Una legge regionale per la famiglia anche in Piemonte

Una legge regionale per la famiglia anche in Piemonte
Stimati consiglieri componenti della commissione, stimato Presidente Rostagno vi porto il saluto
delle 22 associazioni che aderiscono al Forum delle Associazioni Familiari Piemonte, come loro
rappresentante sono chiamato a leggere la memoria scritta che è stata predisposta e approvata dalle
associazioni stesse.
Il primo contributo è un grazie, perché dopo due legislature di attesa finalmente il consiglio
regionale ha deciso di affrontare l’argomento famiglia e il nostro auspicio è che il vostro lavoro
consenta di ottenere in tempi rapidi la definizione e l’approvazione della legge regionale per la
promozione della famiglia.
A questo lavoro legislativo il Forum delle Associazioni Familiari ha voluto contribuire con una
propria proposta di legge redatta in collaborazione con i consiglieri che partecipano al Tavolo
bipartisan da noi proposto e attivato nei mesi scorsi. Da quel tavolo è nato la proposta di legge poi
presentata, per opportunità politiche, come primo firmatario dal Consigliere Leo e precisamente la
proposta numero 302.
Quella proposta contiene le linee guida a cui riteniamo debba ispirarsi la futura legge regionale per
la promozione della famiglia. Riteniamo infatti che la legge regionale debba definire prima di tutto
le linee guida cui ispirare la legislazione regionale e poi, con successivi e opportuni provvedimenti,
la declinazione di quelle linee guida con riferimento alla concretezza della vita della famiglia, nelle
sue diverse fasi.
In altre parole le Associazioni auspicano una vera politica familiare che porti la Regione a investire
anche sul soggetto famiglia, risorsa indispensabile per il benessere individuale e sociale, e non
soltanto una serie di provvedimenti che, se pur necessari, restano confinati nell’ambito di una
politica sociale di attenzione alle situazioni di disagio e bisogno.
Il Forum chiede di investire sulla famiglia di cui ha bisogno la società anche per sostenere le
famiglie che hanno bisogno della società.
Cosa si aspettano le famiglie delle 22 associazioni del Forum dalla
futura legge regionale di promozione della famiglia.
Le componenti indispensabili per la legge di promozione della famiglia sono le seguenti:
 Riconoscimento della famiglia quale soggetto di riferimento.
 Attenzione alla famiglia “normale” come risorsa e non solo ai bisogni che nascono dalle
situazioni di “patologia” o disagio.
 Ispirazione al principio di sussidiarietà.
 Valorizzazione dell’associazionismo familiare.
 Sostegno economico alle giovani coppie che intendono sposarsi ed alla procreazione.
 Promozione di interventi formativi per le famiglie.
 Definizione del reddito familiare.
Riconoscimento della famiglia quale soggetto di riferimento.
Il riconoscimento della famiglia quale soggetto di riferimento è sicuramente il primo principio da
tenere presente.
Riconoscere la famiglia è però tutt’altro che semplice. Alcune proposte di legge contengono una
precisa definizione di famiglia, coerente con l’ordinamento giuridico e la Costituzione; altre
proposte tendono a identificare la famiglia con qualunque legame affettivo o forme di convivenze.
Il tema della definizione della famiglia è di per sé superfluo: la famiglia è infatti definita all’articolo
29 della nostra costituzione: “La Repubblica riconosce la famiglia quale società naturale fondata sul
matrimonio”.
Quindi può essere chiamata famiglia quella formazione sociale che ha due caratteristiche
costitutive: “società naturale”, quindi pre-esistente ad ogni riconoscimento legislativo, e “fondata
sul matrimonio”.
Da questo discende che la famiglia non è qualcosa di fatto, ma di diritto perché si fonda sulla libera
e pubblica manifestazione della volontà dell’uomo e della donna di convivere stabilmente e di
metter su famiglia, manifestazione che si concretizza in quell’atto giuridico che è il matrimonio.
Atto giuridico da cui scaturiscono diritti e doveri assunti davanti all’ufficiale di stato civile, cioè con
un atto pubblico alla presenza di testimoni.
Quindi la famiglia non è solo il luogo degli affetti (non c’è bisogno di sposarsi per volersi bene) e
neanche solo un’istituzione socialmente utile (a volte irrispettosa della libertà dei singoli). Queste
due visioni corrispondono a due diverse concezioni limitative del matrimonio che oscillano
dall’utilità sociale del passato al solo benessere individuale del presente.
Noi chiediamo invece ai consiglieri di avere a cuore la natura del matrimonio: e cioè di quel
patto coniugale tra una donna e un uomo che decidono di vivere uno per l’altro, nel reciproco e
totale dono di sé, dando origine ad una relazione stabile nel tempo. Diventando genitori, generano il
capitale sociale di giovani generazioni che apprendono l’amore gratuito, il rispetto, l’accoglienza, la
fiducia diventando cittadini liberi e responsabili.
Per questo riteniamo che il legislatore debba realizzare la politica familiare della regione
individuando come soggetto di riferimento la famiglia fondata sul matrimonio, escludendo ogni
equiparazione o confusione nelle definizioni, non per discriminare, ma per distinguere.
Non si tratta infatti di contrapporre ideologicamente famiglia di diritto e famiglia di fatto, i figli che
convivono, i figli omosessuali restano e sono figli e quindi stanno a cuore anche alle Associazioni
Familiari.
Noi chiediamo al Consiglio Regionale di offrire agli sposati, ai giovani che intendono sposarsi
un habitat sociale favorevole a partire dal riconoscimento del loro assunzione di impegni per
se stessi e per la società.
Attenzione alla famiglia “normale” come risorsa e non solo ai bisogni
che nascono dalle situazioni di “patologia” o disagio.
Una legge regionale per la famiglia deve prioritariamente definire delle linee guida che servano al
Consiglio Regionale per intervenire puntualmente sui vari aspetti utili a promuovere la famiglia.
Un primo criterio è occuparsi della promozione e valorizzazione della famiglia come risorsa per la
società. Un secondo criterio è considerare la famiglia come soggetto di per sé e non solo i singoli
componenti.
Ciò non esclude altri specifici provvedimenti rivolti alle esigenze poste dalle situazioni di patologia
o disagio familiare o ad una particolare attenzione alle donne e ai minori, cui alcune proposte di
legge si riferiscono, ma in modo quasi esclusivo.
Ispirazione al principio di sussidiarietà.
Invitiamo la commissione a porre particolare attenzione al principio di sussidiarietà che è spesso
declinato solo in modo verticale, cioè tra i diversi enti e istituzioni pubbliche, mentre la sussidiarietà
ha anche un aspetto orizzontale, riconoscendo che l’autonoma iniziativa dei cittadini viene “prima”
dello Stato. E’ lo Stato che deve “servire” il cittadino. Anche questo principio ha un suo
fondamento nella carta Costituzionale all’art. 1, che riconosce al popolo (e non allo Stato –
Repubblica) la sovranità.
La sussidiarietà orizzontale ha un aspetto “passivo”: la regione riconosce l’autonoma iniziativa
come un prius, non opera per ostacolarla ed anzi la promuove. La sussidiarietà orizzontale ha anche
un aspetto “attivo”: la regione interviene laddove l’autonoma iniziativa non è sufficiente.
La legge regionale deve quindi aiutare la famiglia a svolgere il suo compito, promuovere le reti
informali, coinvolgere le associazioni familiari nella progettazione e realizzazione delle politiche
familiari. Una concreta applicazione del principio di sussidiarietà è riconoscere il diritto/dovere dei
genitori nell’educazione dei figli, riconoscimento che non può ridursi ai servizi delle ASL e alle
scuole per genitori, ma deve trovare applicazione nel grande tema dell’alleanza scuola – famiglia,
tema sul quale le associazioni dei genitori possono dare un enorme contributo.
Valorizzazione dell’associazionismo familiare.
Le famiglie oggi hanno imparato ad affrontare e risolvere i problemi e i bisogni più diversi
attraverso l’associazionismo familiare che permette loro di diventare protagoniste delle proprie
scelte. L’associazionismo familiare deve quindi essere considerato come un soggetto sociale nuovo.
Valorizzare l’associazionismo familiare vuol dire ad esempio pensare i Centri Famiglia, non come
centri di servizio alle singole persone, ma come centri di servizio per le associazioni e le loro
iniziative.
Un’espressione di questo principio è anche la costituzione di un Osservatorio Famiglia con la
partecipazione delle associazioni familiari per farne un momento di incontro tra le istituzioni e la
famiglia. Osservatorio Famiglia con l’incarico di formulare il parere di impatto familiare sui
provvedimenti legislativi.
Sostegno economico alle giovani coppie che intendono sposarsi e alla
procreazione
Sostenere le giovani coppie che intendono contrarre matrimonio deve essere un impegno prioritario
della legge perché è legittimo aspettarsi, e chiedere alla società e alle istituzioni, una speciale
attenzione per chi si assume pubblicamente precisi doveri reciproci ed ha nel suo progetto la
procreazione e l’educazione dei figli. Nella scelta della destinazione delle risorse è a volte
indispensabile uscire dai soli interventi a copertura delle emergenze, per investire in progetti a
lungo termine che possono però avere significativi e positivi ritorni sociali.
Promozione interventi formativi per le famiglie
Un progetto impegnativo come il matrimonio richiede una piena consapevolezza e le competenze
relazionali necessarie a garantirne il successo e l’effettiva stabilità, non solo per il bene della
coppia, ma anche in vista della generazione ed educazione dei figli. Per questo riteniamo che la
legge regionale debba prevedere degli investimenti in cultura e formazione alla vita matrimoniale,
per cercare di eliminare, tra le cause del fallimento del progetto matrimoniale, ciò che è dovuto alle
normali crisi di ogni coppia coniugale.
Definizione del reddito familiare.
Nella definizione del reddito familiare per determinare la priorità e l’accesso ai servizi e nella
tassazione regionale si deve introdurre il principio di equità orizzontale, riconoscendo i carichi
familiari. Per questo riteniamo importante che il reddito familiare imponibile sia determinato non
solo dividendo il reddito per il numero di componenti, ma anche sottraendo dall’imponibile
complessivo un importo pari al minimo vitale.
Il Forum delle Associazioni Familiari ringrazia la Commissione per l’attenzione accordata alle
famiglie e alle associazioni che rappresenta e resta a disposizione per approfondire in successivi
incontri questi temi e a collaborare perché ritiene indispensabile che la politica dia speranza e
fiducia ai giovani che intendono giocare la loro vita sul quel progetto meraviglioso che è di per sé il
matrimonio.