: intensità e tipo di magnete; B. Parametri legati all’esposizione: tessuto ed organo esposto (permeabilità, conduttività, ecc.), polarizzazione (seduto, in piedi, sdraiato, etc.), tipo di esposizione. Considerando, inoltre, che il personale tecnico professionalmente esposto (ovviamente non portatore di: pacemaker, protesi metalliche, medicamenti, etc.), non permane in un preciso punto per l’intero turno di lavoro ma risulta esposto a campi magnetici ad intensità variabile, non si ritiene scientificamente corretta una «dosimetria di massa» attraverso un solo dosimetro inserito nella zona o locale di rischio. Si ritiene, invece, indispensabile per il lavoratore o l’individuo professionalmente esposto, la conoscenza dell’intensità del campo magnetico statico correlato con il tempo di permanenza a tale valore e dunque effettuare una misura che sia sempre collegata all’effettivo spostamento del lavoratore durante lo svolgimento delle sue funzioni lavorative. Tale risposta si può però avere solo con un 21 apparecchio di misura personale di tipo intelligente che gestisca i valori rilevati correlandoli con il tempo di esposizione. 7.1 MATERIALI E METODI Con l’ausilio di un Gaussmetro è stato possibile misurare i valori di intensità di campo ai quali sono sottoposti gli operatori sanitari che svolgono il loro turno lavorativo in risonanza magnetica durante l’esecuzione di tre tipologie di esami, quali encefalo, addome e colonna lombo-sacrale. Nelle Tabelle 6.,7.,8., sono riportate le misure dei tempi di permanenza (s) degli operatori per varie tipologie di esame, e le relative intensità del campo magnetico (G). Le misure sono state effettuate all’altezza di 150 cm dal pavimento ad una distanza fissa dal lettino di 20 cm, variando quindi la posizione lungo l’asse Z. Si introduce un indicatore di esposizione definito dal tempo totale di esposizione e dal valore medio pesato sui tempi (Somma dei prodotti tempo * intensità divisa per il tempo totale) del campo magnetico alle varie posizioni. E’ possibile notare chiaramente come siano variabili i valori dei tempi di esposizione e delle intensità di campo magnetico statico all’operatore durante l’esecuzione degli esami. L’esame di risonanza magnetica all’encefalo è stato effettuato con un tomografo Siemens da 1 T, mentre gli esami di risonanza magnetica all’addome e alla colonna lombo-sacrale sono stati effettuati con un tomografo Siemens da 1.5 T. 22 Tabella 6. Magnete da 1 T TIPO DI ESAME ENCEFALO ENCEFALO ENCEFALO pz.1 pz.2 pz.3 86 s, 802 G 38 s, 802 G 59 s, 802 G CENTRATURA 5 s, 870 G 7 s, 870 G 4 s, 870 G DIMISSIONE 98 s, 840 G 65 s, 840 G 54 s, 840 G INDICATORE 189 s, 822 G 110 s, 828 G 117 s, 821 G ADDOME ADDOME ADDOME pz.1 pz.2 pz.3 POSIZIONAMENTO 227 s, 570 G 176 s, 570 G 230 s, 570 G CENTRATURA 10 s, 1180 G 125 s, 1180 G 17 s, 1180 G DIMISSIONE 79 s, 590 G 119 s, 590 G 92 s, 590 G INDICATORE 316 s, 594 G 420 s, 757 G 339 s, 606 G POSIZIONAMENTO ESPOSIZIONE Tabella 7. Magnete da 1.5 T TIPO DI ESAME ESPOSIZIONE 23 Tabella 8. Magnete da 1.5 T TIPO DI ESAME RACHIDE LS RACHIDE LS RACHIDE LS pz.1 pz.2 pz.3 POSIZIONAMENTO 93 s, 513 G 98 s, 513 G 92 s, 513 G CENTRATURA 8 s, 1700 G 30 s, 1700 G 12 s, 1700 G DIMISSIONE 54 s, 817 G 11 s, 817 G 34 s, 817 G INDICATORE 155 s, 680 G 139 s, 793 G 138 s, 691 G ESPOSIZIONE Verosimilmente l’operatore che svolge la propria attività con un magnete da 1 T sarà soggetto ad un’intensità di campo magnetico medio inferiore, a parità di tempo e distanza, rispetto ad un operatore che svolge la propria mansione con un magnete da 1.5 T. Di seguito sono riportate le linee di campo magnetico dei due tomografi Siemens con i quali sono state effettuate le misure (1T e 1.5T). 24 Fig. 5 - Mappa isolivelli RM Siemens 1.5 Tesla – Radiologia Ospedale Civile Maggiore – VR Fig. 6 - Sezione isolivelli RM Siemens 1.5 Tesla – Radiologia Ospedale Civile Maggiore - VR 25 Fig. 7 - Mappa isolivelli RM Siemens 1.0 Tesla – Neuroradiologia Ospedale Civile Maggiore – VR Fig. 8 - Sezione isolivelli RM Siemens 1.0 Tesla – Neuroradiologia Ospedale Civile Maggiore – VR 26 Fig. 9 - Classificazione delle aree di lavoro Sono state effettuate otto misure di intensità del campo magnetico statico, attraverso l’ausilio di un Gaussmetro, di un magnete di 1.5 T a 110 cm da terra e a 20 cm dal bordo lettino, variando di volta in volta solo la distanza dal gantry. Successivamente sono state effettuate le stesse misure (alle stesse distanze) utilizzando i dosimetri Mafiss e Talete in modo da confrontarne i valori con quelli ottenuti attraverso il Gaussmetro e testare l’accuratezza dei dosimetri. Nell’effettuare la media dei valori nei vari range temporali, sono stati presi in considerazione quelli centrali corrispondenti all’intervallo di tempo in cui il dosimetro è permanso fermo e nel punto stabilito, poiché, prima del raggiungimento 27 dell’esatta posizione, il dosimetro ha subito degli spostamenti rilevando valori di campo magnetico che inficerebbero la validità del risultato. Non è stato possibile stabilire quale dei due dosimetri è più accurato poiché, per motivi tecnici, non è stato possibile effettuare le misure sullo stesso magnete e simultaneamente, ma su magneti diversi (aventi comunque una intensità di campo di 1.5T) e in giorni differenti. Conseguentemente, data la differenza delle linee di campo tra un magnete e l’altro, anche se minima, e tenendo in considerazione il margine di errore durante il posizionamento dei dosimetri nelle diverse giornate e nelle coordinate spaziali stabilite, i valori misurati non possono essere considerati assoluti . E’ possibile tuttavia affermare che entrambi i dosimetri possiedono una buona capacità di rilevazione e che i risultati ottenuti dalle misurazioni dosimetriche sono accettabili e numericamente vicini a quelli rilevati attraverso il Gaussmetro. Fig. 10 - Schema delle distanze con le quali sono state effettuate le misurazioni dosimetriche. 28 Tabella 9. Misurazioni dell’intensità del campo magnetico statico effettuate con il Gaussmetro DISTANZA INTENSITA’ DEL INTENSITA’ INTENSITA’ DAL CAMPO MISURATA MISURATA GANTRY MAGNETICO CON TALETE CON MAFISS 20 cm 2.520 Gauss 2.460 Gauss 2.558 Gauss 40 cm 1.900 Gauss 1.900 Gauss 1.548 Gauss 60 cm 997 Gauss 870 Gauss 884 Gauss 80 cm 425 Gauss 410 Gauss 502 Gauss 100 cm 260 Gauss 230 Gauss 356 Gauss 120 cm 145 Gauss 130 Gauss 288 Gauss 150 cm 67 Gauss 60 Gauss 229 Gauss 200 cm 22 Gauss 40 Gauss 194 Gauss 29 Fig. 11 - Grafico dei valori di Campo Magnetico Statico in relazione al tempo. Le misure sono state effettuate alle seguenti distanze:110cm da terra, 20cm dal bordo lettino, e rispettivamente 20-40-60-80-100-120-150-200cm dal gantry. Fig. 12 - Grafico dei valori di Campo Magnetico Statico in relazione al tempo. Le misure sono state effettuate alle seguenti distanze:110cm da terra, 20cm dal bordo lettino, e rispettivamente 20-40-60-80-100-120-150-200cm dal gantry. 30 Ogni dosimetro è stato posto nei punti precedentemente descritti per un intervallo di tempo di circa 2 minuti. Dato che la frequenza di campionamento dei dosimetri è di 1 secondo per il Mafiss e 0.1 secondi per il Talete, è stato possibile ottenere misure ripetute di valori di campo magnetico. Dalla distribuzione normale dei dati è stato ricavato il valore medio del campo magnetico misurato in un punto (valori riportati in Tabella 9). E’ stata valutata la precisione dei due dosimetri, calcolando la dispersione della distribuzione normale s dell’insieme di misure ad una prefissata intensità di campo magnetico. Si è assunto, come indice di precisione, un intervallo di confidenza da -3s a +3s in modo che la probabilità associata è 99,7%. Ovvero solo lo 0.3 % delle determinazioni statisticamente ha valori esterni all’intervallo scelto. Dal confronto dei risultati si evince che il sistema dosimetrico Talete è superiore in precisione rispetto al sistema Mafiss (Tabella 10). Tabella 10. Misurazione della precisione dei dosimetri Talete e Mafiss (a varie distanze dal gantry). 3 s TALETE 3 s MAFISS 0.45 12.37 0.56 10.04 0.17 12.21 0.46 6.01 1.02 7.60 0.00 8.96 0.62 9.04 1.50 10.24 31 Fig. 13 - Grafico dei valori di Campo Magnetico Statico in funzione della distanza dal gantry. Le misure effettuate con Talete sono molto precise (le barre di incertezza su Bmedio non sono visibili). Fig. 14 - Grafico dei valori di Campo Magnetico Statico in funzione della distanza dal gantry. Le misure effettuate con Mafiss mostrano una minor precisione (sono visibili nel grafico le barre di incertezza). 32 Tabella 11. Misure effettuate a 170 cm da terra per la testa e 117 cm da terra per le mani, cambia solo la distanza dell’operatore dal gantry per i vari tipi di esame. ENCEFALO (1 T) ADDOME (1.5 T) COLONNA L-S (1.5 T) DISTANZA 30 cm dal gantry 56 cm dal gantry 70 cm dal gantry MANI 1900 Gauss 1427 Gauss 1130 Gauss TESTA 240 Gauss 980 Gauss 230 Gauss Le misure sono state effettuate simulando la posizione del TSRM per tipici esami e misurando sempre un campo massimo di circa di 250 mT. Come già detto, i limiti di legge sono: INTENSITÀ DI CAMPO MASSIMO > 200 mT Ipotizzando un numero di esami pari a DURATA MASSIMA DELL’ESPOSIZIONE 1 ora/giorno 20 esami/gg otteniamo un tempo di esposizione di 3 minuti/esame, tempi effettivamente prossimi a quelli reali necessari al posizionamento del paziente. Da questo la necessità di rilevazione dell'intensità di campo personalizzata per ogni lavoratore. 33 7.2 RIDUZIONE DELL’ESPOSIZIONE DEL T.S.R.M. Durante l’esecuzione degli esami il Tecnico di Radiologia è sottoposto a forze di campo frequentemente variabili e dipendenti da fattori poco costanti e difficilmente prevedibili. La distanza e la posizione che l’operatore occupa all’interno della diagnostica, e il tempo di permanenza in essa, dipendono dal tipo di paziente (giovane, anziano, collaborante, deambulante, claustrofobico, ansioso…), dal tipo di esame da eseguire e dalle conoscenze del paziente inerenti all’esame. Per tali ragioni le misure sopra elencate sono riferite ad esami effettuati su pazienti “ideali”, pertanto i tempi e l’esposizione al campo magnetico statico possono subire delle variazioni se effettuate in altre condizioni. In tutti i casi è possibile adottare delle manovre che possono ridurre notevolmente l’esposizione del tecnico di radiologia al campo magnetico statico. La prima strategia da attuare è quella di permanere all’interno della sala magnete per il minor tempo possibile svolgendo all’esterno della sala magnete tutte le operazioni che non necessitano della presenza del paziente all’interno della sala, e quindi anche dell’operatore. E’ possibile preparare all’esterno della sala magnete una breve anamnesi, informare il paziente sulle modalità di esecuzione dell’esame e sulla preparazione da effettuare., chiedere notizie riguardanti esami precedenti qualora ce ne fossero, rassicurare il paziente se occorre. All’interno della sala magnete il tecnico di radiologia deve mantenere la maggiore distanza possibile dal magnete, compatibilmente con le attività da svolgere. Alcune operazioni, quali: la pulizia del lettino e dei dispositivi di contenimento o degli ausili per il paziente, la preparazione della pompa per l’infusione del mezzo di contrasto e l’assistenza al paziente, possono essere effettuate mantenendo la distanza massima dal magnete senza inficiarne l’efficacia. Ultimo accorgimento, ma non meno importante, tutte le operazioni di centratura del paziente e di posizionamento delle bobine possono essere effettuate distendendo al massimo le braccia in modo da allontanare la testa e il tronco dal centro del magnete, risparmiando l’esposizione di quest’ultime a scapito degli arti. 34 Osservando questi piccoli accorgimenti, che dovrebbero far parte delle abitudini di tutti i tecnici di radiologia che svolgono la loro attività nella diagnostica di risonanza magnetica, si otterrebbe un risparmio notevole di esposizione. 8. SISTEMA PER IL RILEVAMENTO DEI CAMPI MAGNETICI STATICI MAFISS Il MAFISS è un sistema progettato e dimensionato per l’acquisizione e la gestione automatica di tutte le misure con la successiva elaborazione delle stesse in località remota. Il sistema comprende quattro unità indipendenti: 1. Dosimetro per campi magnetici: Magnetic Fields Dosimeter (MFD) 2. Unità per la carica/scarica batterie dei dosimetri: Dosimeter Recharging Unit (DRU) 3. Unità computer locale: Local Computer Unit (LCU) 4. Unità computer remota: Remote Computer Unit (RCU) 8.1 DOSIMETRO PER CAMPI MAGNETICI (MFD) Il dosimetro rappresenta l’unità fondamentale del sistema, effettua la rilevazione del campo magnetico in modo isotropico, memorizzando i dati in modo continuo per circa 16 ore. Ogni dosimetro rappresenta un’unità individuale alla quale viene assegnato un codice software che lo rende sempre identificabile fra gli altri. L'unità è racchiusa in un piccolo contenitore (7 x 4 x 1 cm) munito di clips e dunque facilmente indossabile. 35 8.2 UNITA’ PER LA RICARICA DEI DOSIMETRI (DRU) Fig. 15 – Dosimetro MAFISS indossato dall’operatore Fig. 16 – Dosimetro MAFISS Tale unità gestisce la carica dei dosimetri e costituisce la custodia degli stessi quando non sono usati dai tecnici. L’unità è collegata con il computer locale tramite un cavo dedicato. La DRU effettua la carica e la scarica delle batterie dei dosimetri singolarmente. La DRU effettua la carica e la scarica delle batterie dei dosimetri singolarmente. Il tempo di carica massimo è di circa tre ore e quello di scarica di circa un’ora. La DRU è protetta contro i sovraccarichi ed ogni eventuale anomalia viene comunicata all’unità locale e da questa all’unità remota. 8.3 UNITA’ COMPUTER REMOTA (LCU) Questa unità permette di essere collegati al computer locale da un luogo diverso da dove si sta effettuando il monitoraggio. Il prelievo dei dati memorizzati avviene mensilmente o, su richiesta, in periodi diversi, direttamente da parte della Società di gestione a mezzo modem (già installato nell’Unità Computer Locale) senza alcun intervento da parte del personale della struttura servita. A tale unità è quindi affidata la gestione di tutto il sistema e la successiva elaborazione dei dati raccolti 36 provenienti dalla LCU. I dati elaborati verranno inoltrati al cliente che potrà utilizzarli per una reale protezione fisica dei lavoratori monitorati. Fig. 17 – Posizionamento dei Fig. 18 – Unità per la ricarica dei dosimetri dosimetri nella DRU (DRU) 37 8.4 DESCRIZIONE DELLE OPERAZIONI I dosimetri (MFD) vengono indossati dal personale che opera negli ambienti di risonanza magnetica nucleare per tutto l’orario di lavoro. Durante il tempo massimo (10 ore) i dosimetri memorizzano le misure effettuate. Finito il periodo di lavoro ogni dosimetro viene riposto nell’unità prevista per la ricarica (CRU). In questa fase ogni dosimetro scarica tutti i dati memorizzati nell’unità computer locale (LCU). Il computer locale acquisisce e memorizza i dati di tutti i dosimetri. Ogni dosimetro ha un codice di identità per cui anche riponendolo a caso nell’unità di custodia, il computer è in grado di individuarlo. La LCU dispone di una notevole memoria di massa che gli consente un’autonomia di registrazione dei dati anche di mesi. Dopo la fase di acquisizione il sistema inizia la ricarica contemporanea di tutte le batterie. La ricarica dura circa tre ore per batterie completamente scariche. Durante questa fase occorre evitare di togliere i dosimetri dalla custodia. Se le batterie non sono completamente scariche il loro tempo di ricarica è più breve e variabile. Per questo motivo sull’unità per la ricarica sono presenti due leds per ogni dosimetro, che visualizzano lo stato di carica delle batterie. Lo scopo comunque del computer locale è di tenere disponibili i dati al computer di elaborazione remoto. Infatti il computer remoto ha la possibilità di colloquiare con il locale in ogni momento per avere tutti i dati registrati. La comunicazione fra i due avviene via modem attraverso una comune linea telefonica grazie ad un software di gestione opportunamente sviluppato. Tutti i dati ricevuti vengono elaborati dal computer remoto e tutte le informazioni riguardanti il monitoraggio saranno disponibili sia in formato numerico che grafico. Si potrà sapere quindi a quale livello di campo magnetico l’operatore in esame è stato esposto e per quanto tempo. I dati verranno visualizzati nei seguenti formati: · campo magnetico totale: valore medio o di picco; · campo magnetico singolo per ogni asse: valore medio o di picco. Inoltre tutte le valutazioni terranno conto degli intervalli di campo magnetico statico previsti dalla normativa vigente rapportando i valori trovati con i rispettivi limiti di range. La valutazione finale evidenzierà eventuali superamenti dei limiti imposti. 38 8.5 SPECIFICHE TECNICHE DEL MAFISS CAMPO DI APPLICAZIONE Campi magnetici statici (es.: NMR) TIPO SONDE Hall N° SONDE DOSIMETRO 3 DISPOSIZIONE SONDE NEL DOSIMETRO Ortogonali SCALA 1 – 2.000 G RICONOSCIMENTO DOSIMETRO (MDF) Automatico – via address su EEPROM PESO DOSIMETRO (MDF) 80 gr PORTA COLLEGAMENTO RS - 232 TRASFERIMENTO DATI AL PC TIPO BATTERIE NEL DOSIMETRO Ricaricabili al NiMH DURATA BATTERIE DOSIMETRO 10 - 15 h FREQUENZA DI CAMPIONAMENTO 5 sec NOMINALE CAPACITA’ MAX MEMORIA INTERNA 64 kB (1 campione = 6 Byte DOSIMETRO sui tre assi) N° MAX DATI REGISTRABILI 32.000 TRASMISSIONE DATI MDF Þ DRU Automatica impostabile durante ore notturne INTERVALLO TEMPERATURA 15 – 35 °C FUNZIONAMENTO INTERVALLO UMIDITA’ FUNZIONAMENTO 40 – 70 % CERTIFICAZIONE EEC 73/23 – 93/68 COMPATIBILITA’ EMC 89/336 DURATA CALIBRAZIONE SONDE 1 anno GARANZIA 1 anno UNITA’ DI MISURA Gauss (1 T = 10.000 G) 39 9. SISTEMA PER IL RILEVAMENTO DEI CAMPI MAGNETICI STATICI TALETE TALETE è l'innovativo sistema prodotto da TECNORAD per il monitoraggio continuo dei campi magnetici statici a cui è esposto il personale che lavora in Risonanza Magnetica Nucleare (RMN) al fine di garantire la qualità delle condizioni di sicurezza ed il rispetto dei limiti di esposizione fissati dalla norma. Fig. 19 - 20 – Dosimetro TALETE indossato dall’operatore TALETE garantisce: · il monitoraggio continuo dei campi magnetici statici e la memorizzazione dei dati rilevati; · la sorveglianza del personale esposto in RMN; · la documentazione del rispetto degli standard di sicurezza e livelli di esposizione del personale esposto in RMN fissati dalla normativa. 40 TALETE è composto da: · Unità di Monitoraggio Personale (UMP) · Software di gestione · Cavo Interfaccia · Base TALETE è installabile in pochi minuti. Per la sua attivazione è sufficiente installare il Software inviato da TECNORAD via e-mail e collegare al PC il Cavo Interfaccia inviato insieme all'Unità di Monitoraggio Personale e alla Base. 9.1 UNITÀ DI MONITORAGGIO PERSONALE L'UMP è un dispositivo portatile di piccolissime dimensioni (cm 6 x 3,5 x 2), del peso di soli 27 grammi, che l'operatore indossa agevolmente durante la permanenza in RMN grazie alla clip incorporata alla struttura dell'unità. Nel corso del monitoraggio l'UMP misura in continuo i valori di campo magnetico e contemporaneamente li registra in una memoria non volatile; tutti i dati registrati sono trasferiti tramite il software di gestione. L'UMP è dotata di speciali sensori che rilevano il campo in maniera perfettamente isotropa ed è caratterizzata dall'assenza di componenti che possono essere attratte dal campo magnetico. Durante la sua assenza, l'operatore può interrompere automaticamente il monitoraggio inserendo l'UMP nella Base. 41 9.2 BASE La Base e' realizzata per l'alloggiamento delle UMP tramite appositi connettori; e' collegabile normalmente alla rete elettrica tramite il cavo fornito in modo da permettere contemporaneamente la carica della batteria. Quando l'UMP viene inserita nella Base, in modo automatico si arresta il monitoraggio e contemporaneamente e si avvia la ricarica della batteria. La Base ha un basso contenuto di materiali ferrosi che gli permette di essere posizionata anche all'interno della sala magnete qualora il regolamento lo preveda. La Base dispone di marcatura CE (Direttiva 89/336). Fig. 21 – Posizionamento dei dosimetri nella base 42 9.3 SOFTWARE Il software realizzato da TECNORAD si installa in pochi minuti direttamente dal Cliente sul proprio PC tramite apposito file guida molto semplice. Sul PC deve risiedere il pacchetto Office 2000. Il Software gestisce le seguenti funzioni: 1. acquisizione dei dati dalle Unità di Monitoraggio Personale 2. memorizzazione dei dati su memoria di massa del PC 3. trasmissione dei dati via e-mail al Centro Elaborazione Dati TECNORAD 4. gestione e segnalazione quotidiana immediata dei dati di superamento dei limiti mediante trasmissione al Centro Elaborazione Dati TECNORAD Quotidianamente, al termine della giornata lavorativa, l'Unita' di Monitoraggio Personale deve essere collegata al PC tramite il Cavo Interfaccia per avviare automaticamente l'acquisizione dei dati memorizzati ed il calcolo del rispetto dei limiti di esposizione giornalieri. I dati giornalieri acquisiti sono inviati via e-mail a TECNORAD che a fine mese trasmette il Report al Cliente. Nel caso in cui il valore limite giornaliero di esposizione fosse stato superato nel tempo massimo consentito, il Software gestisce una segnalazione urgente all'indirizzo indicato dal Cliente. Fig. 22 – Software realizzato da Tecnorad 43 Fig. 23 - Software per l’elaborazione dei dati rilevati dal dosimetro Talete. Fig. 24 - Software per l’elaborazione dei dati rilevati dal dosimetro Talete. 44 9.4 REPORT Sulla scorta dei dati trasmessi quotidianamente dal Cliente a TECNORAD via email, viene inviato al Cliente, sempre via e-mail, il Report mensile che fornisce: · il riepilogo dell'esposizione mensile dell'operatore; · la distribuzione statistica delle misure di campo nel mese con evidenza delle fasce di rischio; · la rappresentazione grafica della distribuzione dei valori di campo mensili. Il Report evidenzia i dati per i valori di campo più significativi elencando tutti i tempi mensili di permanenza dell'operatore ai diversi valori di campo evidenziando le fasce più a rischio con diversi colori tendenti al rosso. Nel caso in cui l'esposizione giornaliera avesse superato i limiti, TECNORAD, non appena ricevuta l'e-mail quotidiana del Cliente con il riepilogo dell'esposizione giornaliera, comunica i dati via e-mail all'indirizzo richiesto. Il Report mensile indica in ogni caso i giorni in cui non è stato rispettato il limite di esposizione giornaliero così come previsto dalla normativa. 9.5 CERTIFICAZIONI DEL SISTEMA TALETE Al fine di accertare la correttezza e la qualità dei dati forniti dal nuovo sistema per il rilevamento dei campi magnetici, TECNORAD ha chiesto a due importanti Enti Pubblici di sottoporre TALETE a test approfonditi. Lo scopo delle misure effettuate è quello di valutare il grado di precisione del sistema. Il Servizio di Fisica Sanitaria dell'Azienda Provinciale Servizi Sanitari di Trento e i Laboratori Nazionali del Sud Ciclotrone Superconduttore INFN di Catania hanno effettuato prove sperimentali sulle Unità di Monitoraggio in varie condizioni di lavoro. I risultati hanno dimostrato l’eccellente grado di precisione del sistema, come sintetizzato dalle conclusioni riportate di seguito: 45 · I dati misurati sono perfettamente compatibili con l'attività svolta. · I misuratori automatici di intensità di campo magnetico hanno mostrato una buona affidabilità nel monitoraggio di ambienti in cui il campo magnetico disperso può raggiungere valori diversi e superiori del valore medio del campo magnetico terrestre. 46 10. CONCLUSIONI Pur non essendo dimostrata con evidenza scientifica la comparsa di effetti biologici permanenti derivanti dall’esposizione al campo magnetico statico, è necessario mantenere tale esposizione al livello più basso possibile, tramite degli accorgimenti che dovrebbero entrare a far parte della quotidianità dell’operatore durante i turni di lavoro. Tutto questo anche per ottemperare a precisi obblighi di legge. L’esposizione dell’operatore al campo magnetico statico dipende da fattori che non possono essere previsti a priori, di conseguenza l’operatore è esposto ad una intensità di campo magnetico variabile, come dimostrato nelle Tabelle 5-6-7. Per tali ragioni è necessario utilizzare dei dispositivi che monitorino l’intensità di campo magnetico al quale l’operatore è esposto, costantemente, per tutta la durata del turno lavorativo. L’utilizzo di un sistema di rilevazione “portatile” e “personale” del campo magnetico statico risulta, a mio avviso, l’unico mezzo efficace per assicurare all’operatore il monitoraggio continuo dell’esposizione al campo magnetico statico e il non superamento delle soglie previste dalla legge. Dalle misure effettuate si evince che entrambi i dosimetri hanno rilevato un valore di intensità di campo magnetico statico sufficientemente comparabile con le intensità rilevate attraverso il Gaussmetro. Per quanto riguarda la precisione dei due dispositivi, il Talete ha fornito un risultato migliore rispetto al Mafiss, ma entrambi i sistemi hanno una sufficiente precisione ed anche una sufficiente accuratezza per gli scopi prefissi. Bisogna comunque sottolineare che questo nuovo tipo di tecnologia è in fase di perfezionamento. 47 BIBLIOGRAFIA GENERALE [1]Mazzuccato, F. “Tecnica e Metodologia propedeutiche alla diagnostica mediante immagini”, Padova, Piccin, 1997. [2]Scatto, L. - Mirarchi, L. “Principi di Imaging della Risonanza Magnetica”. [3]Commissione Internazionale per la Protezione dalle Radiazioni non Ionizzanti (ICNIRP) “Linee Guida per la Limitazione dell’esposizione a Campi Elettrici e Magnetici Variabili nel Tempo ed a Campi Elettromagnetici (fino a 300 GHz) 1998”. [4]Pennarola –Schilliro’ p 136 segg “Campi Magnetici – Risonanza Magnetica Nucleare Effetti Biologici”. [5]H. Wang, A. Trakic, F. Liu, and S. Crozier: “Numerical Field Evaluation of Healthcare Workers When Bending Towards High-Field MRI Magnets”. Magnetic Resonance in Medicine 59:410–422 (2008) [6]Zingoni, R.- Tiberi, B- Di Nallo, A.M. “Standard di sicurezza e livelli di esposizione in Risonanza Magnetica Nucleare”. [7]MAFISS Magnetic Field Survey System – “Dosimetria Personale Risonanza Magnetica”. [8]Tecnorad Personal Dosimetry Service-Campi Magnetici. [9]Giovannetti, G., Istituto di Fisiologia Clinica – C.N.R. (Pisa) ”Effetti biologici dei campi impiegati in MR”. [10] Commissione Internazionale sulla Protezione dalle Radiazioni Non Ionizzanti(2009) “Linee Guida sui Limiti di Esposizione a Campi Magnetici Statici”. [11] Laboratorio di Fisica della Materia, Corso di Laurea in Scienza dei Materiali. A.A. 2002-2003 “Effetto Hall”. 48 RINGRAZIAMENTI Un sentito ringraziamento per la guida competente e solerte va all’Ing. Luciano Mirarchi e al Dott. Aldo Valentini, che con pazienza e spirito critico mi hanno sostenuta, consigliata e aiutata durante tutto lo svolgimento della tesi, sempre disponibili a dirimere i miei dubbi durante la stesura di questo lavoro e senza i quali non sarebbe stato possibile realizzare questo elaborato. Desidero ringraziare il Dott. Daniele Ravanelli per la sua preziosa collaborazione e prontezza nei chiarimenti e suggerimenti. Ringrazio la Dott.ssa Maria Grazia Giri per la sua disponibilità, l’Unità Operativa di Risonanza Magnetica dell’Ospedale Civile Maggiore di Borgo Trento e dell’Ospedale Santa Chiara di Trento per avermi concesso con pazienza la possibilità di effettuare le misure dosimetriche. Un grazie particolare va alla mia famiglia che con immensa fiducia mi ha sostenuta in questo percorso di studi. Infine ringrazio tutti i docenti che hanno contribuito alla mia formazione culturale e il coordinatore del corso di laurea Dott. Flavio Rigo per la guida durante questo meraviglioso percorso di vita. 49