Il TUNNEL SEGRETO Il tunnel segreto che conduce all’ambiente sotterraneo in cui è collocato il sepolcro di Yoshua - per i criptoebrei Gesù di Nazareth - è stato raffigurato in un dipinto di Antoine Wiertz del 18541. Il quadro, intitolato L'Inhumation précipitée o The Premature Burial2, cioè la sepoltura precipitosa, contiene la rappresentazione di un caso di catalessi o morte apparente di una vittima del colera, che si risveglia dopo essere stata messa in una bara3. 1 2 Antoine Wiertz (February 22, 1806 – June 18, 1865) Si tratta di un caso di una vendetta simbolica di matrice ebraica. In realtà, nel dipinto è raffigurato l’antro ipogeo dove è tenuto nascosto Il Morto Apparente per definizione, cioè Gesù di Nazareth, sepolto o murato vivo per vendetta giudeo-massonica. Egli, come già spiegato, resuscita dallo stato di morte apparente e torna in vita durante un rito magico-religioso segreto, in presenza dei criptoebrei incaricati dal Sinedrio Segreto dell’Altopiano delle Rocche. L’uscita del tunnel nella stanza ipogea dove è posto il sepolcro è a forma di arco a botte. La stanza dovrebbe essere in blocchi pietra squadrata, ma non necessariamente, poiché la pietra squadrata o cubica fa parte della simbologia dei Muratori dell’Ordine di Malta. Costoro, consapevoli sin dai tempi dell’antico Egitto della fenomenologia degli zombies, amavano seppellire vivi i loro nemici, soprattutto i loro feroci persecutori “Nazi”. La stanza è la famosa Cuba, forse per la sua forma geometrica, somigliante a quella di un cubo o parallepipedo4, forse in riferimento alla forma cubica del sepolcro, o forse semplicemente per essere la prigione da incubo di Yoshua. I criptoebrei sono Liberi Muratori, Franc Masons, Cavalieri di Malta, cioè sono coloro che progettano e costruiscono più o meno lentamente il Tempio per la Vendetta, il luogo sacro dove i nemici di Israele devono essere murati, cioè definitivamente chiusi (La Chiusa nel gergo rocchigiano). Nell’antichità i casi di seppellimento di nemici e traditori di Israele, ancora vivi, erano frequenti e rivestivano un valore simbolico-monitorio e dimostrativo. Nell’antica Roma una Vergine Vestale accusata di aver violato il suo voto di celibato veniva "sepolta o murata viva”, chiusa in un antro con un pò di pane ed acqua. 3 Vedi sull’argomento http://encyclopedia.thefreedictionary.com/Premature+burial 4 Il cubo in geometria è un esaedro regolare ma sotto il profilo strettamente etimologico sarebbe una figura geometrica solida un po’ più complessa. Il termine, infatti, deriva da ank-t-ybe, che può essere reso come tettares ank tube, dove il greco tettares significa 4, ank significa angolo e tybe significa tubo. L’insieme rappresenta la corrente elettrica collegata al tubo o botte . Infatti il numero 4 può essere visto come ¼ o un quadrante di una ruota a 4 raggi che è al tempo stesso il simbolo della botte cilindro h Nel calendario egizio c’era il mese invernale (infernale) di entybe. Da tybe deriva l’aggettivo spagnolo tibio, tiepido, reminiscenza della cuba che, da tiepida, diventava rovente. Ma essendo conosciuta anche come Botte o Barile5, la stanza potrebbe essere un ambiente cavernoso con la volta a botte: la famosa Kaba o Cava nella Baka (Vaca in spagnolo). In essa continua a vivere da secoli “lo zombie che non muore”. 5 La voce spagnola cuba significa botte o barile. Tunnel deriva da tonel (Middle English) ed esprime in origine lo stesso concetto di cuba, cioè contenitore di forma cilindrica utilizzato per procurare una morte lenta alla vittima calata nel liquido in esso contenuto. Il barile poteva essere collegato ad una fonte di energia elettrica, capace di fornire una corrente elettrica modulabile in intensità. Rappresentando la cuba una prospettiva terrorizzante per le potenziali vittime, ne derivò la parola incubo (in-cuba). In spagnolo incubo è pesadilla, termine che significa piccolo Ades, cioè piccolo Inferno per il PES o PHS. Il PES (pesce in spagnolo) è Gesù di Nazareth, il Nazi PEScatore, seguace del “cubismo”, ma la sigla può significare anche TRES, se si aggiunge la T della Croce e si legge la P come una lettera ro maiuscola. La sigla TRES si riferisce ai personaggi della Trinità cristiana: Padre, Figlio e Spirito Santo (i tre amici dei Romani, Yoshua, Dimas e Gestas). Nel dipinto-mappa l’arco del tunnel sotterraneo presenta nella parte di sinistra due pietre sporgenti, simili a denti canini6 che trovano corrispondenza nelle due dita, indice e medio, della mano destra dello zombie. Tale circostanza induce a tirare dalle sporgenze dell’arco due linee convergenti sulla forcella formata dalle dita della mano destra dello zombie. Si forma così la punta triangolare di una freccia che indica la corda sottostante, disposta in guisa da delineare la parte nord dell’abitato di Rocca di Mezzo. Il triangolo virtuale formato dalle pietre è ripreso sia dal triangolo acuto formato dal coperchio aperto della bara sia dal triangolo acuto formato dallo spigolo della bara retrostante7. 6 I denti canini significano che il personaggio era per gli ebrei un cane o anche un vampiro del loro sangue. 7 Il triangolo acuto significa che il personaggio era uno Tsade, cioè faceva parte di coloro che seviziavano le loro vittime servendosi di lame acuminate e croci per bloccarle (Tsadismo) o di coloro che, ancor peggio, insieme alle punte acuminate usavano la corrente elettrica. Il primo dei triangoli acuti indica verso Ovindoli e la Marsica ma, al tempo stesso, insieme alla bara posta trasversalmente rimanda al tunnel, da dove un’altra bara, appena visibile e con coperchio triangolare rimanda verso Rovere (le pietre sporgenti a forma di canini). Tuttavia, l’esatta posizione geografica dell’abitato triangolare di Rovere si ottiene facendo ruotare il triangolo stesso sulla O formata dall’arco. L’arco infatti, nell’ambito della mappa, è un goniometro visibile solo per metà. Una prima rotazione deve essere di 45° + 45° in maniera tale che la base del triangolo si posizioni sul cranio, Rocca di Mezzo, e la punta del triangolo indichi verso gli occhi e la mano dello zombie, Rovere. L’indice ed il medio della mano destra rappresentano il Coniglio, cioè l’Altopiano visto da un’angolazione tale da farlo sembrare la testa di un coniglio con due enormi orecchi. Tale costruzione immaginifica, secondo cui Yoshua da Rovere vede sé stesso morto e scheletrico nel tunnel sotterraneo di Rocca di Mezzo, vuol significare che egli è cosciente del fatto che è condannato a morire e a resuscitare, senza però poter uscire dall’incubo, come lascia intendere il suo sguardo atterrito. Il cranio è Yoshua morto, la testa con gli occhi spalancati è Yoshua che si risveglia, atterrito per la prospettiva di dover morire di nuovo e rimanere eternamente nell’incubo del tunnel. Il cranio sporge da un piccolo tunnel che entra nella volta a botte di un grande tunnel trasversale, che è anche il coperchio arcuato del sepolcro dello zombie. La seconda rotazione del triangolo deve essere di ulteriori 45° cosicché esso si posizioni sotto la mano aperta dello zombie, con la punta sempre rivolta verso le due dita e gli occhi. Le diagonali che congiungono le due pietre sporgenti e la base del triangolo opposto formano la X che si ritrova nell’abitato di Rovere. Lo sguardo dello zombie, immaginando che il suo corpo sia posizionato su Rovere ed appartenga a Yoshua Robur Marsorum, rimanda a Rocca di Mezzo, dove egli dovrebbe giacere in croce X nel tunnel sotterraneo. L’ipotesi è supportata dall’orientamento della croce sulla bara che dalla Marsica indica verso Rocca di Mezzo, suggerendo il “cross” della X. Il tunnel sotterraneo è rappresentato dall’ombra del braccio proiettata sulla bara. L’ombra della mano sotto il margine inferiore della bara è invece la caverna segreta8. Alla sua sinistra si nota una manina munita di lunghe unghie appuntite e somigliante alla zampa di un ratto che sembra essere rimasto schiacciato sotto la bara di legno. Seguendo la direzione indicata dal triangolo virtuale formato dalle due pietre sporgenti e dalle bare si compie un giro che riporta alla bara collocata all’estrema sinistra. Quest’ultima a sua volta è rivolta verso l’arco ed il tunnel, il suo spigolo anteriore destro è aperto e forma una stella a cinque punte, che, come noto, è lo stesso Altopiano visto all’alto. 8 L’ombra del braccio e l’ombra della mano significano che il personaggio ha perso l’arto, ma non del braccio si tratta, bensì del fallo, simboleggiato dal cranio di color marroncino a sinistra sotto lo spigolo della bara. La struttura da cui esce il cranio è un barile, barrel, tonel o cuba, cioè uno strumento di tortura letale risalente ai tempi dell’antico Egitto. La vittima veniva inserita nel contenitore metallico, che era elettrificato (la disposizione delle bare forma i segni e ‡), e lasciata morire per lenta consunzione dopo un certo periodo di tempo. Il fallo, eccitato, veniva fatto uscire dal cosiddetto “occhio” – al centro e non a lato del barile - e quindi carbonizzato. Se lo squarcio nell’angolo della bara si considera come la raffigurazione crittata dell’abitato di Rovere, la linea che sopra prosegue inclinata a sinistra, rinvia da Rovere, dove a prima vista sembrerebbe essere il tunnel, a Rocca di Mezzo. Se invece lo squarcio nella bara e le altre fenditure si considerano la raffigurazione dell’intero Altopiano, lo squarcio medesimo indica, alla stregua di una freccia, Rocca di Mezzo. L'Aquila Fontavignone Terranera Rocca di Mezzo Rocca di Cambio Rovere Yoshua in croce La faccia anteriore del coperchio della bara di destra è una coppa capovolta che rappresenta sia la copertura dell’entrata del tunnel sia il Sangue di Cristo sotterrato per l’eternità sia la “copertura ermetica“ dei criptoebrei di Rocca di Mezzo. Morte Coppa Resurrezione Sion - D A V I D Cupola della Rocca Il tunnel sotterraneo è rappresentato anche nella zona sotto la bara: l’entrata è nel cranio, dove sono le orbite e prosegue fino alla corda. Per entrare bisogna curvarsi ed infilarsi in una stretta apertura. Infatti, se si osserva la parte sinistra del teschio si nota un piccolo animale di colore scuro che sembra arrampicarsi e sgusciare attraverso uno stretto passaggio per entrare nella prima orbita e riuscire nella seconda che dà accesso alla caverna. Oltre il teschio, sotto le due ossa, c’è una tavola rettangolare di colore bruno: essa è il coperchio della botola da cui si accede alla caverna e al tempo stesso il coperchio che copre il sepolcro. La costola rappresenta il tunnel arcuato ricavato nella roccia ed il femore lo zombie disteso. Bisogna immaginare di spostare la costola sul femore, da dove il tunnel prosegue fino alla zona delimitata dalla corda9. Qui si ritrova l’animaletto che dal cranio ha percorso il tunnel fino in fondo ed è in procinto di ripercorrerlo nel senso opposto. La sua testa, ingigantita, è delineata dalle volute della corda, che formano anche l’orecchio e l’occhio, mentre la bocca è lo stesso tunnel che passa sotto la corda. Nel gergo criptoebreo “occhio” è il nome in codice del pertugio segreto da dove si entra nell’antro. La testa dell’animaletto sul cranio è una rana, un’ila o un rospo. È una rana ed un’ila perché chi discende nella caverna “ranocchia” e “s’infila” nell’ileo (pertugio)10. Lo zombie è un “rospo” che “ruspa”, perché è stato trasformato in una creatura ferina ed ungulata, come si rileva dal particolare del dipinto che si riporta di seguito 9 Lo zombie è un Femore perché è Felice Femmina, Amore dell’Emore (nel senso di emo, αἶμα). Il rospo è in spagnolo il sapo, cioè il sapone ed il tappone, vale a dire lo zombie vivente della Sacra Sindone. Costui è sapone perché i criptoebrei sputano sul suo Corpo Vivente conformemente ad una tradizione plurisecolare che esige il rinnegamento di Gesù in croce, cioè immobile nel sepolcro segreto. È tappone perché è “attappato” nella caverna sotterranea ed è il contrario di un tappo, essendo molto alto di statura. Il rospo è, come noto, una rana e in quanto rana è ranocchia, cioè ranocchio o rana in occhio. La rana che salta, nel gergo cripto ebraico, significa che Yoshua è stato saldato venendo trasformato in Gessù, cioè gesso e cesso. La parola rana ha lo stesso etimo di run/ran, etimo che si ritrova nell’inglese drum, tamburo. Il drum nell’antico Egitto era il dromos, , cioè la Ruota del Mulino Solare che produceva l’energia della Piramide. Il era cioè il , la potenza o forza della Piramide (da qui il nome Romolo mitico fondatore di Roma). L’allegoria della rana alludeva anche alla rete delle Piramidi del Pianeta, essendo la rana un anfibio salterino. Come ragno, araneus o aracna (ἄρκυς) era l’ara AC o AK della Mezza Luna. 10 Nel dipinto La Rana è, per usare espressioni gergali del luogo, lo sdrumato o pollato o stennericato. Il rospo e la mano-zampa ungulata La linea obliqua che va dalla corda al cranio è la “repitella” cioè il percorso in salita che conduce dal bacino del Fucino fino su a Rocca di Mezzo11. La corda ha la forma del palmo di un piede, che indica il cammino ascensionale verso l’Altopiano e Rocca di Mezzo, la cui sagoma è proprio quella di un Piedone. A parte il piede si nota la testa di un piccolo cane, che sarebbe “il piccolo dog”, cioè il Dog o God dei piccoli di Israele, nonché il perito (perro) della marra, marrano o marruvio (Marruvium o il Santo Benedetto dei Marsi). Egli è diretto verso il cranio cioè verso il Capitolium dove si trova il Palatium. Nella mappa crittata dell’Altopiano il Capitolium è il Capodoglio o Balena di fronte a Rocca di Mezzo e il Palatium o Palatinus è l’antro sotterraneo, già esistente al tempo dell’antico Egitto, sede del Capital o Caput Italiae. Il cagnolino giunge al teschio, gira intorno ad esso e torna indietro. In realtà si ferma a Rocca di Mezzo, perché tornando indietro s’imbatte di nuovo nel piede, che è Rocca di Mezzo. Dato che egli è in realtà lo stesso Teschio o Caput Mundi, il Cranio va ricollocato dopo il piede (la corda), in modo tale da ottenersi l’intera sagoma del paese, che è poi quella di un Infante o di Gesù Bambino. Il piede con il tunnel che lo attraversa è la Vagina di Yoshua evirato, reso Donna ebrea e messo sotto i piedi dai criptoebrei di Rocca di Mezzo in nome di tutto il popolo di Israele. 11 Il termine repitella significa salitella ma anche piccolo insediamento di Arabi (Arbitella). Era sia il percorso da Giza a Nazareth sia lo stesso Nazareth in Palestina. Potrebbe chiamarsi anche Vulva di Yoshua, nel senso di Ritorno di Yoshua, se la parola vulva si considera come crittogramma vuelve, sia nel senso magico di <<resuscita!>>, cioè <<rinasci!>>, sia nel senso beffardo di <<vuelva!>>, cioè <<ritorna!>>12. La resurrezione però, contrariamente a quanto potrebbe immaginarsi, avviene direttamente dall’utero, cioè a Rocca di Mezzo, per parto cesareo, poiché il personaggio che risorge era stato un grande caesor caedium, cioè un caesareus o grande stragista di ebrei. Yoshua essendo Vagina è Clitoris. E’ clito sia nel senso di κλυτός, inclito, sia nel senso di chiuso o incluso in vagina (in κλυτός). Detto altrimenti, Yoshua è l’inclito Poenus recluso in vagina. Essendo vagina sinonimo di vulva, Yoshua <<vuelve en vida>> (volge in vita) e <<de nuevo muere >> (di nuovo muore): è l’Ostia Eterna13 che espia la Poena del Poenus per l’eternità. Come visto in precedenza, però, la vagina è sotto i piedi dei criptoebrei, nel senso che è sotto il grande piede di Rocca di Mezzo. Piede 12 13 Torna in parte (Torniparte). Ρίζα Ciò significa che da Rovere, somigliante ad una grande vulva, bisogna tornare a Rocca di Mezzo, come visto dianzi e per le altre ragioni spiegate nel corso dell’intera ricerca. Rovere visto dall’alto Rovere visto dal lato di Ovindoli ROVERE salpingi clitoris Terranera ROCCA DI MEZZO Rovere RdM vtero orifizio gancio per sollevare il sepolcro dalla fossa femore costola sepolcro (occhio) tunnel Testa del Femore o Coccia di Morto È a Rocca di Mezzo, quindi, che dovrebbe essere nascosto il sepolcro segreto di “Yoshua che non muore”. Dato che il personaggio in bara, risvegliatosi, guarda verso il Craneus Orbis sottostante, cioè verso Roma, Caput Mundi, si può arguire che il personaggio arrivò sull’Altopiano da Roma passando per la Marsica. La sua provenienza da Roma è suggerita dallo stesso arco sullo sfondo, che è uno dei ponti di Roma antica. Tuttavia per collocare il ponte romano nella sua esatta posizione geografica bisogna immaginare di ruotare il dipinto di un angolo piatto. A tal fine l’arco-goniometro deve essere immaginato in posizione orizzontale rispetto a quella verticale del dipinto, cosa plausibile perché l’arco – se si osserva bene - è lo stesso occhio, ingigantito, dello zombie disteso nella bara. Gli elementi del dipinto corrispondono ad una serie di lettere. La colonna in pietra di destra è una I, le due bare messe trasversalmente a croce latina formano una T, una L ed una V, la colonna e le due bare formano la sillaba VI, l’arco in pietra è una C, una U ma anche una O. La O diventa una R se si immagina di collocare verticalmente la bara all’estrema sinistra e mettere obliquamente la bara centrale lungo la traiettoria indicata dalla seconda pietra sporgente. Se invece la bara si colloca lungo la traiettoria della prima pietra sporgente (quella in basso) si ottiene una P14. Lasciando le bare nella posizione in cui si trovano e immaginando di prolungare le traiettorie delle due bare messe longitudinalmente si forma una A. Le due pietre sporgenti a sinistra dell’arco sono le corna che si fanno con la mano: le due pietre centrali sono medio ed anulare, mentre quelle esterne più lunghe sono indice e mignolo. Esse sono rivolte contro lo zombie: ciò significa che il personaggio è uno della mucca o makka o baka (kaba) o tora, è uno cioè dei suovetaurilia, ed è originario dell’Anatolia Romana. L’insieme delle lettere, tenendo conto del fatto che il dipinto è “dinamico”, cioè è basato sul movimento dei vari elementi pittorici, permette di ricavare alcune parole e frasi che alludono all’identità del personaggio, che era quella di un boia efferato degli ebrei. Sulla bara si nota una scritta, che recita così: MORT DU CHOLLAA Cortipe par nous non Dominus 14 La forma di tale pietra è un ibrido tra la testa di un grande Pesce e la testa di una Tartaruga. Il Pesce è il Pesce Acrostico Cristiano IΧΘΥΣ mentre la Tartaruga rappresenta la Tortuga del Pesce, cioè la Tortura del Pesce, consistente nelle previe sevizie ai genitali e nella successiva evirazione, spesso con l’uso della corda, riportata nella parte inferiore del quadro. La scritta significa anzitutto Morto di Colera, ma il suo significato riposto è che il Morto di Collera o di (A)rabia, Gesù Nazareno o il Nazi, è “sepolto vivo” da secoli in un antro segreto sotto Rocca di Mezzo MORT DU CHOLLAA Cortipe par nous non Dominus parousia Considerando la H, come una lettera eta maiuscola e posponendola alle due LL, la frase assume ulteriori significati: Morte del COLLE e Morte del COLLEGA Il Collega è colui che incollava le vittime ebree ed eseguiva le sevizie, tra le quali rientrava il taglio del collo (dialetto colle) e delle “colle”, cioè delle coglie o cogli (gonadi). Morte di CEPOLLE La cipolla è un metodo di esecuzione capitale preceduta da sevizie. Essa prevede l’utilizzo della corda e della pera o cipolla sulla vittima. Morte di C POLLA. La Polla è l’Aquila Romana o il Gallo Romano, cioè l’emblema di Roma, ma è anche la morte per arrostimento lento (il colore rosso). La Polla è l’Altopiano delle Rocche, perché vedendolo dall’alto somiglia ad una grande Aquila con ali e zampe aperte. La Ci è sempre l’Altopiano e precisamente il cerchio immaginario che cinge l’Aquila (CI). L’Aquila è, al tempo stesso, un Pentalfa o Stella a cinque punte Bisogna inscritta in un cerchio. La C inoltre significa copertura o cappa, cioè criptoebraismo. Se la sillaba CH si prende come sigla di Chieti allora la parola Cortipe assume il significato di Cor Teramo Pescara, cioè il Morto Vivente, oltre ad appartenere al Cuore, appartiene anche alle genti delle tre città abruzzesi. Ma la Ti di Teramo è in realtà l’iniziale di un aggregato di popolazioni ben più ampio, definibile come Tiran, Turan, Toran o Teran. Leggendo diversamente la scritta MORT DU CHOLLAA si ha: - du tro Rom: del Trio o della Trinità di Roma è il 2+3 cioè L’Aquila (la ρώμη della Piramide). - Mort du collant o du collar: morte per strangolamento ed evirazione - M ort du collant o du collar M: orto dell’incollamento o del collare tra le Piramidi (simboleggiate dalla M iniziale e dalle AA finali) - Mort duch olla: morto il Duca (Dux) in C-Polla15. - Mort duch olla: morto il Duca (Dux) dell’Olla in Pent.olla o C.polla. L’Olla è l’Aula o Gabbia16, la Pente Olla e la C Polla sono la Polla cioè l’Aquila dell’Altopiano. Il Duca Duck è il Duca Dux in Oca cioè sull’Altopiano, che, osservato dall’alto, può sembrare sia una polla sia un’oca, ed è il Duca in [r]oca cioè celato a Rocca di Mezzo. - Trom du Choll: 3+2 cioè Altopiano Trono del Colle, del Collega, di Cepolla. La scritta Cortipe par nous Dominus è il suggello della vendetta ebrea. Interpretando Cortipe come Corta Peni (corta è la terza persona singolare del verbo spagnolo cortar che significa tagliare), essa significa: - <<Il Corta Peni o Pesci per noi non è Padrone degli Ebrei>> - <<Corta Peni stiamo pari, noi Ebrei non Padrone>> - <<Corta Peni perdona noi>> Corta Peni Par DoM Nous Tuttavia la scritta può essere letta anche come segue 15 Sarebbe uno degli epigoni del Dux Dutch. Costui era il Duca del Netherland cioè il Duca del Nilo (neither=nihil) o il Duca del Nettare (νέκταρ=necare in T o nex ara). 16 Olla in spagnolo significa pentola. Al tempo dei Romani era un contenitore di terracotta svasato. Nella satura lanx, cioè nel convivio o simposio di Bacco era la pentola usata, insieme all’otre con il vino, per il prandium festivo. Il prandium si teneva nel praedium, dove si consumavano prae-libatae praedae. Nell’antico Egitto la olla e l’otre erano tutt’altra cosa: erano i contenitori dove si metteva l’ollaris. MORT DU CHOLLAA Corti re par nous Dominus Il Morto di Cepolla: cioè lo zombie dell’Altopiano delle Rocche (C.Polla) Short Italia Re: cioè il Basso Re d’Italia o Baphomet (Basso Ometto) S[h]ortire par nous Dominus: sortire cioè riuscire, risorgere per noi ebrei Dominus, Parousia, Nous, Re pari ad Anus17. Lo zombie che resuscita nell’antro segreto dell’Altopiano viene definito dagli ebrei come: Il Παρνασσός è la Piramide egizia del ατήρ del Νάξος ed è l’area παρὰ Νάξος, cioè intorno al Naso Piramide (i quattro angoli acuti della Piramide possono essere visti come quattro nasi). Il Naxos è la Nassa (NAZ) per pescare i Pesci (PHS) ed è la rete delle Piramidi su scala planetaria. Il Parnaso è anche un crittogramma con il quale ci si riferiva alla duplice rotta schiavistica παρὰ άξο e παρὰ Naso, cioè per la Gran Bretagna. La rotta passava sia per la Turchia e la Grecia sia per il “Naso spagnolo”. 17 <<Vitalus, uomo di nome maledetto Gesù Cristo, tutte le volte che risorge levandosi dalla tomba nel seno di questa Stella, Roveto Ardente, altrettante volte incontra lo stocco nell’ano: tutti i Gesù nel lager e tutti i Gesù a fuoco>> Entrent Ante Anno Christi 66. Vitalus è l’Om Vitalis, cioè l’Homo della Vis Vitalis o Vis Italiae, ancora vivente a distanza di lunghissimi secoli dalla sua “muratura”. La frase può essere interpretata in più di un modo e contiene riferimenti cronologici e geografici alle Piramidi, alla Giudea, all’Altopiano delle Rocche ed all’Europa.