La parola inquinamento significa alterazione della purezza di un
elemento di importanza vitale che con l’opera di rifiuti e
microrganismi può diventare pericolo per la salute.
Esistono varie forme d’inquinamento, noi però in questo momento
ci occuperemo dell’inquinamento atmosferico.
L’inquinamento atmosferico è in sintesi l’inquinamento dell’aria,
esso è dovuto a impianti industriali, inceneritori, riscaldamenti
nelle abitazioni, motori degli autoveicoli e molte altre fonti.
Esso interessa principalmente i grandi concentramenti urbani di
cui rappresenta uno dei maggiori problemi sanitari.
Nell’atmosfera di una città quotidianamente vengono immesse
tonnellate di anidride solforosa, di polveri sottili, di idrocarburi
e di ossidi di azoto. I valori assunti dalle concentrazioni di
queste sostanze sono utilizzati come indicatori della qualità
dell’aria e la loro evoluzione nel tempo consente di valutare sia
gli impatti dell’inquinamento sulla salute e sugli ecosistemi, sia
l’efficacia degli interventi adottati per ridurre le emissioni.
Queste sostanze vengono portate verso l’alto dai moti
ascensionali e quindi disperse dalle correnti atmosferiche. Il
moto ascensionale è dovuto alla differenza di temperatura fra il
suolo e le quote alte dell’atmosfera; a questo fatto si deve la
dispersione degli inquinanti atmosferici. In alcune particolari
condizioni meteorologiche questo fenomeno s’inverte, cioè gli
strati superiori sono più caldi di quelli inferiori (inversione
termica). Di conseguenza non si verifica più il moto
ascensionale dell’aria, anzi, a una quota che può essere di
poche centinaia di metri, si viene a formare una barriera che
impedisce ai gas e alle particelle di sfuggire. Questo fenomeno
crea una zona isolata tra suolo e strati superiori dell’atmosfera,
nel quale non circola l’aria e si accumulano gas e polveri,
creando concentrazioni che possono superare i livelli di fastidio
e di pericolosità, specie per la presenza di anidride solforosa e
di ossidi di azoto.
Non sempre gli inquinanti che vengono versati nell’atmosfera
agiscono come tali: possono combinarsi per dare origine ad altri
prodotti, talvolta anche più tossici, detti inquinanti secondari.
Un esempio è dato dalla formazione di ozono (dotato di potere
irritante per le mucose) per reazione fra idrocarburi e ossidi di
azoto in presenza di radiazioni ultraviolette.
Un caso particolare di inquinamento è rappresentato dalle
pioggie acide.
Le piogge acide sono precipitazioni piovose con maggiore
composizione di particelle e gas altrimenti sospesi in atmosfera.
Queste particelle tendono a depositarsi al suolo mediante la
deposizione umida come la pioggia, la neve o la nebbia.
I principali componenti acidi presenti nelle piogge sono gli
ossidi di zolfo e gli ossidi d'azoto. La loro presenza in atmosfera
è in parte naturale. Le attività umane hanno però aumentato la
loro quantità nell'atmosfera, dando quindi luogo alla loro
ricaduta umida al suolo tramite le "piogge acide".
La ricaduta delle particelle può avvenire in due modi:
● ricaduta "umida" (le piogge, la neve ecc.)
● ricaduta "secca" (deposizione al suolo)