PROFUMO Fragrance designer: mestiere di lusso e marketing CLAUDIA SCATTOLINI fragrance designer U n’arte ancora di frontiera: scavare nei desideri e nella personalità per creare profumi su misura di ciascuno. Da indossare o regalare. Ma anche saper far leva sull’ancestrale potenza dell’olfatto per attrarre, sedurre, vendere, fidelizzare: il marketing esperienziale si fa olfattivo e funziona Fragranza più designer, un accostamento di termini che non suona ancora abituale, all’orecchio di un pubblico meno che professionale. Fragranza: intenso e gradito profumo naturale. Designer: fi gura professionale che si occupa della progettazione di moltissimi tipi di artefatti. Le due parole, accoppiate, definiscono oggi un affascinante professione, ancora poco diffusa nel nostro Paese. E forse destinata, per sua stessa natura, a restare un mestiere di nicchia, volto a esplorare l’olfatto come territorio di conquista per il lusso e il benessere e dare letteralmente un senso in più alla comunicazione. 36 KOSMETICA NUMERO TRE - APRILE DUEMILA15 PROFUMO DI CIÒ CHE SI VUOL ESSERE Cosa fa il fragrance designer? In primis, crea profumi su misura. Partendo da alcune semplici, quasi ovvie considerazioni sull’olfatto, le persone, i loro gusti e il loro vissuto. La fragranza che scegliamo e, quindi, emaniamo dice infatti molto di noi stessi, della nostra storia, del carattere, delle inclinazioni. Racconta immediatamente, tramite le note che sprigiona, di background, di stile, d’abitudini. Cuoio e tabacco narrano storie differenti da cacao e cannella, menta e bergamotto evocano passioni lontane da rosa e malva, e così via, in una serie di variabili e di linguaggi potenzialmente infinita, quanto le possibili combinazioni delle essenze, le quali svelano qualcosa, poco o molto, di chi le indossa. Il profumo rivela una personalità colta o ambiziosa, sicura o raffinata, eclettica o aristocratica, amante dell’esotico o della solida tradizione, curiosa o sfrontata. Il piacere che promette una fragranza, il privilegio che offre Scavare l’anima per costruire piacere Come vengono allo scoperto le “note” personali che si trasformeranno in altrettanti accordi olfattivi? Nel dare vita a un profumo il fragrance designer parla al cliente, lo ascolta, cerca le note che gli somigliano e lo identificano, analizza diversi concept da cui nascono i campioni di fragranze, tra i quali il committente potrà scegliere e dare il via al proprio percorso olfattivo. Quanto costa dare vita al proprio profumo personalizzato? Dipende da diverse variabili: le essenze selezionate e la quantità necessaria in primis, la preziosità del packaging e del flacone desiderato. Fragranze come abiti di sartoria, quindi, per piacere e piacersi, ma anche disegnate su chi si conosce bene e si ama. Un regalo inconsueto e prestigioso, naturalmente destinato a colpire a fondo, accarezzando il senso più primitivo e convincente. Tutto questo vale solo per le persone? Assolutamente no: il concetto e il procedimento si possono applicare anche ai prodotti, alle attività, alle aziende. Tutto trova la «propria» fragranza su misura, da diffondere poi nei modi e con i mezzi più diversi e più adatti al messaggio e al pubblico: è in questa direzione che si estende la seconda importante tranche d’attività cui si dedica il fragrance designer, il marketing olfattivo con i suoi strumenti. Dalla persona all’esperienza, c’è aria di prodotto alla mente, risiedono proprio in questo: poter emanare la fragranza di ciò che amiamo pensare di essere. Un lusso leggero ed evanescente, il senso profondo di benessere, di piacerci fino in fondo e fin dall’inizio. Scandagliare questo sentimento significa, per il fragrance designer, prendere le misure per un aroma dalle note nuove e uniche, partendo dal presupposto che nessun profumo “preconfezionato”, alla luce delle considerazioni appena esposte, potrà mai donare un senso di soddisfazione completo quanto quello di una fragranza realmente ritagliata sulla personalità e sulle aspettative di ciascuno. persuasione più convincente delle parole, dell’apparenza, del sentimento e della volontà. Non si può rifiutare la forza di persuasione del profumo, essa penetra in noi come l’aria che respiriamo penetra nei nostri polmoni, ci riempie, ci domina totalmente, non c’è modo di opporvisi». Ma, assai più prosaicamente, il potere dell’esperienza sensoriale applicata alla comunicazione di un marchio e alla vendita di un prodotto, è oggi studiato in corsi universitari e già messo alla prova, da anni, in decine di applicazioni pratiche. Situazioni che incontriamo nella vita di tutti i giorni, magari senza farci caso, e che contribuiscono a farci prendere decisioni d’acquisto o a rinsaldare la nostra fedeltà a un brand o a un punto vendita. Molte realtà aziendali hanno sperimentato e sperimentano tuttora l’utilizzo di aromi e profumi per ottimizzare il risultato di un evento, per indurre all’acquisto o addirittura per stimolare i propri dipendenti. L’intera gamma dei cinque sensi gioca una parte sempre più considerevole nella vita del consumatore contemporaneo, edonista e sempre più orientato al presente, desideroso di trarre piacere in ogni atto di consumo. Il consumatore ricerca gratificazioni immediate, persegue stati di benessere e di felicità, in un gioco di rimandi tra sensazione ed emozione, in cui la capacità dei prodotti di far sognare a occhi aperti diviene una componente importante nella ricerca. Sentire il brand, tutto intorno Molti l’hanno letto nelle pagine di un celebre romanzo, scritto da Patrick Süskind: «Il profumo ha una forza di In questo modo il marketing contemporaneo punta sempre più sul rapporto psicologico e personale tra fornito37 KOSMETICA NUMERO TRE - APRILE DUEMILA15 PROFUMO re e cliente, in cui quote e numeri passano sullo sfondo. Il marketing si fa disciplina centrata sul legame tra esperienza e acquisto. È la teoria espressa già nel 1999 da Bernd Schmitt, professore di International Business alla Columbia Business School: ciò che conta davvero nel marketing esperienziale è l’esperienza in sé. Non il prodotto, ma l’esperienza legata all’uso di quello specifico prodotto. Annunci pubblicitari, punti vendita e siti web, se esperienziali, offrono impressioni più forti, con una conseguente maggiore propensione all’acquisto. Il consumo scatena emozioni e sensazioni, che vanno a toccare l’ambito della ricerca identitaria del consumatore. Il negozio stesso si fa luogo di esperienze, offrendo non semplici prodotti, ma storie ed emozioni. Per raggiungere questo risultato, coinvolgendo i sensi, non conviene forse ricorrere a un processo simile a quello già illustrato per la creazione della fragranza personale? Ecco dove s’inserisce il tocco del fragrance designer nel mosaico del marketing moderno: gli stimoli olfattivi possono influenzare i comportamenti e le decisioni d’acquisto. Tutti gli studi scientifici rivolti a questo argomento concordano sul fatto che gli odori siano in grado di influire sul comportamento e sull’umore del consumatore. Il profumo gioca, quindi, un ruolo persuasivo nel processo di percezione di un prodotto o servizio. Per questo molte aziende utilizzano aromi e fragranze per far sì che la percezione di questo profumo possa indurre il consumatore ad acquistare o giudicare un prodotto in modo positivo. Ciò che un profumo può fare, in quest’ambito, non incontra potenzialmente confini: colora, intriga, affascina, sottolinea, arreda, definisce mondi. L’abilità del suo creatore è capire un bisogno e interpretare un gusto, selezionare le essenze, rappresentare un universo che, appunto, diffonda tocchi di personalità e di seduzione. Profumi per ambienti, scenografie, allestimenti, logo e arredamenti olfattivi sono creazioni tailor made a misura di brand. Consulenza e produzione personalizzata, in questo caso, si rivolgono a brand e negozi, ma anche a progettisti, architetti e arredatori, organizzatori d’eventi e agenzie di comunicazione, centri benessere e strutture d’accoglienza (alberghi, ristoranti, locali, B&B). Nell’orizzonte del fragrance designer brilla una semplice ma ben precisa regola sia che si tratti di un autentico logo olfattivo da abbinare costantemente a prodotti e ai luoghi contrassegnati dal marchio, sia che si tratti di una semplice fragranza d’ambiente per rendere più piacevoli il lavoro, la permanenza, l’attesa negli spazi aziendali: L’olfatto è il primo filtro tra noi e il mondo, che agisce più a fondo della vista, prima del tatto, oltre l’udito, disegnando le impressioni più immediate e profonde, creando associazioni positive o negative con le situazioni, le emozioni e il loro ricordo. Le sensazioni del benessere, del bello, del dolce e del buono, dell’elegante, del naturale o del prezioso rimangono indelebilmente associate all’aroma di un luogo, di un evento, di un oggetto. Le fragranze, in breve, creano appeal. Ecco perché qualsiasi approccio multisensoriale, introdotto e sottolineato dall’olfatto, risulta tanto efficace. Dar vita a un profumo, associarlo a un prodotto, a un ambiente, sono scelte d’immagine potenti: ciò che fa il fragrance designer per una qualunque attività commerciale è agire su leve ancestrali e ed efficaci. Il profumo è una somma impalpabile di simboli e status: trovare quello giusto è la chiave per accedere alle regioni più nascoste, per toccare le corde più penetranti dell’anima e del gusto. In parole povere il fragrance designer lavora per dare un senso in più al design, all’architettura, alla moda, al benessere e, come già accennato, alla comunicazione, un senso migliore alla vita quotidiana. Un’abilità e un sapere, quindi, rari, complessi e intriganti, dalle potenzialità enormi e in parte ancora tutte da scoprire. Di sicuro, ricchi di soddisfazioni per chi se ne occuperà nel futuro prossimo. Quali caratteristiche servono, per fare il fragrance designer, oltre naturalmente alla preparazione specifica e alle capacità tecniche? Gusto innato, ricerca instancabile, anima aperta, naso sensibile ma anche occhi, orecchie e mente attenti e allenati, attenzione alla moda e alle tendenze. E, ça va sans dire, passione e talento, le parole chiave alla base di ogni composizione unica, irripetibile o indispensabile. ■ © RIPRODUZIONE RISERVATA BIBLIOGRAFIA • Bernd Schmitt, Experiential Marketing, Free Press, New York, 1999; • Patrick Süskind, Il profumo, 1985 • Serena Bonomi, Riscoperta dell’olfatto: il marketing olfattivo come variabile strategica in un negozio di vicinato, tesi di laurea, Università di Verona, 2011 38 KOSMETICA NUMERO TRE - APRILE DUEMILA15