Facoltà di Studi Umanistici Programmi anno accademico 2015-2016 DISCIPLINA Storiografia musicale DOCENTE Emilio Sala TITOLO ED EVENTUALE PRESENTAZIONE DEL CORSO Musica e carnevale a Milano nell’Ottocento UNITÀ DIDATTICA A Di carattere soprattutto istituzionale, riguarderà la “storiografia musicale” come campo d’indagine e come metodo di studio, riservando una particolare attenzione alla più recente storia della storiografia e alle ultime tendenze della storia culturale nonché dell’antropologia storica. UNITÀ DIDATTICA B Enormemente diffuso e studiato in ambito medievale e rinascimentale, il “carnevale” e il “carnevalesco” sono molto meno indagati nell’epoca che segue la Rivoluzione francese (l’età del valzer) e nelle pratiche musicali che lo caratterizzano. Il corso affronterà e problematizzerà l’argomento in chiave locale (il “carnevalone” di Milano) ma tenendo contemporaneamente presente il panorama musicale europeo (Parigi, Vienna, Londra, ecc.). PROGRAMMA E BIBLIOGRAFIA (FREQUENTANTI E NON FREQUENTANTI) Le indicazioni bibliografiche che seguono sono complementari agli appunti delle lezioni che vanno dunque intesi come parte integrante del programma. Gli studenti non frequentanti sostituiranno gli appunti con le integrazioni che si trovano alla fine di ogni unità didattica. I testi preceduti da un asterisco saranno raccolti a mo’ di dispensa e disponibili su Ariel. UNITÀ DIDATTICA A Il punto di partenza sarà il famoso libro di Dahlhaus (1928-1989) e due diverse reazioni ad esso: - *Carl Dahlhaus, Grundlagen der Musikgeschichte (1977), trad. it. Fondamenti di storiografia musicale, Fiesole, Discanto, 1980, fino a p. 52 (Perdita della storia? [cap.1], Storicità e carattere artistico [cap.2], Che cosa è un fatto nella storia della musica? [cap.3]) e 161-186 (Considerazioni per una storia strutturale [cap. 9]). Per una nuova traduzione (francese) del libro di Dahlhaus, si veda Fondements de l’histoire de la musique, présenté et traduit de l’allemand par Marie-Hélène Benoit-Otis, Arles, Actes Sud, 2013. - *Fabrizio Della Seta, Difficoltà della storiografia dell’opera italiana (1998) in Id., «…non senza pazzia». Prospettive sul teatro musicale, Roma, Carocci, 2008, pp. 135-148. - *Jean-Jacques Nattiez, Alcuni concetti fondamentali di storiografia della musica: periodizzazione, “spirito del tempo”, successione di generazioni, in «Rivista di analisi e teoria musicale», 2007/1, pp. 7-35. Sui rapporti tra storiografia e etnografia (non solo in campo musicale), vedi: Facoltà di Studi Umanistici Programmi anno accademico 2015-2016 - *Claude Lévy-Strauss, Anthropologie structurale (1958), trad. it Antropologia strutturale, Milano, il Saggiatore, 1966, pp. 13-41 (primo capitolo intitolato Introduzione: storia ed etnologia). - *Fernand Braudel, Histoire et sciences sociales: la longue durée (1958), trad. it. Storia e scienze sociali. La “lunga durata”, in Id., Scritti sulla storia, Milano, Mondadori, 1973, pp. 57-92. - *Gary Tomlison, Musicology, Anthropology, History, in The Cultural Study of Music. A Critical Introduction, ed. by Martin Clayton et alii, New York-London, Routledge, 2003, pp. 31-44. Una prima versione di questo saggio era apparsa in «Il Saggiatore musicale», VIII/1, 2001, pp. 21-37. Integrazioni per i non frequentanti: Gli studenti non frequentanti dovranno leggere i Fondamenti di storiografia musicale di Dahlhaus per intero e aggiungere lo studio di questo articolo: -*Jean-Jacques Nattiez, Comment écrire l’histoire de la musique à l’âge postmoderne?, in «Il Saggiatore musicale», VIII/2, 2001, pp. 73-87. Chi non è in grado di leggere il francese potrà sostituire il testo di Nattiez con questi due articoli: a) *Rob C. Wegman, Historical Musicology: Is Still Possible?, in The Cultural Study of Music. A Critical Introduction, ed. by Martin Clayton et alii, New York-London, Routledge, 2003, pp. 136-145; b) *Trevor Herbert, Social History and Music History, in The Cultural Study of Music. A Critical Introduction cit., pp. 146-156. UNITÀ DIDATTICA B -*Michail Bachtin, Tvorčestvo fransa Rable i narodnaja kul’tura sredneveko’ja i Renessansa (1965); trad. it. L’opera di Rabelais e la cultura popolare. Riso e festa nella tradizione medievale e rinascimentale, Torino, Einaudi, 1979, pp. 3-68 (Introduzione: impostazione del problema). -*Victor I. Stoichita e Anna Maria Coderch, Goya: The Last Carnival (1999); trad. it. L’ultimo carnevale. Goya, de Sade e il mondo alla rovescia, Milano, il Saggiatore, 2002, pp. 9-34 (Introduzione e cap. I intitolato Fine secolo come forma simbolica). -*Emilio Sala, Réflexions sur une «maquette culturelle» à «l’époque de la vulgarisation». Musique et carnaval à Milan au XIXe siècle, in Giovanni Morelli, la musicologie hors d’elle, éd. par Gianfranco Vinay et alii, Paris, L’Harmattan, 2015, pp. 135-160. Per chi non legge il francese sarà messa a disposizione anche una versione italiana di questo saggio. -*Derek B. Scott, Sounds of the Metropolis. The Popular Music Revolution in London, New York, Paris and Vienna, Oxford, Oxford University Press, 2008, pp. 3-12 + 219-222 (Introduction + note) e 117-143 + 248-253 (cap. 5 A Revolution on the Dance Floor, a Revolution in Musical Style + note). Integrazioni per i non frequentanti: -*Ruth Katz, The Egalitarian Waltz, in «Comparative Studies in Society and History», XV/3, 1973, pp. 368-377. Facoltà di Studi Umanistici Programmi anno accademico 2015-2016 *Emilio Sala, “Un ballo in maschera” e il carnevale, in Verdi e Roma, a cura di Olga Jesurum, Roma, Accademia nazionale dei Lincei, 2015, pp. 233-255. La lettura di questo articolo andrà accompagnata dallo studio approfondito dell’opera di Verdi. OBIETTIVI DEL CORSO Il corso si propone da una parte di illustrare i problemi metodologici della storiografia musicale dell’ultimo mezzo secolo (anche dal punto di vista della storia della storiografia) e dall’altra di proporre un caso di studio specifico (le pratiche musicali e il “paesaggio sonoro” del carnevale di Milano) da indagare, ricostruire e analizzare secondo diversi schemi interpretativi desunti dalle diverse tendenze storiografiche. MODALITÀ DELLA PROVA D’ESAME Esame orale: La prova orale consiste di un colloquio sugli argomenti a programma, volto ad accertare il grado di preparazione degli studenti. La frequenza, benché non obbligatoria, è fortemente consigliata. Gli studenti frequentanti potranno partecipare a un seminario di fine corso in cui ognuno presenterà un paper personale i cui risultati saranno discussi pubblicamente.