Cognitivismo - dott. Marco Vicentini

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Marco Vicentini, Psy.D.
http://www.marcovicentini.it/didattica
Centro Camilliano di Formazione
Marzo e Maggio 2015
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Introduzione alla psicologia cognitiva
§ Albori e nascita del cognitivismo
§ Il paradigma HIP
§ Le scienze cognitive
§ E dopo ?
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Ambiti applicativi e clinici
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1948: Cognitive Maps in Rats and Men
Il concetto di mappa cognitiva è il precursore dei concetti di memoria spaziale e ragionamento spaziale
¡ Introdusse il concetto di comportamento motivato da uno scopo (anche senza ricompensa) ¡
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Gli psicologi parlano spesso di una rivoluzione cognitivista avvenuta dagli anni 1960-­‐1970 che ha visto la psicologia cognitivista assurgere ad indirizzo dominante sottraendo il primato al comportamentismo (oltreché alla psicoanalisi).
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La psicologia cognitiva, può essere definita, come lo studio dell’abilità delle persone ad acquisire, organizzare, ricordare le conoscenze e ad usarle come guida del loro comportamento nel mondo.
STIMOLI
RISPOSTE
STIMOLI
RISPOSTE
STIMOLI
RISPOSTE
STIMOLI
RISPOSTE
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Concezione della mente
§ Mente = scatola nera – antimentalismo, comportamento spiegabile in base a catene di stimolo-­‐risposta – S-­‐R
§ Esempio: linguaggio per Skinner.
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Metodo
§ Esigenze epistemologiche: oggettività, osservabilità, quantificazione
§ Uso del metodo sperimentale. Rifiuto dell’introspezione § Psicologia animale utile per lo studio della psicologia umana. ¡
Principali temi di studio
§ Interesse per l’apprendimento e la soluzione di problemi. STIMOLI
RISPOSTE
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Concezione della mente § Mente tra stimolo e risposta
§ Individuo come elaboratore di informazione (paradigma HIP human
information processing). § Mente (= software) indipendente dall’hardware (= cervello, corpo)
§ Traduzione dei processi esterni in simboli: rappresentazione
§ Diagrammi di flusso che descrivono il percorso dell’informazione -­‐
elaborazione sequenziale, a stadi ¡
Metodo
§ Uso del metodo sperimentale, esperimenti di laboratorio
§ Cronometria mentale: tempo di elaborazione
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Principali temi di studio
§ Processi cognitivi: percezione pensiero memoria linguaggio
§ Meno interesse per l’apprendimento: innatismo
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Watson (e Skinner): linguaggio = forma di comportamento vocalico –
apprendimento per imitazione e rinforzo. Critiche di Chomsky (1959) alla teoria di Skinner dell’apprendimento linguistico : 1.
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Se emigrati entro i 7 anni, nessuna differenza
argomento della povertà dello stimolo: povertà dell’esposizione al linguaggio adulto: es. bambini immigrati
creatività del linguaggio
tappe costanti dello sviluppo linguistico nei bambini anche se esposizione a contesti diversi
Chomsky: I bambini sono in grado di acquisire il linguaggio perché hanno delle conoscenza specifiche innate.
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La maggior parte dei processi psicologici risultano complessi e articolati e non riconducibili a semplici catene associative di stimoli e risposte. § I modelli S-­‐R non erano soddisfacenti e si faceva sempre più forte l’idea che lo stimolo viene in qualche modo trasformato e rielaborato prima di produrre una risposta comportamentale.
§ La mente divenne di nuovo centrale e si svilupparono i cosiddetti modelli S-­‐O-­‐R. § I processi interni all’organismo non possono essere negati, certo non sono direttamente osservabili, ma sono inferibili e per questo possono essere oggetto di studio della psicologia. ¡
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Importante è la diffusione della teoria di Chomsky sullo sviluppo linguistico che mostra l’inadeguatezza della prospettiva comportamentista. Inoltre, dagli anni ‘50 si sviluppano una serie di studi sulle funzioni cognitive:
§ Memoria
▪ Miller e il magico numero 7; ▪ Atkinson & Shiffrin e i tre moduli della memoria
▪ Tulvig e la memoria episodica e semantica
§ l’attenzione ▪ Broadbent e la teoria del filtro (cocktail party problem)
Si sviluppa l’interesse per le macchine e l’analogia uomo-­‐macchina. ¡ A Cambridge, Craick cominciò i suoi studi sul comportamento di tracking (1934). ¡
§ Studi in ambito militare
§ In questo compito vi è un bersaglio mobile sul quale l’individuo deve allineare un segnale, spostando una penna scrivente attraverso due manopole. ¡
Comportamento di Tracking
§ Craick ha notato che gli individui non sono in grado di effettuare più di una correzione ogni mezzo secondo. § Questo dato lo ha portato a ipotizzare la presenza nella mente umana di una sorta di meccanismo decisore che aveva bisogno di almeno mezzo secondo per elaborare l’informazione in ingresso, e che non era in grado di effettuare più di una operazione per volta. § Craick fu il primo a parlare dell’uomo come servomeccanismo e ad introdurre l’analogia mente-­‐
macchina considerando l’uomo come un elaboratore di informazioni. ¡
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Nel 1960 esce il libro “Piani e strutture del comportamento” di Miller, Galanter e Pribram. Ritengono che l’azione umana sia costituita da comportamenti altamente strutturati non riconducibili a semplici associazioni S-­‐R. Innanzitutto bisogna parlare del comportamento molare, § definito in termini di scopi § può essere portato a termine, secondo diverse modalità, attraverso unità comportamentali più semplici definite molecolari. Ogni azione è diretta ad uno scopo e per raggiungere tale scopo l’individuo prepara dei piani d’azione. ¡ Il comportamento può essere organizzato gerarchicamente e i processi che regolano i comportamenti dall’alto vengono definiti piani. ¡ Gli autori descrivono la struttura
dei piani attraverso una unità di monitoraggio che viene definita TOTE ¡
§ Test; Operate; Test; Exit
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Ho lo scopo di appendere un chiodo alla parete
Valuto la congruenza tra il mio scopo e la realtà esterna: valuto se c’è già il chiodo nel muro (test)
Se non c’è passo alla fase operativa: pianto il chiodo nel muro (operate)
Controllo se il chiodo è piantato bene e nella corretta posizione (test)
Se è così, posso uscire dal piano d’azione (exit) La proposta di Miller, Galanter e Pribram è stata accolta con molto entusiasmo nell’ambiente psicologico del tempo e ha dato una spinta ai tentativi di costruire dei programmi per calcolatori in grado di simulare le operazioni eseguite da uomini. ¡ Un programma per calcolatore è realmente in grado di simulare il comportamento umano solo se supera il test di Turing:
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§ cioè se una persona esterna non è in grado di distinguere la risposta data dal calcolatore da quella data da un uomo alla stessa domanda.
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Broadbent (1958) ritiene che sia importante studiare il sistema cognitivo nel suo complesso, cioè in rapporto all’elaborazione delle informazioni in ingresso nel sistema, a prescindere che riguardino aspetti percettivi, attentivi ecc.
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Nonostante questo approccio globale iniziale, il movimento si svilupperà in rapporto a micromodelli.
Nel 1967 Neisser formalizzerà i principi del nuovo modello psicologico e darà vita al paradigma dello Human Information Processing (HIP).
¡ La psicologia cognitiva non si occupa più di comportamenti e neppure di contenuti o vissuti, ma di processi. ¡
§ I processi di elaborazione delle informazioni, compiuti dai soggetti, vengono studiati soprattutto attraverso i tempi di reazione ed esecuzione di vari compiti. § Prende corpo in modo sempre più decisivo la metafora dell’uomo come calcolatore (cervello e mente come hardware e software). Computer
Memoria espandibile all’infinito
Unità di elaborazione centrale
Cervello
Memoria a capacità limitata
Attività distribuita, non c’è una centrale di elaborazione: il pensiero non ha una sede specifica
Elabora simboli che appartengono Elabora segnali sensoriali a un insieme finito, secondo regole analogici, potenzialmente infiniti, deterministiche (algoritmi)
sia utilizzando regole precise, sia in modo impreciso Unità: processori, pochi, Unità: neuroni, miliardi (30 nel elaborano velocemente un cervello, 50 nel cervelletto), simbolo alla volta (seriali). Ogni elaborano più lentamente simbolo sta per un’unità di l’informazione però lavorano sia in informazione. parallelo (cioè simultaneamente), sia in serie. Si attivano diversi circuiti neuronali.
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Caratteristiche di base:
§ Gli individui sono considerati esseri autonomi dotati di intenzionalità, che interagiscono con il mondo
§ La mente attraverso la quale interagiscono con l’ambiente è un sistema con scopi generali di elaborazione di simboli
§ Vi sono svariati tipi di processi che agiscono sui simboli, manipolandoli e trasformandoli in altri simboli che alla fine sono in relazione diretta con le altre entità del mondo
§ lo scopo delle ricerche in psicologia, è di specificare i processi di manipolazione dei simboli e la tipologia delle rappresentazioni che sono alla base della prestazione nei diversi compiti cognitivi
Segnali
fisici
Trasduzione
sensoriale
Registro
sensoriale
Riconoscimento
del pattern
MBT
(lavoro)
MLT
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L’elaborazione cognitiva non dipende solo dallo stimolo, ma anche dalle aspettative del soggetto, dalle sue caratteristiche e interessi individuali § (come sottolineato dallo stesso Neisser, 1976, attraverso il concetto di schema).
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Broadbent (1984) afferma che i modelli non lineari sono più rappresentativi in quanto i modelli stadiali
risultano troppo rigidi e non collimano con la elasticità e ricchezza del sistema umano.
Broadbent propone un modello a croce maltese
¡ al centro vi è il Sistema di Elaborazione Centrale,
¡ ai lati abbiamo:
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1) il Registro sensoriale; 2) la Memoria di lavoro astratta (MBT); 3) il Magazzino associativo a lungo termine (MLT) 4) il Magazzino delle risposte motorie (programmi d’azione).
Il sistema centrale ha, tra gli altri, il compito di trasformare le informazioni che riceve in modo che possano essere utilizzate dagli altri sistemi.
¡ Il processo di elaborazione può cominciare in ogni punto e può andare in tutte le direzioni. ¡
Memoria di lavoro astratta
Registro sensoriale
Sistema di elaborazione centrale
Magazzino associativo a lungo termine
Magazzino delle risposte motorie
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La conoscenza umana si sviluppa attraverso (e riflette) l’esperienza di se-­‐stessi nel mondo
Esperienza: riguarda un organismo completo, (embodied) situato in un ambiente che include il linguaggio, la cultura, l’appartenenza ad una comunità sociale
§ Il senso, il significato emergono dallo sperimentare le interazioni col mondo e dal continuo spiegarle a se stessi per dare coerenza alla storia individuale
§ L’esperienza a livello basico è data dai pattern di interazione fisica col mondo
§ La conoscenza di una sedia, e quindi il significato che ha per noi quell’oggetto, è in primis il tipo di azione corporea che essa invita a compiere
All’interno del movimento cognitivista cominciano a sorgere alcuni dubbi sull’utilità dell’analogia uomo -­‐ computer e sulla visione dell’uomo come semplice elaboratore di informazioni.
¡ Lo stesso Neisser, influenzato dalle teorie di Gibson, in “Cognition and Reality” (1976) muove tre critiche fondamentali:
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§ il cognitivismo si sta chiudendo in laboratorio
ignorando ciò che succede nel mondo reale, nella vita quotidiana;
§ le attuali ricerche sono molto sofisticate ed eleganti, ma ci si chiede quale sia la loro utilità;
§ le informazioni che l’individuo elabora vanno viste nell’ambiente, perché è li che sono ed è l’ambiente che le offre; l’individuo possiede degli schemi che gli permettono di coglierle e utilizzarle.
Neisser ha proposto un modello circolare che tenesse conto dell’impostazione ecologica. ¡ L’autore parte dall’idea che noi possediamo una sorta di mappa cognitiva del mondo, costituita da schemi cognitivi, che ci guida nell’azione e nell’esplorazione del nostro ambiente.
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§ Sulla base di tale mappa elaboriamo una serie di aspettative sugli eventi e applichiamo i nostri schemi all’ambiente (selezionando alcune informazioni, piuttosto che altre). § A volte ci imbattiamo in informazioni inaspettate (disponibili nell’ambiente) che ci portano a modificare i nostri schemi e la nostra mappa cognitiva.
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Essendo stato una prospettiva che è emersa a poco a poco, il modello cognitivo è stato favorito durante i periodi chiave in questo campo: 1.
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4.
Segnato dallo studio del paradigma HIP, il comportamento umano è descritto attraverso i modi in cui il soggetto risponde come un sistema o di un'organizzazione in grado di operare con la realtà, in sequenza di elaborazione delle informazioni ricevute; Dal contatto con le neuroscienze e con l'intelligenza artificiale, ha portato allo studio di modelli simbolici della memoria umana. I problemi classici della percezione, azione o attività sono concentrate sui problemi linguistici di "elaborazione delle informazioni”.
Conosciuto anche come la seconda rivoluzione cognitiva, si è focalizzato sul funzionamento psicologico, costruito in una prospettiva dinamica e attiva, che include la considerazione delle emozioni, intenzioni, e del contesto ambientale
Attualmente i modelli cognitivi interagiscono con dimensioni interpersonali, simboliche, meditative e religiose, formulando nuovi modelli di azione e comprensione. ¡
La prospettiva cognitiva in ambito clinico è radicalmente diversa da altri approcci in due linee principali: § Accetta il metodo scientifico e rifiuta l'introspezione come metodo valido di indagine, a differenza di metodi fenomenologico come la psicologia analitica. § Afferma l'esistenza di stati mentali interni (come le credenze, i desideri, gli scopi, e le motivazioni), a differenza della prima psicologia del comportamento. ¡
Cognizione:
§ Unità operativa che descrive le modalità di una persona di interagire in maniera organizzata e finalizzata con l’ambiente (umano).
§ Tale organizzazione è definita al medesimo tempo dalle componenti intellettive, mnestiche e emozionali, nel loro essere diacroniche e sincroniche.
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La psicologia cognitiva studia quindi la modalità di organizzazione dell’esperienza.
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Il comportamento è stato così studiato come lo studio degli eventi attivati internamente al soggetto, di natura cognitiva e affettiva
§ Emozioni, sentimenti, affetti
§ Pensieri, Immagini mentali, Credenze
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Il modello S-­‐R è stato modificato dallo studio minuzioso delle variabili intervenienti, alla analisi e alle strategie per modificare come il flusso informativo viene strutturato adattivamente dal singolo individuo
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Terapia Razionale-­‐Emotiva-­‐Comportamentale
(RET e REBT) di Ellis (1957,1962,1971)
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Allenamento basato sulle autoistruzioni di Meichenbaum (1973,1974,1975)
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Correzione con l’aiuto della parola e del ragionamento dei pensieri disadattivi
Modalità di soluzione dei problemi di de D’Zurilla e Golfried (1971)
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Come apprendere a verbalizzare certe risposte per modificare il proprio comportamento anomalo
Terapia cognitiva di Beck (1963,1967,1970,1976)
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Come gestire e trattare i pensieri “irrazionali”
Insegnamento su come reagire con modalità corrette di fronte ai problemi della vita
Third wave (2000-­‐)
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Schema therapy (Young)
Mindfulness & A cceptance (Kabat-­‐Zin & Hayes)
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L’idea centrale nella nuova modalità psicoterapeutica di Beck e Ellis:
§ La psicopatologia e il disagio psicologico sono caratterizzate (o almeno costituite anche) in termini di pensieri erronei, irrazionali, disfunzionali, i cui effetti sono modalità di risposte emotive e comportamentali inadeguate.
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Obiettivo psicoterapeutico:
§ Modificare il sistema di pensare, e conseguentemente il sistema di credenze associato, per portare ad un miglioramento nelle capacità adattive della persona che soffre di un disagio o disturbo psicologico.
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Novità metodologiche:
§ Psicoterapia breve, strategica, focalizzata, che richiede un coinvolgimento attivo
§ Risultati migliori, più rapidi e più a lungo termine, confrontati con l’approccio psicoanalitico e con l’utilizzo di psicofarmaci (soprattutto per i disturbi codificati su Asse I)
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Depressione
§ Visione negativa di sé, della personale esperienza e del futuro
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Stati ipomaniacali
§ Esagerata visione di se e del futuro
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Ansia
§ Senso fisico e psicologico di pericolo
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Fobia
§ Senso di pericolo in una specifica, preventivabile situazione
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Paranoia
§ Attribuzione di minaccia agli altri
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Inferenza arbitraria
§ Arrivare a conclusioni senza disporre di sufficienze evidenze
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Astrazione selettiva
§ Focus posto sui dettagli anziché sul contesto
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Catastrofizzazione
§ Arrivare ad una conseguenza drammatica partendo da piccoli eventi negativi
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Personalizzazione
§ Collegare eventi esterni come se fossero la prova certa di giudizi su se stessi, senza basi razionali per fare ciò
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Pensiero dicotomico
Sistema di credenze con i quali interpretiamo in maniera consistente le situazioni
¡ Sviluppate nelle esperienze passate, nello sviluppo personale e negli eventi traumatici
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Diventano patologici quando sono rigidi, assoluti, non modificabili, e creano eccessivo e perdurante disagio psicologico.
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Io devo sempre essere amato, approvato, stimalo da tulle le persone per me significative.
Devo mostrarmi sempre competente e adeguato in tutto ciò che faccio.
Le cose devono andare in modo che io possa ottenere tutto quello che voglio subito e senza fatica, altrimenti il mondo è uno schifo e la vita non degna di essere vissuta.
Se temo che possa accadere qualcosa di pericoloso o dannoso, allora devo pensarci continuamente, ed è giusto che io sia agitato e sconvolto al pensiero delle eventuali conseguenze. per poterle controllare meglio.
Devo trovare soluzioni perfette ai miei problemi o a quelli altrui, altrimenti chissà che cosa può succedere!
Il mio passato è la vera causa dei miei attuali problemi: se qualcosa ha influito pesantemente sulla mia vita. questo ormai condiziona irrimediabilmente tutti i miei sentimenti e comportamenti attuali.
Potrei impazzire e questo sarebbe davvero terribile.
…
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Lo studio della memoria
Problem solving
Stili cognitivi
Schemi cognitivi e mappe mentali
Problem solving
Ma anche …
¡ Schemi di personalità
input
Percepire il problema
output
Accettare il problema
Implementare
Prepararsi al problema
Decidere
Definire il problema
Generare alternative
visuale vs. verbale (immagini, parole)
globale vs. analitico (insieme, dettagli)
impulsivo vs. riflessivo (risposte immediate, differite)
¡ intuitivo vs. sistematico (ipotesi veloci, ragionate)
¡ convergente vs. divergente (logico, creativo)
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Schank e Abelson (1975; 1977)
¡ Script= copione, schema di una situazione basato su conoscenze dichiarative e procedurali
§ “struttura che descrive una sequenza appropriata di eventi in un contesto particolare” (Schank, 1982)
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Organizzazione gerarchica generale + slot da riempire:
• memoria di eventi ME (esperienza specifica, es. lunedì alle 10 dal dentista)
• memoria di eventi generalizzati MEG (ciò che è comune a vari eventi specifici, es. visita dal dentista)
• memoria intenzionale MI (ciò che è comune a vari MEG, es. visita dal medico)
• memoria situazionale MS (ciò che è comune a vari MI, es. visita in un ufficio)
registro sensoriale (200 -­‐ 500 ms)
memoria a breve termine MBT (memoria di lavoro) (s, m)
¡ memoria a lungo termine MLT
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Doppia codifica aumenta la memoria a breve termine: codificare uno stesso stimolo dal punto di vista fonologico-­‐linguistico e visuo-­‐
spaziale.
¡ Si possono raggruppare gli elementi in chunk (7 +-­‐2) numero magico di chunks (Miller, 1956).
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Centrale esecutiva: gestisce i registri:
§ Loop uditivo: magazzino fonologico (circa 2 secondi) conserva le informazioni sonore richiamandole silenziosamente in circolo continuo.
§ Taccuino visuo-­‐spaziale: memoria di lavoro visiva.
Dichiarativa (esplicita, sapere)
Memoria episodica (autobiografica): si riferisce a fatti ed eventi specifici legati alle esperienze dirette dell’individuo (identità e continuità del sé). Organizzata in base a spazio e tempo.
¡ Memoria semantica (concettuale): basa su concetti e loro schemi/rappresentazioni (mappe, reti).
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Procedurale (implicita, saper fare)
Relativa a abilità motorie e pratiche, accessibile svolgendo l’azione. Organizzata in schemi di operazioni (script).
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È un modello onnicomprensivo
§ Formato da ricordi, emozioni, pensieri e sensazioni somatiche
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Sviluppato nell’infanzia e nell’adolescenza
§ Presente in tutte le fasi della vita
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Diversamente funzionale ¡
Derivano dalla frustrazione di almeno uno dei bisogni primari dell’essere umano:
§ Legami stabili con gli altri §
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§
(bisogno di protezione, stabilità, cura e accettazione)
Autonomia, senso di competenza e d’identità
Libertà di esprimere i bisogni e le emozioni fondamentali
Spontaneità e gioco
Limiti realistici e autocontrollo
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J. Young indica 5 domini entro cui si collocano i principali schemi maladattivi
precoci:
1. Distacco e rifiuto
2. Mancanza di autonomia e abilità
3. Eccessiva attenzione ai bisogni altrui
4. Mancanza di regole
5. Ipercontrollo e inibizione
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