N° 8 Fashion disco style: Night life: Egg CLUB

N° 8
Editoriale: Riflessioni di
fine anno sull’andamento
delle discoteche in una
economia in crisi e altro…
Night life: Egg CLUB,
Fura CLUB e Amnesia
djs:
ERICK LUGARESI, RAME
dei PASTA BOYS, ANDREA BELLI,
STEFANO FONTANA
PERFORMER: BABY MARCELO
ART DIRECTOR: GIULIANO BAVUTTI
Fashion disco style:
xXx, il disco party di Diesel
fashion & club life:
n° 8 - Dicembre 2008
TOYWATCH: UN orologio A
MISURA D’entertaiment
COLOPHON
Dicembre 2008
Direttore Responsabile
Lamberto Cantoni
[email protected]
Capo Redattore
Lorenzo Tiezzi
Reporters
Antonio Bramclet
Francesco Antinolfi
Art Director
Francesca Flavia Fontana
Editore
BUBU s.r.l.
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26100 Cremona
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Happy Hours è l’Organo ufficiale di
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e di Happy Hours:
Luciano Zanchi
Comitato editoriale:
Antonio Degortes
Sergio Buio
Loris fabbro
Maurizio Girolimetti
Luca Calenda
Giancarlo Barisio
Ezio Rizzoli
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SOMMARIO
03
editoriale
04
tendenze
06
club
18
clublife
22
star system
24
night & lap dance
26
top dj
30
performer
31
art director
32
disco music
34
walking class
36
miss
38
dj tracks
40
beverage
42
fashiom & club life
44
fashiom lifestyle
48
music group
50
assointrattenimento
EDITORIALE
Riflessioni di fine anno
sull’andamento delle
discoteche in una economia
in crisi e altro…
Non stiamo attraversando un momento felice. Ma c’è da dire che oramai è recessione per il nostro Paese e per tutto
l’occidente. Diamo un’occhiata agli ultimi dati quantitativi divulgati da chi se ne intende di cifre. Nei primi otto mesi dell’2008
il fatturato del tessile è calato del 6,5%; la filiera della pelle ha perso il 3,6%, l’abbigliamento presenta un anoressico +0,3%.
Il settore automobilistico ha annunciato un drammatico – 29%. E noi? Sapete benissimo che nel nostro settore non esistono
statistiche ufficiali. Tuttavia ho la sensazione che sia uno dei comparti che più risentono della crisi dei consumi. I nostri prezzi
mediamente sono fermi da anni ma indubbiamente andare in discoteca è un costo che per molti giovani rappresenta un
lusso. E’ questo uno dei motivi che determinano il successo di ciò che a noi piace definire “abusivismo di musica e ballo”:
sarebbero tutti quei pubblici esercizi o simili che non rispettando le regole riescono a proporre in pillole l’effetto discoteca a
prezzi irrisori (altro esempio di ingiustizia, noi paghiamo l’Iva al 20% mentre i pubblici esercizi pagano solo il 10%).
Quando ragioniamo sulla discoteca come dispositivo economico dobbiamo sempre considerare che i nostro prodotto
strategico (ovvero un bel locale dotato di tutti i servizi e sicuro, buona musica, eccellente sound system, personale all’altezza,
belle cubiste e animazioni spettacolari) è di fascia medio alta. In un contesto dove per la dabbenaggine degli amministratori
oramai si balla anche davanti ai bar latteria, il nostro prodotto d’entertainment viene percepito dai giovani come un lusso.
E’ proprio così irragionevole che nel tempo della crisi essi si adattino a situazioni per noi destrutturate e deludenti? Ma allora
come dobbiamo reagire? A tal riguardo dobbiamo ragionare sul fatto che per esempio nella moda le calzature di superlusso
vanno benissimo e quindi i distretti produttivi che sostengono aziende tipo Pollini e Sergio Rossi continuano a macinare
successi. Il distretto della seta di Como grazie ad un rapido cambio di marcia, ovvero puntando non solo sul filo di seta e
sul tessuto ma concentrandosi sulla stampa di qualità delle stoffe, sulle cravatte in breve optando per più contenuti moda, sta
rapidamente recuperando i fatturati persi anni addietro.
Cosa dire inoltre del distretto degli occhiali di Belluno… Luxottica e Safilo sono leder nel mondo e lo rimarranno a lungo.
Tuttavia nella moda le aziende e i distretti più reattivi alla crisi sono quelli che si sono attrezzati per l’esportazione. Ora, noi
non possiamo globalizzarci, La discoteca non può esportare nulla. Una discoteca è il territorio che la contiene. I consumi
di prodotti medio alti nel nostro paese sono calati del 4,4% durante il corso dell’anno e sarà difficile che l’arrivo del Natale
riesca a rovesciare la direzione di questi numeri. Un mercato interno depresso non lascia scampo al fatturato delle disco.
Cosa fare dunque? Io vi propongo due idee: dobbiamo resistere sul territorio costi quello che costi; dobbiamo risolvere per
quanto è possibile i nostri problemi nazionali con le istituzioni che sono stati la concausa della specificità della nostra crisi.
La resistenza sul territorio è di carattere individuale ovvero spetta ad ogni singola azienda: fate quello che dovete fare ma
rimanete vivi e operativi, questo è il mio primo messaggio per il 2009.
La soluzione dei problemi istituzionali, e vengo alla mia seconda idea, è aldilà delle risorse di ciascun singolo imprenditore
e investe pesantemente il ruolo che svolgo. A tal riguardo noi di Asso abbiamo cominciato una operazione di rimodellazione
rivoluzionaria del nostro mondo. Nelle pagine interne troverete il primo documento utile per l’inizio di una nuova stagione
nei rapporti tra noi e il Governo. Noi produrremo più sicurezza ma in cambio reclamiamo la possibilità di crescere dal punto
di vista economico e di non essere più indicati come colpevoli di ogni disagio tra i giovani.
Non c’è nessuna azienda in nessun Paese che possa prosperare senza che il proprio mercato interno non ritrovi l’equilibrio.
Quindi è giusto negoziare con i politici il senso del nostro lavoro. Ovviamente è mia precisa intenzione di non buttare via le
nostre fondamenta fatte di libertà e di creatività che sono il succo della nostra cultura aziendale, sono la nostra anima senza
la quale la crescita avrebbe poco senso.
Luciano Zanchi
(Presidente nazionale Asso-intrattenimento)
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tendenze
Tendenza
o Ricerca?
di Lamberto Cantoni
tendenze
sguardo dell’imprenditore.
Questi art director e pierre furono chiamati a svolgere un ruolo professionale su tematizzazioni impossibili da sostenere e applicavano
alla lettera le regole sintomali della società dello spettacolo: è tendenza solo ciò che funziona; ciò che funziona riempie di giovani ogni
luogo; solo le situazioni affollate sono da imitare… morale della favola: tutti hanno cominciato a fare le stessa cosa di tutti. Cosa succede
in questi casi? Semplice, l’emulazione stupida genera inflazione e disattiva il potenziale di spettacolo della discoteca. In questo caso ci
fu un’aggravante. Imitando tutti l’effetto rave si sono massimizzate le negatività e le tensioni che generava. Col senno di poi possiamo
ragionevolmente sostenere che il risultato è stato catastrofico.
Quale lezione possiamo trarre da quell’esperienza? Cerchiamo di comprendere fino a che punto è stato un errore. Per aziende
bisognose di un supporto marketing è molto attraente l’idea che esistano persone capaci di interpretare il gusto della gente in modo
semplice e chiaro come di solito fa il trendsetter o coolhunter generazionale. Guardandoli o ascoltandoli una persona normale ha
la percezione (illusoria) che essi vivano già nel futuro. In effetti è molto comodo ascoltare le loro favole… Che alternativa potevano
avere imprenditori vicini all’età della pensione che non brillavano certo per conoscenze serie nei confronti delle culture giovanili? Era
veramente comodo pensare che esistessero soluzioni semplici a problemi complicati. Il mito delle tendenze materializzatosi poi nella
“tendenza”, riduceva di gran lunga la complessità della transizione di ogni singola discoteca dal passato glorioso ad un presente
problematico, riducendo l’operatività dell’imprenditore ad una strategia monocorde: maggiori quantità della stessa soluzione.
Immagini del Paradiso di Rimini anni 90
quando il mitico Gianni Fabbri era il proprietario e l’Art Director
Negli anni novanta improvvisamente moltissime discoteche rinnegarono la loro vocazione nazionalpopolare per gettarsi a corpo morto
nelle mani di chi predicava la tendenza.
Cosa successe? Ai primi sintomi di disincanto dei propri clienti, imprenditori e art director si guardarono intorno alla ricerca di ciò che era
di tendenza tra i giovani… E che cosa videro? Videro una sorta di cosificazione delle tendenze che era “la tendenza”, spadroneggiare
prima come sub cultura poi come fenomeno di moda. La tendenza dunque era la “tendenza”…Sembra un gioco di parole per persone
dal linguaggio involuto, ma di fatto funzionò proprio così: una generazione di imprenditori invecchiata in fretta, incapace di comprendere
un consumatore dell’entertainment notturno assai più complesso rispetto a quello che ne aveva sancito il successo negli anni ottanta; una
generazione di imprenditori-padroni, intimorita dai rapidi voltafaccia della clientela, cercò una via di fuga osservando frettolosamente
come funzionavano la forma moda e le società dello spettacolo, alle quali la discoteca ha sempre guardato con interesse.
In quei giorni la “tendenza”, una sorta di effetto rave organizzato in discoteca, era sulla bocca di tutti gli innamorati della notte estrema
e quindi rappresentava una soluzione invitante per l’imprenditore. Ma come potevano rapportarsi i proprietari delle disco, di solito
persone perbene, gentili e con il loro gusto ben strutturato, forse un po’ pirotecnico ma pur sempre orientato alla bellezza, nei confronti
di un salto estetico e sociologico impressionante? Infatti “la tendenza” poteva funzionare sia in un locale bellissimo e sia in un non luogo;
il suo pubblico mediamente era un manifesto incarnato di tutto ciò che è cattivo gusto, ineleganza e trasgressione. Qualcuno cercò di
conoscerla in profondità ma i più si rifecero ad una categoria particolare di giovani chiamati pierre che funzionarono comi coolhunting
nella moda: si pensava che fossero giovani un po’ speciali capaci di individuare la parte cool del mercato della notte, invisibile alla
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Purtroppo il mercato ci dice una cosa diversa. Per avere un successo durevole (non per una serata, o per un evento) occorre creare
un buon prodotto, bisogna affidarsi ad una comunicazione efficace e ad una organizzazione seria. Mi rendo conto che nel campo
dell’entertainment, prodotto, comunicazione e risorse umane sono molto più aleatorie di quanto possa immaginare chi lavora in altri
settori. Ma la fluidità delle mode della notte non deve farci cadere negli incanti di chi vorrebbe farci credere alla cosificazione facile
delle tendenze.
C’è un concetto che è rimasto al palo nella sconsiderata rincorsa a ciò che fa tendenza, ed è ciò che mi piace esprimere con la parola
ricerca.
Molti imprenditori non hanno ragionato a sufficienza sul fatto che come non esiste più una moda che passa di moda, non c’è più
nemmeno uno scenario o uno stile di vita notturno che trapassa per lasciare il posto ad un altro stile. Esistono piuttosto numerosi stili
che simultaneamente rivaleggiano per auto legittimarsi. E che cosa succede quando numerose tendenze appaiono simultaneamente?
Abbiamo bisogno di più conoscenze e di maggiori convergenze con il territorio che rappresenta lo spazio di sopravvivenza reale di
una impresa. Sintetizzo tutto questo con la parola ricerca. E’ chiaro che voglio significare tra le altre cose una estetica a misura di locale,
un design della serata personalizzato, una comunicazione di un certo tipo.
Più ricerca e meno tendenza avrebbe cambiato la storia per certi versi drammatica delle discoteche? E’ impossibile e forse inutile
rispondere a questa domanda ma di una cosa sono certo: i club sarebbero oggi più vicini al modo di pensare dei giovani che oggi non
frequentano più i locali, con più chance di intercettarne i desideri.
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CLUB
CLUB
Egg CLUB
Lo staff dei djs resident e composta da: Anto, Dynamic Brothers, Gabriele Curtano,
JB, La Gosse, Lady Bianca, Malcom, Duffy, Nick Tcherniack, Nils Hess e Steve Thomas.
E’ proprio questa selezione di artisti e produttori dalla differenziata provenienza
musicale a rendere le serate targate Egg qualcosa di così speciale. Oltre ai djs di casa
si alternano poi special guests internazionali come Smoking Jo, Claudio Coccoluto,
Timmy Regisford, Tony Humphries, solo per citarne alcuni.
A metà strada tra il mercatino di Camden Town e la stazione di Kings Cross c’è Egg Club. Locale leader nella
scena underground londinese ha ricevuto significativi riconoscimenti quali il “BEDA Award” come migliore club
di Londra, la nomina del Time Out Live Awards per la categoria di miglior evento e il titolo di “Best Top 50
clubs in the world” da DJ Magazine per la sua ricca selezione musicale.
La discoteca ospita fino a ottocento persone e presenta quattro diverse situazioni. Un seminterrato per i più affezionati
intenditori di musica elettronica, una smoking area-giardino estivo riscaldato poi d’inverno, un primo piano glam e
stiloso e il loft all’ultimo piano. Il locale ha tre appuntamenti settimanali, il venerdì è “Always Friday” serata musicale
che spazia dalla house alla techno, includendo electro, bassline, breaks, bmore, fidget, grime e live acts.
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CLUB
L’appuntamento del sabato ospita invece serate a tema che durano fino a tarda notte
per trasformarsi, alle prime luci dell’alba, in “Breakfast at Egg’s” l’afterhour più famoso
di Londra.
Egg non è solo made in London ma esporta il proprio brand musicale in tour in capitali
mondiali come New York, San Paolo, Sidney, Johannesburg.
Si ringrazia Gabriele Curtano per la collaborazione.
www.egglondon.net
[email protected]
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CLUB
CLUB
Fura CLUB
Il Fura di Lonato (Desenzano) è stato per anni, parliamo dei ‘90, la più innovativa disco italiana, un Teatro Disco Azione pieno
di performance e musica d’avanguardia. Una scatola vuota piena di performance, arte, musica. Dopo un periodo in cui si è
affermato anche come ritrovo fashion, si torna, finalmente, alle sperimentazioni e, tra gli altri, a dj di livello come Michele Menini,
il creatore del suono del Fura. Tra gli altri ritorni c’è anche quello di Ottavio Ferri, ieri direttore del Fura e oggi al Teatro Alberti.
Oggi collabora col club di Lonato per allestimenti, luci, creazioni. Per la stagione invernale 08/09 il titolare Gianni Togni è
affiancato per la direzione artistica da Cristian Luzzardi, organizzatore da anni attivo sul Garda mentre il vocalist di riferimento è
Alle Torelli. “Il Fura vuol essere il locale dei buoni sentimenti, vuol stare lontanissimo dalle droghe e dagli eccessi”, spiega Togni che
per il restyling architettonico si è affidato a Beppe Riboli, la star degli architetti della notte italiani. “A Beppe ho detto di esprimersi
liberamente... ma partendo da un concetto preciso: tutto al Fura deve scoraggiare l’uso e soprattutto l’abuso di droghe ed alcool”.
E quindi tessuti, tendaggi, pavimenti, colori chiari, luci... tutto confluisce a creare un’atmosfera di divertente relax. D’estate il Fura
collabora con lo staff del Circus Beat Club di Brescia e diventa uno dei punti di riferimento del nord Italia per chi vuol ballare
suoni non troppo estremi. D’inverno, oggi, le sale sono due. La main room è quadrata, o quasi, e la console è stata spostata sul
lato più lontano dall’ingresso, col risultato che il dj e la musica prendono ancora più importanza. Dietro il mixer c’è una sorta di
privè con pochi tavoli, uno spazio selezionato molto ambito dai più adulti. Il dancefloor è ampio e circondato da una serie di tavoli
rialzati. L’altra sala è l’elegante Tunnel privè, uno spazio fumatori annesso al secondo bar del locale. E’ uno spazio anch’esso di
per sé selezionato, più sofisticato e dedicato a chi ama un ambiente raccolto e intimo.
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CLUB
CLUB
Le serate del Fura
Sabato Notte Fura ovvero il sabato dei buoni sentimenti del Teatro Disco Azione
E’ la one night più innovativa, quella in cui il locale di Gianni Togni gioca a carte
scoperte per ridisegnare la nightlife del futuro. Basta con gli eccessi, si alle
sperimentazione, si ai messaggi positivi, si ad azioni e strategie che portino ad un
modo di divertirsi sano e ottimista. I colori del club, chiari e solari, rappresentano
tutto ciò, come la musica di Michele Menini, il dj che creò il mito musicale del Fura.
Tra gli altri dj, Nello Simioli, Maurizio Gubellini ed Emanuel Paglicci. Al mixer nel
privè, una sala in cui il sound è più alternativo, c’è Lory M.
Domenica italiana @ Fura
E’ la serata più easy del locale, una notte che chiude il weekend proponendo
musica italiana da ballare e, contemporaneamente, cantare. Al mixer c’è Rolly from
Miami, alla voce Martin. L’ingresso è libero per tutti con consumazione facoltativa
e il pubblico ha un’età media di 25-35 anni.
Fura Club
via Lavagnone 13 Lonato (Bs)
www.furaclub.it
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CLUB
Amnesia
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CLUB
I motivi per cui l’Amnesia di Milano spicca nel panorama delle disco italiane sono molti, anzi moltissimi. Per i clubber veri, quelli
che si muovono in base alla musica e e non in base alle chiamate di questo o quel pr, è probabilmente il migliore locale italiano
perchè la sua programmazione è a disposizione di tutti, con anticipo larghissimo, sul sito www.amnesiamilano.it e sul Myspace
dello spazio: Myspace.com/amnesiam
_ ilano. Come mai tanti altri locali cosìdetti ‘di tendenza’ non fanno altrettanto? Probabilmente
perché è molto più comodo fare il contrario e affidarsi ai soliti pr. Venendo alla programmazione artistica, e al futuro invece che
al passato, l’Amnesia sa alternare miti della console come Sven Vath (il 7 novembre) e party con l’istituto Marangoni, una delle
realtà più importanti in Europa nell’ambito delle scuole di moda (il 20 novembre). Il 19 dicembre invece arriva Paul Van Dyck, per la
prima volta a Milano e dopo tanti anni in Italia. Molto importante è anche Billy, il sabato del club, senz’altro una delle realtà gay
più seguite non solo a Milano ma in tutta Italia. In due parole, anzi 3, Amnesia fa avanguardia, e contemporaneamente riempie
il locale, ossia fa il massimo per un club.
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CLUB
CLUB
Le anime musicali dell’Amnesia
Techno: pesso suonano dj come Speedy J, Technasia, Adam Beyer, Eric Sneo.
House: il sabato, Billy ha guest del calibro d Sharam (Deep Dish), Dave Morales etc
Electro minimal: Sven Vath, ormai da tre anni si esibisce all’Amnesia. E poi Raresh, Marco
Carola...
Trance: Paul Oakenfold, Paul Van Dyk (ed altre chicche per il 2009.
La novità è il giovedì elettronico e saltellante, Wonka. La one night propone dj come Digitalism,
2Many dj’s, Tommy Sunshine, Crookers, Bloody Beetrots, etc. La serat è dedicata a quelli che
ascoltano la musica al di là delle etichette. Atmosfere indefinibili, dritte, spezzate, hip hop,
house... boh! Quel che conta di più è il divertimento! Bombette da club che fan venire voglia di
alzare le braccia al cielo e ballare!
da sinistra: due ragazze all’Amnesia, Tiga, Paul Oakenfold e Valeria Marini
Il merito di tutto ciò, probabilmente è di Ricky, all’anagrafe Riccardo Lai, 30enne che gestisce il club con i soci
Massimo Montemezzani e Mauro Galligari dal 2002. “Ho iniziato un po’ come tutti, facendo il pr a 13 o 14
anni”, racconta. “Ho passato praticamente la vita nei club, spinto dalla passione per la musica, appassionato
anche di tutto ciò che è tecnologia e in particolar modo per gli impianti Audio... Penso che quello dell’Amnesia
non abbia bisogno di presentazioni, è conosciuto in tutto il mondo. La migliore caratteristica, oltre alla pressione,
è che in tutto il locale, la musica si sente in modo uniforme. E’ composto da 25 teste e 20 sub pilotati da 14
Amplificatori e 2 processori digitali, tutto di ultima generazione”. Riguardo alla scelta di comunicare per tempo,
tutta quanta la comunicazione, Ricky è convintissimo della sua scelta. “A fine ottobre il dj set evento di Paul Van
Dyck ha già 2300 prevendite di cui 500 vendute all’estero, come avremmo fatto a raggiungere tutto ciò senza
internet?”, spiega. Amnesia non punta solo su Myspace ma anche sul sito Amnesiamilano.it creato da Alberto
Ferrari (Zancudo design) e Andrea Berretta (Pepper design), tra l’altro curatori anche di Picamemag.com. “Il
nostro è un club che propone musica elettronica a 360 gradi frequentato non solo da milanesi”, continua Lai, “il
web è perfetto per far conoscere tutta la programmazione con largo anticipo, in modo da dare la possibilità
anche alle persone piu lontane, di venirci a trovare”.
Copyright foto: Tilllate.com
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www.myspace.com/amnesiam
_ ilano
Via Gatto Ang. Via Forlanini, Milano
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club life
club life
La crisi delle disco?
Si combatte con
i grandi eventi
di Lorenzo Tiezzi
Che siano festival o one night uniche e irriperitibili conta poco. Se le
solite serate stancano, i grandi eventi funzionano. In Italia e in giro per
il mondo
Cos’è un grande evento dedicato alla musica che fa ballare? Difficile
dirlo. Certo, non è la classica serata in discoteca, un venerdì o un sabato
sera con i soli dj resident e qualche cubista. Senz’altro, se il settore delle
discoteche non è al suo apice, i grandi eventi, i festival che in una notte
convocano tante migliaia di persone, godono di ottima salute. L’estate
‘08, per l’Italia, è stata quella di tanti eventi in luoghi diversi dalle solite
disco, ad esempio del Moojay Festival all’Autodromo del Mugello, una
bella esperienza da comunicare diversamente e quella dei due dj set
sold out di sua maestà Tiësto, a Rimini e in Veneto. In questi giorni il re della
trance esce coi remix della colonna sonora di Alone In The Dark Inferno,
un videogame, ma resta un vero dj, ossia un personaggio underground,
capace di radunare migliaia di persone per la sua musica, non per il suo
volto. Tutto ciò è senz’altro positivo e finalmente avvicina l’Italia al resto
del mondo in cui i festival musicale, dance e non, sono una consuetudine.
Anche un semplice dj set può diventare un evento, quando è davvero
atteso. Paul Van Dyk suona all’Amnesia di Milano, ed è la prima volta
che lo fa, per cui l’attesa è grande, quasi quanto quella di una finale di
Coppa dei Campioni o un concerto a San Siro.
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club life
club life
Tornando alla natura di un vero evento, senz’altro la periodicità deve essere annuale
o almeno semestrale, altrimenti è piuttosto difficile creare una vera aspettativa. E
poi la location conta moltissimo. Non è un caso che l’Heinken Jammin’ Festival si sia
spostato a Venezia, che i più grandi eventi techno prendano vita a Firenze e che,
infine, il capodanno forse più conosciuto in Italia, Amore, sia a Roma. Sono 3 città
note a tutti, in cui è piacevole passare un weekend qualsiasi, figuriamoci quello di un
grande evento.
Ciò che accade in Italia ce lo facciamo raccontare da Massimo Iacomelli, uno dei
più attivi organizzatori di eventi dance negli ultimi anni (vedi intervista). Qui invece
chiudiamo con Miami, raccontando quello che probabilmente è il più importante dance
festival del pianeta. Tutti gli addetti ai lavori conoscono la Winter Music Conference,
la settimana di incontri e feste a South Beach. I clubber però, probabilmente, amano
anche o soprattutto l’Ultra Music Festival, l’evento che la chiude nel Bicentennial Park
di Downtown Miami. Da qualche anno la UMF prende vita in più giorni, due giornate
piene di dj set e concerti e si tiene sempre a fine marzo, in contemporanea con le
vacanze di primavera degli studenti americani, le mitiche Springbreak Holidays. Nel
2007 si sono esibiti Tiësto, Paul Van Dyk, Carl Cox, Richie Hawtin, Deep Dish, Miss
Kittin, Paul van Dyk, Carl Cox, Erick Morillo, Danny Tenaglia, Junkie XL e Ferry Corsten.
Nel 2008 è stata la volta di Tiësto (ancora e sempre lui), dei Justice, dei The Bravery
e di Carl Cox per quel che riguarda venerdì 28 marzo. Sabato 29 invece hanno
chiuso l’evento gli Underworld insieme a Paul Van Dyk, ancor Carl Cox questa volta
con Moby, Eric Morillo e Armin Van Buuren, Ferry Corsten e Pete Tong. Chiaramente
parliamo solo dei nomi più noti, perchè i palchi sono tanti e il line up praticamente
infinito, capace di dare spazio a spazio a ben 8 palchi / spazi. Ogni genere musicale
‘dance’ trova qui una sua rappresentazione e un appassionato può spendere i parecchi
dollari del biglietto sicuro di ascoltare tutto il meglio. Ad esempio, nel 2008 chi c’era ha
ascoltato e ballato Mash up, Rock house, Drum & Bass, Breakbeat, house elettronica,
techno ed elettronica live. “Il nostro marchio lo stiamo esportando in tutto il mondo: a
Ibiza collaboriamo con l’Amnesia, abbiamo appena concluso, nel novembre 08, una
due giorni in Brasile tra Belo Horizonte e San Paolo e spesso organizziamo super
party a New York, ovviamente al Central Park”, spiega Russell Faibisch, il fondatore di
un evento che ha ormai 11 anni di storia.
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STAR SYSTEM
LUCA ARGENTERO
di Lorenzo Tiezzi
STAR SYSTEM
Si dice che la fortuna aiuta gli audaci, e probabilmente nel tuo caso è vero... Come mai dici che quando facevi il barman non pensavi al
domani?
Non facevo cose turche, questo no, ma a quell’età credo sia bello e giusto vivere in modo non programmato, senza fare previsioni. Non
avevo neppure già l’idea di fare l’attore, studiavo e mi divertivo lavorando nei locali, giorno per giorno, notte dopo notte. Per un periodo
ho anche lavorato vendendo spazi pubblicitari per un sito legati ai locali, 2night.it che allora stava nascendo (oggi invece è uno dei portali
italiani più visitati nell’ambito dell’intrattenimento, ndr). Oggi invece è tutto diverso...
Ma quanti anni hai? Parli come un quarantenne...
Ho 30 anni ma sono un attore, ossia faccio un lavoro ‘vero’. A pensarci bene, però, anche quello del barman lo è, eccome. Non so, ad
esempio, se oggi riuscirei a tornare a lavorare in quegli orari che sono davvero difficili. Ecco, io, anche oggi, penso che se un giorno
dovesse andare tutto male, e nello spettacolo può sempre capitare, potrò trasferirmi in Australia e fare il barman. Un tequila sunrise
preparato come si deve parla un linguaggio universale! Quello del barman è un mestiere che non si dimentica, per fortuna. Mi ricordo
benissimo, il piacere di guardare il cliente che beve il primo sorso e sorride, oppure la voglia di rifargli il cocktail quando capitava che non
fosse soddisfatto. Credo che per un barman sia importantissimo lavorare bene: oggi in un locale una consumazione costa ben 10 euro, è
giusto, sacrosanto, che chi beve sia soddisfatto.
Che tipo di rapporti avevi con i locali?
Di solito lavoravo in coppia con un amico ed eravamo addirittura contesi dai locali, perchè i barman, si sa, sono i primi pr dei locali. Ci
divertivamo un mondo. Per un breve periodo abbiamo addirittura pensato di aprire un locale tutto nostro. Poi per fortuna abbiamo desistito.
Quando è bello dare il proprio contributo a un locale di successo lavorando e divertendosi, quanto deve essere noioso e difficile mandare
avanti uno spazio occupandosi di tutto, dalla A alla Z.
Cosa ti resta oggi di quel periodo e di quel lavoro?
Come dicevo, non si dimentica mai come si fa a fare un cocktail come si deve, e la cosa serve moltissimo quando inviti gli amici a cena o
quando vuoi fare un piccolo regalo a qualcuno. E poi mi è rimasta la cultura del buon bere, che dà davvero grandi soddisfazioni.
Raccontaci un po’ del nuovo film di Placido, che uscirà proababilmente nella primavera 2009
Più che un film sul ‘68, è un film autobiografico sul ‘68 di Michele Placido. Riccardo Scamarcio interpreta un aspirante attore puglisese che
si traferisce a Roma per fare il poliziotto, mentre io questa volta fatto l’antagonista, ossia sono Libero, uno dei tanti ‘agitatori’ di quegli anni,
un personaggio con dei forti chiaroscuri
Finalmente interpreti anche un ruolo da cattivo, questo ti mancava...
Diciamo che con tutti i ruoli che ho ricoperto in film così diversi tra loro, questo è il ruolo più negativo... Proprio cattivo non sono, ma un
pochino si!
Parlare con Luca Argentero è un’esperienza molto piacevole. L’attore torinese non è solo bello né semplicemente “bello & bravo”. Il fatto
che Argentero sia bello è ovvio, lampante. Riguardo alla bravura, la quantità di film d’autore che fa nonostante sia diventato famoso
grazie a un reality show popolare come il Grande Fratello deve togliere ogni dubbio: Argentero recita bene, sia che incarni la figura di un
omosessuale tormentato e malato (in Saturno Contro di Ozpetek) sia che diventi un imprenditore “senza scrupoli” dal cuore d’oro (in Lezioni
di Cioccolato Cuppellini). Ma non basta, come dicevamo, Argentero è pure simpatico e quando gli chiediamo di fare quattro chiacchiere
con HH riguardo al suo passato in discoteca, ci concede il suo tempo volentieri, dimenticando assolutamente il suo ruolo d’attore in carriera
che nelle interviste deve promuovere i suoi nuovi film. In queste pagine vedete lo vedete nelle foto di scena di “Solo un padre”, in cui
interpreta un ragazzo-padre che anche single e pure nelle immagini di “Diverso da chi?”, un altro film in cui interpreta un gay, ed è anche
nel cast di “Il grande sogno”, il film che Michele Placido dedicherà al ‘68.
“Oggi sono un attore, certo, un attore molto fortunato perché lavora in film così diversi, ma il periodo che ho passato in discoteca è stato
bellissimo, spensierato. Non pensavo al domani, non pensavo a niente, ma grazie ai locali ho guadagnato qualcosa mentre studiavo
Economia e Commercio”, racconta.
Ti sei poi laureato o i locali ti hanno fatto perdere la testa?
“Mi sono laureato, certo, e in discoteca non facevo il pr o il dj, facevo il barman. Un lavoro bellissimo... ma che certo non è un ruolo adatto
a chi non ha voglia di faticare. A fine serata, nei locali, i barman buttano via la spazzatura e la fatica si sente”.
Diciamo che la tua carriera lavorativa è una specie di manifesto contro gli stereotipi. Hai lavorato nei locali, luogo di ‘perdizione’, hai fatto
il Grande Fratello e oggi invece che fare il bello in tv, sei un attore vero...
I pregiudizi, per chi esce dal GF e inizia a recitare, sono ovvi e pure giustificati. Io ho avuto fortuna, non smetto mai di ripeterlo, anzi più
che fortuna bisogna usare la parola giusta: culo.
HH • 22
HH • 23
night e lap dance
night e lap dance
Tramp,
night club senza tempo
di L. T.
Tramp è innanzitutto un night club, un locale di grandi dimensioni: c’è il pianobar, con live
music, e c’è la sala in cui prendono vita gli show che è anche dotata di cabina dj. Uno spazio
senza tempo, in cui godersi un vero spettacolo comodamente seduti davanti a una bottiglia
di champagne. Tutto ciò, ovviamente, lo si fa con gli amici, con la propria metà o accanto
a una delle splendide ragazze che da sempre animano il locale. Niente privè e niente lap
dance: sulla pedana del Tramp ogni notte va in scena una rappresentazione artistica vera,
stile Les Folies Bergeres. “Non dico che nel mio locale il livello degli show sia esattamente
quello dei grandi locali parigini”, spiega il titolare Mario Gaviraghi, da 40 anni impegnato
nell’ambito dell’intrattenimento notturno e serale. Per anni ha gestito anche il River, a Firenze.
“L’atmosfera però è la stessa, come la professionalità degli artisti che lavorano con noi.
Grazie a loro, uno strip può davvero emozionare”. Gaviraghi ha per anni gestito un’agenzia
specializzata nel fornire a locali simili al suo ogni genere di artisti visuali (ballerini, performer,
non orchestre e musicisti) e ha le idee chiare sulle qualità di questi ultimi. “Ci sono tanti aristi
validi, ma spesso lavorano nei parchi di divertimento tipo Gardaland.
HH • 24
Oggi è molto difficile mettere in piedi uno spettacolo di qualità. La mia agenzia ha chuso l’attività perché i night che propongono
show si contano sulle dita di una mano, mentre solo 10 anni fa, sul Garda, avevavamo una decina di clienti”, racconta.
Nonostante le difficoltà, Gaviraghi riesce a regalare ai suoi ospiti grandi emozioni. “Per tutta l’estate abbiamo messo in scena
la proposta artistica di 9 ballerini ucraini, 7 ragazze e 2 ragazzi”, spiega. “Una sera ho voluto regalare lo spettacolo al
comune di Montecatini Terme e lo show è andato in scena al Cafè Gambrinus dove è stato applaudito da oltre 350 persone.
E’ stata una grande soddisfazione”. I problemi non mancano, ad esempio quello dei visti. “Capisco che si debbano tutelare
le persone, ma aspettare 8 mesi per un visto di lavoro di 3 mesi credo sia fantascienza”. Ma il successo, nonostante la crisi,
continua. “Quando tanti locali della zona hanno abbassato i prezzi, io ho invece deciso di alzarli. I night non sono mai stati
locali per tutti, purtroppo frequentarli costa. Oggi la consumazione delle ragazze costa 28 euro e una bottiglia di champagne
base viene 170 euro”. Prezzi da discoteca, alti ma non stratosferici, per capirsi. “Ma questo tipo di prezzi mi permette di far
lavorare 30, 35 ragazze oltre a tutto lo staff di sala e di avere una clientela d’un certo livello. Il mio locale è frequentato
da single, coppie, gruppi di amici, persone di ogni tipo accomunate da una certa disponibilità economica”. Gaviraghi è ben
conscio della difficile situazione economica del settore e di tutta l’Italia. Ma ha anche le idee chiare sul futuro. “Credo che
la voglia di sedersi al tavolo e godere di un vero spettacolo, di rilassarsi davanti a una buona bottiglia, meglio se è ottimo
spumante italiano, non passerà mai”, conclude. “Bisogna tener duro, in questo periodo, ma uno spazio ci sarà sempre”.
HH • 25
TOP dj
ERICK LUGARESI
Ha più di 25 anni di carriera alle spalle come dj ma da un po’ si dedica
soprattutto ai video. In pratica, come pochi altri italiani (nello scorso
numero abbiamo ospitato Enrico Tagliaferri), fa ballare selezionando
video e non canzoni. “Ho iniziato già nel 2000 a raccogliere materiale
e quella della ricerca musicale è ancora oggi un’attività che porta via
un bel po’ di tempo”, spiega Erick. “Utilizzo solo e soltanto materiale
originale che compro soprattutto all’estero e poi faccio bollinare a mie
spese in Siae, ma poi il risultato sonoro e d’immagine è veramente
ottimo”. Erick spazia molto, proponendo ora musica italiana ora un mix
di anni 70, ’80 e ’90 che talvolta si avvicina anche alla musica di oggi.
Il pubblico, quando Erick seleziona i suoi video, di solito balla, anche se
quando parte un cavallo di battaglia dei Kiss o degli Ac Dc c’è anche
chi si ferma incantato. “Comunque, anche se il pubblico del locale in cui
suono è giovane, non rinuncio ai ‘lenti’. Sono un momento importante
che permette di ripartire con un suono diverso e ovviamente è l’attimo
giusto per abbordare le ragazze!”.
La musica di Lugaresi è una delle chiavi del successo del Djamballa
di Reggio Emilia, locale che ospita uno dei venerdì notte più affollati
d’Italia. “E’ un piacere immenso poter iniziare a mettere musica già alle
23 in un locale che non fa ristorazione. Alle 22, quando apriamo, spesso
ci sono già 200 persone in fila”, spiega. “Come sempre quando i locali
hanno successo si tratta di un lavoro di una squadra affiatata guidata
da un gestore che ha creduto nei video facendo i dovuti investimenti”.
Erick suona in tanti altri locali, ad esempio Le Mirage di Arezzo, il Punto
G a Ferrara o Le Vie En Rose a Imola. Ma preferisce evitare le ospitate
mordi e fuggi. “Preferisco rapporti a lungo termine. Quando mi fermo
in un locale di solito lo faccio per 4 o 5 anni”, spiega. “E’ il modo giusto
per crescere insieme, per capire quali sono le necessità di quello spazio
e creare insieme le condizioni per arrivare lontano”.
HH • 26
Top DJ
di Lorenzo Tiezzi
DJS
RAME dei PASTA BOYS
Fare quattro chiacchiere col 36enne Rame, un terzo dei Pasta Boys
(gli altri due sono Uovo e Dino Angioletti ) è senz’altro un’esperienza
sorprendente. A differenza di molti colleghi, soprattutto di tante star
conclamate a livello internazionale, non si esprime a monosillabi.
E non vuol parlare solo di musica. Si sbilancia, parla con sincerità di
argomenti delicati come i problemi delle discoteche, di come vede
il futuro e il presente giovani. “I club sono la mia vita. Non voglio fare
il maestro né il giudice , anche perchè i ragazzi che incontro nei
club sono, nei fatti quelli che mi fanno essere quello che ho sempre
sognato”, spiega tranquillamente. “Ma quando vedo certi eccessi non
posso rimanere indifferente, non sopporto vedere certi comportamenti
che sono contropruducenti, autolesionisti e assolutamente indifendibili”.
Ma la vita di Rame è fatta di musica, ed è costantemente proiettata
verso il futuro. Quando gli chiedi del passato dei Pasta Boys, parla più
delle soddisfazioni ottenute che dei dischi venduti, della fama. “Non
abbiamo mai avuto la pretesa di cambiare il mondo, volevamo essere
considerati allo stesso livello di grandi dj americani, visto che allora il
centro della musica erano soprattutto gli USA. La house esisteva da
anni e pure il suono italiano non l’abbiamo inventato noi, bensì gente
come Daniele Davoli con i suoi Black Box e altri artisti”, spiega.
“Senz’altro però abbiamo voluto sottolineare la nostra italianità con un
nome, Pasta Boys, un po’ grottesco ma identificativo”. Quando dici
a Rame che i Pasta Boys sono anche stati una delle prime dj band
italiane ed europee, oggi che tra i dj superstar ci sono senz’altro gente
come Daft Punk, Chemical Brothers e pure i Crookers, ossia gli fai un
bel complimento, ovviamente lui non è troppo d’accordo. “In realtà i
top dj americani, i vari Morales, Todd Terry, Vega, Kenny Dope, Roger
Sanchez, MK, Maurice Joshua o Steve Silk Hurley, hanno sempre
collaborato tra loro. Anzi, nel periodo d’oro della Strictly Rhytm era
bellissimo comprare i loro vinili e non sapere bene chi si nascondesse
dietro quello pseudonimo. Anche il progetto Pasta Boys è così, molto
collettivo”. Rame pubblica i suoi dischi sulla label del suo gruppo, Mano
Calda, ed è in uscita in questi giorni con un nuovo singolo, Mind clip. “I
Pasta Boys invece escono a gennaio con un brano chiamato Ohzho. Il
titolo vuol dire Armonia e bellezza, una parola e un messaggio positivi,
propositivi…”. Nei club, soprattutto in questo periodo, di tutto questo c’è
proprio un gran bisogno.
HH • 27
top dj
TOP DJ
ANDREA BELLI
E’ facile raccontare come ho iniziato ad amare la musica… Siamo in
pieni anni settanta e la musica mi appassiona a tal punto da comprare
un 45 giri al giorno. Inizio con le prime feste in casa a testare i dischi
che acquisto mentre da autodidatta studio uno strumento affascinante
ma molto rumoroso... la batteria. Con i miei amici d’infanzia formo un
gruppo che si esibirà in varie festicciole con un repertorio che spazia
dai Beatles ai Deep Purple passando per i Genesis. L’avventura
con il gruppo finisce quando rimango folgorato dall’operato dei dj,
figure emergenti e carismatiche. In quegli inizio a mettere i primi dischi
in pubblico. Parliamo del 1981 della mitica console della discoteca
Fantastique di Genova. In Liguria rimango fino al 1983 collaborando
con le discoteche Push Pull, Vacilla e New Paips. Nel 1984 invece sono
dj resident del Ruscello di Alghero e Dissident Hall di Sassari. Nel 1986
a Milano inizio a collaborare con le discoteche Vogue e Primadonna e
supero con successo un provino per Radio 105 entrando a far parte, a
tempo pieno, dello staff in qualità di tecnico di regia. Nel 1990 inizio ad
interessarmi alla tecnologia applicata alla musica ed imparo ad usare
campionatori, sequencer e programmi musicali… nasce così il progetto
Ellis in Wonderland. Nel 1991 invece fondo il gruppo D-RAIL e il singolo
Bring it on Down entra nella playlist di Pete Tong a Radio One. Nel
1995 è la volta di A.D.A.M. feat. Amy con cui realizzo in versione dance
l’hit single dei Cranberries Zombie.
Nel 1998 inizio a collaborare con Flavio De Luca cui dopo altre
produzioni nel 2003 realizziamo il singolo di Princess Vanessa, Around
The Decks. Venendo al passato recente, dal 2004 sono ideatore, direttore artistico e produttore esecutivo del programma house InDaKlubb in
onda su Radio105 ogni venerdì e sabato dalla mezzanotte alle 6 del mattino. Nell’estate ’06 e ’07 sono guest di Salvacion Ibiza @ El Divino, a
Ibiza e da allora collaboro col Mazoom Le Plaisir di Sirmione. Nel 2008 entro a far parte del gruppo dei testimonial che usano il programma di
mixaggio Serato Scratch Live e sono dj resident della discoteca Le Banque a Milano.
www.andreabelli.net
HH • 28
STEFANO FONTANA
La sua carriera iniziò si iscrisse alla scuola per audio-ingegneri ed
iniziò a fare il DJ. Quando in Italia arriva la Black Music americana
(Hip Hop da New York, House da Chicago, Techno da Detroit),
veicolata da un elite di DJ attenti alle nuove tendenze underground,
Stefano ne subì fin da suvito tutto il fascino. Le atmosfere ipnotiche del
bassline 303, i ritmi incalzanti dei bassi e dei tamburi e, in generale,
le sonorità create dai DJ nella scena club-underground di allora, lo
convinsero definitivamente che quella del DJ era la strada giusta da
intraprendere. Così, lentamente ma in maniera molto decisa, si unì al
circuito internazionale “Jocks International”, occasione da non perdere
per incontrare quelli che erano stati i suoi miti. Da allora ha suonato per
gli esclusivi party di Mtv, nei club storici come il Muretto, Area City,
Magazzini Generali, Alter Ego, Kama Kama, Nafura. Nei centri sociali
e in locali underground. All’estero Fontana ha suonato, tra gli altri, al
Fabric di Londra, al Queen di Parigi e all’Amnesia di Ibiza. Difficile
definire il suo stile in console se non un mix quasi perfetto di efficacia,
ricerca musicale e ritmo. Fontana in console porta la sua cultura ma
anche la sua esperienza. Da sempre il suo nickname o alter ego è
Stylophonic. Nel 2003 Stefano pubblica Man Music Technology, un
disco con grandi idee e una cura maniacale dei suoni, che conquista
anche la stampa inglese. Ma è ora con il successo del secondo album
Beat Box Show che gli orizzonti del successo si sono allargati a livelli
imprevisti grazie all’eccezionale supporto di radio, TV e dj’s dei primi
due singoli ‘Baby Beat Box’ e ‘Pure Imagination’. Nel 2005 il grande
salto verso il pop, con la produzione di un album di Jovanotti, Buon
Sangue mentre è ancora più recente la produzione dell’ultimo lavoro
della napoletana Meg, con cui spesso si esibisce anche in coppia nei
club.
www.myspace.com/stylophonic
HH • 29
PERFORMER
ART DIRECTOR
di Lorenzo Tiezzi
GIULIANO BAVUTTI
BABY MARCELO
Il suo è il volto più noto di Ibiza, anzi, per molti è l’unico che in qualche
modo può rappresentare la movida dell’isla blanca. Certo, perchè Baby
Marcelo è il personaggio trasgressivo ed ironico di Home of la Troya,
una volta la Troya Asesina, tra i Party più conosciuti del pianeta. Dopo
anni all’Amnesia, la festa si è trasferita allo Space, ma poco è cambiato
per Macelo, il simbolo del party è lui, non certo dj Oliver, bravissimo
senz’altro, ma non così noto. I travestimenti di Marcelo sono androgini,
trash, futuristici, barocchi... Caotici e assolutamente contemporanei.
Questa parte della storia, o meglio, della carriera di Marcelo (tutti lo
chiamano così, il vero nome è italiano ma meglio lasciarlo nell’ombra),
la conoscono tutti anche troppo bene e spesso fanno confusione tra
l’artista, la persona e il personaggio, un po’ come capita tra Hugh
Laurie e il suo Doctor House.
Giuliano Bavutti Con Giusy Consoli
Riuscirci a parlare, soprattutto al telefono, è un’impresa titanica. A
differenza di tanti, troppi, gestori e proprietari di club, e nonostante mille
impegni anche diurni, Giuliano è ancora un vero pr ed è costantemente
impegnato a parlare con questo o quello dei suoi dj, collaboratori,
partner, colleghi. La forza de Le Folies de Pigalle, l’organizzazione che
ha creato un bel po’ d’anni fa con Giusy Consoli, è proprio la sua,
quella d’un personaggio (ma anche di una persona) che non si stanca
mai. Tutto ciò si nota anche senza conoscere personalmente mr Bavutti,
basta andare a ballare in un club in cui ci sia la sua serata. Altrove i
performer si alternano sul palco ogni 20 minuti, mezz’ora, le trovano
tutte pur di smettere di lavorare (certo, lavorare) qualche minuto prima
rispetto al dovuto. I ragazzi e le ragazze de Le Folies, al contrario,
semplicemente, non smettono mai di ballare, dalle 1 alle 5 del mattino
e oltre perché non stanno semplicemente lavorando. Loro in discoteca,
oltre a fare una splendida figura (chi ama i muscolosi li trova, chi ama
le modelle sexy le trova, chi ama la trasgressione trova pure quella...)
si divertono come matti e hanno capito cosa vogliono i clienti d’una
disco. Vogliono professionisti che siano accessibili, non lontani anni luce
da loro, gente che quando gli chiedi di fare una foto insieme sorride ed
è contento, sempre, anche quando le foto diventano decine, decine e
decine. Le Folies, come i clubber sanno benissimo, gira per tutto il centro
nord Italia (Mazoom, Bolgia, Cocoricò Amnesia solo per citare alcuni
dei club in cui passa più spesso), ma è di casa vicino alla Caserma
Cavalli di Reggio Emilia. Due volta al mese, l’Italia che balla con stile
ma anche con ottima house si ritrova alla discoteca Adrenanaline.
Ecco come Bavutti, uno che sa pure scrivere, oltrechè mandare sms,
presenta la sua festa: “Al Folies sunday Tea-dance c’è una rigida
selezione all’ingresso. La serata si rivolge ad un pubblico educato, ben
vestito e adulto. Chi non rispecchia le esigenze della serata non e’
gradito. Vietato l’ingresso ai ragazzini scalmanati. Bocciatissimi: felpe
con cappuccio e maniche lunghe con stelline e striscie tipo carcerato,
berretto di ultima tipo benzinaio, occhiali di plastica colorati tipo Sandra
Mondaini, collana di perle (orrenda)... Vestiti così e stai sicuro di non
entrare”.
www.lesfoliesdepigalle.com
Marcelo, l’attore e il professionista, ha studiato e anni e anni prima di diventare un’icona, anzi proprio grazie alla
sua preparazione è riuscito a diventare tale e distinguersi dalle migliaia di dilettanti e viveur che animano le notti
mezzo mondo. Marcelo ha preso parte a spettacoli teatrali classici e sperimentali, ha cantato come tenore in
concerti dedicati ai canti gregoriani e alla musica polifonica (Schola Cantorum – Opera di Roma). Inoltre, prima
di scivolare nella notte, ha lavorato come mimo in molti spettacoli e Opere, sotto la direzione di personaggi del
calibro di Franco Zeffirelli, Mauro Bolognini e Lindsay Kemp, registi e coreografi di prim’ordine noti in tutto il mondo.
“Oggi, dopo tanti anni di performance in discoteca, tutto ciò mi manca e non poco. Voglio tornare anche a fare
teatro in location sperimentali, voglio interpretare anche nuovi personaggi. Baby Marcelo non mi va stretto perché
l’ho creato io ed è una parte di me, ma credo sia giusto anche cambiare”, racconta Marcelo, che come tutti gli
artisti veri non capisce che il suo ruolo di ‘divulgatore’ avvicina al teatro e all’arte anche chi probabilmente sotto
un palcoscenico non si avvicinerebbe mai. Per lui stupire e coinvolgere è un fatto naturale. “I trampoli e il trucco
eccessivo per me vogliono dire Ibiza e in ogni personaggio che creo continuo a riproporli, saranno come anche in
futuro, ma credo che oltre a Baby Marcelo farò di più”.
www.babymarcelo.com
HH • 30
da sinistra: Giuliano Bavutti con performer Folies Pigalle, Giuliano Bavutti (al centro), assieme a Valentno Rossi
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Disco Music
CD VS CLUB
Disco Music
Ma la strada per i club italiani è ancora lunga e tutta in salita. Troppe realtà conosciute per la propria
musica scelgono di non pubblicare cd con continuità, oppure di pubblicare prodotti civetta che non
sono all’altezza della loro fama. Gli esempi sono tanti, troppi per elencarli qui, ma la comunicazione,
va ricordato, è sempre un’arma a doppio taglio. Se un club può crescere grazie a un bel cd, senz’altro
ha un danno d’immagine se si lega a un prodotto scadente. Intendiamoci, un conto è produrre il solito
cd prodotto risparmiando su tutto (musica, grafica, packaging, etc), una compilation buona da regalare
ai clienti più affezionati. Un altro è inventarsi qualcosa, come Claude Challe fece a metà anni ’90 col suo
club e poi con le sue compilation. I cofanetti in cartone di Buddha Bar ancora oggi ‘funzionano’ perché
in un attimo fanno capire che dentro c’è musica d’un certo tipo, che dura. Spesso, purtroppo, oltre ai
soldi, mancano le idee ma quando ci sono i risultati, nelle vendite e nella comunicazione, arrivano.
Un esempio da seguire lo si trova nella vivissima scena berlinese. Il Watergate è da sempre uno dei club
più rispettati nell’underground della città e per la sua prima compilation ha scelto un suono cupo ma cool,
quello di Onur Ozer e un’illustrazione in copertina forte ma colorata, che in un attimo comunica la realtà
della discoteca. Con un debutto così, c’è da aspettarsi una lunga serie di successi.
Qual è il modo migliore per far conoscere un club in giro per il mondo? Come si fa a comunicare
la magia di uno spazio anche a chi non ci ha mai messo piede? Come spesso accade in ambito
comunicazione – stile & dintorni, ambiti nei quali l’Italia guidava e oggi spesso rincorre, bisogna guardare
altrove. Ad esempio, aldilà delle Alpi per accorgersi che senza serie di compilation come Hotel Costes e
Buddha Bar, probabilmente, Parigi sarebbe ancora la capitale preferita dagli innamorati… ma non certo
anche quella dei club – restaurant rilassanti & chic. Quello che dalle nostre parti spesso non vogliamo
capire è che dentro la confezione fashion dei cd francesi c’è ottima musica e tanta ricerca. Stephane
Pompougnac il 18 settembre ha presentato l’11esimo volume della serie Hotel Costes addirittura in un
altro locale, il China Club di Parigi, come se il mito fosse diventato troppo grande per il locale dei fratelli
Costes. Ravin ascolta centinaia e centinaia di brani prima di selezionare i 30, 35 che diventeranno il
nuovo volume di Buddha Bar. Recentemente la serie è diventata anche un progetto multimediale con
BB Ocean, un cd + dvd dedicato al relax e a chi vuole viaggiare con la fantasia in luoghi esotici senza
muoversi da casa.
Una delle pochissime serie italiane che per qualità musicale può rivaleggiare con quelle straniere è
senz’altro quella pubblicata da Pride Records, la label legata a White Trash, la one night più storica del
Mazoom Le Plaisir. Ogni anno esce un nuovo volume che cambia col sound del club e con ciò che il suo
storico resident Walter S propone.
HH • 32
E’ piuttosto inutile infatti, se lo scopo non è solo quello di regalarlo ad amici e clienti, produrre un solo
cd e non distribuirlo nei negozi o almeno negli internet stores. Un buon primo passo l’ha fatto il Bnn di
Cabras, in Sardegna, che ha affidato la selezione del suo primo cd a un professionista serio come Michele
Menini e a Saifam, una solida realtà del settore discografico. Proseguendo con gli esempi di successo,
le compilation Papeete Beach che oggi affollano gli autogrill italiani sono cresciute insieme al mito della
spiaggia più movimentata d’Italia e ogni 6 mesi esce un nuovo volume col sound del momento. In questo
caso la distribuzione è affidata a Self, che distribuisce anche i cd di m2o, l’unico dance network italiano
(ben 19 cd pubblicati in un periodo di tempo limitato da Time Records, altra dance label storica). La fiorentina
Audioglobe distribuisce invece alcune delle compilation più ‘chic’, quelle di Wagram (Buddha Bar, Hotel
Costes, Saint Germain) ma anche quelle del Circo Loco pubblicate dalla mitica Moon Harbour Records
e pure i cd di Azuli, la casa discografica di Dave Piccioni. Ogni distribuzione discografica seria seleziona
con attenzione i cd che poi distribuisce, per cui per un club è molto importante presentarsi con un prodotto,
o meglio, una serie di prodotti che non sfigurino in un negozio di dischi. Un’altra sicurezza del panorama
italiano è la serie Supalova di Joe T Vannelli, arrivata ormai al quindicesimo cd: il top dj house riesce sempre
a capire qual è il tipo di musica che il suo pubblico vuolea ascoltare grazie alla sua esperienza sulla pista da
ballo e condensa quel sound in un cd che non lascia scampo. Inoltre Vannelli, a differenza di tanti colleghi,
ha capito l’importanza della comunicazione e promuove i suoi cd (e contemporaneamente i suoi locali e le
sue serate) tramite show e spot radiofonici su Radio Deejay, la radio più ascoltata in Italia.
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WARKING CLASS
HORGHIDAN TINQUZZA: Studentessa
e ragazza immagine
di Antonio Bramclet
WARKING CLASS
Ma non trovi che circoli troppo alcol e troppa droga nei locali?
Io non sono interessata a quelle cose. Penso che solo le persone molto stupitesi rovinano il divertimento abusando con le sostanze
o con l’alcol. E poi ballare mi costringe a fare una vita sana. Mi pagano se resto in forma e sono elegante, bella e sana. Per fare la
modella e la ragazza immagine devo allenarmi in palestra e non esagerare con il cibo. Insomma è una bella disciplina che mi serve
anche per lo studio.
Ma ti piace di più fare la modella o lavorare in discoteca?
A me piace di più la discoteca. Fare la modella significa viaggiare e perdere delle giornate intere. Se voglio finire gli studi non posso
permettermelo.
Cosa pensi delle discoteche dove lavori?
Sono locali molto belli e quando la serata è giusta è lo spettacolo più bello del mondo. E’ bellissimo vedere tanti ragazzi che si
divertono tutti insieme. E sono contenta che un po’ del merito se si divertono è anche mio.
Contatti per lavori pubblicitari e di ragazza immagine: [email protected]
Molti ragazzi e ragazze uniscono lo studio al lavoro in discoteca. Si tratta di un modo efficace per aiutare le
famiglie e per divertirsi. Tinquzza è una di loro e da quasi un anno unisce l’attività di modella per la pubblicità a
quella di ragazza immagine nelle più importanti discoteche italiane.
Tinquzza, lavorare in discoteca disturba il tuo curriculum scolastico?
Direi di no, perché in discoteca lavoro solo il venerd ì e il sabato. Sono serate nelle quali se non lavorassi
probabilmente andrei lo stesso in discoteca e quindi preferisco lavorare. In questo modo posso aiutare i miei a
mantenermi e mettere da parte i soldi per l’università.
Cosa vuoi fare da grande?
Mi piacerebbe studiare per diventare medico. Sono ancora indecisa su quale ramo della medicina mi sento
portata. Ma penso di avere ancora un po’ di tempo per decidere. La facoltà di medicina è molto costosa e quindi
lavoro volentieri in discoteca perché prevedo di dovermi mantenere gli studi.
C’è chi dice che lavorare in discoteca è rischioso? I tuoi genitori sono d’accordo?
A me non pare. Ci vanno tutti e l’unica differenza con altre ragazze è che mi pagano per ballare. Penso di essere
fortunata. Volendo studiare non credo esista un altro lavoro che potrei fare senza disturbare gli studi. Ho un bel
rapporto con i miei genitori e loro hanno fiducia in me. Sanno che lo faccio per essere in parte indipendente e per
non pesare troppo sulle loro spalle.
HH • 34
HH • 35
MISS
Valentina Avanzi, dalle disco
a Miss Italia (e ritorno…)
di Antonio Bramclet
Valentina Avanzi ed Eleonora Busi da un anno circa portano avanti Diamond, un’agenzia con sede a Cremona che organizza
eventi e contemporaneamente dà vita a corsi di portamento e valorizzazione dell’immagine, dizione, recitazione, make up (trucco
e parrucco), dizione, recitazione. “E’ un’idea che ho avuto l’anno scorso dopo aver partecipato a Miss Italia”, racconta Valentina,
già Meteorina del Tg4 per Emilio Fede, oggi 22enne. “Ho deciso di lasciare un po’ da parte la presenza in prima persona in tv e
dedicarmi proprio all’insegnamento, un’attività che del resto avevo già svolto”.
Che tipo di accoglienza ha avuto in città la vostra iniziativa? “All’inizio è stata dura. Cremona è una città piccola e piuttosto chiusa. Poi però pian piano si è capito che le nostre sono iniziative
serie. E’ servito molto anche l’appoggio del quotidiano locale La Provincia. La visibilità sul giornale ci ha dato senz’altro una mano.
Oggi invece le cose sono decisamente partite e spero di riuscire a coinvolgere anche persone che non hanno l’obiettivo di sfondare
in tv o altrove. Chi frequenta la nostre 10 lezioni poi spesso cambia, si sente meglio, meno timido e più sicuro. Quello che ci vuole
per affrontare la propria vita, professionale e non”.
Che tipo di persone frequentano la vostra scuola e che tipo di docenti avete? In questo momento soprattutto giovani ragazze ma sono convinta che un corso di portamento serva all’autostima di tutti, anche di
chi non ha vent’anni. Ho visto molte persone cambiare in meglio, come dicevo. Sapersi truccare bene serve a tutte le età. Tra i diversi
docenti che abbiamo, segnalo il regista teatrale Beppe Arena, un professionista che per noi insegna dizione e recitazione e Paulo
Renfle, fotografo di fama internazionale. Grazie al loro lavoro ogni lezione diventa imprendibile.
Dicevi che quella con Diamond non è la tua prima esperienza come insegnante di portamento E’ vero, prima di partecipare a Miss Italia ho fatto un corso di portamento e poi sono rimasta nella scuola a insegnare. Visto che
mi sembrava che i gestori della scuola si volessero approfittare della visibilità che ho avuto col concorso, ho deciso di organizzare
HH • 36
MISS
la mia attività da sola... Anzi con la mia socia Eleonora Busi. Siamo un’ottima coppia professionale, credo. Io sono di solito dolce e
tranquilla, lei invece spesso bacchetta chi si trova di fronte. Insieme troviamo sempre il modo giusto di risolvere i problemi.
Che tipo di eventi organizzi nei locali?
Sto organizzando proprio adesso un fashion party prenatalizio in una grande discoteca del nord. La data è quella del 20 dicembre
e oltre alla solito student party pre natalizio abbiamo previsto un concorso di bellezza che eleggerà il più bello e la più bella tra gli
studenti delle scuole di Cremona. Abbiamo già una settantina di iscritti, e senz’altro qualcun altro arriverà, per cui non possiamo farli
sfilare tutti. Abbiamo quindi previsto dei casting preliminari in cui io ed Eleonora valuteremo i ragazzi in modo concreto, direi...
Come? Li fotograferemo tutti, non solo i 30 circa che selezioneremo per la finale. Infatti stamperemo un un calendario che sarà distribuito
grazie anche alla Provincia di Cremona. E poi, quando si vede una sfilata che concretamente prende vita, sembra tutto facile... In
realtà ogni spettacolo prevede tante prove e tanto sacrificio.
Che rapporto hai con i locali e in particolare con le discoteche? In questo periodo vado a ballare un po’ meno rispetto al passato, ma ho lavorato in discoteca ogni weekend per anni, fin da quando
ero molto giovane. Accompagnavo i clienti ai tavoli oppure stavo alle liste alla Centrale Del Latte, una delle disco più importanti
della zona in cui abitavo (oggi Valentina vive a Torino, ndr)... Ogni sera mi divertivo e conoscevo gente nuova. In discoteca vanno
tutti, non solo chi è in vena di eccessi, per cui ho conosciuto persone d’ogni genere. Sono stati gli anni più importanti della mia vita.
Cos’hai imparato da questa tua lunga attività nei locali? Mi viene da dire che non ho imparato niente, visto che accompagnavo, semplicemente, dei clienti al tavolo... ma probabilmente non
è così. Ripeto, sono stati gli anni più belli della mia vita, in discoteca sono cresciuta in modo spensierato. Non sempre chi lavora di
notte fa una vita sregolata. Non fosse altro per il fatto che è ho capito che sul lavoro devi sorridere sempre, sia quando sei felice
che quando non lo sei. E’ finzione? Forse si, ma un sorriso alle persone fa piacere, il broncio no.
Cosa vedi nel tuo futuro professionale? In questo periodo abito a Torino e insieme ad una fotografa sto aprendo un’altra scuola di portamento. Abbiamo già trovato i locali,
stiamo finendo i lavori di ristrutturazione. Se dalla tv arriveranno proposte davvero interessanti, ovviamente risponderò di si. Ma
questa dell’insegnamento non è affatto un’attività di ripiego. Mi dà emozione aiutare tante persone a tirar fuori il meglio di sé.
HH • 37
Dj Tracks
Dj Tracks
Made in Italy
Alex Gaudino vs Nari & Milani, “I’m a Dj”
In copertina su Donna di Republica questa settimana
(parlo di quando sto scrivendo) c’è Beck, quello che
più o meno 10 anni fa scrisse Loser, il cui ritornello
faceva così: “Sono un perdente baby, perché non mi
ammazzi”. La hit dei tre dj italiani è ‘solo’ un’ottima
cover dance. Voto 7. (LT)
Si parla sempre, forse troppo, dei top dj internazionali e delle loro produzioni discografiche. In realtà, dopo un periodo un
po’ così, i musicisti italiani si sono svegliati e stanno tirando fuori una bomba dopo l’altra. Le segnaliamo qui, su Happy Hours,
non per segnalarle ai dj che dovrebbero già conoscerle, nè per far sapere ai proprietari dei club che i loro dj fanno anche
dischi, non li mettono soltanto. Lo scopo è quello di creare un movimento, un circolo virtuoso che faccia bene a tutti quanti.
Noi italiani, si sa, siamo sempre in competizione, soprattutto tra noi e la cosa non è mica troppo intelligente. Anzi. W la dance
italiana quindi, tutta quanta.
Cristian Marchi feat. Dr Feel X,
“Love, Sex, American Express”
Una chicca, un piccolo capolavoro a base di
house, divertimento, suono e ironia. Chi non ha
pensato, anche solo una volta, che l’amore, il
sesso e le carte di credito (ovvero i soldi) sono
legati? 8 a Dr Feel X e 10 a Cristian Marchi, che
ne sa una più dei diavolo. (LT)
Cristian Viviano, “A Vucciria”
“Faro uscire qualcosa soltanto quando lo riterremo rilevante, per noi e
per il pubblico”, diceva Cristian Viviano, qualche mese fa, ribadendo che
l’unione con Dj Walter S (che qui fa il remixer). Si parte con un’effusione fra
un sound freddo di origine dusseldorfiana e il calore della terra, con la
digitalizzazioneche sfida la genuinità di un borgo palermitano. Disponibile
su Beatport. (William Mazoom Lab)
St. Connection & Sergio Mauri, “Jesus”
Una bella traccia che tempo fa Sergio presentava così.
“C’è dentro una citazione dei Bee Gees e ha un ritmo
molto ‘dritto’, come vuole la tendenza del momento, in
stile Brazil street. So che non dovrei dirlo, ma mi sembra
davvero molto forte”. I risultati di vendita sono arrivato.
Voto 9. (LT)
Tindell, “Dusted”
La traccia è accompagnata da suoni transitori, in una sconcertante ma
efficace linearità che non sminuisce l’ecletticità artistica d’un progetto che fa
capo a Walter S e Fabio Valentino. E’ un vero e proprio viaggio nei meandri
della Tech house, tra l’altro recentemente entrato nella prestigiosa top 20 di
Beatport. (William Mazoom Lab)
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HH • 39
BEVERAGE
BEVERAGE
Il gusto morbido e
pieno d’un gin unico
di L.T.
In questo numero di HH, invece che presentare normalmente un nuovo drink o un nuovo
prodotto, lasciamo la parola ad Antonio Frasson che ci racconta in modo insolito uno dei suoi
prodotti e, contemporanemente, la filosofia della sua azienda.
Quando ho visto una bottiglia del nostro HENRY MORGAN’S DRY GIN in bella mostra sullo
scaffale impolverato di un bar parrocchiale di un paesino sperduto fra le colline toscane, ho
sorriso, e mi sono sentito quasi a casa. Ma dai, anche qua, ho pensato…
Tre giorni dopo in un locale capitolino perso nei suggestivi vicoli di Trastevere
incontro Jonker, nome d’arte per barman freestyle, che mi propone un cocktail speciale, nuovissimo,
di sua invenzione, e mi chiede di battezzarlo. Il cocktail e’ tenero e deciso, fresco e pungente…
“come questo gin, vedi”, mi dice il barman che mi e mi fa vedere ancora HENRY MORGAN’S, e
continua. “E’ uno dei pochi che mantiene il gusto pieno e al tempo stesso morbido ed un aroma
fruttato”…
Ecco, questo tipo di testimonianze, piccole ma vere, raccontano sul campo il successo che DISTILLATI
GROUP ha riscosso in anni di impegno serio e dedizione vera.
Un’azienda che, con una linea di prodotti ideati per il mondo disco e non solo, è entrata di
prepotenza nelle serate dei locali notturni piú prestigiosi a livello nazionale, nel lessico familiare
degli addetti ai lavori piú esigenti. Nel tempo è diventan partner spesso insostituibile del lavoro
di chi sta dietro un banco e pure nei gusti dei
consumatori più attenti e meno conformisti. Professionalità e serietà nei rapporti commerciali,
accurata selezione delle materie prime e un’attenzione particolare all’immagine delle proprie
linee sono la forza di Distillati Group.
Il risultato sono prodotti di indubbia qualitá e competitivi sul mercato, ottimi da bere e belli da
vedere, di gusto ricercato ed eleganti nei particolari. E’ come trovarsi su un antico veliero sospinto
da un vento freschissimo e noi vi aspettiamo a bordo. Magari vi racconto che fine ha fatto
Jonker.
www.distillatigroup.com
HH • 40
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fashion & club life
TOYWATCH
UN orologio A MISURA
D’entertaiment
di Antonio Bramclet
Mara Poletti
Mara Poletti e Marco Vitali, grandi amatori di orologi, hanno creato con ToyWatch, un accessorio
innovativo, dalla doppia anima: una collezione di orologi in policarbonato, e altri materiali innovativi
(per il mondo degli orologi), pensati e realizzati secondo la precisa volontà di essere originali,
sapendo distinguersi con classe. Ma questi orologi sono anche oggetti di grande contenuto
emozionale e perfettamente congruenti con lo stile di vita di chi ama giocare con musica, ballo,
spettacolo.
Sono lussuosi senza essere ingombranti; strizzano l’occhio ai modaioli senza in realtà seguire
nessuna moda; sono preziosi senza risultare ingombranti. Sembrano dunque perfetti per chi ama
la night life di qualità: quella tanto per intenderci che non inciampa nell’esibizionismo dozzinale
o nel presenzialismo ad effetto, bensì interpreta il lato giocoso della vita e ne cerca il riverbero
anche nelle cose di cui si circonda.
Lo stile giocoso di Toywatch è trasversale a tutto: permette raffinate concordanze con l’abbigliamento
oppure il contrario. Possono coordinarsi o possono semplicemente essere quel tocco di eccentricità
che a volte è necessario per sdrammatizzare un look o un stile.
HH • 42
fashion & club life
Da alcuni anni ToyWatch propone sempre modelli vincenti, che mettono d’accordo tutti, dai puristi
delle lancette ai collezionisti più rigorosi, non deludendo nemmeno le aspettative dei modaioli
esigenti. Dal classico senza tempo ai materiali futuribili e high tech come il policarbonato, resistente
e ultraleggero, le collezioni spaziano dalle proposte sportive alle più fashion, con cinturini in
canetè, canvas e satin, quadranti preziosi dall’effetto lucido e opaco, fino ad arrivare a modelli
con il teschio da veri trend setter.
Il brand ToyWatch diventa dunque sinonimo di glamour e lusso, un lusso nuovo, malizioso, tutto da
esibire; un accessorio divenuto oramai un cult, anche a livello internazionale.
Lo sanno bene star del calibro di Madonna, Naomi Campbell, Leonardo Di Caprio, Michael
Jordan, Robbie Williams, Silvester Stallone e Oprah Winfrey che lo hanno scelto, richiedendone
spesso delle personalizzazioni.
La distribuzione di Toywatch avviene secondo i criteri dei marchi di lusso. Non è possibile incontralo
in tutti i negozi. I negozi monomarca in Italia sono tre: a Milano in Via Montenapoleone, a Roma in
Alicia Keys indossa un ToyWatch durante il Black Ball, una serata benefica.
Via del Babuino e a Porto Cervo in piazzetta degli Archi, mentre all’estero si trovano a Bangkok
, a Macao, Istambul e Richmond (Canada). Ma corner Toywatch cominciano a diffondersi in tutte
le città più importanti.
Per conoscere tutta la collezione è meglio consultare il sito www.toy-watch.com.
Purtroppo non è ancora prevista una vendita on line.
La strategia della marca prevede un contatto diretto tra cliente e oggetto. La fisicità e il design del
prodotto è fondamentale per quei contenuti emozionali e immateriali considerati dai fondatori il
vero valore aggiunto di Toy.
Per esempio il ceramic automatic stones, un modello con la base in ceramica, non può essere
completamente valorizzato solo da una immagine: reclama il contatto, la fisicità…
Anche a livello di comunicazione è un orologio che non ama troppo la pubblicità tradizionale.
Preferisce di gran lunga gli eventi di prestigio come le serate in discoteca come quella al Billionare
e nelle più importanti città del mondo.
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FASHION LIFESTYLE
Fashion disco style
xXx, il disco party di Diesel
di L. T.
FASHION LIFESTYLE
18 tra le più grandi città del mondo, 8 fusi orario diversi, un
solo gigantesco party. Ecco come Diesel, forse il brand italiano
più importante degli ultimi anni a livello sociale, ha festeggiato il
suo trentesimo compleanno. Domenica 11 Ottobre 2008 alle 18
ora di Tokyo, Diesel ha lanciato una sorta di ‘festa in discoteca’
che si è svolta contemporaneamente a: Beijing, Dubai, Tel Aviv,
Atene, Amsterdam, Milano, Zurigo, Monaco, Parigi, Stoccolma,
Copenhagen, Barcellona, Oslo, Helsinki, Londra e San Paolo.
Migliaia di fan e centinaia di dj e artisti tra più famosi del mondo
hanno fatto sì che migliaia di giovani (e meno giovani) abbiano
ballato per ore come se non ci dovesse essere un domani. Certo,
molti addetti ai lavori si sono lamentati della ressa e del caos... ma
come si sa, Diesel è davvero un marchio democratico.
Diesel Party New York
Diesel Party New York Renzo Rosso con Lindsay Lohan
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FASHION LIFESTYLE
FASHION LIFESTYLE
Il marchio di Renzo Rosso veste vip e non vip e proprio questo, probabilmente, ha scelto di festeggiare prima con divertente
video ‘porno’ sul web e poi ballando in discoteca, contraddicendo certi cool hunter che non considerano più la disco un luogo
‘cool’... Quando c’è da festeggiare, djs e disoteche, sono ancora il massimo, alternative più colte e raffinate restano nella mente
di tanti esperti che di notte, di solito, dormono. Tornano al party multi cittadino di Diesel, tra gli altri si sono esibiti N*E*R*D*,
M.I.A., Chaka Khan, Joel and Benji Madden, 2manydjs, Soulwax, Mr Oizo, Junkie XL, Steve Aoki, Uffie, David Holmes, Pedro
Winter, The Cool Kids, New Young Pony Club, The View, Mark Ronson, Amanda Lepore. A Milano, in particolare, c’è stato
una sorta di viaggio musicale lungo ovviamente 30 anni cpm acrobati, contorsionisti, lanciafiamme e percussionisti. Sul palco
si sono avvicendati artisti leggendari come Earth Wind & Fire, Sister Bliss, Lindstrom, Diskjokke, Who Made Who e Chicks on
Speed. A New York invece l’evento si è tenuto al leggendario Pier 3 presso di Brooklin da cui si gode una vista spettacolare
sui grattacieli di Manhattan. Ispirato ai circhi itineranti della vecchia Europa degli anni passati, il Diesel xXx “Rock and Roll
Circus” ha messo in scena un show circense con cabaret, mangiatori di fuoco, trapezisti, mangiatori di spade... e alla fine, come
è ovvio che sia, tutti a ballare come in discoteca a ritmo della musica selezionata da diversi dj.
Diesel Party Milano
Diesel Party Milano
Diesel Party Milano
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music group
music group
Nel mondo delle sale da ballo siamo abituati ad ascoltare orchestre che si esibiscono da anni
nei nostri locali. La gente le conosce, le apprezza, cerca i loro calendari, compra le loro ultime
pubblicazioni e considera i loro leader componenti della propria famiglia.
Allora ci chiediamo: questo mercato è destinato a chiudersi a cerchio intorno a chi si è, giustamente,
guadagnato un posto d’onore o esiste la possibilità di poter accogliere nuove orchestre? I giovani
musicisti si possono affacciare in questo mondo e trovare spazio per esprimersi oppure per avere
successo è inderogabile avere vissuto la gioventù negli anni sessanta?
e Sandro del passo successivo, cioè la programmazione della parte artistica.
“A questo punto arriva la parte più delicata ovvero la scelta del repertorio. Un errore ricorrente
è quello di scegliere solo ed esclusivamente brani che piacciono ai vari componenti del gruppo.
Bisogna tenere presente, invece, che la gente viene nei locali per ballare ed ascoltare buona
musica quindi tutto ciò che si suona deve essere adattato a tale scopo; inoltre uno dei segreti per
accontentare tutti è quello di non insistere troppo con lo stesso genere, ma offrire un programma
internazionale.”
Ora che l’orchestra è pronta, sono stati assolti tutti gli obblighi amministrativi e il repertorio è stato
scelto con cura, cosa bisogna fare per farsi conoscere in questo settore?
“E’ fondamentale superare l’iniziale diffidenza dei gestori e del pubblico. E’ difficile, soprattutto in
questi tempi di crisi, trovare agenzie e gestori che diano fiducia ad un nuovo gruppo; tutto questo
è comprensibile perché il pubblico è molto esigente e quindi non ci si può permettere di sbagliare
la programmazione delle orchestre in un locale. Quindi alle nuove formazioni vengono date delle
serate di “prova” in giorni non standard ( prefestivi o feste private ). Di questo tipo di serate, però,
ce ne sono poche nell’arco di un anno, per cui si deve essere convincenti nel proporsi al gestore
e quando si è sul palco dimostrare la propria validità musicale e professionale, perché bisogna
riuscire a convincere la giuria del locale: il pubblico pagante. Se il pubblico si è divertito, è riuscito
Per avere spiegazioni in merito ci siamo rivolti a tre giovani musicisti che in questa avventura si
sono imbarcati da qualche anno, però si ricordano ancora perfettamente quale iter hanno dovuto
seguire per iniziare. I loro nomi sono Paola, Enrico e Sandro e sono i componenti dell’orchestra
Paola Dami’.
Quali sono le prime difficoltà che incontra un gruppo di musicisti che vuole formare
un’orchestra?
“Formare e gestire un’orchestra o un gruppo musicale può sembrare in apparenza molto semplice
e poco impegnativo, ma le difficoltà sono, in realtà, molte e di varia natura.
La prima che si incontra è di carattere economico, infatti per avviare un’orchestra è necessario
investire un cospicuo capitale. Servono tutte le attrezzature audio, un impianto luci, un mezzo per
il trasporto e il materiale pubblicitario.
In seguito bisogna provvedere alla parte burocratica, costituire una ditta, adempiere a tutti gli
obblighi fiscali e richiedere le agibilità previste dalle vigenti normative.”
Per questo i tre ragazzi si sono divisi i compiti, Enrico si occupa della parte amministrativa, Paola
a ballare con il tempo giusto e ha ascoltato un bel programma musicale allora emette un “verdetto”
positivo. A questo punto il gestore ha tutto l’interesse a programmare la nuova orchestra. Certo,
prima che un nuovo gruppo entri a far parte di un giro di locali che gli permetta di avere un
calendario che possa garantire il sostentamento dell’orchestra, passa parecchio tempo. Quindi il
rischio è che durante questo periodo il gruppo non riesca a sopravvivere.”
Voi siete non solo sopravvissuti, ma ora siete una delle giovani orchestre più richieste nei locali e
nelle feste di piazza, vero?
“ Ci siamo impegnati molto e dopo tanti sacrifici siamo riusciti a raggiungere un ragguardevole
traguardo. Però, come in tutti i settori, è necessario non fermarsi sugli allori. Noi per incrementare
il nostro pubblico presentiamo un programma su un’emittente locale piemontese e collaboriamo
con una radio nazionale.”
A questo punto, tirando le somme, se si vuole intraprendere l’avventura dei locali da ballo
è necessario avere una buona preparazione musicale, un po’ di spirito imprenditoriale, tanta
pazienza, tanta umiltà e, ciò che non guasta mai, un pizzico di fortuna.
QUALI SONO LE DIFFICOLTA’
CHE UN MUSICISTA INCONTRA
SE VUOLE COSTITUIRE UN
NUOVO GRUPPO?
di Simona Barisio
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assointrattenimento
Visibilità on line su Tilllate?
Uno sconto per i soci Asso
Intrattenimento
Tilllate.com
di L. T.
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Tilllate.com è probabilmente il più importante portale al mondo per
quel che riguarda il clubbing. A differenza di altri siti e magazine sui
locali, è dedicato solo e soltanto alle discoteche. Nato da un’idea
di un gruppo di giovani svizzeri, raggiunge mensilmente a livello
oltre 2.8 milioni di utenti di 18 - 35enni. Gli utenti registrati nel
mondo sono oltre 700.000 e le immagini presenti sul portale ben
16 milioni. Gran parte dei servizi di Tilllate sono gratuiti e molti pr
utilizzano il portale per segnalare gli eventi e le serate che seguono,
ed è questa la fortza del portale, ma ovviamente è possibile farsi
pubblicità con banner, articoli, redazioni nelle newslettere e tramte
i flyer che i fotografi Tilllate distibuiscono quando scattano le loro
belle immagini. Ai soci di Asso Intrattenimento e ai lettori di Happy
Hours che vogliano dare visibilità al proprio locale, Tilllate offre uno
sconto del 20% sulle sue abituali tariffe. Basta contattare Andrea
Manfredi, uno dei responsabili del portale in Italia, via mail a
[email protected]
A S S O I N T R AT T E N I M E N T O
assointrattenimento
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Alla Cortese Attenzione
Proff.re Giovanni Serpelloni
Presidenza Consiglio dei Ministri
Ufficio Sottosegretario
Senatore Carlo Giovanardi
Dipartimento Nazionale Antidroga
PROPOSTA ASSO INTRATTENIMENTO
Ill.mo Proff.re Giovanni Serpelloni,
a seguito dell’incontro intercorso nell’ufficio del Sottosegretario di Stato
Senatore Avv. Carlo Giovanardi, dopo una attenta e accurata valutazione fatta
al proprio interno dall’Associazione che rappresento, sono a confermarLe la
nostra più efficace e sincera volontà di collaborare con il Dipartimento che Lei
dirige e nel contempo colgo l’occasione per sottoporLe alcune proposte tecnico
operative che potrebbero mettere fine ad annose problematiche relative al
nostro settore.
Come ben sa, prendendo spunto dalla tragedia successa alla sedicenne di Rovigo
morta al Lido di Venezia per ingerimento di ecstasy mista ad alcol consumato
durante un rave-party illegale (consumato in un party dis-organizzato in modo da
sfuggire un qualsiasi controllo e responsabilità), l’organizzazione di feste abusive
e l’eccessivo permissivismo delle pubbliche amministrazioni soprattutto in ambito
comunale, sta gravemente ledendo gli interessi della categoria che rappresento
e sta anche aprendo delle vere e proprie voragini di illegalità soprattutto nel
mondo dei locali notturni.
Ancora una volta la terribile convergenza di rave-party, di intrattenimenti illegali
(molte volte effettuati anche all’interno di pubblici esercizi tipo bar/circoli) e droga,
presenta un conto inaccettabile per tutti. Le istituzioni stanno perdendo la guerra
contro la droga e pochi si rendono conto della complessità del problema.
Per anni si è voluto vedere solo nella discoteca azienda la ragione di tutti i
mali. Un colpo per volta amministratori e politici hanno demolito la possibilità che
esistessero aziende della notte, sane. Il risultato è che oggi i ragazzi trovano
l’effetto rave dappertutto: sulle spiagge, in locali dove si effettua intrattenimento
e spettacolo in modo abusivo, in feste non autorizzate, nelle piazze delle città
divenute in gran parte teatro di veri e propri rave-party ogni sabato sera.
Di conseguenza il marketing criminoso della droga è aumentato a dismisura e la
cultura dello sballo è divenuto uno stile di vita.
Come presidente di Asso intrattenimento voglio mandare un messaggio chiaro
e forte al legislatore: la battaglia contro la droga non si può vincere solo con
HH • 52
assointrattenimento
il proibizionismo totale; occorrono delle alleanze e un appello al senso di
responsabilità di chi fa impresa nei contesti e nel tempo in cui i ragazzi si vogliono
divertire. Senza una rete di aziende sane e profittevoli il contesto della notte
rimarrà nelle mani di improvvisati e di una ritualità a rischio. Solo la discoteca
azienda può essere un avamposto per controllare da vicino e in tempo reale le
tattiche criminose di chi seguendo la strada della musica vuole fare business sulla
pelle dei giovani.
Nel corso del nostro incontro, caro Professore, si ragionava efficacemente
su come la nostra categoria di imprenditori sia da considerarsi a pieno titolo
come “Categoria di Lavoratori a Rischio” sia per il settore di cui ci occupiamo
e, a maggior ragione, per la dirittura morale che occorre mantenere in forza
dell’attività di intrattenimento che svolgiamo rivolta soprattutto ai giovani.
E’ necessario dunque creare le condizioni per cui i soggetti organizzatori di eventi
di spettacolo ed intrattenimento siano inseriti nelle categorie di lavoratori a rischio,
come piloti, medici, ecc. anche al fine, oltre che della formazione di base, di una
immediata identificazione dei responsabili di ogno manifestazione e quindi di una
forte presa di responsabilità degli addetti al settore del divertimento notturno. Urge
un’iniziativa normata per cui ogni singolo imprenditore o organizzatore del mondo
della notte abbia ben chiaro il ruolo che esercita nel sociale e la trasparenza,
anche della vita privata, che egli deve avere nei confronti della cittadinanza.
Consapevoli quindi del delicato compito anche sociale del nostro operare
proponiamo l’istituzione su tutto il territorio nazionale di un ALBO PROFESSIONALE
degli OPERATORI DELL’INTRATTENIMENTO e SPETTACOLO, ove tra le priorità
necessarie per l’iscrizione siano prescritti obbligatoriamente controlli medico
sanitari (così come si faceva un tempo per gli operatori dell’alimentare) diretti
a verificare le buone condizioni psico-fisiche ma anche eventuali contatti con
abitudini illegali legate all’uso di droga o all’abuso di alcool.
NON PUO’ ESSERCI UN MONDO DELLA NOTTE SANO
SE NON SONO SANI PER PRIMI GLI OPERATORI.
Potrebbe essere quindi questa la strada per il riordino di questo settore ormai
distrutto dall’abusivismo che oltre a danneggiare le aziende danneggia la
società.
Proposta di massima per normare la creazione dellAlbo Professionale:
Nel particolare bisogna definire cosa si intende per mondo dell’intrattenimento e
spettacolo :
Secondo noi basterebbe usare come elemento discriminante l’elemento BALLO.
A S S O I N T R AT T E N I M E N T O
assointrattenimento
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assointrattenimento
Per organizzare tutte quelle manifestazioni in cui viene autorizzato il ballo, il
richiedente deve essere iscritto all’albo. Riteniamo sia l’unico elemento che possa
aiutarci ad individuare una categoria ben precisa, perché altrimenti si entrerebbe
in altri ambiti e andremmo a invadere anche ambiti legislativi che hanno poco
a vedere con il mondo discoteca tipo l’organizzazione di concerti o qualsivoglia
altra manifestazione che vede l’intrattenimento come protagonista.
Lezioni base di amministrazione (registri da tenere aggiornati / come comportarsi
in caso di controlli / norme sulle assunzioni)
Requisiti per l’iscrizione all’albo :
Vorrei che Lei percepisse il passaggio importante e rischioso che la mia associazione
sta intraprendendo.
Ci sono migliaia di imprenditori che vogliono assumersi inedite responsabilità
per poter avere la certezza di essere considerati, senza dubbi di sorta, una
risorsa per il Paese. Ma non possiamo evitare di pensare che soltanto il loro
successo sul mercato potrà incidere nello stile di vita dei giovani. Le discoteche
sane devono essere più belle, più ricche, più di moda. Se riusciremo ad eliminare
il sommerso del ballo si può invertire la tendenza al degrado degli ultimi 10 anni.
A tal riguardo l’Albo professioanle è necessario ma non sufficiente. Occorre una
doppia manovra: nuove regole e iniziative a supporto del livello di professionalità
implicito nell’Albo; e demolizione sistematica da parte delle istituzioni di controllo
di tutte le occorrenze che sinteticamente definiamo “abusivismo”.
Il sindacato Asso-intrattenimento come promotore dell’iniziativa, con l’eventuale
collaborazione dell’altro sindacato di categoria, si attiva per redigere e aggiornare
l’albo: le regole di accertamento devono essere uguali per tutti.
Si potrebbero fare delle sessioni di esami periodicamente presso una sede / tre
sedi nazionali = NORD / CENTRO / SUD e ISOLE
L’iscrizione all’albo avrà un costo ( ma sarebbero opportuno che anche le istituzioni
collaborassero ai costi, per incetivarne il successo) che permetterà la creazione
di corsi necessari al conseguimento di tutti i requisiti. Presso le 3 sedi possiamo
istituire 2 volte all’anno i corsi intensivi per il conseguimento di tutti i requisiti.
Questi corsi saranno tenuti da professionisti in ogni campo.
Requisiti :
Conseguimento del certificato di prevenzione incendi ALTO RISCHIO.
Dimostrare che si è titolari di attività con autorizzazioni al ballo da almeno 3 anni,
o che si è stati impiegati per 3 anni presso una società che ha gestito locali da
ballo- in caso contrario obbligatorio il corso di formazione.
Titolare REC
Negatività a test antidroga / antialcol = come quello che è già attivo in qualche
regione / provincia per poter ottenere la patente di guida
I test devono essere ripetuti secondo i parametri medici stabiliti dalle istituzioni.
I test dovranno essere effettuati presso strutture riconosciute dalle autorità, e
solo le strutture possono trasmettere all’ufficio competente l’esito degli esami,
affinché ogni iscritto possa continuare nell’esercizio della sua attività. Chi non farà
pervenire i test entro il periodo stabilito per ogni appuntamento annuale, verrà
sospeso e tale sospensione verrà comunicata al questore della città ove l’iscritto
esercita la propria attività
Prima di conseguire l’iscrizione al registro, gli imprenditori dovranno seguire dei
corsi intesivi presso le sedi preposte alla formazione riguardanti:
Nozioni sulla normativa Diritti d’Autore
Mantenimento della sicurezza e del decoro all’interno del Locale notturno ( Usi
consentiti dalla legge agli operatori della sicurezza )
Nozioni mediche sugli effetti dell’abuso dell’alcol / droga (qui da valutare se
l’imprenditore debba presentare il certificato di frequenza di un corso come quello
che si richiede per la Prevenzione Incendi)
HH • 54
Ovviamente questa assunzione etica e di resposabilità ha senso solo se le
istituzioni consentiranno di operare, nei tempi di adeguazione che è necessario
prevedere, solo gli imprenditori iscritti all’albo professionale.
A nostro avviso una significativa e sinergica presa di posizione del Governo e
degli imprenditori potrebbero finalmente portare alla cessazione di abusi di ogni
natura nella gestione di party illegali e soprattutto del rave party percepito
ovvero la pseudo festa organizzata da bar, da circoli o altro. Le segnalo che il
rave party percepito è meno spettacolare ma molto più pericoloso e devastante
per le abitudini dei giovani rispetto le grandi manifestazioni nazionali. L’attuale
emergenza sull’abuso dell’alcol ha, mi passi l’espressione, il suo genius loci nelle
decine di migliaia di pubblici esercizi che da una certa ora in poi funzionano
strutturalmente come una festa sregolata, lasciandosi percepire dai giovani come
un simil rave.
Io sono sicuro che un Registro come quello richiesto dalla nostra Associazione
potrebbe apparire come un chiaro segnale di coscienza degli imprenditori
onesti e reponsabili da una parte e dall’altra un deterrente invalicabile per chi si
improvvisa, spesso e volentieri, come organizzatore sporadico, che quasi sempre
porta più danni che benefici.
Mettendomi a disposizione per intavolare una proficua collaborazione, porgo
vivissime cordialità
Il Presidente Nazionale
Luciano Zanchi
A S S O I N T R AT T E N I M E N T O
assointrattenimento
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Senigallia
Seminario AssoIntrattenimento
di Antonio Bramclet
Il 26 novembre, presso l’Hotel City si è tenuto l’ennesimo seminario dell’associazione
sui temi cruciali per tutti gli imprenditori di discoteche.
Di fronte ad una nutrita rappresentanza di proprietari delle discoteche provenienti
da tutta la regione i consulenti di AssoIntrattenimento hanno messo a fuoco i
problemi tecnici del settore.
Hanno partecipato il presidente Luciano Zanchi, il vicepresidente Ezio Rizzoli,
il responsabile della regione Marche Maurizio Girolimetti, il superconsulente
del diritto d’autore dott. Emilio Tancredi, l’esperto di problematiche E.N.P.A.L.S. e
consulente del lavoro dott. Maurizio Sogliano.
Luciano Zanchi ha spiegato agli imprenditori convenuti lo scenario politico
economico generale, così come può essere dedotto dopo i ripetuti incontri romani
con eminenti rappresentanti del Governo e dell’opposizione. Subito dopo la
parola è passata agli esperti. Molto seguito l’intervento di Tancredi sulle vicende
dei cosiddetti Diritti connessi S.C.F. “Gli ultimi svilippi – ha detto l’esperto di Asso
intrattenimento – vedono S.C.F. ritornare al sistema di incasso attraverso la Siae.
Il problema più grave rimane la misura del compenso dovuto, visto che la società
HH • 56
assointrattenimento
che tutela le aziende fonografiche ha rotto in modo unilaterale il contratto con
Asso intrattenimento”. Infatti da alcuni mesi S.C.F. oltre a mandare fatture regresse
assurde fa del terrorismo sui locali. Che fare? La risposta dell’associazione è
chiara e lineare: non pagare il vecchio e per quando dovuto per le nuove attività
attenersi al vecchio contratto. Tancredi ha spiegato che il presidente Zanchi ha
inviato da tempo le proposte per un nuovo accordo ma S.C.F. non accettandone
i parametri non risponde e cerca di sfruttare le debolezze del settore ovvero
intimidisce gli imprenditori disinformati avanzando richieste esorbitanti.
Subito dopo la parola è andata a Soliani che ha tentato di far capire agli imprenditori
le mosse necessarie per essere in regola con l’E.N.P.A.L.S. L’esperto del lavoro ha
spiegato le diverse opzioni che possono risultare utili per rispondere al problema
della comunicazione da fare alla istituzione preposta antecedente al collocamento.
Sostanzialmente per l’imprenditore si tratta di comunicare entro il giorno prima
della prestazione l’avvenuta assunzione. Soliani ha spiegato dunque i risvolti del
contratto a chiamata (per i lavoratori sotto i 25 anni) e i relativi contributi e il
contratto d’assunzione un giorno alla settimana.
Sia sui problemi Siae e SCF e sia sul problema delle assunzioni Enpals sono dedicate
rubriche di happy Hours alle quali rinvio il lettore che ne vuole sapere di più.
Il seminario è proseguito con gli interventi degli imprenditori utili per focalizzare i
problemi più sentiti sul territorio. Le domande sono state numerosissime e com’era
lecito aspettarsi hanno avuto come protagonista la Siae. Tancredi con uno show
all’altezza della sua competenza e fama ha rasserenato i presenti sottolineando la
necessità di mantenere costanti i contatti con l’associazione.
“La Siae fa il suo mestiere e non è un pericolo a patto di conoscere bene le regole
e i propri diritti”… Con queste parole si è chiuso un incontro dal sapore diverso
dalla solita riunione sindacale, che mi è parso molto gradito dal pubblico.
A S S O I N T R AT T E N I M E N T O
assointrattenimento
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assointrattenimento
Professionista Certificato da ASSOINTRATTENIMENTO
IL LIBRO UNICO DEL LAVORO
NICODATA s.n.c. di Sogliani M. & N. – Centro Elaborazione Dati Settore Spettacolo
SOGLIANI geom. Maurizio & Dr.Nicola – Consulenti del Lavoro
Via Brescia, 9 – 25019 Colombare di Sirmione (BS)
Tel. 030/9906125 – Fax 030/916388 – 030/9197993 – 030/9904879
E- MAIL : HYPERLINK “mailto:[email protected][email protected]
di Maurizio Sogliani
Sirmione li 28/11/2008
A partire dal 1° Gennaio 2009 un’importante novità verrà introdotta nel mondo del lavoro italiano; infatti a partire da tale
data entrerà in scena il Libro unico del Lavoro, che “manderà in pensione” i vecchi libro matricola, libro paga e registro
presenze che per oltre 50 anni sono stati i libri obbligatori dell’impresa.
Istituito con gli artt. 39 – 40 del Decreto Legislativo 112/2008, il libro unico del lavoro sarà il documento che conterrà tutti
i dati aziendali, prima contenuti nel libro matricola, nel libro paga e nel registro presenze. Infatti nel libro unico saranno
contenuti i dati anagrafici, contrattuali, previdenziali e fiscali relativi ai lavoratori dipendenti, ai titolari di contratti di
collaborazione coordinata e continuativa e agli associati in partecipazione.
La nuova disciplina, semplificando la struttura di gestione dei rapporti di lavoro, in particolare riguardo alla tenuta dei libri
in azienda, ha finalità di prevenzione e contrasto del lavoro sommerso , oltre che di snellimento degli oneri burocratici ed
economici gravanti sulle imprese.
Non è mia intenzione addentrarmi ulteriormente nelle specifiche caratteristiche della nuova disciplina ma preferisco
fornire alcune utili risposte alle domande che, negli ultimi mesi, ci sono state frequentemente rivolte dai miei clienti, ovvero
dai gestori di locali quali discoteche, lap- dance e night club.
Sostanzialmente l’introduzione del Libro Unico può aumentare le problematiche burocratiche degli imprenditori?
Dare una risposta certa a questa domanda può risultare difficile, solo il tempo ci potrà dire se questo cambiamento introdotto porterà delle
agevolazioni in favore degli utenti.
Certamente, dopo un primo studio della legge, appaiono chiare alcune modifiche che possono portare dei vantaggi al cittadino imprenditore;
in primis evidenzierei l’abolizione dell’obbligo di registrazione giornaliera del registro presenze. Dal 1° gennaio gli imprenditori non saranno
più obbligati a compilare il registro presenze ogni giorno ma dovranno compiere questa operazione entro il giorno 16 del mese successivo
al mese di riferimento.
Dove deve essere conservato il libro unico del lavoro?
Il legislatore ha previsto una doppia ipotesi in merito alla conservazione del Libro Unico. Esso può essere conservato, a scelta dell’imprenditore,
o presso la sede legale dell’azienda oppure, previa apposita autorizzazione, presso lo studio del consulente del lavoro o di un altro
professionista abilitato.
Il mio consiglio è di conservare il libro unico sempre presso la sede legale dell’azienda, poiché, in caso di controllo ispettivo, la Legge prevede
che il titolare sia obbligato ad esibire tempestivamente agli organi ispettori il libro unico.
Ora che sono stati abrogati il libro matricola e il registro presenze su cosa si concentreranno le attenzioni degli organi
ispettivi al momento del controllo?
Come già precisato dalla Circolare del Ministero del Lavoro n° 20 del 21 Agosto 2008 gli organi ispettori richiederanno in primo luogo
l’esibizione del libro unico per controllarne la corretta tenuta.
I controlli più approfonditi verranno, però, svolti nella ricerca di eventuali lavoratori “in nero” all’interno dell’impresa. Un datore di lavoro per
poter dimostrare di essere in regola con le attuali norme di legge deve produrre la copia della comunicazione obbligatoria, fatta all’ufficio
collocamento, antecedentemente all’inizio del rapporto di lavoro.
Ricordo che tale comunicazione obbligatoria deve essere effettuata per ogni lavoratore subordinato, per ogni titolare di un contratto
di collaborazione coordinata e continuativa e anche per ogni lavoratore che svolga una prestazione lavorativa occasionale all’interno
dell’impresa. Il mancato rispetto di queste disposizioni di legge comporta l’applicazione della maxisanzione sul avoro sommerso che prevede
una sanzione pecuniaria da 1.500 ai 12.000€ per ogni lavoratore irregolare trovato nell’azienda.
Inoltre, in base all’art. 36 bis della Legge 248/2006, se il controllo ispettivo accerta la presenza di un numero di lavoratori in nero pari o
superiore al 20% dei lavoratori totali dell’impresa si ha la sospensione immediata dell’attività lavorativa.
HH • 58
LA CONSULENZA NOTTURNA PER I LOCALI DELLO SPETTACOLO IN TUTTA ITALIA
Consulenza del Lavoro specializzata per Night Club,Locali di Lap-Dance e Discoteche, Disponibili in ogni zona d’Italia.
Studio di Consulenza del Lavoro aperto al pubblico dal LUNEDI’ al VENERDI’ dalle 15,00 alle 20,00 e TUTTE LE NOTTI
(tranne il Lunedì) DALLE ORE 22:00 ALLE ORE 02:00
Assunzioni nuovi dipendenti settore spettacolo e bar, IN TEMPO REALE, ANCHE DI NOTTE, nel rispetto della Legge
SULL’ASSUNZIONE IL GIORNO ANTECEDENTE L’INIZIO DEL LAVORO
Stipula e redazione immediata Contratti d’Ingaggio / Contratti di lavoro del personale, gestione e compilazione giornaliera
dei Registri Presenze e Matricola,direttamente presso la Sede di Lavoro del Locale Notturno,in collaborazione eventuale
con il Vs. attuale Consulente del Lavoro e/o il Vs. Commercialista
Eventuale (se richiesta) elaborazione Buste Paga
Gestione della Concessione e Rinnovo AGIBILITA’ ENPALS
A S S O I N T R AT T E N I M E N T O
assointrattenimento
HH • 59
Convenzione Assicurativa
locali da ballo, night club e
lap dance
dott. Andrea Scotton
Risk Manager di Asso Intrattenimento
Al termine di un lungo iter valutativo, Asso intrattenimento ha raggiunto un accordo,
tramite ARGO Broker di Assicurazioni S.r.l. , per una convenzione assicurativa a
favore dei propri associati, a condizioni economiche di sicuro interesse.
Si tratta di una formula Assicurativa studiata ad hoc per i locali da ballo, night club e lap
dance, che garantisce un’ampia copertura e un forte risparmio annuo. La convenzione
prevede una copertura assicurativa ad ombrello contro i danni al patrimonio (incendio,
furto, responsabilità civile, elettronica) ed è stipulata con un’importante compagnia
estera, la Huebener Versicherungs-AG, leader in Germania, Francia e Austria nelle
assicurazioni dei locali da ballo ed ora presente anche in Italia.
L’accordo con ARGO Broker di Assicurazioni S.r.l., società che opera nel settore
Assicurativo da oltre un decennio con un’approfondita esperienza nel campo, prevede
inoltre un “servizio di consulenza assicurativa per gli associati “. Tale servizio è gratuito
ed indipendente dall’adesione alla polizza convenzione. Tutti gli associati possono
trovare una risposta ad ogni dubbio e ad ogni problema di carattere assicurativo e
possono eventualmente avere una valutazione sulla qualità e l’efficacia delle polizze
che hanno in corso.
HH • 60
assointrattenimento
LA DOMANDA DEL MESE AL DOTT. ANDREA SCOTTON
Nell’ambito del mio locale, oltre all’attività classica di locale da ballo, c’è un’area adibita a pizzeria-ristorante con giardino
estivo. Il mio assicuratore ha indicato in polizza l’attività di “music bar, pizzeria e ristorante” sottacendo l’attività di locale da
ballo. Sono correttamente coperto dall’ assicurazione?
E’ bene distinguere l’attività di pubblico spettacolo (art. 68 del R.D. 773/31) da quella di semplice intrattenimento
effettuato nei pubblici esercizi.
L’attività di pubblico spettacolo si configura come attività PRIMARIA e tale attività è il vero motivo che spinge gli avventori
a recarsi in quel locale.
L’attività di semplice intrattenimento (music bar, piano bar, musica dal vivo, karaoke, maxi schermo e altre forme simili) si
configura come attività secondaria e complementare rispetto all’attività primaria di somministrazione. Non deve assumere
il carattere di attività organizzata con apposite strutture o attraverso modifiche delle superfici di somministrazione. Inoltre
non debbono essere istituiti biglietti d’ingresso o maggiorazioni nelle consumazioni, non devono essere montati palchi o
attrezzature aggiuntive e soprattutto non devono essere effettuati balli e danze.
Ciò premesso, rispondo alla sua domanda. Tutte le polizze sono stipulate sulla base delle dichiarazioni dell’Assicurato
e tra le DICHIARAZIONI prestate e riportate in polizza sono indicate espressamente le caratteristiche costruttive del
fabbricato, l’ubicazione, la descrizione delle cose assicurate e l’attività svolta. Tali dichiarazioni determinano la precisa
qualità e natura del rischio, coerentemente alle quali vengono convenute le condizioni di assicurazione ed il premio.
Quando vi siano più attività coesistenti nell’ambito di un “rischio singolo commerciale”, tutte le attività vanno dichiarate ed
indicate in polizza ed in particolare l’attività di maggior rischio. La mancata indicazione dell’attività di locale da ballo, di
fatto risulta una “dichiarazione inesatta o reticente del Contraente” e quindi soggetta ai rigori del Codice Civile:
L’art. 1892 del Codice Civile, afferma che le dichiarazioni inesatte o reticenti del contraente, dove l’assicuratore, sapendole,
non avrebbe stipulato il contratto alle medesime condizioni, possono portare all’annullamento del contratto se detto con
colpa grave o con dolo e conseguentemente determinare la perdita del diritto all’indennizzo in caso di sinistro.
L’art. 1893 del Codice Civile, che regolamenta le dichiarazioni inesatte o reticenti rilasciate senza dolo o colpa, non prevede
l’annullamento del contratto ma l’assicuratore può recedere da esso, previa comunicazione, entro 3 mesi, all’assicurato.
Nel caso in cui il sinistro avvenga prima della scoperta dell’inesattezza o la reticenza delle affermazioni, oppure prima
che abbia recesso il contratto, l’indennizzo verrà ridotto in proporzione alla differenza tra il premio convenuto e quello che
sarebbe stato applicato se si fosse saputo la verità.
L’Assicurazione di Night club, discoteche e locali da ballo è considerata ad “alto rischio” dalle Società Assicurative che
frequentemente ne rifiutano la copertura. Questo determina la possibilità da parte della Compagnia di Assicurazione di
dimostrare, in giudizio, che se avessero saputo dell’attività del locale da ballo, non avrebbero stipulato il contratto.
A S S O I N T R AT T E N I M E N T O
assointrattenimento
HH • 61