prima_guerra_mondiale

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LA PRIMA GUERRA MONDIALE
1. Schieramenti contrapposti
1907 - Triplice Intesa: GB – RUSSIA – FR (esce dal suo splendido isolamento) – consolidamento
1882 – Triplice Alleanza: IT – GER – AUS (a carattere difensivo) - deterioramento
L’impero tedesco e quello austro-ungarico sono omogenei dal p.v. storico-culturale, mentre l’Italia si
differenzia e distanzia per:
a) irredentismo (vs la rinuncia al Trentino e alla Venezia Giulia); 2 martiri: Guglielmo Oberdan
(repubblicano triestino impiccato nel 1882 con l’accusa di voler uccidere l’imperatore Francesco
Giuseppe) e Cesare Battisti (deputato socialista trentino al Parlamento di Vienna, di spirito
mazziniano, ucciso nel 1916 come disertore per essersi arruolato nell’esercito italiano).
L’irredentismo – il movimento politico che mira alla liberazione delle terre “irredente” – si
accompagna spesso al nazionalismo (espansione italiana sul mare Adriatico);
b) ripresa delle relazioni tra Italia e Francia (convenzioni del 1900 e 1902).
Isolamento di GER e AUS per:
a) crisi marocchine 1906 – La FR vuol occupare il Marocco (secondo accordi con IT e GB) ma la GER si
oppone, pur cedendo poi per l’intervento della GB a fianco della FR.
1911 – Nuova crisi diplomatica di FR + GB vs GER, chiusa con il riconoscimento
del protettorato della FR sul Marocco (1912)
b) guerre balcaniche :1912 – Serbia, Bulgaria, Montenegro, Grecia sconfiggono il Sultano e l’impero
ottomano perde tutti i territori balcanici
1913 – La Bulgaria (insoddisfatta dalle spartizioni territoriali della I^ g. balcanica) è
sconfitta dalla Serbia + Grecia, Montenegro, Romania, Turchia.
La situazione balcanica è esplosiva.
2. L’Europa in tensione
1. acutizzarsi dei conflitti economici (espansione coloniale, mercati mondiali)
2. crisi del sistema di alleanze bismarckiane (costituzione dei due blocchi contrapposti: Triplice
Intesa e Triplice Alleanza)
3. moltiplicarsi delle crisi internazionali (guerre balcaniche, indipendentisti slavi vs AUS)
4. opinione pubblica (cultura bellicista, nazionalismo e imperialismo)
5. sopravvalutazione delle propria forza militare e illusione della guerra breve
3. Inizio del conflitto (1914-1915)
1908
La Bosnia-Erzegovina è annessa all’Impero Austro-Ungarico, infrangendo il sogno della
“Grande Serbia”, ovvero dell’unione indipendente di tutti i popoli slavi
28.06.1914
Lo studente nazionalista bosniaco Gavrilo Princip uccide in un attentato l’erede al trono
austriaco, Francesco Ferdinando, e la moglie. L’attentato ha luogo a Sarajevo, capitale
della Bosnia, ma è ordito da una associazione irredentista che ha base in Serbia. Quest’ultima
diventa così il principale obiettivo delle rivalse austriache.
28.07.1914
La Serbia rifiuta l’ultimatum dell’AUS che le ha intimato di ammettere funzionari austriaci
alle indagini sull’attentato disposte dal governo serbo (imponendo di fatto la fine
dell’autonomia serba: è un ultimatum pensato per essere rifiutato, in modo da avere la scusa
per attaccare) e l’AUS dichiara guerra alla Serbia
1.08.1914
La GER dichiara guerra alla RUS (che avrebbe difeso la Serbia contro l’espansione a est
dell’AUS e la cui mobilitazione delle truppe al fronte viene interpretata in chiave offensiva
dalla Germania stessa)
La GER dichiara guerra alla FR. E’ il complesso dell’accerchiamento a spingere la GER a
dichiarare guerra sui diversi fronti. Il piano di battaglia (pianificato sulla base della guerra
franco-prussiana del 1870-71) prevedeva una rapida occupazione della FR per poi dedicarsi
al fronte orientale.
La rapidità dell’attacco è imposta da motivi di ordine interno (la GER non ha risorse
sufficienti per combattere su due fronti né per condurre un lungo conflitto).
Si decide così l’occupazione del Lussemburgo e del Belgio, violata la neutralità del quale la
GB dichiara guerra alla GER
2.08.1914
L’IT resta neutrale (2/8/1914, appellandosi al carattere difensivo della Triplice Alleanza), il JAP si schiera
con l’Intesa e la TURCHIA con gli Imperi Centrali.
Eserciti:
GER – 4 mln di soldati ben equipaggiati
RUSSIA – esercito numeroso ma mal equipaggiato
GB – esercito dislocato nelle colonie, raggiunge però i 2 mln di volontari (solo nel 1916 avrà
la leva obbligatoria)
FR – 2 mln di soldati (sostiene lo sforzo bellico dell’Intesa nei primi mesi del conflitto)
All’inizio tutti sono convinti che sarà una guerra breve: ovunque trionfano il bellicismo e il patriottismo;
leva obbligatoria e mezzi di trasporto accrescono le fila degli eserciti impegnati in battaglia;
le mitragliatrici automatiche fanno pensare a una guerra rapida, di movimento (come quella
del 1870 contro la FR). La GER pensa di invadere il BE e avere meglio sul fronte
occidentale in 6 settimane, per poi rivolgersi alla Russia.
Illusione: all’OVEST in breve la GER arriva a pochi km da Parigi ma, dopo la battaglia sulla Marna
(8/1914), dove la resistenza FR si organizza, il fronte si stabilizza: guerra di logoramento in
trincea con numerose perdite da ambo le parti. Il prolungamento del conflitto diventa un
elemento in favore dell’Intesa (risorse coloniali e navali, soprattutto della GB).
Va meglio all’EST: la GER, con il generale Hindenburg, arresta l’invasione russa in Prussia nella battaglia
di Tannenberg (8/1914), quindi penetra in RUS e soccorre l’AUS che ha perso la Galizia
(Polonia) vs RUS
L’entrata in guerra dell’IT (5/1915) non migliora la situazione per l’Intesa (anzi, la Bulgaria sconfigge
definitivamente la resistenza serba)
4. L’Italia dalla neutralità all’intervento
AUS e GER prima della guerra non rivelano le proprie intenzioni all’Italia che, sentendosi “tagliata fuori”,
si appella al carattere difensivo della Triplice Alleanza per dichiararsi neutrale (2.08.1914) con Salandra
(liberale conservatore succeduto nel 1914 a Giolitti).
L’ITA era infatti in rapporti tesi con l’AUS che occupava territori del nord (Trentino e Friuli) e che
soprattutto aveva annesso la Bosnia Erzegovina (1908) senza alcun compenso territoriale all’ITA come
invece previsto da una clausola di rinnovo della Triplice Alleanza del 1887.
In IT si accende il dibattito tra:
A) NEUTRALISTI, cioè
A1) PSI – pacifista, internazionalista (“Né aderire né sabotare” di Turati)
A2) CATTOLICI – neutralisti per obbedienza al Papa Benedetto XV (1914-1922), pacifista (“La guerra è
un’inutile strage”, 1917), ma molti appoggiano indirettamente l’interventismo del governo in quanto cittadini
leali
A3) GIOLITTI – vs una guerra che prevede lunga e sanguinosa, è a favore di una neutralità condizionata
(IT paese fiancheggiatore) come occasione di sviluppo industriale
VS
B) INTERVENTISTI, cioè
B1) NAZIONALISTI – (Alleanza Nazionale) – coltivano sentimenti filotedeschi, ma si volgono presto
all’Intesa pur di vedere l’IT in guerra – D’Annunzio
B2) DEMOCRATICI – dagli irredentisti come Battisti ai socialisti come Salvemini (“guerra per la pace”
vs autoritarismo tedesco) agli eredi della tradizione garibaldina – hanno poco peso politico perché il popolo è
essenzialmente neutralista
B3) CONSERVATORI – i gruppi liberal-conservatori diedero una graduale adesione all’interventismo
(Sonnino, Salandra) scelto soprattutto per il timore che l’ITA restasse isolata dal contesto internazionale
Il conflitto tra PSI neutralista e Democratici interventisti indebolisce la SN: ne approfitta il leader dei
Socialisti Rivoluzionari, Benito Mussolini, che passa su posizioni interventiste (dopo aver avversato, vs
Giolitti, la campagna di Libia, 1911-1912): espulso dal partito, fonda il giornale “Il popolo d’Italia”.
Mentre in IT infuria il dibattito tra interventisti e neutralisti, Salandra e Sonnino, d’intesa con il Re Vittorio
Emanuele III e tenendo all’oscuro il parlamento, preparano la guerra.
Dapprima si rivolgono agli Imperi Centrali, offrendo sostegno, ma Vienna rifiuta di pagare compensi
immediati.
Non volendo deludere le aspettative economiche della grande industria, si rivolgono allora all’Intesa,
stipulando in segreto il Patto di Londra (26/4/1915), con il quale si impegnano a far scendere in guerra l’IT
vs AUS entro un mese in cambio di Trentino, Venezia Giulia, Istria (esclusa la città di Fiume) e Dalmazia
a fine conflitto.
Giolitti continua a invocare la neutralità, Salandra è messo in minoranza e rassegna le dimissioni che però il
re rifiuta (non volendo perdere l’appoggio di un interventista come Salandra).
Scosso dai forti clamori interventisti, il Parlamento affida poteri straordinari a Salandra, il quale il 24 maggio
1915 dichiara guerra IT vs AUS (non vs GER): le “radiose giornate di maggio” – come le definiranno i
nazionalisti – sono più un colpo di stato che una scelta del Paese. L’ITA è entrata in guerra, di fatto, per la
scelta di Sonnino, Salandra e Vittorio Emanuele III.
5. La guerra di posizione (1915-1916)
1916: anno di grandi offensive, stragi impressionanti. Alla fine del 1916 emerge la superiorità degli Imperi
Centrali. La guerra è a un punto morto, manca la battaglia decisiva.
Sul fronte orientale gli austro-tedeschi sconfiggono i russi e occupano buona parte della Polonia (1915), per
poi perdere quegli stessi territori in favore dei russi nel 1916.
La Serbia viene invece invasa e sconfitta definitivamente dagli Imperi Centrali.
Nel 1916 la GER attacca la piazzaforte francese di Verdun: la FR resiste e con la GB organizza una feroce
controffensiva (in tutto, cadono oltre 1,5 mln di soldati).
Fronte Italiano: il generale Cadorna vs AUS (minor numero, ma esercito ben addestrato e ben armato,
attestato sulle posizioni difensive lungo il corso dell’Isonzo e sull’altipiano del Carso). Gli AUS conquistano
Asiago (Piave, 1916), poi Cadorna li blocca e contrattacca sull’Isonzo, conquistando Gorizia. Il fronte si
stabilizza.
Dalla guerra di movimento si passa alla guerra di posizione:
- introduzione di nuove armi (bombe a mano, mitragliatrici, armi chimiche)
- uso di nuovi mezzi (aerei da ricognizione – mezzo inventato da due ingegneri americani, i
fratelli Wright, nel 1903; autoblindo e mezzi cingolati; sottomarini)
- guerra di trincea (peggioramento delle condizioni dei soldati, logorio psicologico che a poco
a poco fa svanire l’entusiasmo patriottico e bellicista, giungendo a episodi di renitenza alla
leva, diserzione e addirittura ribellione collettiva)
- necessità di nuovi reclutamenti, che sottraggono manodopera all’industria che invece
dovrebbe sostenere lo sforzo bellico
- subentra un maggior intervento statale nell’economia: le commesse statali militari
favoriscono lo sviluppo industriale ma la mancanza di controllo governativo permette che le
industrie riforniscano lo Stato a prezzi altissimi (nuovi ricchi del dopo guerra tramite la
speculazione)
La guerra lunga causa:
a) problemi di approvvigionamento (il blocco economico dell’Intesa tramite la flotta della GB vs Imperi
Centrali scatena la guerra sottomarina della GER vs Intesa)
b) i poteri si concentrano nelle mani dei governi vs parlamenti
b1 – in IT nascono i governi di unione nazionale (Boselli succede a Calandra, 1916) per non cedere ai
militari il controllo della direzione della guerra
b2 – in GER e AUS i militari (pro guerra sottomarina indiscriminata) prevalgono sui politici (che
iniziano invece a manifestare tendenze pacifiste, vs una guerra che sta mettendo a dura prova il popolo e
l’economia tedeschi)
b3 – in RUSSIA la guerra accelera la crisi zarista
Intanto si levano voci pacifiste:
-
Benedetto XV (1917): la guerra è un’inutile strage
Wilson: il presidente Usa caldeggia una soluzione diplomatica)
Movimenti socialisti, che vorrebbero trasformare la guerra in rivoluzione, secondo quando
emerso dalle due conferenze svizzere del 1915 e 1916, tenutesi dopo che la II Internazionale
(1889-1914) è stata sciolta
Anche i civili sono coinvolti nella guerra: tragico esempio è il genocidio degli Armeni di Turchia,
sospettati di scarsa lealtà nei confronti dello Stato, dei quali oltre un milione furono deportati e sterminati dai
Turchi nel 1915.
Grande sviluppo ebbero le industrie coinvolte nella guerra (soprattutto meccaniche, chimiche, siderurgiche)
il controllo delle quali sempre più venne assunto dalle autorità statali. Ovunque il potere esecutivo
(governo) andò rafforzandosi a discapito delle rappresentanze popolari (parlamento), mentre sul governo
stesso sempre più forti erano le pressioni dei militari (per difendersi dalle quali si ricorreva, quando
possibile, ai governi di unione nazionale, come nel caso del governo Boselli del 1916 in Italia). In questo
contesto, enorme sviluppo ebbe la propaganda nei confronti della popolazione civile.
La condanna della guerra emerse in occasione di due conferenze socialiste internazionali tenutesi in
Svizzera nel 1915 e nel 1916. All’interno della sinistra si ebbe però una spaccatura tra il pacifismo delle
sinistre riformiste (per le quali l’obiettivo era il ritorno alla vita pacifica e democratica) e quelle
rivoluzionarie, tra le quali spiccavano la Lega di Spartaco (associazione clandestina tedesca guidata da
Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht) e i Bolscevichi russi.
Proprio dai Bolscevichi russi guidati da Lenin veniva l’idea che la guerra doveva essere l’occasione per
abbattere il regime capitalista e consegnare il potere nelle mani del popolo. E dai Bolscevichi parte
l’iniziativa dello sciopero generale degli operai di Pietrogrado (nuovo nome della capitale, già Pietroburgo,
dal 1914) nel marzo 1917 che si trasforma in una imponente manifestazione antizarista che vede i soldati –
che si rifiutano di sparare sugli operai – solidarizzare coi manifestanti e costringere lo zar ad abdicare. E’
l’inizio della disgregazione dell’esercito russo e dell’uscita della Russia dal conflitto (uscita sancita
ufficialmente solo nel 1918 con la pace di Brest Litovsk).
6. La svolta (1917)
USA
Thomas Wodrow Wilson, presidente degli USA, è dapprima neutrale, benché si tratti di una neutralità
belligerante poiché invia 2 miliardi di $ di aiuti per l’Intesa.
La guerra sottomarina ingaggiata dalla GER per impedire i rifornimenti all’Intesa paralizza i trasporti
americani e suscita negli Usa un’ondata interventista, soprattutto dopo che viene affondato il transatlantico
inglese “Lusitania” (1915), uccidendone i mille passeggeri, tra i quali 140 cittadini americani.
2.04.1917
Gli Usa entrano in guerra non come alleati ma come Paese associato all’Intesa: vs
conquista bellica, lo scopo è realizzare quanto espresso da Wilson nei “14 punti” (1/1918)
per sottolineare il carattere democratico dell’intervento americano (riduzione armamenti,
autodeterminazione dei popoli, libertà dei mari).
7. Crollo degli Imperi Centrali
Il 1917 è l’anno più difficile per l’Intesa: la Russia ha di fatto cessato di fornire il proprio appoggio e
contributo mentre dappertutto si diffonde una profonda insofferenza per la guerra che porta a diffusi
ammutinamenti. Ma anche negli Imperi Centrali la guerra comincia a logorare la resistenza dei reparti e si
diffonde l’aspirazione a una rapida uscita dal conflitto.
ITA
Disfatta di Caporetto (10/1917) sull’Isonzo e ritirata del fronte fino al Piave. Cadorna,
rivelatosi impreparato, accusa la propaganda pacifista. L’esercito perde oltre 400.000 uomini
(+, feriti, prigionieri).
A Boselli succede Orlando (nuovo governo di coalizione nazionale, questa volta appoggiato
anche dal PSI di Turati) che sostituisce Cadorna con il generale Diaz che si distingue per un
miglior rapporto con le truppe che da lui ricevono nuovi stimoli e motivazioni (rilancio
dell’esercito, risveglio morale, resistenza eroica sul Piave, i “ragazzi del ‘99”)
RUSSIA
Dopo la rivoluzione di ottobre (7 novembre 1917), il potere è in mano ai Bolscevichi di
Lenin che si adopera subito per uscire dalla guerra, fino alla firma della pace separata con la
GER a Brest-Litovsk (città sul confine russo-polacco) nel marzo 1918.
GER
Il fronte francese è nuovamente bloccato: giunti sulla Marna, i tedeschi sono fronteggiati da
FR, GB e USA che riportano una vittoria decisiva ad Amiens (8/1918)
Crisi interna – I militari fanno e disfano i governi, finendo con il chiedere la pace e
l’abdicazione di Guglielmo II (11/1918)
La guerra lunga ha chiesto sacrifici enormi ai contadini (che sostengono il Centro Cattolico)
e agli operai (la SN socialista vede nascere al suo interno un gruppo autonomo: la Lega di
Spartaco, pro tesi leniniste sulla natura imperialistica della guerra, vs governo, vs PSD, pro
pace tramite rivoluzione)
Il Paese è attraversato da un’ondata rivoluzionaria che porta Guglielmo II alla fuga e alla
proclamazione della Repubblica Tedesca (con un governo di coalizione democratica: Centro
Cattolico e PSD)
AUS
Crisi interna – Processo di disgregazione a causa dei diversi gruppi nazionalisti (slavi pro
Intesa). Nell’estate del 1917 serbi, croati e sloveni si accordano per la nascita di uno Stato
unitario degli Slavi del Sud (la futura Jugolsavia)
Carlo I tenta di trasformare l’impero in Stato federale ma ormai è crisi aperta
Vittoria ITA vs AUS a Vittorio Veneto (11/1918) e firma dell’armistizio (4/11/1918)
Indipendenza della Cecoslovacchia, di Serbi, Croati, Sloveni.
Proclamazione della Repubblica Austriaca
8. I Trattati di Pace
Dopo 5 anni di guerra e oltre 10 mln di morti, prevale il desiderio di rivalsa dei vincitori vs GER
La politica di potenza ed egemonia degli Stati europei vs principi wilsoniani (autodeterminazione dei
popoli, ridimensionamento degli armamenti)
Conferenza della Pace di Parigi (1919)
Non partecipano gli sconfitti né la RUSSIA.
Emergono discordie
- tra FR (vs GER) e GB/USA (+ preoccupate per la rivoluzione in RUSSIA)
- tra FR e USA: la prima vorrebbe i territori tedeschi fino al Reno, la seconda preme perché la FR non
si rafforzi eccessivamente e si accontenti di Alsazia e Lorena (con garanzia dei confini offerta da GB
e USA stessi)
- tra IT e USA (per la spartizione dei Balcani verso cui l’IT vorrebbe espandersi, pena il considerare la
propria una “vittoria mutilata”)
Trattato di Versailles (vs GER)
- Alsazia e Lorena alla FR (con tutela anglo-americana dei confini)
- Tolte tutte le colonie alla GER e divise soprattutto tra FR e GB
- Forti limitazioni all’esercito (max 100.000 uomini) e agli armamenti della GER
- Bacino minerario della SAAR per 15 anni sotto controllo della FR
- La GER deve pagare 132 miliardi di marchi-oro per danni di guerra (in modo da impedire che possa
rafforzarsi e aspirare a nuova egemonia)
Trattato di Saint Germain (vs AUS) – smembramento impero austro-ungarico
- costituzione Rep. Austriaca (vs ipotesi di eventuale unificazione con la Germania)
- costituzione Rep. Cecoslovacca
- costituzione Regno d’Ungheria
- costituzione Regno di Jugoslavia (Serbia, Montenegro, Bosnia Erzegovina, Croazia)
- costituzione Rep. Polacca
Vengono riconosciuti come stati-cuscinetto i territori baltici persi dalla Russia: nascono le nuove
repubbliche indipendenti di Finlandia, Estonia, Lettonia, Lituania.
Nel 1921 nasce lo Stato libero d’Irlanda (di fatto divisa in parte cattolica e Ulster protestante filo-britannica)
L’ITALIA riceve il Trentino, Trieste e l’Istria. Wilson si oppone all’annessione di Fiume (che però si è
autoproclamata italiana) e della Dalmazia. La questione resta irrisolta.
La BULGARIA perde territori a favore di Grecia, Romania e Jugoslavia
Nel 1919 viene costituita a Ginevra la “Società delle Nazioni” per risolvere future controversie a carattere
europeo e mondiale. Ispiratore del progetto è lo stesso Wilson. Vi fanno parte 4 Paesi permanenti (IT – JAP
– FR – GB) che scelgono periodicamente 4 Paesi temporanei.
MA: sono esclusi RUSSIA, GER, USA (1920: Wilson è sconfitto, e i Repubblicani che vanno al governo
scelgono l’isolazionismo)
Lo statuto prevede sanzioni economiche per il mancato rispetto delle direttive, ma si rivela scarsamente
efficace.
La fine della Prima Guerra Mondiale coincide con la fine di 4 Imperi (Austro-Ungarico, Tedesco, Russo,
Ottomano).
Le eredità per la società del dopoguerra sono:
- aspettative delle masse contadine e degli operai (rivoluzione russa)
- crisi dei ceti medi per inflazione
- vantaggi di industriali e ceti finanziari che si sono arricchiti con l’industria bellica
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