Vangadizza
*** Ferdinando Caltran ***
lerimedenando
natalizie
Circolo Noi di Vangadizza
Pro Manuscripto
Natale 2010
1
Natale 2010
Carissimi tutti del Circolo Noi di Vangadizza, con piacere ho accolto l’invito di mettere nelle vostre mani questa raccolta di
"rime dialettali Natalizie” che ho iniziato a scrivere dal 1981 e
fino ai giorni nostri.
Ricordo il periodo commovente, religioso dei primi anni, quando
ero ragazzetto e facevo il Presepe in casa, fino ad arrivare ai
giorni nostri con il consumismo che mi ha "permesso" l’ironia
anche sul Natale !
Vi auguro buona lettura, buon divertimento e sinceramente
Buon Natale e Felice Anno Nuovo, Gesù ci benedica tutti !
nando c.
Vibra il cuore di emozioni, comunica sul rigo del ricordo e
dell’attualità: il Natale è anello di congiunzione tra la terra e il
cielo: dà poesia al vivere perché siamo amati da Dio; evidenzia
la nostra opacità che fatica a lasciarsi illuminare dalla luce celeste; incoraggia quei sentimenti e matura quei comportamenti
che fanno gustare la bellezza, il valore, l’importanza della vita.
Come scintille di un fuoco vivace, le rime di Nando ci interrogano sul senso del Natale, ci aiutano a riflettere con serenità.
Con i più sinceri auguri
Noi a tutti voi :
“ Buon Natale !
Buon 2011 ! ”
2
Seminare il Bene
Quando si avvicina il Natale tutti invitano ad essere più buoni, a
rispettare e aiutare il Prossimo bisognoso, ad essere più generosi con chi è in difficoltà.
Sono pienamente d'accordo, naturalmente, ma mi viene un dubbio: l'invito ad essere più generosi, più buoni durante le "Feste",
vuoi dire che nel resto dell'anno si può essere "tranquillamente"
cattivi di fronte alla propria coscienza? Cioè, un ladro, un tangentista, un rapinatore, uno sfruttatore, un fuorilegge insomma,
sarà sufficiente che si comporti bene fin che nel cielo c'è la Cometa per poi, passati i giorni da 24 dicembre al 7 gennaio, tornare a fare il male che ha sempre fatto?
Per amore dell'ironia ho esagerato, ma come sempre in essa c'è
un fondo di verità!
Quindi: nel nostro piccolo comportiamoci come ci fosse sempre
il Presepe nelle nostre case, come se ogni giorno del calendario
nascesse Gesù.
Rispettiamo la Natura, aiutiamo il Prossimo. Salutiamo sorridenti
chi incontriamo, rispettiamo con l'auto i limiti di velocità e non
sostiamo sui marciapiedi, rispettiamo i diritti degli altri, le regole
del vivere civile, ne guadagneremo subito tutti noi e in misura
maggiore i nostri figli e nipoti domani.
I nostri "Veci" ammonivano:
Sèmena el ben se tè vol rancurarlo!
(Semina il bene se lo vuoi raccogliere!)
Auguri……..da Nando C.
3
Quando ci si riscaldava col focolare o la stufa, si diceva:” A Santa Lùzia el fredo el crùzia”. Oggi i pensieri, i crucci, vengono per
altri motivi, tra i primi il costo del riscaldamento…
A Santa Lùzia
Cara Santa Luzia stàme a scoltare:
mi invidio i pòri africani
che i sta meio de noantri italiani
senza ‘l bisogno de dovèrse scaldare.
Coà ghè tiche e tasse da pagare,
coèi in pension, come mi, i-è poricani
che prega tuti i santi par star sani…
Par scaldàrme no’ so còssa brusare.
Spero tanto de no’ parlare al vento
e no’ sta dirme che son on brontolòn,
chel me costa ‘n’òcio ‘l riscaldamento!
Santa Lùzia, no’ farò più el bon
e cì sa che te me fazi contento:
par castigo… porta tanto carbon!
A Santa Lucia
Cara Santa Lucia ascoltami:/invidio gli africani/
che stanno meglio di noi italiani/senza il bisogno di riscaldarsi./
Qui ci sono tiket e tasse da pagare,/quelli in pensione, come me, sono
dei poveracci/che pregano tutti i santi per restare sani…/Per riscaldarmi non so cosa bruciare./Spero tanto di non parlare al vento/e non
dirmi che sono un brontolone,/che mi costa un occhio il riscaldamento!/Santa Lucia, non farò più il bravo/e chissà che tu mi faccia contento:/per castigo…porta tanto carbone!
dicembre 1998
4
Anche a nome della mia carissima Maria dedico a: Maddalena e
Franco con Angela; a Elena e Carlo; a Giovanni e Teresa con
Simone e Marco; a Ottavio Paolo e Graziella con Elisa e Laura;
a Marco e Elena con Emma e Francesca:
Auguri, fioi cari…
Auguri ai zincoe fioi e fiole,
ai vostri fioi e a cì gavì sposà,
chel sia belo ‘sto Nadale coà,
che in casa vostra ghe sia sempre ‘l sole,
che l’Ano Novo el sia rose e viole,
pien de salute e de serenità!
I Auguri de vostra mama e vostro opà
a i-è sinceri, non solo parole!
‘Ste Feste coà le sia, l’augurio mio,
stracolme de letizia e felicità…
e ricordeve de cì la ghe va male:
fè in modo che i passa on Bon Nadale,
spendì calcossa in solidarietà
e sarì in pace, anca con Dio!
Auguri, figli cari
Auguri ai cinque figli e figlie/ai vostri figli e a chi avete sposato,/che sia
bello questo Natale,/che in casa vostra ci sia sempre il sole,/che
l’Anno Nuovo sia rose e viole/pieno di salute e di serenità!/Gli auguri
dei vostri mamma e papà/sono sinceri, non solo parole!/Queste Feste
siano, è il nostro augurio,/stracolme di letizia e felicità…/e ricordatevi
di chi vive male:/fate in modo che passino un Buon Natale,/spendete
qualche cosa in solidarietà/e sarete in pace ,anche con Dio!
febbraio 1997
5
A Natale arrivano i cinque Figli e Figlie con Mogli e Mariti e i nostri Nipoti e la casa torna a riempirsi d’allegria, ma durerà poco…presto tornerà vuota!
Benedeta confusion
Benedeta confusion che a Nadale
ogni ano, te torni in casa mia,
portà da cì ven fare compagnia
a cì ga coalche ano su le spale.
Ogni olta l’è on giorno ecezionale:
portè i Fioi e con lori l’alegria;
grazie a tuti da mi e la Maria,
con voaltri desmenteghèmo ‘l male…
…Soli, soli co’ la television
stemo su, l’ano novo a spetèmo,
e ne ciàpa on poca de emozion
tute le olte che ve mizonèmo…
Ritorna, benedeta confusion,
l’è coelo che noantri se auguremo!
Benedetta confusione
Benedetta confusione che a Natale/ogni anno, torni in casa mia,/
portata da chi viene a fare compagnia/a chi ha qualche anno sulle
spalle./Ogni volta è un giorno eccezionale:/portate con i Figli l’allegria;/
grazie a tutti da me e Maria,/con voi dimentichiamo gli acciacchi…/
Soli, soli con la televisione/restiamo alzati, l’anno nuovo aspettiamo,/e
ci prende un po’ d’emozione/tutte le volte che vi menzioniamo…/Torna
ancora benedetta confusione,/è quello che noi ci auguriamo!/
(Scritto aspettando la Mezza notte con Maria il 31-12-2003)
6
Alcune compagnie negli anni ’50, nelle sere intorno alle Feste Natalizie, giravano cantando “La Stela” o “Santa Note”, ricevendo anche un sincero, ma
poco remunerativo “grazie”, ma più spesso farina, vino e qualche apprezzato
“salàdo”, (salame) alimenti che consumavano nella cena finale.
Cantando l’Oriente Stela
Se sente a la sera el cantare
de on coro che ven vanti par la via,
a tuti Bone Feste ‘l va augurare
metendo drento al cor la nostalgia.
La gente, la ven fora a scoltare,
seben dal fredo l’è ingrotolia,
la canta che ogni sera replicare
se sentarà fin a la Pifania.
“La Stela che vegnèa da l’Oriente…”
I canta in coro lì a ogni porta
sperando de no’ nar via senza gnente.
‘Na dona la ghe slonga ne la sporta
on salamin, par chela bona gente
che dise:” Grazie, (chì no’ l’è ‘nà storta)”!
Cantando l’Oriente Stela
Si sente di sera il cantare/di un coro che si avvicina,/a tutti Buone Feste va augurando/mettendo nel cuore nostalgia./la gente, esce ad ascoltare,/sebbene il freddo l’abbia intirizzita,/il canto che ogni sera replicare si sentirà fino all’Epifania:/”La Stella che veniva dall’Oriente…”/
cantano in coro ad ogni porta/sperando di ricevere qualcosa./Una
donna, nella sporta, allunga/un salamino alla buona gente/che dice:
”Grazie, (qui non c’è andata storta!”)
dicembre 1981
7
La società consumistica, la civiltà d’oggi, dispersiva dei valori cristiani
ed in costante ricerca di interessi nella materia, ha fatto di un Natale di
Santità, un Natale degli affari, una corsa frettolosa tra i negozi, che
fanno scomparire il vero senso della Natività di Cristo Gesù.
“Caro“ Nadale
Soto le Feste, nei suparmarcà,
ogni scafale l'è sta ben fornìo
botèghe piene de ogni ben de dio,
botìlie e pandori in coantità.
Par vie e piaze col naso ingiazà
gh'è pien de gente che va vanti e indrìo,
che vàrda vetrine e... cossa volìo
da tanti slusòri i ven lusingà.
Ma come ogni àno soto Nadale
ghè tuto più caro, tuto aumentà,
fati i to conti te resti anca male
convinto, te sì, de 'na realtà:
a Nadale dal cèlo ven zò Gesù
inveze i prezi, i sola, e i va su!
"Caro" Natale
Sotto le Feste, nei supermercati,/ogni scaffale è già stato rifornito; botteghe piene d'ogni ben di dio,/bottiglie e pandori in quantità./Per vie e piazze, col naso gelato,/c'è pieno di gente che gira
avanti e indietro,/che guarda vetrine e … cosa volete/da tanti
luccichii vengono lusingati./Ma come ogni anno, sotto Natale/
tutto è più caro, tutto aumentato,/fatti i tuoi conti ci resti pure
male/convinto di una realtà:/a Natale scende Gesù dal cielo,/i
prezzi invece volano e vanno su!
gennaio 1992
8
Che Nadale èlo ?
Legnago e Porto i-è inluminè
da on mucio de stele e lampadine,
cì passa, sia grande o picinine,
da tuta che la luce le ven orbè.
Le luminarie, cossì a i è ciamè,
le porta alegria, co’ le vetrine,
e a te par de essar drento al cine,
ma te vedi che i-è esagerè!
‘Na olta gavèino solo ‘na Stela
a ricordarne che l’ era Nadale
e l’era ‘na gran Festa Santa coela!
Coà co’ le stele e la luminazion
e l’albaro che gà on mucio de bale,
in tanti zòeni se crea confusion
Adesso, a complicar la situazion
dal lato religioso, gh’è rivà
on omo grasso e tondo, el “Bopà”
che fa regai a tuti, a profusion.
L’è in piazza o do’ gh’è ‘l supamarcà
a tirar gente e fare promozion…
Nadale? Presepio? La Religion?
On poco ogni ano desmenteghèmo!
El nostro Credo el s’à indebolìo,
Nadale el passa ne l’indifarenza
metendo in forse anca che gh’è Dio?
Gesù o Bopà?...’Na grande difarenza!
T’un colpo solo ghèmo indebolia
la Religion e anca la Poesia !
dicembre 2006
9
II Presepe, da ragazzini, era disegnare col cuore il Natale adoperando statuine.
El me Presepio
Insieme a me sorele e on fradelo,
fasèa el me Presepio sul taolin
e in compagnia del Gesù Bambin,
a ghe metèa el bo e l’asinelo.
La carta da zùcaro l'era el célo
e un spèio, el laghèto picinìn,
con sòra un' ànara e un'anarìn
e po' pastori, pegore e 'n'agnelo.
Le strade, le fasèa con segaùra
e le portava tute a la capana
che un lumìn fasèa manco scura.
Presepio da pitòchi l'era coelo,
che 'l se desfava dopo la Befana,
ma che 'l fasèa 'l me mondo piassè belo!
Il mio Presepio
Assieme alle sorelle e al fratello,/facevo il mio presepio sul
tavolino/ed assieme a Gesù Bambino,/ci mettevo il bue e
l’asinello./La carta da zucchero era il cielo/e uno specchio, il piccolo laghetto,/con sopra un’anatra e un’anatroccolo/e poi pastori, pecore e un agnello,/Le strade, le facevo con segatura/e portavano tutte alla capanna/che un lumino la rischiarava./Presepio
da poveri era quello/che si smontava dopo l’Epifania,/ma che
faceva il mio mondo più bello!/
Natale 1984
10
Il parroco d'un paesino di montagna ha assistito al fatto qui narrato in rime. Un bambino piccolo si è avvicinalo alla culla per regalare al Bambin Gesù una "mentina" che aveva in tasca.
El momòn al Bambin Gesù
A vedare el Presepio in t’un paesin
in compagnia de tanta gente bona,
ghe gera anca on orno e la so dona,
dù brai sposeti insieme al so butìn.
Pregando el bon Gesù che li perdona,
i gà molà la man del picinin
chel sà invià a passèti dal "Bambìn”,
soto i òci boni de la Madona.
Sto picolo marmòcio pian-pianin
el sa tacà a la cuna de Gesù
par fàrghe anca lu on regalin.
'Na roba sola el gh'èa e gnente più:
el gà slongà el momòn co' la manina
e a Gesù l’à dà la so mentina!
Una caramella al Bambin Gesù
A vedere il Presepe di un paesino/assieme a tanta buona gente,/c'era anche un nomo e la sua donna,/due bravi sposi col loro
bambino./Pregando il buon Gesù il perdono,/hanno lasciato la
mano del piccolo/che s'è avviato a passetti dal Bambin/con lo
sguardo compiaciuto della Madonna./Il piccolo marmocchio piano-piano/s'è attaccato alla culla di Gesù/per fargli un regalino./
Aveva una cosa sola e niente più:/ha dato il "bon-bon" con la
manina/a Gesù, una mentina./
novembre 2010
11
Quand'ero ragazzino con sei sorelle e due fratelli nelle Feste, ma soprattutto
a Santa Lucia, ricevevo in regalo mele, carruba, arance e dolcetti, i “puti”,
piccolissimi neonati di zucchero colorato. Oggi abbondiamo invece di pandoro, spumante, zampone, mandorlato e di… tanta nostalgia!
El regaleto
Le Feste de Nadale jè sempre sta
l'ocasion par ricevare regaleti,
fin da coando se jera buteleti
me ricordo ' sta bela tradizion coà.
Anca se alora jèrimo poareti,
ricordo me mama e a olte me opà
dàrse da fare par la "sconejà"
de fioi e fiole, con fruti e dolzeti.
Adesso Nadale no l'è pì coelo,
gh'è massa schèi ne le man de la gente,
ma mi vorìa on regalo, el pì belo,
vorìa da Gesù chel bel regaleto
che ogni Nadale me torna in mente:
vorìa par 'n’ora tornar buteleto…
Il regalino
Le feste di Natale sono sempre state/l’occasione per ricevere
dei doni./Fin da quando ero ragazzino/mi ricordo di questa bella
tradizione./Anche se allora eravamo poveri,/mi ricordo che la
mamma e a volte anche il papà,/si davano da fare per la
“nidiata”/di figli e figlie preparando doni: frutta e dolcetti./Adesso
il Natale è cambiato:/ci sono troppi soldi nelle mani della gente,/
ma io vorrei un regalo, il più bello/da Gesù, quel regalino/che ad
ogni Natale mi ritorna in mente:/per un’ora vorrei ritornare bambino
Natale 1997
12
Fola nadalizia
Da tanto tempo arènte a Nadale
i prega par el fiolo e ancora i spera
che Tano el torna a casa da la goera
sebèn i l’à dà disperso ‘l “Caporale.”
I-è veci e no’ i-è boni a far le scale
e i dorme sul sofà da coalche sera,
s-ciàra el Presepio on mòcolo de zera
che le pègore ‘l fa deventàr zàle.
La Note Santa el fredo el pònze forte
e a la matina i Veci no’ i ghè più.
Le done prega fora ne la corte
e nel Presepio, on Nono e ‘na Nona
i cuna insieme el Bambin Gesù…
I-è i dù Veci, vizìn a la Madona!
Favola natalizia
Da tanto tempo vicino il Natale/pregano per il figlio e ancora
sperano/che Gaetano torni dalla guerra/sebbene è stato dato
per disperso, il “Caporale”./Sono vecchi e non ce la fanno a salire le scale/e riposano sul sofà da qualche sera,/rischiara il Presepe la luce di una candela/e le pecore colora di giallo./Nella
Notte Santa, il freddo punge forte,/la mattina i Vecchi non ci sono più./Donne pregano fuori nel cortile./e nel Presepe un Nonno
e una Nonna/cullano assieme il Bambino Gesù…/sono i due
Vecchi,vicini alla Madonna!/
ottobre 2006
13
I re oggi, quelli del caffè, del computer, del petrolio ecc. dormono in “suite” da milioni per una notte, in hotel a cinque stelle…e
Gesù?
Gesù e 'na stela
Gesù, te ghè tacà a tribolare
el giorno stesso che te sì rivà,
Giusepe e la Madona i gà trovà
solo 'na stala par poder ponsare.
A l'è 'n' esempio che ne fa pensare
e 'na lezion de grande umiltà…
Ma che fadiga par noantri coà
credare in Tì e al to predicare!
Tra tute le lezion coela più bela
te ne l'è dà nel mese de dicembre
de mile e più de mile ani fa:
pastori e re Magi i tà catà,
Ti Fiolo de Dio, Ti el Re dei re
che te dormei in…albergo da 'na Stela.
Gesù e una stella
Gesù, hai iniziato a soffrire/il giorno stesso che sei nato,/Giuseppe e la
Madonna hanno trovato/solo una stalla per riposare./E’ un esempio
che ci fa pensare/ e una lezione di grande umiltà…/Che fatica per noi
qua/credere in Te e al Tuo insegnamento!/Tra tutte le lezioni la più
bella/ce l’hai data nel mese di dicembre/di mille e più di mille anni fa:/
pastori e re Magi t’hanno trovato,/Tu Figlio di Dio, Tu il Re dei re/che
dormivi in un … albergo da una Stella./
gennaio 1998.
14
Purtroppo a Natale non tutti i cuori palpitano di bontà, non tutti colgono il festoso messaggio delle campane, degli abeti illuminati, dei presepi. I “peggiori” vivono tra noi come belve e non sanno nemmeno
fingere bontà. Gesù, (per loro) non è mai nato.
I pèzo
Nadale: semo tuti piassè boni
disposti a tasère e perdonare,
sarà parchè a scominzia nevegare
che gh’èmo on pensiero par i barboni.
Ma in giro gh’è anca i lazaroni
che non s’à mai inzenocià a pregare,
i zerca coelo ingenuo da fregare,
i vive come lupi e i ladroni.
Par lori, el Bambin no’ l’è mai nato,
par coanto i se gira e vàrda intorno
no’ i se ne incorze de sto grande Fato.
Nadale: che fadìga par sta gente
far finte de essar bona par on giorno,
par lori a no’ gh’è sucesso gnente…!
I peggiori
Natale: siamo tutti più buoni/disposti a tacere e perdonare,/sarà
la neve se pensiamo ai “barboni”./Ma in giro ci sono anche
lazzaroni/in cerca dell’ingenuo da fregare,/che non s’è mai inginocchiato a pregare,/che vivono da lupi e ladroni./Per loro, Gesù
non è mai nato,/per quanto si guardino intorno/non s’accorgono
del “Fatto”./Natale: che fatica per loro fingere d’essere buoni per
un giorno,/per loro, non è successo niente…!/
dicembre 1997
15
LA SANTA NOTTE
In questa santa notte dell'oriente
si ricompare una lucente stella.
I tré Rè Magi di continuamente
dodici giorni seguitando quella.
Senza sapere l'un dell'altro niente
si ritrovarono in una strada i bella.
In una strada i bella e signoria
se ne andarono tutti in compagnia
E quando furono giunti alla capanna
la stella si fermò sopra di loro
E Gaspare, Melchiorre e Baldassarre
si inginocchiarono in terra ad adorare ,
ad adorare il Bimbo con Maria
arrivederci a st' altra Epifania.
Se st'altra Epifania non ci vediamo
in terra santa pace vi lasciamo.
16
La tradizione nel legnaghese (Breve cenno)
Assieme a tante rime del Natale non poteva mancare il testo originale di una
vera “SANTA NOTE” cioè, parole e musica di quelle che gruppi di ragazzi,
ma anche di giovanotti, cantavano anni fa nel periodo natalizio e che ora non
sentiamo più qui a Legnago e Frazioni, salvo qualche raro gruppo parrocchiale, ma non con queste parole e questo testo musicale.
Tra le cause c’è che siamo meno praticanti è diminuita la partecipazione alle
Sante Messe domenicali. Sì, le chiese a Natale sono strapiene di fedeli, anzi
di gente, ma è gente che tornerà in chiesa a… Pasqua! Poi c’è il benessere,
il consumismo che ci fanno amare sempre meno ciò che ci sembra vano sacrificio. Una volta quando non c’era l’auto o il motorino per tutti come ora e
specie in questa stagione, Autunno-Inverno, si rimaneva in casa e se si usciva si andava in canonica, al cinema o al bar per la partita di carte. La
vita era più semplice di oggi, forse perché avevamo pochi soldi...
I Gruppi tradizionali si presentavano alla porta per cantare la Santa Notte,
erano bene accolti da quasi tutte la famiglie nelle contrade, ed era molto bello
sentirli accompagnati a volte dalla fisarmonica, con la “Stella” fatta girare con
la manovella e a raccogliere mance e alimenti per la cena finale, o come negli anni ’50, (periodo d’oro per la Banda Cittadina di Legnago), quando accompagnati da 4 - 5 strumenti a fiato, il coro eseguiva la “Santa Note”, (del
m° Fachin ?) una armonizzazione lenta e solenne per Coro, fiati, ottoni e
l’immancabile gran cassa, da sembrare un classico del passato. Era bello
sentirli e col Natale recavano gioia e serenità di casa in casa e tutti uscivano
sulla porta per ascoltarli. Nelle esibizioni in bar e osterie era ressa di gente
con repliche di canto e…”goti de vin”!
Ricordo che fino a una decina di anni fa, i “gruppi” si erano ridotti al massimo
di 3 o 4 ragazzetti che timidamente cantavano un paio di strofe ad una sola
voce reggendo un piccolo Presepe. Si presentavano alla porta delle case, ma
far uscire chi stava al caldo e lasciare la TV con film, varietà, telequiz, calcio
e…dare l’obolo, … era duro! Il mondo è davvero cambiato, ma anche in peggio su certi valori…
Ma c’è anche del nuovo e in alcuni paesi, Porto e Terrazzo ad esempio,
gruppi parrocchiali si organizzano per dare “vita” al Presepe e così con i personaggi , attori ed attrici in costume, nasce il Presepe vivente!
17
“La Pifania tute le Feste porta ìa”. Ma sarà vero che porta via
solo quelle?
La Santa Pifania
Int’el Presepio fato nel tinelo
a gh’è rivà trì novi personagi,
sui so camei a ghè vegnù i Re Magi
par vèdare Gesù, Re de Israelo.
Ogni uno gà portà, drento el zestèlo,
incenso, oro e mira come omagi,
guidè da ‘na cometa, dai so ragi
ben ciàri disegnè traverso el cèlo,
e adesso el Presepio l’è più belo,
pecà che sia rivà la Pifania
e co’ le Feste ne va ìa anca Elo.
Doman, le statue metaremo ìa,
però tegnèmo fora almanco coelo:
’impegno d’essar meio, e così sia!
La Santa Pifania
Nel Presepe fatto nel tinello/sono arrivati tre nuovi personaggi,/sui
cammelli sono venuti i Re Magi/per vedere Gesù, Re d’Israele./
Ogn’uno ha portato in un cesto,/incenso, oro e mirra in omaggio,/
guidati da una Cometa, dai suoi raggi/chiari, disegnati nel cielo,/ed ora
il Presepe è più bello,/peccato sia arrivata l’Epifania/e con le Feste se
ne va anche Lui./Domani le statue metteremo via,/però conserviamo
almeno l’impegno di essere meglio, e così sia!./
gennaio 1982
18
La sgìnza
'Na fassina che brusa nel camin
par du vèci che i se vole scaldare,
ogni tanto i se cùcia a supiare
par far bòiare l'acoa nel bronzin.
L'è Dicembre e i sta ben lì al caldìn
de chel fogo che seguita a brusare
senza rèchie, e col so s-ciopetàre
l'impinìsse la casa de morbìn.
Da le vampe che brusa pian-pianìn,
coalche sgìnza la scapa in su de freta,
una grossa la sola sora on pin
e lì soto a canta dei bocèta
che 'stanote a nassarà el Bambin.
Che la sginza sul pin l'è la Cometa !
La scintilla
Una fascina che brucia nel camino/per due vecchi che si vogliono scaldare,/ogni tanto si chinano a soffiare/per far bollire
l’acqua nella pentola./E’ Dicembre e si sta bene al caldo/di quel
fuoco che seguita bruciare/senza tregua, e col suo
schioppettare/riempie la casa d’allegria./Dalle fiamme che
ardono/qualche scintilla fugge su di fretta,/una grossa vola sopra
un pino/e lì sotto cantano dei ragazzini/che ‘stanotte nascerà il
Bambin Gesù./Quella scintilla sul pino è la Cometa!/
settembre1993
19
Il Coro BAITA VERDE ogni anno canta il Natale perché brilli la
“Stella” della Bontà e della Solidarietà degli Alpini Legnaghesi.
La stela pì bela
Riva Nadale e tute le vetrine,
coando ven sera, vedèmo iluminà,
gh’è pien dapartuto de lampadine,
drento nel core s’impìzza la Bontà.
On Coro de Alpini el canta da ani,
coà a Legnago Solidarietà,
a cì gà problemi o vive in afani
Lu el ghe regala la serenità.
El canta el Nadale, el canta la Stela
che lassa par strada tanto calore,
parchè coèla sòa l’è la pì bela,
na Stela che nasse drento nel core
e Lu el va in giro sempre con coèla,
na Stela che slùse solo de Amore!
La “Stella” più bella
Arriva il Natale e tutte le vetrine,/quando viene sera,vediamo illuminate,/tutto è pieno di lampadine,/nel cuore s’accende la Bontà./Un Coro di Alpini canta da anni/qui a Legnago la Solidarietà,/
e a chi ha problemi o vive in affanni/Lui regala serenità./Canta il
Natale, canta una Stella/che lascia per strada tanto calore,/
perché quella sua è la migliore,/una Stella che nasce dentro il
cuore/e va in giro sempre con quella,/una Stella che brilla solo
d’Amore!
dicembre 1982
20
Le calze
Cara Santa Luzia, Nando te scrive
par dìrte in dialèto che la va male,
pago le tasse tra mile fadìghe,
fàme on regalo pa’ ‘l dì de Nadale,
va fin a Roma, par piasère, e dìghe
de fare in pressia ‘na Lege Speciale
che a tuti i pitòchi, in poche righe,
ghe sia ‘sicurà ‘na vita normale.
Ma fàlo presto che ‘l tempo l’è poco,
che no’ se pol più portare passienza,
e coando te ven da mì, on pitico,
provedi le calze…son restà senza.
In vita mia no’ gò mai inventà scuse
ghe n’ò on paro solo e iè anca sbuse!
Le calze
Cara Santa Lucia, scrivo queste righe/per dirti in dialetto che va
male/pago le tasse tra mille fatiche,/fammi un regalo per il giorno di Natale,/va fino a Roma, per favore, a dire/di far presto una
Legge Speciale/che a tutti i poveri, in poche righe,/venga assicurata una vita normale./Ma fa presto che il tempo è poco,/che non
si può più portare pazienza,/e quando vieni da me, un povero,/
provvedimi le calze, che sono rimasto senza./In vita mia non ho
mai inventato scuse,/ne ho un paio solo e sono rotte./
10 dicembre 2005
21
Natale è senz’altro il giorno in cui tutto il mondo cristiano si sente “più bello”, più buono.
Le campane de Nadale
Da giorni el campanile de la cèsa
l’è deventà, pitosto, on ciacolòn
la gente passa, scolta e sospresa
la pensa:”Cossa dìrlo sto din-don”!
El dise: ”Brava gente, l’è Nadale,
fermève a saludar Gesù Bambin
che l’è vegnù a tòrse tuto el male,
portèghe anca el vostro a Lu vizin”!
La gente par star ben, tornare sana,
la se inzenòcia in cèsa, in orazion,
davanti a Gesù ne la capana,
che, soridente drento el so zestèlo,
el benedisse el mondo in ‘dorazion
che col Nadale l’è tornà più belo!
Le campane di Natale
Da giorni il campanile della chiesa/è piuttosto un chiacchierone/
la gente passa, ascolta e sorpresa/pensa:”Cosa dice questo dindon”!/Dice:”Brava gente, è Natale,/fermatevi a salutare Gesù
Bambino/che è venuto a togliere tutto il male./portate a Lui anche il vostro”!/La gente per stare bene e guarire,/s’inginocchia in
chiesa, in preghiera/davanti a Gesù nella capanna,/che sorridente nella culla/benedice il mondo in adorazione/
che col Natale è tornato migliore!
dicembre 1982
22
L’inventore del consumismo
Co’ sentemo odor de Feste Nadalizie
ne ciàpa el spàsemo de spèndar schei,
anca se in scarsèla i-è sempre coei
ne pare de sentir bone notizie.
Invezze i vendidori de furbizie
i gà inasià i banchi piassè bei,
vestii da Papà Nadale e…so fradei
par vèndare i pròa tute le malizie.
Ma chi è che s’à inventà ‘sto bel fantocio
con barba bianca e stivài neri
vestìo de rosso…fiol del comunismo?
No! Basta aver ‘na s-cianta de bon’ocio!
Coel lì l’è ‘n’afarista de coei veri,
coel lì el sa inventà el consumismo!
L’inventore del consumismo
Quando sentiamo avvicinarsi il Natale/ci prende la smania di
spendere/anche se in tasca abbiamo i soliti,/ci pare di udire buone notizie./Invece i venditori più scaltri/hanno preparato banchetti invitanti,/travestiti da Babbo Natale & F.lli,/per vendere usano tutte le malizie./Ma chi si è inventato quel pupazzo/con
barba bianca e stivali neri/vestito di rosso … figlio del comunismo?/No! Quello è un affarista vero,/quello è l’inventore del consumismo !/
3 gennaio 2008.
23
Na-Babbo Natale
“Na olta co’ le Feste de Nadale
se gera siori col Gesù Bambin
e nel Presepio, anca picinin,
vedèino solo el ben e mai el male.
Da coando gh’è rivà “Babbo Natale”
gavèmo più monèda nel tacoìn,
ma senza bamboloti, né trenìn,
la pare ‘n’altra festa nazionale.
Se parecèmo a impenìr la panza
e no’ scoltemo el canto de la “Stela”,
metemo la cossienza in vacanza!
‘Sto omo grasso l’è ‘na fola bela,
ma con tuti chei regai, più che on “Babo”
a mi ‘l me pare inveze on “Nababo”!
Na-Babbo Natale
Una volta con le Feste Natalizie/ eravamo appagati col Gesù
Bambino/ e nel Presepe, anche il più piccolo,/vedevamo solo il
bene, mai il male./Da quando è arrivato Babbo Natale,/abbiamo
più soldi in tasca,/ma senza bambolotti, né trenino,/sembra
un’altra festa nazionale./Ci prepariamo a riempirci lo stomaco/e
non ascoltiamo chi canta la “Stella”,/ mettiamo la coscienza in
vacanza./Questo uomo grasso è una favola bella,/ma con tutti
quei doni più che un “Babbo”/ a me invece sembra un
Nababbo”./
24 dicembre 2005.
24
E’ Natale: ragazzini vanno di casa in casa con un piccolo Presepe illuminato
da un pezzo di cero a porgere canti augurali alle famiglie. Tutti in chiesa quel
giorno, ci sentiamo più buoni e ci ricordiamo anche dei parenti e ci confessiamo. Ma presto dimenticheremo la promessa fatta a Gesù!
Nadale
Nadale l’è qua col fredo tabàro,
i bòcia par strada i canta la Stela
mostrando Gesù con meza candela,
dàndo a ogni anima on poco de ciàro.
L'è festa grande, la festa più bela!
Tuti i va a Messa, dal conte al boàro,
ogn’ uno pensa a cì ghe sa caro
fasèndo auguri a la parentèla.
Dal campanile, tirando la corda,
el campanaro ne ciàma a la Messa;
par strada, on vento giazà ne òrba!
In cèsa la gente la se confessa
de tuti i pecati che la ricorda…
desmentegàndo presto la promessa!
Natale
Natale è qua col freddo mantello,/i ragazzini per strada cantano la
“Stella”/mostrandoci Gesù illuminato da un pezzo di cero,/donando ad
ogni anima un po’ di luce./E’ festa grande, la festa più bella!/Tutti vanno a messa, dal conte al bovaro,/0gni uno pensa a chi le è caro/
facendo gli auguri ai parenti./Dal campanile, tira la corda/il campanaro
chiamandoci alla messa;/per strada un freddo vento ci acceca./In
chiesa la gente si confessa/di tutti i peccati che ricorda…/
dimenticando presto la promessa!/
gennaio 1981.
25
La Pace è il canto degli Angeli risuonato sulla Capanna di Betlemme:
''Pace in terra agli uomini di buona volontà''. Per Essa serve una
intesa reciproca e concorde, il frutto della Buona Volontà.
Orazion par la Vigilia
Caro Bambin, come mi gh'è ci spera
che vivare in Pace el sia normale,
ch'el mondo 'l guarissa da ogni male,
che sparissa l'egoismo da la tera.
Caro Gesù, che te ven zo 'stasera
come ogni ano parchè l'è Nadale,
porta con ti on saco de sale
da mètarghe in testa a cì vol la goera.
Gesù Bambin te prego: 'stanote fa
che se cata intorno a la Capana
i Capi de Stato del mondo intiero.
Fa che la Pace el sia el so pensiero,
che la me orazion no la sia vana,
mèteghe in testa la Bona Volontà !
Preghiera per la Vigilia
Caro Bambin Gesù,come me c’è chi spera/che vivere in pace sia normale,/che il mondo guarisca da ogni male,/che sparisca l’egoismo dalla terra./Caro Gesù,che vieni ‘stasera/come ogni anno perché è Natale,/porta con te un sacco di saggezza/da mettere nella testa di chi
vuole la guerra./Gesù Bambino: ti prego ‘stanotte fa/che si trovino attorno alla Capanna/i Capi di Stato di tutto il mondo./Fa che la Pace sia
il loro desiderio,/che la mia preghiera non sia inutile,/mettigli nella testa la Buona Volontà!/
dicembre 1997
26
E’ di moda allestire Presepi Viventi., ma il clima tra Natale e l’Epifania, è un
grosso ostacolo al reclutamento di “attori”, specie per fare il Bambino Gesù.
Presepi viventi
L’è moda, fare el Presepio Vivente,
i se organiza anca ne la Bassa,
e ne le Parochie i preti i-e lassa
fare i pastori, Re Magi, la gente.
Ma l’è fadìga catàr la Madona
e pezo ancora ci fa el Gesù,
parchè al fredo resiste de più
cì l’è più grande, sia omo che dona.
I-à visto in giro, tapà da artista,
‘na bela Madona viva, in Presepio,
ma la portava i ociài par la vista.
A fare el Butìn, a l’è ‘n’altro esempio,
ghe gera on bambocio on poco grandìn,
che ‘l stava chieto col…telefonin!
Presepi viventi
E’ di moda fare il Presepe Vivente,/si organizza anche nella
Bassa,/e i Parroci lasciano/fare i pastori, Re Magi, la gente./Ma
è difficile trovare una Madonna/e peggio ancora chi fa il Gesù,/
perché al freddo resiste di più/l’adulto,sia uomo che donna./
Hanno visto in giro in posa d’artista,/una bella Madonna, viva nel
Presepe,/ma indossava gli occhiali da vista./A fare il Gesù, altro
esempio,/un bamboccio un po’ grandicello,/che stava quieto col
… cellulare!/
gennaio 2008
27
Con la speranza che assieme alle case e alle strade sino migliorati anche gli uomini...
Ricordi invernai
Veci tempi co le case scancanà
e le strade piene de buse e sassi,
la fadìga del carèto strapegà
da on musséto pena bon far dù passi.
Tempi duri de fame e carestia,
inverni fredi col mòcolo al naso,
co’ la neve che no nasèa pì via
e co’ l’onto che calàva nel vaso.
Ma ne le case gh’era gente bona
che par Nadale fasèa el Presepio,
el butìn sui zenòci de la nona
l’imparava a dire le preghiere,
e cressendo in mezo al bon esempio
più tranquile le passava le sere!
Ricordi invernali
Vecchi tempi con le case diroccate/e le strade piene di buche e
sassi,/la fatica del carretto trascinato/da un somaro appena capace di fare due passi./Tempi duri per fame e carestia,/inverni
freddi con la goccia al naso,/con la neve che non si scioglieva/e
con lo strutto che diminuiva nel vaso./Ma nelle case c’era buona
gente/che per Natale faceva il Presepe, /il bambino sulle ginocchia della nonna/imparava le preghiere,/e crescendo nel buon
esempio/più tranquille passavano le sere!
dicembre 1980
28
I giorni nelle Feste Natalizie sono anche i più corti dell’anno e
per chi vive di elemosina è una vera:
Scarògna
La man verta a zercàr la carità
e campare del bon core de la gente,
dire grazie seben no’ i t’à dà gnente
e tegner sconta la umiliazion ciapà.
I ricordi de on fogo impizà
e sognare, sognare solamente…
A Nadale el fredo che se sente
l’è on smissiòto de neve e de bontà.
Nadale…eco, adesso l’è rivà,
la gente l’è più larga anca a dare
parchè i se sente boni ‘sti dì coà.
Par indolzìre on poco el nostro afano,
purtropo tra i tanti, a i-è nà a zercare
i giorni piassè curti che gà l’àno!
Sfortuna
La mano aperta a chiedere la carità/e campare del buon
cuore della gente,/dire grazie sebbene non ti danno niente/e nascondere l’umiliazione./I ricordi del fuoco acceso/e sognare, sognare solamente…/A Natale il freddo che si sente/è un insieme
di neve e bontà./Natale…ecco, ora è arrivato,/la gente è più
generosa/perchè si sente più buona questi giorni./Per addolcire
il nostro affanno,/purtroppo, tra i tanti, sono andati a cercare/i
giorni più corti dell’anno!/
gennaio 1997
29
Altruismo e solidarietà dovrebbero essere regola quotidiana per ogni cristiano, invece per molti sono ridotte a tradizione del solo Natale come l’albero, il
pandoro e la messa di mezza notte. Credono di mettere in pace la coscienza,
invece danno ragione al detto:”La carità contenta cì la fa”!
Solo a Nadale ?
El dì de Nadale tanti cristiani
i se impegna in opare de amore,
ci sparte el pan insieme ai poricani,
ci dà vestiti a coei che i ghe ocore,
ci fa on soriso a ci sta nei afani,
o gà la pele de 'n' altro colore,
e gh'è ci parècia el pranzo ai anziani,
…ma solo a Nadale…par poche ore…
Parchè stesse meio tuta 'sta gente
e tuto 'l mondo el vivesse in armonia,
servarìa costanza a starghe darènte.
Parché i stesse sempre ben bisognaria
che no' fusse ecezion, ma normale,
e par tuti sarìa sempre Nadale!
Solo a Natale?
Il giorno di Natale tanti cristiani/si impegnano in opere benefiche,/chi divide il pane con i poveri,/chi dà vestiti a chi è senza,/
chi fa un sorriso a chi soffre,/o ha la pelle d’altro colore,/e c’è chi
prepara il pranzo agli Anziani,/… ma solo a Natale per poche
ore …/Perché stesse meglio tutta questa gente/e tutto il mondo
vivesse in armonia,/servirebbe costanza nello
stargli vicino./
Perché stessero sempre bene bisognerebbe/che non fosse eccezione, ma normale,/e per tutti sarebbe sempre Natale!/
Natale 1992
30
Raccolte di Poesie e Rime dialettali e in lingua.
1993 A l’ombra del Torion. (1^ ediz.) - (sonetti dialettali)
1999 Gh’è coà la Santa Note - (sonetti dialettali)
2001 A l’ombra del Torion (2^ ediz.) - (sonetti dialettali)
2008 Rime in vetrina - (sonetti dialettali)
2010 lerimedenando - (sonetti dialettali)
2010 lerimedenandonatalizie - (sonetti dialettali)
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Pubblicazioni del Circolo Noi:
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Strufaji o zó de lì (Luciano Rossi) / poesie
Mostra fotografica “abitanti e luoghi caratteristici del nostro paese”
Nel ziél che lontan se perde (Fernando Rossi) / poesie
Sulle ali del vento (Luigino Nicolini) / poesie
Frammenti di notizie riguardanti Vangadizza (Luciano Rossi)
Scherza co i fanti e lassa stare i santi (Fernando Rossi) / poesie
Poesie per Vangadizza e dintorni vol. 1^ (Luciano Rossi)
Poesie per Vangadizza e dintorni vol. 2^ (Luciano Rossi)
Accogli, Signore (Fernando Rossi) / poesie
Vangadizza nei miei ricordi anni 1950 - 60 /Giampietro Segantini
Memorie di un superstite di Cefalonia / Danilo Migliorini
Le campane e i campanari di Vangadizza (Luciano Rossi)
Saluto l’alba (Luigino Nicolini) / poesie
Poesie per Vangadizza e dintorni vol. 3^ (Luciano Rossi)
Nell’inferno di Dachau – Memorie di un superstite / Giulio Baraldini
Poesie per Vangadizza e dintorni vol. 4^ (Luciano Rossi)
Col sentimento dei miei versi - Poesie di Romana Menegazzi
Poesie per Vangadizza e dintorni vol. 5^ (Luciano Rossi)
lerimedenando- Sonetti dialettali di Ferdinando Caltran
Spigolature - Meditazioni di don Romeo Cecchetto
lerimedenandonatalizie - Sonetti dialettali di Ferdinando Caltran
Terra e cielo - Riflessioni di Olga Ferrari
31
Indice
Pag.
3
Seminare il Bene
4
A Santa Lùzia
“
5
Auguri fioi cari
“
6
Benedeta confusion
“
7
Cantando l’Oriente Stela
“
8
“Caro” Nadale
“
9
Che Nadale èlo !
“
10
El me Presepio
“
11
El momòn al Bambin Gesù
“
12
El regaleto
“
13
Fola natalizia
“
14
Gesù e ‘na Stela
“
15
I pèzo
“
16
La Santa Notte
17
La tradizione nel legnaghese
“
18
La Santa Pifania
“
19
La sgìnza
“
20
La Stela pì bela
“
21
Le calze
“
22
Le campane de Nadale
“
23
L’inventore del consumismo
“
24
Na-Babbo Natale
“
25
Nadale
“
26
Orazion par la Vigilia
“
27
Presepi viventi
“
28
Ricordi invernai
“
29
Scarògna
“
30
Solo a Nadale ?
32